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ALLA FINE, vince Salvini?

La difesa dei confini prima di quella della vita

10 marzo 2023

In gioco ci sono le vite di chi rischia la propria e quella dei figli, pur di inseguire una speranza. Per questo non bisogna cadere nell’ errore di giudicare precipitosamente. Neppure il decreto che il governo ha assunto a Cutro.

Il che non toglie che molti, ad ogni modo, si attendessero che la Presidente del Consiglio invertisse la rotta. E tornasse ad ispirare la linea del governo, nei confronti dei migranti, se non altro ad un sentimento di umanità.

Nel caso di Crotone, avrebbe significato privilegiare il soccorso piuttosto che un’azione di polizia. La vita, il suo valore irrecusabile è un tutt’uno che si tiene da cima a fondo e, quindi, va difesa con cura, sempre e comunque, come un dono. La difesa della vita prima che dei confini, come pretende il Capitano. Quasi fossero minacciati da orde barbariche piuttosto che da donne e bambini, da uomini disperati, ma non rassegnati. Disarmati fino nell’ anima, guardano all’Italia, alle sue coste, alla civiltà del suo popolo come ad un faro di vita e di speranza. Al contrario, c’è chi da anni cerca di avvelenare i pozzi della coscienza civile di un Paese che è, invece, della razza dei pescatori calabresi che si sono gettati in mare per salvare i naufraghi.

A voler giudicare dai provvedimenti annunciati, dagli argomenti e dai toni della conferenza-stampa, tenuta dopo la seduta del Consiglio dei Ministri, pare che l’abbia vinta Salvini e con lui quella Meloni – è bene non dimenticarlo – che solo alcuni mesi or sono invocava il blocco navale. La destra nazionale e populista si blinda e si arrocca nelle proprie certezze, in un esercizio di arroganza sgradevole.

Sgradevole è stato, quando si è passati alle domande dei giornalisti, ascoltare Giorgia Meloni ripetere i tortuosi argomenti di Piantedosi, diretti a dimostrare che, disgraziatamente, una gita di piacere si è tragicamente volta in dramma a cento metri dal bagnasciuga. Giorgia Meloni in questo frangente, non ha esercitato quella leadership di cui pure dice sempre di essere capace. Non è stata in grado o non ha voluto o non ha potuto adottare una visione sistemica del fenomeno migratorio.

Evidentemente non è nelle sue corde. Si ferma agli scafisti, aggiunge un reato agli altri, incrementa le pene, accenna ad un orientamento simile a quello del premier britannico che ieri Salvini ha lodato: chi entra da clandestino nei nostri confini è escluso da ogni diritto. Sostanzialmente provvedimenti di polizia, per quanto giustamente accompagnati da una maggiore attenzione ai flussi migratori. Viene abolita la protezione speciale, intanto che la Lega a Montecitorio presentava in tal senso una proposta di legge, addirittura in contemporanea allo svolgimento del Consiglio dei ministri. Un forte ammonimento o forse una minaccia cui la Meloni si è adattata? 

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