A DIFESA DEL TRATTO SUD DELLA SPIAGGIA DI FOSSACESIA MARINA

Erosione: il sindaco di Giuseppantonio chiede interventi della regione

Fossacesia, 13 gennaio 2024

“Chiederò alla Regione Abruzzo di promuovere interventi per la difesa dei cinque chilometri della spiaggia di Fossacesia. Sono anni che il fenomeno dell’erosione, in particolare nella zona sud, ha fatto svanire oltre il 50% dell’arenile, limitando di fatto lo sviluppo turistico”.

È quanto è tornato a ribadire il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, ai rappresentanti delle associazioni di categoria e agli operatori delle attività pluriennali e stagionali, nel corso dell’incontro svoltosi il 9 gennaio scorso, presso il teatro Nino Saraceni, di Fossacesia, per illustrare il nuovo Piano Spiaggia, recentemente adottato dal Consiglio Comunale.

“Nell’area sud, proprio a causa della notevole riduzione delle spiagge libere ed in concessione, ci saranno pochi spazi per i numerosi bagnanti  che scelgono Fossacesia – ha sottolineato il sindaco Di Giuseppantonio – e per una località che negli ultimi anni sta facendo registrare una considerevole crescita per presenze tutto ciò rappresenta un grave danno perché il turismo è una delle voci più importanti della nostra economia. Per questi motivi, insisterò con la Regione perché vengano adottate tutte le misure necessarie per arginare il fenomeno erosivo nel tratto sud in particolare  e il rafforzamento delle protezioni nella parte nord”. Tra l’altro, uno studio dell’Enea riporta il problema di Fossacesia tra le spiagge italiane da preservare con interventi tempestivi.




CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI

Gigi Buffon inaugura

Teramo, 13 gennaio 2024 − Il capo delegazione della Nazionale di calcio Gianluigi Buffon e il vicepresidente della Figc Daniele Ortolano saranno gli ospiti dell’inaugurazione del secondo anno del Corso di formazione dell’Università di Teramo in Politiche e strategie delle società calcistiche, che lunedì 15 gennaio alle ore 11 comincerà il suo ciclo di lezioni. L’evento, riservato on line ai corsisti, sarà fruibile anche e solo dal pubblico in presenza nella Sala delle lauree del Polo didattico G. D’Annunzio dell’Università di Teramo.

Dopo i saluti istituzionali del rettore Dino Mastrocola, del direttore del Dipartimento di Scienze politiche Francesca Fausta Gallo e di Romano Orrù e Adolfo Braga, rispettivamente presidente e direttore generale della Fondazione Università di Teramo, il dibattito sarà condotto da Luigi Mastrangelo, delegato del Rettore allo sport.

Il coordinatore didattico Giuseppe Tambone illustrerà il piano del Corso di formazione, riconosciuto e accreditato come percorso formativo per l’abilitazione dei Direttori Sportivi (elenco speciale federale).

L’intervento di Buffon sarà particolarmente significativo, perché il Campione del Mondo del 2006 ha sostenuto proprio nell’ultima sessione di dicembre la sua prova abilitante presso il Settore tecnico Figc a Coverciano.

Nella prima edizione – spiega Luigi Mastrangelo – i corsisti dell’Ateneo teramano hanno tutti conseguito il titolo di Direttore sportivo e si sono distinti per l’elevata media registrata nelle valutazioni finali. L’Università di Teramo conferma ancora una volta la sua consolidata tradizione a livello nazionale nella formazione dei dirigenti sportivi, come testimonia anche la ricchezza del piano didattico che, oltre alle discipline curriculari previste dal protocollo di accreditamento federale, propone un ampio ventaglio di percorsi di approfondimento in tutte le aree gestionali di una società calcistica (tecnico-sportiva, organizzativo-gestionale, giuridica, economica, marketing e comunicazione, psico-sociale e laboratori).

FOTO: www.tendenzediviaggio.it




LA TOMBESI FA SUO IL BIG MATCH

Partita vibrante, nervosa, ma anche spettacolare e ricca di gol e giocate. La spunta la Tombesi, 6-5, a quindici secondi dalla fine. Massimo Morena: «Ogni partita questa squadra si supera, facendo un’impresa dopo l’altra. Il campionato è lungo, ma per una settimana godiamoci il primo posto solitario».  

Ortona, 13 gennaio 2024. Le ha mantenute tutte le promesse della vigilia: il big match del PalaCaldari tra Tombesi e Sporting Hornets, che si presentavano al fischio d’inizio a pari punti e in testa alla classifica, doveva essere una gara emozionante e divertente, equilibrata e nervosa, ed è riuscita ad essere tutto questo, oltre tutto di fronte a un pubblico numeroso e caloroso come mai prima d’ora a Caldari.

Partita piena di rovesciamenti di fronte e di risultato: ospiti avanti dopo 33 secondi con Mejuto, ma Tombesi pronta a rispondere e ripetutamente in gol con Masi (2.04), Scarinci (4.21), ancora Masi (9.00) e Iervolino (18.07). I problemi di falli hanno pesantemente limitato i padroni di casa nel primo tempo, come dimostrano i due tiri liberi concessi agli Hornets ma entrambi respinti da un Mambella sontuoso. A un secondo dal riposo, su una disattenzione ortonese su calcio d’angolo, Mejuto ha trovato il gol del 2-4, capace di ribaltare l’inerzia della partita.

Nel secondo tempo, gli Hornets hanno fatto vedere tutta la loro forza e la profondità del loro roster, mentre la Tombesi doveva fare a meno di Scarinci, espulso per doppia ammonizione. Terzo gol di Lancellotti, quarto di Mejuto, gol del sorpasso di Pochesci al minuto 9.04. I padroni di casa, però, non si sono dati per vinti e hanno continuato a giocare, fino al gol del 5-5 di Iervolino (13.19). Nel finale, con il ritmo calato per la stanchezza e tanto nervosismo sia dentro che fuori dal campo, l’espulsione per doppia ammonizione di Lancellotti ha permesso alla Tombesi di chiudere la partita in superiorità numerica: a 15 secondi dalla fine, ancora Iervolino (tripletta per lui) ha siglato il gol del definitivo 6-5. Con la nona vittoria consecutiva la Tombesi conquista, a quota 28 punti, la vetta solitaria del girone C del campionato di A2.

«Sono molto felice, abbiamo fatto una grande prestazione e meritato la vittoria – questo il commento finale di mister Massimo Morena –. In nessun momento, neanche dopo l’espulsione di Scarinci o sul 5-4 per loro, ho mai avuto la sensazione che l’avremmo persa. Abbiamo commesso alcuni errori gratuiti sui loro gol, in particolare sul secondo a fine primo tempo, che abbiamo pagato tanto nella ripresa.

Giocavamo contro una squadra fortissima, e ha confermato di esserlo, con rotazioni estremamente più ampie delle nostre, ma anche oggi questi ragazzi hanno fatto un’impresa, dando il massimo. Il campionato è ancora lungo, prossima settimana ci aspetta una gara difficile contro l’Italpol, l’unica squadra che finora ci ha battuti quest’anno, e la affronteremo senza gli squalificati Iervolino e Scarinci: ma per sette giorni godiamoci questo primato solitario, un risultato inatteso a inizio campionato e che ci stiamo meritando sabato dopo sabato. Sono sicuro non dei risultati futuri, quello è impossibile, ma assolutamente sì dello spirito e dell’impegno di questa Tombesi, una squadra che davvero non muore mai».




DELIBERA BIPARTISAN: ELIMINARE TAGLIO

L’assise civica chiede alla Regione di eliminare il taglio della riserva del Borsacchio nel corso del prossimo Consiglio regionale

Roseto degli Abruzzi, 13 gennaio 2024. Una delibera congiunta, approvata da tutta la maggioranza e da una parte dell’opposizione (Ciancaione, Di Girolamo e Ginoble), per chiedere alla Regione Abruzzo, già nel corso del prossimo Consiglio Regionale, di abrogare in ogni caso l’emendamento che ha tagliato del 98% la Riserva del Borsacchio e per chiedere alla Presidenza del Consiglio dei ministri di impugnare l’atto di fronte alla Corte Costituzionale.

È questo l’importante risultato raggiunto al termine del Consiglio Comunale straordinario e aperto di Roseto degli Abruzzi che, ieri sera, ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini, di tante associazioni e di diversi rappresentanti delle Istituzioni. Una vera e propria festa della democrazia.

Ad intervenire, tra gli ospiti invitati dalla Presidente del Consiglio Gabriella Recchiuti: gli Onorevoli Giulio Sottanelli, Luciano D’Alfonso (da remoto) e Daniela Torto; i Consiglieri Regionali Barbara Stella, Sandro Mariani, Dino Pepe e Mauro Febbo, e il Consigliere Provinciale Flavio Bartolini in rappresentanza del Presidente Camillo D’Angelo.

Il Consiglio è stato preceduto da una manifestazione pacifica in piazza della Repubblica durante la quale le associazioni che si battono contro il taglio della Riserva hanno consegnato al Sindaco Mario Nugnes le 11mila firme raccolte negli ultimi giorni.

Al termine di una lunga e intensa discussione, che ha vissuto anche degli interventi dei rappresentanti delle associazioni che si battono contro il taglio della Riserva, la maggioranza e parte dell’opposizione hanno trovato un accordo durante una Conferenza dei Capigruppo per uscire con una voce univoca sulla vicenda. Lo hanno fatto integrando la proposta di Delibera N.1 (presentata dalla maggioranza) con alcune richieste arrivate da tre consiglieri di minoranza e contenute nella proposta di Delibera N.2 da loro presentata.

Il documento, come d’altronde buona parte degli interventi in Aula, condanna il metodo adottato dalla Regione rimarcando la mancata condivisione di una scelta altamente impattante per tutto il territorio e traccia tutti i profili di illegittimità che l’approvazione dell’oramai famigerato emendamento contiene.

Inoltre, alla luce della discussione in Aula e delle segnalazioni arrivate dai Consiglieri Regionali, con la Delibera bipartisan l’Assise Civica chiede alla Regione Abruzzo di inserire, già nel corso del prossimo Consiglio Regionale convocato per il 30 gennaio, la modifica della Legge Finanziaria e, nello specifico, l’abrogazione dell’emendamento che ha portato alla riperimetrazione in base alla quale la Riserva naturale guidata Borsacchio è stata ridotta da 1.140 ettari a 24,7 ettari. Riportando, quindi, la situazione allo stato precedente.

Infine, si chiede di dare seguito e completare, tempestivamente e senza indugio, l’esame delle osservazioni al Piano di assetto naturalistico adottato nel maggio del 2021.

Oltre alle azioni politiche, poi, si chiede ufficialmente alla Presidenza del Consiglio dei ministri di impugnare la norma approvata notte tempo dal Consiglio regionale abruzzese dinanzi alla Corte costituzionale, perché palesemente illegittima in quanto adottata in disprezzo del procedimento dettato dalla Legge sulle Riserve naturali.

“Voglio ringraziare tutto il Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi che ha dimostrato, ancora una volta, una grande capacità e di maturità e responsabilità – afferma il Sindaco Mario Nugnes – Oggi sono ancora più fiero di essere Sindaco della nostra città che in questa occasione raggiunge un importante obiettivo grazie alle diverse sensibilità che la compongono, che siano esse politiche, associative o spontanee. Abbiamo dimostrato, come avvenuto già nel 2021 con l’Adozione del Pan, che di fronte alle battaglie giuste non si deve guardare il colore politico ma si devono valutare unicamente gli atti senza farsi condizionare dalle ideologie. Se c’è qualcuno che ha sempre creduto nel Pan, che non ha perso tempo, e che ha fatto di tutto per arrivare alla sua approvazione quella è di certo la nostra Amministrazione. A dimostrarlo sono gli ultimi 24 mesi di lavoro che, poche ore prima dell’emendamento notturno votato in Consiglio Regionale, si era proficuamente concluso con l’analisi delle ultime osservazioni – aggiunge il Sindaco – È questo lo strumento adatto per coniugare le esigenze ambientali con quelle di chi produce e vive nella Riserva, capace di far esprimere tutte le potenzialità, economiche e turistiche dell’area, non di certo un taglio frettoloso non suffragato da alcun dato tecnico o scientifico. Ringrazio, ovviamente, tutti i rappresentanti istituzionali intervenuti, le associazioni e i tanti cittadini che hanno partecipato all’Assise Civica che hanno dimostrato interesse a vicinanza al territorio di Roseto degli Abruzzi e la voglia di confrontarsi sui temi senza preconcetti”.




RISCHIO DI STOP AL GASOLIO agricolo agevolato in Italia

Allarme che segue l’esempio tedesco, preoccupazione di Cia

Pescara, 13 Gennaio 2024. In seguito all’implementazione della decisione tedesca di interrompere gli incentivi fiscali sul gasolio agricolo, Cia Chieti-Pescara esprime profonda preoccupazione riguardo al rischio di adottare una misura simile in Italia.

Il gasolio agricolo agevolato, nonostante la sua importanza cruciale per il settore agricolo italiano, ha subito negli ultimi tempi incrementi vertiginosi che hanno inciso pesantemente sul bilancio delle aziende agricole. Questo sostegno è stato fondamentale per garantire un costo del carburante più accessibile agli agricoltori, ma la recente escalation dei prezzi mette a rischio la sostenibilità economica delle imprese agricole.

“La decisione della Germania di interrompere gli incentivi fiscali sul gasolio agricolo ha sollevato una seria preoccupazione nel nostro settore. Tale misura minaccia la stabilità economica delle aziende agricole, già sotto pressione per vari fattori, tra cui le sfide climatiche e la crescente competitività a livello globale”, commenta il Presidente Cia provinciale, Domenico Bomba.

Per ora l’Italia non sembra essere coinvolta dal provvedimento ma, stando alla normativa vigente, le agevolazioni per il gasolio agricolo potrebbero presto scomparire. Infatti, come previsto dall’Art. 68 della Legge 221/2015, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite) redige una lista dei sussidi caratterizzati da un impatto dannoso (Sad) o favorevole sull’ambiente, tra i quali compaiono i contributi legati al gasolio agricolo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede, nel capitolo REPowerEU, una revisione dei sussidi ambientalmente dannosi a partire dal 2026: quindi anche in Italia sarà probabile un ridimensionamento del gasolio agricolo agevolato, con il pretesto di contrastare i cambiamenti climatici e promuovere l’economia verde.

Bomba continua sottolineando l’importanza di un dialogo costruttivo tra il governo italiano e i rappresentanti del settore agricolo, “È fondamentale che il governo ascolti le preoccupazioni del settore. Il gasolio agricolo agevolato è un elemento chiave per la nostra competitività e un provvedimento del genere rischierebbe di produrre solo abbandono dell’agricoltura e nessun beneficio. Rendere sostenibile l’agricoltura significa incentivarla con sgravi fiscali che interessano gli agricoltori e non eliminarli”.




UN ASSURDO E SGRADITO REGALO

La seconda rata di un consumo di acqua riferito a vecchissime bollette

Pescara, 13 gennaio 2024. Protagonisti della incredibile e contorta vicenda sono due enti pubblici: l’ATER di Pescara (gestore di 4329 alloggi popolari tra Pescara e provincia) e l’ACA (gestore della rete idrica pescarese e di altri 63 comuni).

I due soggetti diciotto anni fa stabilivano di trasformare alla radice le regole di gestione del servizio idrico: il 19 giugno 2006 l’ATER, tramite raccomandata comunicava all’ACA la decisione di recedere dai contratti in essere per la somministrazione di acqua negli immobili di proprietà e contestualmente invitava la stessa ACA a sottoscrivere i nuovi contratti, per la somministrazione di acqua, direttamente con i singoli inquilini degli alloggi.

L’ACA aderendo alla richiesta dell’ATER, quindi procedeva dal 2006 alla sottoscrizione dei nuovi contratti di fornitura direttamente con i singoli inquilini, con l’installazione di contatori parziali riferiti ai singoli alloggi, dismettendo i vecchi contratti intestati all’ATER e aventi a oggetto il contatore generale dei fabbricati.

Il 19 giugno 2006 è dunque una data importantissima, perché segna il passaggio da un modello gestionale basato sull’esistenza di un contatore unico generale (detto “padre”), presente in ogni edificio e dalla cui lettura scaturivano i consumi da ripartire per ciascun alloggio secondo un’approssimativa formula matematica; a un modello di gestione basato sulla reale e trasparente rilevazione dei consumi attraverso il contatore installato in ciascun alloggio, allo scopo di responsabilizzare gli inquilini e favorire la riduzione di sprechi e perdite, quindi migliorare nell’insieme la qualità del servizio erogato.

Il progetto due enti, di rivoluzionare il processo di rilevazione dei consumi per renderlo finalmente equo e giusto verso gli inquilini, è però naufragato nell’attimo in cui l’ACA, nonostante la dismissione dei vecchi contratti intestati all’ATER e l’attivazione dei nuovi contratti con i singoli inquilini, ha continuato a inviare bollette per l’addebito dei consumi idrici all’ATER, per il periodo di consumo dall’1.1.2007 al 31.12.2018.

È in questo modo emerso un evidente e mostruoso paradosso: il vecchio modello di gestione, dapprima fondato sulla rilevazione dei consumi attraverso il contatore generale e poi superato nel 2006, è infatti incomprensibilmente riapparso sulla scena, sovrapponendosi al nuovo modello di gestione basato unicamente sulla rilevazione dei consumi per mezzo di singoli contatori.

La citata sovrapposizione ha causato devastanti ricadute economiche per le famiglie assegnatarie, poiché dopo aver sempre regolarmente pagato i consumi dall’1.1.2007 al 31.12.2018 tramite i bollettini ricevuti dall’ACA, adesso si vedono costrette dall’ATER a pagare, per lo stesso periodo, importi per migliaia di euro di consumi relativi a bollettini/fatture che non hanno mai visto e ricevuto e che contengono, secondo quanto dichiarato dalla stessa Ater, “consumi incerti, non identificabili, errati nei conteggi, in svariate ipotesi già corrisposti, imputati erroneamente all’ATER e non ai condomini legittimamente costituiti”, per complessivi 590.000 euro.

Una quota consistente di questa spropositata somma è peraltro da imputare alle conseguenze degli innumerevoli e impuniti allacci abusivi, un fenomeno questo che scaturisce dall’annosa e irrisolta emergenza abitativa causata da una serie di fattori, quali occupazioni abusive, redditi insufficienti, povertà, esclusione sociale, ecc.

Gli inquilini nei giorni scorsi sono stati sollecitati dall’ATER a pagare la seconda di quattro rate annuali pur non essendo in possesso delle fatture emesse dall’ACA e pur non potendo verificare se i consumi fatturati siano reali o presunti; se l’ACA abbia rispettato o no la regolarità di fatturazione annuale o se abbia emesso fatture di conguaglio riferite a più anni, tali da incorrere nella prescrizione, secondo le norme vigenti.

Le scriventi organizzazioni sindacali rappresentate da Giuseppe OLEANDRO, segretario interregionale Abruzzo Molise del SUNIA-CGIL; Alberto CORRARO, segretario interregionale Abruzzo-Molise del SICET-CISL; Antonio MAZZA, presidente dell’UNIAT-UIL Abruzzo e Walter RAPATTONI, coordinatore dell’UNIONE INQUILINI Abruzzo, oggi denunciano l’avvenuto, disastroso fallimento dell’operazione avviata dall’ATER e dall’ACA nel 2006 al fine di rivoluzionare, senza riuscirvi, il modello di gestione del servizio idrico per renderlo trasparente, equo e efficiente.

Contestano la delibera n. 35 del 21 agosto 2021 per mezzo della quale l’ATER, con comportamento ingiusto e vessatorio, ha stabilito di addebitare alle famiglie assegnatarie il pagamento di consumi di acqua per 590.000 euro, relativi al periodo di doppia fatturazione 1.1.2007-31.12.2018.

Chiedono il ritiro immediato della delibera e la sospensione delle rate di pagamento, per non sovraccaricare i bilanci delle famiglie già colpiti e indeboliti da forti aumenti dei prezzi di beni e servizi.

Chiedono alla Regione Abruzzo, ente di vigilanza dei due enti coinvolti, di convocare urgentemente le rappresentanze sindacali degli inquilini, per discutere della problematica e dei rimedi da trovare per riportare serenità tra le famiglie assegnatarie.

Giuseppe OLEANDRO SUNIA-CGIL                           

Alberto CORRARO SICET-CISL                        

Antonio MAZZA UNIAT-UIL                    

Walter RAPATTONI UNIONE INQUILINI




CRONACHE DA DINTERBILD

Appuntamento con il gruppo di lettura alla Macondo

Pescara, 13 gennaio 2024. La Scuola Macondo di Pescara, per il quarto appuntamento con il Gruppo di Lettura previsto per martedì 16 Gennaio alle ore 19 ha scelto l’ultimo romanzo del suo fondatore ossia “Cronache da Dinterbild” (Neo edizioni) dello scrittore Peppe Millanta che gioca in casa e sarà presentato dall’editore Francesco Coscioni: qui ci si può immergere nello straordinario mondo offerto dallo spin-off del luminoso romanzo “Vinpeel degli orizzonti”, tradotto in Francia, Argentina, Cile e Romania, uno “sprequel” (che è un sequel, ma anche un prequel) con le ironiche, surreali, mirabolanti storie dei personaggi che hanno popolato il mondo di Vinpeel, prima che ci scivolassero dentro.

Nel villaggio di Dinterbild non c’è più nessuno. Sono rimasti soltanto Ned e il signor Biton. Aspettano che il mare porti le conchiglie giuste. Sono le conchiglie che dentro hanno le storie di tutti gli amici che hanno deciso di partire verso l’Altrove. Ned ha un piano, folle, l’unico possibile: vuole usarle per costruire qualcosa. In una cornice narrativa fatta di dialoghi, maree, attese e speranze, le pagine si popolano dei racconti custoditi dal mare. Sono teneri, divertenti, dolorosi, parlano di occasioni perdute, di attimi di felicità scivolati tra le dita, di coincidenze misteriose che segnano i destini. E mentre le storie spuntano dalle pagine, gli unici due abitanti lavorano al loro progetto, capiscono di non essere soli, e che Dinterbild è un crocicchio di esistenze. Non gli resta che scoprire come e se riusciranno a lasciare il misterioso villaggio.

La scrittura di Peppe Millanta diverte e incanta, gioca col lettore anche con quanto lasciato in sospeso nel romanzo precedente Vinpeel degli orizzonti, appunto.

Peppe Millanta, diplomato in drammaturgia e sceneggiatura all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico, dopo alcuni anni come musicista di strada esordisce con il romanzo Vinpeel degli Orizzonti (Neo Edizioni, 2018) con cui si aggiudica numerosi riconoscimenti tra cui il Premio John Fante Opera Prima, il Premio Città di Cuneo e il Premio Alda Merini, oltre a essere stato candidato al Premio Strega Ragazze e Ragazzi e selezionato per il Campiello Opera Prima.

Come sceneggiatore ha firmato per Rai1 la prima stagione della serie Blackout – Vite sospese” (Eliseo Entertainment, 2023) e collabora con la Rai Abruzzo per le rubriche “Quota Mille” e “Macchemito”,  ed ora “Scorci d’Abruzzo” in onda su Buongiorno Regione. È il fondatore della Scuola Macondo – L’officina delle Storie di Pescara, che tiene corsi dedicati alla scrittura creativa e alle arti narrative, ed è direttore artistico del festival SquiLibri di Francavilla al Mare (Ch), oltre che di Fiabosco, Area Faunistica per Creature Fantastiche nel cuore del Parco Nazionale della Maiella a Sant’Eufemia (Pe) dove sono custodite le statue, scolpite in pietra, di tanti personaggi misteriosi.

Dirige la collana “Comete – Scie d’Abruzzo” per la Ianieri Edizioni, dedicata alla narrativa di viaggio, e ha pubblicato “La rotta delle nuvole. Piccole bussole per sognatori testardi” (Ediciclo, 2020).

Per partecipare o ricevere il link, è necessario contattare la Scuola al 370.3525381, o via mail a scuolamacondo@gmail.com; sui social @scuolamacondopescara. La Scuola Macondo si trova in via De Cesaris 36, Pescara.




TANTO VALE DIVERTIRSI

Uno spettacolo che racconta da una prospettiva inusuale e originale il dramma della shoah

Sulmona, 13 gennaio 2024. Mercoledì 24 gennaio alle ore 21:00  il Teatro Maria Caniglia di Sulmona, in occasione del vicino Giorno della Memoria, ospiterà lo spettacolo Tanto vale divertirsi, scritto da Damiano Nirchio, diretto e interpretato da Antonella Carone, Tony Marzolla e Loris Leoci,  e prodotto da UNO&Trio ETS.

Meta Aps propone come quarto appuntamento della rassegna Oltre la stagione un momento di riflessione e di condivisione della memoria storica attraverso uno spettacolo ispirato a fatti realmente accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, al periodo di permanenza dei maggiori attori comici dell’epoca nel campo di transito di Westerbork in Olanda, dove questi artisti dovevano esibirsi in spettacoli leggeri di intrattenimento in cambio di una momentanea immunità dai campi di sterminio. Un lavoro di esplorazione dei meccanismi della risata fatto muovendosi su un terreno delicatissimo, basandosi su ricerche e testimonianze storiche e cercando di omaggiare il potere di quella risata che storicamente riuscì a “rovesciare la scansione del lutto”. 

Tanto vale divertirsi è un’operazione che racconta da una prospettiva piuttosto inusuale e originale il dramma della Shoah e, di riflesso, di tutte le situazioni in cui si trovano faccia a faccia oppressi ed oppressori, e che mostra come, anche in un contesto di morte e sofferenza, l’Arte e la Risata riuscirono a farsi spazio per aiutare a sopravvivere o anche solo per dare una chance in più. E proprio per il duplice fine dello spettacolo, trasmissione della memoria e dell’idea del valore salvifico dell’arte, Meta Aps e UNO&Trio ETS accoglieranno in una matinée gli studenti dei due poli liceali cittadini e delle scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo Lombardo Radice Ovidio; prima della rappresentazione dedicata agli studenti un importante momento di riflessione sarà affidato al Prof. Mario Giulio Salzano, Dottore in Storia dell’Europa dal Medioevo all’età contemporanea.

«Levi ha affermato che “La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace”, e in questo periodo storico, in cui siamo inondati da una sovrabbondanza di informazioni, in cui è difficile districarsi, è importante fermarsi, riflettere, in questo caso specifico attraverso il Teatro, ed agire sulla trasmissione della memoria per avere la capacità di riconoscere e affrontare situazioni analoghe, per agire sul presente» dichiara Patrizio Maria D’Artista, direttore artistico della stagione di prosa del Teatro Maria Caniglia, che prosegue «Meta Aps invita la cittadinanza tutta ad assistere a questo spettacolo intenso, che porterà alla riflessione attraverso la risata».

Si ricorda che i singoli biglietti al costo di € 20,00 (tariffa unica) sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online oooh.events. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.

Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi alle pagine social Facebook, Instagram, Twitter del Teatro Maria Caniglia o al sito www.teatromariacaniglia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com




AL VIA SUGGESTIONI

Arte e cinema in dialogo al Maxxi

Dal 19 gennaio al 1° marzo, ogni venerdì, proiezioni gratuite per approfondire i temi della mostra Diario Notturno. Di sogni, incubi e bestiari immaginari

L’Aquila, 13 gennaio 2024 – Il MAXXI L’Aquila inaugura il nuovo anno con Suggestioni, rassegna cinematografica, realizzata in collaborazione con L’Aquila Film Festival, che propone pellicole ispirate alle atmosfere surreali e visionarie della mostra in corso, Diario NotturnoDi sogni, incubi e bestiari immaginari, curata da Bartolomeo Pietromarchi con Fanny Borel e Chiara Bertini.

Sei le proiezioni gratuite in programma da gennaio a marzo: ogni venerdì, alle ore 19.30, la Sala della Voliera si trasforma e accoglie un viaggio attraverso il cinema d’autore.

Primo appuntamento venerdì 19 gennaio con il noir del 2018 Un lungo viaggio nella notte diretto dal regista cinese Bi Gan, un affascinante intreccio di sogni e ricordi diluiti in una dimensione onirica e misteriosa in cui il tempo acquista una valenza soggettiva e non lineare. In una sorprendente continuità con i contenuti della mostra, la pellicola è quasi un “diario notturno” fatto di oscurità, viaggi, sorprese, parole, ritorni e andate, amore e odio, ricerche e tempi che si mescolano, verità e menzogne.

Venerdì 26 gennaio al pubblico verrà proposto Cave of Forgotten Dreams, documentario realizzato nel 2010 dal regista bavarese Werner Herzog, uno dei massimi cineasti viventi. Girata in 3D, l’opera racconta della Grotta Chauvet nell’Ardèche, in Francia, che conserva i più antichi dipinti dell’umanità, segni ancora capaci di una grandissima forza espressiva, che richiamano alla mente i pittogrammi antropomorfi della sbalorditiva opera Resterai con me per tutta la notte che gli artisti di Numero Cromatico hanno realizzato proprio per la Sala della Voliera di Palazzo Ardinghelli.

Il 2 febbraio sarà la volta di Ti mangio il cuore, opera del 2022 del regista Pippo Mezzapesa. La proiezione sarà introdotta da un dialogo fra il regista e l’artista abruzzese Giuseppe Stampone che in Diario Notturno presenta un progetto speciale dedicato al borgo di Scanno e ai grandi fotografi del ‘900 che lo hanno immortalato.

La centralità della donna, la scelta del bianco e nero e l’estetica del film di Pippo Mezzapesa tessono un’immediata e potente connessione con i tratti delle fotografie di Scanno realizzate, fra gli altri, da Hilde Lotz-Bauer, Gianni Berengo Gardin, Henri Cartier-Bresson e Mario Giacomelli, parte della collezione di Franco e Serena Pomilio, presenti in mostra. La pellicola immortala un sud, antico e a tratti duro, con cui è facile sintonizzarsi, perché propone scenari ancora presenti nei racconti dei più anziani. La stessa esperienza si vive davanti alle immagini di Scanno che fermano il tempo ed evocano qualcosa che permane, impresso nella memoria collettiva: il tempo, il lavoro, il fluire della vita delle donne.

Il ciclo continua venerdì 16 febbraio con una profonda riflessione sul cambiamento e sulla metamorfosi proposta dalla pellicola Blue My Mind, lungometraggio del 2017 della regista e attrice Lisa Brühlmann, in connessione intima e perfetta, con il lavoro presente in mostra sull’Homo Aquaticus di Agnes Questionmark che definisce se stessa come un’artista transpecie, facendo della trasformazione il fulcro del suo esprimersi. Opera e pellicola condividono magicamente la fluidità suggerita dalla presenza della dimensione acquatica e la metamorfosi come processo coinvolgendo lo spettatore in una riflessione sull’evoluzione della nostra sopravvivenza come specie.

L’attitudine visionaria, trasgressiva, straniante, che ibrida l’umano e l’animale, la fantascienza e il mondo ordinario, evocata dai lavori in mostra di Caterina de Nicola e Thomas Braida è condivisa con Border – Creature di confine, pellicola di Ali Abbasi del 2018, penultimo titolo in cartellone proiettato il 23 febbraio. Seconda opera del regista svedese-iraniano, il film ha ottenuto una candidatura agli Oscar ed è stato premiato al Festival di Cannes. È un film immaginifico che inquieta e insieme meraviglia, incrociando cronaca sociale e atmosfera fantastica.

Il ciclo di proiezioni si conclude venerdì 1° marzo con Lazzaro felice del 2018 della regista Alice Rohrwacher. La pellicola risulta in relazione con l’opera Planète di Alice Visentin presente in mostra: la realtà intimamente connessa alla natura che muta e si “tramanda” è il tratto distintivo delle opere delle due Alice, magicamente fuori dal tempo quella della cineasta e in costante movimento quella dell’artista. Il racconto antropologico dei propri personaggi ha luogo in uno spazio e in un tempo indefiniti, in un’epoca pre-storica in cui le voci, le forme, i disegni e i colori sono gli unici segni dei tempi passati.

Le modalità d’ingresso alle proiezioni sono consultabili sul sito www.maxxilaquila.art fino a esaurimento posti. I possessori della MyMAXXI card potranno riservare il proprio posto scrivendo a mymaxxi@fondazionemaxxi.it.




BRIGIDA DI SVEZIA

Salotto culturale: il tema sarà trattato da Emilia Perri

Teramo, 13 gennaio 2024. Il prossimo 17 Gennaio  2024 alle 18,15  il Salotto culturale di Prospettiva persona 2024 (Patrocinio MIC e Fondazione Tercas)  Teramo – via Nicola Palma, 33 , 64100- Teramo, riprende i suoi appuntamenti settimanali.

Approfondimento

Un carattere sicuramente forte e deciso fin da bambina, quello di Brigida. Appartiene a una famiglia aristocratica. Sente la vocazione ma accetta di sposarsi con Ulf, governante di un importante distretto del Regno di Svezia, come voleva suo padre. La prima parte della sua vita, segnata da una forte fede, è spesa in un matrimonio felice dal quale nascono otto figli. Dopo più di vent’anni di matrimonio, il marito muore. Qui comincia la seconda parte della sua vita.

Nel 1349 va a Roma per ottenere il riconoscimento del suo Ordine intitolato al Santissimo Salvatore e che lei voleva fosse composto da monache e religiosi. Decide quindi di stabilirsi nella Città eterna, in una casa a Piazza Farnese che ancora oggi ospita la Curia generalizia delle Brigidine.  Cuore della sua missione – al pari della sua contemporanea Santa Caterina da Siena – sarà quindi chiedere al Papa di tornare presso la Tomba di Pietro.

È stata dichiarata nel 1999 Compatrona d’Europa da San Giovanni Paolo II, che ha sottolineato come “la Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore”. La sua figura è dunque molto cara agli ultimi Papi.

La trattazione storica della prof. Perri comprende documenti video ad uso didattico.




PROGETTO TENERAMENTE

Ripartono i laboratori gratuiti. L’iniziativa è rivolta ai bambini da zero a sei anni e ai loro genitori

Pescara, 13 gennaio 2023. Letture di fiabe, conoscenza della lingua inglese, massaggi infantili e laboratori sensoriali. Sono solo alcune delle attività del ricco calendario stilato dalla cooperativa sociale Orizzonte di Pescara nell’ambito del progetto “TenerAmente verso un’infanzia felice”, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e che ha l’obiettivo di prevenire e contrastare il maltrattamento infantile e sostenere le famiglie con bambini da 0 a 6 anni in condizione di vulnerabilità. Il progetto, coordinato da Fondazione CESVI e attivato a Pescara, Bari, Catania, Napoli e Bergamo, nella città adriatica vede protagonista la cooperativa sociale Orizzonte che negli ultimi anni ha attivato lo spazio tEssere in via Tavo 248 a Pescara dove organizza una lunga serie di attività rivolta ai più piccoli, ma anche ai loro genitori.

Si riparte lunedì 15 gennaio alle 18 con il laboratorio “Leggiamo insieme” promosso in collaborazione con la Piccola Libreria Origami di Pescara. Insieme alle operatrici, i bambini da zero a sei anni e i loro genitori avranno la possibilità di fare un tuffo nel fantastico mondo delle fiabe, con l’obiettivo di stimolare la loro fantasia e sviluppare la passione per la lettura. Gli incontri successivi sono in programma l’11 marzo e il 13 maggio.

Torna anche l’appuntamento con il “Caffè pedagogico” – 20 gennaio, 24 febbraio, 23 marzo e 20 aprile alle ore 10 – un laboratorio rivolto alle mamme e ai papà per condividere l’esperienza di essere genitori e capire meglio i bambini, alla presenza di una pedagogista. Come sempre, le famiglie avranno la possibilità di portare anche i propri bambini che saranno impegnati nel centro giochi con le educatrici.

Tra le novità in programma per il 2024, invece, c’è “English Spark Lab”, incontri di avvicinamento alla lingua inglese. Giochi, nursery rhymes, storie, creatività e tips per i genitori saranno gli strumenti d’eccezione di un percorso tematico tra i suoni e le strutture della nuova lingua, per aprire nuove possibilità di comunicare ai più piccoli. Gli appuntamenti saranno 16, divisi in 4 cicli da 4 incontri ciascuno, ognuno con un albo illustrato come tema conduttore. Si inizia il 17 gennaio e si va avanti ogni mercoledì fino all’8 maggio con incontri da 45 minuti. I bambini saranno divisi in due gruppi: da 18 mesi a 3 anni, con inizio alle 16.30; da 3 a 6 anni, con inizio alle 17:30.

Per i bambini più piccoli, poi, ci sarà la possibilità di partecipare agli incontri dedicati al massaggio infantile (0-6 mesi) e ai laboratori sensoriali (6-12 mesi). Nel primo caso, si tratta di un’attività ideata per favorire il contatto e la comunicazione che aiuta a comprendere meglio i bisogni del bambino e vivere più serenamente la maternità. Il laboratorio sensoriale, invece, è pensato per aiutare i bambini a scoprire ed esplorare il mondo che li circonda, per stimolare lo sviluppo psicofisico e per migliorare la fiducia in sé stessi. Gli incontri, della durata di circa un’ora con inizio alle 16, si svolgeranno secondo il seguente calendario: 5,12,19 e 26 febbraio, 4 e 11 marzo.

Proseguono, infine, le attività rivolte ai genitori in condizione di fragilità o temporanea difficoltà, attraverso percorsi di accompagnamento alla genitorialità, assistenza domiciliare e molto altro.




COSA CHIEDERE AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI EUROPEE?

La questione dei Trattati

di Umberto Baldocchi

Politicainsieme.com, 13 gennaio 2024. I cittadini italiani sono abituati – o erano abituati- a campagne elettorali in cui si ascoltavano i comizi dei leader e dei candidati. Alla TV potevamo assistere a “tribune politiche” forse un po’ noiose, ma in cui ogni candidato esprimeva con la massima chiarezza la propria posizione, in genere senza polemizzare continuamente con i competitori. Ed avevamo quel sistema proporzionale che, a detta dei politici di oggi, impone sempre e comunque la conflittualità. Oggi nella società dello “spettacolo”  che è l’opposto di quella del “dialogo”- e nel tanto efficace bipolarismo assistiamo a monologhi teatrali, pieni di furore e di accuse alla parte avversa, che  dicono poco di ciò che si persegue, ma riescono a condizionare molto, con le insinuazioni, le deformazioni polemiche, le accuse personalizzate verso l’avversario.

Ciò che di solito resta completamente fuori dalla discussione pubblica sono i contenuti concreti che attengono alla vita pubblica e privata di ciascuno di noi. Quante parole si sono spese su un irresponsabile colpo di pistola maldestro sparato alla Mezzanotte di Capodanno- che fortunatamente ha fatto solo un ferito-  e quante parole sono state spese per chiarire cosa può significare per gli Italiani e per gli Europei il nuovo Patto di stabilità e crescita che condizionerà  le nostre economie per un decennio?

C’ è l’alta probabilità che le ormai vicine elezioni europee si risolvano  in un confronto- sondaggio elettorale ad uso interno sul peso delle forze politiche italiane per ridistribuire i poteri entro il governo. Elezioni di “secondo  ordine ” come sono state definite le elezioni europee, o “elezioni di medio-termine” ad uso interno.

Certamente i candidati in campagna elettorale parleranno anche di Europa. Ma non è difficile prevedere in che modo lo faranno. Ci saranno due posizioni. Una parte dirà di volere un’ Italia più forte in Europa, una Italia che sappia contare di più, “battere i pugni sul tavolo” o dimostrare che la “pacchia è finita” ( finita per chi, però? ). E magari vorrà anche una Europa più forte, una “fortezza-Europa”,  ovviamente solo contro i nemici esterni, contro il pericolo russo e contro il “pericolo” migranti. Tanto per poter dire di essere “europeista”, anzi “più europeista” degli altri,  magari  anche a 360 gradi.  L’altra parte dirà invece che è necessaria più Europa, o una Europa più forte e più in grado di decidere rapidamente, per imporre norme e regole “virtuose” ai nostri politici riottosi e inaffidabili. Questa parte dirà di sostenere le vere posizioni “europeiste” contro i “sovranisti”, usando magari linguaggio e retorica federalista. L’ Europa per costoro però  altro non è che il “podestà straniero” che finalmente riporta un po’ di ordine nella nostra comunità nazionale disastrata. E che promuove attraverso una “costituzione” che non c’è, ma si finge che ci sia,  diritti per tutti, anche per i migranti, non è chiaro come; le disfunzioni sarebbero tutte e solo italiane, le istituzioni funzionanti solo quelle europee.

In realtà, ognuna delle due parti “usa” l’ Europa per fini diversi. L’ “europeismo” è solo una strategia, non un fine per l’uno e per l’altro. Nessuno dei due è “europeista” in senso coerente.

Il vero problema con cui si dovrebbe confrontare un candidato all’ Europarlamento  è quindi un altro: quale Europa per il futuro, quali finalità comuni, quali trattati. Sì,  quali trattati, perché l’integrazione europea è cresciuta, come sa chi l’ha un po’ studiata, attraverso una graduale, progressiva e concordata costruzione delle istituzioni comuni. Almeno dal 1948 al 2007. Poi le cose sono cambiate. In peggio.

Eccessivo   chiedere ai candidati come vorranno cambiare i Trattati? Niente affatto. Che le regole politiche debbano cambiare lo riconoscono   senza problemi coloro che   hanno una esperienza reale dell’ Europa. Mario Draghi, ad esempio, si è così espresso nella 15th Annual Martin Feldstein Lecture tenuta  l’ 11 luglio 2023  all’ Università di Cambridge (Massachussets):

“Una delle possibilità è procedere- come si è fatto sinora-  con l’integrazione tecnocratica, “funzionalista”, operando cambiamenti a prima vista tecnici e aspettando che ne derivino cambiamenti politici. Quest’approccio ha avuto successo da  ultimo con l’euro ed ha in definitiva anche rafforzato l’ UE, ma i costi sono stati elevati e i progressi lenti. L’altra possibilità è quella di procedere con un vero e proprio processo politico , in cui l’obiettivo definitivo è esplicitato sin dall’inizio ed è sostenuto dai votanti nella forma di un cambiamento del trattato UE”.

Se osserviamo i lavori recenti  dell’ Europarlamento- ma quale canale televisivo o mediatico ne parla?-  ed in effetti siamo di fronte alla più ampia proposta di riforma avanzata,  dal cosiddetto Progetto Spinelli del 1984 ad oggi.  Dopo il Trattato di Lisbona del 2007 il processo di costruzione istituzionale europeo, sempre operativo anche tra un Trattato e l’altro , si era “congelato” e le crisi più drammatiche sono sempre state affrontate, prescindendo dai trattati, o lavorando a livello intergovernativo ( così si è fatto con la crisi greca e la crisi dei debiti pubblici dell’ Eurozona nel 2009- 2011 al tempo della cd. austerità ) oppure derogando, con interventi interpretativi della Commissione, dalla normativa dei trattati ( è il caso della crisi del Covid-19 e di quella della guerra di Ucraina). Oggi però il problema di una revisione dei trattati, sempre rinviata, pare paradossalmente inevitabile e al contempo difficilissima, per il contesto in cui si collocherebbe. Sarà però inevitabile per il nuovo Europarlamento.

Ma senza dubbio la prospettiva di un nuovo allargamento ad est e poi nei Balcani renderebbe estremamente  difficile far funzionare l’ UE con le regole attuali: basta riflettere un attimo al peso squilibrante e destabilizzante che potrebbe derivare  per le regole finanziarie e per il bilancio comune  dall’inclusione in UE  dell’ Ucraina, che sarebbe lo Stato territorialmente più vasto della nuova Unione.

Torna a riproporsi, come in altri passaggi epocali, il difficilissimo- ma sempre  rimosso-  problema della combinazione di allargamento ed approfondimento delle istituzioni UE, sulla  cui  complementarità necessaria, inutilmente, aveva a suo tempo richiamato l’attenzione Jacques Delors. Una  vera quadratura del cerchio oggi in cui- di fronte alle tantissime  “emergenze ordinarie”  a fare le spese non potrebbe  essere altro che la prospettiva dell’ approfondimento.

D’altra parte, c’è anche la necessità di fare spazio alle richieste avanzate dai cittadini europei nella Conferenza sul “futuro dell’ Europa”, tenutasi  tra il 2021 e il 2022, i cui risultati sono stati sintetizzati da una pubblicazione ufficiale in quarantanove raccomandazioni. Si tratta di raccomandazioni che avanzano soprattutto la richiesta di innovazioni nelle politiche ambientali, economiche, ecologiche, sociali, culturali e civili,  innovazioni realizzabili a trattati invariati, ma in alcuni casi, non secondari, con radicali modifiche comportanti significativi mutamenti dei trattati stessi.

Di queste necessità e urgenze sembra aver preso atto l’ Europarlamento, al cui interno la Commissione Affari Costituzionali  (AFCO) del Parlamento europeo  ha adottato il 25 ottobre, con una maggioranza di 19 voti favorevoli dei cinque gruppi che avevano espresso il Comitato di relatori (PPE, S&D, Liberali, Verdi e Sinistra), sei contrari dei parlamentari dei gruppi ECR, Conservatori e Riformisti europei (a cui appartiene Fratelli d’Italia) e ID, Identità e democrazia (a cui appartiene la Lega) ed una astensione, il progetto di rapporto per la revisione del Trattato di Lisbona (TUE e TFUE).

Il Rapporto così adottato il  “ Report on proposals of the European Parliament for the amendment of the Treaties (2022/2051(INL)), presentato il 7 novembre  e sottoposto alla complicata e tortuosa procedura dell’ art. 48 del Trattato europeo è stato sì adottato ma, in modo sorprendente,  con una risicatissima maggioranza semplice (  291 a favore 274 contrari , con  44 astenuti e ben  93 assenti )approssimativamente approvato solo dal  40% dell’ Europarlamento. Dei gruppi che si erano pronunciati a favore in Commissione, Socialisti e Democratici, Popolari, Verdi, liberal di Renew Europe, Sinistra , solo i Socialisti e Democratici, i  Verdi e i liberal hanno confermato il voto positivo, mentre gli altri due partiti  si   sono spaccati, tra i popolari, il gruppo parlamentare più consistente, ha prevalso ampiamente il no e così anche nella sinistra , mentre i gruppi di opposizione, Conservatore e Riformisti ( gruppo cui aderisce Fratelli d’ Italia), Identità e democrazia ( gruppo cui aderisce la Lega) hanno ovviamente confermato il loro no.

Ciò che è emerso è evidentemente un dissenso di fondo, spesso inconfessato,  sulle modalità e sulle finalità effettive della riforma, un dissenso che rafforza il  blocco delle Destre che si oppongono apertamente alla revisione dei trattati per via parlamentare e convenzionale, evidentemente optando per la conservazione dei trattati o per la via intergovernativa, che consente comunque di rimandare al dopo elezioni ogni impegnativa proposta e permette di “non scoprire le carte”.

Ovviamente senza alcuna proclamata volontà di dare spazio a vera rappresentanza dei cittadini e a procedure più democratiche. Un superamento del “deficit democratico” non è alle viste, sembra più produttivo lottare per la prospettiva di una Europa forte, in grado di “difendere” la pace e i suoi confini  e di realizzare la transizione ecologica. E non bisogna negarlo vi è addirittura la tentazione – del resto manifestata apertamente- di evitare una modifica per via parlamentare e convenzionale   per una modifica da concordare e realizzare inserendola nei nuovi trattati di adesione dei nuovi Stati. Una soluzione sicuramente comoda per i governi e cioè per i governi europei più forti. Non certo per i cittadini europei.

Ma quali sono le linee del cambiamento proposto nel documento dagli Europarlamentari?  Quale Europa qui si delinea per il futuro ? Senza entrare in una analisi approfondita del senso complessivo delle tematiche  dei 267 emendamenti concordati ( SIC!) si può dire che le linee di fondo del cambiamento mirano in teoria, se ci atteniamo al comunicato stampa emesso dall’ Europarlamento il 25 ottobre 2023, ad alcuni obiettivi essenziali quali possono essere rafforzare le capacità di azione dell’ UE attraverso  una modifica del sistema legislativo dell’ UE , reso più efficace e più bicamerale, attribuire la capacità di dar voce ai cittadini europei, aumentare le competenze politiche dell’ Unione e introdurre  un meccanismo di referendum europeo.

Più democrazia dunque? Se si vanno ad osservare I singoli numerosissimi emendamenti evidentemente frutto di un complicato compromesso derivante probabilmente da scambio tra le parti più che da una sintesi volta a conciliare organicamente le diversità, si scopre agevolmente che il progetto contiene  spunti che vanno in direzioni diverse non sempre congruenti tra loro, come si notano macroscopiche carenze e talvolta “fughe in avanti”.   Prova evidente della necessità di una vera Convenzione e, prima ancora,di un preliminare confronto coi veri “constituent” europei, coi cittadini. Che tutti i partiti sono ben lontani dal perseguire.

Solo alcuni esempi, spigolando tra le righe degli emendamenti proposti.

C’è innanzitutto un cambiamento nominalistico. La Commissione non si chiama più   Commissione, ma Esecutivo come si precisa nell’emendamento 43 ( modifica art.17.1 del TUE)  ed in tutti i seguenti passaggi ad essa riferiti , si moltiplica poi  il numero delle votazioni/decisioni da assumere  a maggioranza qualificata, non più all’unanimità, entro il Consiglio dell’ Unione ed entro il Consiglio europeo, infine, con gli emendamenti 231 e 232, si  attribuisce un effettivo  potere di iniziativa legislativa all’Europarlamento. In pratica  nella procedura legislativa ordinaria, la proposta  fatta a maggioranza assoluta dall’ Europarlamento non è più una proposta che può realizzarsi solo se recepita dalla Commissione, ma una proposta effettiva che viene sottoposta al Consiglio dell’ Unione , mentre la Commissione è semplicemente informata, ovviamente affrontando poi tale proposta le incognite del tortuoso percorso dell’art. 294. Certo è un passo in avanti, se pure decisamente timido.

Si conferisce poi all’Europarlamento, con un emendamento che collega il diritto di iniziativa  legislativa all’iniziativa dei cittadini europei ex art, 11, comma 4, la possibilità di trasformare in atto legislativo- al pari di quanto può fare la Commissione- una iniziativa dei cittadini europei. Una possibilità certo molto limitata – per le condizioni difficili da realizzare- un milione di firme, un numero significativo di Stati ecc–  ma significativa. Peraltro, a questo si aggiunge la possibilità di un referendum europeo che può esser proposto dall’ Europarlamento al Consiglio Europeo che può a maggioranza accettarlo.  Poteri legislativi dunque modesti e vincolati, anche se innovativi. Primi limitatissimi passi , sembra, verso una vera  iniziativa parlamentare.

Il quadro va però ampliato con altri importanti aspetti innovativi. Suscitano decisamente maggiori perplessità le novità introdotte  entro le Disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune ed in particolare nell’art. 42 del TUE.  Con l’emendamento 59 si estendono  notevolmente gli ambiti  della  politica  estera e di sicurezza comune, includendovi anche la capacità dell’ Unione “di difendere gli Stati Membri contro le minacce”  e si precisa che tale politica di difesa e di sicurezza “dovrà essere  finanziata dall’ Unione attraverso un bilancio dedicato rispetto al quale l’ Euro-parlamento è co-legislatore ed esercita il controllo”. Si tratta di passaggi estremamente impegnativi che difficilmente possono essere oggetto di accordi intergovernativi efficaci o di contrattazioni, ma che richiedono la trasparenza e il dibattito che si può realizzare  solo in una vera Convenzione. Basti pensare solo al delicatissimo tema di quale dovrebbe essere la fonte di finanziamento ordinaria  del bilancio militare comune ( fonti fiscali, eurobond o altro) quali regole dovrebbero valere per questo bilancio nell’ eurozona e quali fuori dell’ eurozona, quali compatibilità tra investimenti militari e vincoli finanziari  e via dicendo. Tema tanto più delicato in quanto  il vecchio art. 222 sulla clausola di solidarietà in cui i riferimenti alla solidarietà interstatale sono limitati a calamità naturali,  attacchi terroristici e calamità naturali provocate dall’uomo, dovrebbe esser sostituito da un nuovo testo ( emendamento n. 204) che introduce, evidentemente in riferimento soprattutto ad “altro” dalle calamità naturali ed umane o dal terrorismo, dei poteri straordinari di emergenza conferiti alla Commissione dall’ Europarlamento e dal Consiglio. Dove è facilmente ipotizzabile il  riferimento ad una guerra convenzionale, mai esplicitamente citata.

Si tratta ovviamente di modifiche possibili, ma solo se  in raccordo chiaro e in totale compatibilità tra queste prospettive e l’impegno dell’ art, 3 comma 1 del TUE a favore di una promozione della pace, e non ad una semplice “difesa” della pace.

Altri aspetti, infine, che concernono la democrazia effettiva dell’ UE restano decisamente scoperti.  Nessun riferimento per esempio all’annoso problema, sempre by-passato, della “procedura elettorale uniforme” per le elezioni europee.

La posizione assunta dalla  Conferenza sul futuro dell’ Europa, con la proposta n. 38 punto 3, sulla possibilità di “liste transnazionali” evidentemente da eleggere in apposite circoscrizioni transnazionali per arrivare a superare l’elezione europea come somma di ventisette elezioni nazionali, non è stata presa neppure lontanamente in considerazione. Gli “europarlamentari” attuali non sembrano  sensibili alla europeizzazione delle elezioni.

Le elezioni europee del 2024 non sono poi molto lontane. Ma è evidente che queste tematiche centrali non possono più esser  considerate  polvere da mettere sotto i tappeti.

Sul tema dei Trattati  i candidati al Parlamento dovrebbero essere educatamente ma rigorosamente interrogati dai cittadini. Questo sarebbe un modo di  realizzare davvero una vera e seria partecipazione, in grado di combattere l’astensionismo crescente che ha caratterizzato questo appuntamento europeo.




IL LAVORO: mezzo di santificazione

da fra Emiliano Antenucci

Avezzano, 13 gennaio 2024. “Silenziosamente, di nascosto come Gesù a Nazareth, oscuramente, come Lui, passare sconosciuto sulla terra come un viaggiatore nella notte… poveramente, laboriosamente, umilmente, con mitezza, facendo come Lui, transiens bene faciendo, disarmato e muto dinanzi all’ingiustizia come Lui, lasciandomi, come l’Agnello divino, tosare e immolare senza far resistenza né parlare, imitando in tutto GESÙ a Nazareth e GESÙ sulla Croce…”.(Charles de Foucauld)

Il lavoro nobilità l’uomo, ma dona dignità, realizzazione personale, mezzo di santificazione e serve per il bene della società. Nel lavoro umano diventiamo co-creatori e co-redentori con il Signore partecipando all’opera della salvezza del Padre celeste per il mondo, tramite il Suo Figlio Gesù. La dottrina sociale della chiesa dice: “Il lavoro è un diritto fondamentale ed è un bene per l’uomo: un bene utile, degno di lui perché adatto appunto ad esprimere e ad accrescere la dignità umana. La Chiesa insegna il valore del lavoro non solo perché esso è sempre personale, ma anche per il carattere di necessità.

Il lavoro è necessario per formare e mantenere una famiglia, per avere diritto alla proprietà, per contribuire al bene comune della famiglia umana. La considerazione delle implicazioni morali che la questione del lavoro comporta nella vita sociale induce la Chiesa ad additare la disoccupazione come una «vera calamità sociale», soprattutto in relazione alle giovani generazioni. Il lavoro è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti coloro che ne sono capaci. La «piena occupazione» è, pertanto, un obiettivo doveroso per ogni ordinamento economico orientato alla giustizia e al bene comune. Una società in cui il diritto al lavoro sia vanificato o sistematicamente negato e in cui le misure di politica economica non consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di occupazione, «non può conseguire né la sua legittimazione etica né la pace sociale».

Un ruolo importante e, dunque, una responsabilità specifica e grave appartengono, in questo ambito, al «datore di lavoro indiretto», ossia a quei soggetti — persone o istituzioni di vario tipo — che sono in grado di orientare, a livello nazionale o internazionale, la politica del lavoro e dell’economia (n.287- 288)”.

Gesù a Nazareth lavora con san Giuseppe, e fa l’artigiano, questo termine alcuni traducono falegname, altri fabbro. Cosa ci insegna Nazareth?

Il grande papa san Paolo VI scrive: “In  primo  luogo  essa  ci  insegna  il  silenzio.  Oh!  se  rinascesse  in  noi  la  stima  del silenzio,  atmosfera  ammirabile  ed  indispensabile  dello  spirito:  mentre  siamo  storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh!  silenzio  di  Nazareth,  insegnaci  ad  essere  fermi  nei  buoni  pensieri… pronti  a  ben  sentire  le  segrete  ispirazioni  di  Dio e… Insegnaci  quanto  importanti  e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione…, la preghiera che Dio solo vede nel segreto”.

Senza Nazareth nella vita di ciascuno di noi, non c’è progetto di vita, missione, vocazione. Da Nazareth parte la radice della vita e tutto il lavoro costante di conversione personale e di lavoro interiore che bisogna fare prima di aiutare gli altri. Tanta gente pensa di fare volontariato senza silenzio, senza preghiera, senza spiritualità: questo è un grande inganno! Non si possono toccare le strade delle tenebre senza essere riempiti nel cuore della Luce di Dio!

https://www.interris.it/editoriale/lavoro-mezzo-santificazione/