NESSUN ATTO DEL PNRR, nessun criterio

Né tantomeno la delibera n. 302 del 24 febbraio 2022 della Asl impongono che la casa della comunità nasca a sud

Pescara, 12 marzo 2023. Nella vicenda relativa alla Casa di Comunità che l’amministrazione Masci ha previsto di collocare nell’area dove oggi sorge il parco 8 marzo, a stupire maggiormente è che la Giunta – per la terza volta dopo i casi di via Santina Campana e via della Fornace Bizzarri – abbia scelto consapevolmente di cementificare un’area verde, e che questa decisione venga fatta passare come necessario e urgente, pena la perdita di fondi. Malgrado, anche in questo frangente, gli atti smentiscano puntualmente il Sindaco, che dal canto suo non manca occasione per bollare, con la sua solita arroganza, tutti coloro che la pensano diversamente come strenui oppositori del progresso della città, appellativo che a conti fatti sembra calzare molto più alla sua persona.

Innanzitutto, il Comune, e soprattutto il Sindaco, già sapevano a febbraio 2022, ovvero un anno fa. Non hanno informato i cittadini né la città né tantomeno il Consiglio comunale, in linea con l’egocentrismo che pervade questa amministrazione, completamente distaccata dal resto della città, per cui se il ritardo c’è dipende proprio dalla filiera di centrodestra che guida tanto la Regione Abruzzo quanto il Comune di Pescara. Oltretutto nessuna localizzazione è prevista dal PNRR in quella parte di città.

Una Casa di comunità è una struttura dove operano medici di medicina generale ed infermieri. Dunque, un punto di riferimento continuativo per la popolazione che può essere dislocato ovunque, non necessariamente a San Silvestro. La Delibera n. 302 del 24 febbraio 2022, con cui la Asl di Pescara finalizza le risorse PNRR a specifici interventi, indica una Casa di Comunità a Pescara e ne contempla altre a Montesilvano, Spoltore, Scafa, Cepagatti e Penne.

In questa delibera la Asl non fa alcun riferimento alla localizzazione in una specifica area a sud di Pescara; quindi, l’ubicazione in quella parte di città non è richiesta né dagli atti a monte del Pnrr né da quelli dell’azienda sanitaria. Il fatto che a febbraio 2022 il Sindaco abbia proposto il parco 8 marzo, poiché in zona sud della Città, non trova giustificazione negli atti, che mai riportano indicazioni secondo cui la Casa di comunità debba essere realizzata proprio a San Silvestro.

Di tutto ciò chiederemo conto all’Assessore Verì nella Commissione Sanità del prossimo giovedì (16 marzo), in cui è prevista la sua audizione proprio in materia di edilizia sanitaria. Sarà quella l’occasione per discutere della finalizzazione delle risorse del PNRR, di cui le Case di Comunità sono parte fondamentale ai fini del ridisegno della sanità del territorio, visto che ne è prevista 1 ogni 20.000 abitanti. Queste funzioni permettono, senza alcun dubbio, di localizzare altrove la Casa di Comunità di Pescara, verificando se il Comune, la Provincia o la stessa Asl dispongano di immobili già pronti o altri terreni da destinare, senza essere costretti a edificare su un parco. È del tutto evidente che la Asl di Pescara debba rispondere ad un solo requisito del bando, quello della non acquisizione dei siti. Se la Asl avesse beni già destinabili e non li usa potrebbe incorrere in un depauperamento del proprio patrimonio rilevabile anche a fini contabili, e su questo ho già chiesto alla direzione della Asl di indicarmi i beni immobili attualmente di proprietà.

Un’ultima annotazione. Per concedere il diritto di superficie gratuitamente, in base all’ultima giurisprudenza contabile, la Asl dovrà assicurare che all’interno di questa struttura, per la sua intera durata di funzionamento, non vengano svolte funzioni con scopo di lucro, e tutti noi sappiamo che i fondi del Pnrr non consentono assunzioni di personale, così come siamo a conoscenze delle ristrettezze degli organici Asl. Siamo proprio sicuri che si voglia comprimere con questo diritto di superficie gratuito l’utilizzabilità futura dell’edificio per altre prestazioni a pagamento? Cercare tra i propri beni potrebbe lasciare aperta per il futuro anche questa possibilità.

Il Consigliere Regionale Antonio Blasioli




REDDITO DI CITTADINANZA: le novità in arrivo in Abruzzo

Dei 39.000 attuali beneficiari di Reddito di Cittadinanza in Abruzzo, i primi a vivere gli effetti delle novità normative che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane, saranno  i 17.600 cosiddetti occupabili

Pescara, 12 marzo 2023. Per questi, da agosto, cesserà l’attuale sussidio. Per gli altri 21.400 la misura dovrebbe invece terminare a dicembre 2023. Si tratta, in questo secondo caso, di quelle famiglie che al loro interno hanno una persona disabile, ultrasessantenne o con meno di 18 anni.

Per i primi, i cui nuclei familiari sono composti da persone con meno di 60 anni, la nuova misura che sostituirà il R.d.C. – stando alle indiscrezioni – partirà dal 1° settembre e vedrà una riduzione dell’importo: gli attuali 500€ scenderanno a 375€ mensili.

Non è ancora chiaro cosa accadrà ai 9.500 abruzzesi che percepiscono il Reddito di Cittadinanza ad integrazione di un reddito da lavoro che comunque non consente di vivere con dignità.

Considerata la diminuzione degli importi, è verosimile che per queste persone venga azzerata l’integrazione per cui degli iniziali 17.600 percettori di R.d.C occupabili, solo in 8.100 a settembre effettivamente accederanno alla nuova misura, non avendo nessun altro reddito oltre il sussidio.

Un sostegno che oggi consente, seppur con difficoltà, a migliaia di persone di sopravvivere. Disoccupati, precari e lavoratori poveri, le cui condizioni disagio peggioreranno, rischiando di far esplodere situazioni economiche e sociali già adesso complicate.

Da gennaio poi, quando la nuova misura entrerà definitivamente in vigore per tutti, quindi anche per le famiglie con disabili, minori ed anziani, ci sarà una ulteriore diminuzione dei beneficiari. La riduzione del reddito ISEE per l’accesso, che passerà dall’attuale 9.360 a 7.200 €, taglierà fuori da qualsiasi sostegno anche 5.000 persone appartenenti a nuclei familiari con all’interno soggetti fragili.

Tanti dubbi, poi, sorgono anche sull’intervento della nuova misura su quello che è stato il vero limite del Reddito di Cittadinanza: le politiche attive del lavoro. La gestione dei Servizi Pubblici per il Lavoro ha bisogno di sostegno e di investimenti di cui ad oggi non vi è traccia, dall’altro non si considera quello che è il vero dramma dell’economia regionale e nazionale: l’assenza di opportunità di lavoro che non sia sottopagato e precario.

Carmine Ranieri, Segretario Generale CGIL Abruzzo Molise




PROTEZIONE CIVILE, NUOVA RIUNIONE con le associazioni

Sindaco e Ginefra: “Coinvolgimento e azione a vantaggio della città. Riparte il coordinamento fra Comune e sigle di intervento”

Chieti, 12 marzo 2023. Nella giornata di ieri in Comune si è tenuto un incontro di coordinamento fra associazioni di protezione civile del territorio comunale e la struttura di competenza e di intervento dell’Amministrazione.

“Hanno partecipato tutte le associazioni insieme alle quali riorganizzeremo il nuovo piano di protezione civile a cui gli uffici stanno già lavorando e tutte le modalità di intervento del settore – così il sindaco Diego Ferrara e il consigliere comunale delegato Vincenzo Ginefra – Un confronto operativo e costruttivo per la sicurezza della città e per riformulare in modo più efficace la tipologia degli interventi sul fronte del dissesto idrogeologico, che è ciò che ci occupa in questi giorni per via delle attività in corso nell’area di via Gran Sasso e via Arenazze e per il monitoraggio attivato anche su altre zone della città interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico.

Nella riunione ci siamo occupati di questo e anche di altri imminenti eventi che vedranno impegnata tutta la compagine di protezione civile e i volontari, quali la Pasqua e la processione del Venerdì Santo e, a maggio, il Giro d’Italia che passerà per Chieti. È stata una riunione costruttiva, perché abbiamo stilato una serie di priorità a cui lavoreremo insieme, oltre ad aver stabilito ruoli e funzioni alla luce della nuova organizzazione del settore con cui abbiamo istituzionalizzato il ruolo del Coc. Un coordinamento indispensabile per il nuovo modo di agire della struttura comunale, che vede nella sinergia con le associazioni un elemento fondamentale, perché sono il braccio operativo del Comune e un prezioso e quotidiano canale di interventi a favore della comunità, come quelli che si prospettano a breve. Comincia ora una fase operativa che coinvolgerà tante sigle operanti a Chieti e sul territorio, nel rispetto delle normative vigenti e della piena sinergia con l’agenzia di protezione civile regionale”.




CRESCE LA CICLOVIA Adriatica Abruzzese

Pescara, 12 marzo 2023. Montesilvano, Città Sant’Angelo e Silvi prossimi a ricucire il tratto costiero di Bike to Coast. Chi percorre la Ciclovia adriatica in Abruzzo concentra la sua attenzione sulla Costa dei Trabocchi, ciclabile poco oltre 40 km mediaticamente super esposti e a ragione. Ma ai più attenti non sfugge che ci sono ancora alcuni tratti, più a nord, rimasti fuori dal percorso unitario e che costringono le due ruote a percorrere, in modo pericoloso, poco più di un km di Statale Adriatica. E’ il tratto compreso tra il fiume Saline e il Torrente Piomba, in territorio di Città Sant’Angelo. Ma vi è anche quello, più breve, che collega il tratto di ciclabile che corre lungo via Moro di Montesilvano con i ponte intitolato a Filomena Delli Castelli, sul Fiume Saline.

Come FIAB abbiamo avuto modo di interagire con i diversi soggetti coinvolti nella realizzazione delle opere di “raccordo cicloviario”, a partire dai referenti della Provincia di Pescara, dei comuni richiamati, fino alle imprese coinvolte e ai progettisti, attraverso un confronto cortese con le parti che ha visto l’Arch. Cristina Tarquini, socia di FIAB e curatrice delle attività di Pedibus a Pescara, e Giancarlo Odoardi, coordinatore FIAB Abruzzo Molise, segnalare criticità e fornire suggerimenti, che qui vogliamo in breve ricordare.

Cicolovia Di Interesse Strategico Nazionale – Al di là dell’apprezzamento per la realizzazione delle opere, abbiamo voluto sottolineare il contesto in cui queste verranno a trovarsi una volta aperte al pubblico: non si tratta di piste ciclabili dietro casa, ma di tratti della Ciclovia Adriatica, una delle 10 ad oggi finanziate in modo sostanzioso perché facenti parte del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche, che per lo Stato assumono valenza “strategica nazionale”, come chiaramente indicato al comma 1 dell’art. della Legge 2/2018: “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”.

Abbiamo chiesto ciclovie con almeno un livello costruttivo buono e non minimo – Sappiamo benissimo che l’intero tracciato costiero abruzzese soffre di una disomogeneità progettuale evidente, sia nelle dimensioni che nell’arredo. Nel caso in esame avremmo voluto suggerire, laddove già realizzata l’opera, ma lo abbiamo fatto per quanto ancora da fare, di attenersi a quanto previsto dall’Allegato A delle linee guida della Direttiva del MIT 375/2017 relativa alle modalità costruttive delle ciclovie turistiche (ulteriormente riprese dal Decreto Interministeriale 29 novembre 2018), ed in particolare alle caratteristiche geometriche (integrazione delle indicazioni del regolamento 557/99). Proprio per quanto indicato nella norma, visto il contesto e valutata la disponibilità di spazio, sarebbe stato agevole, e quindi opportuno, aggiungere almeno mezzo metro in più oltre quanto realizzato o previsto di 2,5 mt, per rientrare nella qualifica quantomeno di “livello buono”. Invece in questo caso si ricade nella classificazione di “livello minimo”, un parametro sicuramente a norma ma di oltre 20 anni fa!

Il tratto Grandi Alberghi – Ponte Saline: da ripensare – Abbiamo visionato il progetto e dato precisi suggerimenti (cfr mappa). Visto lo spazio a disposizione, come lo spartitraffico posto lato monte, prospiciente la multisala, ma anche le generose dimensioni dell’asse viario, di 8 mt, adiacente lo spazio previsto per la pista, poteva essere considerata l’opportunità di ridisegnare la zona per realizzare un importante viale ciclabile, idoneamente arredato, in grado di dare all’intera area una connotazione di rilievo nazionale, come in effetti è l’asse ciclo viario considerato (Ciclovia Adriatica), valutando che in effetti la localizzazione del tracciato è posto al confine nord di Montesilvano, quindi in ingresso o in uscita dal centro abitato. Dotando l’infrastruttura di segnaletica identitaria, aggiungendo magari pannelli informativi organici al tema, si trasformerebbe il tracciato da una semplice e marginale pista ciclabile ad una vetrina di rappresentanza di particolare valore turistico-ambientale.

L’opportunità degli attraversamenti – Ne sono previsti tanti: anche le se le bici hanno sempre la precedenza, come per i pedoni, da parte dei progettisti si continua ad adottare una segnaletica di sudditanza all’automobile: ne abbiamo spiegato la nostra contrarietà. Gli attraversamenti andrebbero realizzati dando loro una visibilità significativa, come chiaramente riportato nelle line guida del MIT sopra richiamate: “In corrispondenza degli attraversamenti urbani la ciclovia deve possedere standard tecnici di livello almeno “buono”, con le conseguenze geometriche conseguenti.

La segnaletica – A integrazione di quanto sopra, abbiamo aggiunto diverse considerazioni sulla segnaletica orizzontale e verticale che costituisce una componente percettiva importante della infrastruttura. Questa deve considerare due aspetti: il primo, d’uso dell’incrocio secondo quanto stabilito dal codice della strada, il secondo di carattere informativo turistico. Nel primo caso, premesso che negli attraversamenti il ciclista ha l’assoluta precedenza sugli altri veicoli, la segnaletica orizzontale posta su strada, i quadrettoni bianchi, deve includere la sequenza di triangoli prima della pista che assegna la precedenza all’utente più debole che sta attraversando (modello strisce pedonali), mentre per quella verticale va apposto un primo cartello triangolare con bordi rossi di avviso a debita distanza e poi quello quadrato blu all’altezza dell’attraversamento, che dà l’assoluta precedenza al ciclista in transito. Detta segnaletica di base potrebbe essere ulteriormente rafforzata con segnali visivi intermittenti, che potrebbero anche essere opportunamente attivati da segnalatori di presenza posti a debita distanza sulla ciclabile che intercettano l’arrivo di ciclisti e azionano il segnale luminoso (modello Smart Street).

Inoltre l’attraversamento ciclabile potrebbe essere cromaticamente posto in risalto per dare maggiore senso di continuità alla pista stessa soprattutto per i ciclisti che la percorrono, oltre che maggiore sicurezza sul diritto di precedenza.

Giancarlo Odoardi

Coordinatore FIAB Abruzzo Molise




FLAVIA MASSIMO in Norvegia

La violoncellista ospite dell’Istituto Italiano di Cultura a Oslo

La violoncellista e sound designer aquilana Flavia Massimo porterà la sua musica, composta e prodotta tra le montagne abruzzesi, ad Oslo a supporto della mostra Italian Routes dedicata ai paesaggi montani italiani e internazionali a promozione della grande tradizione italiana legata alla cultura della montagna come strumento di conoscenza del territorio montano e dei suoi valori.

L’evento è organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Oslo e dall’Istituto Italiano di Cultura a Oslo presso la Det Gamle Biblioteket (Arne Garborgs plass 4, 0179 Oslo). Flavia Massimo presenta Glitch per  violoncello, voce, field recording e live electronics. La regia del suono è a cura di Fabio Cardone.

Glitch è un mondo organico dove la perfezione svolazza e si distorce con grazia microcosmica. Il lavoro è incentrato sull’estetica di interferenze, errori e granuli sonori in una fusione di acustica ed elettronica. Un glitch, un guasto in un sistema elettronico, diventa un malfunzionamento del modo classico di suonare il violoncello, lontano dai canoni della musica colta per decostruire il suono dello strumento in piccole cellule sonore e sperimentare diverse possibilità.

La natura, costantemente presente nella musica di Flavia, ci insegna che la perfezione non offre alcun incentivo al miglioramento e gli errori sono utili per andare oltre ed evolvere. Per quanto imprevedibili possano essere, hanno una loro armonia. Integrare l’errore in una composizione musicale rende armonico il concetto stesso. “L’errore è qui per ricordarci l’inesauribile complessità della realtà”.

Il legame di Flavia con la natura si esprime anche attraverso la direzione artistica di Paesaggi Sonori, insolito festival di eventi culturali in luoghi naturalistici d’eccezione in Abruzzo.

Ad Oslo il concerto verrà introdotto proprio da un video racconto su Paesaggi Sonori con immagini del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, di Campo Imperatore, di Rocca Calascio, dell’Altopiano del Voltigno, del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, dei Prati del Sirente, dell’Area archeologica di Peltuinum, di Forca Castiglione di Tornimparte, di Valle Natrella di Castel Del Monte, del Parco Nazionale della Maiella, di Corvara, di Caramanico Terme, di San liberatore a Majella, della Costa dei Trabocchi, alcuni dei teatri naturali che hanno ospitato in forma momentanea artisti provenienti da tutto il mondo.

foto di Fabrizio Giammarco per Paesaggi Sonori




UN POMERIGGIO DI MUSICA e canti popolari

Si chiudono gli eventi per la Giornata internazionale della donna organizzati dall’Auser in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità, il concerto si terrà domani al Kursaal, alle 17

Giulianova, 12 marzo 2023. Un concerto organizzato dall’ Auser in collaborazione con la Commissione alle Pari Opportunità del  Comune di Giulianova, chiuderà la tre giorni dedicata alla Giornata internazionale della donna. Il concerto, che si terrà domani, lunedì 13 marzo, al Kursaal, propone l’ascolto di canzoni dialettali di alcune regioni italiane e canti popolari di altre nazioni, come Portogallo, Spagna, Tanzania, Perù. Ogni esecuzione sarà preceduta da una breve introduzione.

“Attraverso la canzone popolare – spiega la presidente dell’ Auser Patrizia Casaccia –  si riscopre l’identità di sentimenti e valori tra le diverse popolazioni del mondo, anche geograficamente, storicamente e culturalmente molto distanti da noi. Il concerto vuol evidenziare la grandezza umana e politica, oltre che artistica, di alcune donne che hanno riscattato con la musica una vita di violenza o di pesanti sofferenze,  di donne che hanno dedicato la propria vita a combattere le dittature per la riconquista della libertà perduta”.

L’evento di domani, che si svolgerà dalle 17,  è anche occasione per far conoscere l’ Auser,  associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo della popolazione. Nata nel 1989 per iniziativa della Cgil e del Sindacato dei Pensionati Spi-Cgil, si propone di contrastare ogni forma di esclusione sociale, migliorare la qualità della vita, diffondere la cultura e la pratica della solidarietà. La proposta associativa è rivolta in maniera prioritaria agli anziani, ma è aperta alle relazioni di dialogo tra generazioni, nazionalità e culture diverse.

A Giulianova si è costituita circa un anno fa e conta 75 soci. Ha la sua sede nei locali della Cgil, in via Matteotti. Suo obiettivo principale è lo stare bene insieme e rapportarsi costruttivamente con altre realtà Auser. Tra le attività introdotte, la pratica del turismo sociale e lo scambio culturale. Tante le visite a musei finora organizzate, mentre vivaci e propositivi sono i  rapporti con le scuole.




L’EMIGRAZIONE cantata da Rino Gaetano

[Salvatore Antonio – detto Rino – Gaetano, nato a Crotone da una famiglia di Cutro (KR), luogo noto alle cronache per una migrazione finita male qualche giorno fa. Riportiamo un articolo a firma di Sara Angioni sull’emigrazione secondo il noto cantautore]

di Sara Angioni

Sono passati esattamente 40 anni dalla morte prematura di Rino Gaetano, cantautore fra i più capaci a smascherare l’ipocrisia benpensante italiana attraverso le sue canzoni. Brani emblematici e iconici proprio perché dietro il loro apparente disimpegno si celava un’ironia tagliente troppo spesso censurata dal cancellino vivace targato DC.

Rino Gaetano ci ha lasciato un’eredità preziosa che tutt’ora stimola dibattiti, discussioni e vere e proprie contese politiche, laddove l’una o l’altra fazione viene accusata dell’appropriazione indebita di un patrimonio culturale che Rino ha saputo regalarci in soli otto anni di attività. Pochi all’anagrafe, ma densi di creatività e dedizione tanto da donare vita eterna alla sua musica, interrotta sul più bello.

Rino ha raccontato l’emarginazione sociale, l’alienazione industriale, la doppia faccia di una società retrograda che si finge moderna, ma anche l’amore scevro di banalità e cliché. Fra le tematiche ricorrenti ritroviamo l’emigrazione e il Meridione, in un’epoca in cui gli italiani del sud erano considerati alla stregua di immigrati esteri invisi a certa politica, investiti da un disprezzo xenofobo che non è mai stato del tutto sconfitto.

Rino aveva sperimentato sulla propria pelle cosa significasse lasciare il proprio paese di provenienza in Calabria per ambientarsi altrove, affrontando a 10 anni il trasferimento della famiglia a Roma. Sempre coerente col proprio stile privo di sentimentalismi e retorica, Rino non ha mai tematizzato l’emigrazione in maniera stereotipata:

“Ho fatto vari pezzi che parlano dell’emigrazione, ma ho sempre inserito questa piaga nel più vasto e alienante concetto dell’emarginazione e soprattutto non ho dipinto l’emigrante nella solita e trita iconografia (occhi lucidi, valigia di cartone e mamma in nero) cercando di cogliere maggiormente il travaglio dei suoi stati d’animo e dei suoi affetti.”

Rino racconta gli emigranti per necessità lavorative in seno a un’industrializzazione selvaggia, sottoposti alla diaspora perenne che sfocia nella nostalgia dei paesaggi immutati e incontaminati delle origini.

Elenchiamo qualcuno fra i brani più significativi sul tema.

AGAPITO MALTENI IL FERROVIERE

“Seppure complessato il cuore gli piangeva

Quando la sua gente andarsene vedeva

Perché la gente scappa ancora non capiva

Dall’alto della sua locomotiva

La gente che abbandona spesso il suo paesello

Lasciando la sua falce in cambio di un martello

Ricorda nei suoi occhi nel suo cuore errante

Il misero guadagno di un bracciante”




UNITI PER IL REDDITO, la lotta continua!

Presidi coordinati in tutte le città martedì 14 marzo presso i centri per l’impiego

Pescara, 12 marzo 2023 Difendiamo il reddito perché in questo paese il lavoro è in gran parte povero, sottopagato, precario e troppe volte irregolare. Il 4 febbraio abbiamo lanciato la campagna Uniti per il Reddito con presidi in 25 città per difendere il Reddito di Cittadinanza e rilanciare le priorità dei settori popolari e precari: un reddito di base universale.

Accanto alla necessità di un sostegno al reddito, serve un forte aumento dei salari in tutti i settori del lavoro, per garantire condizioni dignitose contro il carovita, l’aumento dei prezzi che avanza in tutti i settori: dalle bollette all’affitto, dalla spesa alla sanità.

Attraverso il programma GOL, piano attuativo del PNRR, il governo annuncia l’intenzione di avviare al lavoro 3 milioni di disoccupati nel giro di tre anni, per la maggior parte beneficiari di RdC o NASPI/DIS-COLL, con un sistema integrato fra Centri per l’Impiego e agenzie private di collocamento e formazione, obiettivo per cui sono stati stanziati 4,4 miliardi di euro.

Oggi sentiamo la necessità di contestare con forza questo programma che troviamo non solo insufficiente ma soprattutto l’ennesimo passo che viene fatto in direzione delle agenzie private e della precarietà. La cosiddetta “cooperazione tra sistema pubblico e privato” nei percorsi di formazione e avviamento non è altro che il coinvolgimento e finanziamento di agenzie private, che spesso sono tra i peggiori responsabili di offerte di lavoro indecenti, con salario e diritti ai minimi termini, mentre le amministrazioni pubbliche, per primi i centri per l’impiego, sono in carenza di organico. L’ultima volta che un governo ha potenziato i CpI è stato con l’assunzione dei navigators con contratti a 36 mesi, che ora stanno per scadere. È necessario stabilizzare tutti i precari e procedere ad assunzioni in massa a tempo indeterminato.

I fondi pubblici si devono usare per distribuire Reddito alla popolazione e offrire lavoro pubblico, stabile e ben pagato nei troppi enti sotto organico, non per finanziare enti di formazione e collocamento privati.

Il lavoro, inoltre, non è una condizione garantita in Italia, e l’abolizione del RdC avrà un grave effetto su milioni di disoccupati, tra cui negare la possibilità di rifiutare offerte di lavoro non dignitose; in questo senso le misure appena presentate dal governo sotto il nome di MIA (misura d’inclusione attiva) confermano l’intenzione di tenere bassi i salari e ridurre la parte di reddito distribuita ai settori più poveri della popolazione.

Non sorprende quindi se la maggior parte dei percorsi proposti dal programma GOL non avranno sbocco lavorativo, e i pochi posti di lavoro offerti nei circuiti di collocamento saranno a breve termine, con salari bassi, scarsi diritti.

La Federazione del Sociale e l’USB tutta contrasta il lavoro sottopagato in tutte le sue forme, ed è in quest’ottica che vogliamo:

monitorare il procedimento del programma GOL, rivendicando la centralità del sistema pubblico e tavoli periodici di confronto presso le amministrazioni regionali, deputate all’attuazione del programma, nei quali prendere visione delle proposte di lavoro effettuate e verificare, anche durante il rapporto di lavoro, che le condizioni siano dignitose

Ribadire che le modalità di collocamento deve passare per i Centri per l’Impiego pubblici, che innanzitutto vanno potenziati con risorse e organico: questa è la campagna di assunzioni che serve al paese, per potenziare i servizi e offrire occupazione stabile, ben retribuita e senza il ricatto della precarietà costante.

Pretendere politiche che affrontino strutturalmente il problema del lavoro nel paese tramite misure di sostegno al reddito e lo stop ai salari da fame. La soluzione non è togliere il reddito di cittadinanza ma piuttosto ampliarlo e affiancarlo a un salario minimo e un reddito di base universale

Invitiamo percettori di RdC, lavoratori e lavoratrici, pensionati, forze politiche e sociali, comitati territoriali, a sostenere questa campagna di dignità e condividere la partecipazione al presidio del 14 marzo dalle ore 10:00 a Pescara in Via Passolanciano 75 davanti al Centro per l’Impiego.




TRE PUNTI PESANTISSIMI per la Tombesi

Senza gli squalificati Bordignon e Masi, la Tombesi supera 9-5 il lanciatissmo Celano e scava un solco importante tra sé e le inseguitrici, a cinque giornate dalla fine. Massimo Morena: «Orgoglioso della squadra, abbiamo giocato la partita che avevamo preparato».            

Ortona, 12 marzo 2023. Dopo tre settimane di stop, con le squalifiche pesanti di Bordignon e Masi e contro un avversario reduce dal 6-2 rifilato alla capolista, la Tombesi sfodera una delle migliori prestazioni stagionali e incassa tre punti dal valore altissimo nella corsa alla promozione. Gialloverdi sempre in vantaggio nel punteggio, ma con un avversario tignoso e sempre alle costole: 1-0 di Iervolino al minuto 1.17, momentanteo pareggio di Biondi e immediato 2-1 di Moragas, tutto nei primi tre minuti di gara; poi, 2-2 di Della Rocca e, dopo la doppia ammonizione e conseguente espulsione di quest’ultimo, il 3-2 ortonese in superiorità numerica a firma ancora di Moragas. Sul finire del primo tempo, Berardi, entrato a partita in corso al posto dell’acciaccato Dario Dell’Oso, ha neutralizzato un tiro libero di Calvet.

Nel secondo tempo, il predominio dei padroni di casa si è fatto più netto: il gol più bello del pomeriggio è stato il quarto della Tombesi, con la perfetta palla di Moragas in profondità sulla corsa di Scarinci, che ha poi superato Di Terlizzi con un perfetto pallonetto. Dopo il terzo gol del Celano, siglato da Lancia, la Tombesi ha poi consolidato e allargato il vantaggio, con Moragas (reti del 5-3 e del 7-4, quattro in totale per l’argentino), Romagnoli (reti del 6-3 e dell’8-5) e infine Andrea Dell’Oso, autore dell’ultimo gol della serata. In mezzo alla festa gialloverde, due reti nel finale anche per Senna del Celano. Con questo successo, la Tombesi sale a quota 44 punti, terza a -5 dall’Academy Pescara e a -3 dalla Napoli Barrese ma, soprattutto, a +7 e con una partita in meno rispetto alle più dirette inseguitrici, Celano e Frosinone. Alla fine del campionato mancano cinque giornate.

«Sono orgoglioso e contento dei miei ragazzi, che hanno fatto una prestazione eccellente – queste le parole di Massimo Morena –. L’avevamo preparata così, volevamo giocare da subito in maniera aggressiva, puntando a non sentire troppo l’assenza di due giocatori ai quali, in questa categoria, credo nessuna squadra potrebbe rinunciare a cuor leggero, come Masi e Bordignon. Di fronte avevamo un Celano reduce da una grande vittoria, quindi in fiducia e in salute. Insomma, serviva una grande prestazione per vincere, e la squadra oggi è andata forse oltre le mie stesse aspettative: non abbiamo mai mollato un centimetro, anche quando loro ci hanno segnato e messo in difficoltà in alcuni momenti, non abbiamo mai rinunciato al nostro gioco, e penso che questa sia stata la chiave. Non mi sento ancora di dire che la promozione è vicina, certo questa era una partita da 6 punti, l’abbiamo fatta nostra e ora abbiamo un gran bel vantaggio, ma nelle ultime cinque partite dovremo sudarcela contro tutti. Ora testa alla Coppa: il prossimo weekend a Porto San Giorgio sarà comunque un momento di festa per la Tombesi, avremo ancora delle squalifiche importanti ma, come ha dimostrato oggi, questa squadra lotta e non si arrende mai, e anche in Coppa sapremo dire la nostra».

Giuseppe Mrozek




COMPENSAZIONE NECESSARIA E INDISPENSABILE

 12 Marzo 2023

Pescara sud – L’area di cui parlo, il pallino rosso nella foto aerea, si trova a due passi dall’uscita sud della circonvallazione di Pescara, quella di cui si prevede l’abbattimento (come tratteggiato), a ridosso del quartiere di Villaggio Alcione, e della Riserva Dannunziana. La conosco bene perché ci passo davanti tutti i giorni nel mio quotidiano tragitto di 3 km casa lavoro, in bici o a piedi.

Un giorno mi sono incuriosito e sono andato a cercarne la destinazione urbanistica nella mappa tutta colorata del PRG: parcheggi di scambio.

Con cosa, mi sono detto?

Adesso da queste parti della città accadono alcune cose interessanti, che ne cambieranno il volto, sia dal punto di vista funzionale che percettivo. Intanto stanno sorgendo due palazzi (già realizzati) ed una torre di nove piani, nell’area che nella foto che segue è campita con linee rosse (mentre quella contornata di bianco con un bel punto interrogativo è l’area in esame). Incidentalmente di lì a due passi, sulla sinistra, c’è il Parco 8 Marzo.

L’area in esame si estende per circa 1,5 ettari e per adesso è incolta e separata dal quartiere di Villaggio Alcione dalla ferrovia.

Per il resto è contornata da strade: una in particolare, che si chiama Via Alfredo Luciani. Fino ad oggi strada a basso traffico, ma che ben presto potrebbe diventare l’asse di entrata/uscita della circonvallazione, una volta abbattuto il tratto sopraelevato.

E Allora?

E allora sarebbe interessante capire se per caso qualcuno ha valutato l’impatto sul territorio del nuovo assetto viario dell’area, sapendo che ben presto quella zona verrà ulteriormente urbanizzata. In particolare, l’Impresa costruttrice Fidia, abbastanza nota in città, sta costruendo, come già detto, due palazzi da 5 piani e una torre di 9, per un totale di circa 80 appartamenti.

Ma Fidia ha già costruito nei paraggi, ed in particolare di fronte al Parco 8 Marzo, anzi, sembra l’abbia realizzato proprio l’impresa, come dice negli spot sulla propria pagina FB e di cui si vanta legando l’opera al concetto di sviluppo sostenibile, a cui ha abbinato la pista ciclabile adiacente, opera di mobilità sostenibile. Ma anche i nuovi insediamenti rimandano al concetto green.

E allora, senza fare grandi giri di parole ma giocando banalmente sulle misure di compensazione, a volte subdole ma in alcune occasioni utili chiavi di risoluzione di conflitti, non sarebbe banale ragionare sulla ipotesi che, rispetto all’impatto viario richiamato in precedenza per via del nuovo tracciato della circonvallazione (leggasi traffico), e a quello dei nuovi insediamenti abitativi (necessità sociali), l’area in esame con destinazione parcheggio di scambio diventi un piccolo parco, o un grande giardino, di Villaggio Alcione, magari con qualche servizio annesso, anche sanitario, che tamponi la pressione di traffico esercitata dai flussi veicolari che qui verranno deviati, e soddisfi la necessità di spazi verdi e di servizi di base mai sufficienti in ambito urbano per rispondere all’ovvia domanda di qualità della vita. Tra l’altro quest’area potrebbe essere agevolmente collegata alla Riserva Dannunziana, sollecitando ciò la rinaturalizzazione di Fosso Vallelunga.

Va da sé che una particolare attenzione alla mobilità ciclistica, dal punto di vista infrastrutturale, potrebbe completare l’opera, a cui sembra che l’impresa costruttrice Fidia riservi particolare attenzione, almeno al momento di vendere i propri appartamenti (come dai frame che seguono degli spot raccolti sulla loro pagina FB). Il Parco 8 Marzo, realizzato da loro, 3 mila mq, è e deve rimanere parte del sistema verde attrezzato.

Giancarlo Odoardi




CHE SUCCEDE tra destra cattolica e lega?

12 marzo 2023

La polemica è aspra. Se non rotta del tutto, appare fortemente incrinata in questi giorni la liaison tra quel mondo cattolico che da tempo ne sostiene organicamente le posizioni e una parte della destra. Il motivo di frizione riguarda in particolare importanti esponenti della Lega che, con il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia,  e il Vicepresidente del Senato, Luca Centinaio, hanno aperto al gender e alle adozioni gay.

La preoccupazione di quegli ambienti cattolici che per anni hanno plaudito a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni è stata platealmente espressa da Massimo Gandolfini, una delle figure di spicco del movimento del Family Day.

Gandolfini ricorda a Centinaio che “le coppie dello stesso sesso in Italia godono di tutti i diritti sociali, compresa l’eredità e la reversibilità della pensione al coniuge, introdotte con le unioni civili. Parificare del tutto i due istituti significa solo offrire modalità di filiazione con tecniche che ledono il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Se passa il matrimonio ugualitario basterà una sentenza a dare il via libera per l’eterologa per tutti, i bambini ottenuti con utero in affitto e adozioni gay. In pratica l’eliminazione delle figure di madre e padre per decreto e la definitiva affermazione della cultura di genitore 1 e 2”.

A Zaia, invece, Gandolfini rimprovera di spacciare “per civiltà, l’apertura di una clinica pubblica per il cambio di sesso. La transizione è già possibile per i maggiorenni in strutture private che ne hanno fatto un business. Garantire tutto il percorso in strutture pubbliche significa rivolgersi anche ai minori. Altri Paesi, come Gran Bretagna e Svezia, hanno chiuso queste strutture dopo il boom di transizioni eseguite su minori rovinati con menomazioni che li segneranno per sempre. Non seguiamo drammatiche esperienze che hanno già percorso altre Nazioni Europee e che legittimano l’ideologia gender veicolata tra i giovani e nelle scuole. Zaia pensi piuttosto a migliorare l’assistenza sanitaria di anziani, disabili e persone indigenti sempre più esposte al fenomeno dell’abbandono terapeutico”. Insomma, la polemica ha giunto il livello del calor bianco.

In realtà, i motivi di riflessione non mancano su quanto la destra nel suo complesso sia in grado di portare davvero in sede legislativa tutto ciò che ha spinto una parte del mondo conservatore cattolico a votarla compattamente, o di assistere ad un effettivo impegno sui temi di quell’area che viene definita delle questioni etiche.

Non dobbiamo dimenticare che nel passato non sono mancate le occasioni in cui le dichiarazioni non sono state seguite dai fatti. Lo è stato nel caso dell’approvazione della Legge Cirinnà sulle unioni civili che registrò un sostanziale disinteresse di una parte della destra ben rappresentato dalla frase di Matteo Salvini “Non sono un buon cattolico, so solo che lo Stato non dovrebbe entrare nella camera da letto dei cittadini”.

Allora si parlava di centrodestra ancora a guida Berlusconi, il quale sostenne la necessità di “ragionare di allargare l’area del diritto ad altri tipi di unione, come hanno fatto i partiti conservatori di altri grandi paesi, non può essere vissuto come qualcosa di sconveniente o come un allontanarsi dai nostri principi. Se la società cambia, la politica ha il dovere di prenderne atto. Una legge sulle unioni civili ben fatta, che non calpesti i diritti della famiglia, e soprattutto i diritti dei bambini, deve essere fatta”.

Vi è poi da considerare la latitanza pressoché generale in materia di applicazione della prima parte della Legge n. 194 sull’aborto a proposito della quale Giorgia Meloni si è spesa all’immediata vigilia delle elezioni dello scorso 25 settembre, lo ha fatto dieci giorni prima dell’apertura delle urne, ma si tratta di un tema che, al momento, sembra completamente sparito dall’agenda di questo Governo e di questa maggioranza.

Gandolfini ricorda i voti che anche la Lega ha ricevuto da parte di molti cattolici in maniera molto diretta: “Sono certo che quella parte di elettorato che ha dato il proprio voto alla Lega confidando in ben altri principi, non gradisce per nulla queste nuove proposte. Tradire il mandato degli elettori stanchi di un’ideologia woke e arcobaleno sostenuta da tutta la sinistra mondiale non paga mai nelle urne”.

 E così l’appello va direttamente a Salvini, dal quale, evidentemente, non ci si accontenta più dei bacini al rosario: “Il popolo del Family Day auspica che il segretario Salvini, che ha sempre difeso il diritto al padre e alla madre e contrastato l’ideologia gender, possa riportare la Lega nel campo dei valori della promozione della vita, della famiglia e della libertà educativa”.

https://www.politicainsieme.com/che-succede-tra-destra-cattolica-e-lega/



L’UMORISMO di Mikail Bulgakof 

A cura di Lucia Pompei

Teramo, 12 marzo 2023. Mercoledì 15 marzo 2023 alle ore 18, nella  Sala dell’Annunziata, Via N. Palma 31,  per il 15 Marzo (patrocinio  Fondazione Tercas)  ci sarà la presentazione di Mikail Bulgakof.. Seguirà  un recital dal titolo L’umorismo di Michail Bulgakov dall’opera Le uova fatali a cura di L. Pompei e B. di Curzio. In presenza: Sala Annunziata, via N. Palma, 31. A distanza: Google meet,  iscriversi a: segreteriasalottoculturale@gmail.com o per ricevere il link

Approfondimento: trama de Le uova fatali

Capp. 1–4

Il professor Vladimir Ipat’evic Persikov è il direttore dell’Istituto di Zoologia di Mosca. Ha 58 anni, è un tipo di alta statura, un po’ curvo, calvo, con occhialetti, carattere un po’ scontroso e solitario. Lavorano con lui all’Istituto Pankrat, guardiano zoologico, e il prof. Ivanov, libero docente. Persikov vive in una grande casa insieme a Mar’ja Stepanovna, una vecchia e devota badante di cui ha bisogno, perché è stato abbandonato dalla moglie. Il 16 aprile 1928 il professore lascia per un’ora e mezza delle amebe esposte all’azione di un raggio rosso al centro di una spirale luminosa prodotta dall’energia elettrica del microscopio, e si accorge che proliferano a una velocità fulminea e che le nuove nate divorano quelle deboli e crescono in modo rapidissimo. Informa allora Ivanov, che costruisce con lenti varie altri apparecchi con raggi sempre più grandi. I due scienziati conducono esperimenti positivi su uova di rana. La notizia si diffonde al di fuori dell’Istituto e un giornalista fantasioso, Alfred Bronskij ne amplifica la portata, parlando ormai della scoperta del “raggio della vita”.

Capp. 5–6

Intanto a Steklovsk si verifica una moria di galline: prima quelle della vedova del pope Drozdov, poi quelle della vicina muoiono vomitando sangue. Da lì la peste delle galline dilaga in tutta la Russia, per cui le autorità vietano di consumare galline e uova. Nel frattempo, uno stato straniero tramite una spia offre soldi a Persikov per essere messo al corrente delle sue scoperte ed avere i disegni degli apparecchi e l’invadente giornalista Bronskij chiede al professore informazioni sulle malattie delle galline.

Cap. 7

Tutte le galline dell’URSS sono morte e Aleksandr Semënovič Rokk, direttore del sovchoz “Raggio Rosso”, si reca da Persikov con un documento ufficiale perché vuole gli apparecchi per far rinascere le galline dalle uova. Ne porta via tre, nonostante le preoccupate proteste del professore. È un uomo con gambe corte, piedi piatti, occhi piccoli, abbigliamento antiquato, che prima della rivoluzione era un flautista estraneo alla politica.

Capp. 8–9

A Koncovka, nel governatorato di Smolensk, nel sovchoz di Rokk arrivano tre casse di uova, grandi e sporche, che vengono messe sotto il raggio degli apparecchi. Subito si diffonde una strana inquietudine percepita dai cani, dagli uccelli e dalle rane del circondario e quando si aprono le uova sono spariti i pulcini. Rokk va allo stagno per un bagno e nell’erba gli compare davanti un enorme rettile di 10 metri. Quando si avvicina la moglie, il serpente subito la sbrana mentre Rokk riesce a fuggire. Terrorizzato si reca dalla polizia per denunciare il fatto: due agenti armati si recano al sovchoz e non trovano anima viva; solo la serra pullula di enormi serpenti che li attaccano e li sbranano.

Capp. 10–12

Quando a Persikov vengono consegnate delle uova di gallina, invece di quelle di struzzo e di anaconda che aveva chiesto, tutto risulta chiaro, ma ormai è troppo tardi. Dal governatorato di Smolensk la popolazione in preda al panico fugge verso Mosca, dove viene dichiarato lo stato di guerra. L’esercito affronta col gas le bestie che si riproducono velocemente e bombarda le enormi uova, ma non riesce a fermare l’assalto. La folla inferocita assale e distrugge l’Istituto di zoologia e uccide Pankrat, Persikov e Mar’ja Stepanovna. Solo un’ondata di gelo inaudito, -18° nella notte fra il 19 e il 20 agosto 1928, riesce a fermare i rettili che stanno circondando Mosca. Sul terreno resta un putrido marciume che provoca epidemie. L’Istituto viene ricostruito nel ’29 e il nuovo direttore è Ivanov, il quale tenta invano di ottenere il raggio rosso.