VENDITTI&DE GREGORI: Contrapunctus a due voci

Festival Internazionale di Mezza Estate, lunedì 21 agosto ore 21:30 – Piazza dell’Obelisco

Tagliacozzo, 20 agosto 2023. Lunedì 21 agosto la XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, firmata da Jacopo Sipari di Pescasseroli, ospita, per l’occasione nella storica piazza dell’Obelisco, la prestigiosa tappa del Tour dei due innovatori della canzone d’autore italiana

Due personalità differenti, ma affini. Due stature artistiche, ognuna con la sua poetica. Venditti & De Gregori cominciano a collaborare poco più che ventenni durante un viaggio in Ungheria e iniziano a scrivere le loro prime canzoni insieme, per arrivare al comune esordio discografico con Theorius Campus dove Antonello incide Roma Capoccia, subito grandissimo successo, e Francesco Signora Aquilone. Quel viaggio tra accordi e disaccordi li ha portati a rimettersi in coppia e lunedì 21 agosto, in piazza dell’Obelisco, alle ore 21,30, una tappa del loro tour sarà ospite della XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, realizzato col patrocinio del M.I.C, della Regione Abruzzo, della Città di Tagliacozzo, nelle persone del Sindaco Vincenzo Giovagnorio e del suo Assessore alla Cultura Chiara Nanni, della Banca del Fucino e della Fondazione Carispaq.

“Il giorno del grande concerto tanto atteso – ha annunciato il Maestro Sipari – è arrivato: come nella passata edizione con il Volo, anche quest’anno un grande evento in piazza dell’ Obelisco illuminerà il festival di Tagliacozzo. Due tra i più grandi artisti della musica leggera italiana Antonello Venditti e Francesco De Gregori insieme per regalare al pubblico emozioni uniche. Sono due anni che cerchiamo di portare questo spettacolo al Festival di Mezza Estate e finalmente abbiamo realizzato il desiderio di tutti. Per De Gregori è un ritorno nel festival che lo ha già accolto durante la pandemia, per Venditti è un debutto. Confesso la mia emozione e non solo perché sono tifoso della Roma, credo che per ognuno di noi le loro canzoni rappresentino la colonna sonora di una parte della nostra vita.”  Sicuramente il più atteso il più popolare dell’intero cartellone, in cui Venditti e De Gregori duetteranno l’uno sulle note dell’altro, mescolando timbriche, interpretazioni e molta, molta empatia emotiva.

Con l’inseparabile chitarra e a tratti anche l’armonica a bocca uno, seduto al pianoforte l’altro, accompagnati da una band di undici elementi, i due cantautori romani regaleranno una serata musicalmente eccelsa. Bomba o non bomba, Generale, Sotto il segno dei Pesci, La donna cannone, sono solo alcuni dei titoli cantati in coppia, per poi passare all’esecuzione in solitaria di altre perle tirate fuori dai rispettivi cilindri.

Ogni hit storica è stata reinventata per questo tour, con arrangiamenti attuali, che con una band d’eccezione alle spalle dei due solisti, composta da Alessandro Canini (batteria), Danilo Cherni (tastiere), Carlo Gaudiello (piano), Primiano Di Biase (hammond), Fabio Pignatelli (basso), Amedeo Bianchi (sax), Paolo Giovenchi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Fabiana Sirigu al violino e le coriste Laura Ugolini e Laura Marafioti, manterranno viva l’ emozione di sempre, senza mancare di modernità. i due sembrano paradossalmente essere stati davvero sempre una cosa sola, per usare per parole di Venditti, con quelle diversità artistiche e caratteriali apparentemente insormontabili che alla fine si sono rivelate tra loro compatibili.

I loro due cognomi legati da una congiunzione felicissima rappresentano un brand vincente, permette ai due di raggiungere numeri che probabilmente, in questa fase delle rispettive carriere, con il primo che non pubblica un nuovo album di inediti da otto anni (l’ultimo, Tortuga, uscì nel 2015) e il secondo addirittura da undici (Sulla strada, ultima fatica discografica di De Gregori ad essere composta da pezzi originali, risale al 2012), da soli i senatori della canzone italiana non otterrebbero.  Più di due ore e mezzo di concerto non basteranno ad esaurire il grande canzoniere di entrambi e la scelta che il duo ha dovuto fare per riuscire a mettere insieme uno show che fosse al tempo stesso esauriente, completo, bello e interessante, divertente, commovente, emozionante, è stata certamente difficile.

Se ricorderemo De Gregori che ha negli anni imparato ad andar oltre l’arrangiamento di semplice accompagnamento introducendo costruzioni musicali più complesse e continuando ad essere cantante personalissimo, capace con uno stile tutto calibrato sulle variazioni e le tonalità minori , di dar verità alle parole con semplicità esemplare, Venditti dal canto suo resta uno tra i pochi cantautori a disporre di notevole mezzi vocali, con uno stile reso personale anche dal ricorso al pianoforte che si basa, nonostante una tecnica approssimativa, su un buon senso del ritmo e su armonie morbide ed avvolgenti.

Il concerto di Tagliacozzo non si tratterà di un semplice live  di grandi successi anche se titoli alla mano lo è: resta il simbolo di un particolare modo  di affrontare la musica, la canzone, la scrittura, che risulta essere equilibrato, tra passione e ragione, politica e divertimento, la cultura e la gioia, la malinconia e lo sberleffo, il colto e il popolare, in un unico grande flusso di canzoni che oggi, torna a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, in un mondo dove la comunicazione crea legami virtuali, nella quale cominciano ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che portano tutti a fare parte della scena, accanto ad artisti e organizzatori.

Prossimo appuntamento: Concerto di chiusura, martedì 22 agosto alle ore 21,15, nel Chiostro di San Francesco con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Benedetto Montebello, con un programma dal titolo Not(t)e da Oscar: Omaggio alla musica del cinema.

Musiche che hanno la capacità di entrare, e soprattutto rimanere, nel cuore di chi ascolta. E questo rimanere è sempre la spia di un compositore che scava nel profondo, e deposita nei nostri ricordi note, accordi ed effetti che resistono al tempo, con l’ampiezza della sua linea melodica, il colore delle armonie e uno sviluppo che può richiamare alla memoria immagini ed emozioni e giungere vincitore fino alla fine dei tempi.




LA DIFFICOLTÀ DI VIVERE NELLA VERITÀ

Il sorriso sinistro della nostra anima

di Don Ivan Concolato

“Penso che la libertà derivi tutta dal nostro essere verità” diceva Mark Hollis, tornato al Padre a febbraio 2019 a causa di una rara e veloce malattia.

Padre J. Popieluszko, poco prima di morire affermò: “per rimanere spiritualmente liberi bisogna vivere nella verità. Significa darne esteriormente testimonianza, dichiararla e rivendicarla in qualunque situazione. La verità è immutabile. Non si può distruggere con delibere e decreti. In linea di massima la nostra schiavitù è subordinata al dominio della menzogna, quando non la smascheriamo o non protestiamo ogni giorno contro di essa. La testimonianza coraggiosa della verità è la via maestra verso la libertà”.

Partendo da tali pensieri mi rendo conto che, nel mondo attuale c’è un maggior pericolo di rischiare di vivere nel nascondimento per paura o perché, perdendo il senso della realtà, non si riesce ad essere luce per sé stessi, né per gli altri.

Così facendo, si sminuisce anche il prossimo perché lo si adombra con bugie che diventano tentacoli soffocanti, costringendo le anime in un campo di battaglia che raccoglie sangue di innocenti… quante vittime attraverso le bugie condite da pregiudizi, preconcetti, mondi irreali!

Le prime vittime sono quanti si creano castelli dove si rinchiudono con le proprie maschere, cambiandole a seconda dei contesti e disagi nati dal non voler assumere le proprie responsabilità. Io sono te (dal brano musicale Sad but true dei Metallica).

Nessuno ne è esente, né viene risparmiato o può vivere così, perché la bugia diventa sempre più grande ed il linguaggio non verbale parla più delle parole.

Maschere di cera in un museo in continua evoluzione che ingabbia.

Tutto ciò è sconvolgente se vissuto nel mondo dei social: non è concepibile essere veri in presenza di spettatori; fosse anche una platea composta da una sola persona, nel momento in cui c’è qualcuno che assiste alla nostra vita automaticamente si porta avanti un copione se il mondo vuole vedere, vuole vederci.

Immaginate vivere ciò nella nostra fede.

Non vivere nella verità diventa una dicotomia mortale che non dà spazio alla coscienza.

Solo attraverso questa si può rientrare in un cammino di verità nella fede, se la lasciamo agire diventerà, grazie alla forza dello spirito santo, un percorso di cambiamento e di rinnovo.

Vivere nella verità significa rinnovare i colori della propria esistenza anche quando gli errori sono grandi. L’importante è rifiutarsi, quando il mondo ci invita a non assumere le nostre responsabilità, prendendo anzi ogni cambiamento dove essere protagonisti.

Solo partendo dalla verità è possibile la crescita della persona: solo in essa possiamo fare dei passi nell’unificazione e nel riconoscimento della nostra vera identità.

Vivere la verità vuol dire accettare le nostre luci e le ombre, senza alterarne nessuna. Ciò ci permetterà progressivamente di giungere in campi o spazi maggior di verità.

L’essere perfetti nel messaggio evangelico vuol dire essere completi, cioè la verità è tale quando non lascia fuori niente, non nega, non occulta o seleziona, ma si apre ad accogliere tutto quello che appare. La persona verace sa riconoscere i propri difetti o pregi, come conosce la sua verità con i chiaroscuri, senza rinnegare i limiti della propria condizione umana. Ma, allo stesso tempo, percepisce sé stesso come qualcosa che è infinitamente più di quella personalità psicologica con cui adesso si mostra. Percepisce che in lui la verità diventa l’unico modo di preparare la via al Signore.

Ed è allora che ogni uomo vedrà la salvezza di Dio (Lc 3, 1-6) e si sentirà in pienezza perché vivrà ciò che è sempre stato.

Foto: https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/attualita/vivere-nella-verit%C3%A0-e-nell-amore-di-dio-51258




ALLA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO

di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 20 agosto 2023. Gli italiani non dormono sonni tranquilli e neppure sotto l’ombrellone trovano l’attesa serenità Li rode il dubbio che Renzi e Calenda facciano o meno pace. Se creino o meno – meglio da soli, oppure con frange di Forza Italia ed altri malpancisti che abbiano militato sotto qualunque bandiera? – il primo aggregato del perduto Centro.

A qualcuno piace caldo, altri, come il jazz, lo preferiscono “cool”. C’è chi lo vuole cotto e chi lo vuole crudo. Com’è giusto che sia, ognuno dice la sua, in una cacofonica babele di linguaggi che lascia ben sperare i due poli, che, come sempre concordemente, tengono il banco di un sistema politico sfatto. Il quale all’ apparenza regge, ma solo grazie alla reciproca conventio ad includendum che destra e sinistra – è utile ribadirlo: concordemente – difendono a spada tratta, incuranti del fatto che gli italiani ne abbiano le tasche piene e, in misura sempre più larga, soffrano il certificato elettorale, come fosse la cartolina precetto con la quale un potere alieno pretenderebbe di arruolarli per una guerra che non è più la loro.

Senonché, in vista dell’appuntamento elettorale europeo, l’Italia non ha bisogno che un commensale in più si attovagli di squincio, alla tavola imbandita dell’attuale sistema politico. Il nostro Paese ha bisogno d’altro. Ha bisogno di coltivare un’ambizione che sia degna dei momenti più alti della sua storia.

Come su queste pagine è stato più volte ribadito, c’è bisogno di una trasformazione profonda del suo assetto politico sistemico. Ha bisogno di una rinascita ideale, morale, civile il cui incipit non può essere dato se non da una sorta di chiamata alle armi per una rinnovata responsabilità di cui ogni italiano si faccia carico personalmente, così da riaccendere quella passione politica che al nostro Paese non è mai mancata e purtroppo è stata soffocata e spenta da una artefatta seconda repubblica.

La voglia matta di metterci mano in prima persona, privilegiando, con il proprio voto libero, la cultura e la proposta politica preferita da ciascuno, anziché conferire il proprio consenso agli imperscrutabili rapporti interni di aggregati elettorali plurali ed informi.

I quali, tra le pieghe della loro perenne e pregiudiziale contrapposizione e, nel contempo, costantemente scossi, dall’una e dall’altra parte, da una reciproca ed ostile diffidenza tra le loro stesse e rispettive componenti, nascondono e compromettono quell’ impossibile ricerca dell’ interesse generale del Paese, accessibile solo ad un sistema politico libero ed aperto, piuttosto che rattrappito su di sé.

Così come si configura ad oggi, questo supposto centro non nascerebbe se, con tutto il rispetto che merita il Parlamento Europeo, avesse come unico obiettivo quello d’agguantare qualche seggio nell’emiciclo di Strasburgo.

Non nascerà perché non ha visione di lungo periodo, non ha ambizione, non ha cultura e non è, quindi, in grado di esprimere una “politica” che vada appena oltre qualche furbizia tattica ed assuma, al contrario, un respiro strategico.

Così, almeno ad oggi, stanno le cose. Il resto son chiacchiere.




L’ISA CONCLUDE LA STAGIONE ESTIVA con i capolavori di Hollywood

Domenica 20 agosto concerto a Pescara, Martedì 22 a Tagliacozzo

L’Aquila 19 agosto 2023. Termina a Pescara domenica 20 agosto con i capolavori della musica da film la stagione estiva dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese che da luglio ad agosto ha viaggiato in tutto l’Abruzzo, arrivando anche in Puglia, Basilicata, Lazio e Marche con 25 applauditissimi concerti.

Ultima produzione della stagione “From Hollywood with love!”: data clou domenica 20 agosto all’Arena del Porto della Marina di Pescara alle 21.15. Biglietti in vendita online all’indirizzo https://www.ciaotickets.com/it/biglietti/holliwoodwith-love-pescara e nelle rivendite autorizzate del circuito ciaotickets.com. Replica martedì 22 a Tagliacozzo alle 21.15 per il Festival Internazionale di Mezza Estate.

Per l’occasione, sul palco con i professori d’orchestra dell’ISA il direttore Benedetto Montebello che ha ideato e curato gli arrangiamenti per un programma d’eccezione dedicato, come suggerisce il titolo, alla grande musica del cinema americano. Da Via col Vento a Casablanca, da Psyco a Forrest Gump, da Star Wars a Jurassick Park e poi ancora le arie più celebri dei vari film di 007. È ricchissimo l’elenco di titoli cinematografici che verranno evocati grazie ai brani più celebri delle loro colonne sonore, veri capolavori della musica del ‘900, accompagnate dalla proiezione delle immagini più coinvolgenti delle stesse pellicole in un montaggio originale realizzato da Giordano Cagnin.

Un programma che regalerà un emozionante viaggio attraverso i più iconici titoli dell’imponente industria cinematografica hollywoodiana il cui successo planetario è dovuto anche alla musica composta da grandi maestri come Max Steiner, tra i protagonisti della prima epoca d’oro del cinema americano, il ventennio tra il 1930 e il 1950, o come Alan Silvestri, considerato tra i più importanti compositori per il cinema contemporaneo, candidato due volte all’Oscar (la prima, nel 2004, per Forrest Gump presente anche nel programma della serata), e ancora come Bernard Herrmann celebre soprattutto per la collaborazione con Alfred Hitchcock in diversi film realizzati nel periodo compreso tra il 1955 e il 1964, epoca a cui risale, ad esempio, l’agghiacciante musica della scena della doccia di Psyco.

Immancabile poi un assaggio delle opere del più acclamato tra i compositori per il cinema, John Williams, vincitore di 5 Premi Oscar e detentore del record per le nomination nelle categorie musicali (51), con un palmares che conta inoltre, tra i tanti altri riconoscimenti, 25 Grammy e 4 Golden Globe. Conclude il programma una suite dedicata al mitico agente 007 James Bond, reso celebre anche dal famosissimo James Bond Theme ascoltato per la prima volta nel 1962 in Licenza di uccidere composto dal britannico Monty Norman (1928-2022) e poi utilizzato praticamente in tutti i film della serie, variamente arrangiato dai musicisti che si sono occupati delle colonne sonore.

Elisa Cerasoli




PERDONANZA 2023. 729esima edizione

Ecco come si svolgerà il corteo della Bolla

L’Aquila, 18 agosto 2023. Quest’anno il corteo della Bolla partirà il 28 agosto, dall’area di Piazza Palazzo, dove insiste Palazzo Margherita, sede municipale fino alla data del sisma del 6 aprile 2009. La partenza è prevista alle 16.

Il corteo attraverserà corso Vittorio Emanuele, passerà per corso Federico II, viale Crispi e viale Collemaggio, fino a raggiungere il prato e la Basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Successivamente sarà celebrata la Messa stazionale e dopo, ai vespri (come recita la Bolla Papale di Celestino V), verrà aperta la Porta Santa della basilica, che quest’anno verrà dischiusa dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero Vaticano per le Cause dei Santi.

Il corteo terminerà con l’arrivo della Dama della Bolla (l’attrice Viola Graziosi), della Dama della Croce (l’arpista Valentina Gulizia), del Giovin Signore (il pianista Carlo Palermo) e del sindaco e presidente del Comitato Perdonanza, Pierluigi Biondi, davanti alla Basilica.

È stata la cultura, come leva per la rinascita e modello di innovazione per le aree interne, l’ispirazione che ha guidato la scelta dei personaggi protagonisti del corteo della Bolla, uno dei momenti più significativi della Perdonanza Celestiniana.

In omaggio al quarantennale dell’evento celestiniano dell’epoca contemporanea (la prima edizione fu nel 1983), gli ultimi tedofori saranno Italo Ettorre, che portò il Fuoco nell’ultimo tratto del Cammino del Perdono proprio in quell’anno, e Tullio De Rubeis, nipote del Sindaco dell’Aquila Tullio De Rubeis, che sempre in quell’anno tenne a battesimo l’evento celestiniano, di cui fu anche ispiratore.

La parte civile del corteo seguirà il protocollo previsto dal decreto ministeriale per cerimonie di questo genere. A seguire, i gruppi storici.

Compilando, inoltre, il modulo pubblicato sul sito ufficiale della Perdonanza, tutte le associazioni che vorranno aderire potranno iscriversi e unirsi al corteo. Ciò per consentire la massima partecipazione e un’organizzazione puntuale.




URBAN NATURE: la festa della natura in città

La Commissione Pari Opportunità accoglie l’invito del Wwf e aderisce alla VII edizione in programma il 7 e 8 ottobre in tutta Italia

Giulianova, 18 agosto 2023. Anche Giulianova sarà nel circuito delle città virtuose, nel fine settimana del 7 e 8 ottobre,  e lo sarà in quanto aderente alla VII edizione di Urban Nature: la festa della natura in città, organizzata in quei giorni  dal Wwf Italia.

All’appello dell’ associazione ha risposto infatti la Commissione comunale per le Pari Opportunità che, come decine di altri volontari in tutta Italia, raccoglierà fondi destinati al progetto Oasi in Ospedale: costruiamo Aule Natura negli ospedali pediatrici italiani.

Al finanziamento dell’iniziativa si collaborerà  con la vendita in piazza di  una piantina di felce in vaso.

Le Oasi in Ospedale verranno regalate a strutture dedicate alle cure pediatriche, a reparti pediatrici qualificati e ad altre strutture terapeutiche presenti sul territorio italiano, che verranno individuati in base a criteri di fattibilità e interesse con la collaborazione di partner selezionati.

Nella prima area, realizzata nel 2021 all’ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Palidoro, già dai primi mesi sono stati riscontrati grandi benefici a livello ortopedico, cardiaco e psicologico.

Nel 2022, il Wwf  ha raccolto fondi e regalato le prime tre Oasi in Ospedale ad altrettante strutture pediatriche. Sulla scia di questi risultati incoraggianti, il Wwf Italia ha deciso di scendere nuovamente in piazza, per rinnovare l’iniziativa ed insieme far conoscere l’associazione e i suoi progetti dedicati alla tutela della natura.




DUE SALVATAGGI IN POCHE ORE

Gli Angeli del Mare FISA; collaborazione e sicurezza sulle spiagge

A Montesilvano e a Francavilla, il 16 agosto due soccorsi nell’arco di poche ore, con intervento in mare a cura degli Assistenti Bagnanti brevettati dalla F.I.S.A. (Federazione Italiana Salvamento Acquatico) e formati dagli Angeli del Mare, società nata a Pescara per offrire servizi acquatici qualificati, da anni attiva su molte spiagge italiane, laghi e piscine pubbliche e private. A effettuare il primo salvamento i soccorritori Giacomo Natali e Elio D’Arcangelo, venendo in aiuto di una signora di 81 anni. Mentre il secondo salvamento ha visto protagonisti Bruno Diomede degli Angeli del Mare FISA e Alessandro Di Cintio della Lifeguard Compagnia del Mare, che hanno tratto in salvo un nonno e il suo nipotino.

Mercoledì 16 agosto, in mattinata doppio salvataggio da parte dei Soccorritori Acquatici Angeli del Mare Fisa.

Il primo è stato effettuato da Giacomo Natali ed Elio D’Arcangelo che insieme sono intervenuti in aiuto di una signora di 81 anni che ha avuto un malore mentre camminava in acqua. L’immediato intervento dei due Soccorritori Acquatici Angeli del Mare Fisa ha reso possibile salvare la vita della signora. Chiamata la Guardia Costiera di Montesilvano, i quali hanno manovrato le procedure da adottare in questi casi ed è stato chiamato il 118 che ha trasportato la signora in ospedale per controlli.

Il secondo intervento è stato effettuato allo stabilimento Urania a Francavilla al Mare dal Soccorritore Acquatico Angeli del Mare Fisa Bruno Diomede che mentre era in perlustrazione del suo specchio d’acqua ha notato un nonno di 60 anni e il nipote di 14 anni che si trovavano a 100 metri dalla battigia tra una scogliera e l’altra dove si forma la corrente di risacca e avevano problemi per rientrare.

Immediatamente il Soccorritore Acquatico Angeli del Mare Fisa prende il baywatch e con nuotata operativa ha raggiunto i due pericolanti, nel frattempo il bagnino Alessandro Di Cintio della Lifeguard Compagnia del Mare che si trovava nella postazione dello stabilimento balneare il Pareso vedendo le manovre di soccorso immediatamente con il proprio pattino ha raggiunto i pericolanti, supportando il collega Soccorritore. Hanno fatto salire il bambino sul pattino, e col baywatch aiutato il nonno a nuoto. Non c’è stato bisogno del 118 grazie all’immediatezza dell’intervento.

Marco schiavone, presidente Angeli del Mare Fisa: “Come Angeli del Mare abbiamo avviato questa preziosa collaborazione con la F.I.S.A (Federazione Italiana Salvamento Acquatico) che ci permette di formare i giovani soccorritori con un livello di professionalità altissimo. Inoltre, chiediamo ai nostri collaboratori di metterci passione e cuore. Il mare è bello, ma è anche continuamente una possibile minaccia per i bagnanti, soprattutto gli anziani e i bambini. I nostri soccorritori sono addestrati non solo alle tecniche di salvamento, di nuoto, di primo soccorso. Ma soprattutto a prevenire o meglio osservare e cercare di informare i bagnanti sui possibili pericoli del mare, sempre in stretta collaborazione con tutte le Capitanerie di Porto che ringraziamo per il loro sostegno fattivo alla Salvaguardia umana. Insieme a Carmen Padalino, mia socia, ringraziamo il Presidente della F.I.S.A. Raffaele Perrotta per la preparazione dei Soccorritori Acquatici FISA e per la loro professionalità.”




PREMIO INTERNAZIONALE IGNAZIO SILONE XXVI edizione

La Cultura è un investimento Innovativo, Inclusivo e Sostenibile

Pescina, 17 agosto 2023. La XXVI Edizione del Premio Internazionale IS è ormai ai nastri di partenza: dal 19 al 22 agosto, la Città di Silone e Mazzarino, Pescina accoglierà tutti gli amanti della cultura siloniana, attraverso il suo vitalissimo Parco Letterario IS, oramai nella rete dei quattro, riconosciuti dalla Regione Abruzzo.

“Quindi non più solo la legge istitutiva del prestigioso ‘Premio Internazionale IS’, ma anche la nuova normativa quadro sulla Cultura, che ne fa uno dei suoi strumenti di promozione”: così si è espresso il sindaco di Pescina, Mirko Zauri, già in sede di presentazione di questo appuntamento culturale, svoltosi nei giorni scorsi a L’Aquila, presso “Palazzo Silone”, Regione Abruzzo.

“Un rapporto simbiotico, che ora si rafforza con nuovi strumenti e reti comuni – ha aggiunto Zauri – al fine di generare un formidabile valore aggiunto, non solo per rafforzare e diversificare l’offerta culturale regionale, ma anche la sua preziosa attrattività turistica, specie per quella storica, ambientale, sportiva, con il richiamo alle stesse tradizioni enogastronomiche uniche ed il ritorno dei nostri emigranti dall’estero”.

“Le quattro intense giornate – ha concluso il Sindaco, anche in veste di Presidente del Centro Studi IS – intendono evidenziare fino in fondo l’anima siloniana, con l’intero territorio della Valle del Giovenco, della Marsica e dell’Abruzzo tutto, posta alla base del suo lungimirante dossier “La Cultura non Spopola”, che ha consentito a questa fiera Città di arrivare alla finale di Capitale della Cultura 2025, a nome di tutte le aree interne del Paese”.

L’apertura è prevista per sabato 19 agosto, con il ritorno al passato delle sue tradizioni più vere, al centro del “Rifugio Silone“, con la riproposizione di arti e mestieri antichi della sua cultura contadina e lo strategico progetto di “RecuperArti”, per rivitalizzare la filiera laniera, di pregio.

Domenica 20 agosto, nell’Auditorium del Teatro San Francesco si svolgerà un’approfondita riflessione sugli attualissimi temi delle migrazioni, da quelle storiche, anche dell’esilio, fino allo scenario ancor più drammatico dell’esodo impetuoso in atto, dal continente africano verso quell’Europa, quasi attonita.

Lunedì 21 agosto l’altro confronto, orientato su come integrare e massimizzare tutti gli strumenti di promozione della cultura siloniana, tra i valori della necessaria conservazione dei temi centrali della libertà, uguaglianza e democrazia compiuta dei diritti umani e civili, con le nuove forme di aggregazione e di comunicazione specie verso le ultime generazioni, sempre più “globali e social“: dal Parco Letterario IS a Capitale della Cultura Italiana ed abruzzese, valorizzandone altresì la ricerca ed i laboratori creativi degli studenti, con il libro “Una Manciata di Storie” e con l’intima rilettura teatrale, quasi profetica, di un’opera potente come “Uscita di Sicurezza“, qui in prima nazionale a cura del “Teatro dei Colori”.

La giornata conclusiva del 22 agosto, vedrà la tradizionale commemorazione della scomparsa, sulla sua Tomba, di Secondino Tranquilli, ovvero l’uomo, prima ancora che lo scrittore Ignazio Silone, ricordandone gli stessi tratti distintivi della sua origine marsicana ed abruzzese, tanto forti ed originali.

A seguire gli studenti dell’Istituto Comprensivo Fontamara di Pescina saranno protagonisti in lingua dialettale dello spettacolo itinerante “p ll vie di Casteje”. La Premiazione dalle 17.30 esprimerà il più caloroso abbraccio di tutti i pescinesi, presenti le massime autorità istituzionali della Regione e del Parlamento nazionale, al suo eminente studioso ed autentico filantropo e mecenate siloniano: la prestigiosa figura del Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale di Roma, che ha conosciuto lo stesso Silone e a sua volta lo aiuta a far conoscere al mondo.

Accanto ad essa la tesi e le Menzioni d’Onore a studiosi ed associazioni, che si sono distinti nella promozione dei valori siloniani della verità, giustizia e solidarietà verso gli “ultimi”, contro ogni forma di violenza ed oppressione, con la promozione viva del messaggio universale del grande autore di un capolavoro come Fontamara. Così si celebreranno i 90 anni dalla sua pubblicazione, in una terra ed in una lingua straniera, che verrà ripresa nella sua sessione invernale, con le scuole, anche commentando lo speciale “La voce del cafone” documentario che andrà in onda su Rai 5; in seguito alla proiezione dello stesso docufilm “Il Giovane Silone“, su uno dei massimi intellettuali del ‘900, che ha ricercato sempre l’”Uscita di Sicurezza” attraverso tutte le opere letterarie e teatrali, con la sua stessa rivista “Tempo Presente“, che ancora oggi brilla e ne coltiva la sua missione originaria, al servizio del libero pensiero.

Così Pescina è pronta ad accogliere tutti, mostrando le sue bellezze ed ora anche la maestosa “Torre Piccolomini”, che domina la grande Piana del Fucino, un tempo “croce e delizia” dei suoi “cafoni”.

Gli spettacoli a tema illumineranno le magiche notti pescinesi:

Sabato 19 agosto 2023, con l’esibizione della suggestiva” CORALE FOLKLORISTICA FONTAMARA”;

Domenica 20 agosto l’intera giornata dedicata alle migrazioni si chiuderà con il concerto: “L’ABRUZZO, LA MARSICA, PESCINA, SILONE, I SUONI DELLA TRANSUMANZA”, a cura dell’Associazione Mario Lucci;

Lunedì 21 agosto, nel Chiostro del Teatro San Francesco, il “Teatro dei Colori”, proporrà l’intensa serata teatrale di “USCITA DI SICUREZZA, LA PENA DEL RITORNO…RIPENSARE IL PROGRESSO”, di e con il Maestro Gabriele Ciaccia;

Martedì 22 agosto la chiusura presso Piazza Duomo, con lo spettacolo di e con Giobbe Covatta, “LA DIVINA COMMEDIOLA”: il grande commediografo, Ambasciatore dell’Amref e Testimonial di Save The Children per il Terzo Mondo, rivedrà l’opera dantesca descrivendone non i suoi peccatori, ma le loro vittime, i bambini, i più deboli e indifesi, che “non hanno cognizione dei loro diritti”.

Alessandra Renzetti




OCCHIO NON VEDE cuore non duole

PoliticaInsieme.com, 17 agosto 2023. Parliamo di Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, nonché Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Uomo dabbene e politico paziente.

Nella recente intervista, rilasciata ai maggiori quotidiani, Giorgia Meloni ha sostanzialmente sostenuto che i provvedimenti più delicati – così almeno quello relativo agli “extra-profitti” delle banche – è bene farli a sua insaputa.

Anzi, il fatto che non lo sappia Tajani sembra essere la condizione perché vadano a buon fine.

Eppure, è persona compassata e seria. Non ha per nulla le sembianze del chiacchierone. Non è brillante, spavaldo e baldanzoso come il suo mentore, ma, da buon cireneo, porta pazientemente la croce della sua pesante eredità. E non sfigura. Anzi!

Sta portando Forza Italia a quel tratto di normalità che non è detto non faccia bene al partito, al di là di ogni pronostico di segno contrario. Insomma, onestamente non si può credere che il problema sia quel buon uomo di Tajani.

Va riconosciuto che nella prima repubblica, in quanto a tenuta, lealtà e correttezza dei rapporti di coalizione, sarebbe successo di peggio anche per un semplice starnuto. Al contrario, il capo della nostra diplomazia si mostra all’altezza del ruolo ed incassa la botta da signore. Occhio non vede, cuore non duole.

Se ne dovrebbe dedurre, a tal punto, che il problema sia piuttosto la stessa Giorgia. Giustamente innamorata, se così si può dire, del suo ruolo, secondo la passione politica che la accompagna da una vita, ma a rischio, forse sospinta da troppi adulatori, di andare un attimo sopra le righe. Rivendicando – commander in chief – un leaderismo decisionista ed autoreferenziale, che, forse, in un governo di coalizione vorrebbe forme più pacate e toni più rotondi.

La Meloni non dovrebbe dimenticare che talvolta prove di forza volutamente plateali sembrano, piuttosto, segno di una qualche temuta debolezza. Insomma, gatta ci cova ed i rapporti tra le forze di maggioranza, sotto la crosta di una scontata compattezza, non sono forse così fluidi e cristallini, come si vorrebbe far credere.

Parrebbe che l’equilibrio interno si stia assestando su una dorsale nazional-sovranista Meloni-Salvini che è difficile dire quanto giovi a quest’ultimo. Sicuramente non giova all’ Italia ed alla specchiata chiarezza con cui dovremmo proporci in Europa in vista dell’ appuntamento elettorale del prossimo mese di giugno.




PRONTI A COLLABORARE per risanare l’Ente

Le dichiarazioni di Sindaco e Amministrazione su designazione Commissari

Chieti, 17 agosto 2023.Nella mattinata di oggi il Prefetto ci ha messo al corrente della nomina dei tre componenti dell’Osl, Organo straordinario di liquidazione, che si occuperanno di condurre la procedura di dissesto del Comune di Chieti”, così il sindaco Diego Ferrara.

“Come Amministrazione daremo il massimo della collaborazione possibile alla Commissione individuata con decreto del Presidente della Repubblica e accoglieremo i commissari in Comune una volta esperiti tutti i passaggi formali con la Prefettura – riprende il sindaco – Il loro sarà un lavoro importante, perché dovranno gestire la massa economico-finanziaria ante 2023, al fine di chiudere la procedura di dissesto entro cinque anni e di restituire all’Ente una nuova solidità. Agiremo in totale sinergia perché il risanamento sia pieno, mettendoli al corrente delle cose fatte anche alla luce del piano di riequilibrio, dei provvedimenti adottati e in itinere e dell’attività che ci aspetta  sia per quanto riguarda il bilancio stabilmente riequilibrato, che è di nostra competenza per programmare l’attività dell’Amministrazione dal 2023 in poi, sia perché venga data priorità alle erogazioni ferme e dirette a famiglie e disabili: si tratta di assegni di cura, di rimborsi dei libri di testo e altre poste rimaste sospese in quanto fondi vincolati, che comunque devono essere gestiti dall’Organo straordinario”.




GIRONI DIVINI 2023 Svelati i nomi dei vini finalisti

Tutto pronto per le attese finali del 17-18-19 agosto, nell’affascinante centro storico di Tagliacozzo. 60 etichette, scelte tra le più rappresentative del panorama vinicolo abruzzese, si contenderanno il titolo di vino dell’anno.

A pochi giorni dall’inizio DI GIRONI DIVINI 2023, sono ufficiali i nomi dei vini finalisti. Ricordiamo che dopo una lunga cernita (oltre 450 etichette provate) fatta da una giuria tecnica composta da giornalisti, buyers e sommelier di provata esperienza, supervisionati dal direttore tecnico dell’evento Franco Santini, ora il calice passa in mano ad una giuria di 40 wine lovers ed appassionati, che nelle tre serate del 17-18-19 agosto assaggeranno alla cieca i vini e ne decreteranno il “migliore”, completando il responso tecnico con quello puramente edonistico (il programma completo e le prenotazioni al link https://www.i-ticket.it/partner/live-comunication-gironi-di-vini ).

Gironi Divini si distingue da tutte le altre manifestazioni enogastronomiche in corso non solo per questa singolare formula, che prevede un doppio livello di giudizio (quello del professionista e quello del semplice amatore), ma anche per un’attenzione totale al vino di qualitàIl vino è protagonista assoluto, all’interno di spazi storici affascinanti, con accesso limitato, in modo da garantire la necessaria tranquillità e l’atmosfera migliore per una bevuta consapevole, come è giusto che sia per il rispetto del prodotto e di chi faticosamente lo lavora. Niente file chilometriche, niente resse per accaparrarsi un bicchiere di bianco o rosso senza nome, ma una gestione degli spazi attenta e finalizzata ad una fruizione rilassata e attenta, con un piccolo punto food di qualità (a cura di “Le Direzioni del Gusto”) per chi vuole accompagnare il calice con qualcosa di solido.

Ma c’è di più: questo lavoro di selezione, che dura tutto l’anno, confluirà nella pubblicazione di una guida interamente dedicata ai vini abruzzesi – “Vini d’Abruzzo per Bevitori Curiosi”, sempre a cura di Franco Santini – che uscirà in distribuzione gratuita online a fine anno. “I vini che assaggeremo in finale”, spiega Santini, “sono stati scelti per la loro alta qualità organolettica, ma anche cercando di dare ampia rappresentanza ai tanti territori della nostra regione e alle molteplici dinamiche che la percorrono. Ecco, allora, che accanto a nomi noti, di aziende storiche o di realtà imprenditoriali importanti, troviamo etichette di piccolissimi produttori artigianali, che si sono distinti per originalità e qualità di prodotto. Perché l’obiettivo non è stabilire quale sia il vino migliore, ma far capire al pubblico che l’Abruzzo del vino è ricco e sfaccettato, ed ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un posto di rilievo sulle mappe del vino mondiale. Tutto questo lo racconterò in maniera ancora più dettagliata nella mia pubblicazione, a cui sto lavorando da tre anni e che non vedo l’ora di diffondere”.

Ecco, quindi, l’elenco dei vini finalisti nelle varie categorie. Ancora pochi posti disponibili

FINALE PECORINO (17 agosto ore 20:00)

·       Pecorino Qvinto 2022 – FATTORIA TEATINA

·       Pecorino 2022 – OLIVASTRI

·       Pecorino 2022 – BUCCICATINO

·       Pecorino 2022 – TENUTA TRE GEMME

·       Pecorino “etichetta barone rampante” 2021 – CANTINA TOLLO

·       Pecorino 2019 – COSTANTINI

·       Pecorino “Giocheremo con i Fiori” 2022 – TORRE DEI BEATI

·       Pecorino 2022 – STRAPPELLI

·       Pecorino “Aspetta Primavera” 2022 – CONTESA

·       Pecorino “Cortalto” 2021 – CERULLI

·       Pecorino “PEC” 2022 – ABBAZIA DI PROPEZZANO

·       Pecorino “Tegeo” 2020 – CODICE VINO

FINALE TREBBIANO D’ABRUZZO (17 agosto ore 22:00)

·       Trebbiano 2022 – EMIDIO PEPE

·       Trebbiano “Casanova” 2022 – BARONE CORNACCHIA

·       Trebbiano “Anima” 2022 – MARRAMIERO

·       Trebbiano “San Pietro” 2021 – AUSONIA

·       Il Bianco di Wilma 2022 – CANTINA WILMA

·       Trebbiano “Mario’s 48” 2021 – TERRAVIVA

·       Trebbiano “Semivicoli” 2019 – MASCIARELLI

·       Trebbiano 2021 – RABOTTINI

·       Trebbiano 2021 – TRIUM

·       Trebbiano “Laus Vitae” 2021 – CITRA

FINALE BIANCHI DA VITIGNI MINORI E BLEND (18 agosto ore 20:00)

·       Traminer “Tramé” 2019 – CASTELSIMONI

·       Passerina “Ostrea” 2022 – MALIGNI

·       Carta Bianca 2022 – GUERINO PESCARA

·       Montonico “Santapupa” 2022 – VINI LA QUERCIA

·       Passerina “Terreum 91” 2022 – FAMIGLIA DI CARLO

·       Passerina 2019 – RAPINO

·       Passerina Bio Tullum 2022 – FEUDO ANTICO

·       Chardonnay “Althena” 2022 – SAN LORENZO VINI

·       Parella Bianco 2019 – FEBO

·       Cococciola 2022 – CINGILIA

·       Passerina Tullum 2022 – RADICA

FINALE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO GIOVANI (18 agosto ore 22:00)

·       Montepulciano “Suffonte” 2021 – LUDOVICO

·       Montepulciano “Bì” 2022 – BICE COLETTI

·       Montepulciano Anfora 2021 – CIRELLI

·       Montepulciano “Parò” 2022 – CANDELORO

·       Montepulciano “Malandrino” 2021 – CATALDI MADONNA

·       Montepulciano “Notàri” 2021 – NICODEMI

·       Montepulciano “Terra Bruna” 2020 – PODERE COLLE SAN MASSIMO

·       Montepulciano “Le Gemme di Spiritus Terrae” 2020 – ORSOGNA

·       Montepulciano “Mille Papaveri Rossi” 2022 – GUARDIANI FARCHIONE

·       Montepulciano “Chiamami quando Piove” 2021 – VALORI

·       Montepulciano “Cavaticchi” 2021 – CANTINA VAGLI

FINALE CERASUOLO D’ABRUZZO (19 agosto ore 20:00)

·       Cerasuolo “Baldovino” 2022 – TENUTA I FAURI

·       Cerasuolo “Senza Niente” 2022 – MARINA PALUSCI

·       Rosato Terre Aquilane “Somnium” 2022 – MARCO ROSSI

·       Cerasuolo 2022 – PODERE DELLA TORRE

·       Cerasuolo 2022 – BOSSANOVA

·       Cerasuolo “Tauma” 2022 – PETTINELLA

·       Cerasuolo “Auà” 2019 – FATTORIA GAGLIERANO

·       Cerasuolo “Sotto il Ciliegio” 2022 – CAPRERA

·       Cerasuolo “Bardasce” 2022 – TENUTA DE MELIS

·       Cerasuolo “Femina” 2022 – MONTI

·       Cerasuolo “Le Vigne” 2022 – FARAONE

·       Cerasuolo “Fosso Cancelli” 2021 – CIAVOLICH

FINALE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO MATURI (19 agosto ore 22:00)

·       Montepulciano “Castellum Vetus” 2017 – CENTORAME

·       Montepulciano “Don Bosco” 2018 – BOSCO NESTORE

·       Montepulciano “San Zopito” 2018 – TORRE RAONE

·       Villamagna Riserva 2017 – VALLE MARTELLO

·       Montepulciano “Amorino” 2018 – PODERE CASTORANI

·       Montepulciano “Nobu” 2018 – DI CARLO

·       Montepulciano “Vigna Coccetta” 2011 – SPERANZA

·       Montepulciano “San Clemente” 2019 – ZACCAGNINI

·       Montepulciano “Santinumi” 2016 – MARCHESI DE CORDANO

·       Montepulciano “Harimann” 2017 – PASETTI




FERRAGOSTO E POI?

Nuova fase, con nuove domande

di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 16 agosto 2023. Ferragosto è, in un certo senso, un giro di boa che, di anno in anno, immette in una fase nuova della vita del Paese.

È un po’ come se gli italiani trattenessero un attimo il respiro e, in apnea, s’immergessero in un momento di spensieratezza e di oblio. Pur sapendo – ma è come se, per un istante, non volessero crederci – che riemergeranno ben presto ed avranno di fronte le aspre difficoltà dell’autunno.

La stagione più’ dolce e, ad un tempo, la più amara, fors’anche di rimbalzo dal relax presto abbandonato. La stagione calda, per eccellenza. E come tale si propone anche quest’anno, intanto che ci avviciniamo al primo compleanno del governo della destra. Un capolavoro che rappresenta l’approdo legittimo – e fors’anche necessario: cioè inscritto in quella sequenzialità inoppugnabile degli eventi che la politica ben conosce. E, nel contempo, attesta il fallimento dell’ intero decorso della cosiddetta Seconda Repubblica.

Dovrebbero complimentarsi reciprocamente, si fa per dire, le forze – dal PD alla sinistra-sinistra, ma pure la liberale Forza Italia, ed anche la Lega che il Senatur ha sempre tenuto ben lontana da tentazioni para-fasciste – dell’incapacità di offrire all’Italia una qualunque visione minimamente all’altezza della sua vocazione storica e democratica e sapesse suscitare una nuova passione civile.

Il fatto è che tutte queste forze – chi più, chi meno, chi in un modo, chi nell’ altro – in ultima analisi, hanno mentito a loro stesse e, nell’atto con cui esecravano la Prima Repubblica, nient’altro facevano se non cercare di aggrapparsi ai relitti del naufragio, per sopravvivere. In fondo, solo Martinazzoli – in una intelligenza delle cose lucida fino al punto da apparire, forse, perfino ingenua – ha creduto che fosse possibile una catarsi ed ha indicato ai suoi Popolari la via di una palingenesi presto tradita.

Peraltro – per quanto si cerchi di scordarlo e, soprattutto di farlo dimenticare agli italiani – abbiamo un Governo, sicuramente legittimo, ma la cui composita maggioranza rappresenta la minoranza degli elettori chiamati alle urne lo scorso 25 settembre. Cosicché anche la maggiore tra le forze che compongono e sostengono l’attuale Governo, insomma il partito di maggioranza relativa, ben poco ha da scialare in quanto ad effettivo consenso degli italiani.

Onore al merito: va riconosciuto che la destra ha vinto di suo, ma le forze di cui sopra si sono talmente finite incaprettate in una catena di errori – veri e propri vulnus ai più scontati fondamentali della politica – da consentirle di arrotondare il vantaggio, segnando spesso a porta vuota.

È fuori luogo discettare, in modo più o meno capzioso, sulle propensioni nostalgiche di FdI. Il timore è piuttosto un altro: che a mostrarsi nostalgico, a volgere lo sguardo a ritroso fino ad intercettare sullo sfondo la stagione più oscura della nostra storia, sia stata una parte comunque significativa del Paese. Alla ricerca di una soluzione securitaria e d’ordine; scettica se non decisamente avversa all’ integrazione europea; chiusa in una mitica rievocazione del nazionalismo, diffidente ed, anzi, storicamente ostile all’alleanza tra i grandi paesi democratici dell’Occidente; orientata – altro che Piano Mattei – al blocco navale contro i migranti; sorda a quei sentimenti di solidarietà che pure stanno nelle corde del popolo italiano; lontana da una reale preoccupazione di coesione sociale, e, se mai, prona a qualche conveniente corporativismo. La nave va, per quanto il vento soffi nelle sue vele meno di quanto vorrebbe la propaganda, la gran cassa della stampa affiliata e l’ossequio servile di tanti fiancheggiatori.

La candelina sulla torta del compleanno dovrebbe illuminare quattro domande, su cui tornare, una per una, più avanti :

*il governo Meloni è oppure no l’espressione matura di una cultura politica e di una visione complessiva in ordine alle attese ed alle prospettive che “Italia” può e deve legittimamente coltivare?

*ha mostrato fin qui una riconoscibile intenzione “strategica” nella sua azione

oppure no?

*quali sono gli effettivi rapporti e le loro possibili evoluzioni tra i partiti dell’ attuale maggioranza?

*cosa possiamo attenderci in quanto a rapporti tra maggioranza ed opposizione che rimettano al posto d’ onore ed al primato che gli compete il ruolo del Parlamento?

Domenico Galbiati




MARIA, IL TABERNACOLO VIVENTE

di Emiliano Antenucci

InTerris.it, 15 Agosto 2023. Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. (Ap 12,1)

La Vergine Maria è la privilegiata di Dio, concepita immacolata, senza peccato originale, non è stata gravata dalla corruzione del peccato, del corpo e della morte. Alcuni teologi, in modo particolare della chiesa d’oriente, parlano della dormitio Virginis Mariae, cioè Maria si sarebbe addormentata, per un trasporto d’amore al Figlio, avrebbe partecipato subito alla resurrezione della carne. Il dogma dell’Assunzione, non affronta la questione della morte di Maria, ma scrive papa Pio XII, nella Costituzione apostolica Munificentissimus Deus: «L’Immacolata Madre sempre Vergine Maria terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

Nella tradizione ebraica, alla metà di agosto, si festeggia la Sukkoth in ebraico significa “capanne” e sono appunto le capanne a caratterizzare questa festa gioiosa che ricorda la permanenza degli ebrei nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto: quaranta anni in cui abitarono in dimore precarie, accompagnati però, secondo la tradizione, da “nubi di gloria”.

Secondo il biblista francescano Frédéric Manns: «Maria celebra la sua ultima festa delle capanne sul monte degli Ulivi. Il simbolismo giudaico di tale festa illustrava bene il senso della sua morte e la sua fede nella risurrezione. In altre parole, significa che la fede nell’assunzione di Maria risale ai giudeo-cristiani di Gerusalemme. I giudeo cristiani erano ben preparati ad accettare l’assunzione di Maria, perché dal giudaismo avevano ereditato la fede che Myriam, sorella di Mosè, non aveva conosciuto la corruzione della tomba».

Maria è la nuova Shekhinah, cioè la nuova dimora, abitazione, tenda di Dio.

Dio si è stabilito in Maria, per rendersi vicino a tutti gli uomini. In Maria si compie la salvezza annunciata dai profeti, diventa il “tabernacolo vivente”: trasparenza divina per l’intera umanità.

In base a questo dogma dell’Assunta, mi viene da fare una domanda: “Dove si trova Maria? Se è entrata nella storia, nello spazio e nel tempo, ma nello stesso tempo è andata al di là della storia, dello spazio e del tempo?”.

Maria è in cielo, in terra e in ogni luogo, paradossalmente è già qui in mezzo a noi, e quindi non ha bisogno di apparire. Le apparizioni mariane, confermate dalla Chiesa, sono solo una manifestazione in più della presenza di Maria tra di noi, con noi, per noi e in noi. Maria è la Madre del popolo cristiano, quindi ricorriamo alla sua potentissima intercessione, senza andare alla ricerca di guru, carismatici, maghi, santoni. Maria è la vera influencer della nostra vita. Crediamo poco nel potere di Maria nella storia, nella nostra vita e nelle persone che incontriamo.

Ognuno potrebbe scrivere un libro: “La mia biografia con Gesù e con Maria”.

Consacriamo alla Madonna tutto noi stessi e come diceva, l’innamorato di Maria, san Massimiliano Maria Kolbe che bisogna: “Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l’Immacolata”.

A Maria Assunta affidiamoci con questa bellissima preghiera di san Josemaria Escrivà:

Maria Santissima, Regina Assunta in Cielo, Regina di tutti coloro che anelano di far conoscere l’amore del tuo Figlio: tu che tanto comprendi la nostra miseria, chiedi tu perdono per noi, per la nostra vita: per quello che in noi sarebbe potuto essere fuoco ed è stato cenere; per la luce che non ha illuminato, per il sale divenuto insipido. Madre di Dio, onnipotenza supplice, ottienici assieme al perdono la forza di vivere veramente di fede e d’amore, per essere in grado di portare agli altri la fede di Cristo. Cuore dolcissimo di Maria, dà forza e sicurezza al nostro cammino, sulla terra: sii tu stessa il nostro cammino, perché tu conosci il sentiero più sicuro e diretto che conduce, per amor tuo, all’amore di Gesù Cristo. Amen

Foto di Albert Dera su Unsplash

https://www.interris.it/editoriale/maria-tabernacolo-vivente/




LE LEZIONI DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

di Giovanni Cominelli

PoliticaInsieme.com, 15 agosto 2023.  A proposito della Giornata mondiale della Gioventù, voluta da Giovanni Paolo II a Roma per la prima volta il 23 marzo 1986, celebratasi nel 2023 a Lisbona dall’1 al 6 agosto scorso, Le Figaro del 7 agosto ha scritto di una “cure de jeunesse de l’Église catholique” e di un “cadeau de l’espérance”.

Alcuni settori dei credenti e qualche ateo devoto si sono scandalizzati, perché il Papa ha parlato poco di Cristo e troppo del mondo e delle sue sfide presenti.

Così come ha messo in subbuglio parecchi dietrologi il fatto che a Fatima il Papa ha d’improvviso mollato il discorso scritto per andare a braccio: problemi con il mito storico dei segreti di Fatima? …

Tuttavia, ciò che dovrebbe interessare non solo i credenti, ma “ogni uomo di buona volontà” è che la Chiesa ha tutt’oggi l’intelligenza e la capacità di prendersi cura delle giovani generazioni: essa fa a se stessa “una cura di giovinezza” e “si cura della gioventù”.

Dove si trova un posto al mondo, nel quale un milione di giovani ascolta in silenzio un signore di 86 anni, che li ha convocati per parlare loro di responsabilità verso il mondo, di sfida verso le mode correnti, di invito all’impegno verso gli altri? Che ha il coraggio di dire loro “papale papale” che “nella vita nulla è gratis”?

Dove, davanti ai giovani che non dispongono di un passato e che vedono un futuro di nebbie, viene squadernata la realtà del mondo così così com’è, senza maquillage, senza gli “andrà tutto bene!”, tipici di un ottimismo fatuo e pubblicitario?

Il Papa stesso era consapevole di parlare in un contesto di “stanchezza” del Cristianesimo: “La stanchezza è un sentimento piuttosto diffuso nei Paesi di antica tradizione cristiana, attraversati da molti cambiamenti sociali e culturali e sempre più segnati dal secolarismo, dall’indifferenza nei confronti di Dio, da un crescente distacco dalla pratica della fede”.

Chi dice loro che il male, il negativo, il dolore, la morte hanno abitato e abitano tuttora la storia degli uomini e che questa è la condizione umana?

Se l’urgenza decisiva è quella del “leggere i segni dei tempi” e farne conseguire un’educazione intellettuale e morale delle giovani generazioni, occorre prendere atto che la Chiesa cattolica è rimasta ormai quasi l’unica agenzia culturale e educativa, almeno in Occidente, in grado di proporre una lettura dei tempi che non si riduca alla geo-politologia e alla climatologia e che ingaggia personalmente nell’intera storia del mondo chi sta in ascolto.

La Chiesa cattolica reale: cioè parrocchie, oratòri, ordini religiosi, associazionismo culturale e sociale, movimenti carismatici…  Ovviamente operano nella società civile molte altre agenzie culturali, a partire dalle scuole alle Università, ai giornali, a centri di studi e ricerche, a club e circoli culturali, ai partiti, ma la loro volontà/capacità di connettere la visione del mondo con la responsabilità degli individui nello stare nel mondo è ridotta al minimo, spianata dalla crisi delle grandi ideologie e dalla comunicazione massiccia, immediata e labile di un presente onnipresente.

Riflettendo molti anni fa sul “senso religioso”, don Luigi Giussani scriveva: “Un individuo che avesse vissuto poco l’impatto con la realtà, perché, ad esempio, ha avuto ben poca fatica da compiere, avrà scarso il senso della propria coscienza, percepirà meno l’energia e la vibrazione della sua ragione”.

Far vibrare una ragione inquieta, accendere in una persona “l’intelligenza del mondo” è il gesto educativo originario. Papa Francesco ha detto al milione di ragazzi che aveva di fronte: il mondo è questo, mettetevi in cammino per cambiarlo! Ai nostri ragazzi che sono indotti a pensare dall’onnipotente immediatezza dei social che il presente è il tutto ed è a disposizione gratis, alle giovani generazioni colpite dalla sindrome della “trascuratezza benestante”, descritta dalla saggista Helene Von Bismarck come “uno stato di decadenza che risulta dall’aver avuto tutto troppo facilmente per troppo tempo, portando a ritenere egoisticamente equivalenti i piccoli disagi e i mediocri conseguimenti al dolore e alla lotta di persone che conoscono il significato dei problemi reali”, a  questi ragazzi Francesco ha gridato in faccia: “Nulla è gratis!”.

Colpisce, nello scenario di Lisbona, il dialogo tra una persona educante molto anziana, nata tre anni prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale, e una generazione in ascolto, nata in questi anni 2000, destinata ad oltrepassare il 2100 e a vivere tragedie storiche e svariati personali destini.

Da Lisbona viene una conferma sulla natura e sul metodo dell’educare. La struttura della relazione educativa è asimmetrica. È certo l’incontro tra due libertà, ma quella dell’educatore è già costituita e quella dell’educando è in formazione.

Educare vuol dire fornire materiali cognitivi e testimoniare/praticare vincoli di realtà per la costruzione della libertà dell’educando. Tocca all’educatore ascoltare – Papa Francesco lo ha spiritosamente definito “l’apostolato dell’orecchio” – ma poi deve parlare, cioè esercitare un’autorità, fondata su una capacità di visione e di testimonianza di una prassi.

Libero l’educando di accettare la sfida o di respingerla, ma l’educatore non è libero di rinunciare al proprio compito; in tal caso cessa di essere un educatore. Il fenomeno dell’abdicazione all’educare è divenuto massiccio nelle nostre società.

È giustificato in molti modi, per lo più nel nome della libertà dell’educando, dell’auto-educazione spontanea alla Rousseau, del diritto all’emozione, del non avere fastidi, come quello del dover di dire dei NO ai propri figli, ai propri alunni, ai propri fedeli…

A chi è credente, le lezioni di Lisbona appaiono di facile comprensione. Essi dispongono pur sempre di uno sguardo diverso sul mondo, assicurato dalla loro “riserva escatologica”, che è il fondamento della speranza cristiana.

Ma possono i non credenti apprendere qualcosa da Lisbona 2023? I non credenti: quelli che non credono che esista un futuro di liberazione umana appeso ad un Oltre trascendente, quelli che credono in un messianismo trans/post-umanistico senza Messia, quelli che vedono la Storia come Caso e come Caos, quelli che vivono il mondo come un’arena gladiatoria, dove vince il più forte… Hanno qualcosa da apprendere le società civili dell’Occidente, la società italiana, i suoi insegnanti, intellettuali, politici?

Almeno tre lezioni: uno sguardo realistico e incessante sulla storia presente del mondo – donde, per es., l’annuncio appena dato del tema della Giornata mondiale della Pace 2024: Intelligenze artificiali e  Pace – quale condizione di esercizio concreto della speranza; la necessità di ricostruire per ogni generazione presente il legame educativo con quelle che arrivano, pena la caduta delle civiltà;  l’assunzione della propria responsabilità/libertà come compito e come vincolo verso la responsabilità/libertà altrui.




Buon Ferragosto 2023




FERRAGOSTO DI SOLIDARIETÀ SULLA SPIAGGIA

Giulianova, 14 agosto 2023. Come già avviene da diversi anni, anche per il Ferragosto 2023 l’hotel Baltic di Giulianova rinnova l’impegno a sostenere progetti di solidarietà.

Quest’anno l’attenzione è rivolta ad Emergency, organizzazione umanitaria che fornisce e garantisce il diritto alle cure alle vittime di guerre e povertà.

In particolare, il progetto che vuole sostenere è quello di un ospedale pediatrico ad Entebbe, Uganda che ha come obiettivo di diventare un punto di riferimento non solo per i bimbi ugandesi ma per tutti i bambini con necessità chirurgica provenienti da tutta l’Africa

Per contribuire a questo progetto l’hotel Baltic organizza un’ Aquilata martedì 15 agosto alle ore 16,30 presso lo stabilimento La Rotonda e metterà in vendita una sacca zaino che comprende la maglietta di Ferragosto e il kit completo per la costruzione di un aquilone.

Tutto il ricavato verrà devoluto al progetto Emergency.




LA PERDITA DEL KERIGMA

Avezzano, 14 agosto 2023. Forse si sta perdendo l’annuncio fondamentale del Vangelo, cioè il KERIGMA: Cristo è morto e risorto per tutti.

Continuo a leggere post di idee, di moralismo, giudizi sulle persone senza distinguere peccato e peccatore, assenza di amore e di misericordia.

Se vivo e annuncio Cristo morto e risorto per me e per tutti, non scrivo post bigotti, moralistici, e mi atteggio come paladino della verità in tasca.

Uno scrittore diceva che alle volte alcuni cristiani sono frustrati e tristi, perché non hanno né il piacere dei peccatori e né la gioia dei santi.

fra Emiliano Antenucci




CICLOESCURSIONE IN NOTTURA

La bici è brivido e sogno 18 agosto 2023

L’Aquila, 14 agosto 2023. L’associazione FIAB L’Aquila Più Bici in Città APS – ETS propone per venerdì 18 agosto 2023 una escursione in bicicletta sulla pista ciclabile dell’Altopiano delle Rocche, in orario notturno. Il ritrovo dei partecipanti è previsto alle ore 19:30 a Terranera, con partenza dopo il tramonto del Sole alle ore 20 circa.

Itinerario: Terranera – Rocca di Cambio – Rocca di Mezzo – Piani di Pezza – Rifugio il Lupo – Rovere – Rocca di Mezzo – Terranera.

La cicloescursione è aperta a qualsiasi tipo di bicicletta. Evento a costo zero. Si consiglia di portare con sé lampada frontale e le luci specifiche per la bicicletta; un kit per le riparazioni ciclistiche.

Abbigliamento adeguato alla stagione, acqua e piccolo snack. Per informazioni e registrazione fiablaquila.it o andiamoinbici.it..

Gabriele Curci, Presidente “L’Aquila Più Bici in Città APS – ETS”




CURRENTI VINCE alle Svolte di Popoli

Soddisfatto ma certamente consapevole dei progressi della concorrenza

Popoli, 13 agosto 2023. L’alfiere del Team Phoenix sulla Fiat 500 non si smentisce e dall’Abruzzo porta a casa il successo tra Le Bicilindriche dopo un 1° ed un 2° posto nelle due salite.

Andrea Currenti su Fiat 500 curata da SAMO Competition ha vinto la 61^ Svolte di Popoli, appuntamento abruzzese del Campionato Italiano “Le Bicilindriche”.

Il pilota etneo di Bronte, punta del Team Automobilistico Phoenix, ha allungato ulteriormente in testa al tricolore riservato alle energiche vetture di casa Fiat, dopo un 1 a 1 alla competizione pescarese.

Un secondo posto a soli 9 decimi di secondo dalla vetta nella prima salita di competizione per Currenti, poi una seconda gara dove il pilota etneo è partito in attacco, ma quando ha visto il diretto rivale fermo a bordo strada ha mirato ad una proficua difesa in prospettiva tricolore.

“La concorrenza ha compiuto dei notevoli passi a avanti e di questo abbiamo preso consapevolezza – ha sottolineato Currenti – rispetto al mio record del 2020 abbiamo aumentato la prestazione di circa 3 secondi, ma con una barriera in più e 20 Kg di peso, secondo regolamento. Dobbiamo concentrarci sui nostri punti di forza e colmare le lacune che sono emerse soprattutto negli ultimi due appuntamenti, dove si vede in modo evidente il progresso della concorrenza. Il risultato ci tiene al comando ma il campionato continua e solo domenica prossima saremo in gara a Luzzi. Il supporto del Team Phoenix ed il sostegno tecnico di SAMO Competition sono gli elementi cardine della nostra efficienza, per cui insieme sapremo prendere opportunamente lo slancio decisivo”.

Nelle due salite di gara sui 7.530m metri di percorso tra Popoli ed il bivio di San benedetto in Perillis, Currenti ha ottenuto rispettivamente il tempo di 4’22”36 e 4’27”44.




PAPA FRANCESCO, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LA PACE

La prossima “Giornata della Pace” – Capodanno 2024 – è stata dedicata da Papa Francesco al rapporto tra Intelligenza Artificiale e Pace

PoliticaInsieme.com, 13 agosto 2023. Non mancheranno di stupirsi coloro che si sarebbero attesi un tema differente, apparentemente di maggiore attualità e di più immediata risonanza politica: dal conflitto armato che perdura in Ucraina, al disarmo o almeno alla limitazione della produzione e dell’ import-export di armi o ancora ad argomenti che la cultura pacifista predilige.

Anzitutto, il timore di una escalation “nucleare” o almeno l’effetto-bomba della devastazione ambientale, non meno micidiale per quanto spalmata su un tempo che non è istantaneo e, dunque, apparentemente meno drammatica.

Invece, no.

Francesco spiazza queste attese ed impone la riflessione su un argomento che sta sulla bocca di tutti tanto quanto risulta a tutti, almeno finora, sostanzialmente inafferrabile. Si sta creando un clima tale per cui è come se attendessimo che ci sovrasti un tornado di cui non conosciamo ancora né la direzione di marcia né l’ intensità, salvo attenderci un effetto distruttivo che, per sua natura, saremmo, per forza di cose, necessariamente impotenti a contrastare o almeno contenere.

In ogni caso, una minaccia che ha almeno due caratteri: sarebbe del tutto esogena, mediata dalla tecnica, dagli algoritmi che danno conto delle stringenti catene causali che le danno forma e, soprattutto, una minaccia che investe e rischia di compromettere le ragioni più riposte della nostra stessa umana identità. Senonché, solo apparentemente è così. In effetti, l’ intelligenza artificiale non è affatto una realtà “aliena”, ma piuttosto lo specchio che ci rimanda l’immagine che, in quanto “umani”, abbiamo di noi stessi, secondo dimensioni inedite ed inaspettate, perfino sorprendenti.

L’ Intelligenza Artificiale non dice di un mondo “altro”; dice di noi. Non ci stiamo avviando verso un utopica era di uomini e di cyborg, impegnati in una contesa impari, che vede i primi destinati a soccombere. Ci stiamo, piuttosto, incamminando verso un mondo che, secondo una maniera fin mai così apertamente sperimentata, vede l’uomo fare i conti con sé stesso, con una profondità abissale, che costitutivamente, originariamente gli appartiene per quanto solo ora se ne dischiuda l’accesso, verso una coscienza più matura delle sue potenzialità ancora inespresse e, ad un tempo, dei suoi limiti.

Evocato, dunque, ad una responsabilità, nel senso più rigoroso e stringente del termine, che nessuno può delegare ad un indistinto soggetto collettivo, ma che ognuno deve assumere su di sé e vivere come l’ effettivo “farsi” della sua persona.

Per questo ha ragione Papa Francesco nel suggerire come vada esplorata la connessione che corre tra le concrete condizioni storiche e politiche necessarie a promuovere e tutelare la pace e quella visione più ampia di sé che l’Intelligenza Artificiale svela all’ uomo del nostro tempo.




SI COMPLETA IL REPARTO DEI CENTRALI

Joselyn D’Egidio continua il percorso con l’Adriatica Press. “Onorata di far parte ancora della Futura”

Teramo, 13 agosto 2023. Anche il reparto centrali è al completo con Joselyn D’Egidio che, dopo l’esperienza della passata stagione, continua il percorso con l’Adriatica Press. Classe 2001, alta 1.78 Joselyn ha vestito lo scorso campionato per la prima volta la maglia della Futura, dimostrando di crescere dal punto di vista tecnico. Proprio per questo motivo che la società ha voluto, ancora una volta, dare fiducia ad una atleta di prospettiva.

“La nuova stagione di B1 – commenta D’Egidio – sarà, secondo il mio punto di vista, un’avventura piena di emozioni. Sono onorata di far di nuovo parte della Futura e per questo ringrazio la società biancorossa per la fiducia. Sono certa che con il giusto impegno e lavoro di squadra, saremo in grado di fare bene e toglierci molte soddisfazioni.

Joselyn D’Egidio vestirà la maglia numero 11.

Con il rinnovo di Joselyn D’Egidio la società biancorossa è quasi arrivata al traguardo del completamento del roster. Manca un ultimo tassello che potrebbe essere la classica ciliegina sulla torta, in vista dell’imminente inizio della preparazione previsto per il prossimo 21 Agosto.




OSMOCI: l’osservatorio al via con 100 balneatori

Ha preso avvio in questi giorni, presso circa cento stabilimenti balneari di Pescara, l’attività di monitoraggio di OSMOCI, l’osservatorio sulla mobilità ciclistica

Pescara, 13 agosto 2023. Obiettivo di questa sessione di ricerca, articolata anche in altri tre ambiti: trasporti, supermercati e aziende, è la ricognizione del tasso di gradimento degli utenti degli stalli per bici disposti nei pressi degli stabilimenti balneari. Attraverso la scansione col proprio telefonino di un QR code, chiunque può accedere ad un questionario e partecipare al sondaggio, per un tempo di compilazione di circa tre minuti.

Ogni stabilimento ha un punto di presa più o meno visibile, ovvero una locandina affissa contenente il QR code che indirizza l’utente, tutte le volte che vuole, ai questionari per raccontare la propria esperienza di fruizione del servizio di sosta.

La locandina, che invita a partecipare al sondaggio, si accompagna spesso all’avviso apposto dai vigili urbani a non occupare con le proprie bici spazi a queste non dedicate (prati), con il rischio di rimozione e di multa in caso di infrazione rilevata.

Tutti i titolari degli stabilimenti balneari si sono dimostrati sensibili e collaborativi, garantendo il migliore spazio espositivo possibile e per tutta la durata della stagione di lavoro.

OSMOCI prende corpo all’interno del Corso di Formazione post-universitario dell’Università degli Studi di Verona, e in particolare di perfezionamento e aggiornamento in: “Esperto promotore della mobilità ciclistica – EPMC“.

Ideatore, curatore e referente del progetto è Giancarlo Odoardi.

Giancarlo Odoardi

Ri-media.net – Direttore Editoriale – Web Content Editor




FESTA DEL TARTUFO a Sante Marie

 Da domani la due giorni dedicati all’enogastronomia

Sante Marie, 12 agosto 2023. Torna la Festa del tartufo a Sante Marie. L’appuntamento enogastronomico dedicato al tartufo aprirà i battenti domani, 13 agosto, alle 12:30 con piatti prelibati e tante altre bontà che saranno serviti lungo via della Resistenza, a pochi passi dalla piazza principale.

Nel pomeriggio, dalle 18.30 in piazza Aldo Moro, è prevista una tavola rotonda sul riconoscimento Unesco della Cerca e cavatura del tartufo come patrimonio immateriale dell’umanità. Parteciperà il presidente della Federazione nazionale associazioni tartufai italiani, Fabio Cerretano.

In serata si riprenderà con l’enogastronomia: negli stand prelibatezze a base di tartufo e prodotti tipici locali. Nel Parco del donatore, dalle 22.30 è prevista un percorso guidato alla scoperta dei vini abruzzesi. (Per info e prenotazioni 3357533346).

Lunedì si replicherà con un’altra giornata dedicata alle specialità al tartufo che saranno servite a pranzo e cena!




PUÒ LA CHIESA FERMARE LA GUERRA?

Il libro di Piero Damosso sugli schemi di pace

PoliticaInsieme, 12 agosto 2023. Oltre cinquanta interviste per realizzare un “libro di dialogo”. Questo il lavoro compiuto dal giornalista del Tg1, “un’inchiesta a sessant’anni dalla Pacem in terris”, edito da San Paolo. Ai media vaticani l’autore racconta il significato di un volume che vuole aprire una riflessione sulla pace, sul suo significato nella storia e nell’immediato futuro.

Giustizia, solidarietà, cura della terra, inclusione. In una parola: fraternità. È questo il messaggio di pace della Chiesa, portato avanti con sana ostinazione da Francesco e dai suoi predecessori. Un impegno straordinario che ha spinto il giornalista Piero Damosso a porre e porsi una domanda: può la Chiesa fermare la guerra? Un’inchiesta, la sua, a sessant’anni dalla Pacem in terris, in un libro edito da San Paolo. Soffermandosi in particolare sulla guerra in corso in Ucraina, l’autore pone la questione ad oltre cinquanta interlocutori per giungere alla “consapevolezza che questo potrebbe accadere”. I motivi sono molteplici e vanno dalla centralità del dialogo all’autorevolezza degli attori, in particolare di Papa Francesco, il cui ruolo è riconosciuto da numerosi leader religiosi e politici. “Oggi la Chiesa è nel mondo l’unica forza in grado veramente di bloccare il conflitto in Ucraina”, afferma Damosso nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News. “Dinanzi allo stallo di questa guerra, la Chiesa riesce a tessere relazioni diplomatiche che possono renderla un vero punto di riferimento, anche perché – ricorda – questa è una guerra tra cristiani”.

Il dialogo e l’ecumenismo

La strada del dialogo tra le religioni e l’ecumenismo è stata anticipata – sottolinea l’autore – da Giovanni XXIII, aperta dal Concilio Vaticano II, abbracciata da Paolo VI (si pensi all’incontro con Athenagoras) e spalancata da Giovanni Paolo II e dallo spirito di Assisi, ripresa da Benedetto XVI e portata ancora avanti da Francesco. L’ecumenismo diventa allora “diplomazia pacificatrice” e il dialogo ne è il perno. “Il dialogo è premessa fondamentale e parte dal ricoscimento reciproco”, sostiene Damosso. “Dobbiamo riuscire a convertirci, se vogliamo salvare l’umanità, dinanzi a una questione molto semplice: l’altro è un fratello o no? Questa è l’urgenza a cui ci sollecita Francesco con la Fratelli tutti“, prosegue, ammonendo sul fatto che “stiamo dimenticando gli orrori della guerra”. La preghiera ha poi un ruolo centrale. “Lo ripeto, questa è una guerra tra cristiani. Per tutti i cristiani la preghiera è molto importante, cambia la vita. Noi abbiamo una grande tradizione mariana, sia in Russia che in Ucraina. Se ci rivolgiamo con fede a Maria, Regina della pace, credo che cercheremo con più determinazione le vie della pace. Già esiste – dice – un popolo di artigiani della pace che non è numericamente irrilevante”.

L’attualità della Pacem in Terris

Il primo capitolo del libro è dedicato all’enciclica Pacem in terris, pubblicata 60 anni fa da Giovanni XXIII. È definita “stella polare” per la straordinarietà dei temi affrontati, in un testo scritto non solo per i fedeli, ma per tutti gli uomini di buona volontà. Un concetto, tra i tanti messi in risalto, è di grande attualità: il disarmo integrale. “Questa meravigliosa enciclica ci fa capire che non possiamo stare al mondo senza avere dei limiti, e questa prospettiva del disarmo integrale è stata concreta, ha portato a dei passi avanti nel corso dei decenni. Eppure, oggi – ammette l’autore – sembra che ci stiamo arrendendo dinanzi alla terribile realtà della guerra. Francesco ci sta indicando la Pacem in terris e già otto anni fa, parlando all’Assemblea dell’Onu nel 2015, mise in guardia l’umanità dall’incapacità di rispettare determinati limiti. Parlò in quell’occasione della limitazione del potere come di un’idea implicita del concetto di diritto”.

Schemi di pace e spirito di Helsinki

Dopo aver sottolineato l’importanza del ruolo dell’Europa per un futuro di pace a livello globale, analizzando il nazionalismo aggressivo di Putin e il lavoro necessario per giungere ad una pace giusta e duratura, il quarto capitolo è dedicato alla governance mondiale, partendo dallo spirito di Helsinki. Il riferimento è agli accordi di Helsinki del 1975, in piena guerra fredda, dopo due anni di intense attività diplomatiche che videro il Vaticano tra i protagonisti e aprirono la porta all’epoca del disgelo in tutto il continente europeo tra Ovest ed Est. Da lì nacque l’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la pace in Europa, che oggi conta 57 Paesi membri e coinvolge oltre un miliardo di cittadini. “Oggi l’Europa può parlare ad una sola voce e le centinaia di migliaia di giovani europei alla Gmg di Lisbona ci mostrano uno dei volti più belli del continente, di chi – conclude Damosso – opera per un futuro di pace”. Gli schemi di pace “sono un’urgenza”, si legge nel volume. Schemi di cui ha parlato più volte il Papa e che ricorda Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione, tra gli intervistati dall’autore del libro. “Per costruire la pace ci vuole la consapevolezza che il Papa più volte ha chiamato schema di pace”, afferma Ruffini.

Tre donne nel dialogo

Il testo presenta anche tre contributi di Paola Severino, ex ministro della Repubblica italiana; Edith Bruck, scrittrice, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti e Dacia Maraini, scrittrice.  Piero Damosso ha realizzato tre ampie interviste, ponendo alle interlocutrici – “tre donne nel dialogo” è il titolo dell’ultimo capitolo – diverse domande, tra cui quella che dà il titolo al libro. “Penso che la Chiesa di Papa Francesco possa fare molto per fermare la guerra”, afferma Severino, sottolineando come “il Papa mostra una forza d’animo non comune” ed è “alla sua forte volontà di promuovere la pace che dobbiamo ispirarci”. Per Bruck “Francesco sta facendo il massimo che può fare, sta mandando persone per fare la pace”, ma “si vede che non basta nemmeno un Papa per riappacificare”. Per Maraini, infine, “la Chiesa di Francesco ci sta provando, ma di fronte al peso di alcuni Paesi” il successo di tale tentativo “sarà molto difficile”.

La pace e le possibili intese

Tra i numerosi personaggi intervistati ci sono anche l’economista Stefano Zamagni, che propone una possibile intesa in 7 punti tra Russia e Ucraina, auspicando una mobilitazione della società in grado di dare vita ad una “Alleanza per la pace”, e lo psicologo Franco Vaccari, presidente dell’organizzazione internazionale Rondine-Cittadella della pace, il cui metodo di lavoro si basa sulla convinzione che per costruire relazioni non si può prescindere dai conflitti, mai sinonimo di guerre. “I conflitti esprimono delle differenze, da qui nasce l’incontro per ascoltarsi, comprendersi”, afferma Vaccari, “proprio come fanno gli studenti a Rondine”, borgo in provincia di Arezzo, dove oggi convivono anche giovani ucraini e russi, israeliani e palestinesi. A proporre un’intesa di pace è anche l’ambasciatore Pasquale Ferrara, che sollecita l’Occidente, l’Europa a costruire “un nuovo di sistema di convivenza tra le nazioni”. “La parola pace è stata espunta dal vocabolario, ma non dalle attese dalle gente”, afferma Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. “La pace – aggiunge – è lo scopo di ogni politica e di ogni conflitto, ma oggi rischiamo di perdere questo orizzonte”.

Andrea De Angelis

Può la Chiesa fermare la guerra? Il libro di Piero Damosso sugli schemi di pace – Politica Insieme




FERRAGOSTO AL MUSEO NAZIONALE D’ABRUZZO

Con il Mammut e la mostra Il Maestro Di Campo Di Giove

L’Aquila, 12 agosto 2023. Durante il ponte di Ferragosto, e per tutto il mese, il Museo Nazionale d’Abruzzo sarà aperto nelle due sedi con orario continuativo: al Castello Cinquecentesco è possibile visitare il Mammut, l’imponente fossile risalente a 1.300.000 anni fa. Nel book shop, appositamente allestito e gestito da Opera Laboratori Fiorentini, è disponibile una linea di gadget dedicata al Mammut e realizzata in materiale sostenibile.

All’interno del Bastione Est sono fruibili i QR Code inseriti sui pannelli per approfondimenti tematici in italiano e in inglese, anche con lettore audio, pubblicati sul sito del Museo. Prenotazione obbligatoria solo per i gruppi superiori alle 20 persone all’indirizzo: mn-abr.urp@cultura.gov.it .

Orario 9.30/19.30 (chiusura biglietteria ore 19.00).

Dal 23 al 27, per la Perdonanza, ci saranno aperture serali del Mammut, orario 20.00/23.00 (chiusura biglietteria ore 22.30).

al MuNDA in via Tancredi da Pentima (ex Mattatoio) di fronte alle 99 cannelle è in corso la mostra “Il Maestro di Campo di Giove. Ricomporre un capolavoro” curata da Federica Zalabra e Cristiana Pasqualetti con un allestimento inedito: apparati virtuali, pannelli didattici, pannelli tattili e QR Code per approfondimenti tematici.Per la prima volta viene esposto il patrimonio illecitamente sottratto 121 anni fa a Campo di Giove in una ricomposizione resa possibile dall’azione sincrona e congiunta di vari protagonisti che ha permesso il recupero delle tavolette del XIV sec., il più grande ciclo narrativo dedicato al Santo.

Orario: 8.30/19.30 (chiusura biglietteria ore 19.00).

Biglietto unico per entrambe le sedi: intero 5 €, ridotto 3 €, gratuito al di sotto dei 18 anni

Unico giorno di chiusura nel mese di agosto lunedì 21

Per ulteriori informazioni e per aggiornamenti sulle attività del museo:

museonazionaledabruzzo.cultura.gov.it




AL VIA LA VENDEMMIA 2023

Da lunedì 21 agosto sarà possibile conferire le uve presso la Cantina Colle Moro

Frisa, 11 Agosto 2023. È stata fissata la data che inaugurerà ufficialmente la vendemmia 2023. Da lunedì 21 agosto i soci vignaioli della Cantina Colle Moro potranno iniziare a conferire le proprie uve rispettando il programma di conferimento redatto settimanalmente dalla Cantina. Parte così anche quest’anno la vendemmia, il periodo più intenso e produttivo dopo un anno di cura e salvaguardia dei vigneti.

“Da lunedì 21 agosto inizieremo a raccogliere le uve dei nostri soci – annuncia il Presidente Colle Moro, Franco Ferrante, che prosegue – purtroppo, le problematiche riscontrate negli scorsi mesi, a causa del fenomeno della peronospora che ha intaccato i nostri vigneti, hanno fatto sì che abbiamo dovuto organizzare in maniera più dettagliata il conferimento delle uve. Ci sarà un calo della produzione stimato del 40-50 % rispetto allo scorso anno, anche se in compenso la vendita del vino sul mercato è attualmente in rialzo. Faremo il massimo per tutelare e sostenere i nostri soci in questo periodo di difficoltà. Siamo attenti alle nuove disposizioni emanate dal governo a vantaggio degli imprenditori agricoli, dei soci e della cantina”.

La stagione vendemmiale 2023 si aprirà con la raccolta delle uve di Pinot Grigio e Chardonnay.

Barbara Lanci




DUE TARTARUGHE DI MARE curate e salvate dal Centro Studi Cetacei

Il prossimo 12 Agosto 2023 torna possibilità per centinaia di persone di vedere dal vivo l’evento

Roseto degli Abruzzi, 11 agosto 2023. Dal nido alla Riserva è ormai un evento ricorrente a Roseto degli Abruzzi ed ormai noto su tutto il versante adriatico. Come noto Roseto degli Abruzzi è stata, per molto tempo, la località più a nord dove ha nidificato la Caretta caretta (Tartaruga Marina).

La prima nidificazione risale al 2013 quando un giorno migliaia di bagnanti trovarono la spiaggia invasa da piccole tartarughe.

Le tartarughe tornano sempre a deporre i nidi dove sono nate, per questo ogni anno torniamo nel luogo in cui hanno nidificato nel 2013 per ricordare che li torneranno e gli enti dovranno essere pronti e tutelare quell’area.

Grazie al Centro studi cetacei quest’anno rilasceremo ben due tartarughe che sono state chiamate Juan e Simone. Lo stand sarà aperto alle 17 nella spiaggia libera fra Lido Papenoo e AhMar e i volontari del centro studi cetacei daranno informazioni su come riconoscere il passaggio di una tartaruga in spiaggia per deporre le uova e il mondo legato alla loro vita.

Alle 17:30 porteremo le tartarughe allo stand provvisorio allestito consentendo a tutte e tutti di vederle dal vivo per qualche minuto.

Alle 17:45 faremo una discesa con le vasche lungo tutta la spiaggia fino al mare per far salutare a tutte e tutti le tartarughe prima del loro rilascio che verrà effettuato a bordo dell’imbarcazione della Capitaneria di Porto che patrocina l’evento insieme alla Regione Abruzzo, Provincia di Teramo e Comune di Roseto degli Abruzzi.

L’evento è come sempre un gesto d’amore per il mare e per le sue specie. Un modo per conoscere , informarsi e rimanere meravigliati.

Un modo per scoprire come i volontari del Centro Studi Cetacei lottino per recuperare Tartarughe, Delfini ecc. per curarli e riportarli in mare in libertà e di come i volontari delle Guide del Borsacchio monitorano ogni giorno le spiagge per salvare le specie che rischiano di estinguersi per colpa del genere umano.




CONTINUANO LE MORTI nel mediterraneo

L’inutile domanda sull’accordo con la Tunisia

PoliticaInsieme.com, 10 agosto 2023. Una sola domanda è da porsi al giungere della notizia dell’ultimo affondamento di un barcone carico di migranti proveniente da Sfax, il porto della Tunisia. 41 morti sui 45 stipati a bordo di un’imbarcazione che, pare, sia stata alla deriva per giorni. Probabilmente, depredata del motore da un gruppo di “pirati” che oramai praticano un ulteriore vigliacca abitudine per vessare anche gli ultimi tra gli ultimi.

Ma la cosa rende ancora più stringente la sola domanda che dobbiamo porre: che fine ha fatto l’accordo con la Tunisia celebrato a metà del luglio scorso con tanto di foto “storica” che immortalava il Presidente del paese nordafricano,  Saïed, Giorgia Meloni, Ursula Von der Leyen. Già allora si parlò di critiche e criticità (CLICCA QUI).

Così, in realtà, la risposta siamo in grado di trovarla già da soli riandando al comunicato emesso dopo quell’incontro presentato come una “pietra miliare” del famoso Piano Mattei di cui si ama parlare tanto perché finalizzato soprattutto a frenare il movimento migratorio e le tante sciagure che lo costellano. A proposito di quel comunicato fu scritto: “sebbene a Tunisi verranno consegnate 17 imbarcazioni riequipaggiate e otto nuove, nell’intesa non è infatti prevista una zona di salvataggio e assistenza (Sar) di competenza esclusiva del Paese, il che potrebbe non obbligare la Guardia costiera locale a interventi in caso di emergenza. Senza contare la questione del rispetto dei diritti umani dei migranti, di cui Ursula Von der Leyen ha ribadito la necessità, ma che sembra non preoccupare più di tanto Saied. Anzi, nella conferenza stampa congiunta di ieri il presidente Tunisino ha attaccato le ong, da cui «arrivano fake news con l’obiettivo di danneggiare la Tunisia e il suo popolo».

E dall’ennesima distruzione di vite consumata nelle ore scorse viene la conferma che quell’accordo, ammesso che sia già diventato operativo, vale quanto l’inchiostro con cui è scritto. Almeno per ciò che riguarda gli aspetti più drammatici del passaggio verso l’Italia dei migranti provenienti dalla Tunisia.

A proposito, il bollettino aggiornato del Ministero degli Interni italiano sugli sbarchi, che viene definito “cruscotto” ci dice che a ieri, salvo ulteriori aggiornamenti, sono giunti sulle coste italiane 93.754 migranti. E siamo al 9 d’agosto. Nel corso di tutto il 2022 furono 44.951 e 31.857 nel 2021. Non c’è bisogno di aggiungere alcun commento.




LA STORIA DELL’ARCANGELO MICHELE

di Don Marcello Stanzione

IlNuovoArengario, 10 agosto 2023. Michele deriva dall’ebraico Mikha’el, che significa: Chi come Dio? Il suo nome è un grido di combattimento: scudo e spada in battaglia, e un eterno trofeo di vittoria. La popolarità di questo nome nell’Antico Testamento appare dal fatto che non meno di dieci persone portano il nome di Michele e sono menzionate nei libri sacri, come “Setur il figlio di Michele.” Un nome simile si trova anche nella lingua accadiana con un significato identico a quello di Michele; l’accadiano equivalente è Mannuki-ili.

Il termine “Michele” appare per la prima volta nel Libro del profeta Daniele, dove egli viene chiamato: “Michele, uno dei primi principi”, ed ancora: “In quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo”.

Il nome “Arcangelo” viene dato solamente a San Michele, sebbene la tradizione e la liturgia della Chiesa attribuiscano lo stesso titolo anche a San Gabriele e a San Raffaele: “Quando Michele, l’Arcangelo, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!” Nonostante tale esplicita testimonianza della Scrittura, alcuni scrittori hanno affermato che San Michele, grazie alla sua posizione privilegiata fra gli Angeli, dovrebbe appartenere a un ordine più alto, forse a quello dei Serafini, e non all’ordine degli Arcangeli. Altri, invece, non condividono quest’opinione. Per essi, la posizione privilegiata occupata da San Michele può essere spiegata per il fatto che, anche se egli appartiene a un ordine relativamente basso per natura, grazie al suo eccezionale zelo per la gloria di Dio e per la salvezza dei suoi Angeli, al tempo della ribellione di Satana, ha meritato una gloria e un potere tali da eguagliare ed anche superare, per mezzo della grazia, alcuni spiriti celesti che appartengono a un Coro più elevato per natura.

Secondo gli insegnamenti della Bibbia, gli Angeli avrebbero vissuto un periodo di prova, durante il quale essi avrebbero meritato ognuno secondo le proprie opere. Il teologo americano Padre Giuseppe Husslein mise in evidenza che la Chiesa chiama San Michele “Principe delle armate celesti” – Princeps militiae caelestis, aggiungendo inoltre: “Il fatto che i tre Angeli, che ho già menzionato, vengano chiamati Arcangeli non implica il fatto che ad essi erano affidate missioni straordinarie. Michele è l’unico al quale le Scritture attribuiscono questo titolo, ma ci sono buone ragioni per credere che egli possa essere il maggiore di tutti gli angeli”. San Michele è il principe delle armate celesti, ma ciò è sufficientemente spiegato dal potere che gli ha affidato Dio e non necessariamente dalla superiorità della natura. Alcuni teologi credono che un potere di tale natura non possa essere conferito ai Serafini e Cherubini, che sono il trono vivente di Dio, ma piuttosto a coloro che appartengono all’ordine degli spiriti tutelari e dunque i Principati, gli Arcangeli, e gli Angeli, che “vengono inviati per servire coloro che riceveranno l’eredità della salvezza.” Secondo Gustav F. Oehler, “questo nome: Michele – Chi è come Dio? – del principe degli Angeli non implica semplicemente un’umile conoscenza da parte dell’Angelo, ma è piuttosto un’asserzione riguardante l’angelo stesso. Il nome esprime l’irresistibilità di colui al quale Dio ha dato il potere di eseguire i suoi ordini”.

San Michele è sempre stato l’Angelo guerriero per eccellenza, che combatte dapprima Satana e i suoi demoni fin dall’origine, poi, nel corso del tempo, tutti i nemici del popolo di Dio. Egli è “il grande principe, che combatte per i figli del tuo popolo.” Come in passato, così oggi nel XXI secolo, San Michele è il grande difensore della Chiesa di Cristo sulla terra. Il famoso problema: “l’Angelo del Signore,” Malakh Yahweh, che ha attratto l’attenzione degli studiosi della Scrittura per decenni, può forse essere risolto ammettendo che questo misterioso Angelo del Signore (che in vari libri dell’Antico Testamento viene rappresentato come colui che agisce in nome di Dio stesso, ed è spesso ricevuto ed onorato come vorrebbe Dio), altri non è che l’Arcangelo Michele, il legato di Dio per il Suo popolo.

Le parole dell’Arcangelo Gabriele, riportate dal profeta Daniele sembrano insinuare ciò: “Nessuno mi aiuta in questo, se non Michele, il vostro principe”. “In quel tempo sorgerà Michele, il grande principe, che vigila suoi figli del tuo popolo.” Un legato può parlare e agire in nome e per mezzo dell’autorità del capo supremo che lo manda e che egli rappresenta. Questa sembra essere stata la posizione di San Michele con i figli di Israele: egli era sia il Principe celeste che rappresentava il Signore dei cieli, sia il protettore celeste del popolo di Dio in terra contro i nemici umani e diabolici.

San Michele, che aveva difeso e protetto i figli di Dio nel mondo spirituale, estendeva la stessa protezione ai figli umani di Dio qui sulla terra. Circondati e spaventati dalle nazioni ostili pagane, sulle quali Satana aveva stabilito la sua guida tirannica, San Michele non poteva restare indifferente a questa nuova forma di seduzione e ribellione, introdotta dal suo peggior nemico fra i figli degli uomini. Finché Satana persiste nei suoi attacchi, il protettore e Principe delle milizie celesti continuerà a contrastare i suoi piani con il perenne grido di guerra: “Chi è come Dio?”.

Nell’Antico Testamento, quindi, San Michele è l’Angelo per eccellenza, l’Angelo del Signore, l’Angelo custode nazionale degli Israeliti. A quel tempo, specialmente nel libro dell’Esodo, questo “Angelo del Signore” viene chiamato semplicemente, il Signore; come per esempio in questo passo: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte.” Egli, che viene chiamato “il Signore” in questo passo, è menzionato ancora nella stessa veste come “l’Angelo di Dio” in quest’altro: “L’Angelo di Dio, che precedeva l’accampamento di Israele, cambiò posto e passò indietro tra l’accampamento degli Egiziani e quello di Israele, e la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte” Questa manovra militare molto intelligente mostra chiaramente la strategia del Principe delle armate celesti.

Come Angelo Custode nazionale degli Israeliti, e legato speciale di Dio al suo popolo, San Michele viene introdotto con parole che rivelano il grande amore divino e la sollecitudine del Signore, insieme ai doveri dell’uomo verso gli Angeli Custodi in generale: “Ecco, io mando un Angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.” Altri esegeti opinano che l’espressione “l’Angelo del Signore” non è da riferirsi realmente ad un Angelo, od a San Michele, ma alla Parola di Dio (il Logos) Dio stesso, oggi è ritenuta una mera congettura e un’opinione abbastanza obsoleta.

Alcune apparizioni dell’Arcangelo Michele sono state riportate durante i secoli cristiani. Una delle più importanti è quella che viene commemorata nella Chiesa universale l’8 maggio. L’arcangelo San Michele apparve sul Monte Gargano in Puglia, nel sud dell’Italia, mentre era Papa Gelasio I (492-496). Fu eretto un santuario nel luogo dell’apparizione e divenne meta di pellegrini devoti nel secolo successivo. Un’altra festa in onore di San Michele Arcangelo, il 29 settembre, formalmente conosciuta nei paesi anglosassoni come Michaelmas, è l’anniversario della Dedicazione dell’antica basilica di San Michele e tutti gli angeli, al sesto miglio della via Salaria, a Roma. Un’altra apparizione, simile a quella del Monte Gargano, fu onorata nel grande tempio chiamato Michaelion, vicino Costantinopoli, secondo lo storico greco Sozomeno, che scrisse verso la metà del V secolo, un secolo di grande devozione ai santi angeli in generale e a San Michele in particolare. Nel rito liturgico di San Pio V, della Messa, San Michele viene descritto come l’Angelo psicopompo, che porta le anime dei fedeli defunti in cielo: “Liberali dalla bocca del leone, affinché essi non cadano nell’oscurità; Michele, portatore del santo stendardo, guidali nella santa luce.” San Michele veniva invocato, in maniera particolare, nelle preghiere recitate ai piedi dell’altare dopo la Messa, prima della riforma del Concilio Vaticano II: “San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, ecc.”. Questa particolare formula è condensata nell’Esorcismo generale contro Satana e tutti gli spiriti del male, pubblicata da Papa Leone XIII.

Fino a quando i figli di Dio saranno esposti agli attacchi di Satana in questo mondo, il grido di battaglia di San Michele: “Chi è come Dio?” continuerà a combattere e a scacciare tutte le forze del male, e il suo intervento potente nella lotta in difesa dei figli di Dio non cesserà mai.

ORIGINE DELLA CORONA ANGELICA

Questo pio esercizio di preghiera fu rivelato dall’Arcangelo Michele stesso alla Serva di Dio Antonia de Astonac. Il Principe degli Angeli, apparendo alla Serva di Dio, disse che voleva essere venerato con nove invocazioni in ricordo dei nove Cori degli Angeli.

Ogni invocazione doveva comprendere il ricordo di un Coro Angelico e la recita di un Padre Nostro e tre Ave Maria. La Corona Angelica doveva concludersi con la recita di quattro Padre Nostro: il primo in suo onore, gli altri tre in onore di San Gabriele, San Raffaele e degli Angeli Custodi.

L’Arcangelo promise ancora di ottenere da Dio che colui che l’avesse venerato con la recita di questa coroncina prima della Comunione, sarebbe stato accompagnato alla Sacra Mensa da un Angelo di ciascuno dei nove Cori. A chi l’avesse recitata ogni giorno prometteva la continua particolare assistenza sua e di tutti gli Angeli Santi durante la vita e in Purgatorio dopo la morte.

Benché queste rivelazioni non siano ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, tuttavia tale pratica si diffuse tra i devoti dell’Arcangelo Michele e dei Santi Angeli.




DUECENTODICIASSETTE ANNI DI PROVINCIA

Il grande passato di un grande futuro

Teramo, 9 agosto 2023. Era diventato Re di Napoli solo cinque mesi prima, Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone, quando decise di avviare un’opera di riordino amministrativo del Regno. E fu proprio in quell’occasione, che i consulenti della corona, nel disegnare i nuovi confini, decisero di creare un Abruzzo Ulteriore Primo e un Abruzzo Ulteriore Secondo. Così, l’8 agosto del 1806, nasceva la Provincia di Teramo. Duecentodiciassette anni dopo, oggi, abbiamo voluto celebrare questo compleanno, per rimarcare il ruolo che le Province, e la Nostra in particolare, hanno avuto nello sviluppo delle nostre contrade.

Ingiustamente considerate, qualche anno fa, un ente intermedio eliminabile, le Province si avviano adesso a riprendere il loro giusto posto nella gerarchia del Governo dei territori, recuperando quella funzione intermedia, e per questo necessaria, tra l’agire dei Comuni e la visione della Regione. La Provincia di Teramo è stata, nei suoi duecentodiciassette anni di vita, baricentro politico e riferimento sociale, mai facendo venir meno quel ruolo di cerniera dinamica tra la costa e la montagna, così come tra le vallate delle aree interne.

Quello del Teramano, è un territorio particolare, che pretende l’impegno costante della creazione di una condivisione necessaria, nelle scelte e nei progetti. Certo, molto c’è ancora da fare, soprattutto nella costruzione di una rete infrastrutturale che elimini storiche distanze e risolva antichi problemi, ma proprio per questo ho voluto festeggiare il nostro 217esimo compleanno, per sottolineare quanto, sebbene non più giovanissima, questa Provincia abbia idee, progetti, visioni e sogni.

Sì, sogni, e non li intendo quali utopie oniriche, ma quali visioni di un futuro possibile.

Nel festeggiare i suoi due secoli e diciassette anni, la nostra Provincia vuole offrire alle popolazioni anche la rinnovata ambizione di restituire al nostro territorio quella “unicità” che può e deve farsi strumento della riconoscibilità, fino a diventare un vero e proprio brand.

Auguri alla Provincia di Teramo.

Il Presidente

Camillo D’Angelo