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CARUSO AL COMITATO DIRETTIVO UPI

L’Assemblea congressuale tornerà a riunirsi il 10 e 11 dicembre: “Sarà una occasione per fare un punto sul percorso che da anni stiamo portando avanti”

Roma, 17 ottobre 2024.L’Unione delle Province d’Italia (Upi) tornerà a riunirsi per il rinnovo delle cariche nazionali i prossimi 10 e 11 dicembre. La XXXV Assemblea congressuale, in cui verrà nominato il nuovo presidente Upi nazionale, rappresenta un momento fondamentale, una occasione per fare un punto sul percorso che da anni stiamo portando avanti e per ribadire l’impegno a proseguire con determinazione nelle azioni volte a garantire alle Province il pieno riconoscimento del loro ruolo nel sistema istituzionale del Paese”. A darne notizia è il presidente della Provincia dell’Aquila e vicepresidente nazionale dell’Upi, Angelo Caruso, a margine della riunione del Comitato Direttivo Upi, che si è tenuta questa mattina presso la sede di piazza Cardelli a Roma.

“Un ruolo quello delle Province che può essere valorizzato solo attraverso un sistema elettorale maggiormente rappresentativo, un quadro normativo certo e in grado di riconoscere le funzioni degli Enti provinciali, attraverso risorse e personale adeguati, che riescano ad assicurare il pieno esercizio delle funzioni per poter rispondere in modo efficace alle comunità”, ha aggiunto il presidente Caruso.

Nel corso del Comitato Direttivo sono stati approvati diversi documenti che vanno proprio in questa direzione: il manifesto programmatico per l’Assemblea congressuale, la bozza di modifica allo Statuto Upi, il Piano strutturale di Bilancio e il regolamento congressuale.

In particolare, “l’Assemblea di dicembre – ha ricordato ancora il vicepresidente Upi nazionale – tornerà su un tema sempre più centrale e per il quale è ormai urgente una discussione a tutti i livelli: a dieci anni dall’entrata in vigore della Legge 56 del 2014, “Riforma Delrio”, che ha svuotato le Province di funzioni, risorse e personale, è necessaria una riforma che dia nuovamente forza a territori e comunità oggi indeboliti e privati di servizi”.

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