PADEL PER LA RICERCA

Sport e divulgazione scientifica 13 e 14 gennaio 2024 – Circolo Padel Zero4, Torrevecchia Teatina

Chieti, 9 gennaio 2024. Si terrà il 13 e 14 gennaio prossimi, presso il “Circolo Padel Zero4” di Torrevecchia Teatina, un importante evento che coniuga sport e ricerca scientifica “Padel per la Ricerca”, infatti, è un evento di divulgazione scientifica legato al Progetto di Ricerca sulle Malattie Croniche Infiammatorie Intestinali (M.I.C.I.) promosso da Next generation EU.

Nell’occasione dell’evento sportivo, il 13 gennaio alle ore 9:00, sarà presentato il progetto “Novel-terpenoid prodrugs with antimicrobial and antinflammatory activities for the treatment of severe gastrointestinal diseases”, finanziato dall’Unione Europea e vinto dalle dottoresse Marilisa Pia Dimmito e Valentina Puca, ricercatrici presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara. Interverrà il dottor Francesco Laterza, Responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale clinicizzato “SS. Annunziata” di Chieti.

Il programma sportivo che seguirà questa presentazione, organizzato per tutti i livelli di gioco, sarà aperto a quanti avranno fatto preventivamente la propria iscrizione. Questo è il programma sportivo previsto: 13 gennaio – ore 9.00 – Doppio maschile; 13 gennaio – ore 15:00 – Doppio femminile; 14 gennaio – ore 9:00 Doppio misto. 

Questa nostra iniziativa – spiega la professoressa Ivana Cacciatore, docente di Chimica Farmaceutica nonché Presidente del Corso di Laurea in Tecnologie Eco-Sostenibili e Tossicologia Ambientale presso il Dipartimenti di Farmacia della d’Annunzio – ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso i fattori di rischio e i sintomi caratteristici delle Malattie Croniche Infiammatorie Intestinali (M.I.C.I.). Al contempo punta ad ampliare e consolidare il sostegno per la ricerca scientifica dedicata alla prevenzione ed al trattamento di tali patologie. Perciò una parte delle quote di iscrizione al torneo, che ci auguriamo siano davvero numerose – precisa la professoressa Cacciatore – sarà devoluta all’Associazione nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (A.M.I.C.I. onlus).

Maurizio Adezio




LO SCHIACCIANOCI. Russian Classical Ballet

Musiche di P.I. Cajkovskij. Direttore Artistico M° Gaetano Di Bacco. Teatro Comunale Maria Caniglia lunedì 14 gennaio ore 17:30

Sulmona, 9 gennaio 2024. Terzo dei tre speciali appuntamenti natalizi della Camerata Musicale, dopo il pienone registrato per i Gospel e per il Concerto di Capodanno con l’Orchestra di Odessa, al Teatro Caniglia domenica 14 gennaio alle ore 17.30 è il momento della danza con il Russian Classical Ballet che presenta Lo Schiaccianoci su musiche di Cajkovskij  e coreografie di Marius Petipa. Un’occasione imperdibile per rivivere una delle storie più celebri e amate di sempre in uno spettacolo indimenticabile, adatto a tutte le età, dai più grandi ai più piccini, un’occasione per tutti per immergersi nel regno della fantasia.

Fondato nel 2005 nella città di Mosca, il Russian Classical Ballet è composto da un cast di stelle del balletto russo. Con la direzione artistica di Evgeniya Bespalova, che firma anche i costumi di questo allestimento, si propone di conservare integralmente la tradizione del balletto classico russo.

Il Corpo di ballo  è composto da 35 ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole di Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Perm. Un ensemble dove preparazione accademica ed esperienze internazionali si sposano con la fantasia e l’innovazione di talenti emergenti nel panorama della danza classica moscovita.

Basato sulla fiaba di E.T.A. Hoffmann , Lo schiaccianoci e il re dei topi, il balletto (due atti di 45 minuti) racconta di una festa organizzata per la Vigilia di Natale. Tra addobbi e danze, un vecchio amico di famiglia intrattiene gli ospiti con giochi di prestigio, regali e pupazzi meccanici da lui stesso costruiti. Clara, figlia del padrone di casa, riceve in dono uno schiaccianoci con le fattezze di soldatino. Alla fine della serata si addormenta abbracciata al suo schiaccianoci, immaginando un mondo fantastico. Dopo aver combattuto contro il Re dei Topi e il suo esercito, annientandolo, rompe l’incantesimo e lo schiaccianoci diventa un bellissimo principe che la porta nel suo Regno dei Dolci, in cui le leccornie diventano personaggi e la Fata dello Zucchero fa felici i bambini che, come Clara, possono ancora sognare.    

Lo Schiaccianoci è considerato un capolavoro immortale nato dal genio di Pyotr I. Tchaikovsky  e brani come la “Danza dello zucchero fatato” e “Il valzer dei fiori” sono entrati nell’immaginario collettivo.

Il balletto  fu commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij. Il compositore  compose le musiche tra il 1891 e 1892 seguendo minuziosamente le indicazioni del coreografo Marius Petipa. La prima rappresentazione ebbe luogo il 18 dicembre 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. 

Una novità in quest’opera è la presenza di uno strumento, la celesta,  che Čajkovskij aveva visto a Parigi. Lo volle assolutamente inserire nell’organico strumentale e lo aggiunse nel secondo atto nelle scene della Danza della Fata Confetto. Lo schiaccianoci è uno dei soggetti più rappresentati oggi nelle scuole di ballo. 




BORSACCHIO: DIBATTITO PUBBLICO

Anticipo al giovedì 11 gennaio ore 18:30 presso il Palazzo del Mare di Roseto degli Abruzzi

Giulianova, 9 gennaio 2024. Si comunica che l’evento di chiusura del Dibattito Pubblico sulla riserva del Borsacchio, già da noi convocato per venerdì 12 gennaio, per via della convocazione del Consiglio comunale straordinario sul Borsacchio nello stesso giorno alle ore 18:30, è stato anticipato a Giovedì 11 Gennaio alle ore 17:30, presso il Palazzo del Mare a Roseto.

Tale decisione è stata presa poiché si vorrebbe offrire all’assise civica maggiori elementi di riflessione e la nostra relazione conclusiva, derivante da un ampio e qualificato dibattito di merito, potrebbe rappresentare uno di essi.

Demos Associazione Culturale




IN CAMMINO CON GIORGIO LA PIRA CON I SEGNI DELLA PACE

Di Nino Giordano

Politicainsieme.com, 9 gennaio 2024. E se un giorno Giorgio La Pira – ritornando ad operare tra noi a 120 anni dalla sua nascita – decidesse di scrivere una lettera aperta al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.

Egregio sig.  Vladimir Putin,

«dopo un lungo silenzio, sento ancora una volta il bisogno di intervenire in questo momento in cui, come me, tanta gente in tutti i continenti sta provando angoscia e dolore per le guerre in atto e in particolare per la guerra in Ucraina: un crudele paesaggio di distruzione e di cimiteri.

Fin dai tempi giovanili, a Messina – la città che è da sempre riconoscente nei confronti del popolo russo e di quegli eroici marinai russi che salvarono molte vite dopo il terremoto del 1908 – con Salvatore Quasimodo, il futuro premio Nobel per la letteratura, leggevo le opere di Dostoevskij e di altri scrittori russi.  È così che mi sono sentito attratto, quasi affascinato, dall’anima russa, un mondo esteso quanto tutto l’infinito. Trovo infatti nell’anima del vostro popolo un’ansia di infinito che spinge verso un processo di resurrezione; la sola logica dell’anima russa è il bisogno della fraternità, del rinnovamento, dell’amore.

Mi permetta, anzitutto, di ricordarLe alcuni passi fatti durante il mio lungo impegno al servizio della pace e dei miei decennali sforzi   per ristabilire i legami tra l’Est e l’Ovest, ai tempi ormai lontani della guerra fredda: una ferita nei rapporti Ovest-Est e che curata per anni si riapre oggi con pesanti conseguenze in altre aree geo-politiche ed anche tra i paesi del Terzo Mondo.

Ho sempre sperato in un’Europa unita con una presenza operativa della vostra Russia: l’importanza di una scelta della Russia verso l’Europa compare già intorno al 1600, con le scelte dello Zar Pietro il Grande e, più tardi, della Zarina Caterina la Grande, e che costruisce in San Pietroburgo, la prima grande porta verso l’Europa.

Ricordo sempre con affetto il mio incontro con il patriarca ortodosso di Mosca, nel ricordo di Massimo il greco compagno del nostro Gerolamo Savonarola, e uniti nella forza e nella divina ricchezza della fede cristiana; ho voluto e fatto realizzare a Firenze l’Università Europea. Tutta l’Europa: non solo il nord o l’ovest, ma anche l’est e il sud; ma non solo l’Europa ma Europa e l’Africa. Europa e l’Asia.

A Leningrado il 10 luglio 1970 parlai della necessità di unire le città per unire le nazioni; a Berlino nel giugno del 1969 di denuclearizzare l’Europa e il Mediterraneo: togliere dall’Europa e dal Mediterraneo le due tende del terrore (la Nato e il Patto di Varsavia) e piantare in essa- al servizio dei popoli del terzo mondo e di tutti i popoli della terra- la tenda della pace! La pace nella giustizia, nella sicurezza per tutti e nel rispetto della vita degli individui e dei popoli.

Sig. Presidente, oggi sono ritornati gli spettri della guerra fredda, con il pericolo nucleare più volte scongiurato. Già nel 1954 a Ginevra, in occasione dell’assemblea della Croce Rossa Internazionale parlai che dinanzi alla minaccia di una guerra nucleare “le generazioni attuali non hanno il diritto di distruggere una ricchezza che è stata loro affidata in vista delle generazioni future! Si tratta di beni che derivano dalle generazioni passate e di fronte ai quali le presenti rivestono la figura giuridica degli eredi fiduciari: i destinatari ultimi di questa eredità sono le generazioni successive (et ereditatem acquirent eam, Salmo 68). Ci troviamo di fronte ad un caso che i Romani definivano sostituzione fide-commissaria, cioè di un commesso di una famiglia destinato a perpetuare in seno al gruppo familiare l’esistenza di un determinato patrimonio”. 

In pace i figli seppelliscono i loro padri, ma in guerra sono i padri a seppellire i loro figli, diceva Erodoto. Perché non sperare?

Non sperare nella pace?

La speranza è, in certo senso, una avventura ed è un rischio: ma forse che, per il rischio di perdere la sementa, il contadino smette di seminare?

Proverei grande sollievo nel vedere cessare, una volta per tutte, la guerra fratricida tra due città a me tanto care: Kiev e Mosca. Mosca guardandola illuminata dall’aereo, mi ricordai di una visione della Gerusalemme celeste che ebbe sant’ Antonio di Kiev quando ammirando la bellezza di Mosca, riconobbe in essa l’immagine terrena della città di Dio, la Gerusalemme celeste; Kiev, gemellata con la mia Firenze e culla del cristianesimo russo: città dove andai in pellegrinaggio nelle antichissime grotte, dove si ritiravano in preghiera i primi eremiti cristiani russi. Ogni città è sacra. Perciò le città non vanno toccate, non vanno distrutte dalla guerra. Bisogna consegnarle, intatte ed arricchite, alle generazioni future.

Oggi con le bombe nucleari, che annienterebbero l’intera umanità, non si può fare la guerra, fisicamente essa è un’assurdità. L’interlocutore non è un nemico da uccidere in guerra, ma è un uomo con cui si deve competere nella pace. 

Edificare la pace – o spezzare la pace- non è più opera che spetti a coloro che sono preposti alla direzione della vita politica degli Stati e delle nazioni. Consiste sempre più in un processo di edificazione che esige vaste analisi e tocca tutti gli interessi più vitali della comunità umana. La parola ultima, la più impegnativa e decisiva, spetta ormai direttamente, in certo senso, ai popoli.

I Popoli non possono e non devono più attendere il giudizio della storia su quanto è accaduto piangendo i propri cari di fronte alle loro tombe. Due guerre mondiali hanno già sconvolto il “vecchio continente” che oggi rischia di vederne nascere una Terza con il conflitto in essere tra la Federazione Russa e la Repubblica Ucraina e il possibile e incombente pericolo nucleare.

Di fronte al crinale apocalittico della storia, uno spartiacque tra la minaccia dello stermino e la pace perenne, è inevitabile il negoziato globale tra le forze in lotta.

Signor Presidente, perché non dare al mondo presente una prova che solo l’accordo, il negoziato, l’edificazione comune, l’azione e la missione comune per l’elevazione comune di tutti i popoli sono gli strumenti che la Provvidenza pone nelle mani degli uomini per costruire una storia nuova e una civiltà nuova? Perché non ripartire dalla Conferenza di Helsinki del 1975, che – insieme ad altri rappresentanti di tanti paesi del mondo – preparai con il presidente Aldo Moro e mons. Agostino Casaroli?

La conferenza di Helsinki fu il primo passo che doveva portare alla distensione, al negoziato, all’unità, al disarmo, alla giustizia, alla libertà e alla pace fra tutti i popoli della terra; la firma dell’Atto finale prefigurava una svolta nei rapporti e nelle relazioni tra Est ed Ovest, con sviluppi produttivi nei confronti delle popolazioni africane. La Conferenza di Helsinki, una cosa incredibile, non fu soltanto europea: l’Europa unita e con essa l’America, il Canada…tutto il mondo. E il capitano di questa conferenza europea fu il Papa Paolo VI. La pace universale.

Fu un rivoluzionario e pacifico coinvolgimento diretto degli Stati e -dal basso- di tutte le città “ come libri vivi della storia. Ciascuna città è legata a tutte le altre: formano tutte insieme un unico grandioso organismo portatrici di proposte di pace e non di afflizione, nella prospettiva storica del disarmo universale e della trasformazione dell’arsenale atomico in aiuti economici ai Paesi del Terzo Mondo.

È questa la strada per ricostruire insieme, Oriente ed Occidente, una casa comune in grado di reggere alle tempeste, una casa costruita che deve fondarsi sulla roccia come dice il vangelo di Matteo. E la roccia sono i santi che Occidente e Oriente venerano insieme: i santi Cirillo e Metodio, San Vladimiro, Sant’Antonio di Kiev, San Teodosio, San Sergio di Radonigi, San Nilo e tutti gli altri che sono il comune tessuto di santità della Chiesa d’Oriente e della Chiesa d’Occidente. In cammino con i segni della pace.

La pace è il sorriso di Dio».

Lettera a cura di Nino Giordano, a nome dell’Associazione Movimento Giorgio La Pira per il Mediterraneo, che – nata per volontà del compianto prof. Fabrizio Fabbrini – incentiva la conoscenza del pensiero e della testimonianza del Professor Giorgio La Pira, il sindaco santo della città di Firenze.

In cammino con Giorgio La Pira, con i segni della pace – di  Nino Giordano – Politica Insieme




CONTRO LA CHIUSURA DEL CANILE SANITARIO

Consegnate 7mila firme. Berardinetti: la Marsica non può perdere questo servizio

Sante Marie, 9 gennaio 2024. C’erano anche gli amici a quattro zampe ieri mattina durante la consegna delle settemila firme alla Asl 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila per dire no alla chiusura del canile sanitario di Sante Marie. La struttura di proprietà dell’Unione dei Comuni Montagna Marsicana è stata aperta 13 anni fa e accoglie in media mille cani l’anno.

A fine 2023 l’azienda sanitaria locale ha deciso di pubblicare un bando per creare un nuovo canile sanitario all’Aquila – dove ce n’è già uno da 50 posti – con dei box dove poter ospitare i cani. L’apertura del secondo canile sanitario nel capoluogo comporterebbe la chiusura di quello di Sante Marie, strutturato e attivo da anni, dove arrivano cani non solo dalla Marsica ma anche dalla Valle Peligna e dell’Alto Sangro.

“In dieci giorni abbiamo raccolto settemila firme”, ha commentato Lorenzo Berardinetti, sindaco di Sante Marie e promotore della petizione, “proprio perché la Marsica non può perdere un altro servizio importante come questo. Ho consegnato personalmente la petizione all’ufficio protocollo della Asl chiedendo da subito di poter incontrare i vertici della Asl insieme agli amministratori locali e ai volontari che operano in modo egregio ogni giorno nel canile sanitario per lavorare a una nuova convenzione con l’obiettivo di contrastare ulteriormente il randagismo”.

Insieme a Berardinetti ieri mattina sono arrivati nella sede Asl di via XX Settembre ad Avezzano l’assessore del Comune di Avezzano, Cinzia Basilico, e i rappresentanti delle associazioni, come “Adotta anime randagi Trasacco” e “Associazioni volontari abruzzesi animali ambiente” che hanno a cuore il futuro del canile sanitario di Sante Marie.




BORSACCHIO, RIPRISTINARE IL PERIMETRO ORIGINARIO

La riserva del Borsacchio è uno dei luoghi più importanti per biodiversità e bellezza paesaggistica della costa abruzzese.

Pescara, 9 gennaio 2024. Dal 2005, anno della sua istituzione, la riserva è diventata patrimonio di escursionisti, scolaresche e cittadini che hanno a cuore la tutela dell’ambiente e la conservazione del territorio, necessaria per la qualità delle nostre vite e si può dire che essa abbia assunto anche un importante inestimabile valore sociale.

La riserva del Borsacchio è Bene Comune, ma la Giunta Regionale sembra non accorgersi di questo dato evidente e acquisito, preferendo dare sfogo agli appetiti di politici e cementificatori. Infatti, la riserva

è stata oggetto di vari tentativi di riduzione del suo habitat naturale dalle più svariate istituzioni pubbliche, come nel 2021 in occasione della modifica del piano di assetto naturalistico (PAN) giustamente criticata da tutte le associazioni ambientaliste.

Con un colpo di mano Il Presidente Sospiri mette ai voti l’emendamento regionale che azzera di fatto la Riserva naturale del Borsacchio e l’opposizione da prova di sé con un silenzio complice: 1.100 ettari di riserva ridotti a 24!

Noi di Potere al Popolo saremo nelle lotte a fianco delle guide naturalistiche, dei comitati cittadini, delle associazioni ambientalistiche, mobilitando gli attivisti e la popolazione locale, affinché questo emendamento votato in modo vigliacco venga ritirato.

Potere al Popolo Abruzzo




BILANCIO DI UN ANNO DI GOVERNO DELLA DESTRA

Maggioranza e opposizione chiamate entrambe ad affrontare le vere emergenze del Paese

di Angela Casilli

Agenziastampaitalia.it, 9 gennaio 2024. Le scelte che l’Italia si attende in questo 2024 dal governo sono molte, ma i buoni propositi e le speranze si scontrano inevitabilmente con la dura realtà di un mondo scosso da due terribili guerre i cui esiti, imprevedibili, ci lasciano sgomenti e preoccupati. A ciò si aggiunge un quadro economico incerto e dai risvolti non sempre chiari e una competizione tra superpotenze dagli esiti, anche questi, non quantificabili nella loro gravità.

In questo contesto l’Italia non si fa mancare nulla, anche se le quotidiane baruffe politiche sono all’ordine del giorno, alzano cortine fumogene sui reali problemi del Paese che vanno dalla crescita al rallentatore, al debito pubblico altissimo, alle disuguaglianze sociali che crescono sempre in tempo di crisi economica, agli investimenti del PNRR ancora da realizzare e quanto mai necessari ad un Paese come il nostro in perenne affanno.

Servirebbe una svolta che, per il momento, non c’è, anche perché le forze politiche anziché cercare una unità di intenti, continuano a contrapporsi praticamente su tutto. Il governo, per la prima volta guidato da una donna, dopo un anno, ha bisogno di fare un bilancio serio e onesto del suo operato. Molte delle promesse fatte in campagna elettorale sono state disattese, ma la chiara collocazione occidentale nelle due guerre in atto, tutt’altro che scontata per il filoputinismo di alcuni esponenti della coalizione governativa, è apprezzabile, come apprezzabili sono la prudenza nella gestione dei conti pubblici, la riformulazione di misure demagogiche come il reddito di cittadinanza, distribuito a pioggia e il superbonus edilizio del 110%.

Tuttavia, la prudenza non può essere il fine ultimo di un governo che vuole durare cinque anni e che presto dovrà vedersela con la campagna elettorale per le europee. Campagna elettorale partita con troppo anticipo, che può trasformarsi in un’arma di distrazione di massa, di propaganda, e nascondere così i veri problemi del Paese a vantaggio dei temi identitari che possono consentire una facile vittoria, senza dimenticare, però, che le rincorse propagandistiche non vanno mai molto lontano e le emergenze restano, se non si ha una chiara percezione dello stato dei fatti.

La riprova, di quanto finora detto, la si è avuta con la votazione in Parlamento contro il Mes, scelta dannosa come non mai, perché siamo stati l’unico Paese a non ratificare il trattato, dando così ragione a quanti in Europa, sottovoce o apertamente, ci considerano un Paese che fatica ad onorare i propri impegni europei e pretende, invece, di imporre a tutti gli altri Paesi le proprie decisioni.

Se la Premier vuole avere voce in capitolo, cioè pesare nella prossima maggioranza europea e nelle scelte su quella che sarà la futura Commissione, allora il voto contro il Mes è stato un errore e una scelta europeista coerente non è più rinviabile, in barba alla cavalcata a destra e alle pulsioni antisistema che caratterizzano la campagna elettorale del segretario della Lega, perlomeno per chi aspira a costruire uno schieramento conservatore moderno, sia in Italia che in Europa.

La presidenza italiana del G7, in questo 2024, è una formidabile occasione per operare scelte che vadano nella giusta direzione, come sarebbe importante che in questi mesi nascesse un’opposizione degna di questo nome, impegnata in Parlamento a far valere le proprie idee, anziché guerreggiare e polemizzare sul nulla.  Elly Schlein nel contrapporsi alla Meloni, che da par suo ha accettato la sfida, cerca la consacrazione ad una leadership che nemmeno il suo partito le riconosce completamente, anche perché non è ancora chiaro cosa voglia farne.

Forse ha dimenticato che il PD è stato l’asse portante di tanti governi negli ultimi anni ed ha saputo esprimere una classe dirigente utile nei momenti più difficili che, nel nostro Paese, non mancano mai. Ma la competizione a sinistra riguarda anche Cinque Stelle, dove Giuseppe Conte vuole essere lui il leader federatore del centro-sinistra e, solo a questa condizione, dichiara di essere disponibile a trascinare il Movimento, per sua natura refrattario ad essere federato, in uno schieramento unico, alternativo al centro-destra, maggioranza di governo. La competizione durerà a lungo, sempre più lontana la possibilità di avere una Sinistra più unita e innovativa, con buona pace di chi prevedeva, brevi tempore, la caduta del governo e la disfatta della Destra.




LA CENA DEI TRE AMORI

Uno spettacolo e una cena dedicati alle tre tipologie di Amore che si confronteranno tra loro per averla vinta una, sulle altre …e il pubblico sarà chiamato a dire la sua! Venerdì 26 gennaio 2024, ore 20, 3 amori e 3 sapori in scena!

Pescara, 9 gennaio 2024. La Cena dei tre Amori è uno spettacolo teatrale in tre atti, messo in scena in un ristorante. È un viaggio curioso, inedito, originale, su che cosa ci spinge in amore, giocato sul doppio binario dei Sentimenti e della Cucina, sulla comune matrice che muove entrambi i mondi: tre punti di vista sull’amore/dell’amore, tre anime, tre ispirazioni, tre combinazioni, tre alchimie, tre attrazioni possibili.

Nello sviluppo di ciascuno dei tre atti, gli attori, smessi i panni della coppia, vestono i panni di tali amori, confrontandosi in scena tra loro, interrogandosi in modo acceso, provocatorio, contrapposto, divertente, profondo e realistico su qual è la vera natura dell’amore, giocando tra immagini e metafore enogastronomiche, sconfinando in un confronto sul rapporto tra cibo, vino e l’Amore. Come dice Carl Gustav Jung, «L’amore è un concetto estensibile che va dal cielo all’inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l’infinito».

Sarà proprio questa dimensione così aperta e variegata a coinvolgere gli spettatori, impegnati a partecipare, a degustare, a scoprire le verità dell’amore per comprendere come ogni considerazione su una dimensione, ci apre dimensioni di comprensione e riflessione sull’altra.

La cena dei 3 Amori, ideata e prodotta dallo studio SELF bioenergetica dello psicoterapeuta e regista Marco Di Giovanni, con la partecipazione degli attori Chiara Di Maggio, Fabrizio Paluzzi, Stefania Zeoli (organizzazione e comunicazione a cura di cu_i comunicazione umanistica integrata), sarà messa in scena venerdì 26 gennaio 2024 presso il ristorante Hai Bin a Pescara. La cena è patrocinata dal sodalizio delle Lady Chef abruzzesi che presterà la supervisione dei piatti gourmet.

Lo sapevi che esistono 3 tipi di Amori possibili?

E che sono gli stessi tipi di combinazioni che sceglie uno chef per la Cucina? Nella commedia a cui assisterai, questi 3 amori lotteranno tra di loro per primeggiare l’uno contro l’altro, in una battaglia dialettica senza esclusioni di colpi! Chi vincerà? E tu quale sceglierai? Quale dei tre tipi di passione fa al caso tuo? In più, tra un atto e l’altro gusterai le pietanze ispirate a ciascuno dei tre amori e ai tre tipi di cucina! Non perdere quest’occasione! Cultura, divertimento e buona cucina, tutto insieme! Perché non approfittarne?




IN MUNICIPIO MICHELE POSTERINO E MARTINA DE CARLO

L’assessore Marco Di Carlo riceve i giovani atleti reduci dal Campionato Nazionale di Beach tennis di Cesena

Giulianova, 9 gennaio 2024. Questa mattina, l’assessore Marco Di Carlo ha ricevuto in sala consiliare Michele Posterino, 15 anni, studente dell’ Istituto Moretti di Roseto, e Martina De Carlo, 16 anni, iscritta invece al Liceo Saffo, anche questo a Roseto. I due ragazzi, entrambi giuliesi, sono tornati in municipio per ricevere le congratulazioni dell’ Amministrazione Comunale ed una pergamena ricordo per i brillanti risultati ottenuti al Campionato Nazionale di Beach Tennis che si è tenuto a Cesena dal 3 al 7 gennaio scorsi.

Michele Posterino, allenato a Pescara da Antonino Zapparata, si è laureato Campione italiano nella Categoria Under 16; Martina De Carlo, allenata da Gianluca Sarti e Filippo Recinella, è  invece Vice Campionessa Italiana della stessa specialità, nella categoria Under 18. Il Campionato si è dunque concluso con il taglio di due traguardi eccezionali, due risultati che hanno premiato l’impegno dei ragazzi e la competenza degli allenatori.

“Era doveroso ringraziare questi giovanissimi giuliesi – sottolinea l’assessore Di Carlo –  A loro auguriamo ulteriori soddisfazioni, nel segno della sana competitività e dei valori sportivi.”




LA MEMORIA DI RAFFAELE FRATICELLI

La  giornata a lui dedicata nel centenario della nascita. Sindaco, De Cesare, Giannini: “Un genio che vogliamo ricordare e promuovere soprattutto fra i giovani”

Chieti, 9 gennaio 2024. Si svolgeranno domani, martedì 9 gennaio, al Teatro Marrucino, in vico della Porticella e all’Auditorium del Museo delle Scienze Biomediche le manifestazioni per il centenario della nascita di Raffaele Fraticelli. Tre tappe per ricordare il poeta, scrittore, artista eclettico scomparso nel 2021. Stamane la conferenza di presentazione della giornata, con il sindaco Diego Ferrara, io vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo De Cesare, l’assessora Alberta Giannini e i figli del poeta, Marco e Paolo Fraticelli.

“Fraticelli è stato un teatino puro, oltre che un cittadino geniale, questo non solo per i suoi natali, ma anche per il suo attaccamento e senso di appartenenza alla città, tanto che possiamo usare il suo nome come un vero e proprio alter ego – così il sindaco Diego Ferrara – . È stato una figura chiave nella cultura abruzzese del XX secolo, che ha saputo esprimere con semplicità e autenticità l’anima della sua terra. Quello che vogliamo mettere in cammino, in occasione del centenario della sua nascita, è creare una serie di eventi in modo da rafforzarne, ove possibile, la figura, specie per le nuove generazioni, affinché anch’esse possano apprezzarne l’opera. A tale scopo istituiremo una borsa di studio, lo faremo attraverso le dovute procedure consiliari e soprattutto faremo una promozione della sua opera e di una storia davvero eccezionale nelle scuole, per far conoscere meglio questo autore teatino che ha anticipato tante tendenze e temi, promuovendo, al contempo, il valore delle proprie origini”.

“Teniamo moltissimo a questa celebrazione, perché Raffaele Fraticelli è un pilastro della cultura teatina e abruzzese e che noi ricordiamo con affetto – così il vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo De Cesare – Abbiamo cominciato a celebrarlo sin da dopo la sua scomparsa, lo abbiamo fatto trasformando una frase di una sua celebre poesia dialettale di Natale in una delle luminarie delle Feste nel 2021, nonché scrivendo una missiva al Marrucino per chiedergli di istituire un premio all’interno della rassegna del teatro amatoriale proprio dedicata a Raffaele Fraticelli. Era molto legato al nostro teatro dove ha tenuto conferenze, eventi e recite e dove ha dato il meglio di sé, insegnandoci mille sfaccettature del dialetto, oltre a origini e parlata. Sarebbe una cosa bellissima, dunque, ricordarlo attraverso tutto il suo lascito culturale”.

“L’interesse di questa Amministrazione è sostanziale per Fraticelli, siamo stati fortunati ad averlo e dunque a mo’ di restituzione vogliamo celebrarlo con più di un evento – così l’assessora Alberta Giannini -. Stiamo onorando una mente eccelsa che è nostro patrimonio. Il percorso della commemorazione che comincerà domani è il primo e sostanziale atto verso il Maestro. L’istituzione di una borsa di studio di cui sono stata promotrice con una mozione passata all’unanimità in Consiglio, sarà il passo ulteriore. Sono felice che questo percorso abbia preso il via. Studieremo con la famiglia altre iniziative per onorare il nome, l’opera e anche le origini di questo genio teatino”.

“L’evento nasce da un passaparola fra l’associazione Chieti nuova 6 febbraio, Uni3, la Rai Abruzzo, nonché l’ex sindaco Francesco Ricci che è stato fra i motori delle iniziative di questo centenario – così Paolo Fraticelli, uno dei figli del poeta – . Si comincerà domattina con una prolusione della professoressa Eide Spedicato, profonda conoscitrice delle opere di nostro padre, a seguire ci sarà un tributo del regista Dino Viani che aveva in animo di costruire un film sulla sua vita ed ha cominciato ad acquisire registrazioni che diverranno un corto che vedremo la prima volta domani. Poi ci trasferiremo al Vico Porticella, per scoprire un’epigrafe in ricordo del luogo dove ha vissuto “bardascello” e nel pomeriggio ci sarà un ciclo di relazioni  con vari testimoni, dal vescovo di Chieti, monsignor Bruno Forte, che racconterà il Fraticelli credente; alla professoressa Graziosi per l’aspetto popolare della sua opera e chiuderà Nino Germano sull’esperienza radiofonica di nostro padre, che ha prestato la sua voce non solo a trasmissioni, pubblicità, satira e narrazioni varie, ma anche a manifestazioni come il Presepe di Rivisondoli, oltre che la Processione del Venerdì Santo a cui ha dedicato una poesia che dal lontano 1953 va in onda in radio ogni anno. Con il Marrucino abbiamo contatti per far tornare sul palco alcune sue opere come la versione dialettale de la Figlia di Iorio, nonché Carminell di lu vent, piece di grande attualità sul fronte della lotta alla violenza di genere ed etnica. Siamo anche pronti a condividere con la Città le opere ereditate, mettendole in mostra e rendendole fruibili”.

Programma

TEATRO MARRUCINO. Ore 9.30

–              Prolusione della Professoressa EIDE SPEDICATO-IENGO Università G. D’Annunzio

–              Intervento musicale a cura del M° GIULIANO MAZZOCCANTE

–              Cerimonia di inaugurazione dell’Epigrafe dedicata all’Artista in Vico Porticella – Zona Civitella

AUDITORIUM DEL MUSEO DELLE SCIENZE BIOMEDICHE – Piazza Trento e Trieste. Ore 17

Conversazioni su Raffaele Fraticelli Uomo e Poeta. Interverranno:

–              S.E. Mons. Bruno Forte Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto: “Il Poeta credente”

–              Professoressa Maria Rosaria Grazioso, di Chieti Nuova 3 febbraio: “Il Narratore popolare”

–              Nino Germano Giornalista RAI: “La voce radiofonica d’Abruzzo”




PREMIO PARCO MAJELLA

Pubblicato il bando della 27ª edizione

Abbateggio, 9 Gennaio 2024. Il Premio Nazionale di letteratura naturalistica “Parco Majella” giunge alla sua 27ª edizione. Il Premio, che si svolge sotto l’egida del Centro Scuola e Cultura Italiana di Toronto, è strutturato nelle seguenti sezioni in concorso:

A)           NARRATIVA edita

B)           SAGGISTICA edita

C)           POESIA edita

Non è prevista quota di partecipazione.  Tutti i testi dovranno essere inviati entro e non oltre il 31 marzo 2024. La PREMIAZIONE avverrà nel corso di una cerimonia che si terrà ad Abbateggio (PE), alla presenza di autorità ed esponenti del mondo ambientale e culturale, il 20 LUGLIO 2024. Il bando è scaricabile dal sito del Comune di Abbateggio: https://www.comune.abbateggio.pe.it/Premio-Parco-Majella-1.htm

Le dichiarazioni di Antonio Di Marco, presidente del Premio Parco Majella: in occasione della 27ª edizione del Premio Parco Majella rinnovo i ringraziamenti ad ogni Amico del Premio che ha contribuito nel tempo alla realizzazione di questa iniziativa culturale. Il Premio ha reso Abbateggio presidio culturale della letteratura naturalistica italiana, punto di riferimento per la difesa dell’ambiente attraverso la cultura e la letteratura.

La valorizzazione della letteratura ambientale è lo strumento attraverso il quale si è cercato di indicare un modello formativo basato sul binomio cultura/ambiente, in grado di sovvertire la linea di sviluppo di un piccolo borgo che nel 1997 era stato candidato ad ospitare una grande discarica.

La scelta compiuta 26 anni fa, nata dalla considerazione delle risorse naturali e umane del nostro territorio, ha portato ai risultati sperati e ha prodotto nel corso degli anni una sempre maggiore attenzione alla letteratura ambientale, attirando diversi personaggi di rilievo a scoprire la realtà del borgo di Abbateggio e della nostra regione.

Il Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica Parco Majella è un concorso letterario esplicitamente dedicato alla letteratura naturalistico – ambientale, per richiamare l’attenzione su opere nelle quali un ritrovato equilibrio tra uomo e natura apre un orizzonte nuovo, capace di valorizzare le nostre radici e indicare un modello culturale forte e denso di sviluppi e approfondimenti.

Il Premio Parco Majella si svolge nel mese di luglio in Abbateggio (PE), uno de I Borghi Più Belli d’Italia in Abruzzo ed è promosso dall’Associazione Alle falde della Majella in collaborazione con l’Amministrazione comunale.