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TEMPO DI PELLEGRINAGGI

Medjugorje: un’esperienze di rigenerazione necessaria

Da oltre quarant’anni dall’Abruzzo partono orde di pellegrini per la sponda orientale dell’adriatico, per raggiungere i luoghi delle apparizioni mariane di Medjugorje. Pellegrinaggi d’ogni sorta organizzativa si succedono uno dopo l’altro senza sosta alcuna dal 1981, dai primi eventi diffusi nel mondo da quella terra.

A dir il vero è tutto il mondo cattolico [dagli USA alla Corea, dall’Australia al Congo, dal Libano all’Irlanda, dalla vicina Polonia al Portogallo e a … tutto il resto del mondo], un luogo davvero sconfinato, che vive questo straordinario fenomeno, avvolto ancora nel mistero e nel segreto di un messaggio trascurato, o forse ancora ignorato, da oltre 40 anni senza conoscere crisi.

In un clima sicuramente titubante, ancora incerto, ma coinvolgente, si continua comunque a registrare passione ed interesse per questi luoghi d’indiscussa attrattiva. Comunità parrocchiali di tutto il mondo, dunque, si succedono in preghiera sulle salite del Podbrdo e del Krizevac; fra le rocce degli ardui sentieri, scalzi, con bastoni, rosari e libretti di preghiera in mano, il popolo della chiesa, con le proprie guide religiose, sale su per raggiungere il sacro simulacro della madonna da una parte e l’antica croce che domina maestosa il campo santificato, dall’altra.

Laggiù, al centro della spianata, la celebre e nota chiesa. Il santuario parrocchiale di Medjugorje è al centro del largo che si apre in basso, ma il quadro che si apre alzando gli occhi, in alto è lo sguardo chiaro ed evidente verso l’occidente; un messaggio, un richiamo, sembra aprirsi un monito chiaro ai popoli dell’Occidente, del nostro mondo: “il nostro agire proceda anche sul binario dello spirituale, vivere solo di quello materiale comporta deragliamento”. 

Crudeli, a volte addirittura inquietanti, invece quei significati, quelle interpretazioni più o meno tristi conferite alle prodigiose manifestazioni, ma momenti di riflessione, di meditazione, di approfondimento non possono che soccorrere l’uomo confuso e disordinato di questi tempi; non possono che rappresentare un aiuto reale e sincero per questa umanità persa nelle più profonde, sfrenate ed egolatre ambizioni. Non si registrano altro che aspirazioni e brame maligne nell’attuale umanità; nel suo singolare e bizzarro cammino non emerge proprio null’altro di buono, così sembrerebbe. 

Medjugorje, il formicaio delle genti alla ricerca di una salvezza, un fenomeno ancora inspiegabile, potrebbe rappresentare luogo di buone indicazioni; un utile luogo d’approvvigionamento,  spirituale o meno, sicuramente un’esperienza da vivere in un pellegrinaggio ricco dei colori di tutto il mondo, degli avvenimenti del buono e del giusto, e delle indiscutibili, quanto mai precise, simbologie.

Un pellegrinaggio esaustivo in cinque giorni [le proposte correnti], con cinque momenti preghiera, cinque di profonda riflessione, cinque spazi temporali per celebrazioni, incontri ed eventi straordinari, il tutto vissuto senza soluzione di continuità, a contatto con una umanità immersa nelle tribolazioni anche le più tristi [lacrime e sofferenze dall’Africa e dal Medio Oriente] che giungono da ogni parte del mondo; una umanità che ci rappresenta nella sua più completa realtà purtroppo.

Tralasciando eventi miracolistici, apparizioni ed ogni sorta di caso mirabolante, legati a proprie sensibilità, sono da rimarcare, comunque, quelle dinamiche esclusive proprie del luogo, stranamente interessanti e forse utili anche alla propria crescita.

Potranno aprirsi nuove opportunità di indagine per le proprie ricerche, occasioni per stabilire nuovi legami d’amicizia per le proprie empatie; non mancheranno certamente quelle preziose, quanto mai, necessarie condizioni per individuare possibili nuovi orizzonti, e questo non può che consolarci, per quel che può valere in un mondo ormai precipitato nel materialismo più chiuso.

NM 

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