UOMO E ORSO: una convivenza possibile?

Un nuovo studio coordinato dalla Sapienza sull’orso bruno marsicano svela le caratteristiche che rendono possibile la coesistenza e le riflessioni per migliorare le azioni future

Pescasseroli, 13 giugno 2023. Le comunità locali dell’Appennino centrale coabitano da millenni con una preziosissima quanto unica popolazione di orso bruno marsicano.

Studi precedenti avevano già messo in luce come i residenti del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), la storica roccaforte di questa particolare specie di orso, mostrino un atteggiamento molto positivo nei confronti del plantigrado e una tolleranza nei suoi confronti che non ha pari, né in Italia né altrove in Europa.

Una nuova ricerca condotta da Sapienza Università di Roma in collaborazione con l’Istituto spagnolo di studi sociali avanzati e con il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) e pubblicata sulla rivista scientifica Journal for Nature Conservation, ha analizzato gli elementi che rendono possibile la coesistenza funzionale di uomini e orsi per la realizzazione sostenibile delle necessità di entrambe le parti.

L’orso bruno marsicano soffre di scarsissima variabilità genetica ed è soggetto a elevato rischio di estinzione. Per questo motivo è fondamentale ridurre al minimo qualsiasi fonte di impatto con l’uomo, a partire dai livelli di mortalità accidentale e illegale, che sono incompatibili per una così esigua popolazione di orso.

Dall’altra parte ci sono gli interessi dei principali attori sociali come forestali, guardia parco, allevatori e cacciatori e altre categorie che insistono sul territorio.

La divergenza di vedute – spiega Jenny Anne Glikman, ricercatrice presso l’Istituto di studi sociali avanzati del Consiglio Superiore di Ricerca Spagnolo (IESA-CSIC), aumenta in relazione alla percezione di come i costi e i benefici della coesistenza con l’orso siano distribuiti tra categorie sociali, nonostante tutte sostengono la causa della sua conservazione”.

È proprio su questo fronte, suggeriscono gli autori, che bisogna focalizzare la futura attenzione gestionale.

“Nonostante il Parco abbia una lunga storia alle spalle di interventi per la conservazione dell’orso bruno marsicano – sottolinea Daniela D’Amico, responsabile dell’Ufficio Promozione e Comunicazione del PNALM e coautrice dello studio – quello che ci interessava in modo particolare era capire come migliorare ulteriormente le condizioni di coesistenza tra uomo e orso, alla luce dei cambiamenti sociali ed economici in atto e tenendo conto dei diversi punti di vista delle persone che condividono quotidianamente il territorio con l’orso”.

Tra le implicazioni pratiche dello studio gli autori sottolineano la necessità di ricorrere a forme di collaborazione, pianificazione e condivisione gestionale più strette con i vari portatori di interesse, al fine di promuovere maggiore coinvolgimento e senso di responsabilità sociale.

“In virtù del lunghissimo periodo di coabitazione, dell’elevata tolleranza e dell’atteggiamento positivo nei confronti dell’orso, i tempi sono maturi per promuovere un senso di responsabilità collettiva nei confronti della specie che non può più essere vista come una prerogativa esclusivamente istituzionale e un vincolo per le comunità locali – sottolinea  Paolo Ciucci della Sapienza, coordinatore dello studio – Attraverso i suoi rappresentanti, l’intera comunità deve poter essere coinvolta nella gestione e condividere l’orgoglio e la soddisfazione di una conservazione di successo di una specie localmente considerata di elevato valore. Solo attraverso una responsabilità socialmente condivisa i comportamenti individuali che mettono a rischio l’incolumità dell’orso (velocità eccessive sulle strade, pratiche zootecniche incompatibili, l’uso illegale del veleno) verrebbero considerati moralmente inaccettabili”.




FU VERA GLORIA?

di Giancarlo Infante

Politicainsieme.com, 13 giugno 2023. La scomparsa di Silvio Berlusconi ha occupato l’informazione internazionale. La cosa ci ha fatto pensare agli inizi della “Storia d’Italia” di Benedetto Croce che prende le mosse dall’uscita di scena del “geniale despota che tutta l’occupava”. Evidente il riferimento a quel Napoleone che avrebbe fatto chiedere al Manzoni se fosse stata vera gloria. E la responsabilità della risposta ricadde sui posteri.

Come oggi nel caso di Berlusconi. È un po’ la stessa nostra condizione, infatti, visto che non siamo posteri abbastanza per valutare in maniera oggettiva e fredda il significato di Silvio Berlusconi a lungo “despota” della scena politica italiana nell’arco degli ultimi trent’anni. Il consistente oscuramento della sua posizione dominante degli ultimi anni non deve fare ingannare, tanto è riuscito a restare determinante anche nelle ultime vicende che ci riguardano. Basti pensare al ruolo da lui svolto per l’ascesa a Palazzo Chigi di Mario Draghi. Determinante quanto il successivo e subitaneo abbandono di un Presidente del consiglio che, fino al giorno prima, continuava a difendere perché, Berlusconi diceva, quasi esclusivo frutto suo.

Ma questo era Silvio Berlusconi. Cangiante quando non poteva essere l’unico a dare le carte. Determinato e poco incline a riconoscenza e sentimentalismi quando sentiva il vento nella propria vela.

Entrò in politica contro il teatrino e, poi, si è trovato da par suo a diventare uno dei più grandi impresari della messa in scena di una rappresentazione che deve a lui la decisa semplificazione dopo lunghi decenni di mediazioni, sopimenti, inclusioni. Si presentò quasi oltre trent’anni fa come se non avesse mai avuto a che fare con quel teatrino. Anche se il suo sviluppo da valente imprenditore molto doveva, invece, alla politica. E anche alle sue infinite relazioni per cui ha dovuto pagare importanti costi d’immagine come fu nel caso del ritrovamento del suo nome tra quelli degli affiliati alla P2 di Licio Gelli. E poi c’è stato dell’altro.

Le sue capacità imprenditoriali e una non comune spregiudicatezza spiegano il suo iniziale notevole successo di costruttore. Sin da giovane ebbe a che fare con la politica e i grandi affari in cui egli seppe inserirsi davvero bene: perché “Milano 2” non è nata nelle aride distese dell’Arizona, ma nel pieno dei ricchi interessi dell’hinterland milanese. A maggior ragione da imprenditore della comunicazione, egli si avvalse da subito della politica. E non si trattava solo degli strettissimi legami con Bettino Craxi. La Dc provò ad offrirgli un posto al Senato, ma quando egli capì la situazione si prese tutta la posta in gioco.

La difesa del suo impero economico, multimediale e finanziario costituì sempre il più importante spartito delle sue messe in scena della politica. L’esempio più evidente fu quel segnale lanciato da Confalonieri che, pubblicamente sostenne Giorgia Meloni, quando ancora ella si trovava all’opposizione, e così indicò la via, tra gli altri, per la caduta definitiva di Mario Draghi.

Forza Italia non è mai stato un partito vero e proprio. Bensì uno strumento personale di Berlusconi. In questo aprendo addirittura nel mondo la pista al satrapismo e alla personalizzazione della politica, come mai accaduto prima. E  Donald Trump, ma anche altri ad altre latitudini gli devono il riconoscimento del copyright. Forza Italia non ha mai fatto un congresso. Dopo essersi progressivamente sbarazzato di tutti coloro che con lui fondarono Forza Italia, e c’era gente di sostanza tra di loro, inventò l’unità di misura del “quid”. Pronto sempre a ritirare la “lettera di brevetto” concessa dal Monarca. In più d’uno ne hanno fatte le spese. Spesso senza che se ne riuscisse a conoscere le ragioni.

Uomo unitario e divisivo al tempo stesso. Autoritario nella sostanza, ma al tempo stesso rispettoso delle norme democratiche basilari, credeva nel liberalismo, ma godeva delle leggi che egli stesso si faceva per difendere l’oligopolio televisivo, e non solo. Le sue televisioni influirono molto sul clima creatosi con Mani Pulite e l’esaltazione dei magistrati inquirenti. Poi, da esse sono venute le più spietate critiche quando quegli stessi magistrati hanno rivolto l’attenzione verso il suo mondo.

Molti dei suoi successi furono frutto della sua capacità d’essere concreto e ridurre tutto a questione d’affari, anche nei rapporti umani. Era questa, del resto, la sua autentica natura. E così si spiega come riuscì a formare i suoi governi con il secessionista Bossi, da una parte, e il nazionalista Fini, dall’altra.

Bisogna essere franchi e chiederci se davvero Berlusconi, da solo, abbia impedito quella profonda riforma della Giustizia necessaria all’Italia Paese. Perché non l’hanno fatto neppure i governi “antiberlusconiani” che gli sono succediti in più occasioni lungo i corsi e i ricorsi di circa vent’anni che lo hanno visto in prima fila alla guida del Paese. E Silvio Berlusconi non venne forse anche utilizzato come alibi, pure dalla sinistra, per non risolvere  i tanti, troppi, conflitti d’interesse che sono propri della nostra Italia destinata, per questo, a restare sempre fuori del novero delle grandi società moderne occidentali?

Poi c’è stata tutta la pagina del “colore” che lo riguardava. E che lo ha fatto diventare famoso nel mondo in maniera smisurata. Di sicuro molto di più di quel che avrebbe potuto meritare solo perché era stato più volte Presidente del consiglio. Il “bunga bunga” resterà scolpito a futura memoria a lungo un po’ in tutto il mondo. Ma questo perché egli creava un “teatrino” diverso ed alternativo a quello ufficiale e fino a quando non gli si alzò contro il muro dello spread nel 2011. In fondo, questa sua immagine di uno zio Paperone, non proprio da mostrare ai pudici occhi dei bambini, di uomo di successo nell’impresa, in politica e con le donne, costituiva di per sé l’immagine di un marchio capace di raccogliere tanti consensi.

Il problema per lui è sempre stato, però, quello di gestire quel consenso per utilizzarlo come base di partenza per mantenere davvero le cose che agitava al fine di richiamare i voti nelle urne. Che fine hanno fatto il suo “contratto con gli italiani”? il milione di posti di lavoro? e le tre famose “I”, internet, inglese, imprenditoria?

Infine, l’ultima domanda per i posteri. È notorio di quanto trattasse con una certa sufficienza Salvini, da lui definito “ruspante”, ma anche Giorgia Meloni. In fondo, li aveva visti venire su da ragazzi cui non faceva proprio mancare nulla. Eppure, progressivamente, ha preferito loro spazio invece che creare un’alternativa davvero centrale ed europeista. Egli ben sapeva come i due avessero poco avevano a che fare con il suo dirsi liberale, con il suo impegno ad essere il principale rappresentante del Partito popolare europeo, e, tutto sommato, a rispettare le norme basilari che stanno alla base della nostra Costituzione. E così il suo ultimo lascito non è stato quello di un governo improntato dal moderatismo liberale.

Giancarlo Infante

https://www.politicainsieme.com/fu-vera-gloria-di-giancarlo-infante/




ARTEPARCO. La sesta edizione

Progetto nato per portare l’arte nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise vede protagonista l’Accademia di Aracne, collettivo artistico conosciuto per i suoi interventi di Yarn Bombing 

L’opera sarà visibile da sabato 29 luglio 2023. La manifestazione quest’anno si svolge in sinergia con il Premio Nazionale Benedetto Croce. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Pescasseroli (AQ), Sentieri C1 e C2. ARTEPARCO 2023: Accademia di Aracne, Totemi, schizzo

Pescasseroli, 13 giugno 2023. Arteparco, iniziativa nata nel 2018 con la volontà di portare l’arte contemporanea all’interno di un territorio unico come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, annuncia la sua sesta edizione: il collettivo artistico Accademia di Aracne ha immaginato l’installazione site-specific Totemi, intervento di Yarn Bombing visibile da sabato 29 luglio 2023.

Il progetto, ideato dall’imprenditore e comunicatore abruzzese Paride Vitale, è frutto della collaborazione tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Comune di Pescasseroli e il brand di profumi PARCO1923. ARTEPARCO, inoltre, è realizzato grazie al supporto del canale televisivo Sky Arte e di partner attenti e sempre più impegnati verso tematiche legate all’ambiente come BMW Italia, GORE-TEX e Woolrich Outdoor Foundation.

L’iniziativa, diventata nel corso degli anni un vero e proprio museo a cielo aperto sui sentieri C1 e C2, meta per i numerosi turisti che ogni anno visitano il parco, dopo le prime cinque edizioni – che hanno visto la partecipazione di artisti dalla cifra stilistica molto diversa tra loro come Marcantonio, Matteo Fato, Alessandro Pavone, Sissi e Valerio Berruti – con l’installazione Totemi aggiunge un ulteriore tassello a questo percorso che lega ambiente e arte contemporanea.

Il collettivo Accademia di Aracne, infatti, dopo essersi immerso nella natura, ha individuato all’inizio del sentiero due altissimi alberi, l’uno di fianco all’altro, per realizzare un’installazione di Yarn Bombing, particolare tecnica di graffitismo costituita dall’utilizzo di colorati tessuti lavorati a uncinetto. Ogni albero ospita nella sua trama il profilo di otto animali caratteristici della fauna del parco.

Inoltre, il progetto quest’anno si lega anche al Premio Croce, manifestazione dedicata a Benedetto Croce, grandissima personalità della filosofia, della politica e della cultura, nato proprio a Pescasseroli nel 1866.

IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE

Il Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, costituito su iniziativa privata nel 1922 e istituito per decreto regio nel 1923, è il più antico d’Italia e uno dei più antichi d’Europa, uno dei migliori esempi mondiali di conservazione di flora e fauna. Montagne e valli selvagge, foreste, praterie, fiumi, torrenti, laghi e un clima relativamente temperato durante tutto l’anno fanno del PNALM un ambiente ideale per numerose specie vegetali e animali; tra queste ultime ce ne sono alcune, rare e misteriose, come l’orso bruno marsicano e il camoscio appenninico, che talvolta, seppur da lontano e solamente per pochi preziosi secondi, è possibile osservare. In ogni caso, visitare il Parco e sentire il fascino della presenza di questi animali, o scoprire i segni del loro recente passaggio, anche senza incontrarli direttamente, è sempre un’esperienza meravigliosa che fa provare emozioni inconsuete. Nel 2017 le Foreste Vetuste che lo popolano sono diventate Patrimonio dell’Unesco.




HANNO CANCELLATO IL DIRITTO ALLA SALUTE

Sancito dall’articolo n. 32 della Costituzione, solo chi può permettersi i costi delle prestazioni riesce a curarsi

Pescara, 13 giugno 2023. II 35% della spesa complessiva per assistenza ambulatoriale è ormai sostenuta dalle famiglie (ISTAT maggio 2023) e nel 2022 la spesa per visite e accertamenti si è spostata da prestazioni a carico del SSN gratuite a quelle pagate di tasca propria o con rimborso parziale da parte delle assicurazioni private o aziendali.

Aumenta sempre più la quota di persone che dichiara di aver pagato interamente a sue spese sia le visite specialistiche che gli accertamenti diagnostici.

È il risultato dei 37 mld di tagli al Servizio Sanitario Nazionale negli ultimi 10 anni.

Anche le interminabili liste di attesa spingono verso il settore privato o a rinunciare alle cure. Ancora più grave è la condizione dei pensionati e degli anziani, che il presidente della regione Liguria riteneva addirittura un peso, in quanto “non indispensabili allo sforzo produttivo del paese”.

Nel silenzio assoluto dei partiti e di CGIL, CISL, UIL è stata approvata la Legge delega n.33/2023 attraverso la quale i malati cronici non autosufficienti vengono espulsi dal Sistema Sanitario Nazionale e scaricati verso il mercato privato delle cooperative e delle imprese del settore Bisogna ribaltare la situazione prima che sia troppo tardi e per farlo servono:

assunzioni stabili di personale nella sanità pubblica;

ripristino delle decine di migliaia di posti letto tagliati per la spending review;

riapertura e potenziamento dei servizi territoriali;

reinternalizzazione delle RSA sotto il controllo e la gestione pubblica;

reinternalizzazione di tutti i servizi in appalto;

stabilizzazione dei lavoratori precari ASL.

Occorre una profonda revisione di tutto l’attuale sistema che è ormai indirizzato verso le aziende private, una Riforma complessiva che ripristini un Servizio Sanitario Nazionale effettivamente pubblico, universale e gratuito che renda effettivo il diritto alla salute per tutti.

La Confederazione USB propone l’istituzione di un Tavolo per una Costituente della Sanità che metta assieme movimenti, associazioni e operatori del settore con l’obiettivo di dar vita ad un processo di riforma del sistema sanitario nazionale.

14 GIUGNO 2023 – ORE 10:00

VOLANTINAGGIO PRESSO L’OSPEDALE CIVILE DI CHIETI

INGRESSO DI VIA VESTINA

Unione Sindacale di Base Federazione Abruzzo e Molise




A DIFESA DELLA SANITÀ PUBBLICA e del diritto alla salute

Manifestazione il 15 giugno contro i tagli e il definanziamento. A promuoverla è l’Intersindacale sanitaria, che chiama alla mobilitazione le altre associazioni e tutti i cittadini. A rischio la tenuta sociale del Paese

Pescara, 12 giugno 2023. Un sistema, quello della sanità pubblica nazionale e regionale, che mostra le sue inefficienze e rischia di implodere a causa della carenza di medici e del continuo e progressivo definanziamento. Una situazione messa ulteriormente in crisi dal disegno di legge sull’autonomia differenziata, che potrebbe accentuare il divario tra Nord e Sud, frantumare definitivamente la salute come diritto costituzionalmente garantito e incentivare il ricorso alla sanità privata con enorme aggravio di spese per i cittadini.

I 70mila posti letto tagliati in dieci anni e i 5 milioni di giorni di ferie accumulate negli anni e non godute da parte dei medici e dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale sono alcuni dei paradossi riportati di recente dalle cronache. Il sistema sanitario italiano ha peraltro un finanziamento nettamente inferiore ad altri Paesi. La Germania, ad esempio, spende oltre il 9% del Pil e ha 8 posti letto per mille abitanti, mentre l’Italia è scivolata da tempo sotto il 6,1% e offre appena 3 posti letto per mille abitanti. 

Difendere la sanità pubblica e il diritto alla salute dei cittadini, alla luce di questa premessa, è l’obiettivo della manifestazione, promossa dall’Intersindacale regionale dei medici, veterinari e dirigenti sanitari, che si svolgerà giovedì 15 giugno, alle ore 10,30, a Pescara, nell’Aula Magna dell’ospedale civile Santo Spirito e a cui seguirà, alle ore 11,30, nella stessa sede, una conferenza stampa.

“Di fronte all’ormai evidente e premeditato disegno di continuare a demolire il Servizio Sanitario Nazionale, che riconosce radici lontane, è ormai urgente e necessaria la mobilitazione non solo della categoria ma anche della cittadinanza e dei fruitori delle cure” si legge nel documento, firmato congiuntamente dalle sigle appartenenti all’Intersindacale, che ha chiamato alla mobilitazione anche le altre associazioni del territorio e i cittadini collegandosi idealmente e concretamente alle altre iniziative in corso di svolgimento in altri capoluoghi italiani e seguite alla manifestazione tenutasi a Roma lo scorso 15 dicembre.

Le varie sigle che hanno aderito alla manifestazione e che parteciperanno all’incontro con i giornalisti (Anaao Assomed Abruzzo, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, FVM, CISL Medici e UIL Fpl) intendono, in particolare, dare voce al disagio sempre più profondo, radicato e diffuso tra i medici e tra i cittadini e rivolgere un appello a tutti affinché si comprenda che la salute è un problema sociale e non solo professionale da cui dipende anche la tenuta sociale del Paese.

Da qui la necessità di invertire immediatamente la rotta tornando innanzitutto a investire sul personale medico e sanitario e sul diritto alle cure. Un appello che l’Intersindacale rivolge a Regione e Governo come primi decisori e gestori delle politiche sanitarie.




LA TECNO-SCIENZA E LA LIBERTÀ

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 12 giugno 2023. Suicidio assistito ed eutanasia, maternità surrogata e varietà delle tecniche di fecondazione assistita, manipolazioni genetiche e selezione embrionale, teorie del gender, post-umanesimo e trans-umanesimo, intelligenza artificiale: è vasta la gamma, sempre in ebollizione, dei temi ascrivibili oggi – e domani altri seguiranno – alla cosiddetta biopolitica. La quale ha ormai acquisito titolo ad essere un caposaldo inaggirabile del discorso pubblico e del confronto politico, in modo del tutto particolare.

Va subito chiarito un punto: su questo scacchiere, la posta in palio è nientemeno che la nostra libertà. Non lo sostengono cattolici, più o meno integralisti, che sarebbero timorosi – come taluni pensano – dei magnifici e progressivi destini della scienza, bensì studiosi laici a tutto tondo, come Hans Jonas oppure filosofi post-metafisici e dichiaratamente atei, almeno dal punto di vista metodologico, come Jurgen Habermas. Si tratta di una costellazione di temi, nessuno dei quali può essere separato dagli altri e ristretto in una considerazione ad hoc che ne consenta una trattazione tecnica, avulsa dal riferimento che tutti li rinvia ad una comune preoccupazione del valore umano che mettono in gioco. Temi, cioè, che non possono essere sgranati per evitare, come si constata, più volte, il fastidio di dover distogliere lo sguardo dai temi quotidiani, veri ed importanti per la vita di ognuno, per affrontare questioni che, salvo l’ obbligato omaggio del “politicamente corretto”, molti soffrono come argomenti di lana caprina.

Una certa sinistra radicaleggiante, immemore della sua vocazione popolare farebbe bene a convincersi come, essendo in questione la libertà, le stesse ragioni dell’ordinamento democratico, almeno in prospettiva, sono qui poste in discussione. E non dovrebbe concedere alla destra l’onere e l’ onore di intestarsi temi ed argomenti che, affrontati senza un orientamento di pieno rispetto della vita, diciamo pure senza un vivo sentimento di una sacralità, sia pure laica, che la rende intangibile, progressivamente generano una disaffezione, un appannamento che compromette le stesse ragioni di una convivenza civile vissuta e democratica.

Genetica e neuroscienze, bioingegneria ed informatica ci assediano, ci provocano, ci costringono a metterci in discussione, rivelano la precarietà di ogni pensiero ideologico, l’illusione di contenere e stringere il futuro in pochi schemi di pensiero, rigidi ed acquisiti una volta per tutte.

Nella misura in cui la scienza penetra anche le più intime strutture della sua stessa impalcatura biologica, l’uomo viene, per la prima volta nella sua storia, ad essere, nel contempo, congiuntamente soggetto ed oggetto della sua attitudine a conoscere ed a manipolare, oltre le cose del mondo, anche sé stesso e le sue facoltà intellettive.

L’ intenzionalità del suo sguardo, anziché procedere verso l’oggetto, si avvolge su di sé ed entra in un circuito riverberante, in un gioco di specchi e di rimandi difficile o addirittura impossibile da interrompere.

È come se la scienza – quale ce l’ha insegnata Galileo: osservazione, esperimento e misura – giungesse a quelle colone d’ Ercole, al di là delle quali – vedi, non a caso, il tema impossibile della coscienza – non sia più in grado di inoltrarsi da sola. In altri termini, natura e cultura si sovrappongono per un buon tratto dei rispettivi domini, in una danza frenetica e senza limiti e, in un certo modo, smarriscono confini che, per quanto storicamente frastagliati, abbiamo fin qui apprezzato in modo sostanzialmente netto.

Quasi fosse tornato nel giardino dell’ Eden, l’uomo si sente pienamente riconsegnato a sé stesso, a quella libertà che costituisce la cifra ultima della sua essenza, in bilico tra la sua hybris e la coscienza di un limite da osservare, eppure tentato di metter mano anche a quest’ ultima, pur di non riconoscere quel “non oltre” che, peraltro, avverte.

Domenico Galbiati

https://www.politicainsieme.com/la-tecno-scienza-e-la-liberta-di-domenico-galbiati/




TRE UTILI ERRE dei Rifiuti

Risparmio, Regole e Rispetto

Pescara, 12 giugno 2203. È in corso, da parte di Ambiente spa, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, una attenta campagna di comunicazione in vista dell’estensione dei servi di raccolta differenziata in ulteriori zone della città. “Una porta per l’Ambiente”“, questo il claim dell’iniziativa, che viene annunciata con un cassettaggio presso le residenze delle utenze coinvolte e con una serie di incontri pubblici.

Pur non abitando in una zona interessata, ho partecipato ad alcuni di questi, trovando interessanti le argomentazioni non limitate alla sola informazione, seppur necessaria. Ho poi ritrovato l’eco dell’iniziativa anche presso gli organi di informazione, da cui traspare in modo evidente anche un risvolto dell’operazione a cui le famiglie sono sempre attente e sensibili: i costi, anzi l’aumento dei costi. È indubbio che il metodo “porta-a-porta” (PAP) costi di più, ma questo significa diverse cose:

maggiore occupazione: più gente che lavora, per capirci;

maggiore intercettazione: migliora decisamente la qualità del differenziato;

aumenta il guadagno per il Comune grazie all’accordo ANCI CONAI;

scende il tal quale: meno indifferenziato da mandare alla preselezione e poi in discarica;

scende il costo del conferimento relativo a questa operazione, compreso il trasporto.

A fronte del maggior costo del servizio, quindi, va considerata la riduzione per il mancato conferimento all’impianto di smaltimento, con un evidente RISPARMIO. Ecco, sarebbe interessate capire di quanto e qual è il bilancio delle due voci. E qui per la prima ERRE.

Ma ce ne sono un altro paio più difficili da gestire e controllare. Guardo spesso, come credo facciano in tanti, i cestini stradali dei rifiuti; meno persone, credo, danno  una occhiata all’interno di certi cassonetti dedicati alla raccolta di prossimità.

Il primo, il cestino, non si trova a casa nostra, ma in un luogo pubblico, che è la casa di tutti. Trattarlo come un ricettore finale in cui conferire qualsiasi cosa, specialmente se riciclabile, credo faccia male all’intera comunità, in termini sia economici che di decoro, e oltremodo impedisce all’azienda di svolgere il proprio servizio in modo efficace ed efficiente.

Il secondo, il cassonetto per la plastica, non è personale: è riservato ad un condominio, ovvero ad un gruppo di utenti. Anche qui, le due pompe verticali per bici (una volta ci trovai un intero telaio), sviliscono e fanno venir meno il servizio fornito da quel contenitore, dedicato agli imballaggi.

Dalle foto non si può non rilevare almeno l’esistenza di qualche problema comunicativo e di consapevolezza, per non dire di ignoranza.

Una città che viene sporcata è una città più costosa, e se questo avviene scavalcando le regole di base, quelle scritte, il conto non può che appendersi dal lato meno favorevole della bilancia economica. REGOLE, quindi, che vanno rispettate, ognuno facendo la propria parte (utenza e azienda).

Poi ci sono anche le norme non scritte, che si imparano nella vita e che sono patrimonio comune, e che hanno a che fare con l’ultima ERRE, quella del RISPETTO: dei luoghi, degli spazi, delle risorse, delle regole, certamente, ma anche di coloro che si impegnano, magari ad essere accorti nei propri comportamenti, e del lavoro, di chi svolge il servizio grazie al quale la città viene mantenuta pulita.

Se solo si giocasse su questi piani, oltre alla raccolta differenziata aumenterebbe anche la percentuale della qualità della vita dell’intera comunità.

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net

Direttore Editoriale – Web Content Editor




CAPORCIANO AD OCCHI CHIUSI

Modelli tattili delle chiese, visite guidate  per ipo e non vedenti, turismo e cittadinanza senza barriere

L’Aquila, 10 giugno 2023.  Quattro modelli tattili che riproducono pianta e facciata della chiesa di Santa Maria de’ Centurelli e del complesso San Benedetto – Madonna Addolorata, a Caporciano, nel cuore dell’altopiano dei Navelli. Visite guidate ed eventi tesi a far conoscere la realtà della disabilità, come cene e passeggiate al buio.

Questo prevede il progetto “Caporciano a Occhi Chiusi”, promosso dall’associazione Tratturo Magno 101 A.P.S., con il patrocinio del Comune di Caporciano ed un contributo della Fondazione CarispAQ e illustrato oggi presso la libreria Colacchi a L’Aquila

Presenti Antonio Rotondi, presidente della Unione italiana ciechi (Uic) dell’Aquila, Alessandro Pernetta, sindaco di Caporciano, Andrea Portante, presidente di Tratturo magno 101 aps,  Fabrizio D’Eramo, presidente del FablabAQ e Sonia Leocata, dell’associazione Aquilartes.

Ha esordito Rotondi, “ringraziamo davvero per questo impegno e sensibilità che darà l’opportunità a noi non vedenti e ipovedenti di poter toccare letteralmente con mano e immaginare queste bellezze di storia, arte e architettura. Un valore aggiunto anche  per i normodotati, del resto ciascun  modello è dotato di Qr Code che per tutti racconta con grande competenza e livello di approfondimento la storia dei questi beni culturali. Ora la speranza è che questa iniziativa diventi virale, come buona pratica replicabile altrove”.

I quattro  modelli sono stati realizzati dal FablabAQ, con elegante fattura il legno, e saranno collocati nella chiesa di Santa Maria de’ Centurelli, come primo nucleo del previsto “museo tattile. A questi primi, seguiranno altri oggetti, che si intendono realizzare grazie ad una campagna di crowdfunding.

Nell’appoggiare in modo incondizionato il progetto, il Comune di Caporciano ha previsto nei prossimi mesi lavori di riassetto della viabilità del centro storico, ausili specifici per consentire ai non vedenti di muoversi in totale autonomia lungo alcuni percorsi.

Spiega infatti il sindaco: “altro nostro obiettivo pienamente in linea con il progetto e finanziato  nell’ambito del Pnrr, è la realizzazione di due pavimentazioni con guide per non vedenti nel centro storico di Caporciano. È nostra ferma volontà quella di abbattere le barriere architettoniche, rendere accessibile per residenti e visitatori il nostro borgo.

Il progetto comprende anche visite a cura di Aquilartes disegnate e condotte da guide specializzate nel supporto a utenti non vedenti ed eventi tesi a far conoscere la realtà della disabilità come cene e passeggiate al buio. 

Conclude Andrea Portante: “questo sarà solo il primo passo, attraverso anche una attività crowdfunding intendiamo far realizzare altri modelli di ulteriori luoghi di interesse storico e artistico, con lo stesso stile artigianale ed esteticamente di spessore, come quelli già realizzati da  FablabAQ. L’abbattimento delle barriere architettoniche e la fruibilità della bellezza a 360 gradi assumono un valore  culturale, etico  e anche economico, che va ad incidere in una significativa fetta di mercato turistico”.

Nata nel 2021 l’associazione tratturo Magno 101 aps  ha già introdotto una serie di progetti per catalizzare una trasformazione del territorio rendendolo più vivibile e accogliente attrattivo per i residenti attuali e potenziali e per i visitatori. Dopo un primo soggiorno di studio nell’ottobre 2021 nel corso del semestre successivo, ad esempio, i ragazzi della Udk, universitat der Kunste di Berlino hanno sviluppato alcuni progetti per la rigenerazione urbana e rivitalizzazione della zona e nel luglio 2022 hanno condiviso progetti con la cittadinanza. Tratturo Magno 101 organizza anche il talent show STAN – Storia, Territorio, Arte e Natura  in cui i concorrenti si sfidano a raccontare in tre minuti un monumento una tradizione un oggetto della cultura del territorio, con la prima edizione che si è tenuta l’anno scorso registrando un buon successo e che sarà replicata il 16 settembre.




FIACCOLATA PER DIRE NO AL FEMMINICIDIO

Lunedì 12 giugno al Lido

Giulianova, 10 giugno 2023. La Commissione  e l’ Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Giulianova organizzano un corteo pacifico e invitano il territorio alla partecipazione.

Si terrà lunedì prossimo, 12 giugno, una fiaccolata silenziosa per ricordare le donne vittime di violenza e per manifestare il proprio impegno alla sensibilizzazione collettiva su un fenomeno che, nelle ultime settimane, ha registrato una preoccupante recrudescenza.

Il corteo pacifico è organizzato dalla Commissione e dall’ Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Giulianova, con il Patrocinio delle Cpo  della Regione e della Provincia, della Asl di Teramo, del Centro Antiviolenza La Fenice, della Protezione Civile e della Cri di Giulianova.

L’appuntamento è per le 20.30 in piazza Fosse Ardeatine, con partenza alle ore 21. La manifestazione terminerà a palazzo Kursaal con un breve momento di riflessione.

Il femminicidio è un fenomeno che, anche nei numeri, non accenna a diminuire. Tutti sono chiamati a prenderne coscienza e ad attivare una serie di iniziative che, a partire dalla famiglia, siano in grado di prevenire ogni forma – fisica, verbale, psicologica – di violenza di genere.




LOTTA AI TUMORI CON i ricercatori della d’Annunzio

Due studi pubblicati da riviste internazionali

Chieti, 10 giugno 2023. Due studi inerenti allo sviluppo di un nuovo farmaco a bersaglio molecolare per la terapia oncologica sono stati recentemente pubblicati dal gruppo di ricercatori diretto dal professor Gianluca Sala, docente di Biochimica presso il Dipartimento di Tecnologie Innovative in Medicina e Odontoiatria dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara. Il farmaco oggetto delle ricerche appartiene alla classe degli immunoconiugati (ADCs, Antibody-Drug-Conjugates), ottenuti attraverso il legame chimico di potenti agenti antitumorali ad anticorpi monoclonali in grado di riconoscere selettivamente antigeni tumorali.

Il farmaco è stato sviluppato in collaborazione tra l’Università d’Annunzio, Mediapharma srl, biotech” nata come spin-off della d’Annunzio, e l’Università degli studi dell’Aquila nel laboratorio diretto dal professor Rodolfo Ippoliti presso il Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente. Il primo lavoro è stato pubblicato sulla rivista Molecular Pharmaceutics del gruppo editoriale American Chemical Society (ACS) ed è frutto di una collaborazione con i ricercatori dell’Hunter College e del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. Gli studiosi hanno dimostrato che sia l’anticorpo nudo 1959 sia l’immunocniugato 1959sss/DM4 marcati con il radionuclide Zirconio-89 possono essere utilizzati come traccianti radioattivi per visualizzare tumori esprimenti il bersaglio molecolare LGALS3BP.

Questi incoraggianti risultati preclinici dimostrano le potenzialità dell’anticorpo 1959 nell’imaging di precisione, metodica che permette di valutare in maniera accurata e precoce la presenza di un tumore. Nel secondo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Oncology del gruppo editoriale Federation of European Biochemical Societies (FEBS), i ricercatori, utilizzando tessuti tumorali ottenuti direttamente dai pazienti hanno sviluppato dei modelli preclinici di glioblastoma multiforme, il più aggressivo dei tumori celebrali, dimostrando su modelli sperimentali animali che la proteina LGALS3BP può essere utilizzata sia come marcatore diagnostico della malattia che come bersaglio terapeutico.

Lo studio è stato possibile grazie alla collaborazione con i neurochirurghi professor Annunziato Mangiola e il dottor Gianluca Trevisi del Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche della d’Annunzio, grazie al sostegno dalla Fondazione-AIRC che ha contribuito a finanziare parte del progetto. Primo autore di questo secondo studio è la dottoressa Beatrice Dufrusine, ricercatrice nel laboratorio di Biochimica del Centro Studi Avanzati e Tecnologie (CAST), diretto dal Prof. Vincenzo De Laurenzi.

I due studi sottolineano l’importanza della proteina LGALS3BP nella diagnosi e terapia dei tumori evidenziando le potenzialità del farmaco 1959sss/DM4 nella medicina di precisione e terapia personalizzata, ed aprono la strada a futuri studi sull’uomo con la prospettiva di grandi vantaggi rispetto ai chemioterapici convenzionali sia in termini di efficacia sia in termini di tollerabilità.

Maurizio Adezio




DON DOLINDO RUOTOLO: uomo di preghiera

di don Marcello Stanzione

ilnuovoaregario.it, 9 giugno 2023. Il sacerdote diocesano napoletano Dolindo Ruotolo, terziario francescano, è stato autore di scritti di teologia, di ascetica e di mistica e di migliaia di lettere di direzione spirituale. Consacrò ogni attimo della giornata alla preghiera, alla penitenza, alla carità verso i poveri e i malati. La sua vita di infaticabile apostolo fu piena di sofferenze di ogni genere, acuite dalla scelta volontaria di offrirsi come anima vittima per l’umanità e per la Chiesa.

Don Dolindo Ruotolo (1882-1970), quinto degli undici figli di Raffaele Ruotolo, matematico, e di Anna Valle, nobildonna proveniente da una famiglia decaduta di origini spagnole, nacque a Napoli nel popolare quartiere Forcella. Il matrimonio dei genitori dopo 14 anni sfociò in una dolorosa separazione a causa dell’asprezza del carattere del padre e della sua proverbiale avarizia, che si scontravano con le abitudini signorili della madre e la sua dolcezza. In una poderosa autobiografia di due volumi Don Dolindo ha raccontato come il suo nome, che significa “dolore” venne coniato dal padre e come “profeticamente” la sofferenza (per le numerosissime umiliazioni, ma anche per le ristrettezze economiche e la fame) fu l’elemento che contraddistinse tutta la sua esistenza, compreso il periodo del seminario e quello sacerdotale. Conobbe san Pio da Pietrelcina, al quale spesso fu assimilato, ma se quest’ultimo mostrava visibilmente sul suo corpo i segni del Calvario di Cristo, Don Dolindo li serbava nell’animo e per questo venne anche identificato come “un novello Apostolo del dolore interiore”. Entrambi subirono a più riprese gli attacchi del Santo Uffizio con l’impedimento di officiare la messa in pubblico per un certo tempo. Ebbero il dono della profezia, il carisma della massima ubbidienza alla Chiesa ed accettarono in tutto e per tutto la Volontà Divina nella più profonda umiltà.

Con lo pseudonimo di Dain Cohenel fu un instancabile e raffinato letterato (si ricorda soprattutto il poderoso Commento alla Sacra Scrittura di ben 33 volumi); inoltre fu pure un brillante musicista, cantore e organista, un fantastico predicatore, un servo di Dio che spese tutta la sua vita in povertà per il prossimo, privilegiando i ceti meno abbienti, soprattutto di una città tanto problematica come Napoli dove trascorse la maggior parte della sua esistenza, portando avanti il suo ministero in quasi tutte le parrocchie dove fu comandato. Le sue giornate cominciavano alle 2,30 del mattino per terminare verso la mezzanotte, scandite da tanti rosari e preghiere, dallo studio dei testi sacri e dalla scrittura, dall’immancabile sostegno a tutti quelli che glielo chiedevano, tra cui molti poveri e ammalati dai quali correva anche in piena notte con qualsiasi condizione climatica, dimentico spesso dei suoi stessi mali cronici e passeggeri. Fondò “L’Apostolato Stampa” una editrice che ancora oggi, tramite i frati Francescani dell’Immacolata, si occupa della divulgazione dei suoi scritti e formò diverse figlie spirituali con il compito di approcciare i soggetti più renitenti alla chiamata di Dio e con quello di educare le nuove generazioni.

Innamorato della Madonna, sosteneva di aver ricevuto tramite la sua intercessione i doni dell’intelletto e della sapienza quando era al ginnasio, in seminario, disperato per le continue bocciature e privo delle necessarie basi culturali per poter procedere negli studi, che si era intensamente manifestato in lui già in tenerissima età. Il 19 novembre 1970 morì per una broncopolmonite in concetto di santità. Attualmente è in corso l’iter per la sua beatificazione a seguito di diversi eventi miracolosi e di testimonianze sulla sua santità. La sua salma riposa nella Chiesa dell’Immacolata di Lourdes e San Giuseppe dei Vecchi a Napoli, ormai meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.

Fu un sacerdote di grande vita di preghiera e riportiamo alcune orazioni da lui composte:

Vieni, O Maria

Vieni, o Maria, regna nel mondo! Vengano dalla Cattedra di Pietro novelli impulsi alla devozione filiale a Te, e la tua luce fulgidissima dissipi gli errori.

Il mondo caduto trovò la salvezza in Te ed il mondo apostata non può trovarla che in Te, poiché Tu sei Regina di grazie e di misericordia.

La nostra condizione è spaventosa: i falsi profeti ci hanno ingannati, e l’iniquità ha mentito a se stessa. Sono passati e passano come cicloni di devastazione quelli che promettevano il sereno, e come turbini di tempesta quelli che promettevano la pace.

Sono caduti gli idoli elevati sui confini delle eterne nostre aspirazioni, e ci hanno bruciati nelle immonde fiamme dei loro turpi olocausti. I corifei delle nuove stoltezze si sono smascherati, si sono confusi. O Maria, o Regina soavissima, o Vergine Madre di Dio, salvaci! Te invoca l’universo, o Madre di pietà, e domanda il tuo soccorso.

Vieni dunque, e soccorri i tuoi servi, o benedetta; vieni e per la novella misericordia che effondi sulla terra, sia gloria immensa al Padre, sia uguale gloria al Figliuolo, sia gloria sovrana a Dio Spirito Santo.

E se il Signore chiedesse anche a te

Se il Signore chiedesse anche a te: <E tu, chi dici che io sia?>

rispondi con l’impeto dell’amore:

– Tu sei la Verità, la Sapienza, l’Amore per essenza…

– Tu sei l’Eterno, l’Infinito, l’Onnipotente Padre, Figliuolo e Spirito Santo…

– Cosa dice di te il mio intelletto? Ti credo!

– Cosa dice di te la mia volontà? Ti obbedisco!

– Cosa dice di te il mio cuore? Ti amo!

– E nelle oscurità della vita, cosa dico? Ti adoro!

– E nei dolori, cosa dico? Ti ringrazio e ti amo!

– E nelle tenebre, e nelle angustie, cosa dico? Confido in te, mio Dio!




LA CINQUINA DEL PREMIO STREGA al Festival di SquiLibri

Francavilla al Mare, 9 giugno 2023. La seconda edizione del Festival di SquiLibri di Francavilla al Mare (CH) che torna dal 23 al 25 giugno, attende la presentazione della cinquina finalista del Premio Strega 2023 edizione LXXVII prevista per il 23 giugno (prima serata) alle ore 21.00 presso la Stazione di Francavilla: si è tenuta, ieri, mercoledì 7 giugno al Teatro Romano di Benevento la proclamazione degli autori finalisti del Premio Strega alla presenza dei dodici candidati e del pubblico, e l’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Una prima serata d’autore dunque è attesa per il Festival che rinnova per il secondo anno la sua presenza sul territorio, ed è possibile grazie al Comune di Francavilla con il sindaco Luisa Russo e l’Assessore alla Cultura con Cristina Rapino in collaborazione con la Scuola Macondo di Pescara: ci sarà un ampio spazio dedicato alla cultura in varie forme, ai grandi nomi della letteratura, alla Fiera del Libro dell’Editoria indipendente, alla formazione obbligatoria per giornalisti oltre che ad un ritrovo di confronto sociale di grande spessore. A moderare l’appuntamento con i finalisti dello Strega saranno il Direttore artistico del Festival di SquiLibri, lo scrittore abruzzese Peppe Millanta fondatore della Scuola Macondo di Pescara ed ideatore del Festival, e Bruno Luverà, giornalista Rai.

Lo scorso marzo il Comitato direttivo del premio composto da Pietro Abate, Giuseppe D’Avino, Valeria Della Valle, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco (presidente), Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi, Antonio Scurati e Giovanni Solimine, aveva scelto i 12 candidati. Si tratta di un’edizione che cela inevitabilmente tristezza per la prematura scomparsa di Ada D’Adamo, sconfitta purtroppo da una malattia, e che con il romanzo “Come d’aria” (Elliot), è già la vincitrice della decima edizione del Premio Strega Giovani, ma la sua presenza sarà forte.

Ecco i finalisti:

Rosella Postorino, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli), 217 voti: Postorino torna a raccontare una storia in un periodo di guerra, ma lo fa da un altro punto di vista. E così dopo le assaggiatrici di Hitler, racconta la storia di Nada e Omar, due bambini che si ritrovano a vivere, in orfanotrofio la guerra dell’ex Jugoslavia. Una storia di amicizia, speranza, paura e mancanze, che li porterà, contro la loro volontà, in viaggio per l’Italia;

Ada D’Adamo, Come d’aria (Elliot), 199 voti: Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come dono;

Maria Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata (Einaudi), 183 voti: in questo libro Calandrone racconta la storia di Lucia e Giuseppe, i suoi genitori, che in fuga a Roma devono scappare da una società che non li accetta; Lucia, infatti, fugge da un marito violento, ma quando arrivano nella Capitale lasciano questa bambina di 8 mesi nel parco di Villa Borghese prima di finire nel Tevere. Questo libro affronta la ricerca da parte della scrittrice dei genitori e della loro storia;

Andrea Canobbio, La traversata notturna (La nave di Teseo), 175 voti: mosso dal desiderio di liberarsi dei ricordi che non smettono di tormentarlo, il narratore di questo libro decide di compiere un viaggio nella sua città, trasformata per l’occasione in un grande teatro della memoria. E come in ogni avventura che si rispetti, si dota delle armi magiche necessarie all’impresa: una mappa quadrata di ottantuno caselle, una raccolta di lettere d’amore e alcune vecchie agende fitte di appunti. La città è Torino, la storia è quella di una coppia italiana del dopoguerra, del loro innamorarsi, sposarsi e vivere prima felici e contenti, e poi infelici e scontenti;

Romana Petri, Rubare la notte (Mondadori), 167 voti: una biografia romanzata, la storia di Antoine Saint-Exupéry, autore del Piccolo Principe, ovvero Tonio, di cui si attraversa la storia, da quando è bambino, fino al suo amore per il volo. Nel presentarlo allo Strega, Teresa Ciabatti ha scritto: “Romana Petri inventa un nuovo genere di biografia letteraria, tra la ricostruzione esatta alla Emmanuel Carrère (Io sono vivo, voi siete morti) e quella tutta d’immaginazione alla Joyce Carol Oates (Blonde). Anziché partire dai dati biografici, Petri parte dall’immaginario per ricostruire la vita dello scrittore – vita a sua volta travisata, romanzata al fine di rendere l’essenziale: l’urto tra quel che si crede che sia, e quel che è, tra origine e fine”.




IL CEO DI ALFA ROMEO ha visitato lo stabilimento di Atessa

Jean Philippe Imparato, nuovo responsabile mondiale della Business Unit dei veicoli commerciali di Stellantis, nel più grande impianto europeo di veicoli commerciali leggeri d’Europa.

Atessa, 9 giugno 2023. Il manager, hanno fatto notare fonti aziendali, ha fatto un’analisi approfondita di ogni dettaglio “di un’eccellenza non solo italiana ma di livello globale che, grazie al lavoro delle sue persone e alla qualità dei prodotti che realizzano, permette a Stellantis di recitare un ruolo di leadership assoluta nel mercato dei veicoli commerciali leggeri in Europa ma anche di esportare i propri veicoli in oltre 80 Paesi di tutto il mondo”.

Imparato, che al suo arrivo è stato accolto dal Direttore del Plant Paolo Accastello e dal Responsabile delle Risorse Umane Antonio Viggiano, ha dapprima incontrato tutti i responsabili delle varie unità produttive e poi, con loro, ha visitato il Plant, fermandosi più volte lungo le linee, precisano le fonti aziendali, per farsi spiegare i singoli passaggi produttivi e le proposte per migliorare ulteriormente la produzione, soprattutto sul fronte della qualità che Imparato considera la missione prioritaria dell’impianto, seguendo le linee del piano strategico a lungo termine “Dare Forward 2030”.

Imparato, aggiungono le fonti aziendali, ha poi esaminato in dettaglio, con i suoi più stretti collaboratori (tra cui Luca Marengo, Head of LCV Product Serial Life, Costin Seydoux, Head of LCV Cluster e Italo Longo, Head of LCV Vehicle engineering), i vari modelli prodotti nell’impianto abruzzese (Fiat Professional Ducato, Citroën Jumper, Peugeot Boxer e Opel/Vauxhall Movano) e si è soffermato in particolare sul nuovo “Conversion Center”, la speciale linea di produzione appena avviata il cui obiettivo è la personalizzazione dei veicoli prodotti e di conseguenza lo sviluppo del business con le altre aziende del settore presenti nel territorio provinciale. In sintesi, si tratta di una sorta di Unità di Montaggio che opera sotto l’Ente Qualità e che è in grado di fare qualsiasi trasformazione, dall’elettronica all’allestimento vero e proprio.

Grazie ai prodotti costruiti ad Atessa e negli altri impianti produttivi del Gruppo, aggiungono le fonti aziendali, Stellantis ha chiuso il 2022 da leader in Europa e in Sud America, con una quota rispettivamente del 30,6% e del 29,5% nel segmento dei veicoli commerciali, e da leader in Europa anche nel segmento dei veicoli commerciali elettrici con una quota del 42,7%.  Una supremazia confermata in particolare nel mercato italiano, dove, a maggio, Stellantis ha conquistato una quota del 43,1%. Una leadership rafforzata soprattutto nel settore dei veicoli full electric dove Stellantis ha sfiorato il 60% di quota: a maggio ha infatti raggiunto il 59,4%.

La Business Unit Veicoli Commerciali di Stellantis, concludono le fonti aziendali, ha l’obiettivo di guidare il mercato globale dei veicoli commerciali con il più efficiente portafoglio di prodotti e servizi. Nell’ambito del piano strategico Dare Forward 2030, la Business Unit Veicoli Commerciali punta a raddoppiare i ricavi entro il 2030, ad avere un mix di veicoli elettrici al 40% con tecnologie di propulsione a batteria, a celle a combustibile e ad autonomia estesa, capacità di aggiornamento over-the-air per ogni nuovo veicolo a partire dal 2026 e una suite di servizi connessi dedicati e soluzioni autonome innovative.




VERSO UN MONDO ANAFFETTIVO?

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 8 giugno 2023. L’anaffettività, l’ incapacità di provare emozioni, l’impermeabilità ad ogni sentimento è un classico e caratteristico disturbo che si riscontra nelle psicosi schizofreniche. Compare, cioè, nel cuore di una grave patologia psichica che altera profondamente il contatto con la realtà e compromette il pensiero ed il comportamento.

Eppure, vi sono fatti – su tutti il recente delitto di Senago – che inducono a temere come l’ anaffettività oggi si stia, in qualche modo, disancorando dalla malattia e si proponga come un vissuto a sé stante, che abita persone che non sono clinicamente ascrivibili a categorie patologiche e, dunque, pienamente responsabili degli atti che compiono.

Il delitto di Senago, così come lo racconta l’omicida, è, a dir poco, agghiacciante. L’ ira, l’odio, la paura, un rancore a lungo covato, interessi inconfessabili, spesso, come nei femminicidi, un vuoto interiore incolmabile, sempre accompagnano gesti violenti ed estremi. Ovviamente in nessun modo li possono giustificare e neppure li spiegano.

Sono sentimenti forti e devastanti, che, ad ogni modo, rientrano, si può dire, nell’ orizzonte vitale di una persona.

Un orizzonte contorto, slabbrato, autodistruttivo, che rovescia la vita contro sé stessa, eppure alla vita appartiene, ne trae alimento e, a sua volta, ne alimenta la perversione.

A quanto pare, nulla di tutto questo nella tragedia che si è consumata a Senago. Li c’è già il rigore cadaverico della morte in quella tombale anaffettività di cui dà conto la confessione dell’ omicida. Apatia, indifferenza, noia e fastidio.

La fatica insopportabile di uno stress e tanto basta per uccidere, perfino il proprio bambino, non un anonimo sconosciuto, ma Thiago, il bimbo che aveva già un nome proprio, chissà quanto volte pronunciato, scelto d’ intesa con la mamma trucidata.

I comportamenti criminali, per quanto appaiano isolati e particolari, non sono mai del tutto alieni dalla cifra di quello specifico momento storico. Spesso funzionano da lente di ingrandimento, per cui la singolarità

del caso mostra in filigrana il possibile e progressivo disvelarsi di un orientamento diffuso, che, per quanto non implichi altri crimini, si stempera e si stende come un velo sull’ intero contesto civile del momento e lo rende opaco.

In un certo senso, è come se si rovesciassero le parti.

Quel torpore del sentimento e della coscienza che si manifesta nel singolo caso clinico e lì resta confinato, come causa e, ad un tempo, portato, effetto e sintomo di una grave patologia, si antepone come attore primario, a sé stante, una sorta di sfumatura diffusa sul complessivo corpo sociale, del quale denuncia un malessere che, per quanto appaia sottile, non può essere trascurato.

Forse è vero che gli automi contendono il nostro spazio vitale, come se volessero rubarci l’anima, ma è altrettanto vero che siamo piuttosto noi ad imitarli, adeguandoci alla loro postura macchinina, algida e cieca.

https://www.politicainsieme.com/verso-un-mondo-anaffettivo-di-domenico-galbiati/




ANCORA TUTTO FERMO

Futuro Naiadi: a due mesi dalla scadenza dell’attuale gestione

Pescara, 8 giugno 2023. Abbiamo perso ormai il conto dei nostri interventi pubblici, ma continueremo ad incalzare la Giunta Marsilio fin quando non verranno fornite garanzie concrete sul futuro delle piscine Le Naiadi. Nel precedente comunicato stampa, datato 18 aprile, avevamo sollecitato la Giunta ad approvare la delibera di indirizzo per la pubblicazione del bando di gestione. Cosa che è effettivamente avvenuta a distanza di due settimane, lo scorso 6 maggio.

Da allora è trascorso un mese senza che siano seguiti sviluppi. Non nutriamo dubbi sul fatto che gli uffici regionali e quelli dell’Aric – il soggetto chiamato a svolgere l’intera procedura di gara – si stiano muovendo nella direzione auspicata, ma il tempo stringe e il bando non può più attendere, in quanto a fine agosto scadrà l’attuale gestione. Un ritardo che rischia di determinare la chiusura dell’impianto a fine estate, alimentando l’apprensione dei dipendenti, preoccupati per il proprio futuro occupazionale. Anche a fronte di una Giunta Regionale che sulla vicenda, in più occasioni, ha dato prova di inerzia, rivelandosi incapace di rispettare le tempistiche previste e finendo per perdere due cospicui investimenti privati, che sarebbero stati funzionali all’ammodernamento della struttura, intervento da tempo necessario.

Conti alla mano, siamo ormai fuori tempo massimo. Anche qualora il bando venisse pubblicato domani, tra tempi tecnici di pubblicazione e quelli necessari al lavoro della commissione di gara occorrerebbero almeno 90 giorni per completare la procedura, al netto ovviamente di possibili incidenti di percorso.  Oltre a ciò bisogna calcolare il lasso di tempo necessario a formalizzare il passaggio di gestione, come ad esempio siglare l’accordo sindacale per garantire la continuità lavorativa del personale. Insomma, appare molto difficile che l’iter possa concludersi entro il 31 agosto. Semmai, con un po’ di fortuna,  il tutto potrebbe concludersi poco oltre la scadenza, ma il rischio di una dilatazione dei tempi è molto concreto. E la condizione di precarietà che grava sulla struttura finirà per ripercuotersi anche sui fruitori, e quindi sull’attrattività dell’impianto, dato che proprio nel periodo tra settembre e ottobre vengono solitamente sottoscritti gli abbonamenti stagionali.

All’ipotesi peggiore, ovvero che il bando vada deserto o comunque non venga aggiudicato, non vogliamo neanche pensare, perché avrebbe ripercussioni enormi su lavoratori e utenti di Pescara e Montesilvano. Un’eventualità che si sarebbe potuta scongiurare qualora si fosse agito per tempo, ovvero indicendo la gara senza arrivare a ridosso della scadenza. Invece, col trascorrere dei mesi, la prospettiva di una chiusura delle piscine dal 1° settembre, nell’attesa che la Regione avvii una nuova procedura, diventa sempre più realista. Anche perché sono stati gli stessi uffici della Regione a comunicare a più riprese che non è possibile alcuna proroga all’attuale gestione.

Il tutto, ovviamente, a discapito dei lavoratori, ai quali non vogliamo assolutamente far mancare il nostro sostegno. A seguito della richiesta inviata lo scorso 17 aprile al Presidente della Quinta Commissione D’Addazio, restiamo inoltre in attesa della convocazione di una seduta specifica della Commissione, in modo da avere notizie anche dall’Assessore Quaglieri, che sulla vicenda non risulta pervenuto, e verificare, anche in sede consiliare, se i criteri indicati per il bando possano intercettare l’interesse dei privati e che nella stesura del Bando per l’affidamento si proceda mantenendo fede a tutti gli impegni presi dalla Giunta Marsilio con il personale.

Ci auguriamo che questo comunicato serva a stimolare un confronto in Commissione e, soprattutto, ad accelerare sulla stesura del bando. La Regione non deluda un’altra volta i lavoratori e i fruitori dell’impianto Le Naiadi.

Il Consigliere Regionale Pd Antonio Blasioli




IL MISTERO DELLA STATUA DELLA LIBERTÀ creatività, coralità, autorialità e il libro eccolo qua!

Biblioteca Piero Angela – Via Dietro le Mura, 10  Spoltore sabato 10 giugno 2023 – ore 11. Drammatizzazione e mostra dei libri

Spoltore, 8 giugno 2023. Sabato 10 giugno 2023, ore 11:00, Biblioteca Piero Angela Via Dietro le Mura, 10 Spoltore, la bellezza della creatività sarà protagonista con un evento speciale che presenterà al pubblico la drammatizzazione e la mostra dei libri della storia “Il mistero della Statua della Libertà”.

La Storia nata durante le attività di promozione alla lettura Giocalibro a cura e condotto da Cam Lecce e Jörg Grunert, si potrà leggere nei libri Leporelli autocostruiti ed illustrati da bambine e bambini, ragazze e ragazzi tra i 7 e 13 anni, e vedere rappresentata nella drammatizzazione con il linguaggio del corpo. E quale posto migliore se non la Biblioteca per vedere reificarsi personaggi ed autori in un solo giorno?!!!

“La storia ha inizio inizia quando uno scienziato convoca un gruppo di amici per farsi aiutare a sconfiggere gli alieni che voglio impadronirsi del mondo. Questo gruppo di amici accetta di aiutare lo scienziato per salvare il mondo dagli alieni, ma per fare questo si troveranno catapultati in mondi paralleli, facendo straordinari incontri con la natura, gli animali e gli esseri viventi. Durante il viaggio, però, scoprono di essere stati strumentalizzati dallo scienziato che voleva avvalersi del loro aiuto per il suo tornaconto essendo anch’egli un alieno. Solo l’amicizia, il coraggio, la fiducia l’alleanza con gli animali e le creature incontrate faranno sì che i nostri amici riusciranno a superare tutti i pericoli e a sconfiggere il falso scienziato.

In riferimento alla processualità creativa dice Cam Lecce: stare insieme ai minori per condividere la potenzialità della creatività è una preziosa occasione di crescita e formazione continua, una dimensione elettiva per scoprire come far diventare le idee narrazioni di storie con personaggi, fatti ed azioni.

Aggiunge Jörg Grünert: la creatività è una qualità che ogni persona possiede intrinsecamente e contribuire maieuticamente alla sua scoperta inventando una storia, illustrandone la narrazione in libri Leporelli autoprodotti è una grande gioia, e l’emozione aumenta quando poi in biblioteca, seduti attorno ad un tavolo, ciascuno legge dal proprio libro una sequenza della storia.

Obiettivo principale del progetto era quello di promuovere empatia per la lettura, socializzazione e comunicazione tra pari e adulti.

Il progetto ideato e condotto da Cam Lecce e Jörg Grünert dell’Associazione Deposito Dei Segni ETS è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Spoltore e dalla Fondazione Pescarabruzzo, in collaborazione con la Pro Loco Spoltore Terra dei 5 Borghi.

Ingresso Gratuito – DDS –




SBLOCCARE IL PIANO TRIVELLE …

O l’Italia dell’energia si ferma 

Roma, 7 Giugno 2023. Come rilasciato nell’intervista al quotidiano L’Identità, il Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia, ha dichiarato che la situazione del Piano di rilancio energetico italiano è ancora in fase di stallo o praticamente fermo.

Ad oggi lo sviluppo delle nuove trivellazioni non ha avuto il successo annunciato e le bollette sono in aumento, nonostante i bassi consumi e prezzi del gas sulle piazze internazionali. Mentre per gli stoccaggi ad oggi si evidenzia un livello ottimale grazie al grande lavoro di approvvigionamento estero del prodotto ma preoccupano le poche infrastrutture presenti nella penisola.

Plauso invece all’ottimo successo del Piano Mattei per l’Italia che continua a mostrare interesse da parte dei paesi esteri e che permette alle aziende di operare in gran parte dell’Africa e del Medio Oriente, rimanendo concorrenziali negli scenari delle quotazioni petrolifere e delle politiche OPEC.

FederPetroli Italia annuncia una prossima richiesta di incontro al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin per una ridefinizione del PITESAI (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee), misura urgente e necessaria per il rilascio delle concessioni volte allo sviluppo delle nuove attività di ricerca e sfruttamento degli idrocarburi in Italia.

Con una piena operatività industriale energetica in Italia, in poco tempo la bolletta delle famiglie calerebbe notevolmente, soprattutto il costo del carburante. In un crescendo il nostro Paese raggiungerebbe il 42% del proprio fabbisogno energetico, con tecniche di estrazione evolute e mirando ad una piena sostenibilità ambientale.




BOTTE DA ORBI ….

Politicainsieme.com, 7 giugno 2023. Dopo i ballottaggi che hanno dato ragione alla destra e scacco matto al PD, il clima politico si è ancor più avvelenato.

La polarizzazione si è appesantita più di quanto già non fosse ed ha assunto una intonazione rabbiosa. Si direbbe un livore sottaciuto sempre più a fatica, incline all’ invettiva, perfino irridente, dall’ una e dall’altra parte. Se le danno di santa ragione e la destra si comporta come se volesse infliggere il KO definitivo ad un avversario che, stretto all’ angolo, cerca fortunosamente di proteggersi almeno il viso.

Le vestali che, a suo tempo, hanno levato al cielo il loro dolente lamento contro quella pratica immonda che andava sotto il nome di “consociativismo” – esercizio non sempre nobilissimo, ma comunque ispirato ad un dialogo tra le parti che si riconoscevano una reciproca legittimazione – dovrebbero insorgere di fronte alla devastante condizione di arroccamento pregiudiziale e di incomunicabilità tra i due poli della destra e della sinistra. Arroccamento “necessario”, che sta, cioè, per forza, nell’ordine delle cose, dato che si è instaurata una logica nemico/amico, tale per cui la sopravvivenza dell’ uno è garantita solo dalla soppressione dell’ altro.

Si approfondisce nel Paese un solco di cui francamente non abbiamo bisogno. Anche tra i cultori dell’ una e dell’altra parte, osservatori e giornalisti stabilmente arruolati di qua o di là comincia a comparire, nei talk-show, una reciproca intolleranza che talvolta già cede ad un linguaggio, si potrebbe dire, di trattenuta violenza.

Si discute, in questi giorni, delle scelte della destra, ispirate ad un vero o presunto autoritarismo. Il quale, per la verità, almeno fin qui – lo deve riconoscere anche chi non ha nulla, ma esattamente nulla da condividere con la destra – non ha ancora dato prove palesi di aver invaso proditoriamente il campo delle regole costituzionali e democratiche.

Hanno ragione di sostenere che se si fossero spinti a tanto, ci avrebbe pensato Mattarella. Ciò non toglie che una certa “nuance” autoritaria sia inserita nel patrimonio genetico della nostra destra e di tutte le altre, per cui, in qualche modo, bisogna pur farci il conto. Senza cadere in colpevoli distrazioni.

Eppure, la sinistra deve evitare di recitare la parte del pastorello che, nella favola di Esopo, gridava: “al lupo, al lupo”.

Il punto di una possibile “revanche” autoritaria non va accantonata, anche perché potrebbe essere favorito dalla complessità oggi del “governare” e dalla conseguente rassegnata consegna al capo carismatico di turno.

Senonché, la questione è più’ sottile. E soprattutto in questa chiave di lettura può essere realistica e preoccupante.

I regimi autoritari o simili sono, quasi sempre, il punto di caduta e di accomodamento, da un lato della prevaricazione del potere, dall’altro dell’ accondiscendenza e dell’ ignavia di chi si è stancato di essere sé stesso. Ne consegue che la sinistra, anziché abbaiare alla luna, dovrebbe preoccuparsi di rianimare la passione per la libertà, la motivazione di una personale responsabilità, la voglia di essere protagonisti nel discorso pubblico. E questo passa dalla capacità di giocarsi su una visione e su un programma che ridiano sapore alla democrazia e ne riaccendano il gusto.

https://www.politicainsieme.com/botte-da-orbi/




IL SILENZIO UCCIDE 2023

Beniamino Cardines vince il Premio Letterario Nazionale

Roseto degli Abruzzi, 7 giugno 2023. Domenica 11 giugno a Roseto degli Abruzzi dalle ore 17:30 presso Ciambi beach – Cabana Park, lungomare sud, si svolgerà la cerimonia di premiazione del Premio Letterario Nazionale Il silenzio uccide 2023. Quest’anno, dopo il grande successo al Salone Internazionale del Libro di Torino, proclamato “Autore dell’Anno 2023” dalla LFA Publisher Italia-Spagna, vince il primo premio assoluto lo scrittore e giornalista abruzzese Beniamino Cardines con il racconto Leonessa.

Andreina Moretti, presidente ass. Il Guscio: “La nostra Associazione è impegnata attivamente nella lotta alla violenza contro le donne e di genere. Tra le attività di sensibilizzazione è nato il premio letterario, che offre la possibilità a chiunque di esprimere il proprio pensiero su questa dolorosa piaga sociale, in modo particolare i giovani. Vogliamo combattere anche con le parole, qualunque forma di violenza. Un concorso letterario quindi, che dà spazio, non solo agli scrittori affermati, ma anche a tutte quelle persone che vogliono raccontare una storia. È nata così l’antologia Il silenzio uccide giunta oggi alla terza edizione.”

Beniamino Cardines, scrittore: “Scrivo per accendere fari sugli angoli bui della realtà. La mia è una storia cruda, spietata, senza cuore. Una storia di degrado umano e sociale, di violenza, di totale perdita di controllo. Ci sono molti occhi sgranati a osservare la scena, quasi tutti immobilizzati dall’orrore, dall’impotenza, dall’incredulità. Eppure, tutto accade realmente. Un uomo violento nei confronti della moglie, si trasforma in un mostro stupratore del suo stesso figlio. La forza di reagire sembra essere sopraffatta, invece scatta l’istinto di sopravvivenza e protezione della leonessa… impossibile restare indifferenti.”

Il silenzio uccide 2023

Sez. Racconti

1° Premio : “Leonessa “  di Beniamino Cardines

2° Premio: Sei sicura che sei caduta dalle scale?”  di Elisa Angelini

2° Premio: “Duemilaminuti”  di Gabriella Donnini

3° Premio: “Ah l’amore” di Sergio Mori

3° Premio: “Morta lei starò bene”  di Gisella Orsini

Premio Ester Pasqualoni  “ Tre minuti” di Dosolina Rapacchietti

Sez. Poesie

1° Premio: “Sono viva”  di Hebe Munoz

1° premio: “Arrendersi”  di Alida Luciani

2° Premio: “Eroina invisibile”  di Adriana Centi

2° Premio: “Il cuore urla nel silenzio”  di Nadia Duni

3° Premio: “Bambina da voliera”  di Elisa Malvoni

3° Premio: “Il silenzio si fa voce” di Francesco Di Riggiero

3° Premio: “Un’ampolla di vetro rotta” di Alessandro Porri

Premio Giovani Talenti  “Il bambino bullo”  di Giada Antonacci




IL MIO MIGLIORE AMICO cani e soggetti vulnerabili

Al centro di un inedito progetto inclusivo. L’Amministrazione e i partner: “A Chieti si sperimenta un contatto unico che giova a persone e animali”

Chieti, 6 giugno 2023. Si chiama Il mio migliore Amico la speciale e inedita sperimentazione che unisce il Comune di Chieti, Assessorato alla Tutela del mondo animale, all’associazione di promozione sociale La Cura del Tempo e all’associazione ASADA Onlus che hanno condotto le attività. Il progetto è finalizzato alla promozione e svolgimento di attività volte alla partecipazione attiva alla vita sociale e culturale della comunità di persone con patologie neurodegenerative, mediante attività di tipo occupazionale all’interno del Canile Rifugio Achille Bonincontro gestito dai volontari di Asada. I dettagli del progetto sono stati illustrati dal sindaco dall’assessore alla Tutela del mondo animale, Fabio Stella e dai rappresentanti delle associazioni coinvolte.

“Il Comune di Chieti si è dimostrato un ponte necessario per l’incontro tra le due realtà associative, mediante il personale impegno dell’Assessore Fabio Stella – così il sindaco Diego Ferrara – che ha fatto da ponte fra queste associazioni, aprendo le porte del canile anche a questa sensibile e bellissima sperimentazione che ci vede primi in Abruzzo ad aver coniugato queste realtà che quotidianamente danno supporto alla nostra comunità”.

“Il supporto delle associazioni è fondamentale per diversificare i servizi e garantirne la costante efficienza, soprattutto per quanta riguarda persone in stato di fragilità – così Fabio Stella – per noi è una grande soddisfazione fare rete con realtà virtuose che svolgono servizi di prima utilità per il bene comune di tutta la collettività e farlo attraverso il nostro canile che è già destinatario di progetti di interazione e inclusione con altri soggetti e associazioni cittadine e del territorio. Quello con La cura del tempo e questi speciali pazienti è del tutto nuova: è importante, perché fa bene a tutte le parti direttamente coinvolte, cioè i pazienti che hanno carenze cognitive o demenze, gli animali ospiti del canile che godono di questo speciale e unico contatto e, indirettamente, anche i caregiver che lasciano i propri cari in ottime mani”.

“L’obiettivo è quello di costruire e mettere in atto un programma di cooperazione fra associazioni impegnate nel welfare solidale e socio-sanitario, volta a creare occasioni di socialità rivolte a soggetti in particolari condizioni di fragilità neurocognitiva –  afferma Dario Maggipinto, presidente dell’associazione La Cura del Tempo – Per noi è bello e importante realizzare e portare avanti questo progetto, perché mediante le attività proposte, viene offerto alle persone con patologie neurodegenerative un’opportunità di socializzazione, stimolazione cognitiva e affettiva, attraverso attività specifiche di terapia occupazionale basate sul legame che si instaura con i cani e con l’accudimento fornito, e ricevuto, e con i volontari di entrambe le associazioni”.

“La pandemia ha creato terreno fertile per l’isolamento sociale delle persone, specialmente negli anziani e nelle persone con patologie più gravi come quelle neurodegenerative – sostiene Lisa Maccarone, psicologa ed esperta in Neuropsicologia, responsabile del progetto per l’associazione La Cura del Tempo – Il progetto si propone di riportare queste persone alla socializzazione e a un senso di utilità, venuta meno a causa della pandemia stessa con una serie di nove incontri. La stimolazione cognitiva diviene pertanto uno strumento utile per mantenere il cervello in allenamento, sia nelle persone con patologie neurodegenerative, sia nelle persone che hanno sperimentato un periodo di deprivazione cognitiva, sensoriale ed emotiva, com’è accaduto negli ultimi anni”.

“La collaborazione nata con l’associazione ‘La Cura del Tempo’ rappresenta un ulteriore passo nel percorso di crescita che Asada porta avanti per la promozione e la salvaguardia dei diritti degli animali e aprendosi al contempo all’inclusione sociale di persone che vivono situazioni di particolare difficoltà – conclude Margara Romano dell’associazione – Di progetti ne facciamo tanti, con le scuole e con i detenuti che fanno anche un’attività riabilitativa e, ogni volta, chi viene in contatto con il canile e gli animali, resta entusiasta. Il nostro compito non è solo ospitare, ma anche riabilitare gli animali nella struttura, perché possano essere adottati e ad oggi è una delle principali attività. Oggi nella struttura ci sono circa 200 cani, tantissimi vanno in adozione, c’è un ricambio continuo, per il progetto abbiamo lavorato su cani che sembravano impegnativi ma che in questo contesto si sono comportati egregiamente, usufruendo di cure eccezionali e nell’essere accarezzati e spazzolati e coccolati da queste persone traevano un benessere importante”.“Si tratta di un incontro fra ultimi e ultimi che giova agli stessi animali – così il presidente di Asada, Danilo Ciancaglini – specie i meno socializzati hanno avuto la possibilità di essere curati ancora di più attraverso un




VELANDIAMO e il mare diventa spettacolo

Più di 120 le imbarcazioni iscritte alla veleggiata del medio Adriatico

Pescara, 6 giugno 2023. La chiamano la Barcolana d’Abruzzo perché riesce a convogliare centinaia di vele e velisti che si ritrovano ogni anno in amicizia e passione, quella per il mare.

Quest’anno Velandiamo, la classica regata organizzata annualmente dal Circolo Velico La Scuffia di Pescara, compie 20 anni e cambia periodo: si svolge a giugno, precisamente sabato 10 e domenica 11, anziché come al solito a settembre, a chiusura della stagione estiva.

La manifestazione è stata presentata questa mattina nel Comune di Pescara, che la patrocina, alla presenza del sindaco Carlo Masci, dell’assessore allo sport Patrizia Martelli, del vicepresidente de La Scuffia Giancarlo Casuscelli, del consigliere comunale e socio del circolo velico Ivo Petrelli e di altri amici della vela. Due giorni di festa, che si svolgeranno all’interno del porto turistico Marina di Pescara, e di regate previste lungo il tratto di mare che va dal porto verso il confine con Montesilvano, ben visibili dalla spiaggia.

Giancarlo Casuscelli, vicepresidente del circolo La Scuffia: “Velandiamo è una festa della vela, punto di riferimento del medio Adriatico. L’obiettivo è di far divertire e far conoscere a tutti il mondo della vela. Possono partecipare imbarcazioni di tutti i tipi, e quest’anno saremo davvero tanti. La veleggiata è stata anticipata a giugno per dare spazio a settembre alla veleggiata Dannunziana che quest’anno farà parte del circuito della mitica Barcolana di Trieste. L’idea principale di Velandiamo è quella di allargare il bacino d’utenza delle veleggiate, solitamente limitato a barche performanti e composto da marinai esperti di tecniche di regata spostando l’attenzione verso una manifestazione velica che coinvolge il maggior numero di barche, dalle piccole derive fino agli yacht di oltre 15 metri, e il maggior numero di persone, quindi anche le famiglie con i bambini. Il desiderio è quello di offrire giornate di festa e di divertimento in mare, e poi a terra condividere cibo in buona compagnia, con giochi e premi per i più fortunati e le immancabili coppe per degli equipaggi che si sono distinti nella veleggiata.”

Patrizia Martelli, assessore allo sport: “È un momento di grande visibilità della vela e vorrei invitare tutta la popolazione a prenderne parte”.

Velandiamo è un evento velico nato nel 2004 da un’idea del Circolo velico La Scuffia di Pescara (che proprio quest’anno compie 30 anni) la cui mission è quella di stimolare nei giovani la passione per la vela e per il mare ed essere luogo di aggregazione per tutti gli appassionati del mondo nautico. La novità del 2023 è fissata a settembre e sarà la Go to Barcolana – La sfida Adriatica, un circuito di regate tra il Circolo Velico La Scuffia di Pescara, la Marina Dorica di Ancona, Circolo Velico Ravennate di Ravenna e la Società Velica Barcola e Grignano organizzatrice della storica regata Barcolana di Trieste.




PULIFONDALI E PULISPIAGGE, la Fipsas raccoglie 175 quintali di rifiuti

Ventuno le località coinvolte in tutta Italia

Ortona, 6 giugno 2023. Una maxi-raccolta di rifiuti in ventuno località balneari d’Italia: questo il risultato di Pulifondali e Pulispiagge, l’iniziativa organizzata dalla Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e di diverse Direzioni della Rai, nonché con il sostegno di Suzuki. 175 quintali tra reti fantasma, plastiche, copertoni e materiali ferrosi sono riemersi dagli abissi grazie ai tesserati della Fipsas, che si è anche occupata – con l’aiuto di oltre duemila studenti – di ripulire gli arenili proprio all’inizio della stagione balneare.

“Numeri importanti – spiega il Prof. Ugo Claudio Matteoli, Presidente della Fipsas – che ci impongono di continuare su questa strada perché la salvaguardia dell’ambiente è una necessità impellente, non ha colori ed è necessaria da nord a sud. Oggi abbiamo dato il nostro contributo e ogni singolo rifiuto raccolto sarà correttamente riciclato grazie ai Comuni interessati. E questa è la soddisfazione più importante che potevamo toglierci. Speriamo che l’edizione 2024 possa vedere ancora più località coinvolte”.

Queste le località interessate dall’edizione 2023 di Pulifondali e Pulispiagge: Ancona, Arenzano (GE), Caorle (VE), Casamicciola Terme (NA), Castellammare del Golfo (TP), Catania, Catanzaro Lido, Crotone, Follonica (GR), La Spezia, Latina, Marina di Carrara (MS), Metaponto Lido (MT), Muggia (TS), Ortona (CH), Porto Corallo (SU), Rimini, Rocca San Giovanni (CH), Salerno, San Foca (LE) e Santa Marinella (RM).




LE DONNE SCRIVONO al Ministro Nordio

La giustizia che manca alle vittime di femminicidio

Politicainsieme.com, 5 giugno 2023

Egregio Signor Ministro,

ci rivolgiamo a Lei che stimiamo e di cui ben conosciamo professionalità e senso di giustizia, al quale abbiamo riconosciuto il titolo di “Uomo Illuminato”, a Venezia presso la Fondazione dei Musei Civici nel 2017, per chiedere il Suo autorevole intervento in tema di violenza sulle donne / femminicidi e conseguenti decisioni della magistratura.

Sono incomprensibili , intollerabili e non fanno bene all’immagine della Giustizia Italiana molte decisioni della magistratura che in questi anni si sono susseguite nei confronti di assassini e criminali colpevoli di atti di violenza e femminicidi verso le donne, mettendo in discussione la cd “certezza della pena”.

L’ultimo episodio in ordine di tempo : la decisione della GIP che per l’uccisione di Giulia Tramontano ha escluso non solo la premeditazione ma anche la crudeltà. Abbiamo molto sofferto per questa decisione immaginando anche il dolore fisico del piccolo Thiago, un bambino di 7 mesi con cuore, braccia, gambe, a cui è stata preclusa la nascita.

Ci chiediamo quali siano i corretti parametri per valutare la sussistenza o meno della premeditazione e dell’aggravante della crudeltà. Ci chiediamo quanta distanza possa esserci, e perché, tra un giudizio umanamente istintivo e uno giuridicamente espresso, ci interessa saperlo, per capire se sono le norme o le interpretazioni delle norme a creare questo strappo.

La questione gravissima è che la Giustizia Italiana, pur con un equilibrato apparato normativo in tema di violenza verso le donne, si sta trasformando in una “Ingiustizia”: non ci sentiamo noi donne tutelate mentre i delinquenti, criminali, assassini restano impuniti e comunque sottoposti a condanne esigue.

Inoltre, non esistono comportamenti univoci per l’applicazione delle leggi stesse nei diversi tribunali italiani. Da tempo auspichiamo che si metta a punto un “Codice” contenente tutte le norme riferite alla violenza verso le donne per permettere adeguate e univoche applicazioni/interpretazioni delle leggi.

Le uniche reali condanne restano in capo alle vittime e ai loro familiari. Non basta raccomandare alle donne di non andare “all’ultimo incontro” incolpando ancora noi donne di responsabilità che in realtà non sono a noi imputabili.

La questione gravissima è la sfiducia che ormai aleggia nei confronti della magistratura non solo da parte di noi donne ma da parte degli italiani tutti, come si è visto e letto in TV, sulla stampa e sui social.

Il femminicidio di Giulia, di Paola Romano, poliziotta uccisa a Roma dall’uomo (e collega poliziotto) che non accettava la fine della loro relazione, di Monopoli, a opera di un uomo quasi novantenne, in danno della figlia poco più che cinquantenne, volontariamente falciata con l’auto sul viale di casa e abbandonata a terra a morire ed anche il caso di Mauro Favaro, detto Omar, che nel 2001 a Novi Ligure commise un duplice omicidio che sconvolse l’Italia per ferocia inaudita, scontata la pena (peraltro ridotta) si è sposato, ha avuto una figlia, ma ora starebbero emergendo, a suo carico, gravi violenze fisiche, sessuali e psicologiche agite in Piemonte contro entrambe, mentre in sede civile sarebbe stata dichiarata la sua idoneità genitoriale dimostrano l’inefficacia di un sistema inidoneo a prevenire le recidive e a cogliere le persistenze della malvagità.

Signor Ministro, Lei può ridare fiducia agli italiani e alle italiane, Lei può ridare giustizia alle donne uccise e alle loro famiglie, Lei può ristabilire una vera Giustizia in questo Paese, Lei può ristabilire la fiducia nei confronti della Giustizia.

Noi siamo al Suo fianco come siamo al fianco delle donne vittime di violenza.

Chiediamo un Suo autorevole intervento, un intervento del Governo a difesa di uno Stato di Diritto. Ora è necessario.

Ci rendiamo disponibili ad ogni e più ampia collaborazione possa essere utile.

Porgiamo i migliori saluti e Le auguriamo buon lavoro. Con stima ed apprezzamento.

Isa Maggi , Coordinatrice Nazionale Stati Generali delle Donne

Manuela Amadei, Ambassador delle Città delle Donne

Maria Lippiello, Stati Generali delle Donne Campania

Roberta Bortolucci, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Margherita Cogo, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Francesca Moraci, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Nicoletta Gentilini, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Laura Moschini, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Lucia Krasovec-Lucas, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Antonella Chiusole, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Amelia Laura Crucitti, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Maria Pia Rossignaud, Comitato Scientifico Stati generali Donne

Luisa Cortese, Ambassador delle Città delle Donne

Rosaria Avisani,Ambassador delle Città delle Donne

Maria Grazia Colombari, Ambassador delle Città delle Donne

Nadia Palozza Natolli, Ambassador delle Città delle Donne

Elena Zennaro, Ambassador delle Città delle Donne

Loredana Longo, Ambassador delle Città delle Donne

Chiara Piscitelli,Ambassador delle Città delle Donne

Nadia Bragalini, Ambassador delle Città delle Donne

Raffaella Corti,Ambassador delle Città delle Donne

Tina Magenta, Ambassador delle Città delle Donne e della Panchina Rossa

(seguono le firme in fase di traccolta)

https://www.politicainsieme.com/le-donne-scrivono-al-ministro-nordio-sulla-giustizia-che-manca-alle-vittime-di-femminicidio/




CENTO POSTI PER LE AUTO dodici per le bici!

Al Presidio Sanitario Nord

Pescara, 5 giugno 2023. Non è la prima volta che mi capita di usufruire dei servizi del Presidio Sanitario Nord di Pescara. E anche per le altre mi è capitato di fare le stesse riflessioni. Arrivo in bici e non trovo posto per parcheggiare, se non cercandolo col lumicino. Alla fine, nascosta, in un angolino, ecco una rastrelliera: 4 posti. Mi guardo introno e vedo solo automobili. Questa volta ho fatto due conti.

Il Presidio si trova al n. 105 di Via Nazionale Adriatica Nord (ex Clinica Baiocchi): all’ingresso un grande piazzale, con circa 35 posti auto che con quelli che si mettono in mezzo fanno 50. Una rastrelliera per 4 bici, nascosta. All’interno, dietro un cancello che immette nell’area riservata al personale sanitario, ho contato altre 50 automobili, diverse poste anche una dietro l’altra, e in fondo, ma proprio dopo l’ultimo edificio, l’ultimo spigolo di muro, due rastrelliere per 8 posti.

Ho preso il righello e ho calcolato le aree: quella aperta al pubblico ha una superficie di quasi 1.050 mq, di cui il 50% è occupato da auto e l’altro dalla strada per entrare e uscire. La rastrelliera occuperà, ad esagerare, 5 mq! La stessa cosa, ovviamente, si può dire per l’interno. Qualche considerazione.

La parte interna, dedicata al personale che lavora lì, è occupata stabilmente da auto per tutto il turno lavorativo. Quella aperta al pubblico, invece, ha una dinamica legata all’erogazione del servizio. Mettersi qualche minuto ad osservare consente di notare che le tante auto che arrivano fanno il giro intorno a quelle parcheggiate al centro e se ne vanno. Se ne vanno, come sono venute, lungo le strade di prossimità della struttura sanitaria, a cercare parcheggio e ovviamente intasando le vie del circondario, creando spesso anche situazioni di criticità soprattutto per persone che comunque raggiungono il presidio con il bus e poi a piedi.

Ecco, o mi aspetterei che in un luogo come questo, che eroga servizi sanitari, si facesse anche qualche ragionamento sul piano della mobilità sostenibile. Alcuni suggerimenti:

perché non si mettono più rastrelliere per le bici in maniera evidente, chiara e inequivocabile, davanti la facciata dell’edificio?

bastano 5 rastrelliere modello Verona/Milano con aggancio telaio, della larghezza di 5 metri ciascuno, per 25 metri (c’è spazio), e si ha lo stesso numero di posti delle auto ma per le bici, togliendo verosimilmente 5/6 posti auto (il 10% dell’esistente);

perché non mettere qualche pannello motivazionale all’ingresso, e ovviamente in prossimità degli stalli, e incentivare l’utenza a usare la bici invece che l’auto per raggiungere il Presidio?

perché non rilanciare la comunicazione all’interno della struttura, con pubblicità tabellare ma anche con pieghevoli nelle sale di attesa?

perché non utilizzare questa opportunità per spiegare i vantaggi dell’uso della bici non solo in termini di mobilità sostenibile, ma anche sanitari, di salute e quindi di benessere?

perché non interagire con l’utenza con un sondaggio per capire le opinioni dei pazienti, e dei parenti, e magari chiedere suggerimenti per miglioramenti o integrazioni?

ma, soprattutto, perché per il personale non si procede ad una attività di ricognizione su usi e abitudini? Si fa con un questionario che rientra nelle mansioni di chi nell’azienda si occupa di mobilità sostenibile, e serve non solo per capire, ma soprattutto per svuotare i parcheggi delle auto e magari sostituirli con spazi bici e verde;

tutto questo poi si concretizza con un piano di spostamenti casa lavoro (PSCL), obbligatorio per l’azienda, che va presentato al Mobility Manager di area ogni anno;

insieme, quindi, azienda e Comune, possono mettere in pratica azioni virtuose con l’obiettivo di fare di questo luogo non più un garage all’aperto come oggi, ma uno spazio strategico di nuova mobilità, capace di rinnovare e contaminare anche il contesto viario circostante;

da questi si può trarre spunto per fare interventi analoghi in luoghi simili, come nel Presidio sanitario sud, dove lo spazio per le biciclette è uguale a ZERO.

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net

Direttore Editoriale – Web Content Editor




CAMPIONESSA REGIONALE di Salto Ostacoli 2023

L’Amministrazione Comunale si congratula con la giovanissima  Angelica Marini

Giulianova, 5 giugno 2023. Angelica Marini si è laureata Campionessa regionale Salto ad ostacoli, imponendosi in una tre giorni di gare con la sua pony  Bearna Rua Millrace. L’Amministrazione Comunale le esprime per questo le proprie congratulazioni, augurandole nuovi successi e grandi soddisfazioni.

L’amazzone del Circolo Ippico Giuliese, guidata dall’ istruttore Alessandro Romani,  ha ottenuto due vittorie ed un terzo posto, distanziando in classifica gli avversari  della categoria Lb80.

In virtù del risultato, la Fise Abruzzo l’ha convocata per rappresentare la regione nelle Ponyadi che si svolgeranno a fine luglio ad Arezzo.

Prossimo appuntamento per Angelica, il campionato Italiano Pony a Cattolica.




IL PRESIDENTE SI ACCORDA per tre milioni

Ma l’avvocatura aveva chiesto 1 miliardo di euro

Bussi, 4 giugno 2023. Il presidente della provincia di Pescara De Martinis annuncia trionfante di aver ottenuto 3 milioni di euro da Edison come risarcimento per un inquinamento industriale a Bussi che interessa 700 mila abitanti lungo il corso del fiume Pescara. Li destinerà al completamento del Liceo Marconi di Pescara.

Se tre milioni di euro vi sembrano tanti per una equa chiusura di una vicenda di inquinamento ambientale di un secolo di abusi e irresponsabilità, leggete dal sito ministeriale del MITE cosa si diceva della vicenda Edison-Bussi sul Torino.

“… Attualmente è pendente, avanti al Tribunale de L’Aquila, ma in fase di definizione, il giudizio di primo grado. … l’Avvocatura dello Stato ha richiesto, a titolo di risarcimento, un miliardo di euro …”.

Ma al presidente della provincia di Pescara bastano tre milioni per sentirsi il pacificatore e risolutore dei problemi del territorio; solo che i problemi dell’inquinamento del sito e della salute di 700 mila abruzzesi, rimangono li, lungo il corso del Tirino-Pescara.

G. Di Giampietro

Arch. PhD. Aiit,  Webstrade.it. Progetto di strade, sicurezza stradale, urbanistica sostenibile




OCCUPAZIONE: TRA CRESCITA E MANCANZA DI LAVORATORI

di Natale Forlani

Politicainsieme.com, 4 giugno 2023. La tendenza della crescita dell’occupazione nel mese di aprile 2023 (+48 mila posti di lavoro) prosegue analogamente a quello dell’economia. In parallelo, tende a migliorare anche la qualità dei rapporti di lavoro.

Un risultato, secondo il bollettino pubblicato ieri dall’Istat, generato dalla crescita costante dei posti di lavoro a tempo indeterminato (+74 mila), che compensa la perdita di quelli a termine. Una tendenza confermata anche dalla comparazione tra i dati dell’ultimo trimestre con quello precedente (+123 mila posti di lavoro tra i quali 114 mila a tempo indeterminato).

I recenti bollettini mensili dell’Istat aggiornano costantemente i record storici conseguiti dal nostro mercato del lavoro nel corso degli ultimi 12 mesi: il numero assoluto degli occupati (23,450 milioni, +390 mila); la quota dei lavoratori dipendenti (18,420 milioni, +470 mila); il numero dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (15,460 milioni, +488 mila); il tasso di occupazione arrivato al 61% (+1,7%).

Il confronto annuale registra anche una significativa ripresa dei lavoratori autonomi (+71 mila). Il segnale di una possibile inversione di tendenza rispetto alla decrescita registrata nel secondo decennio degli anni 2000, e nel corso della pandemia: nell’insieme una perdita di oltre mezzo milione di lavoratori autonomi, professionisti e partite Iva.

La lettura delle serie storiche dell’Istat consente anche di valutare le tendenze strutturali, le potenzialità e le criticità del nostro mercato del lavoro nell’immediato futuro e che dovrebbero essere gestite in modo adeguato. A influenzare le tendenze positive è la crescita costante di una domanda di lavoro, in particolare di quella più qualificata, che risulta superiore all’offerta disponibile. Tutto ciò per la combinazione di una riduzione costante delle persone in età di lavoro (-642 mila rispetto al 1° gennaio 2020), che proseguirà nei prossimi anni, e della carenza di competenze coerenti con i fabbisogni delle imprese che si sta avvicinando rapidamente al 50% dei profili professionali ricercati.

All’opposto, il dibattito pubblico riguardo alle scelte da intraprendere per le nuove politiche per il lavoro continua a essere dominato dalla retorica della precarietà, dei vincoli da introdurre per i contratti a termine, dagli interventi finanziari a carico dello Stato, e dei contribuenti, per sostenere i redditi dei lavoratori e delle famiglie. Politiche che danno per scontata l’impossibilità di utilizzare meglio, e in modo più produttivo, le tecnologie, le organizzazioni del lavoro e le risorse umane. Una specie di mondo all’incontrario, in questo caso affollato anche dalle classi dirigenti che dovrebbero offrire risposte all’altezza dei tempi e dei fabbisogni.

La carenza quantitativa di risorse umane competenti rappresenta la principale criticità del nostro mercato del lavoro. Le tendenze spontanee tendono ad aggravare questa criticità in relazione alla fuoriuscita dal mercato del lavoro dei lavoratori anziani, mediamente superiore ai 700 mila l’anno, rispetto a un potenziale ingresso di nuovi giovani inferiore al mezzo milione. Un problema estremamente serio data l’esigenza di aumentare l’occupazione in termini assoluti, per assicurare la sostenibilità dell’aumento della spesa sociale che deve fare i conti con l’invecchiamento della popolazione.

L’esigenza di rigenerare la popolazione attiva, dovendo fronteggiare nel contempo le conseguenze del declino demografico e l’obsolescenza delle professioni derivante dall’impatto delle tecnologie digitali, richiede uno sforzo collettivo che ancora non si intravede nei comportamenti degli attori istituzionali e sociali che dovrebbero concorrere al perseguimento dell’obiettivo.

foto www.das.it

Pubblicato su www.ilsussidiario.net

https://www.politicainsieme.com/occupazione-tra-crescita-e-mancanza-di-lavoratori-di-natale-forlani/




ALLUVIONE IN ROMAGNA: due lezioni dalla Storia

Una lapide a Ravenna ricorda la tremenda alluvione che sommerse la città – per oltre due metri – nel 1636. In risposta, lo Stato Pontificio inaugurò un grande piano di interventi idraulici, di cui si beneficia ancora oggi. Basta dunque con la propaganda sul clima. E si faccia prevenzione.

di Gianfranco Amato

Lapide a Ravenna, alluvione 1636

Nella sua opera De Oratore, il grande Cicerone ci insegnava che la Storia è maestra di vita. Una delle lezioni oggi più inascoltate di quel famoso giurista. La Storia, in realtà, non è soltanto un parametro per educarci a vivere. Serve anche per capire la realtà e leggere la cronaca in maniera intelligente. Riesce pure a smentire le sesquipedali balle che vorrebbe imporre l’ideologia ecologista a proposito di global warming e crisi climatica.

Prendiamo ad esempio la recente alluvione romagnola. Proprio a Ravenna, capitale simbolica di quell’area d’Italia, all’incrocio tra via Cavour e via Salaria è possibile fare un tuffo nel passato andando a leggere una piccola lapide nella quale si trova la seguente iscrizione: «Addì 28 maggio 1636 sin qui l’acqua arrivò». È il ricordo della peggiore inondazione della città, avvenuta proprio la notte tra il 27 e il 28 maggio di 387 anni fa, quando l’acqua dei fiumi Ronco e Montone sommerse la città per oltre due metri, dopo sei giorni ininterrotti di pioggia. Il livello delle acque raggiunse il secondo piano delle case, e le strade si trasformarono in veri e propri fiumi, tanto da dovere costringere i soccorritori a mettere in salvo gli abitanti caricandoli su barche. Le cronache dell’epoca raccontano con il linguaggio di quel tempo: «Quando cominciò apparire il giorno si videro le povere famiglie con li loro figlioli su li tetti delle loro case; et si sentiva voce rauche e lamentevole chiamare aiuto, dal cielo e dalla terra; era cosa di straordinario terrore». Sembra la descrizione di quanto accaduto nel maggio dell’Anno del Signore 2023.

Quel cataclisma indusse l’allora governo pontificio, di cui la Romagna faceva parte, ad avviare un grande piano di interventi idraulici, che previdero, tra l’altro, la riunificazione dei due fiumi che causarono l’inondazione e la costruzione di un canale di congiungimento della città al mare (ultimato verso il 1737), cui venne dato il nome dell’allora papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini. Come si vede, lo Stato della Chiesa era in fondo molto più illuminato e moderno di quanto gli storiografi risorgimentali hanno fatto credere nei loro testi. Va peraltro ricordato che se Ravenna si è salvata dal totale allagamento della città durante l’attuale alluvione, lo si deve proprio agli interventi idraulici disposti dall’allora legato apostolico in Romagna, il cardinale piacentino Giulio Alberoni (1664-1752). Circostanza che, a onor del vero, ha ricordato lo stesso sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, in un videomessaggio dei giorni scorsi rivolto ai suoi cittadini in cui ha descritto nei dettagli la dinamica degli allagamenti.

In questo caso la Storia ci insegna due cose. Primo, che non bisogna attendere gli eventi catastrofici ma occorre intervenire per realizzare opere di prevenzione, esattamente come fece l’allora legato apostolico cardinal Giulio Alberoni, che non si limitò a pregare e sperare nella Provvidenza né a prendersela, come si direbbe oggi, con i capricci di madre natura.

La seconda lezione ci dice che forse è arrivato davvero il tempo di smetterla con la tiritera del clima che è cambiato. Quanto è accaduto nel 2023 in Romagna è la replica esatta di ciò che è successo nel 1636, e ciclicamente nei secoli precedenti, con buona pace di Greta Thunberg , dei gretini, e degli ecovandali imbrattatori. Con buona pace anche dei politici a caccia di pretesti.

La Storia si è incaricata di rendere ancora più risibile e patetica la giustificazione addotta in Consiglio regionale dal presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, per ottenere la mozione con cui è stata chiesta la sua nomina a Commissario straordinario per la ricostruzione delle zone colpite dall’alluvione. In quell’occasione, infatti, lo stesso Bonaccini ha fondato il presupposto della sua pretesa sul «cambiamento climatico globale con cui dobbiamo fare i conti». Bisognerebbe ricordare al caro presidente che i conti, forse, è meglio farli con la Storia.

https://lanuovabq.it/it/alluvione-in-romagna-due-lezioni-dalla-storia




UNA PASSEGGIATA PER LA VITA. Grande successo per la giornata

Escursione nella riserva Borsacchio per l’occasione Oasi WWF per un giorno in favore del reparto di oncologia di Teramo

Roseto degli Abruzzi, 3 giugno 2023. Il 3 giugno si è tenuta una passeggiata per la vita un evento benefico delle guide del Borsacchio che ha condotto oltre 300 persone in escursione nella riserva e accompagnati in percorsi di yoga e sotto le pinete per ricostruire la storia e la natura di Roseto e della provincia di Teramo.

Un momento solidale tutti i partecipanti lasciano un contributo a favore delle associazioni che vanno a sostegno del reparto di oncologia e dei malati oncologici.

L’evento doveva essere in occasione della giornata del malato oncologico è stata spostata ad oggi per cause meteorologiche avverse delle scorse settimane ma resta il tema fondamentale non lasciare sole le famiglie che sono colpite da questo male.

Come sempre un enorme grazie ai volontari che hanno preparato distribuito accolto guidato un gruppo così ampio.

Ringraziamenti alla ASL di Teramo e al reparto di oncologia per aver scelto la riserva Borsacchio come meta di questo evento.

Riserva Borsacchio




LA NOSTRA COSTITUZIONE È LONGEVA attuale e ancora valida

L’intervista che segue è stata pubblicata su www.interris. it

Politicainiseme.com, 3 giugno 2023. La Repubblica italiana compie 77 anni. Ritrovata la libertà dopo una dittatura ventennale e una guerra mondiale, il 2 giugno 1946 nel nostro Paese si svolse un referendum sulla forma istituzionale dello Stato, cioè la scelta tra la monarchia e la repubblica, che premiò quest’ultima. Furono le prima elezioni libere a suffragio universale maschile e femminile, per la prima volta nella nostra storia votarono anche le donne. In quella data, inoltre, si procedette all’elezione di un’Assemblea costituente incaricata di scrivere la nuova carta costituzionale.

L’affluenza alle urne fu altissima, dei 28 milioni di aventi diritto al voto espressero la propria preferenza quasi 25 milioni (89%). La maggioranza, oltre 12 milioni, scelse la forma repubblicana. Un paio di settimane dopo, il 18 giugno 1946, la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana. Pochi giorni dopo, il 25 giugno, iniziarono i lavori della Costi­tuente e il 1° gennaio 1948, settantacinque anni fa, entrò in vigore la Costituzione italiana.

In occasione della Festa della Repubblica, istituita nel 1949, Interris.it ha intervistato lo storico e professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Agostino Giovagnoli.

Il 2 giugno gli italiani ritornavano al voto dopo un ventennio. Qual era il contesto dell’Italia del dopoguerra e quale valore assumeva quindi questa occasione?

“I segni della guerra, la distruzione fisica e materiale, la memoria di tante vittime, le rovine morali, spirituali e affettive, erano ancora visibili. Il sentimento del rifiuto del conflitto a cui il fascismo aveva portato era condiviso e l’Italia era unita da un forte spirito di ricostruzione, trasversale ai campi politici e ideologici. Così gli italiani sono andati massicciamente alle urne, avevano chiaro che era ora di voltare pagina dal fascismo. È stata una grande affermazione del ritorno a una politica pluralista e democratica dopo venti anni sotto la dittatura di un unico partito, votare significava la possibilità di una liberazione nella vita quotidiana.”.

Quali sono basi sulle quali, nel nostro Paese, è stata fondata la repubblica?

“Su valori condivisi da tutti i partiti. Il termine latino ‘res publica’ significa ‘cosa pubblica’, per cui adottare il sistema repubblicano vuole dire che le istituzioni, lo Stato, la vita civile, sono di tutti i cittadini e non più una proprietà di famiglia dei Savoia. Un altro grande fondamento è l’antifascismo, nato contro la logica di parte, come rifiuto del potere di un solo partito, come tutela delle persone nei confronti dello Stato, per l’inclusione di tutti contro ogni forma di discriminazione e disuguaglianza”.

La nascita della Repubblica coincide ormai col il volto iconico di Anna Iberti, la ragazza sorridente nello scatto finito sulla copertina della rivista “Tempo”. Il 2 giugno fu la prima volta per le donne al voto in Italia, quale fu il loro contributo?

È stato fondamentale. In Italia il voto delle donne arriva tardi perché il fascismo aveva anche un senso maschilista, di superiorità dell’uomo sulla donna. Il diritto di voto alle donne è stato molto importante, dato che c’erano molte resistenze e pregiudizi che sono smentiti sia allora che in seguito. Le donne hanno votato con saggezza, garantendo la democrazia nel nostro Paese, e la loro partecipazione alla vita pubblica è stato anche elemento di crescita. Inoltre, 21 donne hanno fatto parte dell’Assemblea costituente”.

Qual è l’eredità di questa data che ci può guidare ancora nel presente e nel futuro?

“Il 2 giugno è ancora attuale perché rappresenta l’assunzione di responsabilità da parte di tutti. La vita pubblica deve essere partecipata. Accanto a questo, segna l’inizio di un percorso democratico che si è basato non sulla lotta contro il nemico, bensì sulla condivisione di valori e di istituzioni comuni. La repubblica è di tutti e non può spaccarsi in gruppi violentemente antagonisti né diventare occupazione del potere da parte di un solo gruppo”.

Quest’anno è anche il 75° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, il 1° gennaio 1948. Quanto è attuale ancora oggi la nostra Carta? 

“Dopo tre quarti di secolo abbiamo ancora la Costituzione entrata in vigore all’epoca, questo è importante perché vuol dire che è longeva. I padri costituenti hanno scritto una carta che ancora è valida e funziona. E’ vero che in parte non è stata ancora attuata, ma ha avuto una funzione di stimolo nei confronti della politica spingendola ad affrontare i problemi, ad aggiornarsi, ad applicare i principi di libertà e di inclusione – basti pensare all’importanza di articoli come il 3 e l’11. La sua longevità e la sua attualità sono i dati più importanti da sottolineare, la nostra Carta costituzionale rappresenta ancora anche oggi spinta a migliorarci”.

https://www.politicainsieme.com/giovagnoli-la-nostra-costituzione-e-longeva-attuale-e-ancora-valida/