LA RISERVA NATURALE Lama Bianca

Creata il 5 giugno 1987, si trova sul versante occidentale della Maiella, nel Comune di S. Eufemia a Maiella

Chieti, 27 ottobre 2022. Il nome può avere questa spiegazione: LAMA perché la zona è rocciosa, scoscesa e si incontrano diverse RAVE, (canaloni) e BIANCA perché è il colore della pietra della Maiella. La Riserva si raggiunge percorrendo la SR487 verso Passo San Leonardo. Superato l’incrocio per il bellissimo borgo abbandonato di Roccacaramanico, dopo 2.5 KM, c’è un bivio sulla sinistra, con l’indicazione Riserva naturale Lama Bianca, Rava del Ferro. La strada è quasi impercorribile, fra poco si dovrà scegliere obbligatoriamente di farla a piedi. Parcheggiata la vettura in un ampio spazio libero, si inizia il percorso con l’indicazione di Fonte Grotta Zappano. (1245 m). È un percorso ad anello, che per un tratto è percorribile anche dai portatori di disabilità. (Penso che sia uno dei pochi luoghi nella regione Abruzzo, dove sul finire degli anni Ottanta, sono stati realizzati i primi sentieri accessibili ai diversamente abili o meglio ai portatori di disabilità. Questi percorsi sono comodi e adatti a questa categoria di persone, sia con le carrozzelle, che con il bastone per i non vedenti). Dopo pochi minuti, si incontra una piccola cascata, ma con assenza di acqua per la temperatura alta. Il percorso si sviluppa su una salita non molto difficoltosa, ma lunga e termina alla radura Addiaccio della Chiesa, con tanti terrazzamenti. La zona è ancora usata come pascolo per l’abbondanza di acqua ed erba. Nel silenzio e per riposarsi, l’escursionista si ferma per ammirare la grandiosità è ripidità delle RAVE, DURE ED IMPEGNATIVE.  La particolarità è che la partenza delle RAVE per raggiungere la vetta di Monte Amaro a 2793 metri, iniziano dai 1500 metri, quindi circa 1300 metri di dislivello quasi verticale. Dinanzi c’è il RAVONE DELLA VESPA, a sinistra LA RAVA DEL FERRO ed a destra LA RAVA DELLA GIUMENTA BIANCA, oltre ad ampi panorami sul Morrone, la valle Peligna, il Gran Sasso, il mare, in un ambiente boscoso e silenzioso. La giornata soleggiata e fresca, mi ha spronato a seguire la segnaletica Q1 per la valle della Giumenta Bianca. Purtroppo, come indicazione, ho trovato solo alcune piccole pietre con uno spruzzo di vernice rossa. Tabella e picchetto segnavia inesistenti. Arrivato in un fitto ma arioso bosco, pur essendo vicino alla rava, ho preferito tornare indietro. La radura è piena di rovi di Rosa Canina, maturi al punto giusto, con il loro gusto acidulo, fonte di vitamina C, dissetante ed energetico. La bacca carnosa e contenente numerosi semi è gradita alla fauna selvatica, specialmente le volpi. Ne ho fatto una scorpacciata. Si seguita l’escursione verso Fonte della Chiesa con annesso rifugio. Esce poca acqua ma fresca, sufficiente ad accompagnare il panino consumato nel rifugio. Per raggiungere la strada che porta alla Rava del Ferro, la discesa è ripida, ma arrivato alla Rava, (1490 m), un altro momento di contemplazione doverosa, è quella di affacciarmi dentro e con la testa alzata, mi rendo conto, quanto è faticoso farla. Bisogna tornare indietro e seguo il sentiero B4 nel bosco, per raggiungere FONTE LAMA BIANCA, la passerella per i portatori di disabilità e concludere l’anello di LAMA BIANCA.

Tutto il percorso per fare l’anello, sempre immersi nel palcoscenico naturale del FOLIAGE.

Difficoltà E                                                 

Dislivello 500m                                                                                                     

Distanza A/R 10 Km                                                                                                    

Tempo Di Percorrenza A/R 4 Ore Senza Soste    

Luciano Pelelgrini




GARE REGIONALI DI KARATE organizzate dallo Csen domenica 30 ottobre 2022

ChietI, 27 ottobre 2022. Dopo tre anni di fermo causa Covid, ritornano le gare sportive in presenza organizzate dallo Csen Abruzzo del Presidente Ugo Salines.

A tal proposito, domenica 30 ottobre 2022 presso il Palatricalle di Chieti, dalle ore 9.00 alle 19.30, si terranno le gare regionali di Kata, Kata Integrato, Percorso, G.T. Palloncino, organizzate dallo Csen Abruzzo Karate con la collaborazione della ASD Area3 di Chieti della Presidente Claudia Belfatto.
La competizione sportiva, ad ingresso libero, riservata ai tesserati Csen, vede la partecipazione di numerose società affiliate al settore Karate Csen con i propri atleti.

In merito, ha commentato il responsabile regionale Csen Karate Agostino Toppi: “Una gara con lo spirito di promozione e socializzazione, come dimostrano i numerosi iscritti soprattutto fra i più giovani”
Le gare si svolgeranno in questo modo: dalle 9 alle 10.30 ci saranno quelle degli atleti più piccoli con le prove del Percorso,Gioco Tecnico del Palloncino e Kata (Forma), successivamente, dalle 10.30 alle 13.00, quelle dei ragazzi fino a 12 anni con due prove di Kata. Nel pomeriggio, invece, gareggeranno i più grandi di età dai 13 ai 65 anni, con le performance di alto livello di Kata superiori.

“L’ente Csen – ha continuato Agostino Toppi – ha come principio base la promozione e la divulgazione del Karate e dei valori di una sana competizione sportiva che non lascia indietro i più fragili. A tal fine, parteciperanno all’evento anche ragazzi diversamente abili col karate Inclusivo anche detto Karate Integrato”.

Cristiano Vignali




BARBARA, L’ORSA SENZA CONFINI. Era già stata catturata in passato

È un’orsa che ora ha nuovamente un radiocollare GPS che consentirà di monitorare i suoi spostamenti nei prossimi mesi, poiché è stata catturata nei giorni scorsi nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio (RNRMGAG) dopo un attento monitoraggio che ne aveva rilevato la presenza nei boschi sopra Pettorano sul Gizio.

Pescasseroli, 27 ottobre 2022. Un territorio che l’orsa frequenta con una certa assiduità e che si accentua nel periodo dell’iperfagia, la fase durante la quale gli orsi mangiano molto per accumulare grasso prima dell’ibernazione invernale, confermando la grandissima importanza di quest’area per la popolazione di Orso bruno marsicano, ad oggi, una delle principali aree di espansione dall’areale storico del Parco nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM).

Barbara è una femmina di circa 8 anni, pesa 138 chili – un peso considerevole per una femmina di orso – e, da oggi, grazie ai dati raccolti dal radiocollare potrà aiutarci ad acquisire informazioni importanti anche sul processo di espansione della popolazione dove, in definitiva, si gioca la partita della conservazione di questa specie. Dati concreti, acquisiti dai tecnici delle due aree protette in grado di mostrare spostamenti, abitudini, e anche le criticità che l’orsa incontrerà sul suo cammino prima di iniziare l’ibernazione invernale, così come al suo risveglio fino al periodo riproduttivo primaverile, che potrebbe segnare l’avvio di una nuova fase e, magari, la nascita di cuccioli.

Già in passato la presenza del radiocollare ci aveva indicato che Barbara stava svernando in un sito fuori dalle aree protette in un’area usata per l’addestramento dei cani da caccia. Grazie alla presenza del collare, al lavoro sinergico degli enti e alla collaborazione con i cacciatori fu possibile posticipare il periodo di addestramento e lasciare l’orsa indisturbata.

Per gli orsi, gli spostamenti, e con essi le esigenze di conservazione e di gestione, richiedono capacità di vedere e pensare oltre i confini amministrativi, che siano del Parco o della Riserva, tutti concetti superati dall’indole del plantigrado, abituato a muoversi in cerca di cibo e di luoghi sicuri, senza troppo chiedersi quali e quanti confini amministrativi debba attraversare. Abitudini che richiedono agli uomini di organizzarsi affinché tra confini amministrativi diversi ci sia sinergia e la stessa capacità di gestione.

La cattura di Barbara è il frutto, l’ennesimo, di una buona sinergia tra alcuni dei principali Enti preposti alla tutela ed alla conservazione dell’orso marsicano su scala vasta, pensata, organizzata, e realizzata tra i tecnici del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che hanno gestito la cattura e l’applicazione del radiocollare, in collaborazione con i tecnici della Riserva, che hanno rilevato la presenza dell’orsa e l’hanno monitorata nelle settimane antecedenti.

Una sinergia che ha portato frutti e che rappresenta solo uno dei risultati dell’intensa e proficua attività di collaborazione tecnico-istituzionale che gli Enti hanno introdotto, a partire dalla sottoscrizione della Carta del Genzana (PNALM, Parco Maiella, Riserva Monte Genzana e Legambiente). Una collaborazione che si è sviluppata con la Rete di Monitoraggio dell’Orso bruno marsicano in Abruzzo e Molise; la diffusione capillare di sistemi di prevenzione dei danni; la creazione di gruppi di intervento; il coordinamento delle ricerche scientifiche; la realizzazione del progetto life Bear Smart Corridors, che coinvolge anche altre associazioni (Rewilding Europe, Rewilding Apennines, Salviamo l’Orso) e aree protette (Parco regionale Sirente Velino e Parco nazionale del Gran Sasso).

Un sistema di supporto vicendevole e duraturo che mira a consolidare le condizioni migliori possibili per la sopravvivenza dell’orso in un areale che, finalmente, sembra essere in graduale espansione.




LA REVISIONE TEN-T è la più grande opportunità di input strategico negli ambiti stradale, autostradale, ferroviario, marittimo e fluviale

Cominciato l’ascolto dei territori: siano loro i veri protagonisti

In queste ore è cominciato lo studio per la revisione del regolamento delle TEN-T di tutta Europa. Un fatto storico se consideriamo che tutto questo avviene mediamente ogni 7/10 anni.

“È mia abitudine girare ed ascoltare i territori, ma mai come ora è necessario far intervenire i territori nei processi decisionali europei. La revisione TEN-T è la più grande opportunità di input strategico negli ambiti stradale, autostradale, ferroviario, marittimo e fluviale”. Spiega l’Onorevole Lucia Vuolo (FI – PPE).

“Stiamo parlando di suggerire all’UE di supportare le infrastrutture utili per il Sud, di introdurre nuove politiche innovative, lungimiranti e sostenibili. È per questo che ho inviato e continuerò a inviare alle Associazioni di categoria, a partire dalle varie sedi di Confindustria provinciali, una missiva in cui, tra le varie, chiedo di suggerire testi migliorativi rispetto alla bozza TEN-T in nostro possesso. Le prime risposte sono arrivate e mi hanno riempito di orgoglio. Il tessuto industriale del Sud Italia sta rispondendo e, come immaginavo, è pronto, in tempi strettissimi, a studiare insieme le migliori scelte per il nostro Sud da oggi ai prossimi 50 anni”.




NATO IN CASA allestimento multimediale nel Museo Casa Natale di Ales

Un itinerario organizzato nei luoghi gramsciani raccontano vita e opere di Antonio Gramsci a Ghilarza, Santu Lussurgiu, Ales, Sorgono e Cagliari

Prosegue con tenacia tutta gramsciana il GramscilabAles 5.0. Ideato e promosso dalla compagnia Il crogiuolo di Cagliari prima della pandemia, il progetto è stato portato avanti in questi anni nei suoi diversi contenuti, sempre con entusiasmo e determinazione, dalla direttrice artistica Rita Atzeri e dai partecipanti arrivati da diverse parti d’Italia per gli spettacoli e le residenze artistiche che hanno premiato i progetti di indagine maggiormente innovativi.

Con la presentazione al pubblico di “Nato in casa”, installazione multimediale pensata per la Casa Natale Gramsci di Ales, sabato 1° ottobre alle ore 17:00, il GramscilabAles 5.0 giunge al suo punto d’approdo più importante: proporre un punto di vista inedito del grande intellettuale e politico, dando al contempo un contenuto ai luoghi Gramsciani, partendo dall’edificio ottocentesco dove nacque Antonio Gramsci.

“Abbiamo pensato di iniziare a raccontare Gramsci attraverso la dimensione della Casa e quindi dell’intimità di affetti che al concetto di casa afferiscono, a partire dalla nascita, che narriamo attraverso un’approfondita ricerca sulla nascita in Sardegna tra fine Ottocento e primi del Novecento”, afferma Rita Atzeri, che prosegue: “Abbiamo fatto inoltre un enorme lavoro per gettare i presupposti di un percorso integrato di tour di luoghi gramsciani fruibile anche da gruppi e scolaresche, accattivante intellettualmente e tecnologicamente, che è suscettibile di essere sempre più arricchito di contenuti”, dichiara l’ideatrice del progetto finanziato dalla Regione Sardegna nell’ambito del POR FESR 2014-2020 – Azione CultureLAB2018.

L’itinerario

Il paesaggio, i colori e i sapori dell’infanzia tutta sarda di Antonio Gramsci, che peso hanno avuto nell’elaborazione del pensiero del teorico dell’egemonia e della subalternità culturale? È una delle riflessioni che prendono forma a seguire, passo dopo passo, i luoghi dell’oristanese dove il grande intellettuale ha trascorso l’infanzia fino agli anni del liceo, seguendo il percorso organizzato da il Crogiuolo di Rita Atzeri con il progetto GramsciLab Ales 5.0 e sperimentato in questi giorni tra Ales, Sorgono, Ghilarza, Santu Lussurgiu e Cagliari in compagnia di amministratori e studiosi.

Un percorso artistico, culturale ed emozionale, una proposta aperta alle amministrazioni comunali che ha gettato le fondamenta di una rete coerente e organizzata per invitare nell’oristanese scolaresche e gruppi desiderosi di scoprire un lato inedito di Antonio Gramsci. Il risultato è infatti un quadro umano e morale di spessore via via maggiore, un mosaico che si compone tessera dopo tessera, e che mostra avere un grande potenziale turistico e culturale.

Con le amministrazioni comunali, i musei e le associazioni culturali del territorio, è stata infatti presentata l’edizione pilota di un itinerario gramsciano disponibile tutto l’anno per scolaresche e gruppi che intendano approfondire la conoscenza o avvicinarsi alla figura di Antonio Gramsci attraverso la visita dei luoghi in cui è nato (Ales) o è vissuto e ha studiato (Ghilarza, Sorgono, Santu Lussurgiu, Cagliari).

L’itinerario pilota si sviluppa nel corso di due giorni e parte da Ghilarza. Paese d’origine della madre Peppina Marcias, Ghilarza è il paese dove Antonio Gramsci ha vissuto dal 1898 al 1911. La casa, il paese, il territorio circostante hanno rappresentato per Gramsci luoghi di memoria e di affetti a cui è tornato più volte con note di struggente nostalgia. Sono ambienti descritti nelle Lettere dal carcere, nei Quaderni del carcere e nella memorialistica dei primi biografi. Si prosegue per Santu Lussurgiu con la visita al percorso del Ginnasio Carta-Meloni, dove Gramsci studiò prima di spostarsi a Cagliari  e per Ales, dove, a cura dell’Associazione Casa Natale Gramsci di Ales, sarà possibile visitare la piazza allestita da Giò Pomodoro, che tanto fece discutere al tempo della sua realizzazione, per poi partecipare, alla casa natale di Corso Cattedrale, alle proposte di “Nato in Casa”.

Il giorno successivo ci si sposta a Sorgono, con la visita dei luoghi gramsciani a cura dell’ Associazione Culturale Amici di Antonio Gramsci e infine a Cagliari, per seguire Gramsci in Casteddu, trekking urbano ideato da Ornella Piroddi, Giacomo Casti e Maurizio Pretta nel 2017 che racconta di Antonio Gramsci studente al liceo Dettori di Cagliari attingendo alle memorie di chi ebbe modo di conoscerlo e frequentarlo, alle storie e cronache cittadine.

Nato in casa

Visitando la Casa che dal 1947 ospita le commemorazioni gramsciane, si ha dunque accesso a una molteplicità di contenuti, resi fruibili attraverso due totem (un terzo totem è situato nella biblioteca comunale) collegati a un server che può essere aggiornato e ampliato anche con progetti futuri. “Il nostro lavoro è stato quello di creare degli strumenti che potessero essere poi sviluppati in modo autonomo anche rispetto alla chiave qui proposta”, spiega Rita Atzeri.

I totem danno la possibilità di accedere a una vasta emeroteca, sfogliare e consultare libri, giornali e riviste e, attualmente, ospitano i contributi della ricerca sulla nascita in Sardegna tra ‘800 e ‘900 frutto del lavoro decennale di Luisa Orrù e Fulvia Putzolu, che hanno raccolto – anche tramite gli studenti universitari – testimonianze di donne madri, levatrici empiriche e ostetriche condotte, e la raccolta di opere d’arte curata da Martina D’Asaro, sempre sullo stesso tema.

I totem, che si rivolgono anche a famiglie e scolaresche, propongono anche giochi didattici per bambini dai 6 ai 10 anni, il libro ‘Riccino e Riccetta’, il video dello spettacolo omonimo e, a firma di Alessandra Marchi del Gramsci Lab della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari, un progetto che segue l’evoluzione del pensiero di Gramsci nel mondo.

La Casa Natale di Gramsci propone fino al 30 ottobre (ingresso su appuntamento) la mostra collettiva “What does indifference mean?”, ideata e curata da Margaret Sgarra, curatrice di arte contemporanea e storica dell’arte. Il progetto espositivo, tra i vincitori della Residenza artistica GramsciLab 5.0, vuole essere una riflessione sulle forme d’indifferenza presenti nella nostra società  attraverso lo sguardo di 18 artiste e artisti provenienti da tutto il mondo: Laura Ansaloni, Anna Bassi, Chiara Borgaro, Chien Li, Monica Carrera, Roberta Di Laudo, Gabriella Gastaldi Ferragatta, Giun.go-Lab, Laura Guilda, Federica Gonnelli, Laura Guilda, La Chigi, Silvia Levenson, Daniela e Francesca Manca, Isabel Rodriguez Ramos, Sophia Ruffini, Natalia Saurin, Monica Serra, Elisa Trapuzzano.

Gli spazi della casa natale sono inoltre adatti ad ospitare eventi di spettacolo come il monologo teatrale, andato in scena lo scorso primo ottobre per l’inaugurazione del progetto, “Combatto gli indifferenti” dell’autrice e interprete romana Ludovica Valeri. Esito della residenza artistica dello scorso anno, “Combatto gli indifferenti” rievoca e propone la storia di Antonio Gramsci a partire da una misteriosa figura femminile. Tra soliloqui, canzoni, immagini, luci ed ombre, il pubblico è stato invitato a scoprire chi fosse la donna che tanto di Gramsci conosceva e a lasciarsi andare alla fantasia, alla memoria, all’emozione fino a scoprire una storia che non era stata mai raccontata.

La sala proiezioni ospita un video sul rapporto tra Gramsci e le donne interpretato attraverso la danza e con un effetto molto simili al 3D.

La guida virtuale della Casa è possibile attraverso una app App in 6 lingue, che ospiterà, inoltre, contenuti che saranno aggiornati e riprogrammati di volta in volta.

Giulia Clarkson




CONTINUA L’IMPEGNO DEL MAXXI a sostegno dell’Ucraina

A Fontecchio, in provincia dell’aquila, un programma di residenza per artiste e artisti Ucraini fino a marzo 2023 progetto realizzato in collaborazione con  Comune di Fontecchio, Fondazione Imago Mundi con il sostegno di  Ministero della Cultura

Oggi questi artisti non sono solo artisti, ma difendono su più fronti la loro patria, l’Europa e il mondo. Solomia Savchuk

Roma, 27 ottobre 2022. Continua l’impegno del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo a sostegno della cultura e dell’arte dell’Ucraina. A fine settembre è partito infatti il programma di residenze dedicato ad artiste e artisti provenienti dal Paese martoriato dalla guerra di Putin. Lucy Ivanova (Dnipro 1989, vive e lavora a Kiev), Petro Ryaska (Bilky 1975, vive e lavora tra Užhorod e Bilky), Andriy Sahaydakovskyy (Leopoli 1957, dove vive e lavora) e Olena Turyanska (Leopoli 1966, dove vive e lavora) vivranno e lavoreranno fino a marzo 2023 a Fontecchio, piccolo borgo medievale vicino all’Aquila che ha puntato su arte e cultura per la rinascita del territorio.

Lucy Ivanova è una delle pittrici più interessanti della sua generazione e un’appassionata di naturalismo mentre Petro Ryaska ha una pratica multimediale e performativa, organizza mostre e cura uno dei più bei programmi di residenza in Ucraina “Sorry, No Rooms Available” a Uzhorod. Di una generazione più grande sono Andriy Sahaydakovskyy, il più importante artista ucraino vivente che attraverso installazioni multimediali rappresenta la quotidianità dell’assurdo, e Olena Turyanska, sperimentatrice della carta, attraverso il disegno e l’intaglio ricerca l’armonia e la simmetria del reale.

Il programma di residenze è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e con la collaborazione del Comune di Fontecchio e della Fondazione Imago Mundi, già partner del museo per la mostra Ukraine. Short Stories. Contemporary artists from Ukraine: 140 opere in formato 12×10 realizzate per la Imago Mundi Collection e ospitate al MAXXI subito dopo l’invasione del Paese.

Gli artisti sono stati individuati tra una rosa di nomi proposti da Solomia Savchuk, Head of Contemporary Art al Mystetskyi Arsenal di Kiev e curatrice proprio della mostra Ukraine: Short Stories e da Maria Lanko che, insieme a Borys Filonenko e Lizaveta German ha curato il Padiglione dell’Ucraina all Biennale di Venezia, celebre per la sua fuga in macchina da Kiev allo scoppio della guerra con a bordo 78 imbuti di bronzo dell’opera di Pavlo Makov Fountain of Exhaustion, Acqua Alta che, grazie a questo gesto eroico, ha potuto rappresentare l’Ucraina alla Biennale di Venezia.

Durante il periodo di permanenza a Fontecchio, anche grazie al significativo lavoro di mediazione culturale introdotto dal Comune, gli artisti entreranno in contatto con le comunità locali e con la scena culturale del territorio. Saranno protagonisti di incontri, talk, workshop, studio visit, anche al MAXXI L’Aquila. Al termine del periodo di residenza, gli artisti presenteranno al pubblico e al territorio le opere e progetti commissionati dal MAXXI e frutto della loro esperienza e dialogo con il territorio.

Dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI: “L’arte è uno strumento di libertà, e parla un linguaggio universale che unisce i popoli e rifiuta ogni forma di violenza. Di fronte a questa guerra di aggressione e ai crimini di Putin, la postura del MAXXI è netta: attraverso l’arte vogliamo continuare a sostenere la resistenza, l’identità e la cultura del popolo ucraino. Ringrazio il Ministero della Cultura che ha reso possibile questo progetto, la Fondazione Imago Mundi, le curatrici Solomia Savchuk e Maria Lanko, il sindaco Sabrina Ciancone per l’entusiamo con cui ha accolto l’idea, rafforzando ancora di più il legame di MAXXI L’Aquila con il territorio abruzzese. Per alcuni mesi, Fontecchio sarà la casa degli artisti ucraini, e sono certa che sarà un’esperienza bella e profonda per tutti. Ma voglio ringraziare soprattutto i cittadini ucraini, artisti e no, che si stanno battendo per la libertà del loro popolo.

E voglio anche annunciare un altro appuntamento dedicato all’Ucraina e alla sua cultura. Il prossimo 24 novembre ospiteremo al MAXXI il reading Piantare un fiore nella terra bruciata, protagoniste le poete ucraine Natalia Beltchenko, Iya Kiva, Oksana Stomina e Elina Sventsytska. Le loro parole – che raccontano il dramma della guerra ma anche la resistenza e la speranza della popolazione – saranno accompagnate dalle immagini del fotoreporter Niccolò Celesti”.

Spiega Solomia Savchuk, curatorial advisor della residenza: “Siamo grati alla Fondazione MAXXI e alle istituzioni culturali italiane per aver avviato il progetto di residenza per artisti ucraini in un momento così difficile per tutti noi. Oggi non si può più sottovalutare l’importanza di costruire reti culturali sostenibili e piattaforme di dialogo che promuovano la comunicazione e la collaborazione.

L’esperienza della ricostruzione di Fontecchio è un modello molto significativo per noi nel contesto della futura ricostruzione del nostro Paese. È chiaro che la cultura e l’arte, e in particolare l’arte contemporanea, svolgono un ruolo speciale in questo processo. Conosciamo il suo potenziale non solo nella ricerca del passato ma anche nella previsione del futuro. Spero che questo progetto sia l’inizio di molti progetti comuni, iniziative ed esperimenti creativi per tutti i partecipanti”.

Aggiunge Maria Lanko: “Ogni residenza è un’occasione di crescita per un artista: l’opportunità di lavorare in un ambiente e in una situazione del tutto estranei si traduce solitamente in risultati inaspettati e fuori dagli schemi sia nella pratica dell’artista che nell’immagine del luogo di residenza stesso. La residenza di quest’anno per gli artisti ucraini a Fontecchio è molto di più: durante l’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, offre agli artisti uno spazio sicuro e l’opportunità di lavorare ininterrottamente, senza le onnipresenti sirene antiaeree e le corse verso i rifugi antiatomici. Se il borgo di Fontecchio ha subito una grave distruzione, gli artisti ucraini, ormai esperti di resistenza culturale e artistica, dovrebbero dare un importante contributo alla ricostruzione simbolica del luogo”.

Commenta Enrico Bossan, direttore artistico della Fondazione Imago Mundi: “La Fondazione Imago Mundi ha come missione quella di contribuire, attraverso l’arte contemporanea, alla conoscenza tra culture, anche apparentemente distanti, e al dialogo tra i popoli, in nome di ideali condivisi. Già nel 2014 avevamo dedicato la collezione Short Stories all’Ucraina, e pensiamo che oggi sia ancor più di vitale importanza continuare a sostenere gli artisti. A testimoniare la nostra volontà di restare a al fianco degli artisti ucraini, abbiamo esposto all’ingresso della nostra sede, le Gallerie delle Prigioni di Treviso, l’opera Kollina di Olexa Furdiyak, una grande scultura in ferro che raffigura un uomo inginocchiato in una posa solenne, una sorta di cavaliere contemporaneo che con il suo gesto afferma il valore della libertà. Siamo felici di proseguire la collaborazione con il MAXXI con questo progetto di residenze, che riteniamo un ulteriore strumento per dare voce alle artiste e agli artisti ucraini in questo cruciale momento storico”.

Conclude Sabrina Ciancone, sindaco di Fontecchio: “Dalla scorsa primavera ospitiamo nel nostro Comune amici arrivati dall’Ucraina, in maniera casuale e fortunata, alla ricerca di un angolo di pace. Oggi ospitiamo artisti provenienti da quei territori di guerra e grazie a una felice collaborazione, la Fondazione MAXXI ci permette di avere una guida e una garanzia nella gestione, scelta, cura e nelle relazioni tra artisti e contesto italiano, in quell’oscillazione continua tra lucidità e passione che accomuna il nostro lavoro. Ospitare artisti ucraini oggi non significa offrire rifugio, silenzio e serenità. Significa, invece, darci reciprocamente l’occasione di uno scambio e di un’apertura, rafforzando i rapporti con i luoghi e tra le persone, fra noi, sereni abitanti di un paese tra i monti, e i nostri nuovi amici ucraini”.

About Fontecchio

Arroccato su un’altura, nel verde del Parco naturale regionale Sirente-Velino, Fontecchio è uno dei borghi medievali che costellano il territorio aquilano. Il bel centro storico – un susseguirsi di scorci di antiche case e botteghe, stradine e vicoli di ciottoli bianchi, minuti slarghi e scalinate – è stato fortemente danneggiato dal sisma del 2009 che ha accelerato uno spopolamento già in atto. Ad oggi sono circa 300 gli abitanti del paese. Negli ultimi anni una vivace amministrazione comunale ha scelto arte e cultura come motore di sviluppo anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini. Insieme al restauro del patrimonio storico artistico e architettonico del borgo, la comunità è stata coinvolta in attività culturali e sono stati accolti in residenza giovani artisti e artigiani da diverse parti del mondo che, in alcuni casi, hanno scelto di restare a vivere nel borgo.

Beatrice Fabbretti, Francesca Spatola, Camilla Giaccio

Elisa Cerasoli




ENRICO DAINESE ELETTO DIRETTORE del dipartimento di bioscienze e tecnologie agroalimentari e ambientali

Teramo, 27 ottobre 2022. Enrico Dainese è stato eletto direttore del Dipartimento di Bioscienze e Tecnologie Agro-alimentari e Ambientali dell’Università di Teramo con 54 preferenze su 66 votanti tra docenti, personale amministrativo e studenti.

«Sono orgoglioso – ha dichiarato Enrico Dainese – di essere stato eletto Direttore di un Dipartimento che risulta essere il primo di Ateneo come numero di docenti, studenti, corsi di laurea e progetti di ricerca finanziati sia da enti pubblici che privati».

Enrico Dainese è professore ordinario di Biochimica, titolare degli insegnamenti di Biochimica strutturale e funzionale, Nutritional and Applied Biochemistry e Meccanismi molecolari e cellulari nel Drug Design.

Laureato in Biologia presso l’Università di Padova, dove ha conseguito anche il titolo di dottore di ricerca (PhD), ha svolto periodi di ricerca presso l’Istituto di Biofisica Molecolare dell’Università di Mainz (Germania) e presso l’Université Paris-Sud (Francia). Ha insegnato presso atenei e istituti di ricerca internazionali, tra cui la Federal University of Santa Catarina (Brasile), la Saint-Petersburg Chemical and Pharmaceutical Academy (Saint-Petersburg, Russia) e l’Università Pompeu Fabra (UPF, Barcellona, Spagna). 

Componente dell’Editorial Board nonché Associate Editor di riviste scientifiche internazionali tra cui Frontiers in Membrane Physiology and Biophysics, Biotechnology and Applied Biochemistry e Nutritional Epidemiology, Enrico Dainese è autore di numerosi articoli pubblicati su riviste internazionali e autore di un libro di testo universitario dal titolo “Biochimica degli alimenti e della nutrizione” edito dalla Piccin Nuova Libraria. Prorettore per le politiche di qualità e presidente del presidio della qualità, ha gestito attività che hanno portato l’Ateneo di Teramo al pieno accreditamento da parte dell’ANVUR nel 2017.

Enrico Dainese è uno dei maggiori esperti di biologia funzionale e strutturale di recettori ed enzimi coinvolti in patologie infiammatorie e loro interazione funzionale con lipidi bioattivi e membrane biologiche. L’attività di ricerca è focalizzata sull’analisi strutturale e funzionale di composti naturali (anche nutraceutici) e loro derivati per comprendere come questi possano modulare vie di segnale e metaboliche responsabili dei processi infiammatori. Ha costantemente indirizzato gli obiettivi delle proprie attività di ricerca all’applicazione in ambito biomedico per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici, ma anche nel settore dell’analisi e sviluppo di nutraceutici e nel controllo della qualità e della sicurezza degli alimenti.

È stato responsabile scientifico di diversi progetti di ricerca internazionali finanziati in ambito UE, di oltre venti progetti competitivi nazionali, di progetti di ricerca e trasferimento tecnologico finanziati da aziende private e fondatore di Spin-off accademici sia nel settore Agri-food che in ambito Health-Biotech. Attualmente è coordinatore del progetto ETN/ITN “BioInspireSensing” finanziato dall’Unione Europea per Horizon 2020 Marie Skłodowska-Curie, che si concentra sulla formazione di giovani ricercatori nel settore delle biotecnologie per studiare, costruire e produrre una nuova generazione di sensori impiantabili biodegradabili ispirati ai sensori proteici naturalmente presenti negli organismi viventi.




MODIFICHE AL REGOLAMENTO Parklet

M5s: “una stangata a danno dei commercianti”

Pescara, 27 ottobre 2022. Dopo la proroga che nel marzo scorso aveva fissato la scadenza per l’utilizzo dei parklet al 31 ottobre 2022, arriva domani (venerdì 28 ottobre) in Consiglio Comunale la delibera con cui l’amministrazione Masci interviene nuovamente sulla regolamentazione di queste strutture costringendo i commercianti ad adeguare i parklet già esistenti con pannelli in vetro trasparente infrangibile o antisfondamento su appositi telai di metallo. Una scelta fortemente contestata che, secondo il Movimento 5 Stelle, obbligherà i commercianti ad una spesa di migliaia di euro, a fronte di una proroga nell’utilizzo dei parklet di soli 11 mesi.

“Una scelta miope e completamente scollegata dal momento storico che stiamo vivendo – commentano i consiglieri Erika Alessandrini, Paolo Sola e Massimo Di Renzo – nel quale le attività commerciali, uscite dall’emergenza sanitaria, sono già piombate in quella forse ancora più dura del caro bollette e dovrebbero, pertanto, essere agevolate nell’utilizzo di uno strumento utile, anziché vessate con l’obbligo di inutili investimenti. Già nel marzo scorso – proseguono i consiglieri pentastellati – avevamo sollecitato la Giunta Masci a prendere decisioni definitive in merito all’utilizzo dei parklet, regolamentandone sì l’utilizzo, ma facendolo in maniera permanente definendo in modo chiaro gli elementi estetici, i materiali e le regole di installazione, svincolandoli da qualunque presupposto emergenziale ma acquisendoli in pianta stabile come veri e propri elementi di arredo urbano”.

Alla base della contestazione c’è, infatti, non soltanto la scelta di imporre una soluzione tecnica molto più dispendiosa per le strutture (eliminando la possibilità prevista finora di utilizzare vasi e fioriere per delimitare il perimetro dei parklet), ma anche la decisione di prorogarne l’utilizzo solo fino al 30 settembre 2023. Data dopo la quale le strutture andranno smontate e non saranno più autorizzate in nessuna zona della città.

“Una scelta che, quindi, non consentirebbe ai commercianti di ammortizzare una tale spesa – proseguono Alessandrini, Sola e Di Renzo – costringendoli a smantellare delle strutture che, invece, in questi due anni di emergenza hanno consentito l’attività di somministrazione di cibo e bevande anche in periodi di difficoltà e restrizioni. E tutto questo, dopo che nel marzo scorso proprio la proroga di soli 7 mesi era stata giustificata dal Sindaco in persona con il fatto che le strutture fino ad allora installate erano troppo poche da giustificarne le autorizzazioni. Praticamente poche idee e ben confuse – concludono i consiglieri pentastellati – a dimostrazione di quanto questa Giunta continui ad essere approssimativa e superficiale rispetto ai temi del commercio cittadino”.




10° PREMIO NAZIONALE sul reportage di guerra Antonio Russo

Sabato 29 ottobre 2022; 11.00 – 19.30,  Palazzo Sirena

Francavilla al Mare, 27 ottobre 2022. “Il Premio Antonio Russo porta nuovamente grandi nomi nella città di Francavilla, per un appuntamento culturale particolarmente adatto ad un momento storico complesso come quello che viviamo. Nell’annunciare il ritorno del Premio, abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte della comunità, che ha bisogno di tornare a parlare e ad ascoltare dei valori in cui Antonio Russo credeva come la libertà, la giustizia, i diritti umani, elementi che fanno dell’appuntamento con la manifestazione un momento di confronto di profonda attualità”. Con questa riflessione il sindaco di Francavilla al Mare, Luisa Russo e l’assessore alla Cultura, Cristina Rapino, si apprestano a dare il via a un’intensa giornata dedicata ad Antonio Russo, ricordato nell’ambito del 10° Premio Nazionale sul Reportage di Guerra previsto per il 29 ottobre a Palazzo Sirena. L’organizzazione del Premio, la cui direzione artistica è dello scrittore Peppe Millanta, fondatore della Scuola Macondo di Pescara, è a cura dell’agenzia di comunicazione Mirus.

Si parte al mattino alle ore 11.00 con un incontro con le scuole che, come ha anticipato lo stesso assessore Rapino, saranno sempre più coinvolte in questo appuntamento annuale: per i ragazzi il tema sarà Antonio Russo, storia di un reporter di guerra con Jacopo Ottenga (Rai Play Sound) e Francesco Semprini (La Stampa). Modera: Paolo Di Giannantonio, giornalista televisivo.

La sessione pomeridiana prevede dalle ore 15.00 il corso rivolto ai giornalisti per acquisire 4 crediti deontologici per la formazione obbligatoria: La percezione della guerra all’epoca della rete con Stefano Pallotta, presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo e Simone Gambacorta, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo che daranno il via all’incontro.

Alle 15:30 si prosegue con La congiura del silenzio – Podcast-inchiesta su Antonio Russo e Jacopo Ottenga (Rai Play Sound). Modera: Evelina Frisa, giornalista.

Dalle ore 17.00 si entrerà nel vivo del 10° Premio Nazionale sul Reportage di Guerra con i saluti istituzionali e quelli della giuria composta da Fausto Biloslavo (Il Giornale), Gabriella Simoni (TG5), Guido Alferj (ex Messaggero), Toni Capuozzo (Mediaset) Simone Gambacorta (Odg Abruzzo) e successivo intervento di Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale, per la quale lavorava come inviato Antonio Russo, ricordato nella sua città natale, Francavilla al Mare, in occasione del 22esimo anniversario della morte.

Presenterà la cerimonia di proclamazione dei vincitori il giornalista televisivo, Paolo Di Giannantonio. L’evento prevede anche l’intervento musicale del cantautore abruzzese Setak e il reading dell’attrice Lorenza Sorino, con Lettera di una madre, Beatrice Russo.

Il Premio vede l’alto patrocinio della Regione Abruzzo e il patrocinio di Comune di Francavilla al Mare, Odg Abruzzo, Università degli Studi di Teramo, con la media partnership di Rete 8 e Il Centro. La sponsorship è a cura di Angelo De Cesaris Costruzione e Ambiente. I premi per i giornalisti sono realizzati da Lupo Gioielli, maestri orafi che si sono ispirati all’opera dell’artista Pablo Picasso “Guernica”.




XERA SRL PREMIATA da Il Sole 24 Ore

Il Premio Impresa Sostenibile è stato consegnato all’azienda pescarese su oltre 300 PMI italiane

Roma, 27 ottobre 2022. C’è anche l’Abruzzo tra le 12 aziende italiane premiate, nella Capitale, da Il Sole 24 ore. Il Gruppo Xera, del fondatore Donato Colleluori, che ha sede a Città Sant’Angelo, si è aggiudicato il riconoscimento di Impresa Sostenibile nella categoria “Sostenibilità Ambientale”. Il Sole 24 Ore e la Santa Sede, con il Patrocinio della Pontificia Accademia per la Vita, in collaborazione con la Piccola Industria di Confindustria e con Banco BPM in qualità di main partner, hanno consegnato, a Roma, a 12 PMI italiane il premio “Impresa Sostenibile”, nell’ambito della seconda edizione del “Forum Sostenibilità”, evento dedicato al confronto tra gli esperti, aziende e istituzioni su come trovare i giusti equilibri tra impresa, sviluppo, innovazione, strategia e responsabilità.

Il riconoscimento, introdotto quest’anno e che ha visto arrivare quasi 300 candidature in poco più di tre mesi, è nato per dare risalto a storie di PMI che hanno fatto della sostenibilità una chiave fondamentale per affrontare e superare le crisi di questi ultimi anni, affinché il loro percorso possa rappresentare uno stimolo ed esempio per il rilancio del sistema economico e sociale. Il premio, lanciato a Trento in occasione del Festival dell’Economia, organizzato da questo anno dal Sole 24 Ore, è particolarmente significativo perché pone l’accento sulle PMI per le quali, al contrario delle aziende di maggiori dimensioni, le scelte improntate alla sostenibilità sono spesso considerate in termini di maggiori costi e non di opportunità.

La giuria del premio è stata composta da: Giovanni Baroni, Presidente Piccola Industria Confindustria; Marina Brogi, Dipartimento di Management, Facoltà di Economia Università di Roma “La Sapienza”; Edoardo Garrone, Presidente Gruppo 24 ORE; Mons. Renzo Pegoraro, Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita; Fabio Tamburini, Direttore Il Sole 24 Ore; Massimo Tononi, Presidente Banco BPM; Mons. Dario Edoardo Viganò, Vicecancelliere della Pontificia Accademia e delle Scienze Sociali. “Il premio sostenibilità, è per noi un traguardo che ci rende orgogliosi – commenta Donato Colleluori CEO di Xera – e che ci dimostra, ancora di più, che il tema della sostenibilità sia il futuro per le aziende, la Nazione e il mondo intero. La nostra è una realtà leader nello sviluppo e nell’implementazione di soluzioni tecnologiche, innovative e green, per le aziende.

Con il progetto chiamato “Weeko” ci siamo posti l’obiettivo di rispondere, in maniera concreta, ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Per questo abbiamo creato l’agenda 2025 di Weeko che ingloba un programma d’azione nell’ambito della gestione “pulita e inclusiva” della tecnologia a fine vita, per un totale di 10 obiettivi finalizzati allo sviluppo del lavoro sociale dignitoso, della riduzione della disuguaglianza tecnologica e, non per ultimo, dell’inquinamento ambientale. Il progetto Weeko è nato nel 2010 e, attraverso l’Agenda 2025, si cercano le partnership per il raggiungimento degli obiettivi nell’arco dei prossimi 3 anni: insieme si somma l’impegno per portare il mondo sulla strada della sostenibilità. Infine, ringrazio tutta la squadra di Xera che, quotidianamente e instancabilmente, rendono possibile la crescita e i traguardi che stiamo raggiungendo”.




I CONCERTI DI MOZART per fiati e orchestra

Secondo Appuntamento Isa. Ridotto del Teatro Comunale V. Antonellini Sabato 29 ottobre ore 18.00

L’Aquila 27 ottobre 2022. Dopo il successo dell’inaugurazione della scorsa settimana, torna l’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese con una grande produzione dedicata ai concerti per fiati e orchestra del genio di Wolfgang Amadeus Mozart.

Appuntamento sabato 29 ottobre alle ore 18.00 all’Aquila presso il Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini”. Repliche in Umbria, a Terni per la Stagione della Filarmonica Umbra, e nelle Marche, a Montegranaro, in provincia di Fermo.

Sul palco si esibiranno come solisti le prime parti dei Fiati dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma: Francesco Di Rosa, oboista e direttore, Andrea Oliva flautista, Francesco Zucco al fagotto e Guglielmo Pellarin al corno.

La serata è parte di un progetto articolato in due produzioni dedicate ai concerti per fiati di Mozart, realizzate in collaborazione con la Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo che ne condivide i contenuti e i protagonisti.

In programma i concerti per fiati e orchestra di Mozart: Concerto per fagotto e orchestra K. 191, Concerto per oboe e orchestra “Ferlendis” K. 271k, Concerto per corno e orchestra n. 3 K. 447, Sinfonia concertante per flauto, oboe, fagotto, corno e orchestra K. 297b.

La produzione segna anche il debutto sul podio dell’Oboista Francesco Di Rosa.

Le sue parole: “Questo per me è il debutto alla direzione d’orchestra ed è quindi un concerto al quale tengo particolarmente. Con Mozart si va sempre sul sicuro, ma questo programma è davvero una rarità: non capita spesso, infatti, di poter ascoltare quattro concerti per quattro strumenti diversi nella stessa sera. Sono emozionato e onorato, inoltre, di condividere il palco con tre grandi colleghi di Santa Cecilia, qui in veste di solisti. Offriremo al pubblico l’ascolto di capolavori di Mozart molto amati per l’eleganza, la raffinatezza, la briosità che esprimono e per il virtuosismo di alcuni celebri passaggi”.

I biglietti per il concerto possono essere acquistati in prevendita su ciaotickets.com e nelle rivendite autorizzate. Ancora disponibili, sullo stesso circuito, abbonamenti all’intera stagione. Il giorno del concerto, il botteghino del Ridotto del Teatro aprirà due ore prima del concerto.




COME SEMPRE i nostri lavori andranno in porto

Sono ben altre le cose infinite: Marivera De Rosa:

Luco dei Marsi, 27 10 2022. “A fronte dell’ennesimo esercizio di inutile e puramente strumentale polemica, con grande sprezzo del ridicolo affidata alla stampa da parte della minoranza, ci troviamo a trattare ancora una volta questioni già più volte e in diversi modi affrontate, pubblicamente come anche in sede di consiglio comunale”. Non usa mezzi termini la sindaca Marivera De Rosa, che così risponde all’attacco del gruppo di minoranza “Luco Nuova”, che aveva puntato il dito contro l’Amministrazione per i lavori relativi ai nuovi loculi e all’asilo, evocando anche “fumosi timori di incompiute”.

“Data la situazione di gravissima carenza di posti e lo stato di abbandono in cui versava  il cimitero comunale, abbiamo dato corso, fin dagli anni addietro, a tutte le pratiche utili a garantire dignitose condizioni e spazi necessari alle sepolture”, ricorda la sindaca De Rosa, “A partire dal ripristino strutturale in tanti punti fino al riordino del campo delle sepolture a terra, per arrivare infine alla progettazione di nuovi loculi, attesi da decenni. É stata un’impresa immane, perché la zona del cimitero insiste in un’area di interesse archeologico e pertanto è stato necessario affrontare un iter ancora più complesso, che ha incluso persino una nuova campagna di scavi, e un lavoro costante in sinergia con la Soprintendenza.

I lavori, affidati a una ditta locale, dopo un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di sicurezza a tutela della zona interessata, sono in procinto di partire. Per quanto riguarda l’asilo in costruzione abbiamo più volte specificato che, a fronte di criticità emerse, riconducibili con chiarezza ad aspetti tecnici rilevanti,  la nostra Amministrazione ha scelto di percorrere come sempre la strada del massimo rigore e della massima prudenza, dato tra l’altro che sono strutture che dovranno accogliere bambini. Le responsabilità di dette criticità, per noi chiare, saranno accertate dalle autorità competenti, malgrado i maldestri tentativi di qualcuno di confondere le acque, tentare un discarico di responsabilità e perdere ulteriore tempo, avventurandosi in iter legali con fantasiose motivazioni, di cui sarà chiamato a rispondere”, sottolinea la Sindaca. “Di fatto, però, stiamo al contempo operando perché comunque si arrivi in tempi certi a poter riaprire i battenti dell’asilo comunale, ed è nostro orgoglio, intanto, non aver mandato “in trasferta” in altri paesi i nostri alunni, e neanche averli confinati in strutture precarie, in quanto oggi l’asilo è incluso nella struttura centrale dell’Istituto Comprensivo, rinnovata e sicura. Tanto premesso, constatiamo, riguardo a entrambi i casi richiamati dalla minoranza, che parla a sproposito persino di “voci di popolo” rispetto a legittimi atti invece ben chiari nei documenti, che ancora una volta i suoi rappresentanti dimostrano l’assoluta ignoranza delle procedure, dei tempi e delle possibili complicanze connesse all’attività dell’amministrazione. E figuriamoci, verrebbe da dire, delle possibili soluzioni.

Un elemento evidente tanto per i consiglieri alla prima esperienza quanto, notiamo ancora una volta con sconcerto, per chi, come Antonello Gallese, in precedenza è stato persino assessore in altre amministrazioni. In quest’ultimo caso ciò si spiega, probabilmente, col fatto che il consigliere in questione certi problemi li abbia accuratamente evitati limitandosi a non fare nulla, con riguardo alla ”emergenza cimitero” come anche rimandando indietro un finanziamento di circa mezzo milione di euro, che oggi ci avrebbe permesso di avere da tempo un asilo nido in paese. Confermo che i nostri lavori pubblici, correnti e futuri, andranno in porto come è sempre stato. Parafrasando una celebre frase, solo due cose sono infinite: l’universo e l’inutilità di questa minoranza inconcludente, ma riguardo alla prima ho ancora dei dubbi”.




PUBBLICATO L’AVVISO per iscriversi all’Albo dei cittadini attivi

Città Sant’Angelo, 27 Ottobre 2022. In questi giorni sono stati aperti i termini per presentare all’ufficio protocollo dell’ente entro il 31 dicembre la domanda di iscrizione all’albo dei soggetti interessati a svolgere prestazioni in favore del Comune in cambio di esenzioni fiscali. L’agevolazione prevede un’esenzione del tributo TARI per ogni cittadino che parteciperà efficacemente al progetto di cittadinanza attiva.

I requisiti,  le attività previste dal programma ed ulteriori informazioni sono consultabili tramite l’avviso pubblicato sul sito istituzionale del Comune. Il beneficio verrà applicato l’anno successivo a quello in cui svolge l’attività, la cui durata, di massimo 80 ore annuali, è da proporzionare all’entità dell’impegno per il quale il cittadino darà disponibilità.

Il Sindaco Matteo Perazzetti riferisce in merito: “Si è deciso di riattivare questa formula di agevolazioni sociali per venire in contro ai cittadini nell’ambito del pagamento delle tasse, anche a causa delle difficoltà che oggi si trovano ad affrontare. L’obiettivo è quello sempre di rendere l’Amministrazione Comunale  reattiva di fronte alle esigenze della comunità e coinvolgere il più possibile quest’ultima nella vita comune.”




ESPLOSIONE A BORDO della nave cisterna

Spandimento di biodiesel in mare: esercitazione della Capitaneria di Porto di Ortona nel porto di Vasto.

Ortona, 27 ottobre 2022. Si è svolta ieri mattina (mercoledì), all’interno del porto di Vasto, un’esercitazione complessa antinquinamento ed antincendio che ha coinvolto tutti i soggetti, istituzionali e no, attorno a cui ruota l’organizzazione generale dello scalo marittimo.

L’esercitazione, pianificata e coordinata dalla Sala Operativa della Capitaneria di porto di Ortona e dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Vasto, in collaborazione con la Prefettura di Chieti, ha visto coinvolti, tra le istituzioni, la Questura di Chieti, l’Autorità di Sistema Portuale di Ancona, il ROAN GDF di Pescara, il Commissariato PS di Vasto, il Servizio 118, la Protezione Civile della Regione Abruzzo, la Croce Rossa Italiana, il Comune di Vasto, Polizia Locale di Vasto e l’Arta Abruzzo.

Per quanto riguarda privati e società, invece, vi hanno preso parte il Consorzio Castalia, organo cui il Ministero della Transizione Ecologica ha affidato a livello nazionale il servizio di antinquinamento in mare, la Società Ecofox, titolare dell’impianto di biodiesel presente nel porto di Vasto, i Servizi Tecnico Nautici, e la ditta Servimar, specializzata per l’antinquinamento in porto.

L’esercitazione è stata simulata durante le operazioni di caricazione del biodiesel in banchina, un passaggio sicuro ma assai delicato, che richiede innumerevoli precauzioni di sicurezza, in quanto il prodotto interessato, sebbene diverso dagli idrocarburi tradizionali, presenta comunque un elevato potere inquinante. Durante il momento addestrativo è stato possibile verificare sul campo la bontà ed efficacia delle procedure approvate nell’ambito dei vigenti piani antincendio portuale ed antinquinamento Compartimentale, e la loro facilità di consultazione e gestione per tutti gli operatori coinvolti. È stata testata, inoltre, la capacità operativa delle società private coinvolte, prima fra tutte la Ecofox, che in qualità di noleggiatore della nave e terminalista del deposito costiero ha messo a piena disposizione sia la nave cisterna sia che la port facility. Durante l’esercitazione sono state schierate le diverse forze di Polizia disponibili, sia in mare che a terra, per realizzare la necessaria cornice di sicurezza che, in eventi disastrosi come quello ipotizzato, divengono imprescindibili per scongiurare ogni possibile collegamento con azioni dolose intenzionali e consentire agli addetti al soccorso di operare in massima sicurezza.

Particolarmente significativo si è rivelato l’impiego, sul posto, dei mezzi disinquinanti di Castalia e della Servimar, che hanno realmente messo in funzione gli skimmer e le panne assorbenti per simulare il confinamento e la raccolta del biodiesel che, in una situazione reale, potrebbe riversarsi in mare in quantità consistenti.

Il Comandante della Capitaneria di Porto di Ortona ha voluto ringraziare personalmente tutti i partecipanti, a partire dalla Prefettura e dalle Forze di Polizia intervenute, perché con la propria disponibilità e consueta professionalità hanno consentito di testare in maniera utile tutte le componenti della sicurezza. Le esercitazioni in questo campo sono fondamentali poiché sono in gioco la salvaguardia della vita umana e la tutela dell’ambiente marino, e tutto deve essere pianificato e gestito al meglio, senza lasciare spazio all’improvvisazione.




L’UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ e del Tempo libero

 Inaugurazione al Kursaal il XXV Anno accademico

Incontri, seminari, corsi di lingua, viaggi, mostre e concerti. Il programma è ricchissimo anche quest’anno, a conferma della straordinaria vitalità dell’associazione.

Giulianova, 27 ottobre 2022. È stato inaugurato ieri pomeriggio, nella sala Kursaal, il XXV Anno Accademico dell’ “Università della Terza età  e del Tempo Libero”, consolidata iniziativa dell’associazione culturale “Sergio Liberovici”.

Ad una platea foltissima ha parlato la Presidente dell’associazione Nadia Potenza, preceduta dal Sindaco Jwan Costantini.

“Il Comune di Giulianova – ha sottolineato il Primo cittadino – sostiene da sempre questa realtà, che, lo ammetto continua a stupirci. Sorprendente non è solo l’elevato numero delle adesioni, testimoniato, peraltro, dalle tante presenze, oggi, in questa sala, ma dall’entusiasmo con cui, ogni anno, viene proposto e portato avanti un programma ricchissimo ed un calendario fitto di iniziative, dai seminari alle lezioni, dagli incontri ai viaggi, alle mostre e ai concerti. Evidentemente, poco ha a che fare, questa associazione, con la “terza età”, laddove il termine venga identificato con l’ “anzianità”. “Terza età”, piuttosto, è una bella e positiva stagione in cui è più facile dare un senso al proprio tempo libero, arricchendolo, in questo caso grazie all’ Università, con esperienze di conoscenza e approfondimento. Quando il “sociale” incontra così proficuamente il “culturale”, la fantasia, la curiosità, il desiderio di sapere prendono il sopravvento, con un risultato ben evidenziato dalla longevità e dal successo di questa associazione”.

La presidente Nadia Potenza ha ringraziato il Sindaco e l’ Amministrazione comunale per la fiducia, la collaborazione ed il sostegno. Agli interventi ha fatto seguito il concerto “Dal classico al tango” di Giammarco Alcini e Manuel Marchegiani del “Mythos Duo”.

Le lezioni, che si terranno al Kursaal,  inizieranno mercoledì 9 novembre.




NUOVA STAGIONE DI PROSA 2022/2023 al Teatro Maria Caniglia

Ad inaugurarla il 5 novembre alle ore 21:00  sarà Emilio Solfrizzi nei panni de “Il Malato immaginario” di Molière

Sulmona, 27 ottobre 2022. Sabato 05 Novembre alle ore 21:00 riparte la grande prosa al Teatro Maria Caniglia Sulmona. Ad inaugurare la stagione 2022/2023 sarà Emilio Solfrizzi nei panni de “Il Malto immaginario” in onore del quattrocentesimo anniversario dalla nascita del grande commediografo e attore francese.

Con la regia di Guglielmo Ferro, la pièce ci racconta di Argante un malato immaginario che ha più paura di vivere che di morire. Il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ci mette davanti. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti. Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo, Molière, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui. Insieme ad Emilio Solfrizzi, saliranno sul palco sabato 05 novembre alle ore 21:00 Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Cecilia D’Amico, Luca Massaro e con Rosario Coppolino.

«Non potevamo inaugurare in modo migliore la nostra stagione e siamo felicissimi che a farlo sia la pungente ed acuta critica sociale che Molière non risparmiava alla società del suo tempo. Lo faremo con un grande allestimento, che vedrà in scena uno degli attori più amati dal grande pubblico, Emilio Solfrizzi, per un’opera straordinariamente attuale, perché questo fuggire dall’esistere e dal vivere è un problema del nostro quotidiano e specialmente del nostro recente passato» ha dichiarato Patrizio Maria D’Artista, Direttore artistico della stagione di prosa.

I biglietti sono in vendita presso l’Ufficio Servizi Turistici di Sulmona  – Palazzo della SS. Annunziata in Corso Ovidio e sulla piattaforma online Oooh.events, con le seguenti tariffe: Platea e palchi di I e II Ordine € 28 (ridotto € 25), Palchi di III ordine e Anfiteatro € 23 (ridotto € 20), Palchi IV ordine e Loggione € 15 (ridotto € 12). Per gli studenti è stata invece pensata una tariffa unica di €10,00 a prescindere dall’ordine di posto scelto. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.

Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi alle pagine social Facebook, Instagram, Twitter del Teatro Maria Caniglia o al sito www.teatromariacaniglia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com




FONDAMENTO DI QUALSIASI ETICA non può che essere il rispetto della vita in tutte le sue forme

Questo assunto di Albert Schweitzer sviluppato nel volume “Ecobioetica” di Max Giusio

di Nicola F. Pomponio

Nel 1915, durante la terribile grande guerra, un teologo e musicologo tedesco, che aveva rinunciato a onori e incarichi universitari per fondare un lebbrosario in Africa, scendeva in canoa lungo un fiume tropicale quando ebbe una illuminazione interiore. Come scrisse qualche anno dopo, Albert Schweitzer (è di lui che si sta parlando) all’improvviso, in mezzo a un branco di ippopotami, realizzò che il fondamento di qualsiasi etica non poteva che essere il rispetto della vita in tutte le sue manifestazioni: umana, animale e vegetale.

Il testo che qui si presenta – Max Giusio, “Ecobioetica”, Accademia d’Idee, 2022 – potrebbe essere posto in ideale continuità con questa affermazione; una continuità che però, giustamente, tiene conto del fatto che è passato più di un secolo dall’episodio riportato. Il libro di Max Giusio (brillante avvocato e survivalista) affronta in modo teoreticamente nuovo, coinvolgente, informato una serie di questioni dalla rilevanza enorme per il vivere e il sopravvivere della nostra specie.

Tre sono i campi individuati fin dal titolo: ecologia, biologia, etica, ma su di loro si allunga potente, liberatoria e al contempo minacciosa l’ombra della tecnica. L’autore, correttamente, parte dall’assunto che il “Prometeo scatenato” della modernità, la tecnica, più che servire l’uomo corre il rischio di   asservirlo nel momento in cui una razionalità puramente strumentale e spesso dipendente dalla legge del profitto, o addirittura da una eugenetica distorta, diventa l’unico indirizzo nella ricerca e nell’applicazione dei risultati ottenuti.

Urge ripensare la vita, nel senso più ampio del termine concentrandosi non solo sull’uomo ma sull’intero pianeta, a partire dalle conseguenze che l’attività umana, attraverso la tecnica, sviluppa; il che significa ripensare biologia ed ecologia alla luce di un’etica che assuma il principio di responsabilità come cardine delle proprie riflessioni. Da un lato quindi la bioetica non deve rinchiudersi solo nei problemi del fine e inizio vita, ma affrontare le questioni poste dall’ingegneria genetica, dal transumano, dall’ibridazione con altre forme di vita e con le macchine e i computer (molto opportunamente si parla nel libro di neuroetica, ovvero etica concernente gli studi sul cervello umano). Dall’altro l’ecologia non deve ridursi ad appuntamenti talvolta carnascialeschi e paternalisticamente incoraggiati ma “deve allargare le proprie analisi morali a sfere in precedenza trascurate” (pag.39) quali la salute, il benessere, la responsabilità. E’ soprattutto su quest’ultimo aspetto che si segnala uno degli aspetti più originali di questo agile libro. Responsabilità verso chi?

Per l’autore non vi sono dubbi: la responsabilità è non solo verso gli uomini e il mondo che ci circonda ma anche, e soprattutto, verso chi verrà dopo di noi, verso coloro che non esistendo ancora, non hanno alcuna voce in capitolo. E’ una posizione dagli sviluppi molto interessanti poiché l’agire attuale ha ripercussioni per noi, nell’immediato, ma si prolunga nel tempo e ipoteca la vita che verrà dopo di noi. Da questo punto di vista la tecnica assume una rilevanza centrale. Ogni progresso tecnico è un’arma a doppio taglio: semplificandoci la vita, raggrinzisce le nostre capacità come il navigatore che, controllandoci, ci porta a destinazione ma impoverisce radicalmente la nostra percezione, la nostra esperienza dello spazio nonché la nostra capacità e il nostro istinto di orientamento, per tacere dell’enorme apparato satellitare necessario a far funzionare il sistema con le relative necessità di materiali particolari e l’utilizzo di metalli rari.

Il problema è che non esistono soluzioni a saldo zero. Come la mobilità elettrica che dovrebbe risolvere il problema dell’inquinamento ma aumenta a dismisura la necessità di energia elettrica, ogni nostra scelta implica una conseguenza su ciò che ci circonda e che, prolungandosi nel tempo, influenza le prossime generazioni. Esiste quindi la responsabilità individuale e collettiva delle scelte ed è ad essa che l’autore si appella per delineare la “ecobioetica”: lo scritturale “rispetto per la vita” di Schweitzer è qui ripreso e arricchito dal rispetto per la vita che verrà.

E’ un percorso stretto, accidentato, periglioso; l’autore rivendica il valore di qualsiasi forma di vita (presente e futura) a prescindere dalle umane logiche utilitaristiche o economiche. E’ una posizione di lucida coerenza morale, ma Giusio è cosciente delle difficoltà insistendo nel suo tentativo di sfuggire alla Scilla del catastrofismo senza cadere nella Cariddi dell’indifferenza quindi, come chiosa quasi al termine del testo, “bisogna crederci con forza” (pag. 82). L’etica orientata non sul singolo, come tradizionalmente è stata impostata, ma su tutto l’esistente e su ciò che ancora non è, rappresenta il tentativo di uscire da questa impasse.




100° ANNIVERSARIO della marcia su Roma

La partecipazione degli squadristi  di Chieti

Chieti, 27 ottobre 2022. Il fascio di combattimento nasce a Chieti l’11 dicembre 1920, per iniziativa di una quarantina di giovani ex combattenti e di studenti, capeggiati dai fratelli Cesare, Umberto e Giuseppe Taralli e da Raffaele e Francesco Di Pretoro. (Alla data del 31 dicembre 1921, gli iscritti  saliranno a 206; composizione sociale: studenti, ex combattenti, impiegati, commercianti, possidenti, professionisti, artigiani). Per l’organizzazione e la propaganda, hanno ricevuto da Mussolini 150 lire e un pacchetto di opuscoli. In rapida successione, altri fasci sono  organizzati in diversi  comuni della provincia. I promotori del fascio di Chieti  precisano la direttiva  del nascente movimento:

“Combattere sino all’ultimo sangue l’abbietto partito che si propone di mascherare l’Italia alla moda di Lenin. E combatteremo con le armi”.

     Sono i socialisti i nemici da abbattere con la violenza. Nell’immediato dopoguerra si sono riorganizzati e si stanno  espandendo pericolosamente. A Chieti, con Torrese, hanno costituito la Camera del lavoro e pubblicano il settimanale “La Conquista Proletaria”. Nel 1920 hanno celebrato il 1° Maggio col deputato Giacomo Matteotti. Nelle elezioni amministrative di ottobre hanno conquistato la maggioranza in 13 comuni e la minoranza in altri 11 – compreso il capoluogo –  e hanno eletto 3 consiglieri provinciali.

     Per combattere il pericolo “bolscevico”, i fascisti  trasformano il movimento in partito e costituiscono squadre di azione militarmente inquadrate e disciplinate: a Chieti la “Pacifico Taralli” e la “Me ne frego”; a Vasto la “Squadra Mussolini”; a Guardiagrele la “Squadra dei Lupi”, guidata da Guido Cristini; a Bomba “La Spaventa”, comandata da Aminta Ciarrapico.

     Approfittando del disorientamento dei socialisti dopo la scissione al Congresso di Livorno (21 gennaio 1921), lo squadrismo fascista entra  in azione durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 5 maggio 1921, definite da “ La Conquista Proletaria” “elezioni di terrore e di sangue”, per i numerosi  episodi di violenza: imboscate, invasione a mano armata delle case, scontri a fuoco, distruzioni delle organizzazioni economiche (leghe, cooperative, camere del lavoro – incendio della Camera di Vasto, minacce d’incendio di quella di Chieti – ).

I principali episodi nel capoluogo:

– minacciano di morte Guido Torrese: lo costringono a lasciare la città e a rifugiarsi ad Anzio;

– 26 aprile: 9 squadristi, armati di pugnali, coltelli e bastoni, sfondano la porta di casa  del socialista

 Luigi Zulli e, dopo aver minacciato le sorelle e il padre, lo aggrediscono con calci e pugni, restando impuniti;

– 5 maggio:  20 squadristi della “Me ne frego” compiono una spedizione punitiva contro i socialisti della  contrada Brecciarola, per distruggerne la cooperativa “La Fratellanza”;  scontro armato  tra gli aggressori e gli aggrediti, con feriti da entrambe le parti. Corre pericolo di morte il capo della cooperativa  Giustino Falasca: per sfuggire all’arresto, si rifugia su per la cappa del camino; colpito da un fascista, cade al suolo; altri fascisti gli sparano a bruciapelo per ammazzarlo; sono fermati da un carabiniere; ferito gravemente, è trasportato in ospedale.

     Nell’estate del 1922, con la complicità degli organi dello Stato, i fascisti procedono nella bonifica della provincia dal “bolscevismo”:  costringono alla chiusura “La Conquista Proletaria” e le sezioni socialiste, e alle dimissioni i tre consiglieri provinciali; avviano lo smantellamento e la “conquista” dei comuni rossi.

     Alla vigilia della “marcia su Roma”,  ordinati per squadre e armati di moschetti e pistole, sono pronti per partecipare al movimento insurrezionale. Alla squadra di Chieti, composta da 34 camicie nere e guidata dall’avv. Giustino Troilo, segretario politico della federazione provinciale, si uniscono quelle di Francavilla, Ortona, Vasto, Orsogna, Casalbordino, Paglieta, dei paesi della montagna (al comando di Cristini) e di Pescara. Le squadre si aggregano alla legione abruzzese-molisana, che, sotto il comando militare del console Ettore Giannantonio, via treno raggiunge Tivoli e si unisce alla colonna abruzzese-marchigiana  affidata a Giuseppe Bottai, attendendo l’ordine di marciare sulla capitale. Da Tivoli, il 28 ottobre, dopo che Vittorio Emanuele III, rifiutando di firmare il decreto sullo stato d’assedio, ha di fatto consegnato il governo nelle mani di Mussolini, il console annuncia agli abruzzesi e alle famiglie degli squadristi partiti la “buona novella”, con il seguente proclama:

COMANDO GENERALE SQUADRE D’AZIONE

SEZIONE D’ABRUZZO E MOLISE

“In alto i cuori! La Vittoria è nostra! L’Italia è redenta! Di ora in ora attendiamo di entrare vittoriosi a Roma e purificarla dalle lordure che non sono riuscite a fuggire! L’esercito è tutto con noi! L’entusiasmo, l’ordine e la disciplina sono superiori ad ogni immaginativa! L’ora per la redenzione del nostro popolo è giunta! Arrestate i propalatori di notizie false! Se in mala fede puniteli! Con l’aiuto di Dio vinciamo la nostra battaglia!

VIVA L’ITALIA! VIVA MUSSOLINI! VIVA IL FASCISMO!

ETTORE GIANNANTONIO

CONSOLE

     Dopo il proclama, la colonna Bottai, composta da 2.400 abruzzesi, marciando a piedi (la linea ferroviaria è stata danneggiata da ferrovieri rossi), il 30 ottobre entra a Roma attraversando  il quartiere San Lorenzo, accolta a revolverate e  lanci di sanpietrini da gruppi di Arditi del Popolo.

     I 34 squadristi tornano incolumi a Chieti,  accolti da una grande manifestazione popolare e un corteo di camicie nere,  che inneggiano alla rivoluzione compiuta a difesa dello Stato, della Monarchia, delle Leggi e dell’Esercito. Segue un banchetto al Ristorante Pace (menù: maccheroni “alla Fascista”, budini “alla Nazionale”, dolce “alla Marcia su Roma”). La sera, al Teatro Marrucino, gran “Ballo fascista” con l’orchestra diretta dal maestro Tommaso Ciampella.

Filippo Paziente

storico