PROFUMO DI NEVE fresca

Oggi sono uscito in solitario, amo camminare da solo e nel mio egoismo, voglio godermi le sensazioni che trovo, come il silenzio della natura e il rumore del silenzio.

Chieti, 11 novembre 2022. Sono cosciente che questa scelta può essere pericolosa, in caso di infortunio. Infatti, al ritorno e su una discesa ripida, sono scivolato sulle foglie secche e umide, cadendo a terra con la faccia in avanti e, solo un riflesso di sopravvivenza, mi ha fatto schivare una roccia, alzando la testa. Solo escoriazioni alla gamba sinistra. In compagnia, puoi essere aiutato. La prima neve ha di recente imbiancato le cime più alte delle montagne ed ha assicurato un profumo particolare, oltre la bellezza del paesaggio.         

Dal Passo o Guado San Leonardo (1282 m), Pacentro AQ, (spartiacque fra la montagna della Maiella e la montagna del Morrone), nel Parco Nazionale della Maiella, ho seguito il sentiero Q3 con la destinazione il Rifugio Capoposto (1755 m). Ho camminato con difficoltà, su un tappeto di foglie secche, alto circa 30 centimetri, rilassandomi con il suo rumore graffiante e ritmico, come una musica, che ha avuto origine, dal fruscio dei miei passi.

Purtroppo, il vento forte, ha spezzato i rami degli alberi, che hanno occupato il sentiero e provocando pericolo, se si posizionavano fra le gambe. Arrivato a Iazzo, (Stazzo, Stalla), Cappuccio, (1438 m), seguo il sentiero delle Signore a destra. Un lungo falsopiano ombroso e fresco, in una fitta faggeta. Più avanti il sentiero diventa ripido, superando tre terrazzi panoramici sulla Maiella.

Al terzo terrazzo, impossibile non fermarsi per godere la bellezza del paesaggio, contemplando la lunga dorsale di questo massiccio, che inizia da Caramanico Terme PE con il Monte Rapina (2027 m) – Monte Pescofalcone (2657 m) – La Rava del Ferro – la Rava della Vespa – La Rava della Giumenta Bianca – Monte Amaro (2793 m) – la lunga valle di Femmina Morta – Forchetta Maiella (2389 m) -Tavola Rotonda (2403 m) – Guado di Coccia (1674 m) – Monte Porrara (2137 m) – Monte Rotella (2129 m) – Monte Pizzalto (1966 m). Insomma, la Maiella la puoi toccare, un panorama mozzafiato che ogni volta non mi stanco mai di osservare, ma c’è anche la vista mare. Continuo il cammino per arrivare all’imbocco della Rava dell’Inferno e in breve, all’incrocio con il sentiero Q6, per poi proseguire fino al Rifugio Capoposto (1755 m).

La Voglia era di salire su Monte Le Mucchia di Caramanico (2001 m). Ma, causa giornata di breve durata, ho mangiato il panino per poi iniziare a scendere. Intanto da questo colle, il panorama sulla Valle Peligna è ugualmente interessante. È ora di tornare al punto di partenza, il rifugio Celidonio, anche con la scivolata sulle foglie.

Non posso non ricordare il dramma vissuto il 20 agosto del 1997, da tre ragazze ventenni di Albignasego, piccolo centro in provincia di Padova, appassionate della montagna. Incontrarono a Mandra Castrata, vicino al rifugio Capoposto, un pastore macedone di nome Alivebi Hasani, detto Alì e chiesero informazioni. Le sorelle Diana e Silvia Olivetti, con l’amica Tamara Gobbo, furono vittime della furia omicida di questo pastore, un mostro.

Il pastore, armato, uccise Tamara, ferì Silvia che svenne per il dolore, ma si riprese subito, per assistere allo stupro della sorella Diana che fu ugualmente ammazzata. Silvia, con la forza della disperazione e della sopravvivenza, con l’obbligo di fare giustizia e far punire l’omicida, si è avventurata nella fitta faggeta senza sentieri, per arrivare alla frazione di Marane di Sulmona e dare l’allarme. Il pastore fu condannato all’ergastolo.                       

Partenza: piazzale Rifugio Celidonio (1282 m)

Arrivo: Rifugio Capoposto (1755 m)

Tempo di percorrenza 5 ore A/R

Dislivello totale 700 m

Difficoltà: E – Escursionistico

Lunghezza: 11 km    

Luciano Pellegrini