Cybersicurezza per la tutela e la libertà individuale
di Laura Florani
Pescara, 7 novembre 2024. Internet è considerato il motore della quarta rivoluzione industriale, generatore di opportunità, di crescita e di sviluppo socioeconomico. Il business creato dalla rete non poteva non avere, come in tutte le attività umane, qualche effetto collaterale perverso. Tra gli effetti negativi dell’informatica troviamo il cybercrime che, in questi ultimi anni ha assunto dimensioni impressionanti. L’allerta al cybercrime, per i suoi dati in costante crescita, stuzzica l’attenzione degli studiosi e dei paladini alla legalità al fine di arrestare il reato informatico che è paragonabile ad un’attività criminosa, analoga a quella tradizionale. In buona sostanza il crimine informatico è finalizzato ad attaccare e a mettere in crisi i sistemi informatici di sicurezza nazionale di uno Stato.
Il fatturato del cybercrime sta superando a livello mondiale quello del traffico della droga. Cybersecurity Ventures, società di ricerca e pubblicazione della sicurezza informatica, già nel 2020 aveva previsto che i costi globali del crimine informatico sarebbero cresciuti del 15% all’anno entro il 2025.
Il cybercrime, con lo sviluppo dell’informatica e del web, acquista un peso sempre più importante e attualmente sta diventando una delle attività maggiormente lucrose anche per la criminalità organizzata tradizionale. L’attività criminosa della rete è propriamente un nuovo modello di business sempre con l’obiettivo di realizzare guadagni ma, con lo sfruttamento delle debolezze informatiche di aziende, amministrazioni pubbliche e persone. Principali forme di cybercrime sono molte e variegate come ad esempio: la frode informatica finalizzata al guadagno, il falso in documenti informatici, il danneggiamento e il sabotaggio informatico, l’accesso abusivo con violazione delle misure di sicurezza del sistema, lo spionaggio, l’estorsione, (es. ransomware), etc.
I numeri e le casistiche riconducibili al cybercrime, come per esempio il sabotaggio dei dati subito nel 2021 dalla ASL1 Abruzzo, pongono interrogativi e piani operativi per conoscere e contrastare o arginare i vari reati informatici che arrecano danni socioeconomici alla collettività.
Nella mattinata del 6 novembre, presso la sala Petruzzi di Pescara, si è concluso il ciclo informativo e formativo del progetto HUB delle competenze -PSC 2000-2020 della Regione Abruzzo al fine, di sensibilizzare e di diffondere la consapevolezza al fenomeno del reato informatico o cybercrime e con le relative conseguenze del fenomeno come il cd. Wall of shame (muro della vergogna) o i ricatti che soggiogano socialmente ed economicamente le persone. L’appropriazione indebita dei dati sensibili difatti, mette in piedi una sorta di disagio psico-sociale con lo scopo di chiedere ed estorcere riscatti.
L’obiettivo del ciclo formativo della Regione Abruzzo, a seguito dell’allarme del cybercrime, assume una caratteristica rilevante poiché la P.A. svolge un ruolo importante nella gestione di informazioni sensibili e di servizi essenziali per la comunità, come ad esempio le informazioni personali dei cittadini, dei dati finanziari, informazioni sanitarie e altro ancora. L’iniziativa HUB delle competenze -PSC 2000-2020 della Regione Abruzzo ha posto l’attenzione alla sicurezza informatica poiché, la situazione delle PPAA italiane è tutt’altro che positiva dato che la vulnerabilità del sistema informatico ha causato ingenti danni. Nelle conclusioni dell’iniziativa la conoscenza del cybercrime è fondamentale per garantire che questi dati siano adeguatamente utilizzati e protetti in modo da non essere bersagliati dai criminali della rete.
Laura Florani
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