IL MESE DEL LIBRO

Iuliano, Toffa, Laudadio… grandi nomi anche allo Zambra di Ortona

Ortona, 25 aprile 2024. Unaltroteatro di Lorenza Sorino ed Arturo Scognamiglio propone, per la prima volta, un ricco calendario di appuntamenti per il “Maggio dei Libri” in collaborazione con la Libreria Moderna, Fabulinus&Minerva di Micaela Ortolano: tutti gli appuntamenti si terranno presso il comunale Auditorium Zambra di Ortona ogni giovedì del mese alle ore 18:30 presso il foyer.

Ad accompagnare gli appuntamenti ci saranno momenti musicali, letture, ricordi, dibattiti ma anche tanti momenti toccanti: “la struttura da noi gestita si sposa bene con iniziative di vario genere. Oltre alla stagione teatrale che si è appena conclusa e al cinema che desta sempre il suo interesse, abbiamo ospitato mostre, corsi e formazione, ma per la prima volta abbiamo deciso di ospitare una vera rassegna letteraria per contribuire alla diffusione della cultura del libro proprio nel mese ad esso dedicato. Si tratta di cinque appuntamenti diversi ognuno dei quali avrà una sua peculiarità” – spiega la produzione.

Si parte dunque il 2 maggio con la presentazione del libro del giornalista Fabio Iuliano,  “Oceans” per Radici Edizioni: il viaggio di un giovane musicista, che ripercorre i suoi ricordi attraverso la musica e i luoghi del passato, per tornare a rivivere quella che per lui è stata la notte più importante. E per l’occasione la musica sarà fisicamente presente.

Si prosegue il 9 maggio con “Il giallo nel verde” di Tony Zitella per Masciulli Edizioni:  un giallo si consuma nel verde di un borgo d’Abruzzo. Un giovane contadino, una donna magistrato, un anziano maresciallo dei carabinieri sbroglieranno l’intricata matassa arrivando così alla soluzione del mistero. Un giallo che ha il sapore delle pietanze paesane, i colori dei campi, i suoni dei dialetti, la fragranza degli amori accennati.

Il 16 maggio si affolleranno ricordi e lacrime di commozione per l’evento che vedrà ospiti Margherita Rebuffoni e Maurizio Toffa, i forti e temerari genitori di Nadia Toffa, giornalista de “Le Iene” che dopo aver combattuto contro un brutto male, senza mai lasciarsi fiaccare nello spirito, il 13 agosto 2019, lasciava un vuoto sia nel mondo del giornalismo televisivo che nella vita di chi tanto l’ha amata. “Non fate i bravi” di Chiarelettere, è questa la testimonianza che Nadia ha lasciato invitando tutti a godere della bellezza della vita ed è stata proprio lei a chiedere a mamma Margherita di pubblicare i suoi scritti per continuare a portare la sua testimonianza e rimanere sè stessa fino alla fine.

Il 23 maggio per “Comete – Scie d’Abruzzo” il progetto editoriale di Ianieri edizioni e del Direttore di collana Peppe Millanta, verrà presentato “Parole d’Abruzzo” di Daniela D’Alimonte: tra le sue pagine si passano in rassegna alcune delle parole più iconiche del dialetto abruzzese. Di ogni termine è stata riportata la trascrizione con alcuni segni convenzionali, e la trascrizione fonetica vera e propria.

Il 30 maggio si chiude con “Elaborate forme di solitudine” per La nave di Teseo: qui ci sono i protagonisti del nuovo romanzo di Tony Laudadio, i  tanti personaggi, tutti distanti fra loro eppure uniti da un sottile, resistente filo.

Alla fine di ogni appuntamento ci sarà un momento conviviale con un calice di vino offerto dall’Enoteca Regionale d’Abruzzo.

La rassegna gode del sostegno di Donnè, Lions Club e Inner Wheel. Il Cinema Auditorium Zambra è in via Don Bosco, 2 ad Ortona; per info è possibile chiamare il 3454367809, mail: segreteria@cinemauditoriumzambra.com.




UNO SPAZIO D’ASCOLTO DEDICATO ALLA DISABILITÀ

Apre nel mese dedicato alla sensibilizzazione sull’autismo

Loreto Aprutino, 25 aprile 2024. Grazie alla sensibilità del Sindaco Renato Mariotti e all’impegno dell’Assessore alle politiche sociali Roberta Legnini diamo il via ad attività di informazione sull’autismo. Le famiglie del territorio potranno fruire di questo nuovo servizio per ottenere informazioni utili per accesso alle cure, inclusione sociale e avvio al lavoro per ragazzi e adulti. Diverse le attività in essere nell’anno corrente che potranno generare l’interesse della comunità locale che affronta ogni giorno le difficoltà generate dalla condizione autistica o della disabilità in genere.

È un primo passo che ci porterà nel tempo ad ampliare la presenza e le attività, al pari di altre collaborazioni avviate in Abruzzo. L’Accordo di collaborazione siglato con ANCI Abruzzo ci rende orgogliosi di tale sviluppo presso il Comune di Loreto Aprutino.

“Saremo al fianco dell’Amministrazione comunale per iniziative dedicate alla informazione delle famiglie, alla inclusione, al sostegno alle persone autistiche e alle loro famiglie e per trovare insieme soluzioni adeguate alle tante problematiche che affliggono questa condizione, ma ci sarà anche spazio per proposte per eventuali laboratori creativi e per Coffee Room come luogo d’incontro destrutturato e di condivisione di momenti ludici. La collaborazione e l’ascolto attivo per chi vive una condizione di fragilità sono sempre stati aspetti fondamentali della nostra associazione” commenta il Presidente Dario Verzulli.

L’Assessore alle politiche sociali del Comune di Loreto Aprutino, la dott.ssa Roberta Legnini commenta: “Ho fortemente voluto uno spazio completamente dedicato alla disabilità, ad accesso gratuito, dove i volontari dell’associazione Autismo Abruzzo Onlus offriranno consulenza, sostegno, orientamento. Conosciamo bene l’associazione, punto di riferimento per le famiglie con Autismo in tutto l’Abruzzo e non solo e siamo fiduciosi che questo spazio possa essere di grande aiuto perché sarà esteso non solo a chi vive l’autismo nella sua quotidianità ma anche a tutti coloro che si trovano ad affrontare una qualsiasi disabilità.”

Lo Sportello d’ascolto, nel completo rispetto della privacy, è disponibile previo appuntamento contattando il numero 388/4653883 o tramite mail: gianni.legnini@autismoabruzzo.it; sportelloascolto@autismoabruzzo.it

Il colloquio sarà svolto nella sala polivalente “Otello Farias” di Loreto Aprutino previa prenotazione o anche online se si preferisce.

L’Associazione dispone di una pagina fb e di un profilo Instagram attraverso cui condivide le iniziative proprie ma anche le informazioni utili alle famiglie con autismo. Le sfide importanti possono essere conseguite solo con un impegno costante, concreto e condiviso. Autismo Abruzzo vuole sperimentare nuove soluzioni, coprire zone d’ombra entro cui spesso si annida l’isolamento emotivo che può talora sfociare in problematiche più serie. L’orientamento di esperti può dare quell’ancora di sicurezza che fa sentire maggiormente protetti e mai soli e che può restituire ad ognuno momenti di benessere.




STERRARE È UMANO

Auto moto e solidarietà

Montesilvano, 25 aprile 2024. Al via la terza edizione dell’evento STERRARE È UMANO iniziativa sportiva e mototuristica con base a Montesilvano che coinvolgerà tutto l’Abruzzo. Sarà allestito al Pala Dean Martin lo Sterrare è Umano Trophy Village con molti espositori, numerosi test drive attività anche per i bambini.

Quest’anno l’attività sarà ancor più all’insegna dell’inclusione sportiva di tutti; infatti, organizzazione con la collaborazione con l’Asd Fuoristrada Abruzzo ha allestito con percorsi dedicati alle 4×4 che consentiranno a tutte le persone con disabilità di vivere l’esperienza dell’off road.

L’iniziativa dei fuoristrada si veste anche di solidarietà, tutte le offerte libere ricevute verranno infatti devolute all’Associazione Carrozzine Determinate e all’ AGBE.

Orgogliosi e onorati di essere stati scelti quali destinatari di tale iniziativa, anche per questo come associazione Carrozzine Determinate saremo presenti per tutta la durata dell’evento dal 25 al 28 aprile, ogni giorno dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 direttamente presso lo Sterrare è Umano Trophy Village con una nostra postazione per sottoscrizioni, tesseramenti, gadget e soprattutto per partecipare e far partecipare tutti ad una fantastica esperienza di sport off road!

Vi aspettiamo numerosissimi per questo fantastico evento di sport, inclusione e solidarietà!

Claudio Ferrante

Presidente Associazione Carrozzine Determinate




OVIDIO RUNNING COSTANZA

Grande successo per gli atleti sulmonesi nella terza edizione della competizione. A settembre appuntamento a Sulmona

Costanza (Romania), 25 aprile 2024. Ancora un successo per i Runners Sulmona e il Liceo “Giambattista Vico” in terra rumena per la terza edizione di “Ovidio Running Costanza”, disputatasi sabato scorso. Negli assoluti di corsa donna, a conquistare il gradino più alto del podio è stata dell’atleta e studentessa sulmonese, Jeona Pireci. Ottimo anche il quinto posto tra gli assoluti uomini di Rocco Tofano ed in generale buoni piazzamenti di tutti gli atleti sulmonesi che hanno preso parte alla gara.

La competizione, giunta quest’anno alla terza edizione, ha visto protagonisti oltre 600 partecipanti. Tra atleti professionisti e appassionati di corsa e camminata. La prova, riconosciuta per la prima volta dalla Federazione Atletica Rumena, è stata animata da tante iniziative collaterali, riproducendo, con buoni risultati, il modello nato a Sulmona nel 2016, ora diventato un riferimento a livello Europeo per gli eventi sportivi e culturali. Difatti anche a Costanza la manifestazione sportiva è stata accompagnata da molte iniziative sportive per i più giovani e uno spettacolo teatrale dedicato al poeta Ovidio, ideato e prodotto dalla Facoltà di Arte dell’Università Ovidio di Costanza.

Con l’occasione, la delegazione sulmonese, guidata dalla professoressa Emanuela Cosentino, è stata ricevuta in un incontro ufficiale, dal prorettore dell’Università Raluca Trandafir; a lei è stata consegnata una lettera di cortesia del Sindaco di Sulmona e la maglia ufficiale di Ambassador per la prossima “Ovidio Running Sulmona” che si disputerà il 21 settembre nella città peligna.

L’iniziativa “Ovidio Running” è cofinanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del progetto ERASMUS+ SPORT denominato SCORE – Stretegy and Capacity Builiding for Ovidio Running in Europe, promosso proprio dal Liceo “VICO” e Gp Runners Sulmona, in collaborazione con L’organizzazione no profit ECOS.




COMUNITÀ CUORE DELLE VALLI

A Goriano Valli nasce la cooperativa. Sabato presentazione ufficiale e poi il rito del fuoco di san Giorgio

L’Aquila, 25 aprile 2024. Nasce in Abruzzo una nuova cooperativa di comunità, “Cuore Delle Valli”, che sarà presentata sabato 27 aprile alle ore 18:00 a Goriano Valli di Tione degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila, alla presenza della cittadinanza tutta, delle istituzioni e delle associazioni del territorio. L’appuntamento è al circolo ricreativo dell’Asd Vallese, in piazza del monumento, dove al termine dell’incontro si celebrerà il rito dell’accensione del fuoco di San Giorgio, con musica, cibo e convivialità.

Interverranno alla presentazione Massimo Pedone, presidente della Cooperativa di Comunità, Stefania Mariani, sindaca di Tione degli Abruzzi, Lorenzo Berardinetti, sindaco del Comune di Sante Marie, Igino Cucchiarelli, direttore del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, Annalisa Spalazzi, ricercatrice del Gran Sasso Science Institute e Massimiliano Monetti, presidente nazionale settore Cooperative di Comunità di Confcooperative Habitat e Borghi in Rete.

La cooperativa ha già redatto e condiviso un proprio piano operativo ed economico, pronto ad entrare nella fase attuativa, e che sarà sabato illustrato nel dettaglio.

Al termine dell’incontro saranno premiati gli studenti Manuel Aloisi e Andrea Valentini, della classe III B del Liceo Artistico “Fulvio Muzi” dell’Aquila, per aver realizzato il logo “Cuore delle Valli”, riuscendo a cogliere a pieno l’essenza del progetto: il “battito” della comunità, la bellezza del territorio e il futuro che ci attende.

“Cuore delle Valli” è una cooperativa di comunità senza scopo di lucro, retta e disciplinata secondo il principio della mutualità senza fini di speculazione privata, nata con l’obiettivo di perseguire gli interessi generali della comunità del territorio del Comune di Tione degli Abruzzi, con particolare riferimento alla frazione di Goriano Valli. “Un’impresa che parte dal basso – anticipa il presidente Pedone -, creata proprio da chi questo territorio lo vive in prima persona, che vede protagonisti cittadini, associazioni e aziende locali, insieme per realizzare un piano di rilancio, sostenere il benessere sociale della comunità, rigenerare economie locali e creare occasioni di lavoro, valorizzare il patrimonio storico, culturale e di bellezza della nostra piccola ma preziosa realtà montana. Siamo i costruttori di un sogno che parte dal basso per dare una risposta immediata ai bisogni del territorio. E la cosa che ci piace di più è che questa risposta, viene fornita proprio da chi questo territorio lo vive in prima persona: cittadini, lavoratori e associazioni insieme, per crescere, costruire futuro e sviluppo”.

I festeggiamenti continueranno dunque in piazza del monumento per celebrare il Fuoco di San Giorgio, un antico rito beneaugurante tramandato dalla civiltà contadina, che vede in questa particolare giornata un rinnovato valore simbolico. Non mancheranno musica, balli e una salsicciata per divertirsi insieme.

L’iniziativa del fuoco è organizzata dall’associazione sportiva dilettantistica Vallese, socia della cooperativa Cuore delle Valli, che gestisce grazie alla generosa dedizione dei volontari il circolo ricreativo e organizza varie attività sportive, ludiche e culturali.




LA LIBERTÀ VENNE DAL MARE

Dodicesima edizione continua a onorare la resistenza italiana a Roseto degli Abruzzi verso la Riserva Borsacchio. 25 aprile cerimonia e biciclettata

Roseto degli Abruzzi, 25 aprile 2024. Oggi segna il dodicesimo anno della manifestazione in bicicletta “La libertà che venne dal mare”, un evento che continua a ricordare e onorare gli eroi della resistenza italiana. Ideata da Franco Sbrolla, insieme a Gigino Braccili e ispirata al libro “Abruzzo kaput”, questa manifestazione porta avanti il ricordo delle storie di coraggio e sacrificio legate alla lotta per la libertà.

L’evento è organizzato dalle Guide del Borsacchio in collaborazione con FIAB, WWF ,  l’Istituto Abruzzese Aree Protette e gode del patrocinio e della partecipazione attiva del Comune di Roseto.

Durante le tappe della manifestazione, sono state deposte corone di fiori per ricordare i caduti della resistenza, un gesto simbolico che sottolinea il rispetto e la gratitudine verso coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà del nostro Paese.

Il percorso della manifestazione tocca luoghi simbolo della resistenza, tra cui la foce del Torrente Borsacchio, teatro di agguati nazifascisti durante il periodo bellico. Prima della partenza, le istituzioni si sono unite per commemorare i caduti e coloro che hanno dato la vita per la libertà, rendendo omaggio al Monumento dei Caduti e alla Targa di Libero Pierantozzi.

L’entusiasmo e la partecipazione della comunità locale e delle istituzioni sottolineano l’importanza di mantenere viva la memoria storica e di trasmettere ai giovani le lezioni di coraggio e resilienza delle generazioni passate. “La libertà che venne dal mare” è molto più di una semplice manifestazione sportiva; è un atto di resistenza e di riconoscimento verso coloro che hanno combattuto per un’Italia libera.

Anche quest’anno, l’evento è stato un’occasione per ribadire con forza il motto “ora e sempre, resistenza”, continuando a celebrare la storia della resistenza italiana e a rendere omaggio ai suoi protagonisti.




25 APRILE

Giornata di eventi per la Festa di liberazione.  L’Amministrazione e organizzatori: “Si rinnova il sodalizio con ANPI e associazioni cittadine per onorare una ricorrenza importante per il futuro di tutti”

Chieti, 25 aprile 2024 In occasione del 25 aprile si ripete la sinergia fra Comune, Presidenza del Consiglio comunale, ANPI, Arci e le altre associazioni cittadine, una cordata nata per condividere valori, storia e memoria della Liberazione e della Resistenza. Gli eventi saranno a cura di CGIL Chieti, UdS, SlowFood, Fictio Arci, Da grande voglio crescere.

“Ora più che mai è necessario coltivare il significato e soprattutto la memoria della Resistenza e della Liberazione – così il sindaco Diego Ferrara e il presidente del Consiglio Comunale Luigi Febo – La festa come al solito si articolerà intorno alla cerimonia istituzionale e sarà celebrata da eventi, resi possibili dalla sinergia con la Prefettura e con diverse associazioni cittadine che non fanno mai mancare la propria testimonianza sul tema. Ci preme ringraziare tutti coloro che, con noi, si sono fatti parte della giornata, perché il valore del 25 aprile passi alla sua massima potenza e con l’attenzione che merita, è la nostra storia, la storia di tutti, un insieme di fatti accaduti che hanno cambiato l’Italia e che non si possono né dimenticare, né ridimensionare”.

“Il 25 aprile a Chieti è concepito come una festa di tutti e per tutti fondata sul grande significato della Resistenza – così l’assessora Alberta Giannini e il consigliere Paride Paci, motori per il Comune della sinergia con le associazioni – . Continua il lavoro di costruzione della memoria, con attività che guardano al futuro. La città di Chieti, grazie ad un lavoro trasversale tra amministrazione e realtà del territorio, garantisce anche quest’anno un programma ricco di eventi per celebrare la resistenza al nazifascismo. Domani saranno concentrati tutti gli eventi, ma un’anteprima della Festa c’è stato il 19 aprile con lo spettacolo teatrale Tenere in serbo la vita, un emozionante spettacolo sulla resistenza di Pizzoferrato che ha riempito il Marrucino alla prima. Una giornata ricca di iniziative, quella di domani, spaziando dalla cerimonia istituzionale per la deposizione delle corone, passando per il corteo organizzato dall’Unione degli Studenti di Chieti e dal Collettivo Studentesco di Lanciano, che animerà il Corso Marrucino fino a ritrovarsi in Piazza Mazzini. La sera, poi, spazio alla musica, perché anche le note fanno resistenza. Ecco, quindi, Luigi De Gregori live al Circolo Arci Fictio, dalle 21.30. Siamo felici che il coinvolgimento sia trasversale e intragenerazionale ai ragazzi e a tutte le associazioni che fanno da motore a questi eventi, arrivi il nostro grazie, è sempre un piacere lavorare insieme per dare alla città occasioni di crescita e riflessione”.

“L’Anpi di Chieti ritiene quanto mai attuale ed importante celebrare il 25 aprile – sottolinea Gianluca Antonucci, dell’ANPI di Chieti – Come accade ormai da tre anni siamo felici di collaborare con il Comune di Chieti e di vedere la partecipazione di tante associazioni cittadine a questa celebrazione. L’ANPI continua a lavorare per promuovere una memoria attiva, specie verso le future generazioni. Riteniamo questa cosa importante ed attuale, soprattutto nel particolare periodo che stiamo attraversando. È necessario ricordare e sottolineare, proprio in una fase di revisionismi e censure, il ruolo della Resistenza quale vera e propria lotta di liberazione e ci fa specie sentire che ci sia ancora chi non riesce a pronunciare la parola ANTIFASCISMO, che è alla base della nostra costituzione Repubblicana. Costituzione che intendiamo anche difendere contro ipotesi di modifiche che ne minino i valori fondanti, come il premierato e l’autonomia differenziata”.

Il programma completo

Giovedì 25 aprile

ORE 9,30 – Cerimonia istituzionale e deposizione delle corone d’alloro al monumento alla Resistenza in Largo Cavallerizza, seguito dall’omaggio alla lapide in memoria dei partigiani teatini in largo Martiri della Libertà e a quella in memoria delle vittime teatine al Polo Tecnico della Provincia, lungo la discesa delle carceri. La conclusione sarà al Monumento ai caduti, alla Villa comunale, per le ore 10.45, cui seguirà l’alzabandiera.

ORE 9,45 – Mostra fotografica ANPI Chieti. Si svolgerà lungo Corso Marrucino tutta la giornata.

ORE 10.30 – Corteo della Liberazione: concentramento in Piazza Malta, via Arniense, corso Marrucino, piazza Trento e Trieste, via della Liberazione, Villa Comunale, Piazza Mazzini. A cura degli studenti UDS e ANPI.

ORE 21,30 – Ritornando al folk. Spettacolo di Luigi De Gregori. Fictio club Arci.




L’AQUILA CULT

Laudomia Bonanni alla rassegna culturale con  Gianfranco Giustizieri a narrare il grande talento della scrittrice aquilana. Venerdì 26 aprile alle ore 17:30 Centro Commerciale L’Aquilone

L’Aquila, 25 aprile 2024. L’esperimento di portare la cultura in un luogo ad alta frequentazione per gli acquisti,  in un centro commerciale, dove la gente non si immagina, sta dando grandi soddisfazioni. Il pubblico si dimostra sempre più interessato e numeroso.

È la volta di Laudomia Bonanni, scrittrice aquilana per oltre quarant’anni, apprezzata da Montale, ad essere il personaggio alla ribalta del terzo incontro della rassegna L’Aquila Cult, il 26 aprile, alle ore 17:30, al Centro Commerciale L’Aquilone. 

Sarà Gianfranco Giustizieri, scrittore, docente e ricercatore nonché segretario generale dell’associazione internazionale che porta il nome della scrittrice, a tracciare la singolarità di questa straordinaria donna che non si finisce mai abbastanza di conoscere e della narrativa che ha portato la Bonanni ad essere considerata tra i nomi femminili più autorevoli della letteratura italiana. 

Un mondo, quello di Laudomia Bonanni, da percorrere interamente, ed è quello in cui la scrittrice vive e si impegna a penetrare con suo realismo surreale con il quale scava ed esplora un insolito mondo di donne per scoprirvi dimensioni nuove e insospettate.  

L’Aquila Cult è costellata di altri interessanti appuntamenti come il prossimo del 3 maggio dedicato ad Amalia Sperandio, fotografa aquilana di fine Ottocento, di cui  tratterrà Liliana Biondi, scrittrice, critica letteraria e già docente Università dell’Aquila.

Per essere sempre aggiornati sulle iniziative in calendario, basta andare su: centrolaquilone.it per non perdere neanche un appuntamento. Tutti gli eventi si terranno di venerdì alle 17:30 presso il Centro Commerciale L’Aquilone e saranno aperti a chiunque abbia voglia di vivere e condividerne l’esperienza.




IL TRAMONTO DEI GIUSTI

I crimini di guerra e le resistenze europee al nazifascismo. Esce in occasione del 25 aprile la nuova edizione del libro di Pino Pelloni. La storia in presa diretta, raccontata con dovizia di dati e con le testimonianze dei protagonisti

A pochi giorni dal 25 aprile il giornalista e storico sociale Pino Pelloni dà alle stampe la nuova edizione del volume Il Tramonto dei Giusti. I crimini di guerra e le resistenze europee al nazifascismo, pubblicato dalla casa editrice EthosLab Publishing.

Il libro, che si avvale dell’introduzione dello storico Piero Melograni, è stato scritto con un taglio divulgativo, con il chiaro intento di avvicinare i più giovani alla storia e ad alcune delle pagine fondamentali del nostro passato più recente. Pelloni lo ha fatto utilizzando le testimonianze più disparate: diari privati, pagine letterarie, raccolte di giornali, canzoni popolari, reperti filatelici, ricette di cucina, almanacchi da barbiere, film ed interviste fatte direttamente a testimoni di quegli eventi. Insieme con il racconto della “storia degli storici” l’autore ci fa così conoscere, quasi in presa diretta, le testimonianze di Giorgio Bocca, Antonio Ghirelli, Amos Luzzatto, Carlo Lizzani e dello stesso Piero Melograni. Il volume è arricchito dalle pagine letterarie di Jacques Maritain, Hannah Arendt, Alberto Moravia, Enzo Biagi, Piero Ottone, Marek Edelman e di numerosi altri protagonisti di quei tragici giorni. Inoltre, i contributi di storici come Renzo De Felice, Léon Poliakov, John Cornwell, Robert Sommer, Theodore Hamerow, Gian Maria Vian e Riccardo Calimani aiutano a ricostruire le vicende narrate.

Nel libro c’è il racconto dello sterminio degli ebrei, degli zingari, degli omosessuali; della violenza sulle donne e i bambini; della razzia dell’oro e delle opere d’arte perpetrato dai nazisti in tutta Europa; delle stragi italiane, da Boves a Marzabotto, da Pietransieri a Sant’Anna di Stazzema sino agli stupri in Ciociaria. E poi la rivolta del ghetto di Varsavia e delle ribellioni nei campi di concentramento come di altri episodi della resistenza ebraica. La lunga guerra di liberazione dell’Europa dal nazifascismo raccontata con dovizia di dati e con i suoi protagonisti. I “silenzi” di Pio XII ma anche quelli degli Alleati in nome di un realismo politico che, agli occhi dell’oggi, stride con gli imperativi della morale.

E tutto questo – lo ha scritto Piero Melograni nella sua introduzione –  Pino Pelloni ha voluto raccontarlo  alle giovani generazioni, perché sappiano e soprattutto perché non dimentichino. “Lo ha fatto da giornalista, da storico del costume, da critico letterario e cinematografico. Da uomo curioso delle vicende umane, da intellettuale che vuole capire. Con quella curiosità che, secondo Calvino, prese tutti gli italiani alla fine della guerra: pieni di storie da raccontare. Per non dimenticarsele. E quel desiderio di raccontare ha dato vita ad un importante movimento letterario e cinematografico italiano, il neorealismo.”

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Un brano del libro: la testimonianza di Antonio Ghirelli

Dal libro riportiamo la testimonianza di Antonio Ghirelli, giornalista e scrittore napoletano – molto noto come capo ufficio stampa di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica – sul tema della stampa di regime e sul ruolo propagandistico assunto dalla radio nel corso della Seconda guerra mondiale. Anche se il pubblico aveva già cominciato da tempo ad ascoltare, nonostante i divieti, le radio straniere. Tra le quali Radio Londra, seguitissima sino alla fine della guerra.

“Quando si parla della propaganda del regime fascista dobbiamo ricordare un fatto, e cioè che Mussolini è stato con Nenni e con Montanelli forse uno dei più grandi giornalisti del secolo. La propaganda fascista era senza dubbio martellante e forse la parte migliore di quella propaganda erano proprio gli articoli di fondo di Mussolini su Il Popolo d’Italia. Mussolini e Nenni erano come fratelli, poi si erano divisi. Potrei raccontare molti aneddoti sulla loro amicizia ma mi fa piacere raccontarne uno in particolare. Nel 1923, c’era ancora libertà di stampa, Nenni è corrispondente dell’Avanti a Parigi mentre Mussolini è capo del governo e ministro degli esteri: al termine dei lavori di una conferenza internazionale Nenni, durante una sua solitaria e romantica passeggiata a Boulevard des Italiens, scruta nel buio una sagoma a lui familiare, quella del romagnolo Benito. I due si incontrano, non si prendono a male parole ma nemmeno Mussolini osa offrire la tessera del partito a Nenni. Invece, come ricorda lo stesso Nenni nel suo diario, è Mussolini ad offrirgli l’incarico di ambasciatore a Parigi cortesemente rifiutato. I due si lasciano e venticinque anni dopo Hitler telefonerà a Mussolini dicendogli «guarda che l’ho preso, è già arrivato a Monaco e sta per essere internato in un campo di concentramento» e Mussolini di risposta disse… quello no… quello è mio. E Nenni dal lager passò al confino. E si salvò. I due amici-nemici furono grandi comunicatori perché sapevano parlare alla gente comune, con grande semplicità ed essenzialità. I discorsi di Mussolini duravano venti minuti. I discorsi di Nenni erano entusiasmanti ed entrambi avevano l’abilità di usare gli slogan, di fare titoli ad effetto. Quando noi vincemmo il referendum il titolo più bello, che porta la firma di Nenni, è stato quello dell’Avanti: Siamo più liberi.“

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L’autore del libro

Giornalista e scrittore, Pino Pelloni ha iniziato la sua carriera professionale negli anni Settanta sulle pagine di “Paese Sera”. Ha scritto per “Il Messaggero” e “La Nazione”, ha diretto uffici stampa di importanti Enti ed Istituzioni italiane e collaborato a programmi di Rai Uno nella struttura diretta da Brando Giordani. Con lo storico Piero Melograni ha realizzato l’opera multimediale “Storia della Seconda Guerra Mondiale” (RaiTrade-Corriere della Sera, 2009) e ha preso parte alla stesura de “L’Italia in guerra” (Marsilio, 2010)

Autore di testi per la radio e il teatro, ha all’attivo numerosi saggi dedicati alle culture dello spettacolo, alla storia sociale e alla storia del Novecento.

Oggi è Segretario Generale della Fondazione Levi Pelloni, Presidente del Premio FiuggiStoria e dirige l’agenzia stampa com.unica. Per ÈthosLab ha pubblicato Peccati di Gola (2023).




TORTORETO CITTÀ DELLA PACE

In ricordo di don Tonino Bello si è costituito il Comitato Sindaci per la pace

Tortoreto, 25 aprile 2024. Il Comitato, con sede provvisoria a Tortoreto e con presidente pro tempore il sindaco Domenico Piccioni, si è costituito tramite la sottoscrizione di oltre 30 tra sindaci e delegati dei Comuni abruzzesi, riunitisi attorno ai valori della pace e della solidarietà cui si ispira la manifestazione “Tortoreto città della Pace”, promossa dal Comune di Tortoreto in collaborazione con l’associazione Ets Società Civile.

“Da Tortoreto vogliamo dire che la guerra è sempre una sconfitta e che solo coltivando la Pace possiamo proteggere davvero il nostro futuro”, ha dichiarato il sindaco Piccioni. La Regione ha aderito fin dall’inizio alla proposta del Comitato, garantendo pieno sostegno a tutte le iniziative che il Comitato dei sindaci intenderà promuovere ed attivare sui territori, anche con il coinvolgimento delle Istituzioni scolastiche e le associazioni: “È con grande senso di responsabilità che, oggi, plaudiamo alla costituzione del Comitato dei sindaci per la pace, certi che le adesioni aumenteranno e certi che, tutti noi, ciascuno per il ruolo che ha l’onore di ricoprire, dobbiamo e possiamo fare la nostra parte per tutelare e promuovere i valori della solidarietà, del confronto civile, della pace, della cooperazione. Tutti siamo chiamati, nel nostro quotidiano, ad essere operatori di pace”, ha dichiarato l’assessore D’Annuntiis.

“Tortoreto Città della Pace” culminerà sabato 27 aprile alle ore 20:30 in piazza Carducci a Tortoreto con la cerimonia di conferimento del Premio per la pace e la Solidarietà don Tonino Bello ad 11 personalità ed associazioni. Di seguito l’elenco dei premiati:

– Medici senza frontiere: associazione internazionale umanitaria non governativa, attiva in 73 Paesi

– Mani Tese: organizzazione non governativa che da anni in Africa, Asia e America Latina si impegna per la giustizia economica, sociale ed ambientale

– Rete delle università per la pace, promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane

– Mons. Giuseppe Ricchiuti Presidente di “Pax Christi”, movimento cattolico internazionale per la Pace.

– Patrizia Giunti, presidente della Fondazione Giorgio La Pira;

– Carlo Cefaloni, coordinatore di “Economia Disarmata Focolari Italia,” gruppo di riessione e azione su disarmo, riconversione e ammino della pace;

– Padre Quirino Salomone, frate minore, scrittore, direttore della rivista “La Perdonanza”, Presidente del “movimento celestiniano” e della “Fondazione Studi Celestiniani per la Pace”, fondatore della mensa dei poveri di L’Aquila;

– Don Vinicio Albanesi, fondatore del Coordinamento delle Comunità di accoglienza, Presidente della Comunità di Capodarco impegnata nell’accoglienza di persone in condizione di grave disagio. – Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione PescarAbruzzo con l’obiettivo di migliorare il benessere sociale e lo sviluppo economico della collettività di riferimento;

– Giuseppe Leonelli, fondatore del “Cammino per l’Unione e la Pace”, un percorso ad anello che porta alla scoperta di paesi e colline in provincia di Modena;

– Francesco Barone, presidente dell’Associazione “Help senza confini”, ambasciatore di Pace e autore di oltre cinquanta missioni umanitarie in Ruanda, Burundi, Senegal e Repubblica Democratica del Congo




L’IMPORTANZA DELLA CUCINA TRADIZIONALE NELLO SVILUPPO TURISTICO DELL’ABRUZZO

[Contributo di F. Cercone pubblicato nel volume: AA. VV.  “Vecchi e nuovi sapori nella cucina tradizionale abruzzese”, Quale Vita Edizioni, Torre dei Nolfi 1995.][1]

di Franco Cercone

Con l’inaugurazione delia linea Sulmona-Isernia (1897) si completa nella nostra Regione la rete ferroviaria. Per le difficoltà superate e la mole degli investimenti l’opera fu salutata da G. Strafforello come «un nuovo trionfo dell’intelligenza e del lavoro», una pietra miliare anche per lo sviluppo turistico dell’Abruzzo, che veniva a collegarsi con il resto dell’Italia e dell’Europa.

Si deve proprio ai resoconti dei colti viaggiatori europei, che utilizzano la comoda e veloce strada ferrata per visitare l’Abruzzo, l’eliminazione di molti pregiudizi che persistevano oltralpe nei confronti di una Regione, come la nostra, ben presto definita ideales Ferienland sia per il fascino del

suo territorio che per la peasant life dei suoi abitanti, quasi elevata a “modello di vita”.

Alfred Steinitzer scrive al riguardo nella sua “Aus dem unbekannten Italien” (1909) che, dopo aver concluso presso la sede del Club Alpino di Monaco di Baviera una conferenza sull’Abruzzo, molti membri del sodalizio gli rivolsero queste precise domande: “Non è stato mai assalito laggiù dai briganti?” Ed ancora: “Ma dove si trovano precisamente gli Abruzzi?”

La “scoperta” dell’Abruzzo, non incluso normalmente negli itinerari del Grand Tour settecentesco, avviene essenzialmente nei primi decenni dell’800 sotto la spinta di tendenze storico-culturali che possono essere considerate come i prodromi del movimento turistico nella nostra Regione, in un’epoca dunque anteriore alla realizzazione della rete ferroviaria. Il “campo base” per le escursioni è per lo più Roma e seguendo l’antica Tiburtina-Valeria si perveniva al lago di Fucino che costituiva una attrattiva irresistibile per la maggior parte dei colti “turisti”. Accanto a personaggi come K. Craven, E. Lear, T. Mommsen, F. Gregorovius va annoverato un folto gruppo di storici, incisori, studiosi di oreficeria medievale, geografia ecc. e soprattutto artisti che, sulla scia delle teorie romantiche, considerano il paesaggio come proiezione di un particolare stato d’animo.

Una menzione particolare merita Christian Zahrtmann, caposcuola della pittura romantica danese, che soggiorna per alcuni anni a Civita d’Antino. Alcuni suoi capolavori, oggi al Museo Nazionale di Copenaghen, riproducono scene di vita della Valle Roveto e contadini colti nei loro caratteristici costumi.

In seguito molti discepoli danesi ripercorsero le orme del loro maestro e contribuirono a diffondere nel nord Europa l’immagine affascinante della nostra terra.

Al completamento delle linee ferroviarie segue la realizzazione della rete stradale regionale. Va ricordato in particolar modo il tratto Anversa-Scanno, scaturito da un ardito progetto dell’ingegnere di Popoli, Antonio Lepidi-Chioti, in ricordo del quale l’Amministrazione Provinciale di L’Aquila volle

affiggere nel 1911 una lapide commemorativa nei pressi di Anversa.

Connesso allo sviluppo della rete stradale è quello dell’industria automobilistica, che contribuisce notevolmente, come scrive nel 1909 Giovanni Cena, alla scoperta dell’Abruzzo, la cui fama, per essere terra attraente e per certi versi “primordiale”, aveva cominciato a diffondersi grazie ad alcuni

capolavori del D’Annunzio, all’opera di Primo Levi dal fortunato titolo “Abruzzo forte e gentile” ed alle prime guide pubblicate in tale periodo, fra cui la nota Guida dell’Abruzzo di E. Abbate, apparsa nel 1903.

«Non potremmo sottolineare – scrive F. Sabatini a tal riguardo – alcun fatto più caratteristico della famosa spedizione automobilistica di deputati, scrittori e giornalisti, che mosse da Roma nel 1909 per una ricognizione ufficiale dei quieti borghi, dei monti e delle vallate abruzzesi».

L’avvenimento ebbe grande eco sulla stampa dell’epoca ed oggi potrebbe essere considerato una prova generale d’orchestra rispetto al movimento turistico legato essenzialmente all’automobile.

Nel periodo compreso fra le due guerre mondiali vengono create – ed in certe aree, come negli Altopiani Maggiori, potenziate – le indispensabili strutture alberghiere e ricettive. In particolare Roccaraso, grazie alla ferrovia che lambisce il centro abitato, diventa la località più importante dell’Italia centro-meridionale per gli sports invernali e per il soggiorno estivo, meta preferita da esponenti di Casa Savoia, dalla nobiltà romana, dall’agiata borghesia ed anche dal mondo letterario. Nel settembre del 1898 vi soggiorna per es. Maud Howe, che dedica a Roccaraso alcune pagine significative nell’opera “Roma Beata”. All’incirca dieci anni dopo Estella Canziani esalterà i prodotti dell’artigianato abruzzese, fra cui i merletti di Pescocostanzo. Un turismo dunque “d’élite” che assumerà in Abruzzo ed altrove la connotazione “di massa” dopo il secondo conflitto mondiale, in conseguenza del processo di industrializzazione avviato nel nostro Paese. Il generale miglioramento delle condizioni economiche fa sentire i suoi benèfici effetti anche in Abruzzo e soprattutto nella fascia costiera regionale, verso la quale si proietta di preferenza la domanda turistica.

Sottoposto tuttavia – anche a causa dell’emigrazione interna – ad una allucinante voluptas fabrícandi, il litorale abruzzese diventa nell’arco di pochi decenni un tassello di quella immensa ed indifferenziata “megalopoli padano-adriatica” invano denunciata da studiosi ed ambientalisti.

Anche la ristorazione si adegua da noi alle profonde trasformazioni determinate dal turismo di massa. Le tecniche di surgelazione, sperimentate con successo nei grandi centri urbani per veloci soste al fast-food, subentrano negli alberghi e nei ristoranti, all’insaputa – come avviene ancora oggi – degli ignari commensali. Svanita tuttavia la cosiddetta civiltà dei consumi, molti corposi problemi si sono addensati sull’orizzonte della nostra società, afflitta da una vistosa crisi occupazionale e riduzione dei redditi. Fattori che hanno proiettato i loro deleteri effetti anche nel movimento turistico e nel settore alberghiero, con una drastica riduzione delle presenze perfino nelle strutture ricettive più economiche. Questo complesso fenomeno socio-economico ha imposto nuove scelte nell’impiego del tempo libero ed una necessaria riconversione del modo di trascorrere le ferie, che sono venute a coincidere in Abruzzo con un particolare momento “storico”, quello del potenziamento delle aree destinate a Parchi e Oasi flori-faunistiche, non disgiunto dalla sempre più diffusa e corrente necessità di difendere e nello stesso tempo di “industrializzare” il verde, finalmente inteso come la più importante risorsa economica dell’Abruzzo che, non a caso, è stato riconosciuto “Regione Verde d’Europa”.

Come ha messo in rilievo una recente indagine ISTAT, questo fenomeno ha contribuito anche ad avviare un pur lieve “movimento demografico di ritorno”, soprattutto dalla indifferenziata megalopoli costiera verso l’entroterra regionale, scoperto come ambiente a misura d’uomo. Inoltre sui nostri “paesi-presepio” si sono riversati da Napoli e Roma gruppi familiari che hanno acquistato e ristrutturato persino vecchie stalle, rese cosi abitabili. La fuga dalle invivibili città ha contribuito a rianimare la vita dei nostri piccoli centri adagiati sulla fascia pedemontana e ad eliminare il silenzio cui l’emigrazione, da mezzo secolo, li aveva condannati.

Le conseguenze scaturite da queste nuove tendenze sono molteplici ed hanno portato, per ciò che in tale sede interessa, ad un notevole incremento di aziende agrituristiche (luoghi ideali di fruizione sia di prodotti genuini “di stagione” che di ospitalità a prezzi accessibili) nonché di ristoranti sorti anche

negli angoli più remoti del territorio regionale, ma spesso troppo facilmente qualificati dai proprietari come “tipici”. I menu risultano infatti ovunque indifferenziati e ibridi, dagli antipasti costituiti da “Salame Milano” e sottaceti di fabbrica fino alla Carbonara con panna, mozzarelle allo spiedo, agnello alla brace ecc., per tacer poi del cosiddetto “Amaro della Casa” che conclude a mo’ di cicuta socratica un pasto pesante e raramente preparato con olio extra-vergine d’oliva. È inutile inoltre cercare il proprietario del locale, magari ex idraulico o venditore di vernici che ha chiuso bottega per aprire un ristorante: di norma egli non è mai presente in sala da pranzo per illustrare ai clienti ciò che stanno mangiando. Questa facile intercambiabilità professionale è tanto grave che meriterebbe addirittura l’intervento deciso del Legislatore Regionale.

Per mancanza di formazione enogastronomica questi improvvisati ristoratori non sono in grado di capire che il mangiare ha perso oggi la valenza del nutrirsi ed ha assunto una dimensione socio-culturale connessa ad un saldo principio della scienza dell’alimentazione: mangiare e bere bene per

vivere meglio.

In questo mutato scenario il piatto tradizionale è il solo che possa costituire una alternativa sia alle allettanti proposte della Nouvelle Cuisine, che durano – come le “Penne alla vodka” – brevissimo tempo, sia alla gastronomia standardizzata, la quale, proprio perché uniforme e priva di “diversità”, si traduce in un decremento dell’attrazione clientelare.

L’unica via d’uscita a quella che è stata definita “tensione epocale gastronomica”, è costituita dalla cucina semplice tradizionale, imperniata attorno alle combinazioni di sapori genuini del mondo rurale ed all’uso sapiente dei prodotti stagionali di campo e di bosco, come funghi, asparagi selvatici, erbe,

lumache e via dicendo.

Quanti sono infatti i ristoranti abruzzesi che presentano nei loro menù orapi, “cascigni”, brodo di pollo ruspante con tagliolini e rigaglie, sagne e ceci al sugo di baccalà, “pallotte” cacio e uova, e torcinelli?

Al posto del brodo con tagliolini troviamo quello con tortellini, estraneo alla nostra cultura gastronomica come il ragù di vitello, magari reso pingue da estrogeni, con cui si condisce, al posto del castrato, la salsa per i nostri maccheroni alla chitarra. Ne consegue, come crediamo, che nessuno compie un’ora di viaggio per raggiungere un ristorante che prepara le stesse cose del ristorante che abbiamo sotto casa.

Ai tradizionali fattori del turismo (arte, storia, folklore ecc.) che spingono a spostarsi dal luogo di residenza ad un altro, va aggiunta dunque la cucina tradizionale, intesa come emanazione della cultura gastronomica di una determinata località o area geografica regionale.

Ora, che la cucina sia destinata a possedere perennemente due anime, una conservatrice e l’altra innovativa, costituisce una costatazione inoppugnabile e le “varianti” di un determinato piatto tradizionale possono benissimo riscuotere il favore del buongustaio.

È appunto questa la ratio insita nel tema dibattuto nel corso della presente manifestazione ed al quale l’Assessorato Regionale al Turismo ha dato molto opportunamente il titolo di “Vecchi e nuovi sapori nella cucina tradizionale abruzzese”.

La ricerca promossa, vera e propria operazione di recupero di un bene culturale, ha avuto due finalità:

– accertare quali ristoranti abruzzesi annoverano nei loro menù piatti tipici regionali;

– individuare “varianti” di tali piatti, degne di essere annoverate per i prodotti regionali usati (si pensi per es. allo zafferano di Navelli, al tartufo nostrano bianco e nero ecc.) fra i piatti della gastronomia regionale.

Per fregiarsi di tale riconoscimento, queste “variazioni sul tema” dovranno conservare requisiti costanti nel tempo, sia per quanto concerne gli ingredienti usati – che vanno perciò “codificati” al pari delle ricette originali – che per il modo di cottura.

È stato proposto inoltre che tutte le ricette siano incluse in una specie di “Annuario gastronomico regionale”, da pubblicarsi a cura dell’Assessorato e da distribuirsi a tutti gli operatori gastronomici. Nei menù pertanto la dicitura “piatto tipico” potrà essere apposta solo alle ricette originali ed alle “varianti” riconosciute come tali dall’Assessorato. Una volta codificate nei loro ingredienti e modalità di preparazione, esse non sono più suscettibili di modificazioni. Il mosaico della tipicità, secondo le illuminate intenzioni dell’Assessorato al Turismo della Regione Abruzzo, non sarà mai tuttavia una entità statica, ma si arricchirà sempre, alla luce anche di ricerche storico-gastronomiche, di nuovi tasselli che, ottenuto il riconoscimento di piatto tipico, confluiranno poi “nell’Annuario Gastronomico Regionale”.

È stata indicata così, simile a quella tracciata in Francia e che sta riscuotendo notevole successo, la Via del buon bere e mangiare, la sola che nell’attuale panorama gastronomico può conferire nuova vitalità al movimento turistico di fine settimana.

Il “buon bere” impone però sforzi organizzativi anche a tutte le aziende vinicole regionali. Esse infatti restano chiuse normalmente di domenica, mentre i ristoranti presentano carte dei vini in cui non sono rappresentate tutte le qualità prodotte in Abruzzo. Si dimentica così, come ha scritto di recente Bruno Casetta nel periodico “Arte in tavola” (giugno 1994) che «il ristorante da sempre è stato ambasciatore e portatore di immagine per le aziende di vini che propone». Il ristorante pertanto non deve essere, al pari degli Istituti Alberghieri della nostra Regione, luogo di preventiva esclusione nei confronti di certi vini, ma al contrario un punto di incontro e di confronto.

Dal che si evince anche la necessità, ovunque avvertita, che le migliori aziende vinicole istituiscano nei più noti centri turistici e storico-artistici regionali dei “Punti d’assaggio e degustazione” al fine di rendere note anche le nuove tendenze che si registrano nella nostra vinicoltura.

È un dato di fatto incontestabile che alcuni vini, “Trebbiano”, “Montepulciano” e soprattutto “Chardonnay”, solo raramente oltrepassano la soglia dell’area geografica abruzzese in cui vengono prodotti e non vengono valorizzati, come opportunamente meriterebbero, anche come ottimi aperitivi.

Riappropriarsi del vino bianco come aperitivo, auspicato da molti gastronomi, costituisce a nostro avviso un omaggio alla scienza dell’alimentazione ed un atto economico-culturale di grande importanza, se non altro per sradicare anche quella deprecabile e diffusa convinzione che associa il concetto di “ubriacone” al bevitore di vino e non invece al bevitore di liquori.

Ai fattori tradizionali del movimento turistico, quali arte, storia, folklore ecc. va aggiunto dunque anche il settore eno-gastronomico, il quale, nei giusti intendimenti dell’Assessorato al Turismo della Regione Abruzzo, deve essere ora pienamente rivalutato e valorizzato.


[1] (N.d.r.: La Pubblicazione è stata presentata nell’ambito della Manifestazione svoltasi l’8 aprile 1995 presso L’Istituto Alberghiero di Roccaraso, in cui l’A. era Preside. L’evento, patrocinato dall’Assessorato al Turismo Regione Abruzzo, aveva lo scopo di codificare i piatti da ascrivere alla gastronomia tradizionale come “piatti tradizionali e tipici abruzzesi” per la valorizzazione dell’offerta gastronomica abruzzese, quale importante fattore del movimento turistico.)




CITTÀ-SANTUARIO DI ANGIZIA

Reperti trafugati restituiti alla collettività. Dal ministero della cultura fondi per la valorizzazione dell’area sacra ai marsi

Luco dei Marsi, 25 aprile 2024. Monete, mascherine fittili, vasellame ed ex voto diversi, ottimamente conservati. É quanto apparso agli occhi stupefatti degli Amministratori e degli agenti della Polizia locale di Luco dei Marsi al rinvenimento di alcuni contenitori, lasciati nei pressi di un ingresso secondario del Comune. Una raccolta consistente di reperti, testimonianze della civiltà marsa, che richiamano i numerosi ritrovamenti avvenuti nell’area di Anxa-Angitia, città-santuario dei Marsi che continua, da decenni, a riservare scoperte e sorprese, e oggetto negli ultimi anni di una costante campagna di promozione che ha portato nel centro fucense un numero consistente e sempre crescente di visitatori da tutto il centro Italia e non solo.

É notizia dei giorni scorsi che il Ministero della Cultura, su istanza della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio d’Abruzzo, ha disposto, nell’ambito del programma triennale dei lavori pubblici 2024-2026, lo stanziamento di 100mila per la valorizzazione dell’area archeologica “casa”, per la leggenda, della Dea Angizia. Dalle prime campagne di scavo, iniziate nel 1998, le vestigia dell’antica città-santuario dei Marsi hanno restituito alla luce e alla memoria, tra altri numerosissimi reperti, due templi, uno di epoca italica e uno di epoca augustea, il muro di terrazzamento dell’area sacra di Angizia insieme alla cinta muraria con la porta vecchia, tre statue, tra cui una in terracotta, risalente al III sec. a.C., ricollegabile alla figura della stessa Dea, cisterne, pavimentazioni stradali, resti di edifici in opera reticolata, le tracce del foro e del quartiere artigiano, numerosi ex voto, armi, dischi-corazza, ceramiche di varie epoche, epigrafi, bassorilievi e tombe, come anche il quartiere artigianale, con fornaci, e un’area cultuale con diverse stipi votive.

“Il gesto di questo ignoto cittadino, che ha fatto pervenire al Comune numerosi reperti, per tipologia e peculiarità certamente provenienti dalla vasta area di Anxa-Angitia, ci ha riempiti di stupore e di gioia, perché beni di inestimabile valore sono tornati di fatto nel patrimonio della collettività. I reperti sono stati immediatamente consegnati alle Autorità competenti, che attualmente li custodiscono, per tutte le attività di censimento e catalogazione.

In questi giorni abbiamo anche appreso, con grande soddisfazione, della programmazione relativa ai fondi per la valorizzazione dei siti archeologici, tra cui la nostra area archeologica, luogo di straordinaria valenza per la Marsica e non solo. Sappiamo che molte sono le ulteriori testimonianze della storia dei Marsi che possono venirne e contiamo sul finanziamento per dare corso anche a nuove campagne di scavi”, spiega la sindaca Marivera De Rosa.

“In questi anni abbiamo dato vita a numerose iniziative, alcune delle quali divenute appuntamenti costanti, dagli eventi speciali che hanno visto protagonista l’area archeologica con il contributo di storici, archeologi, scrittori, artisti, e che hanno richiamato l’attenzione e la presenza di un vastissimo pubblico dalla regione e oltre, alle visite guidate e ai laboratori per i più piccoli, sempre partecipatissimi.  Un’opera di valorizzazione che ci ha dato grandi soddisfazioni, come quella, tra altre, di vedere il nome di Luco dei Marsi sotto i riflettori in diversi continenti e in contesti eccellenti, grazie alla mostra Tota Italia, alle origini di una Nazione, in cui una delle statue rinvenute nel sito, secondo gli studiosi raffigurante proprio la Dea Angizia, è stata selezionata, insieme a un letto in osso rinvenuto a Fossa e alla statua bronzea di Ercole Curino, ritrovata a Sulmona, in rappresentanza dell’Abruzzo. Sono lieta dell’attenzione concretamente espressa dal Ministero della Cultura, un prezioso supporto per continuare e implementare le attività di valorizzazione e promozione dell’area e dell’intero Territorio, e ringrazio la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio d’Abruzzo, in particolare la Dottoressa Manuela Ceccaroni, per la straordinaria e costante opera di cura e valorizzazione dei beni archeologici del territorio”.




INSIEME: 25 APRILE FESTA DELL’ITALIA DEMOCRATICA

PoliticaInsieme.com, 25 aprile 2024. In occasione del 25 aprile, INSIEME ribadisce la sua piena adesione ai valori della Resistenza antifascista sfociata nella Costituzione e nella rinascita del Paese, con una scelta di partecipazione democratica, sociale e inclusiva che ha garantito uno sbalorditivo sviluppo economico e il più lungo periodo di pace nella storia d’Italia.

Il 25 aprile richiama alla libertà responsabile, al consentire alla società di esprimere liberamente tutte le proprie voci e potenzialità. L’antifascismo non è solo una retorica scelta di campo che va comunque ricordata e rinnovata costantemente. Richiede che anche le istituzioni assicurino una gestione della cosa pubblica improntata al bene comune, alla risposta dei problemi che riguardano l’intera società civile, alla difesa della dignità di tutti gli esseri umani, a partire da quella garantita da un lavoro sicuro e da salari giusti ed equi, dalla libertà d’impresa e dalla valorizzazione dei gruppi intermedi liberamente organizzati.

INSIEME ritiene che il 25 aprile debba spingere le forze popolari a ritrovare una piena coerenza con il patrimonio rappresentato da quanti – Sturzo, Donati, Ferrari, De Gasperi, Moro – hanno saputo interpretare una continuità fatta di democrazia, libertà, pluralismo, giustizia sociale e attenzione alla Persona.

Ecco perché INSIEME invita alla coerenza tutti coloro che al Popolarismo si richiamano. Non si può seguire il doppio criterio di essere anti-sovranisti e antipopulisti in Europa e, al tempo stesso, partecipare a una coalizione di estrema destra in Italia. Facendo propria, inoltre, una proposta di legge che introduce il Premierato e l’Autonomia differenziata, in gran parte emanazione della cultura post-fascista e della P2.

L’ antifascismo è una discriminante per la coscienza morale, civile e politica del nostro Paese: a noi preme sapere se, in quanto tale, riguarda o meno la maggioranza di governo.

La celebrazione del giorno della Liberazione non lascia spazio ad alcun equivoco e ad accomodamenti di natura elettorale o di potere.

Infine, INSIEME esprime la propria solidarietà a quanti, per le loro idee non gradite al governo, vengono censurati dalla RAI, cui è affidato il delicato compito di assicurare il servizio pubblico: che è tale solo se in grado di garantire il pluralismo e una informazione non di parte.