PIAZZA OVIDIO: PIAZZA, NON PARCHEGGIO!

di Giancarlo Odoardi, Direttore Ri-media.net

Pescara, 14 gennaio 2024. Scrive il noto botanico e saggista Stefano Mancuso, a pagina 148 del suo: Fitopolis, la città vivente, che “in Italia l’avvento del traffico automobilistico non significò soltanto la scomparsa delle strade come luogo pubblico, ma anche quella, ancora più dolorosa, delle moltissime piazze storiche che diventarono enormi parcheggi nel bel mezzo delle nostre città. Oggi questi obbrobri sono (quasi) del tutto scomparsi ed è difficile trovare una piazza storica trasformata in un parcheggio. (…) È un buon segno: oggi a nessuno, tranne a pochi squilibrati, verrebbe mai in mente di trasformare delle piazze storiche in parcheggi a cielo aperto“.

Ho diverse foto di Piazza Ovidio, che chi è di Pescara conosce (di fronte al Palazzo della Ex Caserma Di Cocco), che da diversi anni non è una Piazza, ma un parcheggio auto, anche abbastanza usato. Ci sono 24 stalli, con tanto di linee di delimitazione (quindi c’è una delibera che autorizza quella funzione) ma sono riuscito a contare anche 44 automobili parcheggiate, di cui quindi 20 abusive. Nella zona nord della piazza, da un anno e più è presente un Ecomobility Point, smart station dedicata alle e-bike, ma che credo ad oggi nessuno abbia mai usato.

Per curiosità sono andato a vedere come negli anni passati la piazza è stata utilizzata, utilizzando il timeline di google. Ho scoperto che in effetti solo nel 2022 compaiono le linee bianche del parcheggio libero, mentre per negli altri anni non sono rilevabili, anche se il parcheggio auto credo fosse tollerato.

Andando ancora indietro negli anni, ma con la mia memoria, ricordo che questa piazza era adornata da due splendidi esemplati di Cedro del Libano, quello con i rami a candelabro, e che un bel giorno sono spariti.

Mi chiedo come sia ancora possibile, stante la riflessione di Mancuso, che ad oggi si possa ancora destinare a parcheggio per auto una piazza come questa, seppur non storica ma certamente identitaria di una parte non remota della città, davanti ad un bel palazzo, quello si monumentale e testimone di una certa epoca e di una certa funzione, con sul retro un’area verde di 4 ettari ancora nascosta dalle vecchie mura militari perimetrali, ma soprattutto porta di ingresso a comparti urbani di pregio, come quello universitario e più avanti quello naturalistico della Riserva Dannunziana?

Smantellerei tutto e ne farei una ovvia appendice dell’area verde adiacente, con funzioni di porta, come accennato, ma anche di hub didattico storico e snodo di connessione di una più diffusa rete sostenibile di mobilità e cultura.




ECCO LE STRANE ELEZIONI REGIONALI

Andare a votare, ma chi votare ?

Chieti, 14 gennaio 2024.  Fra poco gli elettori abruzzesi saranno chiamati al voto per il rinnovo degli organi di governo regionale. Tralasciando l’aspetto sull’utilità o meno per i cittadini di questo costosissimo Ente e sulle dinamiche formative sempre meno democratiche dei raggruppamenti politici, molto utile invece sembrerebbe indirizzare la nostra attenzione sui candidati che si offrono al cosiddetto servizio amministrativo, lautamente rimunerato.

L’appuntamento del 10 marzo prossimo è già alle porte, due sono i raggruppamenti che si contenderanno il governo regionale. I due raggruppamenti maggiori, dunque, con le proprie e rispettive liste a supporto, oramai, appaiono qua e là nei classici luoghi della più scontata propaganda.

Manifesti, simboli e faccioni sui muri della mobilità; incontri, convegni ed inaugurazioni varie, a ritirare indennizzi elettorali per un servizio, un impegno una promessa; dibattiti di rito, passaggi televisivi e comunicazioni di simpatia varia a confermare una presenza istituzionale utile; a dirimere, comunque, ogni dubbio sulle questioni di potere sugli altri e del notevole denaro in gioco.

Ecco, dunque, si ripresentano le Elezioni Regionali, per la gioia dei contendenti vincenti.

Tristi ambizioni, subdolo agire e tecniche d’ogni genere per raggiungere quel luogo di potere, per rivestire quel ruolo strapagato, quello strano mondo nelle mani di una partitocrazia oramai in una fase più che decadente.   

Chi votare allora ?

Fatte le più che dovute considerazioni, intanto, non rimane che andare a votare e poi affidarsi al quadro, delle scelte, che si presenta alla vigilia.

Tutt’altro che chiusa la questione candidati nelle liste, definitivi invece i nomi dei due contendenti alla presidenza: il piacione e fascinoso Marsilio e il D’Amico discreto e timido. Due uomini che arrivano a conquistare ruolo leader per diversi e reconditi motivi; tutt’altro che aperti. Due uomini, comunque, che sembrano lontani anni luce dal mondo reale dei problemi veri del disagio, della sofferenza e del dolore umano.

Tutto si sceglie, si risceglie e si decide ai vertici fra pochi intimi ed illuminati: ecco la democrazia tanto elargita e reclamizzata. Se da una parte rimane impossibile la partecipazione alle scelte preliminari, nell’altra si ricorda solo qualche condivisione e lontane primarie; tutto il resto è solo questione d’ambizioso potere, con le sue relative e subdole tecniche d’agire umano.

Tornando al quadro: oggi si presentano i due prescelti alla presidenza; due uomini che circolano disordinati sul territorio, guidati da una schiera di candidati, più o meno della stessa estrazione, già in consiglio alcuni, già trombati altri, fuori del tutto quelli che restano.

L’invito che viene dal cuore è quello di cercare di individuare in questa massa di candidati, che a breve si scatenerà nella più delirante delle dinamiche elettorali, la persona che potrà garantire un servizio il più serio e vicino possibile. Tanti di questi nomi circolano oramai in modo più che convincente, nomi come quelli di Francesco Ricci, Mario Pupillo, Marco Alessandrini e Fabrizio Montepara, ex sindaci di Chieti, Lanciano, Pescara ed Orsogna; Mario Colantonio, Marinella Sclocco, Raffaele Daniele, Franco Vanni, Carla Zinni e Domenico Molino, consiglieri comunali di Chieti, Pescara, L’Aquila, Ortona, Casalbordino e Vasto; Domenico Pettinari, Antonio Blasioli, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Sabrina Bocchino, Simone Angelosante, Daniele Damario, Pierpaolo Petrucci e Paolo Gatti, consiglieri regionali uscenti ed ex assessori regionali.

Ecco, mancheranno altri nomi, forse anche più bravi, sembra comunque abbastanza facile individuare un proprio candidato di fiducia, se si adottano criteri di buon senso.

Abbandonando ogni fisima di chiusura e fissazione mentale, scegliere la persona di servizio, dunque, non rimarrà difficile. Con il patetico quadro  istituzionale attuale, con quella poca democrazia rimasta, con l’eclissi dei buoni riferimenti e con la decadenza culturale in atto da tempo, non rimane altro che affidarsi all’uomo vero e vicino, con il proprio bagaglio di preparazione, di etica e di onestà provata; considerando che la novità comunque fa sempre bene all’istituzione democratica.

nm




GESÙ ERA UN VERO LEADER

Sapeva guardare negli occhi per parlare al cuore senza vendere frottole

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 14 gennaio 2024. Rileggere le pagine del Vangelo ci deve dare una profonda nostalgia per la vera leadership. Non solo ci deve portare ad amare di più il Cristo, ma ci deve far diventare scaltri su questo mondo. Di leader veri, oggi come nel passato, ce ne sono pochi.

Il Vangelo odierno: In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro (Gv 1, 35-42).

Fu Gesù un leader? Certamente. Ma di quale tipo? Per chi crede in Lui: il migliore mai esistito, colui che ha sintetizzato il meglio umanamente possibile. Proviamo a seguire quanto scrive questo brano per ricordare o imparare qualcosa sulla sua leadership. Il brano ha un elemento fondamentale: gli sguardi. Sono quelli di Giovanni, dei discepoli, di Gesù, di Andrea, di Simone. Sono tutti intensi, curiosi, interessati, carichi di emozioni, destinati a Gesù o da lui provocati.

Forse questi sguardi hanno tanto da insegnare sia a chi leader lo è già, sia a chi lo vuole diventare, sia a chi ricerca veri leader ed è stanco di essere preso in giro da mezze figure, venditori di tappeti e di promesse, di riduttore di tasse e di inventori di riforme strampalate, adolescenti incoscienti o vecchie eminenza grigie, uomini e donne ostaggi dei loro addetti stampa (o spin doctor) che sembrano recitare testi imparati a memoria. Però quasi tutti adoratori del “dio” consenso. Le elezioni europee sono già il palco su cui stanno salendo per il solito show. Pochi si salvano. Ascoltando i più, se ci resta ancora un po di analisi critica, non si mai se ridere o piangere.

Ma ritorniamo al guardare. Un leader guarda negli occhi. Non li fugge, anzi li cerca per comunicare in maniera profonda. Il leader autentico cerca il cuore delle persone attraverso gli occhi. Perché, come diceva il card. Newman, cor ad cor loquitur, il cuor parla al cuore. E Gesù parla al cuore. Parla al cuore perché non vende frottole e soluzioni facili ma invita alla ricerca: “Venite e vedrete”. Gesù parla al cuore perché ci pensa singolarmente e ha un progetto per ognuno di noi. L’incontro con Lui non è un evento, nel senso mediatico, ma determina una svolta perché apre la nostra povera vita a nuovi orizzonti. E ciò continuamente, quotidianamente.

Rileggere le pagine del Vangelo ci deve dare una profonda nostalgia per la vera leadership. Non solo ci deve portare ad amare di più il Cristo, ma ci deve far diventare scaltri su questo mondo. Di leader veri, oggi come nel passato, ce ne sono pochi.

Molti, presunti tali, non solo non guardano negli occhi, né parlano al cuore, ma hanno la loro testa e il loro cuore così pieni di sé, da non poter guidare nessuno verso bellezza, bontà, pace e giustizia in questa vita. Per il semplice fatto che non le hanno mai scoperte, non sanno dove abitano e sono capaci di ricondurre tutto solo a sé stessi. Gesù non è così, anche pochissimi altri leader non sono così. Ringraziamo il Cielo perché c’è ancora qualcuno che fissa lo sguardo su di noi e ci apre nuovi orizzonti. Di bellezza, bontà, pace e giustizia.




FORZA UMANI

L’esortazione di Elon Musk…superstar!

di Massimo Brundisini

Politicainsieme.com, 14 gennaio 2024. Prima del suo intervento ad Atreju, il convegno di FdI (qui con traduzione, purtroppo solo dal minuto 12:50, mi ero già occupato di Elon Musk in tre precedenti articoli: sono andato a rileggermeli per verificare quanto scritto allora alla luce delle sue ultime esternazioni.

Sicuramente ho potuto verificare una grande coerenza: detto questo cercherò di analizzare le motivazioni della sua presenza al convegno di FDI, ma soprattutto proverò a vagliare il valore dei messaggi che ha voluto dare. Una considerazione a latere è quella di trovarsi davanti ad una persona molto sorridente, ma che quando deve affrontare argomenti importanti, come l’Intelligenza Artificiale, diventa serissimo e si concede lunghe pause di riflessione. Altra osservazione è che molte sue affermazioni sono state accompagnate da vere ovazioni. Ci troviamo sicuramente, comunque la si pensi, di fronte ad una persona eccezionale, capace di concepire la dimensione cosmica della realtà.

La presenza ad Atreju può essere vista come la naturale risposta ad un invito della Primo Ministro italiano, quindi motivazioni pratiche al di là delle simpatie politiche, o forse no.

Analizziamo i fatti: la sua preoccupazione principale, sottolineata presentandosi sul palco con il suo ultimo figlio, è la crisi demografica, in particolare in Italia. Al convegno si è allegramente, e con grandissimo realismo politico, sorvolato sul fatto che Musk avesse avuto uno dei suoi undici figli, l’ottavo, non so se era quello con lui sul palco, ricorrendo alla GPA (gestazione per altri), pratica duramente attaccata da FDI, ma tant’è. È stato il tema iniziale e ha lanciato un accorato invito ad invertire la tendenza negativa della natalità per non perdere la continuità con l’immenso patrimonio culturale ed umanistico vanto della nostra Nazione, ma non solo, che a suo avviso rischia di essere disperso. Ha poi anche realisticamente affermato che, si, l’Italia è un buon posto per investire, ma il basso tasso di natalità potrebbe creare dei problemi.

Altro tema affrontato, e anche qui con grandi manifestazioni di approvazione, è stato quello ambientale. Da provato ambientalista, ha però affermato che le mucche non sono pericolose per il clima, e che l’abbandono delle materie fossili, peraltro necessario, debba avvenire gradualmente e senza traumi, e questo per evitare di perdere la speranza per il futuro. Ha poi affermato che dobbiamo essere eccitati per quanto ci può portare il futuro, e ha esortato a mantenere una grande carica di entusiasmo. Ecco, entusiasmo è la sua nota peculiare, e non è cosa da poco.

A domanda sul cosiddetto “woke mind virus”, ossia il virus della mentalità “woke”, in poche parole del “politicamente corretto” portato all’estremo, altro suo bersaglio preferito, ha affermato che è fondamentalmente antiscientifico, antimeritocratico e antiumano in generale, e che se non verrà fermato, la civiltà non potrà evolvere e non diventerà mai “multiplanetaria”. A suo dire l’ideologia “woke” è deprimente, mette le persone le une contro le altre, ma mette anche a rischio addirittura l’evoluzione. Al contrario, lui parla di eccitazione verso il futuro, che deve essere invece divertente ed emozionante. Parla poi di espansione della nostra coscienza collettiva, per poter infine diventare una civiltà spaziale, per cercare di capire la natura dell’Universo e il significato della vita, ma sempre cercando di fare tutto in maniera divertente!! La sua guerra contro il politicamente corretto è stato il motivo per cui ha acquistato Twitter, che per lui era il regno del “woke”, un virus che, a sua detta, sembra che ti voglia sempre rimproverare, che è contro la civilizzazione e che volendo imporre il suo punto di vista finisce per instaurare una censura di fatto. Prima del suo arrivo Twitter era presidiato dall’FBI che aveva accesso anche a tutte le chat private. In pratica Elon Musk si ritaglia un ruolo di difensore dei deboli e degli oppressi contro i manipolatori della realtà e contro l’oppressiva pressione della propaganda: il suo scopo dichiarato è restituire al popolo parte della libertà che gli era stata sottratta dal Grande Fratello, una sorta di Angelo Vendicatore mandato dal Cielo. Ecco la sua dichiarazione: “A essere sinceri, quasi tutte le teorie complottiste che la gente aveva su Twitter si sono rivelate vere”, ovvero censura contro tutte le notizie contrarie al main stream, controllo dei twit da parte dell’FBI e dei servizi segreti, ma soprattutto apologia estrema della “wokeness”.

Interpellato poi sull’argomento immigrazione, si è detto favorevole all’immigrazione legale, quindi necessità di qualche regolazione nei flussi.

Si è poi soffermato molto sull’Intelligenza Artificiale (IA), definendola un’arma a doppio taglio, capace di migliorare la vita di tutti noi, ma con incognite che vanno analizzate e al bisogno gestite: ci ricorda infatti che all’IA manca la coscienza. Subito dopo afferma, con tutta calma, che l’idrogeno, in ultima analisi, arriva a parlare con sé stesso e che noi potremmo essere costituiti da atomi derivati dall’esplosione di una stella!! Auspica quindi la creazione di un regolatore, di un arbitro, per quanto riguarda l’IA, perché c’è il rischio che possa manipolare l’opinione pubblica.

Ricorre poi ad una buffa analogia tra i lacci che bloccavano il gigante Gulliver e le tante normative emanate a livello europeo, essendo lui, come si sa, poco amante delle regole. E ancora, tema sempre legato all’acquisto di Twitter, ribadisce l’importanza per la democrazia della libertà di parola, che in fin dei conti ha un senso solo se si consente alle persone che non ti piacciono di dire le cose che non ti piacciono: se si impedisce alle persone di dire quello che pensano, come sta succedendo con le attuali normative contro le fake news, stiamo con tutta evidenza parlando di censura.

Verso la fine dell’incontro, sua sponte, non dovendo cioè rispondere a domanda precisa, ricordando il famoso paradosso di Fermi, dice che gli viene chiesto molto spesso,” dove sono gli alieni”? E allora spiega, un po’ sibillinamente, che In questa parte della galassia siamo gli unici ad avere coscienza, che quindi è proprio una piccola candelina, e dobbiamo fare il possibile affinché questa candelina non si spenga. Per preservare quella coscienza, se dovesse capitare qualcosa al Pianeta, dovuta all’uomo o ad eventi naturali, dovremmo essere pronti a diventare una specie multistellare, e allo scopo il suo obbiettivo è quello di approntare una flotta di mille astronavi per colonizzare Marte.

Ma quello che mi ha veramente colpito è stata la sua esortazione finale, accompagnata da un grande sorriso:” GO HUMANS!!!”, ovvero “FORZA UMANI”, e si è avuta la netta impressione che provenisse da un essere di altri mondi catapultato qui per aiutarci a superare le enormi difficoltà in cui ci troviamo.

Ricordiamo in proposito le parole di Walter Isaacson, autore della sua biografia (e anche di quella di Steve Jobs):” Non ci stupiremmo troppo se si strappasse la camicia e scoprissimo, dall’assenza dell’ombelico, che non è nato su questo Pianeta. L’ho sentito parlare con la convinzione di un profeta della necessità di alimentare la fiamma della coscienza umana, decifrare l’Universo e salvare il Pianeta: mi sono convinto che il senso di una missione da compiere sia parte integrante delle sue motivazioni. Mentre altri imprenditori hanno maturato a poco a poco una visione del mondo, lui ha maturato una visione del cosmo”.

Riporto alcuni brani dal saggio di Fabio Chiusi “L’uomo che vuole risolvere il futuro”: che cosa rappresenta l’estrema frontiera del “soluzionismo tecnologico”: “Musk annuncia comunque un futuro di benessere e felicità infiniti, dove miseria, malattia, scarsità, perfino il lavoro non saranno altro che ricordi di un’epoca passata di barbarie e irrazionalità. L’ Intelligenza Artificiale potrebbe – meglio, quasi certamente potrà, dice Musk – superare l’umano e, per errore o diletto, annientarci ora e per sempre. O forse potrebbe essere la stupidità umana a mettere fine alla storia, questa volta per davvero, con qualche sua perversione ideologica, una qualche conseguenza del suo agire senza considerare le conseguenze di lunghissimo termine delle proprie azioni. Qualunque sia la causa, la diagnosi è certa: è ora che c’è bisogno di salvarci. Ora che i “rischi esistenziali” minacciano la fine della civiltà umana si impone la necessità di un cambiamento. Anche la religione del muskismo ha le sue apocalissi, dunque. Solo che non recano ad alcun giudizio universale: l’universo, direbbe Musk, con il suo idolo e guida Douglas Adams (l’autore della “Guida galattica per autostoppisti”), ha già da sempre giudicato; è già la risposta. Tutto ciò che possiamo fare è cercare le domande giuste, porle, e tentare di meglio avvicinarci alla sua comprensione – oppure estinguerci, sparire nel silenzio di un cosmo che potrebbe essere vuoto, senza di noi, privo della “luce della coscienza” che Musk vorrebbe, con la sua vita e le sue opere, estendere il più possibile, sulla Terra e nello spazio. Siamo noi, insomma, l’apocalisse. E solo a noi spetta il compito di evitarla”.

“Non importa quanto le sfide poste dalla realtà siano imbevute di storia, discriminazione, violenza. Importa la loro riduzione a risposta computabile, quantificabile, algoritmica. Quello che importa, insomma, è la loro riduzione scientifico-matematica, il loro essere sostanzialmente problemi di calcolo, di efficienza. Musk è elevato a rango di divinità perché incarna meglio di ogni altro questo mito soluzionista, che sta al fondamento dell’innovazione secondo Silicon Valley e insieme della nostra stessa idea di progresso. Perché gli ha dato un volto irriverente e affascinante. E perché, contrariamente alla maggioranza dei soluzionisti, qualche soluzione l’ha prodotta davvero”.

Speriamo che la sua noncuranza e spavalderia nell’opporsi a personaggi di grande potere mondiale come Klaus Schwab, patron del World Economic Forum, o George Soros, ma anche Gates, Zuckerberg, Bezos e compagnia cantante, personaggi equivoci, falsi filantropi e feroci difensori delle proprie ricchezze e del proprio potere, non provochi reazioni scomposte, come già cominciano a palesarsi sui media main stream: un esempio è l’accusa che gli è stata mossa di utilizzare sostanze varie, accusa che paradossalmente potrebbe rivelarsi un boomerang, visti i risultati.




SCENDE IN CAMPO ERNESTO GRAZIANI

Elezioni regionali Abruzzo 2024. Il sindaco di paglietta, candidato al consiglio regionale per luciano d’amico, con il partito democratico

Paglieta, 14 gennaio 2024. Lunedì 15 gennaio, alle ore 11, presso la sala Polivalente di Via Pertini a Paglieta, il Sindaco di Paglieta, avv. Ernesto Graziani, ufficializzerà la sua candidatura al Consiglio regionale con il Partito Democratico, in vista delle prossime Consultazioni regionali in Abruzzo del 10 marzo 2024.

Durante la conferenza stampa, Graziani presenterà le motivazioni della sua candidatura e il suo sostegno al Prof. Luciano D’Amico, candidato del centrosinistra alla carica di Presidente della Giunta regionale. Saranno presenti  il Prof. Luciano D’Amico, l’On. Michele Fina, Senatore e tesoriere nazionale del PD, e Daniele Marinelli, Segretario regionale PD in Abruzzo.

Graziani, noto per la sua dedizione al servizio pubblico e la sua abilità nel collaborare con la comunità, porta con sé una vasta esperienza da Sindaco di Paglieta.

Il cuore della sua campagna è “Per un Abruzzo Protagonista”, sottolineando l’importanza di conferire al territorio la possibilità di diventare protagonista, riducendo tempi e distanze. Graziani, cittadino abruzzese orgoglioso, intende affrontare le sfide regionali con attenzione alle esigenze della popolazione.




IL CENTENARIO DELLA MORTE DI KAFKA

Inaugurate a Termoli le celebrazioni. Una riflessione a più voci stimolata dal saggio di Pierfranco Bruni sul grande scrittore boemo

Termoli, 14 gennaio 2024. Inaugurate a Termoli le celebrazioni per il Centenario della scomparsa di Franz Kafka con la presentazione ufficiale del libro Kafka. La verità tragica di Pierfranco Bruni (Solfanelli) dedicato al grande scrittore boemo, presenti all’incontro l’autore e anche l’editore Marco Solfanelli. In un salone gremito e con un pubblico di spessore culturale si è sviluppato un importante colloquio proprio su Kafka, partendo dal concetto di processo. Ovvero su Il processo all’intenzione o l’intenzione di processo, la tematica al centro del convegno.

Hanno dato il loro contributo, patrocinando l’iniziativa, l’Ordine degli avvocati, la Camera degli avvocati penalisti, l’Ordine dei Giornalisti, l’Istituto Terra dei Padri, il Sindacato Libero Scrittori, il Centro studi e ricerche Francesco Grisi, la UIL Polizia. Nel suggestivo scenario del salone di Cala Sveva di Termoli le problematiche emerse sono state un intreccio tra letteratura e giustizia nell’età contemporanea. Ha coordinato i lavori Roberto d’Aloisi, presidente della Camera Penale di Larino che ha chiosato, con molta acutezza, gli interventi.

Dopo i saluti del Consiglio direttivo di Larino Camera Penale, dell’Ordine degli Avvocati, dell’Ordine dei Giornalisti e del Presidente di Terra dei Padri, Franca De Santis, che ha esposto gli obiettivi organizzativi, la prolusione su “Kafka dal ‘processo’ ad Albert Camus” è stata svolta da Pierfranco Bruni, autore del saggio su Kafka e Presidente del Comitato Capitale del Libro del Ministero della Cultura.

Pierfranco Bruni ha sottolineato l’importanza di rileggere Kafka soprattutto in un tempo in cui la dialettica su cultura e giustizia è ritornata ad essere centrale. Ponendo l’accento sulla letteratura come elemento filosofico, Bruni ha tracciato un profilo delle opere dello scrittore praghese. Sono intervenuti Vincenzo Cimino, presidente dell’ordine dei giornalisti del Molise, Antonella Colonna Vilasi, Rettore Centro Studi Intelligence, Giovanni Alfano, segretario generale provinciale UIL Polizia di Campobasso, Michele Urbano, presidente dell’Ordine degli avvocati.

Una serata ricca di spunti, stimolazioni, riflessione voluta fortemente dalla vera madrina della manifestazione Franca De Santis, che ha concluso la serata con i ringraziamenti al pubblico numerosi e al tavolo dei relatori, sostenendo la necessità di meditare su tutta l’opera di Kafka.

A cento anni dalla scomparsa, Kafka rappresenta un riferimento tra Otto e Novecento, ha ribadito Pierfranco Bruni, e occorre farlo conoscere nelle scuole e tra le nuove generazioni. Nel corso della manifestazione Franca De Santis, ricoprendo il ruolo di presidente della Commissione Tradizione per l’Ente Nazionale Attività Culturali, ha consegnato al professor Pierfranco Bruni il prestigioso Premio Mameli conferitogli con delibera il 03 dicembre 2023 a Roma per l’impegno e il coraggio nella vera interpretazione della tradizione.




LA SEDE BARICENTRICA DI DIRIGENZA

Le sorprese del dimensionamento scolastico in Abruzzo sembrano infinite

Pescara, 14 gennaio 2024. La Giunta Regionale adotta un nuovo principio ovvero la collocazione della sede di dirigenza nel comune baricentrico dell’istituzione scolastica. Nella Delibera DGR n. 16 del 10/01/2024 si legge: “Considerato che da un’attenta verifica è risultato che l’istituto comprensivo di Monteodorisio ha un numero di studenti di gran lunga superiore rispetto a quelli dell’Istituto Agrario di Scerni e che inoltre il Comune di Monteodorisio risulta avere una posizione baricentrica rispetto ai plessi derivanti dal nuovo accorpamento”.

Alquanto distratti precedentemente nel non accorgersi della differenza tra l’Istituto Comprensivo di Monteodorisio (530 alunni) e l’ITA di Scerni (182 alunni), per cui è stata necessaria “un’attenta verifica”. Forse è da attendersi un’ulteriore sorpresa dalla verifica che Cupello è il comune con maggiore popolazione e alunni (Cupello 333, Monteodorisio 197, Scerni 182). La CISL Scuola Abruzzo Molise ha sempre indicato la necessità di dare una piena autonomia scolastica all’ITA di Scerni, soprattutto in considerazione dell’elevatissima complessità e dell’unicità di indirizzo provinciale, sostenendola con l’immediata e piena revisione del trasporto scolastico e l’apertura del convitto femminile.

Inoltre, ha sempre invitato i politici coinvolti direttamente e/o indirettamente nel dimensionamento scolastico ad ascoltare innanzitutto i tanti dirigenti scolastici che in questi anni sono stati all’Istituto Omnicomprensivo di Scerni Casalbordino per comprendere la necessità di avere una dirigenza ed una direzione amministrativa in una scuola che si compone di un’azienda agraria, di un “albergo” (il convitto), un “ristorante” (la mensa del convitto), “un attività commerciale” (la vendita del vino), “una lavanderia” ( il guardaroba del convitto), oltre alla normale complessità di un istituto tecnico con la gestione dei vari laboratori.




INAUGURATA LA SEDE ELETTORALE

Franco Vanni candidato alle Elezioni regionali 2024

Ortona, 14 gennaio 2024. “Un punto di ascolto, aperto a tutti i cittadini della provincia di Chieti e in particolare agli ortonesi; un luogo di confronto e di proposta: l’apertura di una sede elettorale non è per me un atto puramente formale, ma la scelta coerente di chi vuole proporsi concretamente al servizio del territorio” così Franco Vanni, candidato al Consiglio regionale d’Abruzzo nella lista di Fratelli d’Italia.

La sede, in corso Matteotti 30 ad Ortona  è stata inaugurata oggi pomeriggio con la partecipazione del Presidente della Regione Marco Marsilio e del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, senatore Etel Sigismondi, dei vicecoordinatori, senatore  Guido Quintino Liris e onorevole Guerino Testa. Medico prestato alla politica, Vanni, responsabile provinciale per la sanità di Fratelli d’Italia, ha lavorato perché l’Ospedale Civile  “Gaetano Bernabeo” fosse riconosciuto, così come poi è stato, ospedale di base; ha difeso senza mai fare un passo indietro la necessità di mantenere presidi efficaci sul territorio.

È stato lui a portare e sostenere il reparto di oncologia nell’ospedale di Ortona, attivando anche campagne di volontariato per la donazione di importanti attrezzature. Ed è questo stesso impegno che vuole portare in Consiglio regionale: “Devo ringraziare – ha detto – il presidente Marco Marsilio per l’impegno profuso in favore del territorio ortonese in particolare e più in generale per tutta la provincia. Lo scorso anno la vetrina offerta dalla partenza e dal passaggio del Giro d’Italia è stata una vera e propria boccata d’ossigeno per il turismo ortonese,  così come fondamentale è stata l’attenzione per la nostra costa e per il porto”.

All’inaugurazione della sede erano presenti anche i rappresentanti delle forze civiche che, con Fratelli d’Italia, compongono l’opposizione nel  consiglio comunale sotto il logo di “Uniti per Ortona”. All’incontro ha partecipato anche Forza Italia, tornata ad essere gruppo in consiglio comunale: un messaggio politico importante che potrebbe essere un segnale di svolta per il futuro dell’amministrazione cittadina.




LUCIANO D’AMICO CON ELLY SCHLEIN IN MARSICA

Un’idea di Abruzzo per tornare a crescere. Rete ospedaliera approvata dalla destra di carta e senza visione strategica. Ritireremo adesione dell’Abruzzo all’autonomia differenziata

Avezzano, 14 gennaio 2024.  “Il piano della nuova rete ospedaliera appena approvato dalla Regione Abruzzo oltre a essere di carta, nel senso che non è attuabile, manca di visione strategica, non fa scelte di specializzazioni e di vocazioni”: lo ha detto Luciano D’Amico, candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l’Abruzzo, nel corso del tour nella Marsica con la segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein. La sanità è stata al centro, con i sopralluoghi agli ospedali di Tagliacozzo e Avezzano, seguita da un incontro con le forze sindacali e datoriali, dalla visita al centro antiviolenza di via Orazio Mattei, da un evento al Castello Orsini. In mattinata Schlein era stata ad Aielli, Celano e Sante Marie.

D’Amico, che ha detto che, come primo atto da Presidente, ritirerà “l’adesione dell’Abruzzo al progetto dell’autonomia differenziata” ed è tornato a sostenere la proposta del trasporto pubblico gratuito, ha sottolineato: “Faremo un piano ospedaliero e lo raccorderemo con la medicina del territorio. Vanno insieme affrontate le urgenze, le liste d’attesa, i pronto soccorso, la mobilità passiva. Dell’Abruzzo, in sanità come negli altri ambiti, bisogna tenere conto delle peculiarità, del suo territorio montuoso dove gli spostamenti sono più difficoltosi. È grave che, come dice l’Istat, il 7,6 per cento degli abruzzesi abbia smesso di curarsi”.

Elly Schlein ha definito quella di D’Amico una “candidatura credibile, trasversale, che parla alle persone e che ha già dimostrato di sapere lavorare per comunità, sostenuto da una coalizione che si è riunita attorno a proposte concrete per costruire un’idea di futuro”. Sulla sanità ha detto che quella abruzzese “sta soffrendo a causa della cattiva gestione di Marsilio e del governo ha che tagliato risorse, la risposta non può essere che il personale deve lavorare di più. Vanno sbloccate le assunzioni”.

La segretaria nazionale del Pd ha poi definito il taglio della Riserva del Borsacchio “un atto spregiudicato, la petizione promossa per tornare indietro è una battaglia giusta. Bisogna tutelare quel territorio e preservarlo dalla speculazione edilizia”.

Per D’Amico “serve un’idea di Abruzzo, dobbiamo riprogettare la Regione che deve tornare a crescere. Il problema principale è il lavoro, sia dal punto di vista di posti disponibili che di quello povero che si sta diffondendo. È necessario creare un ambiente favorevole, infrastrutture materiali e immateriali. Alcune vanno poste con attenzione sul tavolo del governo nazionale, stabilendo le priorità che possono rendere competitive le imprese che lavorano sul territorio. Ora ci ritroviamo all’anno zero”. Poi “serve trasferimento tecnologico dalle università, e la formazione è strategica per affiancare le imprese per fare innovazione, in cinque anni abbiamo visto solo un bando. Le partecipate regionali devono traghettare l’Abruzzo nel futuro, Tua deve passare all’idrogeno e produrselo, l’aeroporto deve individuare i flussi turistici, e fare gli accordi di fine raggio per raggiungere tutte le destinazioni del mondo attraverso gli hub continentali. Vogliamo con forza pianificare lo sviluppo del territorio, sarà decisivo spendere bene le risorse comunitarie, che in futuro non saranno la stessa mole di adesso”.




RISOTTO CON CREMA DI CAROTE E GORGONZOLA                                                           

di Luciano Pellegrini

Chieti, 14 gennaio 2024. È una pietanza vegetariana che è apprezzata da tutti. È semplice da preparare, gustosa, cremosa per il formaggio gorgonzola, ed ha un bel colore arancione, per le carote. La carota è un ortaggio, una radice, dalle numerose proprietà benefiche per l’organismo. È ricca di sali minerali, (ferro, calcio, magnesio, zinco, potassio, rame), ha un discreto quantitativo di fibre e il betacarotene, che viene trasformato in vitamina A. La dolcezza delle carote, viene contrastato dal gusto del formaggio utilizzato per la mantecatura … IL GORGONZOLA DOLCE. Questo formaggio non contiene né glutine né lattosio ed è provvisto di vitamine B2, B6, B12, importantissime per il sistema nervoso e quello immunitario. Inoltre, rende cremoso il risotto. La sua particolarità è quella di presentare venature di muffe commestibili, che danno un gusto deciso e un odore pungente.

INGREDIENTI PER 2 persone

Riso Carnaroli 160 g

Brodo vegetale 1 L

Carote 300 g

Gorgonzola Dolce 70 g

Burro 20 g

Olio extravergine di oliva 1 cucchiaio – 10 g

Pepe nero q.b.

Sale fino q.b.

Parmigiano grattugiato 20 gr (chi lo gradisce)

PREPARAZIONE

Preparare il brodo vegetale con i classici ingredienti: CAROTA, CIPOLLA, SEDANO, PATATA. Le carote serviranno per la crema, ma saranno più gustose perché cotte nel brodo. Quando il brodo sarà pronto, tenerlo in caldo

e trasferire le carote lesse in un frullatore, per ridurle in una purea omogenea, da aggiungere poi in cottura. Lasciare una carota intera, per decorare il piatto. Iniziare a cuocere il riso, (circa 20 minuti secondo il fornitore scelto),

in un tegame antiaderente, con 10 grammi di olio extravergine di oliva. Farlo tostare – (accorgimento indispensabile. In questo modo i chicchi favoriscono la cottura, sono cremosi e al dente) –  sino a renderlo semitrasparente, girandolo spesso con una paletta di legno, per non farlo attaccare. Aggiungere un mestolo di brodo vegetale caldo e, appena il riso comincia ad asciugarsi, mettere altro brodo caldo. La cottura del riso dovrà avvenire a fuoco medio, in modo che rilascia l’amido. A metà cottura, unire la crema di carote, lasciandone un paio di cucchiai. Cinque minuti dal termine della cottura del riso, sciogliere in un pentolino antiaderente, il gorgonzola e il burro. Quando il riso risulta al dente, ma deve essere morbido, spegnere il fuoco e versarci il burro e il gorgonzola sciolti. Aggiungere anche il pepe e la rimanente crema di carote, coprire con un coperchio e farlo mantecare, due minuti. Trascorso questo tempo, mescolare bene per amalgamare gli ingredienti e per rendere il riso cremoso. Versarlo nei piatti, con una piccola decorazione, con la carota lessa rimasta, tagliata a piccole rondelle. (chi lo gradisce, aggiunge il parmigiano grattugiato). Ora, si può mangiare! Generalmente, al cibo a gusto dolce, si abbina un vino bianco sapido. Ho scelto il vino PECORINO d’Abruzzo, che non contrasta il piatto, ma lo valorizza senza essere aggressivo. Ogni regione può scegliere il suo vino bianco che può accompagnare questo risotto.