LO SBARCO AL CENTRO della Meloni non si realizzerà

Per questo il centro va ricostruito, senza perdita di tempo

Giuseppe Fioroni

18 marzo  2023

Appartiene, Giuliano Ferrara, alla corte di lunga e gloriosa tradizione del giornalismo brillante e pugnace, sempre a cavallo del paradosso quando si tratta di scuotere le abitudini di normali lettori impigriti nelle certezze delle proprie convinzioni. Nel suo commento odierno, sul Foglio, a riguardo del discorso alla Cgil della premier, non smentisce questa sua capacità di aggredire i fatti, per ricavarne un nuovo indizio di verità. Piaccia o non piaccia.

“Ridicolo al momento – scrive in modo netto – chi insiste in schemi e pregiudizi. Smessi i panni della cristiana, madre eccetera, Meloni, che immaginavamo una Ducia liberale ma non fino a questo punto, porta l’abito di presidente del Consiglio, compreso un accento sociale che era estraneo alla sinistra italiana da anni e ora è affidato a Elly Schlein, vestita di diritti e compresa in un ruolo di opposizione ancora da definire, con composta attitudine istituzionale e una cura particolare nel ricentrare (trasformisticamente?) il sistema intorno a una nuova maggioranza nazionale che ha un sapore centrale se non centrista, occidentale, euroatlantico e, appunto, sociale”.

Questo richiamo al principio di realtà convince più di tante giaculatorie della sinistra alla Schlein, ferma a contemplare i canoni della contrapposizione di sinistra e destra, come se non fosse proprio la realtà, con gli imprevisti e le sorprese, a rendere obsoleto il modo di pensare un’alternativa di visione a colpi di insolenze concettuali e nondimeno, quando capita, anche verbali. La Meloni lavora a cambiare schema, provando a fare del suo partito il cardine di una maggioranza di nuovo conservatorismo, sulla traccia degli esempi storici, recenti e meno recenti, di stampo anglo-americano. E, a modo suo, immagina di assorbire il centro nell’orbita di una politica che si vorrebbe moderna e civile, emancipata da rigurgiti fascistoidi.

Non ci riuscirà, malgrado il brindisi di accoglienza nella cittadella liberale che le riserva l’ottimo Ferrara. Ciò non toglie, però, che a questa nuova destra non si debba rivolgere un’attenzione più sobria, quindi più intelligente. La luna di miele del governo è alla curva del suo declino irreversibile. Le contraddizioni emergeranno, i nodi verranno al pettine: difficilmente lo sbarco al centro della Meloni avrà successo. Per questo, lavorando a una alternativa tutta sua, il centro è chiamato a ricostruire casa, senza perdere tempo.

Tra la Meloni e la Schlein c’è un’Italia che chiede di essere rappresentata.

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