L’ESPERIENZA DI SAN GIUSTINO. La solitudine, la carità e la pace nell’omelia di padre Bruno

Cattedrale di San Giustino, 10 maggio 2022 ore 18:23

Chieti, 11 maggio 2022. Il Mistero celebrato in cattedrale per i Vespri, nelle celebrazioni del Santo Patrono, è stato un invito, diretto e convinto, a vivere il disegno divino guardando la figura di San Giustino nelle tre grandi direttrici del suo impegno al fine di percepire la vera bellezza del dono di Dio. San Giustino, figura avvolta dal mistero dei tempi ma chiaro riferimento dei popoli teatini, decide di lasciare la vita per andare eremita e vivere le esperienze di un cammino straordinario.

La prima legata alla solitudine ricercata, abitata da Dio e vissuta in Dio. L’importanza dell’essere soli con Dio solo; solo così ci si può lasciar raggiungere dallo sguardo di Dio e dal suo giudizio Ecco, dunque, l’invito a vivere questa esperienza della solitudine per capire, fine nel profondo, cosa siamo.

La seconda esperienza è quella legata alla carità. Vivere l’amore di Dio riversato sui nostri cuori, l’amore senza perché, l’amore ricevuto e donato. Dio non ci ama perché buoni e belli ma ci rende buoni e belli perché ci ama.

Nell’esperienza di San Giustino ecco la sorpresa inattesa ed il ruolo per un’esperienza di carità. Theate vive il dramma dell’eresia ariana, una miscredenza impregnata di cultura classica che vede la riduzione del Cristianesimo subordinato alla verità della ragione e non dalla forza della fede.

Davanti a questo dramma il Cristianesimo reagisce con il concilio di Nicea del 323 D. C. il primato di Dio nella sua trascendenza. La città si divide, per ovvia strumentalizzazione politica, ma la città guarda a Giustino, uomo di fede, unito al Signore. Giustino lascia il silenzio per farsi Apostolo di Pace: ‘Non si può amare Dio se non si ama i fratelli’. Giustino, pastore della riconciliazione, riporta il popolo alla verità del Vangelo. La carità si traduce, dunque, in una scelta impegnativa.

La terza è l’esperienza della Pace. Essere costruttori di pace quale testimonianza di libertà da ogni sentimento. Ed ecco l’invito per la nostra vita ad un impegno con un ruolo esclusivo; la vita per costruire una via di perdono e riconciliazione.

(Partecipare all’evento per vanto o compiacimento resta l’esperienza più diretta e più facile da vivere. Celebrare e condividere il cammino è l’esperienza impegnativa ma dal consenso gratificante. Ascoltare la voce che richiama ai disegni dell’eterno, rimane ancora l’esperienza delle esperienze, forse quella ancora impossibile da realizzare. nm)