L’ABRUZZO CI INSEGNA A VIVERE

Imparo dal Gran Sasso e dal Velino la forza e la tenacia.

Imparo dalla Majella e dai Monti della Laga la gentilezza e la dolcezza.

Imparo dal mare Adriatico ad aprire orizzonti immensi e meravigliarmi delle albe e dei tramonti con la luce riflessa nell’acqua.

Imparo dall’orso marsicano la solitudine, la mansuetudine,  la giocondità e la forza nella calma.

Imparo del lupo il coraggio di superare le notti più tremende  e i boschi più oscuri con i suoi occhi luminosi.

Imparo dal pastore abruzzese la custodia degli altri  e la bontà che disarma il mondo.

Imparo dagli eremi celestiniani l’amore per il silenzio  e la consolazione divina della preghiera.

Imparo dai trabocchi che la vita  è come una barca in mezzo al mare che si regge grazie alle reti dell’umiltà e dell’amore.

Imparo dalla gente abruzzese ad essere  santo e brigante, pastore e cafone,  ospitale e chiuso nel confine del mio paese.

Imparo da questa terra che nella vita  è possibile guardare le stelle con Telespazio, ma nello stesso tempo le particelle più piccole  del mondo con il laboratorio del traforo della Bella Addormentata.

Riorno alle radici della genziana per assaporare  Il gusto della mia terra dove sono nato, ma dove voglio continuamente fiorire per portare i frutti della vita  che sono la pace e la gioia.

fra Emiliano Antenucci