LA QUESTIONE CATTOLICA e la crisi della sinistra di governo

Il paradosso del Papa amico, icona della nuova sinistra, addirittura leader mondiale della sinistra, sembra essere parte integrante della crisi in cui si dibatte la  sinistra di governo

di Domenico Delle Foglie

22 gennaio 2022

Giusto per non essere fraintesi, è chiaro che le definizioni succitate non sono state né pensate, né coniate, né condivise da Papa Francesco. Piuttosto crediamo che lui segua solo i dettami del Vangelo e non abbia mai avuto voglia di essere identificato in una parte politica, inevitabilmente in rotta di collisione con gli altri soggetti politici, di qualunque matrice essi fossero. Di sicuro, però, alcune sue spinte, innanzitutto quelle a favore dell’accoglienza dei migranti e della salvaguardia dell’ambiente, così come la difesa delle minoranze etniche e il sostegno al protagonismo dei movimenti popolari, sono state immediatamente catalogate nell’agenda di governo della sinistra italiana e mondiale.

Per merito delle sinistre e demerito sostanziale delle altre parti politiche, dai moderati di centro ai riformisti, dai liberali alle nuove destre di governo (in Italia quella rappresentata dalla presidente Giorgia Meloni e dal suo partito, Fratelli d’Italia). Tutti meno attenti a una propria originale declinazione di quei temi che non andasse in linea di collisione con il magistero di Francesco.

Sta di fatto che mai come in questo momento storico, in Italia e in Europa la sinistra di governo è in affanno. Così che appare oggi in tutta la sua nitidezza, una crisi che l’acritico allinearsi alle sollecitazioni di Papa Francesco non ha evitato, anzi può aver persino acuito. Guai, infatti, a usare indiscriminatamente le parole d’ordine di altri, fosse pure una grande autorità morale. L’incapacità di introdurre una vera e originale mediazione politica, tale cioè da offrire una convincente motivazione laica alle scelte che si andavano maturando nelle prassi parlamentari, ha finito con l’erodere costantemente il consenso. Sino al punto limite di vedere il Partito democratico (nato dalla fusione a freddo fra ex comunisti e i cattolici democratici) insidiato proprio a sinistra dai Cinque Stelle.

Ovviamente nella nuova versione di Giuseppe Conte che, a modo suo, soppesa e corteggia il voto cattolico. Soprattutto, raccontano le cronache politiche, in vista di un grande appuntamento di rilievo nazionale, ovvero le elezioni europee del 2024. Occasione nella quale i Cinque Stelle avrebbero intenzione di schierare personaggi cattolici che abbiano manifestato una sostanziale convergenza con il Movimento su due temi decisivi: la scelta pacifista e del disarmo in relazione alla guerra in Ucraina e la difesa del reddito di cittadinanza come strumento indispensabile per la lotta alla povertà.

In attesa di capire se questo innamoramento di Conte nei confronti del mondo cattolico sarà premiato dalle urne, sta di fatto che la questione cattolica riemerge  anche nella cosiddetta sinistra di governo, alle prese con una complicatissima rifondazione che passa attraverso il congresso del Pd, chiamato non solo a scegliere il nuovo segretario quanto a definire la propria natura di forza progressista.

Prova di questa riemersione della questione cattolica sono le parole di Goffredo Bettini, considerate un termometro dello stato di salute del Pd, soprattutto dopo il disagio e i malumori manifestati, a più riprese, dai cattolici democratici e in particolare dai cosiddetti “popolari”. In un lungo testo affidato a “Repubblica”, Bettini lamenta “la perdita di un baricentro umanistico” da parte del Pd. Un baricentro a suo tempo costruito sulla lezione personalista di Maritain e di Moro e che oggi occorrerebbe ricostruire attraverso la ricerca di un “oltre” che interpella tutta la sinistra. Al Pd Bettini attribuisce la responsabilità “dell’acquiescenza a fronte della modernità e la rinuncia alla critica dello sviluppo odierno”.

E a tale riguardo chiama in causa il Magistero di due Papi, Benedetto XVI e Francesco come i protagonisti di “ogni scintilla di rivolta morale e politica”. Persino Papa Benedetto, per i cosiddetti “valori non negoziabili” (vita, famiglia e libertà di educazione)  viene utile, in questa fase, per il “suo rifiuto della suadente dimensione mondana”, all’interno di quella che Bettini definisce una “rivolta conservatrice”. Naturalmente grandissimi meriti vengono attribuiti a Francesco per la sua sfida alla mondanità “con l’azione concreta, tesa ad aprire i cuori, con l’esempio, non solo dei cattolici, piuttosto dei non credenti e di tutte le persone di buona volontà”.

Dunque, la questione cattolica torna al centro della rifondazione del Pd. Lo crede Bettini che conosce bene il peso delle sirene di Giuseppe Conte al quale forse non vuole regalare spazio d’azione nei confronti dei cattolici. Comunque, è singolare che la cultura politica e il voto dei cattolici italiani, dopo l’eclissi della Democrazia Cristiana, dopo la grande diaspora, dopo lo sfondamento del relativismo etico, dopo l’esplosione dell’individualismo, dopo l’abbandono di tutte le appartenenze, contino ancora qualcosa per la sinistra. È forse questo il segno più tangibile della profondità della crisi di senso della sinistra di governo. E non solo.

Domenico Delle Foglie




DI NUOVO LE MAREGGIATE in Abruzzo

Un disastro annunciato

Pescara,22 gennaio 2023. Ci risiamo con le mareggiate che nelle ultime ore sono tornate a colpire la nostra regione con l’arrivo del maltempo. Parliamo di un disastro annunciato. Le mareggiate hanno investito questa volta Pineto, Silvi, Casalbordino, Roseto degli Abruzzi, Alba Adriatica e soprattutto Francavilla al mare dove l’Amministrazione Comunale recentemente aveva provveduto alla manutenzione delle scogliere nel tratto nord della spiaggia.

Siamo in attesa di ulteriori 500mila euro per ulteriori lavori di manutenzione sulle scogliere e per questo rivolgiamo un appello all’assessore regionale Daniele D’Amario affinché attivi subito la procedura d’urgenza perché i finanziamenti sono legati alla manutenzione ordinaria e quindi non occorre attivate alcuna procedura o progettazione particolare.

Per cui una volta acclarato questo in attesa che queste procedure trovino seguito in merito alla posa in opera delle scogliere, chiediamo un intervento di somma urgenza per quelle aree che sono a rischio mareggiate e faccio riferimento agli stabilimenti balneari e delle civili abitazioni perché superata la pista ciclabile che è un’opera pubblica, lambisce i muri delle case.

Quindi gli interventi di somma urgenza sono quanto mai necessari. Quando parliamo di emergenza significa che le procedure seguono l’emergenza. Per questo ci si siede ai tavoli e si fanno le opere.

A Francavilla dove sono in corso già in opere cantiere e dunque quelle procedure per quelle opere si prorogano alle ulteriori procedure.

 Una cosa è certa.

Ogni anno si ripresentano gli stessi problemi con tanti danni per le strutture.

Le cose si devono prevenire e i balneari hanno le competenze per suggerire ai tecnici e agli uffici quello che si può e deve fare. E in questo senso bisogna ricorrere alle dune di sabbia. Chi ha provveduto a fare le dune di sabbia almeno ha salvato le strutture. Le dune di sabbia non devono essere autorizzate.

Devono essere fatte e basta. Cosa vuol dire chiedere autorizzazioni quando poi il rischio è quello di creare danni alle strutture. Se dinanzi ad alcuni lidi non ci fossero state le dune, oggi ci troveremmo di fronte ad altri stabilimenti danneggiati.

E allora la procedura delle fine di sabbia deve essere una procedura normale e chi può farla deve farla senza ulteriori autorizzazioni. Questo è quello che si fa normalmente in Emilia-Romagna e che qui da noi devono fare i conti con problemi di natura burocratica e di autorizzazioni. Cosa per certi versi inaccettabili. Confido con l’ingegnere delle pere marittime della Regione Abruzzo Marcello Dalberto che ha messo in atto una serie di procedure e ha fatto stanziare somme per vari comuni colpiti dalle mareggiate.

Ora le amministrazioni locali devono attivare i tavoli di emergenza.

Riccardo Padovano

Presidente Sib Abruzzo e Fipe-Confcommercio Pescara 21 gennaio 2023




PREMIO INTERNAZIONALE NORDSUD di Letteratura e Scienze

Durs Grünbein e Arun Agrawal vincitori della XII edizione. Cerimonia di premiazione venerdì 27 gennaio 2023, ore 17:30 Maison des Arts

Pescara, 22 gennaio 2023. Due i vincitori della XII edizione del Premio Internazionale NordSud di Letteratura e Scienze: per la Poesia Durs Grünbein, con la raccolta Il bosco bianco. Poesie e altri scritti (Mimesis, 2020). Nato a Dresda, vive tra Berlino e Roma, poeta laureato con il Büchner-Preis – massimo premio tedesco –, Durs Grünbein è una delle voci poetiche più significative e incisive del nostro tempo. 

Per il premio delle Scienze Sociali il vincitore è Arun Agrawal, con la pubblicazione From environmental to governance for sustainability (One Earth, 5/2022). Nato a Forbesganj, in India, il politologo Arun Agrawal, premio Guggenheim Fellowship, è professore alla School for Environment alla Michigan University.

I vincitori si aggiungono al prestigioso Albo d’Oro delle precedenti edizioni, che ha visto premiare, tra gli altri: Peter Handke (Premio NordSud 2009 e Premio Nobel 2019) Kamila Shamsie, Aleksandar Hemon, Lars Gustafsson, Luis Sepúlveda, Michael Krüger, Ko Un, André Aciman, Yang Lian, per la Letteratura, e Lucia Votano, Kumaraswamy Vela Velupillai, Giovanni F. Bignami, Jean-Paul Fitoussi, Anwar Shaikh, Edoardo Boncinelli, Shu-Heng Chen, Ragupathy Venkatachalam, Ilaria Capua, per le Scienze.

Il premio, nato per favorire contatti, scambi, influenze tra il Nord e il Sud del mondo, coglie le fruttuosità delle contraddizioni, al di là delle tematiche differenti. Il dialogo del “metaforico Sud” e il “metaforico Nord”, attraverso Letteratura e Scienze, per coniugare al presente un rapporto di reciprocità che continua ininterrotto.

Alla cerimonia di premiazione interverranno: Nicola Mattoscio (Presidente Fondazione Pescarabruzzo), Carlo Masci (Sindaco di Pescara), Stevka Šmitran (Segretario del Premio).

Durante la cerimonia di premiazione i vincitori interverranno con i loro contributi, scritti per l’occasione sull’“Idea di contemporaneità”.

La cerimonia di premiazione si terrà venerdì 27 gennaio, alle ore 17:30, presso la Fondazione Pescarabruzzo, in Corso Umberto I. n. 83 a Pescara.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.




GIORGIO LA PIRA, la figura e l’opera

Prospettiva persona. Il salotto culturale. Mercoledì 25 Gennaio 2023 alle ore 18 nella Sala Annunziata in Via N. Palma, 31 a Teramo

Teramo 22 gennaio 2023. Mercoledì 25 Gennaio 2023 alle ore 18  nella  Sala Annunziata in Via N. Palma, 31 a Teramo,  prosegue la stagione invernale del Salotto culturale “Prospettiva Persona” 2022 (patrocinio  Fondazione Tercas).  Il Salotto  ospiterà il convegno webinar e in presenza sulla  figura e l’opera di Giorgio La Pira. Relatori principali due giornalisti professionisti di Firenze: Giovanni Spinoso e Claudio Turrini. La Loro ricerca ventennale,  ospitata anche  nell’incontro al Quirinale con Mattarella sarà oggetto dell’illustrazione dei i tre volumi dal titolo: Giorgio La Pira. I capitoli di una vita ( I-III), Univ. Press, Firenze 2022).

Approfondimento

Per raccontare i «capitoli della vita» di Giorgio La Pira (Pozzallo 1904-Firenze 1977) è stato scelto un ordine cronologico.  Basandosi su una minuziosa ricerca e proponendo una ampia documentazione inedita, si descrivono i molteplici impegni che – anno dopo anno –

La Pira si è trovato ad assumere ed i vari campi della sua azione, a partire dagli anni della sua formazione in Sicilia.  Giovanissimo docente universitario di Diritto romano, intellettuale impegnato nel contrasto al fascismo, costituente, parlamentare, sindaco di Firenze, presidente della Federazione mondiale delle città unite,

La Pira ha testimoniato la fedeltà alla sua profonda fede con la concreta attenzione agli ultimi, ai poveri, alla difesa del lavoro, del diritto alla casa, della giustizia sociale e del basilare diritto alla libertà e alla pace. L’opera è corredata da oltre mille schede biografiche e da una ampia bibliografia e ha la Prefazione di Gualtiero Bassetti.




LA TOMBESI TORNA ALLA VITTORIA. I gialloverdi si impongono 5-2 sul campo del Forte Colleferro

Massimo Morena: «Settimana difficile, non una grande prestazione ma contavano i tre punti. Stiamo lavorando per superare questo momento di difficoltà».            

Ortona, 22 gennaio 2023 – Dopo l’inaspettato e pesante rovescio interno di sette giorni fa contro l’Ischia, la Tombesi era chiamata a riscattarsi e a ritrovare i tre punti in una di quelle gare facili solo sulla carta, nelle quali sei obbligato a vincere (contro l’ultima forza del campionato) e tutta la pressione è sulle tue spalle, specie dopo un risultato molto negativo. L’approccio non è stato dei migliori, con i laziali di casa portatisi avanti sull’1-0, ma la Tombesi ha saputo prontamente reagire, trovando prima il pari con Scarinci e poi la rete del sorpasso con Moragas. A riposo sul 2-1, i gialloverdi si sono portati sul 3-1 (ancora Scarinci) ma, dopo aver sbagliato qualche occasione di troppo, hanno anche permesso ai padroni di casa di riavvicinarsi sul 2-3. A chiudere la partita hanno poi pensato Scarinci, autore di una personale tripletta, e Andrea Dell’Oso, al suo primo centro stagionale. Con questa vittoria la Tombesi sale a quota 32 punti, a -5 dall’Academy Pescara e a +2 sul quarto posto, occupato dal Frosinone. A pari punti c’è la Napoli Barrese, prossimo avversario dei gialloverdi in coppa: mercoledì 25, a partire dalle ore 19, gara secca a Ortona.

«Immaginavo che oggi non avremmo potuto aspettarci una Tombesi scintillante, né una gara facile – questo il commento di Massimo Morena –. Quando perdi male, per di più in casa, incassando otto gol, qualche certezza può venir meno e può subentrare in alcuni un po’ di paura. Dal punto di vista psicologico non è stata una settimana facile, e anche oggi in partita abbiamo giocato bene solo per brevi tratti, per il resto è stata una partita sporca, certo non una grande prestazione da parte nostra. Era però fondamentale tornare a vincere, per riprendere il cammino e riconquistare tranquillità. Sul 2-1 e poi sul 3-1 siamo stati superficiali, dovevamo chiudere prima la partita; poi, subito il 2-3, è subentrata la paura, per lo meno da parte di alcuni, e abbiamo rischiato. Il campionato è ancora lungo, nell’arco di una stagione ci sta di vivere un momento di appannamento e noi lo stiamo attraversando ora: lavoreremo per uscirne il prima possibile. Mercoledì c’è un impegno in coppa al quale la società tiene molto e poi ripartiremo con il campionato, consapevoli del fatto che chi sbaglierà meno, da qui alla fine, porterà a casa la promozione».

Giuseppe Mrozek




XXV PREMIO L’AQUILA Zirè d’oro in grande smalto

Il 20 gennaio grande successo del Premio intitolato ad Angelo Narducci, giornalista poeta e politico

di Goffredo Palmerini

L’Aquila. 22 gennaio 2023. Grande successo alla 25^ edizione del Premio L’Aquila “Zirè d’oro” 2022, per ragioni organizzative traslato all’inizio del 2023. Il Premio Letterario e Personaggi dell’Anno, intitolato ad Angelo Narducci – giornalista e direttore di Avvenire, poeta e parlamentare europeo –  si è infatti tenuto venerdì 20 gennaio 2023 con una splendida cornice di pubblico che ha ricolmato in ogni ordine di posti l’Auditorium ANCE dell’Aquila, mentre fuori un’attesa nevicata ricopriva la città con una morbida coltre bianca. Grande anfitrione della manifestazione Mario Narducci – cugino di Angelo, anch’egli giornalista, un passato da vaticanista de “Il Popolo”, poeta, fondatore e deus ex machina del Premio – avviando alle 16 in punto l’evento, che per prologo ha avuto un’apprezzatissima ouverture con la soprano Lucia Vaccari, accompagnata al piano dal M° Giulio Gianfelice. Prima di dare il via alla premiazione dei Personaggi dell’Anno 2022, nei vari campi di attività nei quali si sono particolarmente distinti, Mario Narducci ha voluto brevemente ricordare Angelo Narducci, cui il premio è intitolato.

Figura di spicco del giornalismo e della cultura italiana, scomparso prematuramente nel il 10 maggio 1984, Angelo Maria Narducci era nato a L’Aquila il 17 agosto 1930. Dopo le esperienze professionali maturate in Prospettive Meridionali (1955-‘58), mensile di studi e cultura del Mezzogiorno diretto da Nicola Signorello, nel settimanale della Democrazia Cristiana La Discussione (1956-‘58), nel quotidiano della Dc Il Popolo (1956-‘66) ed alla Gazzetta del Popolo (1966-’68), giornale politico di Torino, nel 1968 Paolo VI lo volle nel gruppo fondatore di Avvenire. Del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Angelo Narducci è stato il direttore più longevo, dal 19 ottobre 1969 al 30 aprile 1980. Ne lasciò la direzione solo a seguito dell’elezione al Parlamento Europeo, come indipendente nella Dc, nella prima legislatura elettiva con voto popolare. Di lui resta una grande eredità: professionale, morale e politica.

Ma Angelo Narducci, oltre che per l’impronta del suo giornalismo, nello stile e nel rigore inconfondibili, va anche segnalato per la sua sensibilità poetica, come traspare dalla produzione data alle stampe o nelle opere inedite, compreso un romanzo. Una vita marcata da un’autentica testimonianza cristiana, la sua, spentasi il 29 aprile 1984 a soli 54 anni. Nello spirito del Concilio Vaticano II, Narducci fece del quotidiano Avvenire uno strumento di forte dialogo tra cattolici italiani e non solo. Un dialogo e un legame che egli costruiva attraverso le sue parole, che sanno di testamento morale, nel tempo arido che viviamo: “Noi ci ostiniamo a lavorare come artigiani sulla parola, perché sia onesta, perché non tradisca, perché corra, in qualche modo liberante, sulle labbra e nasca da coscienze illuminate, severe, semplici. Non cerchiamo il successo, ma interlocutori. Quella cosa povera che sono le parole vogliamo che sia la nostra grande ricchezza, la grande ricchezza dell’uomo”.

Angelo Narducci s’era formato all’Aquila, all’inizio del secondo dopoguerra, nel clima di rinascita culturale della città prodottosi intorno al Gruppo Artisti Aquilani, in principio costituito dai pittori Vivio Cavalieri, Giuseppe Centi, Amleto Cencioni, Francesco Paolo Mancini, ma subito allargatosi alle più fervide intelligenze cittadine, quali Fulvio Muzi, Angiolo Mantovanelli, Nino Carloni, Gian Gaspare Napolitano, Remo Brindisi, Laudomia Bonanni, Nicola Ciarletta, Pietro Ventura, Domenico D’Ascanio, Ferdinando Bologna, Giovanni Pischedda, Nicola Costarella, Pio Jorio, che avrebbe portato dapprima alla nascita della Società dei Concerti “Bonaventura Barattelli”, poi della Scuola d’Arte e quindi, negli anni Sessanta, ad opera di Giuseppe Giampaola, Luciano Fabiani ed Errico Centofanti, del Teatro Stabile dell’Aquila. Assieme agli amici Luciano Fabiani e Giovanni De Sanctis, Angelo Narducci produsse un forte impegno politico nel movimento giovanile della Dc. Quel robusto sodalizio amicale, rafforzato da Silvano Fiocco, dette quindi vita ad un vero e proprio cenacolo culturale giovanile – politica, arte, cinema, teatro e musica – che si riuniva presso il bar Gelateria Veneta, lungo il corso cittadino. Nacque così per loro iniziativa, e a proprie spese, il periodico “Provincia Nostra”, uscito con cinque numeri nell’arco di due anni, sul quale comparvero firme che avrebbero avuto un grande rilievo nella vita pubblica del Paese, come d’altronde loro stessi nei rispettivi campi professionali. Ebbene, sin da quelle giovanili esperienze Angelo Narducci, oltre alla vivacità culturale, mise in mostra il talento giornalistico che avrebbe segnato l’intera sua esistenza.

Per tornare allo svolgimento dell’evento, Mario Narducci ha subito presentato i presidenti delle due sezioni del Premio: l’imprenditore Angelo Taffo, presidente della sezione Personaggi dell’Anno, e sé medesimo per la sezione letteraria. Il presidente della Giuria, Gastone Mosci, cattedratico urbinate, per le avverse previsioni del tempo non se l’è sentita di affrontare il viaggio per L’Aquila. Le funzioni vicarie sono state assolte dall’anconetano Fabio Maria Serpilli il quale, portando il saluto del prof. Mosci, ha voluto sottolineare la significativa qualità degli elaborati presentati in concorso, e particolarmente, nel difficile momento che si vive con una terribile guerra di aggressione in corso in Ucraina, con distruzione e vittime civili, la difficoltà che hanno i poeti, cantori di bellezza e di umanità, nel creare liriche. Mario Narducci, riprendendo il filo della conduzione della serata, ha quindi sottolineato la composizione della Giuria del Premio, con Gastone Mosci (presidente), Maria Lenti, Germana Duca, Fabio Maria Serpilli, Liliana Biondi, Stefano Pallotta, Marilena Ferrone, Maria Silvia Reversi, Goffredo Palmerini, e lo stesso Mario Narducci. Ha quindi presentato il panel della serata con Angelo Taffo, Fabio Maria Serpilli, scrittore poeta e critico letterario, Liliana Biondi, già docente di critica letteraria dell’Università dell’Aquila, Stefano Pallotta, presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore. La lettura dei testi e delle motivazioni dei riconoscimenti agli insigniti come di consueto affidate all’incomparabile voce di Franco Narducci, attore e regista teatrale, nonché scrittore.

Esauditi i paralipomeni dell’evento, Mario Narducci ha quindi dato la parola al Vicesindaco dell’Aquila Raffaele Daniele, il quale, esprimendo il plauso dell’Amministrazione, ha portato il saluto dell’intera Municipalità e personale del Sindaco Pierluigi Biondi, impegnato per la contemporanea presenza in città del ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per la quale medesima ragione non hanno potuto essere presenti il Questore, Enrico De Simone, e soprattutto il Prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, destinata a ricevere per prima il Premio Personaggio dell’Anno, che ha dovuto delegare a sostituirla il Prefetto vicario Franca Ferraro, per quanto lei tenesse molto a partecipare di persona. Subito dopo la consegna dello Zirè d’oro (antico gioco aquilano) al Prefetto dell’Aquila, è continuata con speditezza la consegna del riconoscimento alle seguenti Personalità, distintesi per la loro opera professionale, istituzionale e sociale, ben espressa nelle puntuali motivazioni che hanno accompagnato il Premio loro conferito.

Gli altri Zirè d’oro quali Personaggi dell’Anno sono stati tributati: al Presidente della Fondazione Carispaq, Domenico Taglieri, al Commissario di polizia Pieremidio Bianchi, al giornalista e critico letterario Simone Gambacorta, al musicista Camillo Berardi, al presidente dell’Ater Isidoro Isidori, al giornalista Salvatore Romano alla memoria (premio ricevuto dalla moglie Luisa Stifani), al presidente del Gruppo Ana di Barisciano Antonio Marinelli (presente con una delegazione di alpini e con il Sindaco di Barisciano Fabrizio D’Alessandro), al medico di base a riposo Antonello Marano, al presidente dall’Associazione provinciale Polizia di Stato Marcello Di Tria, alla direttrice della Casa di riposo di Barisciano Maria Pia Soi, agli imprenditori aquilani Piero Parmiani, Lamberto Scimia e Raffaele Gallucci.

Un altro famoso brano della tradizione napoletana “Io te vurria vasà” affidato alla voce di velluto della soprano Lucia Vaccari ha incantato il pubblico, prima di procedere alla consegna dei premi letterari, nelle cinque sezioni del Premio: Racconto in dialetto, Poesia in dialetto, Racconto in lingua, Poesia d’amore e Poesia in lingua, Questi i nomi dei Vincitori dei premi letterari che hanno ricevuto il prestigioso Zirè d’oro, appena dopo aver ascoltato l’espressione delle rispettive motivazioni e la lettura delle opere insignite.

Racconto in dialetto

1° Antonio Frattale (Coppito-L’Aquila), 2° Flavio Tursini (Paganica-L’Aquila).

Poesia in dialetto

1° Loredana De Felicibus (Teramo); 2° Giuliana Cicchetti Navarra (L’Aquila); 3° Filippo Crudele (L’Aquila).

Racconto in lingua

Carlo Maria Marchi – vincitore assoluto

Poesia d’amore

1° Vittoria Tomassoni (Rieti); 2° Lucia Cifani (Giulianova); 3° Monica Valentini (Pescara).

Poesia in lingua

ex aequo Vincenzo Ursini (Catanzaro) e Selene Pascasi (L’Aquila); 2° Michela Ridolfi (Teramo); 3° ex aequo Alessandra Casino (Roma) e Paride Duronio (L’Aquila).

La serata, un vero successo di pubblico che ha premiato il 25° Anniversario della fondazione del Premio, si è quindi conclusa con le note e l’intensa interpretazione della talentuosa soprano Lucia Vaccari, vincitrice di numerosi premi lirici, di un’Ave Maria dedicata alla speranza di pace per l’umanità, accolta con una standing ovation finale a lei e al pianista Giulio Gianfelice che ha curato gli accompagnamenti. Viva la soddisfazione degli organizzatori del Premio, con un arrivederci all’edizione 2023, che dovrebbe svolgersi nel mese di settembre in data ancora da stabilire.

(Le foto sono di Daniela Manelli Trionfi)




ALLA GUIDA DELLA FILT CGIL Aurelio Di Eugenio

Il nuovo Segretario è stato eletto nel corso del 2° congresso della categoria dei trasporti della Cgil al quale hanno preso parte oltre 60 tra delegate e delegati provenienti da entrambe le Regioni oltre che numerosi ospiti tra i quali Umberto D’Annuntiis e Quintino Pallante, esponenti con delega ai trasporti delle rispettive Giunte Regionali di Abruzzo e Molise. Aurelio Di Eugenio sostituisce Franco Rolandi che ha guidato la categoria regionale dal 2012.

Francavilla al Mare, 22 gennaio 2023. L’Assemblea Generale della Filt Cgil Abruzzo Molise riunitasi presso l’hotel Villa Maria, nell’ambito del 2° Congresso della categoria e alla presenza del Segretario Generale della Cgil Abruzzo Molise Carmine Ranieri e del Segretario di Organizzazione della Filt Cgil Nazionale Giuseppe Mascioli, ha eletto a grandissima maggioranza il nuovo Segretario Aurelio Di Eugenio.

Di Eugenio, 55 anni, è dipendente della Società regionale di trasporto pubblico TUA Spa, nella quale presta servizio come autista di autobus, vanta una significativa esperienza sindacale, avendo già ricoperto in passato il ruolo di Segretario generale della Filt di Teramo e negli ultimi quattro quello di segretario di Organizzazione della Categoria Regionale della Filt e che dal 2018 ha visto l’unificazione delle strutture di Abruzzo e Molise.

Nel corso del Congresso è stato proiettato un filmato riportando le iniziative e le vertenze più significative portate avanti dalla Filt Cgil negli ultimi quattro anni sia in Abruzzo che in Molise con spezzoni estrapolati direttamente dai tg trasmessi dalle diverse testate giornalistiche.

Ai lavori hanno preso parte e sono intervenuti Umberto D’Annuntiis Sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale dell’Abruzzo con delega ai trasporti e Quintino Pallante Assessore regionale ai trasporti del Molise, rispondendo peraltro alle sollecitazioni e alle tematiche emerse nella relazione presentata dal segretario uscente Franco Rolandi che per scadenza di mandato, lascia l’organizzazione guidata dal 2012.

Al termine del Congresso oltre all’elezione del nuovo Segretario Aurelio Di Eugenio, sono stati altresì eletti i componenti dei nuovi organismi (Assemblea Generale – Comitato Direttivo – Sindaci Revisori) ed è stato approvato un documento politico contenente le linee programmatiche e le priorità entro le quali la Filt Cgil Abruzzo Molise cercherà di orientarsi nei prossimi quattro anni.




I RITI DEDICATI a Sant’Antonio Abate

Rinviati a domenica 29 gennaio 2023

San Valentino in Abruzzo Citeriore, 22 gennaio 2023.  Causa una copiosa nevicata delle ultime ore, i riti dedicati a Sant’Antonio Abate – con la tradizionale festa in onore dell’eremita e Santo protettore degli animali a San Valentino in Abruzzo Citeriore – sono annullati per questa domenica e rinviati a Domenica 29 gennaio.

La prossima settimana, sempre meteo permettendo, il programma resterà lo stesso: ai riti religiosi che si terranno nella mattinata, con la tradizionale processione in onore del Santo, accompagnata dalla Banda Città di Chieti, faranno seguito i riti popolari de lu sbannimènde e del canto del Sant’Antonio, che hanno conservato nel tempo la loro particolarità ed unicità.

Intanto, in questi giorni, poiché erano stati già preparati, saranno distribuiti, per le case del paese, le fave ed il pane benedetto di Sant’Antonio: pane bianco per le persone e pane nero con le fave ammorbidite in acqua per gli animali.

Saranno raccolti doni destinati ad essere venduti a lu sbannimènde nel pomeriggio di domenica 29, davanti la Chiesa dedicata a Sant’Antonio; un’asta durante la quale il banditore venderà prodotti tipici della tradizione contadina ed artigiana, ed il cui ricavato sarà necessario per sostenere la festa e per opere di carità.

Le contrade faranno a gara per la più grande e bella “frasca”, un ramo di alloro decorato e guarnito da ogni “ben di Dio” dell’enogastronomia locale, che porteranno in corteo nel pomeriggio per essere ‘sbannito’ (venduto all’asta), accompagnata da musiche e canti; il De Nino, studioso del folclore abruzzese, attribuì come esclusivo di San Valentino, la tradizione della Fiera di Sant’Antonio Abate.

Il canto de “lu Sant’Andonie”, che rievoca le Tentazioni del Santo e che è parte di un’opera teatrale scritta da Pasquale Stromei e musicata da Gaetano Iezzi, sarà portato in scena dal locale gruppo Amici del Sant’Antonio, alle ore 19.00 nella Chiesa Madre.

Appuntamento, dunque, a San Valentino in Abruzzo Citeriore, rinviato a domenica 29 gennaio, dalle 14.30 e sino allo spettacolo dei fuochi d’artificio previsto per le 19.30.

Festa in onore di

SANT’ANTONIO ABATE

DOMENICA 29 GENNAIO 2023

   8.30 Santa Messa del mattino

10.45 Benedizione degli animali domestici e del mondo agricolo in Piazza del Duomo

11.15 Santa Messa solenne

12.00 Processione di Sant’Antonio Abate accompagnata dalla Banda Città di Chieti

14.30 “Lu Sbannimente” con offerta delle ‘Frasche’ al Santo in Piazza del Duomo

(In caso di pioggia, si tiene presso la Sala Ammirati)

18.00 Santa Messa vespertina

19.00 Nella ‘Chiesa madre’

Canto tradizionale del Sant’Antonio

A conclusione della festa, fuochi pirotecnici in piazza San Nicola




TASSI ALTI per contenere l’inflazione

In arrivo le stangate su famiglie e imprese medio piccole!

di W. Centurione

Non ci sono affatto buone notizie per tutti coloro che stanno pagando un mutuo variabile, per quelli che hanno intenzione di richiedere un prestito perché hanno bisogno di un’auto o per un’impresa che deve rinnovare i locali oppure acquistare dei nuovi macchinari.

I tassi continueranno ad aumentare per via di una manovra che sta mettendo in atto la Banca Centrale Europea. Non ha ricetta diversa se non alzare il costo del denaro per frenare l’inflazione.

Ma perché? Con i tassi d’interesse più alti ottenere un prestito diventa dispendioso, quindi si comprano meno cose e a fronte di una minore richiesta di beni e servizi si bloccherebbe la crescita dei prezzi così da portarli nel tempo in discesa.

In poche parole alzare il costo del denaro oggi significa contenere l’aumento dei prezzi per ritornare a spendere di meno nel futuro prossimo.

Ma di quanto salgono i mutui e i prestiti? Innanzitutto c’è da dire che chi investe è favorito dai tassi elevati in quanto i rendimenti saranno più consistenti, ma il vero problema è per chi ce li ha i debiti o chi li deve fare. Come già accennato tra le prime righe se ne accorto chi ha contratto un mutuo a tasso variabile!

Poniamo un esempio, se Tizio, ha firmato un anno fa un finanziamento da 126mila euro per 25 anni, la rata l’ha vista già aumentare del 36%: dunque da 456 a oltre 600euro al mese. Se ne deduce che il tasso applicato al momento della stipula confrontato con oggi è quintuplicato e gli innalzamenti previsti dalla Bce faranno crescere ulteriormente i costi.

Già da Giugno 2023 si prevede che il tasso variabile passi dal 33,3% al 4,75% e questo vuol dire che la rata di Tizio (dell’esempio) aumenterà oltre i 700 euro mensili.

Più stangate per tutti, questo è il motto che attraverserà il nuovo anno. Anche i tassi fissi hanno subito nel frattempo i rincari, tant’è che per le piccole e medie imprese il tasso d’interesse di un finanziamento è arrivato nel mese scorso al 3,44% tenendo conto che nel dicembre 2021 era di 1,18. Il motivo è riconducibile agli Istituti di credito che per prendere in prestito il denaro spendono di più.




ANNO BERARDIANO si aprono le iniziative

La tavola rotonda organizzata dalla Caritas di Teramo-Atri “(Ri)Abitare il futuro”

Teramo, 21 gennaio 2023. Una tavola rotonda sulle aree interne per ascoltare, conoscere e mettere in rete. Si è aperto così, questa mattina al Convento degli Zoccolanti di Montorio al Vomano, il lungo anno di iniziative legate all’anno giubilare di San Berardo, patrono della diocesi di Teramo-Atri.

Il convegno (Ri)Abitare il futuro è stato organizzato dalla Caritas diocesana, già in prima linea negli aiuti a seguito del sisma del Centro Italia nel 2016 e più di recente promotrice di studi, analisi e incontri con gli amministratori locali finalizzati al rilancio delle aree interne della diocesi.

Presenti al convegno – moderato dal direttore della Caritas Don Enzo Manes insieme alla vice direttrice Anna D’Eustacchio – i sindaci del territorio, le autorità locali e il nuovo Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016, Guido Castelli. Nel suo intervento il senatore ha voluto mettere l’accento sugli aspetti umani e sociali legati alla ricostruzione rispetto a quelli tecnici. «Non c’è ricostruzione possibile senza riparare e rivitalizzare il tessuto sociale profondo di questi territori: le imprese, la cooperazione, volontariato.

In Abruzzo non è stata alzata bandiera bianca, non c’è rassegnazione» sono state le parole del Commissario. «Occorre intercettare una vitalità che è presente. Due sono però le precondizioni per un rilancio di queste realtà che sono l’ossatura della nostra identità nazionale: il tema delle famiglie e della possibilità di mettere al mondo figli, tema che deve essere orizzontale a tutte le altre politiche, e quello della terza età perché se da una parte si nasce meno, dall’altra si vive più a lungo. Questi borghi allora devono avere strutture tali da esaltare la domiciliarità per le persone anziane. Serve un’attitudine antropologica a farsi prossimi. Senza cìò non esiste ricostruzione possibile. Con questa chiamata all’impegno da parte di Monsignor Leuzzi a tutta la comunità non si poteva trovare modo migliore per iniziare l’Anno Berardiano».

Presente anche il Rettore dell’Università di Teramo, il Professore Dino Mastrocola.  «Nelle quattro regioni colpite dal sisma 2016 – ha ricordato il Magnifico Rettore – sono nati quattro centri di ricerca. Tra questi, insieme a quelli di Camerino, Perugia e Rieti, vi è quello sull’agroalimentare di Teramo. L’università, nel suo ruolo di prossimità, si conferma quindi baluardo e presidio economico tra i più importanti dei territori interni. Agroalimentare e turismo, nello specifico, sono due chiavi di volta per il futuro della nostra area. Il nuovo corso in Diritto dell’Ambiente dell’Università di Teramo è unico a livello nazionale e ci aspettiamo interesse verso questa proposta formativa. Altro elemento decisivo per la crescita è l’inclusione: nell’ateneo teramano daremo l’opportunità a persone disabili, che non hanno conseguito il diploma, di iscriversi per conseguire un attestato di frequenza».

Il Vescovo Lorenzo Leuzzi ha delineato in conclusione il senso complessivo di questa iniziativa fortemente voluta come primo passo del lungo cammino dell’Anno Berardiano: «in un mondo globalizzato l’appartenenza territoriale a comunità è importante. Solo a partire da questo senso di appartenenza è possibile valorizzare e aiutare i giovani talenti. Quelli lontani a sentirsi parte di una comunità locale. Quelli che decidono di restare nei luoghi d’origine ad aiutarli a comprendere che la loro permanenza non è una scelta di marginalità ma è una scelta importante per la costruzione di tutta la società. Dunque, la chiave per il futuro delle aree interne è coniugare appartenenza e senso di globalità».