AQUILA ALTERA e le cantrici di Euterpe

Celebrazioni del 500esimo anniversario della nascita di Margherita d’Austria con il concerto La devota Margherita

L’Aquila, 5 dicembre 2022. L’associazione musicale Aquila Altera presenterà all’Aquila il 10 dicembre 2022 alle ore 18.30, presso la Sala Conferenze del Convento Santa Chiara, il concerto La devota Margherita Natale alla corte della Duchessa, dedicato a Margherita d’Austria nel 500esimo anniversario della nascita. Donna dalla grande fede e devozione, Madama Margherita ebbe come padri spirituali S. Ignazio di Loyola e il francescano Mariano Racciaccari, vescovo dell’Aquila dal 1579 al 1592. Il concerto a lei dedicato, quindi, prevede l’esecuzione di musiche sacre natalizie risalenti al XVI secolo, presentate dalla prof.ssa Valentina Panzanaro, ed eseguite dalle confraternite e dalle cappelle musicali del tempo. I brani in programma appartengono a codici e a musicisti del Cinquecento e ai luoghi in cui soggiornò la Duchessa.

Il concerto sarà preceduto dalla straordinaria proiezione del video, realizzato per l’occasione, del Mausoleo di Margherita d’Austria nella Chiesa di San Sisto a Piacenza, dove la stessa duchessa aveva chiesto di essere sepolta, illustrato dal parroco don Paolo Mascilongo. L’evento sarà introdotto dalla prof.ssa Silvia Mantini ed il concerto vedrà la partecipazione dell’ensemble AQUILA ALTERA con Gabriele Pro, viella, violino Matteo Nardella, flauti dritti, flauto e tamburo, ceccola, Antonio Pro, liuto e chitarra a 5 ordini Cristina Ternovec, viola da gamba Veronica Lauricella, organo positivo e de LE CANTRICI DI EUTERPE dirette da Maria Antonietta Cignitti.

L’ingresso è libero

www.aquilaaltera.it




L’INGANNO riflettere insieme sull’importante tema della legalità

Giovedì 8 dicembre alle 18:00 alla Sala Eden di Ortona, in corso Giuseppe Garibaldi 1, la sezione Anpi Dario Serafini di Ortona e il presidio Attilio Romanò di Libera-Chieti, in collaborazione con il Teatro delle briciole diretto da Giuliano Tenisci

Ortona, 5 dicembre 2022. Al centro della serata “L’Inganno”, monologo tratto da una storia vera di e con Alessandro Gallo di Caracò teatro. Gallo continua la sua strada verso la narrazione dell’educazione criminale. In scena un uomo e la sua biografia fatta di continui inganni e di menzogne alla quale, attraverso il teatro, ne restituirà una dignità mancata.

Partendo dal suo vissuto disegna, con ironia, rabbia e dolore, i volti di una Napoli madre-coraggio che si scontra, quotidianamente, contro il peso claustrofobico di un familismo che trasforma la bellezza dei vincoli solidali tra famiglie in comportamenti omertosi, in silenzi e sguardi dalle sfumature mafiose. Il legame di sangue diventa un vincolo, una cerniera arrugginita che ne ostacola l‘ingresso di un qualcosa o di un qualcuno, uomo o divino che sia, che ne voglia riscrivere un cambiamento.

Una biografia che si annoda tra due dimensioni nelle quali il protagonista è costretto a muoversi con parsimonia: la dimensione narrativa che si affida all’esercizio democratico della denuncia contro le mafie e una dimensione onirica di contatto e di scontro con un piccolo branco di corpi che ne vorranno impedire la narrazione stessa. “Lo spettacolo di Gallo è una narrazione civile che, proponendo un punto di vista interno alle pedagogie mafiose e camorriste, apre riflessioni significative sul nostro presente”, sottolinea Tito Viola di Libera-Chieti.

“Una narrazione intensa e diretta che sollecita una presa di coscienza, per il pubblico cittadino, sui temi della legalità”, aggiunge Antonio Tucci dell’Anpi, “dimostrando che il teatro può essere non solo intrattenimento, ma anche condivisione di esperienze per aprirsi al confronto, all’informazione e alla partecipazione alla vita collettiva e civile”.

“Pensare che il fenomeno della criminalità organizzata e mafiosa sia qualcosa che non ci riguarda direttamente è sbagliato”, conclude Antonio Pellegrini, presidente Anpi Ortona, “le parole portate in scena da Gallo ci spingono a riflettere su una realtà che non è certamente circoscritta a determinati territori, ma che è in continua ricerca di luoghi e spazi dove mettere radici molto ingannevoli”.

A conclusione del monologo si terrà un confronto aperto sull’importante tema della legalità e Anpi e Libera invitano tutti alla partecipazione.




UNA SERATA CULTURALE sull’Itinerario europeo Le vie di Carlo V

Nel V° Centenario della nascita di Margherita d’Austria

di Goffredo Palmerini

L’Aquila, 5 dicembre 2022. Venerdì pomeriggio, 2 dicembre, nella Sala Rivera del cinquecentesco Palazzo Fibbioni, sede provvisoria degli uffici del Sindaco dell’Aquila in attesa della riapertura di municipale Palazzo Margherita d’Austria, si è svolto un interessante incontro ospitato dalla Municipalità. L’evento, programmato nell’ambito delle iniziative del V Centenario della nascita di Margherita d’Austria (Oudenaarde, 1522 – Ortona, 1586), figlia naturale dell’imperatore Carlo V, Governatrice dell’Aquila – città dove Madama Margarita risiedette alcuni anni -, ha visto la partecipazione di una prestigiosa delegazione dalla città di San Severo, in provincia di Foggia. Assente per un lutto familiare la Presidente del Comitato per le celebrazioni Cinquecentenario della nascita di Margherita d’Austria, Avv. Fabrizia Aquilio, la delegazione è stata accolta dalla giornalista e scrittrice Monica Pelliccione, che per i tipi della Daimon Edizioni ha pubblicato il saggio “Alla corte di Margherita”, e dal direttore della sede provinciale dell’Aquila della Banca d’Italia, dr. Giuseppe Ortolani.

Per Aquila, come allora si chiamava la città, fu straordinariamente significativa la presenza della Governatrice “Madama Margarita”. Ella, infatti, riunì attorno a sé, nello splendido Palazzo dalle Cento finestre (in effetti ne sono 138), progettato dal geografo e matematico Gerolamo Pico Fonticulano accanto la trecentesca Torre civica, un ampio ventaglio di artisti, scrittori e intellettuali. Tra essi anche lo speleologo e ingegnere militare Francesco De Marchi, il primo a scalare il Gran Sasso, nell’agosto del 1573, raggiungendo la vetta del Corno Grande (2912 metri) alla veneranda età di 69 anni. Madama Margarita fece rivivere anni di splendore alla città, che viveva uno dei periodi più bui della sua storia, dopo la rivolta del 1528 repressa nel sangue dagli Spagnoli e le dure punizioni che ne seguirono. La città era stata infatti mutilata dai dominatori spagnoli dell’intero demanio del Comitatus Aquilanus – i castelli che avevano fondato la città a metà del Duecento – e costretta alla costruzione a sue spese dell’imponente Forte progettato dall’architetto militare valenciano Luis Pedro Escribas su incarico del viceré di Napoli, Pedro da Toledo.

L’opera aveva dissanguato le casse della città e l’aveva indebitata fino al collo. Diversi viaggi a Ratisbona fece a quel tempo il sindaco della città, Mariangelo Accursio, per perorare presso l’imperatore Carlo V d’Asburgo (Gand, 1500 – Cuacos de Yuste, 1558) almeno la restituzione del demanio, senza purtroppo un esito favorevole, dal che l’inizio di un lungo declino economico e soprattutto politico della città. L’arrivo ad Aquila di Madama Margarita, nel 1572, ne ravvivò invece la vita culturale, artistica e intellettuale, con il vasto stuolo di pensatori che frequentavano la sua corte, ma anche con il forte impulso impresso all’economia cittadina, reso più determinante anche con gli innovativi sistemi di allevamento del bestiame e di selezioni delle colture, applicati nella grande masseria “La Cascina” che la governatrice stessa aveva fatto impiantare appena fuori la cinta muraria della città, nei pressi della Porta di Pile.

Tornando all’evento, come si accennava, è giunta a L’Aquila una delegazione di alto profilo, composta dal Grande Ufficiale dell’OMRI prof. Rosa Nicoletta Tomasone, Vicepresidente della Rete di Cooperazione europea e coordinatrice dell’Itinerario italiano “LE VIE DELL’IMPERATORE CARLO V”, Presidente del Centro culturale internazionale L. Einaudi di San Severo, sodalizio socio della Rete, rappresentato dal Segretario fondatore prof. Domenico Vasciarelli e dal Vicepresidente dr. Francesco Totaro, ricercatore e storico, componente del Comitato storico-scientifico della Rete europea. L’incontro, oltre gli approfondimenti storici su Margherita d’Austria, ha messo in rilievo anzitutto l’opportunità di inserire L’Aquila nella Rete di Città dell’Itinerario “Le Vie di Carlo V”, al quale aderiscono Istituzioni, Enti pubblici, Associazioni culturali, Fondazioni, appartenenti a 20 Stati di tre continenti – Europa, Nord Africa, America latina –, che hanno la storia in comune, o legami con fatti e personaggi del tempo di Carlo V, l’imperatore sul cui regno non tramontava mai il sole.

Davvero rilevanti gli spunti venuti dall’incontro, coordinato dalla giornalista Monica Pelliccione, che ha visto il dotto intervento della prof. Rosa Nicoletta Tomasone, personalità insigne nell’ambito del progetto internazionale dedicato all’imperatore Carlo V, quindi le interessanti annotazioni del dr. Giuseppe Ortolani, sul piano culturale ed economico in riferimento alla vita e le opere di Margherita d’Austria, e le chiose di Monica Pelliccione, con i richiami al suo magnifico volume “Alla Corte di Margherita”.

Nel corso dell’incontro la sorpresa di poter ammirare due figure in sontuosi costumi d’epoca, Carlo V e sua figlia Margherita d’Austria. Ma soprattutto la rivelazione di due preziosi ed eccezionali reperti storici, scoperti dallo studioso e ricercatore Francesco Totaro negli archivi della Spagna. Il primo, davvero rilevante per L’Aquila, è una lettera di un cittadino a nome di tutti gli Aquilani all’imperatore Carlo V, nella quale con grande dignità e fierezza lo implora per la restituzione del demanio alla città, mentre in quello stesso periodo, si afferma nella supplica, era arrivato a corte il sindaco della città per perorare la medesima causa. Quel cittadino rappresenta all’imperatore l’importanza del demanio, altrimenti la città sarebbe snaturata, come un “corpo privato delle membra”. Il secondo documento è un’altra lettera, questa volta dell’imperatore Carlo V, che scrive al vescovo dell’Aquila (si presume possa essere il prelato e diplomatico spagnolo Alvaro de la Quadra), per ringraziarlo della sensibilità avuta nell’andare a rendere visita a Margherita in una città imprecisata (forse Parma), a causa delle precarie condizioni di salute della stessa. È stato lo stesso Totaro che ha letto i due documenti con autentico talento teatrale, destando il vivo apprezzamento del pubblico presente all’incontro. Infine, la Presidente Tomasone ha consegnato una Targa di merito a Monica Pelliccione per l’opera di promozione della figura storica di Margherita d’Austria, attraverso il suo bel libro pubblicato dall’editrice Daimon. Infine, credo sia utile ed opportuno, anziché fare il sunto del denso contributo reso dalla Grand’Ufficiale prof. Tomasone, proporlo nel testo integrale, capace davvero di illuminare a pieno sia la dimensione storica di Carlo V e di Margherita d’Austria, come le straordinarie opportunità che aprirebbe alla città l’ingresso dell’Aquila nella rete europea – e mondiale – degli Itinerari di Carlo V.

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Presentazione dell’Itinerario Culturale Europeo

“LE VIE DELL’IMPERATORE CARLO V”

riconosciuto nel 2015 dal Consiglio d’Europa

Per Itinerario Culturale Europeo s’intende “un patrimonio culturale, educativo e un progetto turistico di cooperazione per lo sviluppo e la promozione di un circuito o una serie di itinerari sulla base di un itinerario storico, un concetto culturale, una figura o un fenomeno con un’importanza transnazionale, per la comprensione e il rispetto dei valori comuni europei” (Risoluzione CM/Res (2010) 53, che stabilisce un Accordo Parziale Esteso di Itinerari Culturali, adottato dal Comitato dei Ministri in data 8 dicembre 2010, nella sessione 1101ª dei Delegati dei Ministri). Nell’anno in corso il Ministero della Cultura ha organizzato tavoli tecnici di coordinamento e divulgazione degli Itinerari Italiani o europei che passano per l’Italia ed ha pubblicato una brochure, nella quale, a pagina 23, sono definiti il ruolo del Centro Einaudi e le sue attività quale capofila in Italia dell’Itinerario Carlo V. La storia ci ha consentito di suddividere le rotte italiane in: terrestri, marittime, di dominio (come quella dell’Italia dalla Campania alla Sicilia), essendo il regno di Napoli dominio di Carlo V, di conquista, di rapporti diplomatici… e di intrecci famigliari.

Si riportano qui alcuni obiettivi:

1.            Consolidare una vasta Rete di Cooperazione per lo sviluppo di un’offerta culturale e turistica basata sull’eredità europea del sedicesimo secolo e sulla persona dell’Imperatore Carlo V.

2.            Sviluppare un programma di ricerca sulla storia, sull’arte e la cultura all’epoca dell’imperatore Carlo V al fine di facilitare lo sviluppo di attività culturali, ricreazionali, sociali, educative e turistiche comuni.

3.            Promuovere la conservazione e la diffusione del Patrimonio Culturale Europeo del Rinascimento, incoraggiando azioni comuni per la gestione, il ripristino e lo sviluppo sociale dello stesso.

4.            Portare alla luce l’eredità politica di Carlo V attraverso studi, convegni, manifestazioni culturali che tengono vivo il ricordo di questo sovrano pan-europeo del XVI secolo.

5.            Promuovere scambi culturali e educativi con una particolare attenzione rivolta ai contatti tra giovani di regioni e Paesi diversi. Creare programmi di scambio e attività culturali per gruppi di studenti.

6.            Lavorare concretamente alla creazione di prodotti turistici sostenibili finalizzati al miglioramento della qualità della vita della popolazione, miranti alla creazione di posti di lavoro, ad un turismo non esclusivamente stagionale, al miglioramento dello stato di conservazione del patrimonio culturale, affidandogli degli usi specifici in armonia con le sue caratteristiche

La realizzazione di eventi culturali favorisce:

–              La crescita culturale ed economica, crea maggiore attrattività turistica ne destagionalizza i flussi nei territori interessati, favorendo un turismo sostenibile.

–              In linea con quanto previsto nei programmi 2021-27 e dall’Agenda 2030, oltre alla consapevolezza dei valori su cui è incentrata la cultura europea, si mira a promuovere coesione ed inclusione e a promuovere il patrimonio culturale europeo nonché l’euromunicipalismo per un’Europa unificata.

Nei Paesi dell’Itinerario non necessariamente deve esserci stata la presenza fisica dell’Imperatore, ma è importante che ci sia stata la sua politica, la sua influenza nei vari settori della vita pubblica. L’Italia è ricca di testimonianze del grande Imperatore, le nostre città conservano magistrature, castelli, documenti lapidei, toponomastica, torri costiere, opere letterarie, privilegi, lettere, e in molte di esse va considerata, come valore aggiunto, la presenza delle donne, privilegiate da Carlo V, che hanno intrecciato la loro vita e quella delle loro famiglie con le nostre città.

Gli studi continuano incessanti: è del 24 novembre 2022 la notizia che è stata decifrata un’epistola scritta dall’Imperatore nel 1547; era indirizzata al suo ambasciatore a Parigi. Dopo 5 secoli, è stata decriptata da quattro ricercatrici. Per interpretare la missiva, che si trovava nelle collezioni della Biblioteca Stanislas di Nancy, sono stati necessari sei mesi di lavoro e il contributo del laboratorio Lorrain di ricerca in informatica (Loria) associato a quello di una storica dell’università di Piccardia. Il decriptaggio, a 5 secoli di distanza, di quelli che sembravano simboli non “intelligibili”, getta ora una nuova luce sulle relazioni tra il Regno di Francia, all’epoca guidato da Francesco I, e il Sacro Romano Impero Germanico. Credo sia l’unico Imperatore ancora tanto attenzionato. Anche il Sole 24 Ore fa spesso riferimento alla politica economica ai tempi di Carlo V, alla globalizzazione e alla sua influenza nell’Europa di oggi.

Quell’Europa comune che stiamo costruendo, bisogna fondarla sulla nostra comune storia e in questo processo la figura di Carlo V si eleva come un riferimento imprescindibile, perché colui che percorse tutte le strade dell’Europa occidentale, mettendo continuamente a rischio la sua vita per l’Europa cristiana, è già un patrimonio di tutti gli europei. Alcune sue aspirazioni permangono irrisolte e ancora oggi nelle acque del Mediterraneo non si sciolgono i nodi di quella politica che vedeva nell’islamizzazione e nei rapporti con la Turchia e con i Paesi del nord Africa, un crogiolo di eventi che alimentavano conflitti e continue battaglie, il cui ultimo atto risolutivo sembrava dovesse essere la battaglia di Lepanto del 1571.

Per capire quanto e come la politica imperiale fosse volta alla promozione della Pace per tutta la cristianità, bisogna leggere il Testamento lasciato al figlio Filippo II; in esso Carlo V amava dire: “Mi sembra che la prima cosa che debbo ricercare, l’aiuto migliore che Dio potrebbe accordarmi, sia la Pace”. Da tempo ormai si riconosce che l’imperatore Carlo V diede forma a una identità europea senza precedenti. Pertanto la sua eredità ci consente di capire meglio l’Europa di oggi ed è un importante punto di riferimento politico, culturale e storico per molti Paesi dell’Europa centrale ed anche dell’Europa meridionale (Spagna, Italia, ma anche Malta e Nord Africa).

Le tradizionali rotte di mare e di terra, usate personalmente dall’Imperatore, hanno avuto un ruolo fondamentale nella configurazione del grande paesaggio culturale degli inizi dell’era moderna. Sicché l’interesse dell’Itinerario non è limitato alla storia e all’arte, ma comprende l’ambiente, il paesaggio, l’architettura, la vita quotidiana, gli studi medici, matematici, musicali, scientifici, filosofici e quant’altro. Gli Itinerari trasmettono valori democratici e diritti umani e contribuiscono allo sviluppo dei territori, creano lavoro e favoriscono il dialogo fra le diversità culturali. Mobilità, globalizzazione e comunicazione accrescono i processi osmotici tra i popoli, determinando una contaminazione culturale che nei secoli abbiamo ampiamente vissuto e che continuiamo a vivere in Italia. L’influenza di questo processo avutosi ai tempi della dominazione spagnola è oggetto di studio oggi ancor più approfondito e circostanziato, stimolati dall’apporto dell’Itinerario Culturale “Le Vie di Carlo V”.

Ed è così che l’Itinerario, promosso come stiamo facendo, nelle varie sedi istituzionali, nelle scuole e fra la gente, diventa motore di sviluppo e propulsore di diplomazia culturale. E questa diplomazia è stata spesso affidata alle DONNE che nella società cortigiana hanno avuto un ruolo molto importante. La corte è stata teatro di potere e di intrighi, ma anche luogo di amori segreti, di segrete sofferenze e molto spesso, per alcune donne, luogo di diplomazia. Penso alle cognate Isabella D’Este marchesa di Mantova e Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara. E come non pensare a Margarita d’Austria. Con loro si evidenzia la cultura delle donne del Rinascimento, una novità tutta umanistico-rinascimentale che prevedeva anche la possibilità di dover esercitare il governo. Queste brevi riflessioni sulla situazione della donna nel Rinascimento è l’ordito testuale che funge da introduzione alla presentazione di alcune figure femminili del tempo, legate al grande imperatore Carlo V e con loro si comprenderà la vita, la società, la filosofia, la scienza, la poesia, l’arte, la cultura  e le riconosceremo come soggetto di desiderio, di potere e di sapere in un’ontologia dell’umano e del sociale in cui si legge l’inquieto divenire dell’essere nella contingenza del vivere. Le donne diventano punti di riferimento fondamentali e ineludibili per la comprensione critica della condizione umana, sociale e politica del tempo.

Le donne di Carlo V sono un connubio di sottomissione e amore. Sono state amate dall’Imperatore come moglie o sorelle, zia o figlia, sono state stimate e onorate come donne di cultura o amazzoni e per questo privilegiate e onorate. Ma non dimentichiamo che le decisioni imperiali, le scelte, i destini venivano calati su queste donne come cappa di piombo ed esse diventavano merce di scambio: i matrimoni erano frutto di accordi diplomatici, sancivano i rapporti tra stati, non si parlava d’amore né si ascoltava il volere delle donne. La tristezza, l’infelicità, gli intrighi, i tradimenti, i delitti spegnevano ogni sorriso. La donna subiva ed accettava la scelta impostale anche in giovanissima età e nello stesso tempo ancora molto giovane assumeva incarichi di governo durante l’assenza del marito, come Isabella d’Aviz moglie di Carlo V, o veniva mandata a governare regioni lontane e turbolente come le Fiandre e pensiamo alla zia Margherita d’Austria, autorevole e diplomatica, in grado di firmare, unitamente a Maria Luisa di Savoia, la Pace delle Due Dame nel 1529 a Cambrai.

Alle donne legate al grande imperatore dobbiamo altresì riconoscere il ruolo che ebbero nella geopolitica di Carlo V. Fu un fine e moderno stratega, proprio in virtù delle scelte dei matrimoni, delle cariche politiche che le donne ricoprirono, della loro collocazione nei punti nevralgici e conflittuali del grande impero. A L’Aquila siamo nella casa della figlia Margarita, andata sposa ad Alessandro dei Medici prima e ad Ottavio Farnese poi, anch’essa governatrice delle Fiandre, anch’essa in grado di adattarsi alle situazioni più difficili e a rimanere donna, sposa e madre.

Questo delle DONNE è uno dei tanti argomenti che possono portare la Città dell’Aquila a far parte dell’ITINERARIO e che potrebbero rendere il Capoluogo d’Abruzzo volano di sviluppo dell’intera Regione. Solo ad esempio se pensiamo all’artigianato, nelle tante sue forme: dalle lanerie all’arte orafa, alle ceramiche, all’enogastronomia, al settore dolciario; alla letteratura, ai musei, ai castelli, torri e borghi che possono esprimere l’identità di un popolo e creare attrattività e non solo. Tutto questo patrimonio palese e nascosto, unitamente ai TRATTURI – antiche vie d’erba della TRANSUMANZA, dichiarata dall’Unesco Patrimonio immateriale dell’Umanità – precursori degli Itinerari, può essere conosciuto e diffuso in tutti i Paesi della Rete intercontinentale e possono essere argomento di Progetti per attrarre finanziamenti e per promuovere un turismo culturale di elevata sostenibilità. Ora tocca alla Municipalità aquilana fare i passi in questo senso, il percorso è già tracciato.

Prof. Rosa Nicoletta Tomasone

Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana

Vicepresidente europea della Rete di cooperazione “Le Vie di Carlo V”




MARSICA MEDIEVALE. Torri e castelli una guida illustrata

L’uscita del libro del liceo artistico ‘V. Bellisario’” a cura di Veneranda Rubeo

Avezano, 5 dicembre 2022. Il lavoro racchiuso in queste pagine deriva dal progetto interdisciplinare Marsica medievale: di torri e di castelli (progetto PON), sviluppato da un gruppo di studenti del Liceo Artistico “Vincenzo Bellisario” (Avezzano, AQ) all’interno dei moduli didattici Medieval Tour e Research and Exploration Tour nel corso dell’anno scolastico 2018-2019. Essi hanno prodotto testi, disegni, immagini fotografiche e narrazioni di episodi storici e di leggende legati a luoghi e figure del medioevo marsicano, individuando la forte impronta che i lunghi secoli del Medioevo hanno lasciato su questo territorio d’Abruzzo, con l’obiettivo di evidenziare e contribuire a valorizzare le emergenze urbanistiche e architettoniche che di quel periodo storico e dei suoi processi costituiscono la testimonianza più tangibile e appariscente. Questa guida intende offrire ai lettori un percorso di fruizione culturale e “turistica” della Marsica medievale attraverso un prodotto agile, ma attendibile nei propri contenuti, significativo in termini di rappresentatività dell’epoca considerata e delle sue diverse istanze, e anche attraente nella sua veste grafica per la qualità e il valore artistico del materiale presentato




GONE. Per le feste di Natale il nostro regalo ai visitatori!

Sabato 10 dicembre, ore 17:30. Entrata gratuita fino a capienza

L’Aquila, 5 dicembre 2022. Sassofono, fisarmonica e chitarra. È il trio Gianluca Lusi, Luigi Masciari e Simone Zanchini in concerto Sabato 10 dicembre ore 17.30 nella Sala Francescana del MuNDA – Museo Nazionale d’Abruzzo, che proporrà al pubblico brani del nuovo album “Gone”.

In questa formazione Lusi, sassofonista, clarinettista, compositore e arrangiatore, si avvale della collaborazione di Simone Zanchini, fisarmonicista fra i più interessanti nel panorama internazionale, e del chitarrista Luigi Masciari, apprezzato arrangiatore e compositore.

Una produzione che sperimenta contaminazione fra mondi sonori diversi e , fra un  equilibrio d’insieme e corposi assoli,  si muove coniugando comunicazione e condivisione.

Condividere, appunto. Non è un caso, quindi, se il brano Beregynia’s Waltz, prima traccia dell’album,  omaggi  lo spirito femminile della mitologia slava, che rappresenta la madre terra, simbolo della famiglia, protettrice della casa e dei figli.

È il regalo che il MuNDA fa ai suoi visitatori con ingresso gratuito fino a capienza.

GLI  ARTISTI

Gianluca Lusi, sassofonista, clarinettista, compositore e arrangiatore. Consegue i diplomi in sassofono e in discipline musicali jazz con il massimo dei voti in Conservatorio, frequenta il corso di perfezionamento di musica jazz, improvvisazione e musica d’insieme alla Berklee Summer School. Molto intensa la sua attività di concertista, ha avuto modo di suonare nei grandi circuiti italiani ed esteri con artisti di fama internazionale italiani e stranieri. Ha pubblicato diversi album, tra cui Gotha 17 (Splasc(h) Records), Rune (Blue Serge), Loose (Tosky Records), What’s New (Caligola Records), Never Fault Behind The Scenes (Tosky Records).

Simone Zanchini, la sua ricerca si muove tra i confini della musica contemporanea, acustica ed elettronica, sperimentazione sonora, contaminazioni extracolte senza dimenticare la tradizione. Ha suonato nei maggiori festival e rassegne in Italia e nei più importanti festival internazionali. Dal 1996 ha pubblicato circa una ventina di dischi, dal 1999 collabora stabilmente con i Solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, Vincitore nel 2016 del premio “Orpheus Award 2016” come miglior album dell’anno. Nel 2018 pubblica “Cinema Paradiso” progetto sulle musiche di Nino Rota.

Luigi Masciari, ha collaborato dal vivo e in studio con alcuni tra i nomi più prestigiosi della scena jazzistica nazionale ed internazionale. Diversi i dischi all’attivo, ha registrato, fra gli altri, con Aaron Parks, Jason, Danilo Rea, Paolo Damiani, Alfredo Paixão, Francesco Bearzatti. È Vincitore del prestigioso premio statunitense “Betty Carter’s Jazz Ahead for performers and composers”, Washington D.C, 2007, attribuitogli da musicisti leggendari come Curtis Fuller e Dr. Billy Taylor. Suoi gli arrangiamenti e la direzione musicale del concerto racconto Viva De André di Luigi Viva. È titolare della cattedra di Chitarra Jazz presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze

I BRANI

1. Beregynia’s Waltz (G.Lusi)

 2. Give Me Another Chance (G.Lusi)

 3. Brothers (G.Lusi)

 4. Little Brown Sugar (G.Lusi)

 5. Red Sand (L.Masciari)

 6. Gone (G.Lusi)

 7. Song For S (G.Lusi)

 8. Tiny Crazy Blues (G.Lusi)

 9. Smile please (bonus track) (S.Zanchini)




PER LA SALVAGUARDIA di Villa Agresti

Per la difesa della riviera nord

Pescara, 5 dicembre 2022. Abbiamo accolto con favore e interesse l’Ordine del Giorno approvato recentemente all’unanimità dal Consiglio Comunale perché sia sventata la demolizione di una significativa architettura della nostra città: Villa Agresti per la quale l’infaticabile Patrizia Agresti aveva cercato, contando sempre sul sostegno di Italia Nostra, i modi per assicurarne la tutela.

Siamo grati alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Pescara e di Chieti per la solerzia con cui ha avviato il procedimento per la dichiarazione di interesse culturale, ai sensi dell’art. 10 del Dl. 42/2004, del prezioso immobile.

Ci auguriamo una positiva conclusione del procedimento con l’emanazione definitiva del provvedimento di tutela a conclusione di una battaglia ormai più che decennale che Italia Nostra ha condotto con tanti cittadini e associazioni culturali della città, ma anche l’avvio di una azione di tutela dei caratteri paesaggistici della nostra riviera.

Gli strumenti urbanistici sopravvenuti, infatti, hanno consentito un’edificazione massiccia; molti grandi palazzi hanno sostituito la precedente tipologia estensiva ed alterato il rapporto con il litorale, come oggi vediamo. Adesso, ancora una volta, gli intensivi interventi minacciano quel che resta di quell’impianto; tuttavia, ancora permangono cospicue tracce di quella stagione in molti villini tra le due guerre ed in alcuni di quelli della ricostruzione, tutti dotati di considerevole qualità architettonica, di un misurato rapporto con il lotto, spesso ricercando l’arretramento dalla strada e la costruzione di pregiati giardini.

La Sezione di Italia Nostra negli ultimi anni ha dovuto accrescere il proprio impegno per contrastare interventi edilizi sempre più vistosi, che determinano la progressiva cancellazione dell’architettura del Novecento in città; un periodo storico, questo, che ne definisce la precipua identità urbana. Il rilancio delle attività edilizie viene attuato soprattutto in sostituzione della città storica e qui, addirittura, incentivato; esso invece deve essere indirizzato alla riqualificazione urbana di zone degradate.

Quindi salviamo Villa Agresti ma non fermiamoci: troviamo gli strumenti perché la sostituzione edilizia in atto non distrugga le testimonianze storico architettoniche ancora presenti cancellando definitivamente il paesaggio urbano della riviera.

Invitiamo pertanto l’Amministrazione Comunale ad assumere con convinzione iniziative perché tale obiettivo sia raggiunto, attivando i rapporti con gli enti istituzionali competenti e con le parti interessate. Riteniamo necessario istituire un tavolo di lavoro tra Comune e Soprintendenza, cui possano partecipare anche specialisti e associazioni, per valutare i provvedimenti più utili che i due Enti possono introdurre per la tutela del fronte a mare della città.

Italia Nostra non farà mancare il proprio contributo a questa azione meritoria e si impegna a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei cittadini.

Massimo Palladini

Presidente della Sezione di Italia Nostra Pescara




UN FIORE DI MONTAGNA a Palermo

È il Calicanto di Annalisa Amorosi, gioiello realizzato per il Premio Letterario Giornalistico Nadia Toffa

L’artista Annalisa Amorosi al Premio Nadia Toffa

Lama dei peligni, 5 dicembre 2022. Durante la cerimonia conclusiva all’Auditorum San Mattia ai Crociferi, l’artista di Lama Dei Peligni è intervenuta per presentare la sua opera, consegnata dagli organizzatori a Margherita Rebuffoni, madre della celebre Iena scomparsa prematuramente. Alla serata, condotta da un altro inviato delle Iene, Ismaele La Vardera, hanno partecipato vari amici e colleghi di Nadia Toffa.

Il Premio è dedicato a libri, poesie e inchieste con particolare attenzione al mondo delle donne. Sono state premiate Angela Iantosca, giornalista per varie testate, tra cui La vita in diretta, e la scrittrice italo-siriana Asmae Dachan.

Nel 2018 Nadia Toffa ha pubblicato il libro “Fiorire d’inverno”, con cui ha raccontato una vita passata “a correre veloce, mentre gli altri dormono ancora”. Era una metafora per rappresentare la capacità di fiorire come i calicanti, che non sentono il freddo e sbocciano anche con la neve.

“Abbiamo commissionato un gioiello” ha spiegato Antonietta Greco, presidente dell’associazione culturale Archetipa e promotrice dell’evento, “che rappresentasse ciò che era Nadia, appunto un fiore che sboccia anche con la neve, una donna che non si è mai arresa. E Annalisa Amorosi ha realizzato questo gioiello con tutto l’amore del mondo.”

“È stata un’emozione speciale” ha dichiarato a margine della cerimonia l’orafa abruzzese “anche perché non vivendo a Palermo, la scelta di affidare a me questo gioiello mi ha reso ancora più felice ed entusiasta. È stato un grande onore condividere questa esperienza con grandi personalità del giornalismo e dell’editoria”.

Annalisa Amorosi è titolare del laboratorio “Arte Orafa” di Lama dei Peligni e si è distinta soprattutto in Abruzzo per una serie di gioielli legati al territorio. Ha esposto anche fuori regione in contesti rilevanti come l’Expo 2015 a Milano e il Premio Nazionale “Alda Merini” a Imola. L’arte è di famiglia, infatti suo marito è Franco Coccopalmeri, orafo e artista di Roccaraso, distintosi per mostre di prestigio in Italia e all’estero.

“Ma l’aspetto più toccante” ha aggiunto Annalisa Amorosi “è stato ascoltare il ricordo di Nadia Toffa da parte di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla”.

Il Premio Letterario Giornalistico Nadia Toffa 2022 ha il patrocinio della Regione Sicilia, del Comune di Palermo, della Città Metropolitana di Palermo, dell’Università degli Studi di Palermo e dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Durante l’evento è stato presentato anche il progetto “Non fate i bravi”, nome ripreso dalla frase ironica ripetuta spesso da Nadia Toffa, che ha come obiettivo il completamento della sala d’aspetto e della ludoteca del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Civico di Palermo.




NONNO ANGELO il singolo dedicato ai nonni di Pamela Lancia

Con la partecipazione dell’attore andrea roncato

Chieti, 5 dicembre 2022. Una canzone dedicata a tutti i nonni d’Italia per ringraziarli del contributo che ogni giorno danno alla società e alle famiglie italiane. È il tema della canzone “Nonno Angelo”, della cantautrice abruzzese Pamela (attualmente al timone del programma “Pamela viaggia in Latin” su Rai Isoradio), in uscita martedì 6 dicembre su tutte le piattaforme digitali (distribuzione Altafonte Italia).

Il brano, che vede la partecipazione dell’attore Andrea Roncato, sarà presentato in occasione del convegno “Un’esperienza di futuro” della Federazione Nazionale Pensionati CISL Lazio, in programma martedì 6 dicembre, dalle ore 10, a Roma, all’Auditorium di via Rieti 13. Il brano è stato scritto dalla stessa Pamela con Diego Righini.

“Questo brano nasce dall’amore verso tutti i nostri nonni, e per ricordare il periodo di solitudine che hanno vissuto durante la pandemia”, spiega la cantautrice Pamela, “Il testo racconta di Nonno Angelo, che è poi il nome di mio nonno, che scrive una lettera alla nipote, raccontando il suo stato d’animo rispetto alla situazione che sta vivendo. È un lascito che questa persona offre al mondo come ricordo di tutti i suoi amici. Un’intera generazione che ha contribuito a fondare l’Italia con amore e il lavoro delle mani”. Il brano è impreziosito dal featuring dell’attore Andrea Roncato, che recita e dà la voce a nonno Angelo.

Pamela D’Amico, cantautrice italo-brasiliana, conduttrice e percussionista, ha origini a metà tra Chieti in Abruzzo e il nord-est del Brasile, nella colorata Salvador de Bahia. Seguendo la sua innata passione per la musica, ha vissuto in altre città del mondo: Brasile, Germania e Russia. Canta in 8 lingue. Nel cinema italiano, in collaborazione con il compositore Paolo Vivaldi, scrive e canta in portoghese il brano “A vida vai rolar” inserito nel film “Brutti e Cattivi” del regista Cosimo Gomes. Con Claudio Santamaria e uscito in tutte le sale italiane nel 2017, prodotto dalla Casanova di Luca Barbareschi e Rai Cinema. Poi scrive i testi in italiano delle colonne sonore del film “Non essere cattivo” di Claudio Caligari e “La freccia del Sud” di Ricky Tognazzi, facendole diventare canzoni. Da agosto 2020 è autrice e conduttrice insieme a Max De Tomassi, del programma “Radio2 Brasil” dalla sede storica di Via Asiago 10, con il ruolo di ponte tra i due Paesi, l’Italia e il Brasile. Tra i suoi maggiori successo il singolo “Vivo nel mondo”, brano realizzato per ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), con cui ha ottenuto il premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale”, consegnato dal maestro Vince Tempera al Festival internazionale del film corto Tulipani di seta nera, e che viene realizzato in collaborazione con Rai Cinema e Rai per il Sociale. Da novembre 2022 è autrice e conduttrice su Rai Isoradio della trasmissione “Pamela viaggia in Latin”.

Marialuisa Roscino




PREMIO SOCIALIS 2022 alla dottoressa Virginia Spadaccini

Assegnato il prestigioso ad una laureata della d’Annunzio

Chieti, 5 dicembre 2022. Il 2 dicembre si è svolta a Roma, presso l’auditorium dell’Ara Pacis, la cerimonia di consegna del “Premio Socialis 2022” (XX edizione) per le migliori tesi di laurea sulla responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile. La qualificata giuria del Premio ha attribuito la “Menzione speciale” alla dottoressa Virginia Spadaccini, che si è laureata in Beni archeologici e storico-artistici presso il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, diretto dal professor Carmine Catenacci.

La dottoressa Spadaccini è stata premiata per la sua tesi di laurea dal titolo “Museologia di moda. I musei della moda e del costume in Italia”, di cui è stata relatrice la professoressa Ilaria Miarelli Mariani, docente di Museologia e Critica artistica e del restauro della “d’Annunzio”.

 La tesi traccia un’originale storia dei musei della moda in Italia e affronta temi quali la responsabilità sociale dell’impresa moda, le politiche inclusive, il ruolo dei Corporate Museums, il rapporto tra il mondo della moda e l’economia della cultura. Attualmente Virginia Spadaccini prosegue il suo lavoro di ricerca, focalizzato sulla “Fashion Museology” applicata a un contesto territoriale particolare quale l’Abruzzo, come borsista del corso di dottorato in “Cultural Heritage Studies. Texts, Writings, Images”, attivo presso la Scuola Superiore dell’Università “Gabriele d’Annunzio” diretta dal professor Angelo Cichelli.

<Il successo di Virginia Spadaccini nel “Premio Socialis”, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per le migliori tesi di laurea sulla Corporate Social Responsability e lo sviluppo sostenibile realizzate da studenti delle Università di tutta Italia, – commenta il professor Carmine Catenacci, Direttore del Dipartimenti di Lettere, Arti e Scienze Sociali della “d’Annunzio” – è un’ottima dimostrazione della qualità dei corsi di studio del nostro Dipartimento e delle rilevanti opportunità che si aprono ai laureati in discipline umanistiche, anche nel campo in piena espansione dell’impresa culturale>.

Maurizio Adezio




CONCLUSE LE GIORNATE DEDICATE al Wellness per tutti

Progetto L’Altro e noi” dell’associazione Articolo 3 Odv

Torricella Peligna, 5 dicembre 2022. Si è conclusa l’iniziativa “Wellness per tutti” promossa nell’ambito del progetto “L’altro e noi – Tra memoria, presente e futuro” di cui è capofila l’Associazione “Articolo 3” Odv di Pescara. Il check up medico gratuito è stato eseguito su over 65 di Gessopalena e Torricella Peligna (Chieti) in due giornate organizzate in collaborazione con le Avis comunali. I controlli sugli anziani sono stati effettuati attraverso la misurazione della pressione arteriosa, della saturazione, una verifica sul regime nutrizionale e un questionario sul benessere psicologico post Covid. I minori sono stati sottoposti a controlli nutrizionali e posturali e a un questionario sugli effetti della pandemia.

 “Dopo Casoli, anche a Gessopalena e Torricella Peligna abbiamo riscontrato un’adesione alta e un forte gradimento da parte della popolazione – sottolinea Antonella Allegrino, presidente dell’associazione Articolo 3 – Gli over 65 hanno modo di verificare il proprio stato di salute e ricevere consigli su una corretta alimentazione e su abitudini quotidiane da modificare. I minori, oltre che consigli per un rapporto salutare con il cibo, hanno ricevuto anche una valutazione posturale. I risultati dei test psicologici sugli effetti del Covid verranno elaborati e messi a confronto per comprendere quale sia stata la diversa reazione alla pandemia degli appartenenti alle due fasce di età”. 

“Siamo pienamente soddisfatti di aver aderito al progetto – afferma Mario Zulli, sindaco di Gessopalena – È un’iniziativa lodevole perché, oltre a mettere a confronto generazioni diverse attraverso l’incontro di giovani e meno giovani (e ne è testimonianza l’attività fatta anche a scuola), ha consentito agli utenti di fruire in maniera gratuita di un servizio importantissimo qual è stato quello del check up. In un paese delle aree interne come il nostro, con le mille difficoltà che investono purtroppo anche la sanità, non possiamo che apprezzare quanto realizzato a questo progetto”.

Il progetto “L’altro e noi” è stato ideato ed è coordinato dall’Associazione “Articolo 3” Odv di Pescara (capofila) che ha come partner le Avis di Casoli, Gessopalena e Torricella Peligna e come collaboratori i tre Comuni e gli istituti scolastici “De Petra” e “Algeri Marino” di Casoli. Il territorio interessato dalle azioni è nella provincia di Chieti.

Il progetto è finanziato dal Ministero delle Lavoro e delle Politiche sociali e dalla Regione Abruzzo; attuazione artt. 72 e 73 del Codice del Terzo settore – Sostegno allo svolgimento di attività di interesse generale da parte di Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale e Fondazioni del Terzo settore. Accordo di programma tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Regione Abruzzo. D.M. n. 9/2021 Risorse Accordo di programma Anno 2021. Determina di approvazione dell’Avviso Pubblico DPG022/54 DEL 28.04.2022. Determina di approvazione esiti DPG022/123 del 15/09/2022.




IL COLLASSO DEL SSN: è solo questione di tempo

Diverse sono le ragioni del collasso del SSN, sia sistemiche che interne al modello adottato.

di Massimo Molteni

5 dicembre 2022

Una società con un benessere diffuso e con un livello di istruzione di base elevato ha attese e richieste di salute via via crescenti: legittimamente.

Un microcosmo sociale disgregato riduce le risorse di auto-aiuto.  Una crescente insicurezza legata allo sbriciolarsi dei rapporti interpersonali incidentalmente accompagnatasi alla globalizzazione spinge a vivere ogni disagio fisico o psicologico come stato di salute inadeguato cui cercare di avere immediato ristoro.

La domanda di servizi sanitari diventa tumultuosa, non mediata, con elevate aspettative di rapida risposta.

Un modello economico fondato sul consumo è fatalmente e facilmente traslato anche nel campo della salute con conseguente implicito bisogno di avere risposte in termini di “oggetti di cura” (farmaci – dispositivi-  prestazioni – integratori- terapie) da avere subito a disposizione così come avviene per tutti i beni di consumo desiderati.

L’esplosione dei social media ha reso disponibile una infinita quantità di informazioni non filtrate né filtrabili dal cittadino, che finisce per dare naturalmente maggiore credibilità alle voci provenienti da fonti ritenute a lui simili rispetto a quelle dei professionisti (di solito, di loro abbastanza “pedanti”)  e a cercare di dare immediata attuazione  alla possibile soluzione dei propri problemi di salute attraverso l’acquisto (diretto o per il tramite del SSN) del “prodotto” (test, farmaco, presidio, prestazione) ritenuto in grado di risolvere il problema in tempi rapidi (eccellenza/efficienza sono il binomio magico), aumentando la pressione sugli operatori del settore, con inevitabile ulteriore aumento della domanda, spesso disordinata e confusa.

Una popolazione sempre più anziana è maggiormente bisogno di servizi sociosanitari sempre più complessi e che tendono a crescere nel tempo: maggiore è la capacità del sistema di far fronte alle malattie, anche a quelle croniche/degenerative, più elevato e lungo nel tempo il bisogno di cure.

Simultaneamente una società con una popolazione che vede prevalere il numero degli anziani rispetto ai giovani va incontro ad una naturale contrazione del PIL: produzione di ricchezza stagnante a fronte di una necessità continua di aumento della spesa sociale che – per forza di cose – deve prima di tutto farsi carico della spesa pensionistica, riducendo i margini di manovra per far fronte al continuo aumento della domanda nel campo dei servizi sanitari e sociosanitari.

E l’invecchiamento non colpisce solo la popolazione ma anche chi lavora nel campo sociosanitario: una età media avanzata rende più faticosi, e a volte anche meno efficienti, i processi assistenziali, tende a rallentare i processi di cambiamento, specie se incidentalmente ci si trova ad operare in un contesto con rapide innovazioni tecnologiche che richiederebbero molta flessibilità che nel naturale processo di invecchiamento tende invece a ridursi.

Lo straordinario sviluppo tecnologico e scientifico ha reso disponibili conoscenze e successivamente soluzioni innovative assolutamente impensabili nei decenni precedenti: questo enorme miglioramento delle qualità tecnologica di cura è stata resa possibile dallo straordinario sviluppo industriale conseguenza di un dinamico mercato della salute.

Conoscenze, tecnologie, risorse, mercato, hanno reso disponibili molti prodotti per la cura delle malattie: anche se non tutti sempre così straordinari come spesso narrato.

Mantenere questa spinta innovativa continua è possibile solo all’interno di dinamiche di consumo molto sostenute, altrimenti il circolo “investimenti – prodotti – aumento della catena del valore – investimenti” si interromperebbe. Naturale conseguenza: continua pressione al consumo dei prodotti e conseguentemente spinta continua alla innovazione anche per sostenere la domanda, dinamiche dei prezzi dei beni prodotti in continua tensione al rialzo, specie nelle società opulente, specie se la domanda  è garantita per tutti dallo Stato: il “mercato” con il suo dinamismo ancorato alla legge della domanda e dell’offerta, da solo non è sempre in grado di autoregolarsi, men che meno nei prodotti essenziali, peggio ancora se la domanda non è comprimibile.

In un simile scenario esterno, la spinta al continuo aumento della spesa per la salute e per i sistemi sanitari è assolutamente inevitabile: più domanda, più costi, in una spirale continua.

Incomprimibili i costi dei beni, per le dinamiche proprie della produzione industriale tipica del mercato capitalistico, non resta che comprimere le spese del personale: ed è quello che è avvenuto negli ultimi trent’anni, sia con un progressivo rallentamento delle dinamiche salariali, sia con la progressiva  contrazione del numero degli addetti in termini sia relativi (in relazione alla domanda) ma anche assoluti, in alcuni settori:  con l’aggravante della temeraria riduzione anche delle persone in formazione.

Altra azione intrapresa è stata l’apertura del sistema sanitario alle strutture private for profit: molto diverse da quelle appartenenti alla secolare tradizione degli ordini religiosi, con una connotazione molto aziendale, indubitabilmente efficiente e spesso capaci anche di grande innovazione.

Questa apertura aveva anche l’obiettivo (forse un po’ irrealistico e forse non in perfetta buona fede) di rendere più efficiente il sistema pubblico attraverso la competizione e la concorrenza con il sistema privato. E’ noto a tutti che l’organizzazione statale non è mai produttivisticamente efficiente come quelle privata, in ogni settore: il capitale privato è mosso dalla assoluta necessità di aumentare la catena del valore economico, pena il proprio concreto fallimento.

Senza un sistema “valoriale” molto forte e socialmente molto condiviso, ingenuo immaginare che il sistema pubblico possa “efficientarsi” attraverso una competizione economica, che non può avvenire perché mancante della leva economica del mercato; se si lascia fare solo al “mercato”, inevitabilmente vengono tagliati fuori i settori che oggettivamente non possono far aumentare la “catena del valore economico”: in campo socio-sanitario e assistenziale questi ambiti sono molti.

L’immissione di aziende private nel SSN ha, nel breve periodo, aumentato l’’offerta complessiva di prestazioni – anche di qualità –  del sistema, con costi sicuramente inferiori a quelli che si sarebbero sopportati nel pubblico e con una velocità di adattamento molto più rapida.

La dinamica consumistica insita nel mercato privato ha però ben presto portato non solo più efficienza e più offerta con costi unitari minori,  ma  anche una serie di fattori distorsivi: spinta nell’offerta di consumo di beni e prestazioni sanitarie, non sempre necessarie, selezione delle tipologie di risposta al bisogno in relazione al rapporto costi/ricavi e non in relazione solo al bisogno o al contenimento della spesa pubblica (in una dinamica di mercato, la impossibilità ad agire sul fronte dei prezzi perché amministrati e imposti dallo Stato, obbliga a selezionare l’offerta, per equilibrare il rapporto costi/ricavi), con maggiore ricaduta sulle aziende pubbliche dei processi con un profilo sfavorevole sul piano dell’impegno assistenziale: la spesa è andata conseguentemente sempre più in tensione, senza peraltro rispondere a tutti i bisogni emergenti e a volte anche indotti.

Ulteriore passaggio è stata la introduzione di tetti di budget sulla produzione, a valere ovviamente per il privato.  Risultato: contrazione dell’offerta complessiva e aumento consequenziale delle liste d’attesa, perché nel frattempo la domanda, per le dinamiche prima esposte, ha continuato a crescere.

E la risposta, ingenua, è stata quella di immaginare di inseguire la domanda aumentando l’offerta di prestazioni: spirale infinita e del tutto ingovernabile.

Per tenere sotto controllo la spesa sanitaria e socio-sanitaria, è stata messa in atto una contrazione dei  posti-letto ospedalieri e una rapida riduzione  della durata dei ricoveri stessi, così che il numero minore dei posti-letto non compromettesse troppo la capacità di risposta al bisogno: il settore privato for profit, più flessibile, ne ha tratto ulteriore giovamento, in termini economici; il settore pubblico, già in affanno con la riduzione forzata degli organici e dovendo comunque far fronte alle  situazioni più croniche e fragili, meno facilmente gestibili, si è ulteriormente appesantito, scaricando sul comparto territoriale e domiciliare una domanda di assistenza non più gestita completamente negli ospedali. E la riduzione dei posti-letto in alcune specialità ha portato a livelli di carenza assoluta e preoccupante, come la pandemia ha poi messo drammaticamente in mostra.

L’idea un po’ semplicistica era che il territorio, il “mitico territorio”, avrebbe dovuto filtrare meglio la domanda, governandola, e avrebbe dovuto saper gestire le dimissioni sempre più rapide dagli ospedali: frantumazione dei legami famigliari, ridotta capacità solidale, popolazione più anziana e sempre più sola, assai improbabile che in queste condizioni anche il territorio più virtuoso potesse reggere l’urto

E il nostro territorio, dopo decenni di abbandono, non era attrezzato per l’ordinario men che meno per far fronte a questo urto riorganizzativo.

Probabilmente, ha guidato questo convincimento anche qualche pensiero malizioso di tipo economico: la spesa ospedaliera è quantificabile e quindi “gestibile”. Il territorio è concetto un po’ più aleatorio: tolti i medici delle cure primarie e i farmaci (su cui peraltro da anni si lavora per contrarre i costi e non potendo far leva sui prezzi – dettati dalle industrie – si è cercato di lavorare sui consumi, imbrigliandone la prescrizione), il resto è “narrazione”: sviluppare una appena passabile continuità assistenziale domiciliare, in assenza di contesti famigliari  con legami di solidarietà in grado di gestire i diversi bisogni di una persona ammalata, ha costi assolutamente proibitivi e insostenibili per qualsiasi sistema economico: ci vorrebbe un welfare generativo e circolare che possa e sappia valorizzare il lavoro assistenziale dei contesti su cui innestare l’intervento assistenziale specialistico (infermiere – terapista – medico etc.).

Neanche a parlarne: da una parte l’ideologia del welfare state, idolo speculare al “libero mercato”, dall’altro l’industria della salute, rendono impossibile anche solo pensare e teorizzare un modello economico differente.

Adesso si è aperta la stagione delle “case della salute” e delle Cot: difficile che possano funzionare.

Continua similmente a imperversare un dirigismo sanitario velleitario e inconcludente (percorsi di cura “obbligati”, PDTA, tentativo di legare l’onere assicurativo sulla adesione ai vincoli dati) che può solo distruggere ulteriormente l’unico capitale vero su cui i sistemi sociosanitari si possono reggere: competenza/passione e relazione di cura, ossia i valori fondanti dei servizi alla persona su cui innestare l’organizzazione dei servizi.

Il collasso del SSN è già in essere: non sono le liste d’attesa, ma le disequità sempre più evidenti e i bisogni dei più fragili sempre più inevasi.

Continua a mancare, ed è questa la colpa grave della politica, una coraggiosa visione del “bene comune” declinata nell’ambito dei servizi sociosanitari che sappia orientare le dinamiche sociali all’interno dell’alveo della sostenibilità e della equità, favorendo la attiva partecipazione di tutti i corpi intermedi.

Necessaria una rivoluzione copernicana, ineluttabile e dolorosa: per ricostruire su nuove basi il sistema sanitario nazionale e regionale.

L’idea che basti l’autonomia differenziata per le regioni più ricche e virtuose è solo illusione (forse efficace in qualche contesto nel brevissimo periodo, ma destinata a fallire come tutte le altre azioni messe in atto da almeno vent’anni)

Purtroppo la cosiddetta “sinistra” pur partendo da buoni propositi di principio, è totalmente e irrimediabilmente incapace di affrancarsi dalla sua ideologia perversa che poggia sulla autoaffermazione dei diritti, garantiti un tempo dall’ideale comunista e poi dallo stato strumento  del popolo, e adesso da una élite borghese  e radical-snob che si è auto assunta il compito di definire cosa è diritto e cosa no, facendolo ratificare dal popolo dei social, sapientemente manipolato: lo “schwa” è il manifesto di tale follia.

E ugualmente il Mercato, pur essendo stato capace di dare risposte di assoluta eccellenza ai bisogni di salute, vede tutto solamente in funzione delle “trimestrali” e delle quotazioni di borsa: e, ad eccezione di qualche sbuffo filantropico e compassionevole, sacrifica tutto con distaccato cinismo al sacro equilibrio dei conti economici.

Ecco perché serve un partito come INSIEME: umile, perché consapevole della fallibilità umana, disposto al dialogo con tutti e a lavorare insieme per trovare vie radicalmente nuove per la società del terzo millennio; mite, perché consapevole dei propri limiti e del bisogno continuo di misericordia; roccioso e tenace, perché i “poveri” (e nelle varie forme sono la stragrande maggioranza del genere umano) sono la “missione” che ci è stata affidata e che ci sentiamo cucita addosso.




TORNA IL PREMIO Pietro Taricone. Terza edizione

Dopo due anni di assenza forzata

Trasacco, 5 dicembre 2022. La manifestazione, nata nel 2018, ha visto tra i suoi protagonisti  Davide Cerullo, attivo da sempre nel sostegno dei ragazzi emarginati, Gianfranco Franciosi primo infiltrato civile tra i narcos, Luciana Esposito, giornalista posta sotto scorta perché minacciata dai clan.

Il premio è stato assegnato ad Alberto Luzzi, fondatore di JAY NEPAL e ad Eugenia Carfora, preside coraggio nelle scuole di Caivano.

In questa edizione 2022, a ricevere quello che diventa un premio sempre più ambito, rappresentato da una scultura in acciaio realizzata dal maestro artigiano Luca Luciani,  sono tre i candidati che giungeranno a Trasacco nel pomeriggio del 7 dicembre a partire dalle ore 17 presso l’Auditorium dedicato allo stesso Pietro Taricone.

Infatti, alla cerimonia sarà presente Lorenzo Barone, giovanissimo ciclista, che ha realizzato imprese straordinarie, percorrendo da solo con la sua bicicletta decine di migliaia di chilometri dall’Europa al Marocco, fino ad arrivare alla traversata della Siberia e di tutto il continente Africano, che racconterà con il supporto di foto e video inediti, le condizioni estreme ed incredibilmente rischiose che ha affrontato nei suoi viaggi.

La seconda candidata ed ospite dell’evento è Elena Pagliarini, infermiera, resa celebre dalla fotografia scattata l’8 marzo 2020 a Cremona, che la ritrae appoggiata sulla scrivania alla fine di un turno massacrante e che dopo due giorni dopo ha scoperto di essere positiva al COVID. Elena è divenuta simbolo della sofferenza e dell’abnegazione di tutti gli infermieri che in quei mesi terribilmente difficili, si sono spinti oltre i loro limiti per aiutare i pazienti malati, nella fase iniziale della pandemia, in cui non esistevano vaccini ed il virus, ancora in fase di studio, ha causato migliaia di morti in tutto il mondo.

Il terzo protagonista di questa edizione è Bruno Cerasi, artista poliedrico che dopo aver perso parzialmente la vista a seguito di un ictus, ha dedicato la sua vita allo studio delle connessioni interpersonali, realizzando opere di elevatissimo spessore artistico e di profondo valore culturale, esposte in prestigiose gallerie nazionali ed internazionali. 

Foto Il Centro




CHRISTMAS SAILING TOGETHER, vince l’amore per la vela e la solidarietà

Circoli velici di Pescara uniti nello sport per festeggiare il Natale e per donare

Pescara, 5 dicembre 2022. Ben 40 le imbarcazioni d’Altura partecipanti a Pescara alla “Christmas Sailing Togetgher”, la prima edizione dell’iniziativa velica natalizia che vede uniti i due circoli organizzatori CNP2018 e CV La Scuffia con il sostegno dell’assessorato comunale allo Sport. Una veleggiata impegnativa con vento debole sui 5/7 nodi e onda lunga che hanno costretto i naviganti ad usare il meglio delle proprie risorse tattiche di manovra.

Premiati i vincitori delle 3 categorie: nella A vince l’equipaggio di “Celeste 2” degli armatori D’Annunzio e Mori seguiti da “Morgan IV” dell’armatore Fabio Cosentino e da “Movida” di Ivo Petrelli; nella categoria B la spunta “Barbalandra” di Paola Galeota e Ferdinando Ciccozzi che ha preceduto “Blazer” di Luigi Noviello e “Jonathan” di Giancarlo Casuscelli; nella categoria C vince “Brezza” di Pio Cubiotti seguito da “Margot” di Colantonio e da “Masce’” di Roberto Di Nisio. L’imbarcazione “Anassa” della Lega Navale di Ortona, con un equipaggio totalmente femminile a bordo guidato dalla skipper Cristiana Di Luzio, è stata premiata per aver realizzato il miglior addobbo natalizio. Brindisi di buone feste e grande collaborazione tra i due circoli e tra i due presidenti Alessandro Pavone del CNP2018 e Marco Bovani del CV La Scuffia sostenuti dall’assessore allo Sport Patrizia Martelli che ha fortemente creduto nell’iniziativa congiunta, la prima di una serie di eventi velici organizzati in sinergia in programma per il 2023.

Ma quest’anno la nota in più è stata la solidarietà; infatti, il Circolo Nautico Pescara ha voluto aiutare la ricerca con una donazione all’AIRC, l’associazione italiana per la ricerca contro il cancro, e il CV La Scuffia ha coinvolto tutti gli equipaggi della veleggiata natalizia nell’acquisto dei panettoni ADMO per sostenere l’associazione donatori di midollo osseo. Dall’equipaggio di”Anassa” inoltre parte un progetto di avvicinamento delle donne allo sport della vela e anche di solidarietà femminile a partire dalla vicinanza alle donne iraniane (a poppa l’imbarcazione veste uno striscione con i volti di Masha Amini e Hadit Najafi uccise per aver mal indossato il velo) per proseguire l’anno prossimo con il coinvolgimento dell’Ospedale di Ortona e di una serie di associazioni legate alla prevenzione dei tumori al seno e all’utero.




COME AIUTARE Papa Francesco?

Tutti possono collaborare con il Papa con le loro preghiere, parole e azioni

di Claudio De Castro

“E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno su di essa”.

Matteo 16, 18

Il Papa… immaginate per un secondo di essere al suo posto. Ha 85 anni e centinaia di responsabilità sulle sue spalle. È il capo visibile della Chiesa. La sua missione non è semplice. Non importa se è stanco o malato, bisogna motivare milioni di credenti a seguire le orme di Cristo nella santità, nella vita di preghiera, nella fede.

Essere Papa non è affatto facile. Sapevate che in Vaticano la sagrestia della Cappella Sistina ha un nome molto toccante?

Viene chiamata sala le lacrime, perché è molto facile che il nuovo Papa scoppi in pianto per l’emozione e il peso della responsabilità del ruolo che, da quel momento in poi, ricade sulle sue spalle.

Una grande responsabilità

Il nostro Papa vive sicuramente preoccupato per tutto ciò che accade nel mondo. Cerca di trovare ponti di dialogo di fronte al pericolo di una guerra nucleare. Lo colpiscono la mancanza di fede dei credenti, i gravi peccati nella Chiesa, le sofferenze, la pandemia e molto altro…

Ha bisogno di confidare nei suoi consulenti e nelle notizie che gli giungono per prendere decisioni.

Ricordiamo tutti quanto è accaduto in Cile nel 2018, quando è stato male informato o gli sono state nascoste informazioni sensibili in un caso di copertura di abusi sessuali.

Alla fine, ha riconosciuto di aver commesso “gravi errori di valutazione” e ha chiesto perdono ai Cileni.

Nonostante tutto, il Santo Padre sa cose che noi non immaginiamo. Quello stesso anno ha messo in guardia contro l’ingerenza del demonio nella Chiesa, e ha esortato i fedeli a pregare San Michele Arcangelo e la Santa Madre di Dio perché ponesse la Chiesa sotto il suo manto protettore, difendendola “dagli attacchi del maligno, il grande accusatore” e rendendola al contempo “sempre più consapevole delle colpe, degli errori e degli abusi commessi nel presente e nel passato”.

Forza tra le difficoltà

Bisogna riconoscere che il Papa dimostra grande forza nella sua debolezza fisica. Sapete quanti viaggi ha realizzato? Saluta più persone possibile, per ringraziare, consolare, orientare, pregare Dio per quelle persone. Sorride sempre con naturalezza, è spontaneo, anche se il ginocchio gli dà fastidio.

Lo avete notato? Qualsiasi cosa faccia, ci saranno sempre persone che lo criticheranno o che snatureranno le sue parole.

A volte dimentichiamo queste parole della Bibbia rivolte da Gesù a San Pietro e che riguardano anche i Papi successivi:

“Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli” .

(Matteo 16, 19)

Uniti al Papa

Ci sono difficoltà nella Chiesa? È innegabile. Alcuni chiedono a Papa Francesco di rimediare a tutto ciò che succede. E noi?

Come credenti, possiamo e dobbiamo collaborare con il Papa, aiutarlo con le nostre preghiere, parole e azioni.

Noi, ad Aleteia, come milioni di cattolici in tutto il mondo, siamo con papa Francesco. È il Vicario di Cristo.

Dobbiamo pregare per lui anziché puntargli il dito contro. Ci conviene, perché le sue decisioni in qualche modo riguardano tutti noi.

Invece di criticare, oggi pregate con fervore Dio per papa Francesco, perché lo Spirito Santo lo illumini e possa guidare con saggezza la Chiesa.

Mentre alcuni cattolici attaccano il Papa, uno youtuber protestante, Cameron Bertuzzi, si è appena convertito al cattolicesimo.

Dopo molte riflessioni e un periodo di studio approfondito del cristianesimo, è arrivato alla conclusione per cui “il papato è vero”.

Di recente, ho letto che nel mondo c’è più di un miliardo di cattolici. Immaginate tutti loro a pregare ogni giorno per il nostro buon Papa Francesco, l’unità della Chiesa, i sacerdoti, la Chiesa, la conversione dei peccatori e le anime benedette del Purgatorio. Il mondo e la nostra Chiesa sarebbero completamente diversi.

Volete pregare oggi per il nostro buon Papa Francesco? Ha bisogno di noi, del nostro affetto, di preghiere e voci di incoraggiamento.

Caro lettore… grazie per la tua fedeltà alla Chiesa!

Dio ti benedica!

Pubblicato il 04/12/22 su https://it.aleteia.org/2022/12/04/come-aiutare-papa-francesco/