LA VEGLIA PER LE VOCAZIONI

Domani a Raiano alle ore 21. Mons. Fusco: siamo tutti chiamati a riscoprire la vocazione a “creare casa”

Sulmona, 19 aprile 2024. Si terrà domani 20 aprile, alle 21:00, presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore in Raiano, la veglia di preghiera per le vocazioni che la Chiesa universale celebra in occasione della Giornata mondiale delle Vocazioni, giunta ormai alla sua 61° edizione, e che desidera essere un momento di partecipazione sinodale per chiedere sante e abbondanti vocazioni per il mondo intero.

La liturgia vespertina sarà presieduta dal Vescovo diocesano mons. Michele Fusco e coadiuvata dal parroco di Raiano, don Daniele Formisani, e dall’equipe di pastorale vocazionale, diretta da don Giacomo Tarullo. Saranno presenti anche i seminaristi diocesani, studenti del Seminario Regionale di Chieti, i religiosi e le aggregazioni laicali presenti in diocesi.

“Pregare per le vocazioni – afferma mons. Fusco – significa mettersi in ascolto dello Spirito Santo affinché tutti possiamo comprendere qual è la volontà di Dio per ciascuno nel mondo e all’interno della Chiesa per testimoniare la bellezza del vivere in comunione”. Da qui l’invito di Mons. Fusco a pregare “perché, come ci ha promesso Gesù, dalla nostra preghiera dipenderà il futuro delle vocazioni e, dunque, delle nostre comunità parrocchiali”.

Al centro della veglia il tema scelto direttamente da Papa Francesco: “Creare casa”, che spiega come “in tutte le nostre istituzioni dobbiamo sviluppare e potenziare molto di più la nostra capacità di accoglienza cordiale […], le comunità come la parrocchia e la scuola dovrebbero offrire percorsi di amore gratuito e promozione, di affermazione e di crescita […], come evidenziato nel documento Christus Vivit dello stesso papa Francesco, scritto ai giovani nel 2019.

L’appuntamento è, allora, per domani sera, sabato 20 aprile, alle 21:00, per vivere un momento d’intimità col Signore, Buon Pastore, e perciò con la Chiesa madre e custode di ogni vocazione.




LA CRISI ENERGETICA IN EGITTO

Cause, Implicazioni e Prospettive Future

Pescara, 19 aprile 2024. L’Egitto, una volta noto per la sua ricchezza di risorse energetiche e la sua posizione chiave nel panorama energetico regionale, si trova ora sull’orlo di una crisi senza precedenti nel settore. La crescente instabilità geopolitica, i problemi infrastrutturali e la riduzione della produzione di gas naturale hanno scatenato una situazione di emergenza che potrebbe avere ripercussioni a livello nazionale e internazionale.

Le Cause della Crisi Energetica

L’Egitto, tradizionalmente un esportatore di gas naturale, si trova ora nella difficile situazione di dover diventare un importatore netto di energia. Questo cambiamento di status è dovuto a diversi fattori, tra cui la riduzione della produzione di gas nei giacimenti esistenti. Uno dei principali giacimenti, Zohr, proprietà di Eni, ha registrato una diminuzione della produzione, mettendo ulteriormente sotto pressione il sistema energetico egiziano.

Inoltre, la situazione geo-politica instabile nella regione, inclusa la guerra nella Striscia di Gaza e gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, ha reso difficile il trasporto e il commercio di energia attraverso il Canale di Suez, complicando ulteriormente la situazione energetica dell’Egitto.

Le Implicazioni per l’Egitto

Le conseguenze della crisi energetica in Egitto non si limitano al solo territorio nazionale. L’instabilità nel settore energetico egiziano potrebbe avere ripercussioni significative anche per gli attori regionali e globali. Per l’Unione Europea, ad esempio, l’Egitto è un importante partner nel settore energetico, e una crisi nel paese potrebbe influenzare l’approvvigionamento di energia per l’intera regione mediterranea.

Inoltre, l’Italia potrebbe essere particolarmente interessata a questa situazione, considerando il ruolo chiave del Mediterraneo Orientale nel suo approvvigionamento energetico. La crisi energetica in Egitto potrebbe comportare una maggiore dipendenza dalle forniture energetiche provenienti da altre fonti, con possibili conseguenze economiche e geopolitiche per l’Italia e l’Europa nel suo complesso. Questa dipendenza potrebbe influenzare direttamente il costo per kwh per le famiglie e le imprese italiane, aumentando la pressione sui consumatori.

Maggiori paesi importatori di energia dell’Egitto

in rosso, i paesi più dipendenti. in rosa, quelli dipendenti in misura minore

Le Possibili Soluzioni per fronteggiare la crisi energetica

Nonostante la gravità della situazione energetica in Egitto, esistono ancora alcune prospettive e soluzioni che potrebbero contribuire a mitigare la crisi e a garantire una maggiore stabilità nel settore. Una possibile strada da seguire potrebbe essere l’investimento nelle energie rinnovabili. Attualmente, le rinnovabili coprono solo una piccola parte del fabbisogno energetico egiziano, ma un aumento degli investimenti e degli sforzi potrebbe portare a una maggiore diversificazione delle fonti energetiche e all’introduzione dell’energia solare come alternativa sostenibile. Tali iniziative non solo ridurrebbero la dipendenza dalle importazioni di gas, ma potrebbero anche contribuire a ridurre la bolletta della luce delle famiglie egiziane.

Inoltre, è essenziale affrontare i problemi infrastrutturali che stanno contribuendo alla riduzione della produzione di gas naturale. Investimenti nella manutenzione e nello sviluppo delle infrastrutture energetiche potrebbero contribuire a garantire una maggiore efficienza e una produzione più stabile nel lungo termine.

Dal punto di vista geopolitico, è fondamentale per l’Egitto stabilire relazioni solide con i suoi vicini regionali e con i partner internazionali. La collaborazione con paesi come Israele, Giordania e l’Unione Europea potrebbe portare a soluzioni condivise per affrontare le sfide energetiche comuni e a una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico per tutti gli attori coinvolti. Inoltre, diversificare la base dei fornitori potrebbe ridurre il rischio di interruzioni nell’approvvigionamento energetico e contribuire a una maggiore stabilità nel lungo termine.

Prospettive Future della situazione energetica in Egitto

In conclusione, la crisi energetica in Egitto rappresenta una sfida significativa non solo per il paese stesso, ma anche per l’intera regione mediterranea e per gli attori globali coinvolti nel settore energetico. La riduzione della produzione di gas naturale, la situazione geo-politica instabile e i problemi infrastrutturali stanno contribuendo a una situazione di emergenza che richiede soluzioni urgenti e coordinate.

Tuttavia, nonostante le difficoltà, esistono ancora opportunità per affrontare la crisi e per garantire una maggiore stabilità nel settore energetico egiziano. Investimenti nelle energie rinnovabili, miglioramenti infrastrutturali e una maggiore cooperazione internazionale potrebbero contribuire a superare le sfide attuali e a garantire un futuro più sicuro e sostenibile per l’Egitto e per la regione nel suo complesso.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/crisi-energetica-egitto-2024/




L’ABRUZZO DEI POETI

Giornata Mondiale del Libro Unesco 2024. Un libro, una poesia. I poeti ricordano i poeti. Martedì 23 aprile, ore 17, presso la Fondazione La Rocca

Pescara, 19 aprile 2024. “Alcuni libri sono immeritatamente dimenticati; nessuno è ricordato immeritatamente.” Così scriveva il grande poeta inglese Wystan Hugh Auden. È con questo spirito che, in occasione della Giornata mondiale del libro e della lettura dell’Unesco, che cade quest’anno martedì, 23 aprile, 17 poeti parteciperanno alla terza edizione dell’evento “Un libro una poesia: i poeti ricordano i poeti”.

Nel corso della serata, ideata e condotta da Dante Marianacci, presidente della Casa della poesia in Abruzzo – Gabriele d’Annunzio, in collaborazione con la Fondazione La Rocca, presieduta da Ottorino La Rocca, ciascun poeta partecipante leggerà una breve poesia di un poeta abruzzese scomparso, da d’Annunzio ai giorni nostri, commemorandolo brevemente, anche attraverso il libro dal quale la poesia è tratta; poi leggerà un proprio componimento in omaggio al poeta che verrà ricordato.

Ecco l’elenco dei poeti partecipanti e, tra parentesi, di quelli che verranno commemorati: Vittorina Castellano, Rosetta Clissa (Gabriele d’Annunzio), Daniela D’Alimonte (Giuseppe Tontodonati), Franca Di Bello (Marco Tornar), Nicoletta Di Gregorio (Rita Ciprelli), Francesco Di Rocco (Ubaldo Giacomucci), Nunzia Macciocca (Domenico Stromei), Elena Malta (Ottaviano Giannangeli), Dante Marianacci (Clemente Di Leo), Mara Motta (Ennio Flaiano), Leda Panzone Natale (Alfredo Luciani), Sonia Pedroli (Annamaria Albertini), Daniela Quieti (Igino Creati), Paolo Rosato (Tonia Giansante), Stevka Šmitran (Carlo Lizza), Flora Amelia Suárez Cárdenas (Benito Sablone), Marco Tabellione, Patrizia Tocci (Vito Moretti)




RESTAURARE L’EX RETTORATO

Conservare un pezzo di storia dell’Università D’Annunzio

Pescara, 19 aprile 2024. Si apprende dalla stampa locale che l’Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara ha deciso di abbattere entro breve termine l’edificio che ospitava l’ex Rettorato, realizzato tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.

La costruzione del fabbricato fu il primo passo per la realizzazione della città universitaria a Madonna delle Piane di Chieti Scalo, all’interno di una ipotesi generale di assetto di cui voleva rappresentare un caposaldo. Il suo progetto è a firma dello Studio BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers), costituito da professionisti che hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo della cultura architettonica italiana del dopoguerra.

La decisione è stata annunciata dal Rettore e presa dal Consiglio d’ Amministrazione dell’Università a seguito di problemi strutturali e di una parziale inagibilità del fabbricato. Al suo posto si ipotizza uno spazio verde, un piccolo anfiteatro o una piazza. Questo è quello che riporta l’articolo; se ne deduce che la scelta non deriva da un progetto significativo ma solo da una valutazione a priori basata su un discutibile raffronto tra gli oneri della demolizione (comunque superiori ai due milioni di euro) e quelli di un restauro statico e funzionale necessario, del resto, per molti edifici coevi. Dopo il mancato completamento e la successiva demolizione dell’edificio per la Casa dello Studente di Giorgio Grassi, un altro episodio di architettura verrebbe eliminato.

La decisione di abbattere l’edificio non ci sembra condivisibile: con la sua demolizione si elimina una testimonianza importante del percorso formativo del Campus Universitario di Chieti, l’edificio col quale fu posta la sua prima pietra.  Per il progetto fu emanato un Concorso di idee ad inviti, vinto da uno Studio di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e internazionale del ‘900 che ha portato nella ricostruzione italiana il tema del rapporto tra tradizione e modernità, animando il dibattito anche con la direzione che Ernesto Rogers esercitò nelle maggiori riviste del settore.   

Perciò si può dire che l’ex Rettorato, anche al di là della sua qualità intrinseca, ha un valore significativo sia per la formazione del Campus che nell’ambito dell’architettura del ‘900.

L’edificio, inoltre, è stato inserito all’interno del “Censimento delle architetture italiane dl 1945 a oggi” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e la sua scheda è stata curata, tramite la Soprintendenza – Direzione Regionale per l’Abruzzo, dal Dipartimento di Architettura della nostra Università. Quindi lo stesso Ateneo che lo ha segnalato adesso ne decreta l’abbattimento.

Chiediamo all’Università di ritornare sui suoi passi; di considerare il valore dell’edificio, di coinvolgere in questa fase anche la Soprintendenza ABAP ed il Dipartimento di Architettura nel trovare modalità e strategie per la sua salvaguardia e conservazione in un restauro che ne recuperi l’utilità per l’Ateneo, finalizzando a questo le somme stanziate. Si tratta di un edificio pubblico con una firma autorevole che tuttavia non gode di tutela perché non presenta ancora il requisito dei 70 anni di vita previsto dal Codice dei beni culturali per la verifica e la dichiarazione dell’interesse culturale. Questo è un grande limite del Codice che ha dilatato il precedente termine di 50 anni. Ciononostante, chiediamo che un Ente preposto alla trasmissione della cultura voglia adoprarsi per conservare una testimonianza della sua stessa origine. Il Comitato Direttivo della Sezione Italia Nostra “L. Gorgoni” di Pescara           




LA FORMA DEL DESIDERIO

Andrea Magno da oggi in libreria e negli store online

L’Aquila 19 aprile 2024. Una raccolta di poesie del direttore artistico del Festival Autori in piazza di Chieti.  Andrea Magno scrive in versi da anni per la sua esigenza di esprimere le proprie emozioni. Lo fa di getto, su un foglio bianco. Esordisce nella poesia con Sotto falso nome, segue Sotto falso nome, Da qui ho un posto comodo, Fuori dal coro.

Ospite al Carta Carbone Festival, Sirmio International Poetry Festival e altri importanti appuntamenti letterari. Presente nelle riviste e antologie di settore. Dal 2016 è direttore artistico del Festival culturale Autori in Piazza a Chieti.

LA FORMA DEL DESIDERIO, ARKADIA, 2024

La poesia è un modo per guardare se stessi e gli altri?

Andrea Magno sperimenta questa ricerca con l’osservazione attenta del mondo

che lo circonda, che si trovi in riva al mare, immerso nel silenzio, puntando lo sguardo all’orizzonte, o nel caos di una metropoli.

L’introspezione scaturisce da momenti particolari, in cui l’occhio metaforico è rivolto alla propria anima, all’esistenza che palpita in ogni angolo dell’universo. Le mani del poeta scavano nelle onde e nell’aria in cerca di legittima felicità e di necessaria bellezza.  

Angelozzi Comunicazione




BEETHOVEN 5

L’Isa conclude la 49° stagione con Marco Boni sul podio, Yuanfan Yang al pianoforte. Sabato 20 aprile 2023, ore 18.00 L’Aquila, Ridotto del Teatro Comunale

L’Aquila 19 aprile 2024. Con la produzione dal titolo “Beethoven 5” interamente dedicata al genio di Bonn, l’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese conclude in grande stile la quarantanovesima stagione dei concerti sabato 21 aprile alle 18.00 sul palco del Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini”. Per l’occasione, i professori dell’Orchestra dell’ISA saranno diretti da Marco Boni, uno dei direttori italiani in carriera più rappresentativo della sua generazione per la sua vasta esperienza internazionale, ospite delle migliori orchestre, nominato Direttore Onorario dai membri della Royal Concertgebouw Orchestra, dopo aver svolto attività di Direttore Principale della Concertgebouw Chamber Orchestra di Amsterdam per 18 anni.

Solista ospite il pianista britannico Yuanfan Yang, vincitore nel 2022 del Primo Premio alla 32ª edizione del prestigiosissimo Concorso Pianistico Internazionale “Alessandro Casagrande” dopo aver concluso precocemente e a pieni voti i suoi percorsi di studio alla Royal Academy of Music e al Royal College of Music di Londra e aver vinto numerose altre competizioni di rilievo in ambito internazionale.

Il ventiquattrenne eseguirà il Concerto n. 5 in mi bemolle maggiore op.73 uno dei più famosi concerti di pianoforte e orchestra del repertorio occidentale, potente e audace. Completa il programma un’altra opera iconica di Ludwig van Beethoven: la Quinta Sinfonia, anche detta “Del Destino”, certamente la più eseguita e la più universalmente conosciuta delle nove sinfonie, un vero spartiacque in tutta la storia della musica, noto per il suo vigoroso incipit, probabilmente il più famoso inizio sinfonico scritto, che con le sue quattro note introduttive ricorda il destino che bussa alla porta.

Il concerto, che verrà eseguito anche questa sera a Terni e domenica 21 aprile a Foligno, conclude una stagione molto positiva per l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, come afferma il Presidente, il M° Bruno Carioti: “Quella che si conclude è una stagione che ha visto ancora una volta l’ISA incrementare i propri successi e consolidare la propria immagine di compagine di alto livello artistico. Ci sono stati alcuni eventi realizzati in collaborazione con altre Istituzioni che operano in campo musicale nel nostro territorio. Intendo ringraziarle per la loro disponibilità e confermare il nostro impegno per il territorio anche in futuro coinvolgendo anche altri soggetti. L’aumento del numero di abbonamenti e biglietti venduti testimonia che il rinnovamento dell’offerta artistica operata negli ultimi anni unita alla grande professionalità dei musicisti che compongono l’orchestra sta dando i suoi frutti. – Spiega Carioti che conclude: “Questa appena conclusa è la XLIX Stagione concertistica dell’ISA, la prossima sarà la L Stagione: abbiamo intenzione di celebrarla dal prossimo ottobre nella maniera più consona. Diamo intanto appuntamento al pubblico per la nostra ricca stagione estiva che riserverà grandi sorprese”.




IL MIO IMPEGNO IN POLITICA, PERCHÉ?

 di Mauro Spallucci

PoliticaInsieme.com, 19 aprile 2024. Da cristiano ho deciso di impegnarmi in politica perché oggi la politica serve. Cioè?

Chi ha senso di responsabilità ed ha a cuore il bene non può restare indifferente, a guardare o peggio…. mettersi a fare il “guardiano a pagamento oppure il mercenario” anche in politica. Vale a dire?

Si appartiene alla fede cristiana – religione incarnata – quando coerentemente e volontariamente si sceglie tra “m’importa o non m’importa” dell’altro. Ci vuole coraggio?

Si. Il coraggio dell’amore e del donarsi. Come quando la mamma offre il seno al suo bambino.

Ma la politica non è una cosa sporca?

No. La politica è un servizio nobile. Un servizio utile e necessario per costruire il futuro. Un sogno Comune. Un progetto costruito insieme. Come da sempre ci viene suggerito dalla Dottrina Sociale della Chiesa. La Dottrina Sociale della Chiesa è da attualizzare?

Innanzitutto, da conoscere. Poi da attualizzare. Riconoscendo la centralità della persona umana da cui discendono tutti i diritti che la nostra Costituzione Italiana riconosce e garantisce.

Tutto qui?

Il Bene comune è necessario per garantire ad ogni uomo di realizzarsi al meglio delle sue possibilità. Per questo bisogna sapere attualizzare, oggi più che mai, i principi di sussidiarietà e solidarietà. Vale a dire?

La sussidiarietà che permette ed aiuta i corpi intermedi e gli individui nelle iniziative sociali. La solidarietà per crescere nella  sensibilità verso gli altri, soprattutto per chi è in difficoltà, debole, fragile. E poi?

Di questi tempi il lavoro dovrebbe essere al primo posto nell’agenda delle priorità di ogni partito e politico. Ad ogni livello. Il lavoro dignitoso che serve per generare quel benessere sociale che aiuta la convivenza pacifica e serena in ogni territorio.

Soprattutto in quelli più complicati nei quali è indispensabile e non più derogabile arginare ogni fenomeno malavitoso. Quindi un sogno soltanto per giovani?

La politica serve per dare risposte e per anticipare il futuro. Si ha bisogno di politici coraggiosi,  capaci con il proprio esempio di indicare la strada da percorrere insieme per costruire il futuro. Pertanto, possiamo essere tutti – in alleanza – generativi di decisioni e scelte coraggiose. Per concludere?

Chi è cristiano sa distinguere tra un “prima e un dopo” poiché il cristianesimo fa nascere il “radicalmente nuovo”.

Per questo mi dispiace molto quanto qualcuno definisce i cristiani in politica “moderati”. In Italia oggi si ha bisogno di “risorse cristiane”. Ad iniziare dalla consapevolezza che il “profondo di me” è il rapporto con l’altro, la condivisione anzi essere nell’altro”. Il prossimo.

Il mio impegno in politica, perché? – di Mauro Spallucci – Politica Insieme




I COLLAGE IN CONCERTO

Oggi serata in sostegno del reparto di ortopedia dell’ospedale ore 21 – teatro comunale

Sulmona, 19 aprile 2024. Questa sera, alle ore 21, al teatro comunale, ci sarà il concerto dei Collage, una delle formazioni italiane più note della musica pop italiana nata alla fine degli anni ‘70. L’appuntamento è stato presentato ieri mattina nel capoluogo peligno nel corso di una conferenza stampa, che ha visto la partecipazione della formazione sarda, composta dal leader Tore Fazzi (voce solista e basso), Francesco Astara (batteria), Fabio Nicosia (tastiere, pianoforte e cori) e Uccio Soro (chitarre e cori).

Il concerto, promosso dall’Associazione Culturale Nomadi Fans Club Un giorno insieme di Sulmona, con il patrocinio del Comune di Sulmona, darà il via alla nuova edizione di “Musica e solidarietà – Una colonna sonora per la vita” a sostegno quest’anno del reparto di ortopedia dell’Ospedale di Sulmona. I posti a sedere sono numerati con prenotazione obbligatoria (per informazioni sulla serata si può contattare il 389 9737620 oppure scrivere a vbisestile@gmail.com).

“Dopo il successo delle precedenti edizioni – ha spiegato il presidente del Nomadi Fans Club, Vincenzo Bisestile – Ci siamo posti per il 2024 un nuovo obiettivo, che è quello di acquistare un macchinario di ultima generazione da destinare al Reparto di ortopedia dell’ospedale di Sulmona e da rendere disponibile per l’utenza del centro Abruzzo. Abbiamo scelto i Collage che hanno subito sposato questa iniziativa di musica e solidarietà”.

I Collage presenteranno al pubblico tutti i maggiori successi, come “Due ragazzi nel sole”, “Tu mi rubi l’anima” “donna musica”, “Sole rosso” e tutti gli altri, fino al più recente singolo “Rinasco”.

Sono sicuro che questo ecografo portatile arriverà all’ospedale di Sulmona – ha detto il fondatore del gruppo Tore Fazzi – Anche la musica fa bene alla salute e al benessere delle persone. Ringrazio l’associazione Nomadi Fans Club e Vincenzo Bisestile per averci coinvolto in questo progetto. Faremo una grande festa il 19 aprile. Canteremo tutti insieme e ci divertiremo. Sin dai nostri esordi siamo sempre venuti a suonare in Abruzzo. Ogni anno facciamo almeno cinque tappe in questa regione e siamo contenti di tornare a Sulmona, dove abbiamo suonato alcuni anni fa”.

I Collage hanno propiziato gli amori estivi di diverse generazioni. Con la loro musica hanno conquistato notorietà e successo negli anni Settanta e Ottanta, affermandosi con un pop melodico originale e coinvolgente. Nel 1976 si aggiudicarono il Festival di Castrocaro con “Due ragazzi nel sole”, mentre l’anno seguente si piazzarono al secondo posto al Festival di Sanremo con il brano “Tu mi rubi l’anima”.

Un brano, quello che arrivò secondo alla kermesse sanremese, che poi scalò le classifiche di gradimento, affiancandosi a dei big della musica nazionale e internazionale. Della formazione storica del gruppo, l’unico rimasto è Tore Fazzi. Tra un tour e l’altro la band partecipa ad altre tre edizioni del festival di Sanremo (alla XXIX edizione del 1979 con “La gente parla”, alla XXXI edizione del 1981 con “I ragazzi che si amano” e alla XXXIV edizione del 1984 con “Quanto ti amo”) e lancia in Spagna e Sudamerica “Como dos niños”, “Poco a poco…”, “La gente habla” e “Sol caliente”, versioni spagnole di alcuni tra i maggiori successi del complesso. Negli anni ’90 il rilancio discografico con l’album “Replay” (1994) e l’antologia “Settantaseiduemila” (2000). Nel 2003 nascono le nuove atmosfere di “Abitudini e no”, un progetto discografico di inediti dove le melodie italiane si vestono di sonorità e ritmi rock-blues e persino funky. Dal concerto registrato nell’agosto 2008 a Muro Leccese (Lecce) viene pubblicato un doppio album live nel 2010, che raccoglie le atmosfere delle ultime esibizioni e un nuovo singolo inedito: “Non ti dimenticherò”. Nel 2020, in piena pandemia, il frontman Tore Fazzi pubblica il suo primo album solista, “Lughe noa”, contenente tracce inedite in lingua sarda, oltre alla più classica delle melodie sarde, “No potho reposare”. Nel 2022 il gruppo ha pubblicato il singolo “Accanto”, mentre lo scorso anno è uscito “Rinasco”.




NUMERI DA CAMPAGNA ELETTORALE!

Se i numeri parlano, diranno pure qualcosa. E allora analizziamoli

Pescara, 19 aprile 2024. Nel gennaio del 2023 l’Amministrazione comunale fa sapere che la Fondazione Alberitalia darà il suo contributo per la rinascita della Riserva Dannunziana. Gratis, donando pini certificati, geneticamente simili, anzi migliori, di quelli andati a fuoco. La donazione garantisce l’ordine degli agronomi e forestali, prevede inoltre la messa a dimora, le cure colturali per i 3 anni successivi, le spese di progettazione tecnica di agronomi e forestali coinvolti: tutto a ZERO spese per il Comune!

A febbraio del 2023, in sede di Commissione Ambiente, i consulenti del comitato scientifico, coinvolti anche loro a titolo gratuito, danno i primi numeri della rinascita dopo l’incendio di agosto del 2021, che hanno interessato 5 ha del comparto 5, 5 del 4 e 0,5 del 4. Il dr Savini, in particolare, afferma che “il soprassuolo è stato ricostituito e già si potevano contare 1.500-2.000 piantine di Pino d’Aleppo nuove su ogni ettaro di terreno. Poi la siccità ha fatto scendere il numero a 600-1.000 unità per ettaro”. Suggerisce anche la bonifica del terreno dai resti del vecchio vivaio, da rifiuti vari e “l’affidamento di un incarico multidisciplinare per lavorare nelle parti percorse dal fuoco con un progetto SOFT che preveda l’eliminazione dei tronchi bruciati rimasti”.

Pochi giorni fa, aprile 2024, dopo gli incarichi “onerosi” dati a Alberitalia di redigere un documento di linee guida e ad  un agronomo forestale di redigere il piano di esbosco, a seguito dell’affermazione di Radici in Comune che nei numeri qualcosa non tornava, il Sindaco, durante un sopralluogo, fa sapere che “tra i pini d’Aleppo nati spontaneamente nelle varie aree, alcuni spostati per un loro successivo travaso, e i 200 donati da Alberitalia, la Riserva può contare oggi su … 510 esemplari!”. Nessuno scempio ambientale, quindi!

Inoltre, aggiunge accarezzando il novellame in crescita, il legname rimosso andrà all’asta, come dice la legge, “… perché quello che seguiamo è un iter di legge”. Al seguito del primo cittadino, l’Assessore Santilli sottolinea come l’acqua, quella necessaria, sia stata regolarmente data!

Il Sindaco poi in più di un’occasione chiosa sulla vicenda sottolineando che il periodo elettorale ha stimolato diverse persone a riunirsi in una lista “contro di lui” ma che in tale veste non hanno competenze in materia, che invece ha l’ordine degli agronomi e forestali. Punto!

Ma veniamo ai numeri

Alberitalia ha redatto il progetto “Indirizzi operativi per la rimozione delle piante danneggiate dal fuoco all’interno dei Comparti 4 e 5 della Pineta Dannunziana e Linee Guida per l’assetto forestale di tutta l’area protetta” per un compenso di circa 43 mila €!

Giuseppe Farina, agronomo forestale, è stato incaricato della “Progettazione Definitiva, Esecutiva, Direzione Lavori e redazione del CRE relativamente ai servizi di Rimozione delle piante danneggiate dal fuoco all’interno dei comparti 4 e 5 della Pineta Dannunziana” per un compenso poco oltre gli 8 mila €.

Delle 1.500-2.000 per ettaro, poi diventate per la siccità, contrariamente alle affermazioni dell’assessore al verde, 600-1.000 sempre per ettaro, oggi, comprese quelle “donate da Alberitalia”, la Riserva “può contare in totale su 510 esemplari”.

Ma dove sono finite, allora, le migliaia di piantine dello scorso anno? Decedute per  siccità? Sepolte dai tronchi rimossi nei loro letti di caduta? Sotto i trattori?




ANDREA PIGONATI E LA “REAL STRADA DEGLI ABRUZZI”

[Pubblicato dal “Centro Servizi Culturali” Castel di Sangro – L’Aquila 1983]

Di Franco Cercone

La viabilità da Castel di Sangro a Sulmona, a partire soprattutto dal valico di Roccaraso, ha costituito un problema che storicamente si è risolto solo nei nostri giorni, grazie alle rivoluzionarie tecniche di

costruzione delle autostrade.

Le tre direzioni che si schiudono all’orizzonte dal valico di Roccaraso o dalla piana peligna, cioè il Piano delle Cinque Miglia, il Quadro di S. Antonio (Bosco di S. Antonio) ed il Quarto di S. Chiara (Forchetta Palena), avevano costituito, fin dall’antichità, i canali naturali di comunicazione tra la Valle del Sangro – vera porta per il Sannio – e la Conca di Sulmona.

l diversi periodi storici portarono, in conseguenza di complessi fattori politici ed economici, a privilegiare ora l’una ora l’altra delle suddette direzioni, che avevano comunque a sud, come punto imprescindibile di riferimento, il valico di Roccaraso.

Nella tarda età repubblicana, all’arteria che univa Sulmo con Aufidena, si dà in genere il nome di via Minucia, “nome che certo essa aveva nel tronco meridionale, ben noto perché offriva un’alternativa all’Appia per portarsi a Brindisi”[1].

Poiché, come ha confermato la moderna archeologia, non può non supporsi un collegamento a valle (Conca Peligna) ed a monte (Quarto di S. Antonio) del pagus romano che affiora in località Zeppe, alle falde del Monte Mitra, oggi in tenimento di Cansano, tale arteria doveva snodarsi necessariamente lungo il Vallone della Mazza, che collega direttamente il Quarto di S. Antonio con la piana di Sulmona.

È pertanto nella suddetta località Zeppe (o Pantano), ricca di reperti archeologici, che andrebbero effettuate ricerche dirette ad individuare l’ubicazione del tanto discusso Tempio di Giove Lareno, menzionato dalla “Tavola Peutingeriana”, tanto più che nelle vicinanze è sopravvissuto un toponimo, Casa Minucia, che non richiede ulteriori commenti.

Non sappiamo quali eventi storici determinarono la distruzione dell’insediamento romano sito a valle del Quarto di S. Antonio ed al conseguente declino del Vallone della Mazza come veloce canale di collegamento tra gli Altopiani e l’area peligna.

Certo è che successivamente, tra l’VIII ed il X secolo, la presenza sempre più rilevante dei Volturnesi sul Piano delle Cinque Miglia, con i possedimenti intorno al Monastero di S. Maria de Quinquemilia e la grancia di Florina [2] (attuale Rocca Pia), il lento ma costante vivacizzarsi dell’industria ovina, costituiscono alcune fra quelle decisive premesse che portarono al consolidamento degli interessi e dei traffici sul Piano delle Cinque Miglia, sancito definitivamente, al tramonto del XIII sec., dalla via degli Abruzzi che collegava Firenze con Napoli, assurta a capitale del regno Angioino.

È da ritenersi tuttavia, che il passaggio per il Quarto di S. Antonio non restasse completamente in disuso. Anche se in modo discontinuo, esso dovette essere in parte utilizzato dalla cosiddetta “diaspora lombarda”, cioè “quel grande fenomeno migratorio di artigiani e mercanti che investì tutto il Regno ed in particolar modo l’Abruzzo, e che tracce profonde e durature ha lasciato proprio a Pescocostanzo” [F. Sabatini, op.cit.], nonché in circostanze particolari, come si evince dal seguente documento pubblicato dal Faraglia: “Bartholomeo de Pacili militi, civi Sulmone commissio ad adaptandas stratas et vias quibus itur a Sulmona usque Iserniam per partes vallis oscure, Peschi, Rivinigri et foroli quia sunt adeo occupatae et aquis pluvialibus et saxis et spinis occupatae quod non potest haberi transitus” [N. F. Faraglia , Codice diplomatico Sulmonese.Doc CIX, Lanciano 1888].

E se in tali circostanze non poteva “haberi transitus”, i traffici dovevano svolgersi attraverso il Quarto di S. Antonio, tanto più che le lotte esplose tra Sulmonesi e Pescolani nella prima metà del XIV sec. per il possesso delle Campora, un ampio territorio che si estende da Fonte Sulmontina (alle falde del monte Mitra) fino alla contrada Primo Campo (sita non lungi da Pescocostanzo), rivelano senza dubbio un movimento di merci e viaggiatori attraverso il Quarto di S. Antonio.

Il problema della viabilità sugli Altopiani Maggiori affiora di nuovo nell’ultimo ventennio del ‘700 durante la fase di progettazione della quarta Strada di Fabbrica, cioè la “Real Strada degli Abruzzi”, che doveva congiungere “la Capitale del Regno agli Abruzzi, fino a Chieti e al Mare Adriatico da una parte, e ad Aquila dall’altra”[3].

Il collegamento con l’Abruzzo era quasi inesistente in quanto, sottolinea il Di Vittorio, “solo attraverso piste e sentieri era possibile da Capua – attraverso Venafro, Isernia, Castel di Sangro, Sulmona e Popoli – raggiungere da un lato Avezzano, al confine con lo Stato della Chiesa, dall’altro l’Aquila, Antrodoco, Amatrice e, più a oriente, Chieti, Penne e Teramo” [A. Di Vittorio Gli Austriaci e il Regno di Napoli 1707-1734. Giannini Ed., Napoli 1973].

Secondo il Di Vittorio, “queste carenze del sistema stradale del regno dipendevano, senza dubbio, da difficoltà finanziarie”, mentre da altri Autori sono messe in relazione, per quanto concerneva l’Abruzzo, con un disegno ben preciso dell’amministrazione borbonica, secondo cui le regioni nord-orientali del regno costituivano un baluardo naturale contro eventuali eserciti invasori, donde la necessità che le nostre contrade restassero prive di arterie, capaci di permettere una rapida avanzata di truppe straniere verso il sud[4].

I lavori della Strada di Fabbrica per l’Abruzzo furono eseguiti con una certa celerità da Venafro a Castel di Sangro, mentre per il tratto Castel di Sangro-Sulmona si rendeva necessario, data l’asprezza dei luoghi, uno studio attento delle caratteristiche morfologiche e geologiche del territorio come premessa necessaria al progetto dell’arteria da costruire, che fu affidato, da Ferdinando IV, al “cavalier” Andrea Pigonati, noto architetto dell’epoca.

Nel 1783 il Pigonati pubblicò a Napoli un volumetto dal titolo “La parte di strada degli Abruzzi da Castel di Sangro a Sulmona”, che per iniziativa lodevole del Dr. Mario Liberatore, Presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Roccaraso, viene riproposto in forma anastatica all’attenzione degli studiosi in un momento particolare e significativo: l’imminente e completa realizzazione della superstrada Sulmona-Castel di Sangro.

Il Pigonati esaminò direttamente le caratteristiche del Piano delle Cinque Miglia e del Quarto di S. Antonio e nell’omonima chiesetta, sita in quest’ultima località, interrogò alcuni eremiti sulla quantità di neve che ivi d’inverno cadeva.

Alla fine concluse, informandone Napoli, che l’arteria dovesse snodarsi necessariamente lungo il Piano delle Cinque Miglia, in modo che attraverso la gola di Barbatosa potesse raggiungere Rocca Valle Oscura (Rocca Pia) per proseguire a ponente verso Pettorano ed immettersi così nella piana peligna.

Contro la scelta di questo tracciato, che aveva già ottenuto l’approvazione di Napoli, intervenne Giuseppe Liberatore, medico e dottore di filosofia, nato a Castel di Sangro nel l756.

Nel 1789 – anno, come vedremo tra poco, in cui erano iniziati i lavori nel tratto Pettorano-Rocca Valle Oscura – il Liberatore pubblicò a Napoli, per i tipi di Vincenzo Manfredi, un volume dal titolo Ragionamento topografico-istorico-fisico-ietro sul Piano Cinque Miglia.

Dopo aver descritto i “fenomeni del Piano Cinque Miglia” e le cause che originavano le terribili tempeste di neve che ivi si scatenavano d’inverno, arrecando morte agli infelici “viatori” (perirono sul Piano, nel 1528, trecento fanti al soldo dei Veneziani ed altri 600 fanti, l’anno dopo, al comando del principe d’Orange), il Liberatore conclude: “Dal fin qui narrato, a ciascuno per istinto sorge, diligentemente ricercare, se, oltre il Piano di Cinque Miglia, altro luogo esista, onde, senza tanti disagi, entrare negli Abruzzi. Dalla Terra di Roccaraso, per tre varie direzioni, pel cennato Piano…, pel Quarto di S. Antonio, pel Quarto di S. Chiara, può andarsi alla Città di Solmona. A fin di decidere quale debbasi alle altre anteporre, fa pria mestieri, cadauna precisamente descrivere, e poscia, tutte fra esse confrontare” [G. Liberatore, Ragionamento topografico …ecc., op.cit.]

L’intento dell’A. è chiaramente polemico: dimostrare, contro le tesi sostenute dal Pigonati nella sua citata “operetta”, che, esclusa ogni possibilità di costruire l’arteria per il Quarto di S. Chiara, restavano solo due tracciati da prendere in considerazione: quello per il Piano delle Cinque Miglia e quello per il Quarto di S. Antonio. “Richiamando a memoria – afferma il Liberatore – gli aggiunti del Piano delle Cinque Miglia, e del Quarto di S. Antonio, opìno potersi decidere, che il secondo, meno periglioso, meno ferale, di minor dispendio del primo, sia a giudicarsi, e che conseguentemente presceglier si debba”. Occorre sempre tener presente, conclude l’A., che le strade si costruiscono “affinché con maggior sicurezza, ed agio, e con minor tempo si cammini, si accresca il commercio, il disbrigo delle faccende, e ‘l trasporto delle diverse derrate da luogo a luogo, pel bisogno, e beatitudine della società”. [G. Liberatore, op.cit.].

Non va esclusa del tutto l’ipotesi che dietro le tesi del Liberatore si nascondessero comprensibili e giustificati interessi della borghesia di Pescocostanzo, proiettata, con il declino della pastorizia, verso “una più attiva ricerca di nuove fonti di guadagno” [F. Sabatini, op. cit.] nel settore dell’agricoltura e dove, come sottolinea il Colapietra, “la borghesia professionistica e l’artigianato si dedicano a più complesse forme di investimento e di speculazione”[5], che certamente si sarebbero potenziate, tramite l’arteria da costruire, con il collegamento diretto tra Pescocostanzo e la conca Peligna.

Ma, come si diceva in precedenza, le “real decisioni” non furono favorevoli al Liberatore ed il progetto Pigonati passò già nel 1789 alle fasi di realizzazione. Osservatore d’eccezione, durante lo svolgimento dei lavori nel tratto Pettorano-Rocca Valle Oscura fu, nel 1789, il marchese tedesco von Salis-Marschlins, che annota: “A tre miglia di distanza da Pettorano, ed uno prima di raggiungere Rocca Valoscura (sic), trovai iniziati i lavori della nuova strada che si ha intenzione di proseguire sino a Pescara, attraverso il piano di Sulmona; e siccome gli operai erano intenti al lavoro, ebbi opportunità di seguire il modo di costruzione della strada, osservando le fondamenta dei ciglioni laterali e della copertura”[6]. Il parere, tuttavia, del von Salis-Marschlins, sull’esecuzione dei lavori e sulla scelta del tracciato, è estremamente negativo: “Questa strada, oltre ad essere stretta, poco solida, e con nessun criterio costruita, è stata tracciata in un punto male scelto, attraverso paesi che non hanno se non pochissima importanza. Pur essendovi cosi vera necessità altrove, la si è voluta far passare presso Rocca Valoscura, nel letto di un torrente che la danneggia ogni anno, in una vallata ripida ed angusta, mentre la si poteva tracciare attraverso paesi più importanti per traffico e posizione e che, sino ad un certo punto, offrivano un livello molto più regolare. Si mormora a questo proposito che gli ingegneri si sieno lasciati corrompere cosi dai privati come dai paesi intressati…” [U.K. von Salis-Marschlins, op. cit.].

Gli eventi politico-militari degli anni seguenti, che culminarono con l’invasione degli eserciti francesi e l’instaurazione della Repubblica Partenopea, non permisero il proseguimento dei lavori tra Pettorano e Rocca Valle Oscura. Essi furono ripresi e completati, come è noto, durante il regno di Gioacchino Murat, per cui tale tratto è chiamato ancora oggi via Napoleonica.

Altri particolari interessanti si apprendono da Giuseppe Del Re, che precisa: “La strada consolare che da Terra del Lavoro s’inoltrava in Abruzzo, terminava a S. Maria di Portella, precisamente presso il miglio 80… (Sui Piano delle Cinque Miglia) il cammino era indicato da una traccia naturalmente fatta da ruote e da some, la quale si rendeva invisibile per le erbe che la ricuoprivano, e che dimenate da’venti facevano smarrire il tragitto a’ viandanti. Si progettò nel 1812 una strada regia che scorresse per quel Piano…; se ne approvò nel 1814 il disegno, e se ne intraprese nel 1817 la costruzione, che nel 1820 ebbe il total compimento”[7].

Nello stesso periodo fu sistemato anche il tratto Fontanella-Rocca Valle Oscura, poiché, nota giustamente il Leone (e una conferma si evince anche dal Del Re e dal von Salis-Marschlins) “i1 percorso Pettorano-Rocca Pia viene denominato ancora via Consolare o Napoleonica, mentre quello che da Rocca Pia sale a Fontanella dai vecchi del luogo veniva indicato come Strada o via Borbonica” [O. Leone, Roccapia…ecc., op. cit.].

Il giudizio severo del von Salis-Marschlins sia sulla scelta del tracciato che sulla conduzione dei lavori nel tratto Pettorano-Rocca Valle Oscura è apparso ai tecnici moderni alquanto frettoloso ed al

riguardo il Di Benedetto precisa che l’arteria “si distingue ancor oggi, sebbene da molto tempo abbandonata dal grande traffico, per la concezione tecnica, ardita, ma accorta. Il tracciato, segnando il fianco della montagna secondo l’andamento più naturale (nessun tornante, nessun viadotto), segue la via più breve con buona esposizione e felice scelta del terreno, privo di zone geologiche di detrito calcareo e, quindi, con risparmio di grandi e costose opere di contenimento. Rimangono ancora oggi, bruniti dal sole, grossi muraglioni di sostegno dell’ampia sede stradale, deliziosi piccoli parapetti, anch’essi in pietra, brevi tratti di muratura a mattoni, a rafforzare il pendio dei terrapieni e, infine, monolitiche colonnine in pietra, terminanti a cupola dopo il collarino, con il numero scolpito delle miglia da Napoli… Allora essa doveva creare dei problemi per la trazione dei carri pesanti, in qualsiasi stagione, e delle vetture, nei periodi di neve e ghiaccio. I cavalli erano allora sostituiti dai buoi, ai cui piedi nell’inverno si applicavano ferri chiodati, antenati delle moderne catene e delle gomme antineve. La strada registrò sempre traffico intenso sia in persone che in merci. La Messaggeria degli Abruzzi, il veloce servizio di posta in partenza da Napoli ogni mercoledì e ogni sabato alle 2 e da Sulmona ogni martedì e venerdì, fu uno dei servizi viaggiatori più frequentati del secolo scorso. Il percorso da Sulmona a Napoli contava 90 miglia napoletane, con 12 poste e mezza per lettere e viaggiatori, e sette cambi di cavalli…” [F. Di Benedetto, op. cit.]

Certamente, non pochi dovevano essere i problemi della viabilità soprattutto nel periodo invernale. Da una relazione del vice Intendente, datata Sulmona, 20 marzo 1845, ed inviata al consigliere distrettuale D. Raffaele Vitto, a Pettorano, si apprende che “il Corriere di Reggia Posta D. Gabriele Guidelli ha avanzato delle doglianze contro il Sindaco di Roccavallescura, come indolente alle richieste fattegli per aiuto di cui aveva d’uopo, attesoché nevi (sic) e contro il di costui fratello bovaro, che pretendeva smodato compenso onde attivare la corsa della diligenza con due bovi…”[8]

E ciò malgrado che nel 1817 fosse stata approvata una risoluzione, la quale stabiliva: “A voler che la corrispondenza sul Piano 5 Miglia non venga interrotta nei mesi invernali, si emette il progetto di due slitte tirate da buoi nel Comune di Roccaraso e di Vallescura, le quali… tenessero attiva la comunicazione della Capitale con le Provincie…” [F. Di Benedetto, op. cit.].

Ancora oggi la Napoleonica non manca di esercitare un certo fascino su chiunque la percorre a piedi per respirare una boccata d’aria del tempo che fu.

E con un po’ di fantasia, si possono ancora udire le grida dei passeggeri, atterriti dagli attacchi dei briganti Crucitto e Tamburrino, entrati ben presto nella memoria dei vecchi e trasfigurati in personaggi da leggenda.

Sotto questo aspetto, la cara, vecchia Napoleonica, attende una pagina di storia che finora non è stata scritta.


[1] F. Sabatini, La Regione degli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, Roccaraso, a cura della A.A.S.T., 1960.

[2] F. Sabatini, ivi; O. Leone, Roccapia. Notizie storiche, Sulmona, Stab. Tipogr. Angeletti, 1977.

[3] F. Di Benedetto, Da Sulmona verso il Sannio Carecino e Napoli, in “Bollettino del Rotary Club Sulmona”, Sulmona,   sett. 1979. Le altre tre “Strade di Fabbrica” erano: La Strada di Roma, La Strada di Puglia, e La Strada delle Calabrie.

[4] L. Russi, Viaggiatori europei nell’Abruzzo dell’Ottocento, in “Atti del Terzo Convegno Viaggiatori Europei negli Abruzzi e Molise nel XVIII e XIX secolo”, Teramo 1976 (a cura del “Centro di Ricerche storiche Abruzzo Teramano”).

[5] R. Colapietra, Abruzzo. Un profilo storico, Carabba Ed., Lanciano 1977.

[6] K. U. von Salis Marschlins, Viaggio attraverso l’Abruzzo (1789), Polla Ed., Avezzano 1981. Si tratta della ristampa anastatica dell’edizione italiana dell’opera, pubblicata a Trani nel 1906. Il “Viaggio in Abruzzo” costituisce il cap. IX del volume, pubblicato a Zurigo nel 1790 con il titolo originale “Beitrage zur naturlichen und okonomischen Kenntniss des Konigreiches Beider Sizilien”. Una seconda edizione apparve, sempre a Zurigo, nel 1793 ma con titolo diverso: Reisen in verschiedene Provinzen des Konigreiches Neapel, ed è anche citata da L. Russi.

[7] G. Del Re, Descrizione topografica, fisica, economica politica de’Reali Dominy al di qua del Faro nel Regno delle Due Sicilie, Tomo II, Napoli 1835.

[8] F. Di Benedetto, ivi. I documenti in questione sono tratti dall’Archivio della Famiglia Vitto-Massei, Pettorano.




ELISA MARIA BOGLINO DA COPENAGHEN A ROMA. Tra due patrie nella pittura

L’Imago Museum di Pescara inaugura la mostra

Pescara, 19 aprile 2024. Il 27 aprile 2024 l’Imago Museum di Pescara inaugura la mostra «Elisa Maria Boglino da Copenaghen a Roma. Tra due patrie nella pittura», la prima mostra retrospettiva italiana dedicata ad Elisa Maria Boglino (Copenaghen 1905- Roma 2002), pittrice italo-danese che ha vissuto tra due patrie, la Danimarca che le ha dato i natali, e l’Italia, dove si stabilisce definitivamente dal 1947.

L’inaugurazione si terrà sabato 27 aprile, alle ore 17,30, alla presenza di Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Carlo Masci, Sindaco di Pescara, Marco Nocca, professore all’Accademia di Belle Arti di Roma, curatore della mostra, Sarah Boglino e Nica Schmidt, in rappresentanza della famiglia Boglino. Sono stati invitati S.E. Anders Carsten Damsgaard, Ambasciatore di Danimarca in Italia e la dott.ssa Charlotte Bundgaard, Direttrice dell’Accademia di Danimarca, Roma.

L’esposizione temporanea riunisce gli importanti dipinti degli anni Trenta, esposti a Venezia in Biennale (1930,1934), e ammirati a Berlino nel 1932 nella prestigiosa galleria Gurlitt da Kaethe Kollwitz, Oskar Kokoschka, August Macke, Erich Heckel. Spicca tra essi Le alienate (1931) del Mart, rappresentazione della follia che nei corpi delle recluse contiene quasi un presagio di lager. Provenienti da importanti musei e collezioni private, tra cui lo Statens Museum for Kunst di Copenaghen, il Mart di Rovereto, e collezioni private italiane, danesi e tedesche, le opere sono affiancate da una notevole selezione dell’opera grafica dell’artista, in cui è evidente la sua ricerca di un segno primordiale.

La mostra offre l’occasione di scoprire l’opera di questa artista singolare, che ha saputo creare un ponte tra la cultura nordica e quella mediterranea. I suoi dipinti e disegni, dalla forte carica espressiva, affrontano temi come la condizione femminile, la maternità, la solitudine e l’amore. Elisa Maria Boglino, artista indipendente e dalle scelte coraggiose, è stata precorritrice di temi poi sviluppati dal femminismo.

Le opere di Elisa Maria Boglino entrano in dialogo con la collezione dell’Imago Museum d’arte impressionistica nordica e con quella degli espressionisti tedeschi, ai quali l’artista guardava con speciale interesse.

Il polo d’arte moderna e contemporanea di Pescara, crocevia ormai fondamentale della sua vita culturale urbana, simbolo sempre più accattivante dello skyline del suo centro pedonalizzato, nonché crescente riferimento per l’intero medio adriatico italiano e non solo, dal 2021, anno della sua apertura, ha accolto prestigiose temporanee di Andy Warhol, Joseph Beuys, degli espressionisti tedeschi, di Joan Miró e, in ultimo, la grande opera scenica COSMO di Mario Schifano.  La coerenza delle mostre selezionate ha coinciso con un percorso dell’arte contemporanea di notevole respiro internazionale. A questo fanno da cornice esposizioni permanenti di non minor profilo, come la documentazione della performance artistica di Mario Schifano, della pittura figurativa italiana, spagnola e nordamericana del secondo Novecento, degli Impressionisti Scandinavi della scuola di Zahrtmann di Civita D’Antino e ancora degli Espressionisti Die Brücke.




REALIZZAZIONE CABINA DI TRASFORMAZIONE PRIMARIA

Regione e Governo prestino ascolto a cittadini e amministrazioni comunali e facciano il loro dovere

Loreto Aprutino, 19 aprile 2024. Ieri mattina mi sono recato a Loreto Aprutino, in località “Remartello”, per partecipare alla manifestazione, indetta dal Comune vestino insieme ai Comuni limitrofi e associazioni di agricoltori, ambientaliste e civiche, contro la realizzazione in loco di una cabina primaria di trasformazione da 220 KW da parte di E-Distribuzione.

La scelta di installare la cabina in un’area prettamente agricola e nota per le produzioni di qualità desta parecchia preoccupazione, specie per gli ulteriori sviluppi prospettati, ovvero la realizzazione di un parco fotovoltaico, fino a un massimo di 400 ettari, che andrebbe a ripercuotersi su diversi terreni destinati all’agricoltura.

L’allarme della comunità Vestina riguarda quindi da un lato la localizzazione della cabina – si tratterebbe oltretutto di un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, se solo la Regione Abruzzo avesse approvato il Piano Paesaggistico Regionale -, per la quale viene chiesto lo spostamento nella limitrofa area industriale, ricadente sempre nel Comune di Loreto Aprutino, e dall’altro la potenza prevista, dato che l’impianto avrà la capacità di assorbire l’energia prodotta da un’estensione di pannelli fotovoltaici fino a un massimo di 400 ettari. Un progetto, dunque, che potenzialmente rischia di essere molto più pervasivo di quanto dichiarato.

Proprio nella giornata di oggi ci è giunta notizia di una prima vittoria da parte del Comune di Loreto, che ha ottenuto dalla Regione il rinvio della Conferenza dei Servizi, programmata inizialmente per domani, in virtù della richiesta di integrazioni documentali che E-Distribuzione dovrà produrre entro il prossimo 19 aprile.

Nel frattempo, come ho ribadito nel corso del mio intervento al presidio, occorre che la Regione Abruzzo dia seguito a quanto previsto dal d.lgs. 119/2021, così come approvato dalle Camere nell’aprile 2023. L’articolo 20 del decreto in questione rimanda infatti alle regioni la classificazione delle aree idonee e inidonee all’installazione di pannelli fotovoltaici. Tuttavia, nonostante le numerose bozze circolate, il Decreto interministeriale che dovrebbe fissare i criteri in materia è ancora in fase di discussione con la Conferenza delle Regioni. Per questo motivo chiediamo al Presidente Marsilio di battersi nella Conferenza delle Regioni affinché si arrivi ad una rapida approvazione del Decreto, e al Consiglio Regionale di accertarsi, analogamente a quanto fatto dall’Emilia Romagna, di accertarsi che lo stesso decreto contenga misure che permettano effettivamente di tutelare, con apposita legge regionale, i terreni agricoli, ancor più nel caso di aree presidio Dop, Igp, o comunque destinatarie di certificazioni di qualità.

Antonio Blasioli




STUDENTI A LEZIONE IN SERRA

Il futuro dei giovani agricoltori, confronto tra studenti e imprenditori under 30

Alanno, 19 aprile 2024. Futuri periti a lezione in serra per capire le dinamiche della politica agricola comunitaria. Si è svolta oggi a Ripa Teatina, nell’azienda Oasi vivai piante, l’incontro tra gli studenti dell’istituto agrario di Alanno e gli agricoltori di Coldiretti Giovani impresa nell’ambito del progetto “Aziende agricole aperte”, cofinanziato dall’Unione europea per lo sviluppo e la diffusione della conoscenza della politica agricola comunitaria e delle opportunità per chi sceglie di insediarsi in agricoltura nonché di favorire l’interazione diretta tra i giovani imprenditori e gli studenti degli istituti agrari, che diventeranno futuri tecnici o nuovi agricoltori. In Abruzzo il progetto coinvolge l’istituto agrario di Alanno e l’Oasi Vivai Piante di Ripa Teatina dove, questa mattina, sessanta ragazzi di quanta e quarta hanno partecipato ad una “lezione” particolare.

Un vero tour nelle varie serre del vivaio accompagnati da Guido Di Primio e, alla fine, un confronto con tecnici e giovani agricoltori sulla politica agricola comunitaria e le opportunità previste dalla nuova programmazione. A coordinare gli interventi, dopo l’introduzione del direttore provinciale di Coldiretti Chieti Luca Celestino e la relazione tecnica di Luca Di Giandomenico sul bando di primo insediamento in agricoltura, è stata la delegata regionale dei Giovani di Coldiretti Carla di Michele che si è soffermata sul mondo delle giovani imprese e sulle prospettive che offre il settore agricolo con particolare riferimento alle opportunità della politica agricola comunitaria. A seguire, la presentazione dei servizi offerti da Coldiretti per i giovani agricoltori e il confronto tra i giovani “addetti ai lavori”. “E’ stata una esperienza intensa per fare divulgazione e formazione sulla Pac (politica agricola comunitaria), facendo confrontare i giovani studenti con gli imprenditori che hanno scelto già il proprio futuro – spiega Carla Di Michele, delegata di Coldiretti Giovani Impresa e titolare di un’azienda multifunzionale a Cepagatti  – l’istituto agrario è una scuola di riferimento per chi vive di agricoltura e, con questo progetto vogliamo cementare un confronto partecipe e propositivo di due mondi destinati in ogni caso ad incontrarsi”.

Alessandra Fiore




LA PRIMAVERA DEI LIBRI

Al via sabato 27 aprile la seconda edizione della rassegna. Il primo incontro dell’iniziativa curata dal Centro Studi e Ricerche Nino Ruscitti vedrà la partecipazione di Marinello Mastrogiuseppe e Pasquale Caranfa

Bugnara, 19 aprile 2024.  Torna sabato 27 aprile la rassegna culturale “Primavera dei libri” promossa dal Centro Studi e Ricerche Nino Ruscitti. L’incontro, che si terrà all’interno della Biblioteca del Centro Studi in via Borgo San Vittorino a partire dalle ore 17.00, avrà come tema il patrimonio immateriale del territorio. Ospiti del primo appuntamento saranno il fotografo Marinello Mastrogiuseppe, che illustrerà le immagini tratte dal volume Rievocazioni storiche e religiose della provincia dell’Aquila, vincitore a dicembre del Premio Polidoro, e il Presidente dell’Associazione Culturale “La Foce”, Pasquale Caranfa che racconterà l’evoluzione del celebre abito muliebre di Scanno.

Gli altri appuntamenti in programma:

L’11 maggio alle ore 17.00 il volume Mario Setta. Testimonianze di libertà con il curatore Goffredo Palmerini; il 19 maggio il libro di Fabio Maiorano Celestino V al secolo Pietro di Angelerio; il 25 maggio il saggio Parole D’Abruzzo di Daniela D’Alimonte e il 1° giugno il nuovo libro di Stefano Servilio L’INdividuo INcompresente.

«Filo rosso di questa seconda edizione è il patrimonio culturale e storico del territorio che proprio in queste ultime settimane è tornato al centro del dibattito pubblico con importanti iniziative intraprese dai Comuni del Valle. Siamo convinti – afferma il presidente del Centro – che la valorizzazione culturale del territorio possa avvenire attraverso la condivisione dei saperi intorno alla storia, alla lingua, e più in generale ai patrimoni materiali e immateriali che caratterizzano tutti i nostri piccoli centri».




IL DOTTORATO TRA IL FUTURO DELLA RICERCA  e la formazione della classe dirigente del Paese

Auditorium del Rettorato – 22 aprile 2024 – ore 9:40

Chieti, 19 aprile 2024. “Il Dottorato tra il futuro della ricerca e la formazione della classe dirigente del Paese” è il tema del convegno organizzato dalla Scuola Superiore “G. d’Annunzio”, diretta dal professor Angelo Cichelli, con il patrocinio dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara. L’incontro si terrà il 22 aprile prossimo, alle 9,40, nell’Auditorium del Rettorato a Chieti.

Dopo i saluti istituzionali del Magnifico Rettore, professor Liborio Stuppia, e del Direttore Generale, dottor Paolo Esposito, sono previsti gli interventi del professor Angelo Cichelli, Direttore della Scuola Superiore “G. d’Annunzio”, su “I Corsi di dottorato della d’Annunzio tra evoluzione normativa e strategie di Atenei”, del dr. Enrico Montaperto, Dirigente del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), su “Il dottorato performante per il futuro del Paese”, della dott.ssa Simonetta Iarlori, Chief People & Governance Officer ALIA-ESTRA Multiutility Toscana su “Esplorare nuovi orizzonti: dal mondo accademico alle opportunità di carriera nelle aziende” e del prof. Pierluigi Sacco, ordinario di Politica economica presso il Dipartimento di Scienze Filosofiche, Pedagogiche ed Economico-quantitative della “d’Annunzio”, su “Dottorati e competitività del sistema”. Al termine seguiranno interventi e la fase di discussione.

“Il convegno del 22 aprile – annuncia il professor Angelo Cichelli, Direttore della Scuola Superiore “G. d’Annunzio” – affronterà il rapporto tra alta formazione, futuro della ricerca e formazione delle classi dirigenti del Paese. Il dottorato di ricerca, a 40 anni dalla sua istituzione in Italia, – spiega il professor Cichelli – rappresenta il più alto livello della formazione universitaria, poiché coniuga l’avanzamento della conoscenza, tramite una didattica ad hoc nelle diverse aree, e una ricerca avanzata, innovativa e originale. Le potenzialità connesse per un futuro dei dottorandi sia nelle Università sia nei centri di ricerca pubblici e privati sia anche nel mercato del lavoro, sono notevoli, anche con le trasformazioni in atto nei percorsi che oggi sono più trasversali ed integrati, spesso in convenzione con le imprese. In questo senso – conclude il professor Cichelli – i progetti sui dottorati di ricerca hanno visto ricevuto ingenti finanziamenti PON e PNRR e, a breve, anche dalle Regioni attraverso i fondi FSE”.

“I numeri degli iscritti e dei Corsi di dottorato della “d’Annunzio” – commenta a sua volta il Rettore, professor Liborio Stuppia – che per il 40° ciclo saranno 21, a latere della ulteriore adesione a 13 Corsi nazionali, rappresentano una qualificata e articolata offerta di alta formazione a valle di aree disciplinari consolidate nell’Ateneo, con una strategia per far crescere talenti, ed in definitiva l’eccellenza ed il prestigio della comunità del nostro Ateneo “       

Maurizio Adezio




PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE

Servizi integrati – Casa Albergo Inps Pescara

Pescara, 19 aprile 2024. Il 14 marzo scorso l’USB ha avuto un incontro con un responsabile della Servizi Integrati, azienda che gestisce un appalto all’interno della Casa Albergo INPS di Pescara (La Pineta) che era stato preceduto da un incontro con la Direzione della Struttura, nel quale ha messo in evidenza diverse problematiche che i lavoratori lamentano: sull’organizzazione del lavoro, su anomalie nelle buste paga, irregolarità contrattuali, utilizzo di ferie e permessi in modalità anomala, mancato pagamento del tempo vestizione per parte del personale, mancato versamento delle quote associative alla nostra O.S. oltre a situazioni di possibile mancato rispetto del capitolato di appalto.

Al termine di tale incontro ci era stato garantito che a breve l’azienda avrebbe comunicato le proprie posizioni sui vari temi posti, che si sarebbe avviato un percorso sindacale costruttivo con la RSA USB, costituita in azienda, ma ad oggi tutto tace ed i problemi segnalati permangono senza che vi sia stato alcun intervento da parte della Servizi Integrati.

Per la RSA USB Servizi Integrati e per il Coordinamento Provinciale USB Chieti/Pescara tale situazione non è accettabile e pertanto si proclama lo stato di agitazione aziendale che, se non porterà a dirimere le problematiche, ci costringerà a ricorrere a tutti gli strumenti sindacali e legali a tutela dei diritti dei lavoratori, degli ospiti della casa albergo La Pineta e dei contribuenti che sono gli azionisti della stessa.

Con tale azione vogliamo rimarcare anche che riteniamo insufficiente il controllo da parte dell’INPS sulle aziende che gestiscono gli appalti all’interno della struttura, sul puntuale rispetto dei capitolati di appalto e sull’attuazione delle proposte tecniche sulla base delle quali hanno ottenuto l’affidamento dei servizi.

Ci si avvicina alla scadenza naturale dell’appalto, che avverrà nel 2025, e l’ente a nostro avviso dovrebbe internalizzare i servizi e mettere fine al sistema di appalti che scarica sui lavoratori e sugli ospiti enormi problemi in nome del risparmio e dell’efficienza che poi non si materializzano in alcun modo.

È ora di dire basta perché non è più ammissibile che un ente statale sia complice di un sistema che penalizza lavoratori ed utenti.

USB Lavoro Privato Chieti/Pescara

RSA USB Servizi Integrati – Casa Albergo La Pineta