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A RISCHIO L’ALBERATA DI PINI

Pescara, 8 dicembre 2022. Un’alberata di Pini lato mare, con un bellissimo esemplare posto in prossimità del confine amministrativo tra Francavilla a Pescara, contrassegna, lungo la Statale 16, il passaggio tra i due comuni. E mentre stamattina ci transitavo in bici, senza averci mai fatto un granché caso, mi interrogavo sull’intorno urbanistico. Guardandomi indietro mi sono accorto che in direzione sud ci sono solo platani, mentre dal già menzionato confine, verso nord, sono solo pini, ormai pochi. Sarebbe interessante conoscere la storia di questa alberata, anche per capire quanto l’urbanizzazione, che rimanda ovviamente a scelte di uffici comunali, di tecnici, di persone quindi, abbia determinato, seppur indirettamente, il diradamento del sesto d’impianto che, dai rimasugli dei filari, doveva essere di 10 metri.

Su una distanza di circa 350, fatti i dovuti calcoli, lì dovevano esserci 70 pini: ne sono rimasti 5 lato mare e 5 lato monte! E gli altri 60 che fine hanno fatto? La domanda è retorica, ovviamente, ipotizzando, ma neanche tanto, che siano stati abbattuti per fare spazio ad altro, o perché diventati pericolosi, vista la mole e il precario radicamento a terra. L’ultimo è venuto giù, e poi rimosso, nel gennaio di quest’anno, e credo che anche gli altri abbiano subito la stessa identica sorte.

È necessaria una attenta politica di gestione delle alberature stradali in città, che si prenda cura di questo patrimonio, soprattutto di certe testimonianze che vengono da un passato anche lontano. Non so quanto esista al riguardo un elenco, un catalogo, un archivio, né un protocollo di caratterizzazione, di tutela o di manutenzione dei singoli individui o del loro insieme. Sicuramente esisterà un monitoraggio che consente di definire gli interventi di tutela e di valorizzazione, ma anche di sostituzione o ripristino, ma che qui evidentemente è mancato e continua a mancare. Non sarebbe sbagliato predisporre anche un piano di comunicazione per informare la cittadinanza della storia e dell’evoluzione di questa importante componente naturale urbana.

Il cambiamento è lento e inesorabile e i nostri sensi non sono abituati a cogliere l’essenza degli avvenimenti sui tempi lunghi. Ecco perché sarebbe bene intraprendere iniziative informative e anche di racconto, di come la città cambia e di quanto noi ne siamo in qualche modo responsabili: la presa di coscienza collettiva di certi fenomeni può aiutare a ricomporre la consapevolezza di cittadini e amministratori, per evitare di essere entrambi semplici spettatori del tempo che passa.

Giancarlo Odoardi

Giornalista, ecologista, ciclista urbano

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