GLI INCONTRI MISTICI di Giovanna d’Arco

… con san Michele e santa Caterina

di don Marcello Stanzione

Durante il processo contro la santa francese morta al rogo, hanno provato a mettere in discussione i fenomeni mistici che le accadevano

Nel 2022 ricorre il primo centenario della proclamazione di santa Giovanna D’Arco (Domrémy, 6 gennaio 1412 – Rouen, 30 maggio 1431) a patrona della Francia. La santa aveva una particolare famigliarità con gli angeli che fanno parte della missione profetica, politica e militare della Pulzella d’Orleans.

San Michele

Gli angeli in genere e San Michele in particolare, infatti, occupano un posto troppo importante, nella spiritualità di Giovanna d’Arco, perché li si possa passare sotto silenzio. Fin dalla sua prima chiamata ella parla di angeli, che saranno costantemente presenti nei suoi ricordi, e per questo spesso li troveremo rievocati nel corso degli interrogatori.

Nel giardino di suo padre

La “voce di Dio” che si rivela inizialmente ad ella nel giardino di suo padre, la terza volta le si manifesta chiaramente come “la voce di un angelo” (interrogatorio del 22 febbraio 1431). In un successivo interrogatorio, i giudici vorranno chiederle alcune precisazioni a proposito di questa “voce”: “La voce che vi parlava era di un angelo, di un santo o di una santa, oppure la voce di Dio senza intermediari?”. “Erano le voci di santa Caterina e di santa Margherita”, ella risponde.

Quale è stata prima voce?

Ma poco più tardi, nel corso del medesimo interrogatorio, ella preciserà che “ha avuto il consiglio di san Michele”: “Qual è stata la prima voce?” “Quella di san Michele”. Ma il giudice le chiederà di essere più precisa: “Quale fu la prima voce che si comunicò all’età di tredici anni circa?”. “Fu quella di san Michele, lo vidi con i miei occhi. Non era solo, ma era accompagnato da angeli del cielo” (27 febbraio).

In carne ed ossa?

E i giudici la spingeranno ad essere più precisa ancora: “Vedevate san Michele e gli angeli veramente in carne ed ossa?” “Li vedevo coi miei stessi occhi. Altrettanto bene quanto vedo voi ora. E quando mi lasciavano, io piangevo e avrei voluto che mi portassero via con loro”.

Il ferimento ad Orleans

Invano il giudice tenterà poi di ottenere ulteriori particolari intorno a quelle sue visioni di san Michele e degli angeli. Quel giorno, Giovanna vi si sottrarrà e durante il medesimo interrogatorio ella stessa vorrà precisare che, quando venne ferita nell’assalto delle Tourellese nel corso dell’assedio di Orléans, venne “confortata da santa Caterina”.

La chiaroveggenza di Giovanna d’Arco

Durante l’interrogatorio successivo, il giovedì 1° marzo, i giudizi sarebbero ritornati a lungo sulla parte spinti da una rivelazione della stessa Giovanna, che nel frattempo aveva dichiarato sicuramente a uno dei suoi carcerieri: “Prima che siano passati sette anni, gli inglesi patiranno una sconfitta ancora più grande di quella di Orléans e perderanno tutta la Francia”. “Come lo sapete?”. “Lo so dalle sante Caterina e Margherita”.

Hanno capelli?

Giovanna è evasiva e talvolta apertamente canzoniera: “E le sante che vi appaiono, hanno capelli?”. “Buona, questa domanda!”. Ed è proprio in quello stesso giorno che Giovanna darà la sua risposta più famosa.

L’albero delle fate

Le viene chiesto se santa Margherita parli inglese. “Perché dovrebbe parlare inglese, se non parteggia per gli inglesi?”. Tenteranno anche di chiamare in causa l’ “albero delle fate”, a proposito delle rivelazioni di santa Caterina e santa Margherita: “E’ per caso nell’albero delle fate, che vi hanno parlato?”.

La compagnia delle sante

Al che, Giovanna d’Arco si limita a rispondere seccamente: “Non ne so nulla”. Ciò che più le sta a cuore è la compagnia stessa delle sante, l’assicurazione, da loro ricevuta, che esse non le dicono né promettono nulla senza che Dio lo permetta, e la promessa che le hanno fatto di portarla un giorno in paradiso.

L’aspetto di san Michele

Ma vi sarà anche, subito dopo, un altro scambio di battute, che sarebbe rimasto altrettanto famoso: “Che aspetto aveva san Michele quando vi apparve?”. “Non gli vidi in capo alcuna corona, e dei suoi vestiti non ne so nulla”. “Era nudo?”. “Credete che Dio non abbia di che vestirlo?”. “Aveva dei capelli?”. “Perché mai avrebbe dovuto farseli tagliare?”.

Non ne so nulla

E infine, quando le si chiede: “Aveva una bilancia?”. “Non ne so nulla”. Ma subito aggiunge, come riferisce il verbale: “Quando lo vedo, provo una grande gioia; ho la sensazione, quando lo vedo, di non poter essere in stato di peccato mortale”.

Una ragazza ignorante

È davvero sorprendente, leggendo in dettaglio gli atti del processo, osservare come ella, la ragazza ignorante, sappia riportare all’essenziale le questioni complicate volutamente dai maestri sapienti che la interrogano.

Una devozione profonda

Giovanna mostra per gli angeli una devozione profonda, di cui senza esitazioni fornirà tutti i particolari che le verranno chiesti, e in un caso andrà anche molto più in là di quanto i giudici avrebbero potuto immaginare. Non possiamo evitare di soffermarci su questa sorta di confidenza sull’aldilà cui ella giunge, ancora una volta, in tutta semplicità.

Vengono spesso tra i cristiani

Il giudice le chiede sospettoso (interrogatorio della mattina di lunedì 12 marzo). “Facevate la genuflessione davanti a san Michele e agli angeli, quando vi apparivano?”. “Si. E dopo la loro dipartita baciavo la terra che avevano calpestato”. “Questi angeli si trattenevano a lungo con voi?”. E qui, ella risponde qualcosa che questa volta va ben oltre ciò che le viene chiesto: “Essi vengono spesso tra i cristiani, senza che nessuno li veda; ed io ho visti molte volte in mezzo a loro”.

Una confidenza sconcertante

È una confidenza davvero sconcertante, che sembra implicare in lei facoltà di visione mistica che vanno ben al di là di quelle su cui il giudice vuole avere dei dettagli. La presenza degli angeli è evocata da Giovanna d’Arco come qualcosa di familiare, in qualche modo perfino naturale, come un modo invisibile che si mescola al mondo visibile.

Gli incontri mistici di Giovanna d’Arco con san Michele e santa Caterina (aleteia.org)




BREVETTI EUROPEI: boom di domande in provincia di Chieti

Nel 2022 l’Abruzzo registra una crescita del 93% rispetto al 2021

Chieti, 15 maggio 2023. Con 63 domande di brevetto pubblicate dall’EPO (European Patent Office), la provincia di Chieti nel 2022 ha registrato un vero e proprio boom che la pone ai primi posti della classifica stilata da Unioncamere e Dintec. Un’analisi che mette in luce la crescita costante delle domande italiane di brevetto europeo registrate dal 2015 ad oggi (33 per cento) e, soprattutto, durante lo scorso anno quando il Belpaese ha raggiunto il miglior risultato del decennio, mantenendo così la quinta posizione per capacità inventiva nell’EPO tra i paesi UE e l’undicesima tra tutti i paesi del mondo.

Nel 2022, infatti, in tutta l’Italia sono state 4.773 le domande, 218 in più di quelle del 2021, con una crescita del 5%. A contribuire in maniera lusinghiera al risultato italiano è stata proprio la provincia teatina che ha registrato 47 domande in più rispetto alle 16 dell’anno precedente. Un dato che consente alla provincia di primeggiare sul podio di quelle in cui è stato registrato il migliore incremento, staccando anche il risultato eccellente di Bologna (+38), Milano (+25) e di Bolzano e Pordenone (+22). Dei 63 brevetti, 27 fanno riferimento al settore “tecniche industriali e trasporti”, 23 al settore “necessità umane”, 8 all’area meccanica, illuminazione e riscaldamento, 4 al settore della “fisica”, 1 all’area della “chimica e metallurgia” e 1 ai “prodotti tessili e carta”. Quanto ai richiedenti, ben 62 provengono da imprese. Buono anche il risultato ottenuto dalla provincia di Pescara con i suoi 16 brevetti registrati nel 2022, più del doppio rispetto ai 7 del 2021 (+9).

Ampliando il raggio di azione all’Abruzzo, nel 2022 sono state complessivamente 92 le domande di brevetto europeo, di cui 63 appunto nella provincia di Chieti, 16 nella provincia di Pescara, 7 in quella aquilana e 5 nel teramano. Per quanto riguarda i settori, i brevetti sono così suddivisi: 33 per “necessità umane”, 33 per “tecniche industriali e trasporti”, 9 per “meccanica, illuminazione e riscaldamento”, 9 per “fisica”, 4 per “chimica e metallurgia”, 2 per “elettricità”, 1 per “prodotti tessili e carta” e 1 per “costruzioni fisse”. A fare richiesta di iscrizione per i 92 brevetti abruzzesi, sono state principalmente imprese (82 brevetti, con una percentuale dell’89,6%), seguite da privati (6, pari al 6,8%) ed enti di ricerca (3, pari al 3,5%). 

L’Abruzzo guadagna anche un altro primato, piazzandosi al primo posto della classifica relativa alla crescita delle domande pubblicate dall’EPO nella macroarea Mezzogiorno, con il +93%, scattando di molto il secondo e terzo gradino della lista, occupati dalla Campania (+46%) e dalla Puglia (+14%).

«I dati emersi dall’analisi condotta da Unioncamere e Dintec non possono che riempirci di soddisfazione», commenta il presidente della Camera di Commercio Chieti Pescara, Gennaro Strever. «Il boom ottenuto dalla provincia di Chieti e, più in generale, l’ottima crescita delle domande di brevetto europeo registrate nel 2022 e provenienti dall’Abruzzo, ci dimostrano che la nostra regione è dotata di menti e professionalità che stanno lavorando con impegno e ottenendo eccellenti risultati sul fronte dell’innovazione. Così come è da leggere in maniera estremamente positiva il fatto che la maggior parte delle domande proviene dalle imprese che l’Ente camerale sostiene con ogni mezzo a disposizione nel loro percorso verso l’innovazione». 




RESPONSABILITÀ DELLA DESTRA, valutazioni per la ricorrere alla Procura della Corte

Paolucci e Fina evidenziano chiaramente la situazione economica-finanziaria del Comune di Chieti

Chieti, 15 maggio 2023. “Le radici del nuovo dissesto della città di Chieti arrivano da lontano, ed è bene che oltre alle cause, vengano cristallizzate anche le responsabilità di chi ha male amministrato per lungo tempo, ben 10 anni di gestione del centrodestra hanno portato il Comune di Chieti nel baratro. Sono fatti, oggi documentati dai numeri e a cui bisogna affiancare anche chiare responsabilità.

Per questo ci riserveremo di fare ricorso alla Procura della Corte dei Conti perché ciò accada, affinché non ci siano strumentalizzazioni di turno e, soprattutto, ricostruzioni fantasiose da parte di chi ha governato prima dell’esecutivo attuale e lo ha fatto male e perché sulla situazione economica e finanziaria dell’Ente venga fatta luce a 360 gradi, come il centrosinistra ha cominciato a fare da quando governa la città”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci e il segretario regionale del Pd, il senatore Michele Fina a seguito della conferenza stampa convocata in città per fare il punto sulla sentenza emessa dai giudici della Corte dei Conti d’Abruzzo sul piano di riequilibrio presentato dall’Amministrazione Ferrara, alla guida della città dall’ottobre 2020.

“Andando all’analisi del provvedimento della Corte, sono quattro i punti messi in chiaro dal pronunciamento dei giudici – illustrano i due esponenti del PD – 1.il tentativo (impossibile) del piano di riequilibrio, 2 le cause del dissesto, 3. la situazione della riscossione negli anni, 4. L’unico miglioramento, pur lieve maturato durante l’Amministrazione di centrosinistra nel periodo 2021/22. Su questi fatti, ora bisogna ancorare delle responsabilità, che sono precisamente indicate nelle 115 pagine di pronunciamento”.

La mala gestio storica dell’Ente (2010-2020). “La mancata omologazione del piano deriva da una serie di criticità sedimentate negli anni, inerenti sia la situazione patrimoniale, sia quella strutturale, organizzazione amministrativa compresa, che secondo i giudici hanno minato l’efficacia e l’applicabilità dello stesso, condizionato anche dall’emergenza Covid.

Il centrosinistra ha cercato di porre rimedio alla catastrofe generata dall’inerzia del centrodestra, era un atto doveroso tentare il salvataggio e al sindaco e all’esecutivo e maggioranza tutta arrivi il nostro ringraziamento per averci provato e per aver fatto il possibile per dare un’opportunità alla città. La situazione di Chieti è unica, non è da tutti darsi da fare in una situazione come quella ereditata”.

–              A pag. 37 della sentenza c’è la prima e fortissima censura sulla gestione precedente: “Il trend negativo appare prendere le mosse già nel 2010, quando la cassa comincia a registrare le prime tensioni, con una forte contrazione rispetto all’esercizio precedente. Un successivo punto di svolta è individuabile nel 2012, anno a partire dal quale la cassa diventa pari a zero in modo costante anche per gli esercizi successivi e il risultato di amministrazione inizia ad essere “vincolato”, non comparendo più i fondi liberi ancora presenti nell’esercizio precedente. Al contempo, nel medesimo anno inizia il percorso di costante crescita dei residui attivi – come emergente dai due grafici di seguito riportati – dove si individua chiaramente il peso sempre maggiore dei residui relativi ad esercizi precedenti, quale evidente indicatore delle difficoltà nell’attività di riscossione. Ulteriore punto di svolta in negativo è individuabile intorno all’esercizio 2017……. il disavanzo comincia a segnare un profondo peggioramento (2018-2020), nonostante il 2019 sia, com’è noto, un esercizio connotato da diversi interventi legislativi eccezionali, di supporto agli enti locali. Causa prima del disavanzo, come si vedrà meglio nel corso dell’analisi, è l’insufficiente attività di riscossione.

Le radici del dissesto (2010-2020) “La Corte fa un dettagliato excursus sulle radici del dissesto, corredandolo anche dai numerosi richiami promossi verso l’amministrazione comunale di centrodestra, anno dopo anno, affinché intervenisse (pag. 106-107). La situazione odierna è il risultato dell’inerzia di allora e della consolidata incapacità di intervenire per salvare la città”.

–              A pag. 106, in particolare la Corte a fronte di una dettagliata analisi, torna sulle origini del default e definisce ancora una volta: Lo stato persistente di grave compromissione delle finanze comunali, con conseguente potenziale impossibilità di far fronte alle obbligazioni e all’erogazione dei servizi essenziali, confermando la correttezza delle valutazioni svolte dal Comune in sede di quantificazione del disavanzo da recuperare. Al contempo, l’approfondimento svolto a più ampio spettro anche sugli esercizi precedenti ha permesso di evidenziare come i fattori genetici dell’attuale disequilibrio – inefficienza dell’attività di riscossione, con conseguente accumulo di residui attivi e sofferenza di cassa – inizino a delinearsi a partire dal 2012, con un ulteriore aggravamento negli anni 2017-2018, innescando una dinamica negativa viziosa, che ha compromesso anche l’organizzazione amministrativa del Comune e gli strumenti che avrebbero dovuto supportare la corretta programmazione ed attuazione del PRFP in esame.

La difficoltà, ormai strutturale, del Comune di realizzare le entrate proprie ha prodotto, per quanto qui maggiormente interessa, effetti su un duplice piano. In primo luogo, è risultata completamente compromessa la normale gestione di cassa, con uno strutturale e illegittimo ricorso continuato all’anticipazione di tesoreria e con il tiraggio di tutte le anticipazioni di liquidità eccezionalmente garantite dallo Stato, nonché con l’accumulo di un enorme mole di residui attivi, che ha superato i 100 milioni di euro al 31 dicembre 2021 (euro 100.677.567,14), con una lieve, ma assolutamente non significativa riduzione delineata nei dati di preconsuntivo al 31 dicembre 2022 (euro 97.081.598,75); a ciò si è unito un progressivo e costante irrigidimento del bilancio stesso, che, seppur in ritardo, ha cominciato a registrare – attraverso la valorizzazione del FCDE – la necessaria svalutazione dei predetti residui, con la conseguente emersione di un disavanzo non più gestibile con gli ordinari strumenti di recupero.

Teateservizi. “Nelle considerazioni sulla partecipata, non viene incluso il piano di risanamento della partecipata Teateservizi, omologato dal Tribunale e da sottoporre ai creditori che si riuniranno il 13 luglio prossimo per approvarlo, anche se nel testo si legge un chiaro auspicio a che il tentativo possa contribuire a restituire liquidità all’Ente tramite la riscossione. Il miglioramento deriva dalla capacità di riscossione che il centrosinistra ha riattivato, cercando di tutelare servizi e lavoratori della partecipata”.

–              A pag 112 il miglioramento delle performance di riscossione rappresentato dal Comune nella propria memoria conclusionale, lo stesso può, in via estremamente ottimistica, essere considerato indice di un possibile progressivo ritorno allo svolgimento di un’ordinaria attività di riscossione, del tutto insufficiente ad assicurare il proprio effettivo concorso, nei termini ora delineati, al percorso di risanamento del Comune……. Incidentalmente, dunque, non può che nuovamente ribadirsi come tale prospettata ed auspicata dal Comune prima inversione di tendenza nell’attività della società avrebbe dovuto avvenire, per conseguire effetti valutabili in questa sede negli esercizi precedenti, essendo come sopra evidenziato uno dei fattori che, a partire dal 2012, ha concorso al progressivo formarsi del disavanzo in analisi.

L’azione della Giunta Ferrara. (2021-2022) “Il declino del Comune è narrato dai giudici con una cronistoria numerica da cui emergono l’incapacità di fronteggiare problemi e proporre soluzioni da parte di chi ha governato e l’assenza di azioni positive per evitare il peggio quando era ancora possibile. Cosa avvenuta solo a partire dal 2020, con la gestione del sindaco Diego Ferrara. Cercare di attribuire a chi governa oggi le colpe di un baratro causato da altri è solo l’ultimo atto di una politica inadeguata e incapace di costruire una proposta seria per il bene della città”.

–              A pag. 107 infatti si legge: La ricostruzione ora svolta, del resto, trova immediato riscontro nei dati, in lieve miglioramento per l’esercizio 2022, che, seppur ancora a livello di preconsuntivo, appaiono delineare una chiusura dell’esercizio con un disavanzo di euro 62.035.466, con una maggior recupero, rispetto al target del PRFP, per euro 597.985.

Alla luce delle osservazioni sopra svolte, in vero, tale miglioramento appare riconducibile all’eccezionalità degli esercizi 2021-2022, ove a differenza dei precedenti in cui si sono originati i fattori di squilibrio finanziario del Comune, sono risultati significativi i trasferimenti diretti da parte dello Stato, sopra dettagliatamente riportati. Ciò testimonia sia che tale dato ex se non è in grado di poter dimostrare la sostenibilità del PRFP in esame – in quanto singolo e caratterizzato da variabili esogene – sia che, ancora una volta di più, per quanto qui maggiormente interessa, la causa prima dello squilibrio dell’Ente è riconducibile alla mancata capacità di assicurare l’incasso delle proprie entrate.




IL CAMPIONATO si chiude

Sconfitta in trasferta con la Us Roma

L’Aquila, 14 maggio 2023. A conclusione di un girone di ritorno in crescendo nel campionato di serie B, nell’ultima partita della stagione, la Rugby L’Aquila rimedia in trasferta una sconfitta con la Us Roma per 34 a 17. E chiude sesta a metà classifica, con 50 punti.

Sul campo della Sapienza sport i neroverdi non sono riusciti a costruire il loro gioco, e i padroni di casa si sono invece resi protagonisti di una ottima prestazione, meritando la vittoria.

La partita inizia con qualche placcaggio robusto, e con una certa confusione di gioco. Sono però i neroverdi a prendere l’iniziativa. con un ottimo avanzamento di Pupi e Niro, neutralizzato dalla difesa dei padroni di casa. La prima meta, che fa ben sperare, è infatti neroverde, con una percussione della mischia che spinge quella avversaria fin oltre la linea di meta. Schiaccia Suarez e non trasforma Pupi.

Dura poco: Us Roma pareggia i conti sugli sviluppi di una punizione, e passa in vantaggio sul 7 a 5 con la trasformazione.

Simone Alfonsetti sfiora la meta, a stretto giro però i padroni di casa indovinano il buco dopo una mischia nei pressi della linea di meta.

Facile la trasformazione da posizione centrale, siamo sul 14 a 5. Rocambolesca la terza meta dei padroni di casa. Dopo essere stati schiacciati dai neroverdi nei 10 metri, dopo aver resistito a ben tre insidiose mischie, i romani, strappata di forza la palla ovale partono in contropiede per tutto il campo e volano indisturbati a meta, con la difesa neroverde completamente sguarnita. 

A seguire altra  distrazione della difesa neroverde, e la Us Roma dilaga con la quarta meta e il risultato si fa ancor più pesante, 28 a 5.

Il secondo tempo comincia con lo stesso registro: i neroverdi che non riescono a costruire il gioco e risultano poco efficaci. Us Roma con una punizione sale 31 a 5. La Rugby L’Aquila prova a reagire e a raddrizzare la partita, e con una bella azione corale manda a meta Tasca. Da posizione laterale estrema Pupi non riesce a trasformare. Siamo sul 31 a 10 e si riaccendono le speranze di un recupero, subito smorzato da un calcio piazzato dei romani, che allungano ancora, e si portano sul 34 a 10.

Favorita da una finalmente poderosa percussione del drive, i neroverdi accorciano le distanze, con una a meta di Pietrinferni, e trasformazione di Petrolati. Dimezzato lo svantaggio, sul 34 a 17, ma è l’ultima vera fiammata: fino alla fine accade poco, e il risultato non si sbocca.




DEMOCRISTIANI appassionati del Centro

A margine di un convegno

di Giancarlo Infante

Politicainsieme.com, 14 maggio 2023. Sono stato presente ieri ad un incontro organizzato a Roma da Mario Tassone ed Ettore Bonalberti per lanciare l’idea della creazione di un nuovo partito di centro. Ho ascoltato tante cose interessanti e tante buone intenzioni per superare la cosiddetta diaspora in politica dei cattolici. Annoso tema cui, da più parti, anche con più di un certo disinvolto piroettismo da parte di taluni,  si cerca di dare una risposta, ma ottenendo magri risultati.

Di positivo è che questa abnegazione, come l’avrebbe definita Aldo Moro, è adesso propria di molti che quella diaspora l’hanno vissuta, più o meno collocati nel centrosinistra o nel centrodestra. Che adesso il riconoscimento della necessità di muoversi seguendo una logica di autonomia sia sincero non ci sono dubbi. Così come la constatazione del fallimento del progetto del Pd, da un lato, e la poca credibilità della destra estrema nel tentare di riproporsi come la nuova Democrazia cristiana.

Giustamente, ieri è stato detto come non basti vestirsi di bianco come Papa Francesco per ammantarsi di una immagine che significa popolarismo, solidarietà sociale. Oltre che il richiamo ad una particolare postura politica e a un particolare metodo da applicare nell’azione politica e di governo. Se ce l’hai nella tua cultura politica bene, sennò resti sempre quello che eri, com’è ampiamente confermato anche questi giorni.

Il punto di partenza di chi ha convocato l’incontro di ieri è dunque quello della collocazione al Centro. Che poco ha a che vedere, è stato detto, con il fallimentare tentativo appena appena collassato in cui si sono cimentati Renzi e Calenda.

Nonostante la nostra ritrosia a ragionare in termini di mero schieramento, diciamo pure che fin qui andrebbe tutto bene. Pure se c’è da considerare che altri federatori sono intervenuti nel corso degli anni passati. Forse troppi. Al punto che talvolta abbiamo avuto l’impressione che ci siano più federatori di quanti dovrebbero essere coinvolti in un processo di agglutinamento che, ieri, è stato prospettato addirittura con l’idea di dare vita ad un partito nuovo.

Ma su questo non sembra esserci la convita adesione di tutti i rappresentanti delle tante democrazie cristiane nate negli ultimi trent’anni, e finora finite un po’ sui giornali quasi esclusivamente per gli echi di un’infinita serie di vicende legali e giudiziarie che riguardano la proprietà e l’utilizzazione di denominazione e di simbolo. Da un oratore siamo venuti a sapere che sarebbero circa dieci o 11; e allora, ammesso che siano davvero così tante, e realmente intenzionate a fare qualcosa assieme, si porrebbe il problema di fare l’unica cosa buona e giusta.

Cioè, organizzare una congiunta visita all’Istituto Sturzo cui affidare lo Scudo della Democrazia cristiana in doveroso e perenne ricordo e sua effettiva salvaguardia.

Ma anche questo non basta. Ci sono delle riflessioni che, per quanto velocemente, vanno assolutamente fatte se davvero si crede possibile avviare un processo di convergenza in grado di portare frutti nuovi, originali ed efficaci.

La prima non può che riguardare l’analisi della diaspora e la necessità di comprendere quanto essa sia frutto di quel pluralismo politico che tra i cattolici italiani c’è sempre stato. Non meravigliò don Luigi Sturzo e neppure Alcide De Gasperi visto che, anche ai loro tempi, l’enorme maggioranza del Paese, che si diceva cattolica, non votò certamente sempre e solamente, prima, per il Partito Popolare e per la Democrazia Cristiana, poi. Certo, il fenomeno è diventato sempre più crescente con il passare dei decenni fino all’esplosione finale degli inizi degli anni ’90 culminando nella subitanea e improvvisa chiusura della Democrazia cristiana.

Questo cosa significa?

Che ci si deve acconciare all’idea che il totale superamento della diaspora sarà sempre impossibile e che, quindi,  è necessario definire l’area di riferimento cui ci si intenda rivolgere.

Non si può certo cadere nell’errore di proporre un’ipotesi confessionale, o para confessionale, come sta facendo la destra cattolica oramai tutta imbarcatasi sul carro Meloni – Salvini.

Può bastare a risolvere il problema la proposta di superare l’esistenza di una miriade di gruppi e gruppetti creando solamente una sigla unica che li raccolga tutti?

Che poi li raccolga proponendo l’iscrizione con una tessera comune o con una collaborazione improntata al federalismo poco cambia. E su che base dovrebbero mettersi insieme?

Sulla generica idea di creare un Centro mentre esiste una legge elettorale che premia le opposte estremizzazioni?

Forse i ripetuti fallimenti degli ultimi decenni, nel provare a dare una rinnovata voce al popolarismo cristiano, stanno paradossalmente proprio in quel che sta alla base delle buone intenzioni espresse. Si provano a mettere insieme spezzoni di ciò che già c’è.

Nonostante, spesso, si tratti di spezzoni che hanno vissuto a lungo andare i propri fallimenti per un’oggettiva distanza e incomprensione dei fenomeni sociali che determinano il mutare o la continuità degli equilibri politici ed istituzionali. E persino il permanere o il superare le leggi elettorali.

Non si tratta certo di aspirare a metterci insieme tra di noi e finire così per essere dei reduci. Anche se nessuno di noi vuole essere reduce.

Sappiamo, infatti, di non esserlo perché agitiamo un pensare alto. Quello della solidarietà, della sussidiarietà. E della libertà che coincide con il rispetto della dignità umana, di tutta la dignità umana indelebilmente connessa alla tutela della Vita e della qualità delle relazioni tra le Persone, che per noi non sono solo atomizzati e alienati individui.

E crediamo in una libertà autentica come quella finalizzata alla ricerca della Giustizia sociale. Questi non sono messaggi di nostalgia. E meglio emerge la necessità che noi per primi non li si faccia apparire con una patina che sappia soprattutto di riflusso e di moderatismo piccolo borghese, tanto per usare un termine desueto, ma che pure fa spesso capolino in un’ampia parte dei ragionamenti che vengono dall’interno del mondo cattolico.

Dunque, è forse necessario saltare a più pari il tentativo di superare la diaspora pensando di farlo solo limitandoci a parlare tra chi e con chi questa diaspora l’ha prodotta e consumata. Preoccupiamoci della diaspora vera. Quella che riguarda una comunità decomposta, individualizzata e senza speranze come quella che l’Italia sperimenta da anni; e, riconosciamolo in questo, complici anche quelle forze politiche cui i cattolici hanno comunque portato acqua in una cieca mancanza di visione prospettica. Una diaspora antropologia, culturale ed esistenziale verso cui è mancata la risposta che anche il mondo cattolico italiano era chiamato a dare. Anzi, soprattutto esso.

E dobbiamo chiederci se non discenda da essa quella diaspora elettorale frutto di una disillusione e di un sospetto che non sono riusciti a fugare neppure i nuovi fenomeni politici degli ultimi periodi come sono stati, in progressione, il berlusconismo, il Pd, la voglia di rottamare di Matteo Renzi, la Lega e i Cinque stelle.

Noi siamo nati per indicare, a cattolici e no, un’idea di autonomia politica da fondare su proposte programmatiche e garantite dall’impegno assicurato dalla presenza di immagini nuove, al di là del dato anagrafico, e sappiamo, comunque, che il nuovo non nasce in un’asettica provetta da laboratorio. Per questo da tempo creiamo il dialogo con l’autentico civismo che cresce in tutti i territori.

Abbiamo recentemente seguito con interesse, come è stato con Letizia Moratti alle regionali della Lombardia, tutti quei fenomeni che si muovono sulla base della necessità di superare il nefasto bipolarismo che ha distrutto la politica, indebolito le istituzioni e creato profonde fratture nel corpo civile.

Stiamo partecipando ad un’idea nuova di presenza popolare da parte di chi, come Giuseppe Fioroni e Giuseppe de Mita, ma anche esponenti del mondo laico,  sta maturato le nostre stesse scelte. Non abbiamo quindi nessuna difficoltà a far sì che anche gli amici riuniti ieri facciano parte dell’avvio di un processo che, però, non può ottenere alcunché se si limita a partire dal vertice e con l’obiettivo di riunire ciò che troppo spesso è solamente una sigla con scarso seguito.

INSIEME nel corso del congresso dello scorso 25 febbraio ha proposto una serie di punti da porre di un tavolo comune che possa vedere la partecipazione di una specifica realtà culturale e politica, e non fatta solo di cattolici, cui ciascuno partecipi con il proprio patrimonio di contenuti e di storia che deve essere per ognuno rispettato.

Rimando al documento di INSIEME e mi limito ai titoli di alcuni impegni comuni possibili su cui verificare la fattibilità di un’opera condivisa di costruzione di quella novità politica cui gli italiani, tutti gli italiani disillusi e sconfortati, possono sentire come propria:

Ripensare e riproporre il valore universale della democrazia. contrastare, fin d’ora, il presidenzialismo

Per una legge elettorale proporzionale

Regioni ed enti locali tra autonomia e corresponsabilità

Una piena e rinnovata affermazione della vocazione europea dell’Italia

Per un nuovo Statuto del lavoro. I diritti sociali, la famiglia, il contrasto alle diseguaglianze

Il rispetto integrale della vita come fondamento della libertà

Per una nuova politica del credito e della relativa responsabilità sociale

Si tratta di punti su cui esiste, o può esistere, un’ampia convergenza e questo è già un aiuto.

https://www.politicainsieme.com/a-margine-di-un-convegno-di-democristiani-appassionati-del-centro-di-giancarlo-infante/




[LA FOTO]

Non è proprio una bella foto ma disegna molto bene lo stato delle cose nel Mondo

Il nostro Papa, arguto e deciso come sempre, con questa foto ci pone domande profonde sul mondo e sullo stato dei nostri pensieri e del nostro agire.

Poteva offrirci una foto diversa per il 13 maggio per la ricorrenza delle apparizioni di Fatima, invece ha scelto questa, e, come vediamo, le reazioni, anche nel nostro piccolo, sono e sono state sicuramente diverse, le più disparate, per lo più negative.

Il fatto più importante, comunque, è che questa foto invita a riflettere davvero adesso, ecco: obiettivo centrato.




FESTA DEI POPOLI la conclusione

Veglia Mariana Internazionale dei Popoli

Teramo, 13 maggio 2023. È terminata con la partecipazione di diverse centinaia di giovani e famiglie, nonostante il maltempo, la Prima Festa dei Popoli tenutasi oggi al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata (Teramo) insieme alla sesta edizione della Veglia Mariana Internazionale dei Giovani nel giorno della solennità della Beata Maria Vergine di Fatima.

Dal mattino, e sino al tardo pomeriggio, ventidue stand rappresentativi di associazioni del territorio e di comunità da tutto il mondo hanno fatto conoscere ai visitatori le loro attività, le loro tradizioni e la loro cultura, in una festa di colori e suoni animata anche da cinque band musicali che si sono esibite dal vivo durante la giornata: “I tamburi di Gorée” dal Senegal, gli “Althein”, i “Ritmo do Brasil”, il “Coro Folkloristico di Picciano” e i “Venezuela Habla Cantando”.

Nel pomeriggio si è svolto un momento di preghiera anch’esso dal respiro mondiale, con la ormai tradizionale Veglia Mariana Internazionale dei Giovani. In questa sesta edizione il Santo Rosario è stato recitato dai giovani di San Gabriele insieme ad altri cinque gruppi di giovani e comunità (laiche e religiose) collegate dal Brasile, dallo Sri Lanka, dall’India, dagli Stati Uniti e dalla Repubblica Democratica del Congo. La celebrazione è stata presieduta dal pro-prefetto del Dicastero vaticano per l’evangelizzazione, l’Arcivescovo Rino Fisichella, insieme al Vescovo di Teramo-Atri Lorenzo Leuzzi e al Rettore del Santuario di San Gabriele Padre Dario Di Giosia. La liturgia è stata trasmessa in diretta tv sui Canali Tv6 e Super J e sulle pagine Facebook e Youtube della Diocesi di Teramo-Atri.

I pellegrini oggi in visita al Santuario hanno potuto visitare sia la cripta di San Gabriele dell’Addolorata che le reliquie di San Berardo, giunte nel pomeriggio per la prevista tappa a Isola del Gran Sasso della Peregrinatio dell’urna del Santo Patrono della Diocesi in occasione del nono centenario della sua morte.




I CIPPITELLI

[Gli arrosticini al Giro d’Italia]

Abruzzo, 13 maggio 2023. Settima tappa: il Giro torna in Abruzzo, ma in primo piano ci sono solo loro: i cippitelli (gli arrosticini).

Tanta attesa per la corsa, ma poche emozioni dai ciclisti che, durante il trasferimento, hanno solo preso di mira questo cippitello che sbucava di tanto in tanto lungo le ns strade.

Una pagina d’autentica promozione delle nostre cose buone: ogni tanto lo sguardo attento ed ammirato volge dalle nostra parti.




TROFEO NAZIONALE OptiSud 2023

Vela, presentazione della tappa finale  

Pescara, 13 maggio 2023. Martedì 16 maggio alle ore 11:30 nella Sala Giunta del Comune di Pescara conferenza stampa di presentazione della terza ed ultima tappa del Trofeo OptiSud 2023, circuito promozionale di regate inserito nel calendario velistico nazionale della FIV e riservato alla classe Optimist.

La manifestazione sportiva, che avrà come quartier generale il PalaBecci all’interno del Marina di Pescara, per l’occasione denominato Villaggio OptiSud, sposta ogni volta un migliaio di persone tra giovani regatanti tra i 6 e i 16 anni (circa 200), divisi tra categorie Cadetti e Juniores, staff sportivi, accompagnatori dei ragazzi e famiglie.

La competizione è prevista per sabato 21 e domenica 22 maggio nelle acque antistanti il porto turistico Marina di Pescara e decreterà i vincitori nazionali di categoria del Trofeo tenendo conto anche delle classifiche generali delle 2 tappe precedenti svolte nei mesi scorsi a Formia e a Santa Caterina di Nardò.

La Federazione Italiana Vela ha affidato l’organizzazione di questa decisiva tappa finale al neoconsorzio tra circoli velici locali costituito da Lega Navale sezione di Pescara, ASD Svagamente e Circolo Nautico Pescara 2018 unitamente al Marina di Pescara.

L’evento è patrocinato dal Comune di Pescara e con il contributo della Regione Abruzzo. Alla conferenza stampa intervengono: il sindaco di Pescara Carlo Masci, l’assessore comunale allo sport Patrizia Martelli, il presidente nazionale della FIV Francesco Ettorre, il presidente della IX Zona FIV Abruzzo e Molise Domenico Guidotti, la vice presidente del Coni Abruzzo Alessandra Berghella, i rappresentanti del Consorzio Circoli Velici Antonino Lamante (Lega Navale Pescara), Mauro Di Feliciantonio (ASD Svagamente), Alessandro Pavone (Circolo Nautico Pescara 2018), il presidente del Marina di Pescara Carmine Salce.




CONVEGNO SULLA FEDE. I santi angeli guidano la nostra vita

Don Marcello Stanzione a Palomonte

di Mariateresa Conte

Palomonte, 12 maggio 2023.  “I santi angeli guidano e proteggono gli uomini nella loro esistenza terrena e dopo la morte”. Ha esordito così, don Marcello Stanzione, il parroco dell’Abbazia di Santa Maria La Nova a Campagna e noto studioso di angeli di fama mondiale, durante il convegno su Fede e Spiritualità: la Madonna, gli Angeli e la lotta contro il Male che si è tenuto ieri sera, presso la Chiesa Madonna di Pompei nella frazione di Bivio di Palomonte, nel Salernitano.

Ad ospitare il più importante e noto sacerdote cattolico al mondo, studioso del fenomeno dell’angelologia e autore di oltre 300 libri sugli angeli e la Chiesa, il parroco di Palomonte, don Orazio Patrone che ieri sera ha fatto precedere il convegno con un momento di preghiera e la messa celebrata insieme a don Stanzione.

Un invito alla preghiera e all’invocazione della protezione degli angeli, quello di don Stanzione che è anche presidente della Milizia di San Michele Arcangelo, che nella lunga catechesi che ha visto una sala gremita di pubblico, ha sottolineato l’importanza della “recita della coroncina al santo rosario quale- ha detto- arma potente contro gli spiriti maligni e fonte di grazia”.

Don Stanzione, in occasione delle celebrazioni religiose in onore della Madonna di Pompei, ha poi ricordato la conversione del Beato Bartolo Longo, avvocato anticlericale e dedito allo spiritismo che, a seguito della sua conversione al cattolicesimo, fondò il Santuario di Pompei e dedicò tutta la sua vita ai poveri.

Storie di conversione dei Santi ma anche un breve accenno all’iconografia dei Santi angeli patroni e protettori della Chiesa. È il caso dell’arcangelo San Michele: “è l’angelo che ha sconfitto la prima rivolta avvenuta in cielo contro Dio”, ha spiegato Don Stanzione, che ha sottolineato come l’arcangelo Michele insieme alla Madonna, rappresentano “l’umiltà sacrificata e la il bene che sconfigge il diavolo”.

E di angeli, santi, fede e iconografia, don Stanzione ne parlerà a partire da domani, in un tour di preghiere e convegni che ogni anno, lo vedono ospite di parrocchie, biblioteche, librerie e centri culturali nel mondo, in Francia per poi, proseguire per la Polonia.




IL CINEMA FORTE E GENTILE. I film girati in Abruzzo. Le trame, i luoghi e gli aneddoti

A L’Aquila la prima uscita ufficiale del volume di Piercesare Stagni

L’Aquila, 12 maggio 2023. Sarà a L’Aquila il 18 maggio prossimo la prima uscita ufficiale del secondo volume della pubblicazione Il Cinema forte e gentile. I film girati in Abruzzo. Le trame, i luoghi e gli aneddoti Vol. II – ARKHE’ Edizioni, dello storico del cinema Piercesare Stagni.

Giovedì 18 maggio alle ore 18, presso la Sala Lignea del Palazzetto dei Nobili a L’Aquila verrà presentata al pubblico e alle istituzioni l’opera completa e raccolta unica che racconta il legame tra l’Abruzzo e la settima arte.

Diventa così completa l’opera di Stagni, conosciutissimo e appassionato cultore della settima arte e profondo conoscitore delle tecniche narrative cinematografiche, docente nelle più importanti scuole di cinema d’Italia oltre che noto storico del Cinema, che ha raccolto trame, luoghi, informazioni su attori e luoghi di tutte le pellicole, italiane e straniere, girate nella nostra Regione.

Si parte da L’Aquila, la mia Città, capitale del cinema abruzzese come la definisce Stagni che ha scelto il capoluogo di Regione per la prima uscita del suo libro per la storia, le istituzioni passate e presenti e per i numerosi film girati sul territorio.

Il secondo volume de IL CINEMA FORTE E GENTILE arriva dopo cinque anni dalla pubblicazione del primo ed è dedicato alle produzioni realizzate nel territorio abruzzese dal 1978 al 2023, inclusi i film appena realizzati e di prossima distribuzione.

Un complesso e prezioso lavoro di ricerca e monitoraggio, reso ulteriormente difficile dai due anni di lockdown e dal conseguente, positivo proliferare di nuove produzioni, ma che finalmente vede la luce grazie al lavoro meticoloso e appassionato di Piercesare Stagni e della aquilana Casa Editrice Arkhé, protagonista anch’essa di eventi culturali e di promozione del territorio.

La pubblicazione è stata realizzata con il contributo di E-BIKE TOUR ABRUZZO.

“Non è stata un’impresa facile, resa ancora più ardua dalla pandemia, ma finalmente ci siamo – le parole di Stagni – ci sono voluti ben cinque anni per dare seguito al primo volume, anche per la grande mole di immagini da analizzare. Una ricerca infinita di nomi, luoghi, aneddoti, testimonianze e ricordi, per un volume di oltre 400 pagine con schede di oltre 200 film”

Numerose e di prestigio le produzioni cinematografiche e televisive girate in Abruzzo, moltissime quelle nella provincia dell’Aquila, “terra avara di ricchezze materiali ma capace di regalare emozioni incredibili”.




SKYRUNNING VII Campionati Mondiali U23

Il Gran Sasso d’Italia e la Città dell’Aquila ospiteranno, anche quest’anno, il campionato  mondiale giovanile di skyrunning – ormai alla settima edizione – in programma dal 4 al 6 agosto 2023.

L’Aquila, 12 maggio 2023. Ieri mattina, 11 maggio, presso la sede del CAI L’Aquila, si è tenuta la cerimonia di presentazione della tre giorni iridata.

Erano presenti, oltre al Presidente della Sezione dell’Aquila del Club Alpino Italiano, Vincenzo Brancadoro, anche il Vicepresidente del Consiglio Regionale (nonché presidente del Consiglio Comunale) Roberto Santangelo, il Presidente del CONI Abruzzo Enzo Imbastaro e Cristiano Carpente in rappresentanza della società organizzatrice dell’evento, la SDS – Specialisti dello Sport.

Il Presidente Brancadoro ha sottolineato come il CAI, pur non occupandosi direttamente di sport agonistici, è membro dell’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche), al cui interno sono organizzate le attività dello Skyrunning Mondiale.

Per questo motivo quindi, il CAI aquilano affianca e concorre alla realizzazione di questo grande evento, che porterà il Gran Sasso d’Italia e la Città dell’Aquila alla ribalta internazionale.

Il Dr. Roberto Santangelo ha ribadito il supporto fattivo e concreto della Città dell’Aquila e della Regione Abruzzo ad una manifestazione di così alto spessore, che donerà lustro al territorio con un indubbio ritorno turistico e d’immagine.

Il Prof. Enzo Imbastaro ha sottolineato come eventi del genere aiutino gli individui di ogni età ad avvicinarsi allo sport e permettano di comprendere al meglio i benefici e la bellezza delle attività sportive.

La società organizzatrice ha infine illustrato le peculiarità della manifestazione, sia nei dettagli tecnici che nei principi che sono alla base dell’impegno profuso dagli oltre 200 volontari che – a vario titolo –  concorrono da anni alla realizzazione del Mondiale.

Nata nel 1975 per iniziativa del CAI, la gara di corsa in montagna fu intitolata alla memoria di Piergiorgio De Paulis, giovane promessa dell’alpinismo aquilano. Nel 1988 fu inserito un secondo premio, dedicato ai Volontari del Soccorso Alpino Riccardo Nardis, Stefano Micarelli e Piermichele Vizioli.

Nel 2013 la competizione di corsa in montagna è diventata cornice del Mondiale Giovani – che verrà ospitato nuovamente sulle nostre alte vette – grazie a una felice intuizione della SDS – società organizzatrice dell’evento internazionale.




VI^ VEGLIA MARIANA Internazionale dei Giovani e Festa dei Popoli

Sabato 13 giugno 2023, Santuario di San Gabriele dell’Addolorata

Teramo, 11 maggio 2023. Nella provincia di Teramo, come nel mondo, le città si stanno caratterizzando sempre maggiormente per le loro differenze religiose, culturali, linguistiche ed etniche. È quindi indispensabile avviare iniziative e buone pratiche di dialogo interculturale e di conoscenza dell’altro. A tale scopo la Diocesi di Teramo-Atri ha deciso di organizzare per sabato 13 maggio due momenti di riflessione, di incontro e di preghiera di carattere internazionale presso il Santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso: la Veglia Mariana Internazionale dei Giovani e la Festa dei Popoli.

In questa sesta edizione della Veglia Mariana si uniranno ai giovani presenti nel Santuario di San Gabriele quelli di Saint Benoit-Butembo (Repubblica Democratica del Congo), di Secunderabad (Telangana, India), della parrocchia di Alton (Illinois – USA), di Brasília (Brasile), e di Wennappuwa (Sri Lanka). Presiederà la celebrazione, accompagnato dal Vescovo Lorenzo Leuzzi e dal rettore del santuario Padre Dario Di Giosia, il pro-prefetto del Dicastero vaticano per l’evangelizzazione, l’Arcivescovo Rino Fisichella.

  Il collegamento per la recita del Santo Rosario inizierà alle 16.30 e sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube “Diocesi di Teramo-Atri”, sulla pagina Facebook “Chiesa di Teramo-Atri” e in tv sulle emittenti locali Tv6 (canale 13 del digitale terrestre) e SuperJ (canale 16 del digitale terrestre).

Prima e dopo il momento della preghiera si accenderanno intorno al santuario la musica e i colori della prima “Festa dei Popoli” nella nostra diocesi, evento pensato per promuovere la conoscenza della cultura, delle tradizioni, dei valori e delle “ricchezze” delle diverse popolazioni del mondo presenti nel nostro territorio. Sarà una festa di colori, suoni e sapori. Un viaggio che consentirà di girare per i continenti senza muoversi da casa. Un bell’esempio di come sia possibile creare coesione sociale e favorire l’integrazione se si incontra l’altro, se si creano occasioni di scambio e reciproca conoscenza.

Il programma prevede, dalle ore 10.00 alle ore 19.00, la presenza di ventidue stand e l’esibizione di cinque gruppi musicali: “I tamburi di Gorée, gli “Althein”, i “Ritmo do Brasil”, il “Coro Folkloristico di Picciano” e i “Venezuela Habla Cantando”.

Questi gli stand presenti: 1. Caritas di Teramo, 2. Ucraini di Cerchiara, 3. Salvatoriani polacchi, 4. Società dell’Apostolato Cattolico (India), 5. Suore Oblate di Gesù Bambino (Brasile, Italia, Perù), 6. Associazione Camminiamo per l’Africa, 7-8. Alionlus Assoc. Latino-americana in Italia Onlus, 9. Cina, 10. Dalla parte degli ultimi – DAPAFU Abruzzo/Burundi, 11. Suore Serve del Signore e della Vergine di Matarà (Argentina), 12. Gruppo africano Beato Iwene Tansi, 13. Padri passionisti, 14-15. Comune di Isola del Gran Sasso, 16. Pastorale della Gioventù diocesana, 17. Centro Missionario di Teramo e L’Araldo Abruzzese, 18. Comunità Mondo Nuovo, 19. I Tamburi di Gorée (Senegal), 20. Comunità ucraina di Roseto degli Abruzzi, 21. Gruppo Africano, 22. Giovani di Santiago de Compostela (Spagna).

«La Veglia Mariana e la Festa dei Popoli saranno una splendida occasione per incontrarci, conoscerci e fare un cammino tutti insieme» annuncia Don Adriano Da Silva, direttore del Centro Missionario Diocesano. «Questi stessi giorni di preparazione dell’evento sono stati occasione di incontro e di nascita di nuove amicizie tra persone che prima non si conoscevano. Ora non vediamo l’ora di accogliere sabato tante altre persone. Aspettiamo a braccia aperte tutti coloro che vorranno partecipare al Santo Rosario all’interno del Santuario e visitare gli stand della Festa dei Popoli all’esterno».




CATTOLICI E POLITICA. Oltre la diaspora

Politicainsieme.com, 11 maggio 2023. Guardando al passato anche recente, sono ormai chiari i limiti del sistema maggioritario e della sua attitudine a cancellare identità e biodiversità politiche in nome di una governabilità che peraltro ha lasciato a desiderare. E tutto ciò senza considerare l’impetuoso aumento dell’astensionismo strettamente collegato alla riduzione delle scelte.

Finora la vera difficoltà per l’area cattolica è stata quella di scegliere il male minore, fermo restando che una parte degli elettori considera il riferimento religioso non vincolante per la scelta elettorale. Retrospettivamente, sorprende

la lentezza con cui tanti movimenti di ispirazione cristiana impegnati nel sociale (il territorio giusto del prepolitico), hanno maturato un giudizio finalmente corale e irrevocabile sulla legge maggioritaria: un’arma impropria nei confronti della possibile ricomposizione di un soggetto politico cui il Paese deve molto in termini di modernizzazione e vocazione europea.

C’è dunque da domandarsi perché si sia rinviato così a lungo un giudizio sul sistema elettorale del bipolarismo. Non si è colto per tempo che il maggioritario è formattato  sulla vera e propria “svendita” della politica e della partecipazione alla Tv e, ora, al mix media mainstream e digitale. La comunicazione asfalta tutto in un’ottica referendaria, obbedendo al formato dei talk e delle curve pronte agli applausi. Ma certo non basta l’impronta un po’ modaiola dei media a spiegare il sonno cattolico nei confronti di un sistema elettorale che presenta aspetti di ipersemplificazione del voto. Seguendo il filo di quest’analisi, la stravittoria più elettorale che popolare del centrodestra, e la proiezione parlamentare che ne è derivata, ha dato il colpo di grazia.

Le ripetute esitazioni hanno indotto un riduzionismo etico tutt’altro che convincente per un’elaborazione politica che meritava una ben diversa capacità di decisione e intervento. Negli ultimi mesi molti movimenti hanno accentuato il loro attivismo, coinvolgendo anche aree e persone che hanno contribuito al successo del centrodestra, ma non per questo si sono sentite a casa, nonostante il netto successo alle urne.

Bisogna dunque riconoscere che non si erano appiattite in una dimora politica, aspettando un segno di tempi nuovi.

Ebbene questi cominciano a delinearsi in due modalità, inedite rispetto al passato. Da un lato sfuma sullo sfondo la tendenza a privilegiare partitini stretti intorno a un leader, ma più spesso a un gruppo politico in qualche misura già visto. Dall’altro molti segnali indicano che l’autoreferenzialità di alcuni esperimenti ha ormai evidenza pubblica, ma una nuova idealità politica di stampo cattolico non può solo ripercorrere improbabili sentieri  pur vincenti nella storia democratica italiana. In altre parole, c’è aria di apertura ma anche il senso di contarsi e dunque di contare.

Da questa angolazione il lavoro di autoanalisi è stato generoso e produttivo, e rappresenta già l’elemento prezioso di un tessuto connettivo che non ha più rimpianti e rimorsi. Qui si apre la vera scommessa per un’area che corre solo il rischio di guardare indietro: un limite radicale nell’obiettivo di parlare a tutte le generazioni. Ma i pericoli sono meno rilevanti delle sfide. Il terreno per crescere passa da un’attenta lettura del cambiamento sociale, fedele del resto alla radice popolare e sturziana.

Per difendere i propri valori occorre incarnarli nell’attuale spazio pubblico, anche nell’obiettivo di qualificarlo e cambiarlo. Solo sottoponendosi alla traversata dell’autoriflessione si delineano e incontrano i nuovi soggetti sociali cui parlare, a partire da donne e giovani, senza dimenticare che il Terzo settore, l’economia civile e i mondi della formazione e della conoscenza attendono da tempo di ascoltare una voce diversa. Tutti occhieggiano a queste realtà, ma un partito davvero innovativo deve prima ascoltarle, e su questo ascolto costruire un progetto di futuro.

Mario Morcellini

Pubblicato su formiche.net

https://www.politicainsieme.com/cattolici-e-politica-oltre-la-diaspora-di-mario-morcellini/




CIVITELLA, il Contest Fotografico Nazionale

Scadenza il 10 luglio 2023

Civitella Alfedena, 11maggio 2023. Programmato per il periodo estivo, torna il Concorso Fotografico Nazionale Civitella, giunto alla sua dodicesima edizione è rivolto ai fotografi di tutti i tipi, amatori, professionisti, appassionati e dilettanti, residenti in Italia, Rep. di San Marino e Città del Vaticano.

L’evento è organizzato dal Cine Foto Club Parco d’Abruzzo con il patrocinio comune di Civitella Alfedena, della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), del PNALM (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) e dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo.

I partecipanti con immagini (formato digitale o digitalizzato) a colori o in bianco e nero, potranno presentare le loro opere suddivise nelle tre sezioni: Tema Libero, quattro foto di tutti i generi fotografici; Tema Paesaggio, quattro immagini artistiche o estetiche che riproducono l’affascinante mondo landscape; Portfolio Libero, una serie d’immagini da otto a dodici di racconto o reportage.

Una giuria di esperti nazionali FIAF di varia estrazione, integrata da giornalisti e fotografi ha il compito di selezionare il miglior autore, premiare i migliori 5 fotografi per le tre sezioni, scegliere i migliori under 29, la miglior foto sul PNALM e di reportage giornalistico relativa a situazioni sociopolitico e culturali, riprese all’estero o in Italia, a cui andrà il premio dell’Ordine dei Giornalisti Abruzzo.

Diversi temi, foto singole, immagini tematiche di paesaggio, sulla natura del Parco e giornalistiche, ma anche lavori di un progetto fotografico con la sezione Portfolio, con tante possibilità per i partecipanti che dovranno inviare le loro opere online entro il 10 luglio 2023. Partecipare, è facile, basta andare sul sito: www.comune.civitellaalfedena.aq.it/eventi/concorso.php dove si può trovare il regolamento completo con i premi, la giuria e il format per iscriversi e inviare le foto: https://platio.cheposta.com/3880181/contest

Un evento nato nel 2010 che nel corso degli anni ha saputo farsi notare nel panorama dei concorsi nazionali, esercitando l’attrazione in molti fotografi e nell’arco delle sue edizioni annovera tra i suoi vincitori e premiati, autori e artisti conosciuti ma anche giovani fotografi emergenti. La giuria si riunirà il 15 e 16 luglio, mentre la premiazione avrà luogo sabato 5 agosto, nell’ auditorium del Centro Culturale di Civitella Alfedena con lo slideshow finale di tutte le opere ammesse e premiate. Per ogni informazione relativa al Concorso Civitella è sempre possibile contattare l’organizzazione scrivendo a email: cinefotoclubparcoabruzzo@gmail.com




MOSTRA SUB TUTELA DEI e Settimana della legalità e giustizia

Oggi e domani gli incontri con gli studenti

Teramo, 11 maggio 2023. Nell’ambito delle iniziative correlare alla mostra regionale itinerante Sub Tutela Dei, organizzata dal Centro Servizi per il Volontariato Abruzzo e dedicata al magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 e beatificato dalla Chiesa il 9 maggio 2021, si terranno domani e dopodomani gli incontri nelle scuole.

Stamattina, alle ore 9, a Giulianova, nell’aula magna dell’istituto d’istruzione superiore Cerulli-Crocetti, il primo incontro di sensibilizzazione con gli studenti, i quali si confronteranno con Fabrizio Stelo, prefetto di Teramo; Salvatore Insenga, cugino di Rosario Livatino; e Lorenzo Leuzzi, vescovo della diocesi di Teramo-Atri.

Domani, venerdì 12 maggio, alle ore 9, nell’aula magna dell’istituto d’istruzione superiore Di Poppa-Rozzi di Teramo, gli studenti con i membri della consulta provinciale incontreranno Pinuccio Fazio, padre di Michele, vittima innocente della mafia; David Mancini, procuratore del tribunale dei minori dell’Aquila; e il vescovo Lorenzo Leuzzi.

Nell’occasione dei due eventi con le scuole, saranno lanciati gli hashtag che accompagneranno le varie iniziative anche sul web e sui social (tra i quali anche quello ideato ad hoc dalla Consulta provinciale degli studenti, #LegalitàveraLibertà) per rafforzare i messaggi legati alla figura di Livatino.

La mostra su Livatino, allestita nella sala espositiva comunale di via Nicola Palma, a Teramo, è visitabile fino al 14 maggio (dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 19) e vede gli studenti dell’istituto superiore Pascal-Comi-Forti e del liceo Milli di Teramo fare da guide al pubblico. Prevede un percorso diviso in quattro sezioni con testi, immagini, video e un audio che rievoca l’agguato e che introduce al percorso.

L’allestimento, promosso da Libera associazione forense, Centro studi Rosario Livatino, Centro culturale Il Sentiero, è stato ospitato al Meeting di Rimini la scorsa estate.

Hanno offerto il patrocinio all’evento abruzzese la Regione Abruzzo, l’Ufficio scolastico regionale, le 4 Province abruzzesi, i Comuni dei quattro capoluoghi e di Avezzano, la Ceam (Conferenza episcopale Abruzzo e Molise), l’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, le diocesi di Teramo-Atri e di Avezzano, le fondazioni Tercas e PescarAbruzzo, l’Università di Teramo, i tribunali di Avezzano, Chieti, Pescara, Teramo; il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Teramo; il Forum del Terzo settore. Media partner è VDossier.

Collaborano all’evento, infine, Caritas, Libera, Unione giuristi cattolici di Pescara e Teramo, Associazione genitori, Prossimità alle istituzioni, Cosma, Premio Borsellino, Arci, Legalità cultura e territorio.




3BEE LANCIA LA PRIMA OASI della Biodiversità in Abruzzo

Due milioni di impollinatori nutriti e 1300 alberi nettariferi che assorbiranno CO2

Campli, 10 maggio 2023. La climate tech 3Bee ha creato la prima Oasi della Biodiversità in Abruzzo, grazie alla messa a dimora di oltre 1300 piante da nettare che contribuiranno a proteggere la biodiversità e a riequilibrare l’ecosistema ambientale.

L’iniziativa fa parte di un programma più ampio che ha portato alla messa a dimora di oltre 50.000 alberi in 18 regioni e oltre 50 province italiane.

In occasione della Giornata Mondiale delle Api e della Biodiversità, 3Bee annuncia la creazione della prima Oasi della Biodiversità in Abruzzo. Grazie alla piantumazione di oltre 1300 piante da nettare, la climate tech company ha creato un’area di protezione per l’ambiente e gli impollinatori, incentivando gli agricoltori a diventare coltivatori di biodiversità.

Le piante da nettare, messe a dimora in collaborazione con l’Azienda Agricola Francesca Marietti di Marco Cocci e Francesca Marietti a Campli, sono state distribuite gratuitamente al grower abruzzese, accompagnate da un incentivo economico per garantire la cura e la crescita delle piante. L’iniziativa rappresenta una sfida ambiziosa ma fondamentale all’interno di un territorio alle pendici degli Appennini abruzzesi, con l’obiettivo di migliorare la biodiversità e riqualificare alcuni terreni.

Grazie alla creazione della prima Oasi della Biodiversità in Abruzzo, nei prossimi vent’anni verranno assorbite oltre 657 tonnellate di CO2 e nutriti ogni anno circa 2 milioni di impollinatori, contribuendo alla salvaguardia degli ecosistemi naturali del territorio abruzzese. L’iniziativa prevede anche l’attivazione di analisi satellitari per il monitoraggio dello stato di salute di flora e fauna, al fine di migliorare il numero di insetti impollinatori e specie viventi presenti sul territorio. In futuro, 3Bee attiverà la tecnologia Spectrum per il monitoraggio della biodiversità e progetti di rigenerazione con rifugi per impollinatori.

“Siamo molto orgogliosi di aver dato vita alla prima Oasi della Biodiversità in Abruzzo”, dichiara Niccolò Calandri, CEO di 3Bee. “Con questa iniziativa, vogliamo dimostrare che la tutela dell’ambiente e la crescita sostenibile sono possibili anche nell’agricoltura, grazie alla connessione tra tecnologia e natura. Siamo grati alla partecipazione dell’azienda agricola abruzzese, che si è dimostrata sensibile alla causa della salvaguardia della biodiversità e degli impollinatori. Continueremo a lavorare insieme per proteggere il nostro prezioso ecosistema e raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi”.

Ora che le piante sono state messe a dimora, Enti pubblici e Imprese hanno la possibilità di aderire al progetto, contribuendo così alla cura e alla crescita delle piante da nettare e assumendo un ruolo attivo nella salvaguardia della biodiversità. L’iniziativa di 3Bee rappresenta un modello di agricoltura sostenibile che integra la tutela ambientale come parte essenziale del processo produttivo. In occasione della Giornata Mondiale delle Api e della Biodiversità, riaffermiamo l’impegno verso un futuro più verde e sostenibile per l’Italia, rafforzando l’equilibrio ecologico e la resilienza della nostra natura.

3Bee  è la climate tech company leader nella tutela della biodiversità che realizza progetti rigenerativi tramite tecnologie avanzate. 3Bee utilizza l’ape come fondamentale bioindicatore raccogliendo e interpretando i dati attraverso sistemi proprietari innovativi per monitorare la salute delle api, degli impollinatori e la loro connessione con gli ecosistemi. Inoltre, 3Bee ha sviluppato innovazioni in ambito ambientale: Hive-Tech, un alveare 4.0 che consiste in una rete di sensori IoT che monitorano il benessere delle api; Spectrum, un sistema di conteggio della fauna automatico – in particolare insetti impollinatori – che sfrutta l’intelligenza artificiale per riconoscere la tipologia di animale; Flora, un sistema di Reti neurali per l’analisi delle biodiversità vegetali, in collaborazione con ESA. Fino ad oggi, 3Bee ha realizzato progetti rigenerativi al fianco di oltre 500 aziende in 10 Paesi che hanno scelto di contribuire concretamente alla protezione della biodiversità. Inoltre, 3Bee collabora con centri di ricerca, scuole, agricoltori, coltivatori e cittadini per promuovere l’importanza della salvaguardia della biodiversità. Dalla sua nascita, 3Bee ha sviluppato una rete di oltre 3.000 apicoltori, installato più di 4.000 sensori IoT e rigenerato oltre 40.000 ettari.




IL RITORNO DI  SATURNINO GATTI 

Torna a casa dopo il restauro uno dei capolavori del Museo Nazionale d’ Abruzzo

L’Aquila, 10 maggio 2023.  La Madonna del Rosario di Saturnino Gatti è un dipinto su tavola di circa cinque metri quadrati e porta su di sé le ferite di antichi eventi traumatici che ne hanno compromesso la superficie pittorica, 

Il restauro voluto e finanziato dal Museo Nazionale d’Abruzzo, diretto dalle Dott.sse Federica Zalabra e Giulia Vendittozzi, ha previsto una campagna di indagini diagnostiche effettuate da Stefano Ridolfi e Ilaria Carocci di Ars Mensurae, finalizzate alla conoscenza della tecnica di Saturnino. Il restauro conservativo è stato condotto da Roberto Saccuman per il supporto, per la parte pittorica da Elena Mercanti e Paola Mancini, socie della cooperativa CBC. 

La difficoltà, dovuta alla complessità di un’opera in cui si sono individuati almeno sei interventi di restauro, è consistita nel coniugare lo stato conservativo all’esigenza estetica facendo emergere in tutta la sua bellezza la mano e la tavolozza stupefacente di Saturnino. La pittura di questo artista è preceduta da un disegno a pennello che descrive anche i più minuti particolari, spesso rinforzato da un segno d’incisione che si sovrappone al disegno. I colori intensi e vivaci suggeriscono una tavolozza variegata e ricca nella tipologia dei pigmenti impiegati. Non sono da meno le dorature applicate a guazzo e a missione presenti praticamente in tutte le raffigurazioni della composizione. La scelta condivisa dalla direzione dei lavori di rimuovere ciò che nascondeva tale maestria ha richiesto una gradualità d’intervento.

Il Museo Nazionale d’Abruzzo, nel ricco programma di eventi e appuntamenti dell’estate, organizzerà una giornata di studi per presentare il restauro e le indagini effettuate.

Per ora l’opera è tornata visibile al pubblico nella sede di Borgo Rivera visitabile dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30, ultima entrata ore 19.00

Per ulteriori informazioni e per aggiornamenti sulle attività del Museo:




CODICE ROSSO: il contrasto alla violenza di genere

Sala Polifunzionale della Provincia di Teramo 12 maggio 2023 – ore 10:00 ~ 13:00

Teramo, 10 maggio 2023. Il 12 maggio 2023, alle ore 10:00 presso la Sala Polifunzionale della Provincia (via Comi, Teramo), ci sarà un convegno formativo sul tema della violenza di genere, nato dalla collaborazione tra la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Teramo, il Comitato Pari Opportunità degli Avvocati di Teramo e l’Agenzia Legale Giuffrè Francis Lefebvre, con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Teramo e dell’Ordine degli Assistenti Sociali.

All’evento parteciperà la Dottoressa Paola Di Nicola Travaglini, Magistrata, consulente giuridica della Commissione sul Femminicidio del Senato, esperta di reati di violenza contro le donne e di stereotipi di genere giudiziari. Un importante momento di confronto e riflessione, aperto a tutti, su un fenomeno che va combattuto quotidianamente.

Saluti Istituzionali

· Avvocata Diana Giuliani, Presidente CPO Ordine degli Avvocati di Teramo

· Avvocata Amelide Francia, Presidente CPO Provincia di Teramo

· Avvocato Antonio Lessiani, Presidente Ordine degli Avvocati di Teramo

· Dottoressa Amalia Di Santo, Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali Regione Abruzzo

RELATRICE

· Dottoressa Paola Di Nicola Travaglini, Magistrata, Consulente giuridica della commissione sul femminicidio del Senato, Esperta di reati di violenza contro le donne e di stereotipi di genere giudiziari

MODERATRICE

· Professoressa Fiammetta Ricci, Università degli Studi di Teramo

ACCREDITAMENTO

· 3 Crediti Formativi per Ordine Avvocati

· 2 Crediti Formativi per Ordine Assistenti sociali




AL VIA IL MAGGIO TEATINO, concerto di Anna Tatangelo per la festa di San Giustino

De Cesare e Pantalone: “Oltre cento eventi e iniziative animeranno la città fino al 17 giugno”

Chieti, 9 maggio 2023. Al via la nuova edizione del Maggio Teatino. Concerto di Anna Tatangelo, tempo permettendo, in occasione della festa di San Giustino. Stamane la conferenza di presentazione con il vicesindaco e assessore agli Eventi, Paolo De Cesare, l’assessore al Commercio Manuel Pantalone e in presenza dei consiglieri Valerio Giannini e Vincenzo Ginefra.

“Stiamo attraversando un momento molto difficile dal punto di vista economico che non dipende da noi, ma da una situazione ereditata, nonostante ciò, siamo riusciti a garantire alla città un’animazione culturale in grado di garantire vita ed economia – così il vicesindaco e assessore agli Eventi Paolo De Cesare – Il Maggio Teatino è un iconico appuntamento che dà spazio e voce alle associazioni teatine che come Comune supportiamo con servizi, spazi e logistica e alle quali va il nostro ringraziamento perché le loro iniziative animano la nostra città, come ringraziamo il sindaco per aver sostenuto questa esigenza. Il primo evento è il concerto di Anna Tatangelo messo in cartellone per giovedì 11 maggio, in occasione delle celebrazioni del Santo Patrono e che potrebbe slittare se le previsioni meteo non consentiranno lo svolgimento della serata. Un evento importante che andava celebrato in maniera degna, garantendo un intrattenimento di qualità e che non grava sul bilancio dell’Ente, grazie a un accordo di sponsorizzazione con il Consorzio del centro commerciale Megalò.

Avremo a Chieti, alla Villa comunale un’artista celebre del panorama musicale nazionale, un concerto costruito tra mille difficoltà che ha richiesto più tempo e a cui si aggiungono le incognite legato al meteo, perché le previsioni non sono buone nei prossimi giorni. Grazie al lavoro fatto garantiamo il Maggio Teatino con cento eventi e il concerto, ma il cartellone è davvero ricco. Grazie alle associazioni che con il nostro supporto hanno composto il calendario di eventi che il Comune è onorato di patrocinare e che renderanno possibile alla città di ospitare, mostre, concerti, teatro, piccoli e grandi eventi, fra cui: la Notturna Città di Chieti, Premio Prisco, l’evento con i Vignaioli Teatini, Chieti Classica, il Palio de lu Ricchiappe, l’Infiorata, il secondo Gran Criterium Vetturette, la lectio di Paolo Crepet, per citarne alcuni. Il tutto in vista del cartellone estivo che stiamo componendo in queste settimane”.

“Il cartellone e il concerto sono la migliore risposta alle critiche ricevute da qualche voce dell’opposizione – così l’assessore al Commercio Manuel Pantalone – Fra gli eventi ci sono anche alcuni appuntamenti sportivi che lo arricchiscono e una rassegna dello Street Food, i buskers ed eventi collaterali, che porteranno movimento e che andranno in sinergia con iniziative che riguarderanno anche il commercio ambulante. La risposta al bando del Maggio Teatino è stata straordinaria, abbiamo oltre cento eventi fino al 17 giugno, che si realizzeranno nonostante tantissime difficoltà economiche ereditate. Vogliamo continuare a generare economie che facciano da linfa a un tessuto positivo per la città, conta il risultato e la qualità che questa amministrazione continua ad assicurare”.

“Le difficoltà sono molte di più di quelle pensate, abbiamo dovuto lottare contro tanto, ma si tratta di sforzi necessari per stare vicino al comparto commerciale – così il consigliere Valerio Giannini – e anche alla comunità, che esce da crisi energetica, inflazione e pandemia, grazie anche alle associazioni culturali che hanno risposto e hanno fatto sinergia con il Comune”.

“Le difficoltà sono tante, aver ottenuto un nome importante per celebrare anche la festa civile del Santo Patrono è un risultato positivo per la città – conclude il consigliere Vincenzo Ginefra – che riassume il lavoro dell’Amministrazione, della struttura e delle tante associazioni che hanno risposto”.




NUTRIZIONE, OBESITÀ, IPERGLICEMIA, Malattie croniche non trasmissibili

Dalla fisiopatologia alla pratica clinica. Congresso presso l’Auditorium del Rettorato – 12 e 13 maggio 2023

Chieti, 9 maggio 2023. Lo stato della ricerca e i suoi aspetti innovativi nel settore della nutrizione saranno al centro del Congresso nazionale sul tema Nutrizione, Obesità, Iperglicemia, Malattie Croniche Non Trasmissibili: dalla fisiopatologia alla pratica clinica, in programma il 12 e 13 maggio prossimi presso l’Auditorium del Rettorato, nel Campus universitario di Chieti. L’evento è stato organizzato dal Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Alimentazione e Salute e dalla Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara. Responsabile scientifico del simposio è la professoressa Ester Vitacolonna, ordinario di Scienze e Tecniche dietetiche applicate presso il Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento della d’Annunzio. I lavori saranno aperti dai saluti istituzionali professor Liborio Stuppia, Rettore eletto e Presidente Scuola Medicina e Scienze della Salute dell’Università Gabriele d’Annunzio, dal professor Angelo Cichelli, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Alimentazione e Salute, dall’Assessore Regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, e dal Direttore Agenzia Sanitaria Regionale dell’Abruzzo, Pierluigi Cosenza.

L’evento scientifico in programma a Chieti il 12 e 13 maggio prossimi – spiega la professoressa Ester Vitacolonna – rappresenta un momento di incontro e confronto fra alcuni tra i maggiori opinion leader di prestigiose Istituzioni sui temi trattati, oltre che illustri docenti della nostra Università. Nel corso delle due giornate di studio saranno affrontati temi fondamentali quali l’influenza della salute nutrizionale e metabolica in gravidanza con le possibili ripercussioni nel corso della vita del nascituro.

Sarà affrontata la relazione tra malattie metaboliche e differenze di genere nonché temi rilevanti quali le innovazioni fisiopatologiche, tecnologiche e farmacologiche in nutrizione, obesità e diabete, ma anche inerenti alla sicurezza alimentare, le basi psicobiologiche del comportamento alimentare e la riabilitazione nei disturbi dell’alimentazione.

Ampio spazio sarà dato a tematiche innovative in ambito nutrizionale così come la relazione tra scienze omiche e nutrizione (come epigenetica e gravidanza) che sono anche fiore all’occhiello della ricerca condotta nell’Università d’Annunzio. Tutti gli argomenti – conclude la professoressa Ester Vitacolonna, responsabile scientifico del congresso – saranno affrontati nell’ottica anche della formazione nella continua evoluzione scientifica.

Maurizio Adezio




SANTO SUBITO

Siamo tra quelli che, a parte la sua sincera vocazione europeista, non hanno condiviso e non condividono la posizione politica di Berlusconi

Politicainsieme.com, 9 maggio 2023. La sua parabola non è stata liberale, com’era nei presupposti della sua discesa in campo. Né, in più occasioni, è stata moderata. Non a caso, dopo aver sdoganato MSI e Lega, il suo excursus giunge al supino appiattimento sulle posizioni di Fratelli d’Italia, insistentemente ribadito nel messaggio inviato alla recente assemblea che il suo partito ha tenuto a Milano.   Vantando di rappresentare la colonna portante di una alleanza politica di destra, nel cui ambito, tutt’al più, Forza Italia funge da gruccia. Ma oggi non è questo il punto, su cui vogliamo riflettere.

Siamo anche tra coloro che hanno rispetto delle persone e, dunque, anche di Berlusconi. Del quale, per un verso, apprezziamo la ferma determinazione a mantenere quanto più vivo possibile il suo impegno politico, per altro verso, dobbiamo constatare come alcuni passaggi del suo recente intervento testimonino e confermino come sia stato e sia tutt’ora quell’antesignano dell’antipolitica, da cui hanno prese le mosse tutte le degenerazioni populiste che lamentiamo.

Ha evocato lo spettro del comunismo esattamente come trent’anni or sono, esorcizzando Stalin e Mao Tse Tung. E già che stava da quelle parti, ha ingentilito il suo discorso ventilando – con una sottile ironia, necessaria a rendere meno cervellotico un tale allarme – il rischio di una invasione cinese. A fronte di una tale prospettiva da incubo, ovviamente, la guerra di Putin è una bazzecola neanche da parlarne. Senonché questa negligenza- possiamo chiamarla così ? – ha conferito all’ intero intervento una intonazione di evanescente opportunismo tattico.

Eppure, vien da dire che Berlusconi è pur sempre il meglio del berlusconismo. C’è da essere sinceramente preoccupanti – per chi le fa e per chi le ascolta – di certe dichiarazioni di berlusconiani in servizio permanente ed effettivo. Evidentemente eccitati dal riferimento che il Cavaliere, più o meno inopinatamente, ha fatto ai cosiddetti santi laici, straparlano di Forza Italia come religione e della sua missione apostolica, cioè destinata a continuare nel tempo, anche dopo l’ascensione del Capo al cielo. Il che, francamente, ci sembra, anzitutto, poco rispettoso proprio nei confronti di Berlusconi che, a fronte di adepti talmente devoti, farebbe bene a ricorrere ai debiti scongiuri.

Al nostro sistema politico mancava giusto questa lettura in chiave messianica o apocalittica ed ora la lacuna viene colmata. Ma siamo talmente oltre la misura di ciò che è umanamente ragionevole, da augurarci che Berlusconi resti sulla scena politica il più a lungo possibile, se non altro per evitare che venga occupata da tali adulatori.

https://www.politicainsieme.com/santo-subito/




[LA CHIESA]

Un cammino necessario per la Verità

L’accusa: lo strumento peggiore che si possa usare quando si è alla ricerca della Verità.

Nella chiesa, sotto la talare, dietro l’altare, il male riesce a mimetizzarsi davvero in modo sorprendente.

La falsità è indole del maligno ma le sue dinamiche grottesche e scomposte emergono sempre ed in ogni modo si realizzano chiarissime; facile, dunque, registrare l’obiettivo quando si vuole impostare un cammino valido.

Dalla più piccola chiesa locale, alle grandi cattedrali, finanche alle aule vaticane, le più recondite, è vero, emerge tanta menzogna e tanta  falsità, diffusa perfino ai piedi dei vicari di Cristo; ma la Chiesa, quella autentica, è la vera garanzia per individuare il giusto cammino quando si è alla ricerca della Verità.

Qualche sbandamento è certo nel ns cammino, facile cadere nell’imbroglio malefico, ma quando si è illuminati dalla fede, impossibile imboccare strade errate.

Il richiamo della Verità si rende sempre presente ed inequivocabile; basterebbe solo sintonizzarsi e saper rispondere per non perdersi nell’infinito labirinto della sapienza perversa e delirante dei tempi ambigui.

nm




ALDO MORO E LA COSTITUZIONE ANTIFASCISTA

Ricorre domani il quarantacinquesimo anniversario dell’uccisione del Presidente Moro

Politicainsieme.com, 8 maggio 2023. Lo ricordiamo riportando, dall’ intervento che tenne, in Assemblea costituente, il 13 marzo 1947, un breve stralcio, laddove sostiene – con argomenti che valgono tuttora e sembrano scritti per orientare ancora oggi la nostra riflessione – che la Costituzione non può essere afascista, come, fin d’allora, taluni proponevano, ma esplicitamente antifascista.

Afferma, infatti:

“……costruire un nuovo Stato, se lo Stato è – com’è certamente – una forma essenziale, fondamentale di solidarietà umana, costruire un nuovo Stato vale quanto prendere posizione intorno ad alcuni punti fondamentali inerenti alla concezione dell’ uomo e del mondo.

Non dico che ci si debba dividere su questo punto, partendo ciascuno da una propria visione ristretta e particolare; ma dico che se nell’atto di costruire una casa nella quale dobbiamo ritrovarci tutti ad abitare insieme, non troviamo un punto di contatto, un punto di confluenza, veramente la nostra opera può dirsi fallita.

Divisi – come siamo – da diverse intuizioni politiche, da diversi orientamenti ideologici, tuttavia, noi siamo membri di una comunità, la comunità del nostro Stato e vi restiamo uniti sulla base di un’ elementare semplice idea dell’ uomo, la quale ci accomuna a determinare un rispetto reciproco degli uni verso gli altri.

Costruendo il nuovo Stato noi determiniamo una formula di convivenza, non facciamo soltanto dell’organizzazione dello Stato, non definiamo soltanto alcuni diritti che intendiamo sanzionare per la nostra sicurezza nell’ avvenire; determiniamo appunto una formula di convivenza, la quale sia premessa necessaria e sufficiente per la costruzione del nuovo Stato.

Quando io ripenso a quella che è stata la vigilia del 2 giugno, quando mi ritorna alla mente la mobilitazione spirituale che tutte quante le forze politiche hanno fatto nel nostro Paese – una mobilitazione la quale tendeva appunto a dare alcuni supremi orientamenti di vita umana e sociale – quando ripenso che questa mobilitazione era precisamente determinata dalla coscienza di questo grande atto che si stava per compiere, di questa grande e decisiva ricerca da fare, io dico che veramente di questa fondamentale ideologia che ci accomuna noi non possiamo fare a meno, se non vogliamo fare della nostra Costituzione uno strumento antistorico ed inefficiente.

Diceva l’on. Lucifero (parlamentare monarchico, nda) nel corso del suo interessante intervento in sede di discussione generale, riprendendo un’idea lungamente espressa nella nostra cordiale discussione in sede di Sottocommissione, che era suo desiderio che la nuova Costituzione italiana fosse una Costituzione non antifascista, bensì afascista. Io, come già espresso in sede di Commissione all’ amico Lucifero, qualche riserva su questo punto, torno ad esprimerla, perché mi sembra che questo elementare substrato ideologico nel quale tutto quanti noi uomini della democrazia possiamo convenire, si ricolleghi appunto alla nostra comune opposizione di fronte a quella che fu la lunga oppressione fascista dei valori della personalità umana e della solidarietà sociale.

Non possiamo in questo senso fare una Costituzione afascista, cioè non possiamo prescindere da quello che è stato, nel nostro Paese, un movimento storico di importanza grandissima, il quale nella sua negatività ha travolto per anni le coscienze e le istituzioni. Non possiamo dimenticare quello che è stato, perché questa Costituzione emerge da quella resistenza, da quella lotta, da quella negazione, per le quali ci siamo trovati insieme sul fronte della resistenza e della guerra rivoluzionaria ed ora ci troviamo insieme per questo impegno di affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale.

Guai a noi, se per una malintesa preoccupazione di serbare appunto la nostra Costituzione da una infiltrazione di motivi partigiani, dimenticassimo questa sostanza comune che ci unisce e la necessità di un raccordo alla situazione storica nella quale questa Costituzione italiana si pone.

La Costituzione nasce in un momento di agitazioni e di emozioni. Quando vi sono scontri di interessi e di intuizioni, nei momenti duri e tragici, nascono le Costituzioni, e portano di questa lotta, dalla quale emergono, il tratto caratteristico. Non possiamo, ripeto, se non vogliamo fare della Costituzione uno strumento inefficiente, prescindere da questa comune, costante rivendicazione di libertà e giustizia. Sono queste le cose che devono essere a base della nostra Costituzione…”

https://www.politicainsieme.com/aldo-moro-e-la-costituzione-antifascista/




RICORDO DEGLI EROICI PARTIGIANI Francesco Sciucchi e Antonio Aceto

Risiedevano entrambi nella contrada Santa Barbara di Chieti

Chieti, 8 maggio 2023. Sciucchi era nato a Chieti nel 1908.Si era laureato in Medicina a Roma nel 1933. Mobilitato come ufficiale medico, aveva svolto la sua attività a Roma e Bari,  poi in Spagna, in Albania e in Grecia. Tornato a Chieti, prestò servizio nell’ospedale militare. Dopo l’8 settembre, partecipò all’organizzazione della banda Palombaro. Nella contrada Santa Barbara organizzò un gruppo partigiano, al quale aderirono  i contadini Anonio Aceto e Ruggero Carlone e il colonnello Roberto D’Agostino.

Antonio Aceto, nato il 30 marzo 1919, lavorava come mezzadro alle dipendenze della famiglia Fusco. In un’intervista il figlio Angelo mi disse che il padre, benché molto giovane, aveva quattro figli, due nati prima  e due durante la guerra. Aveva combattuto in Albania, in Grecia e in Africa.

Dopo l’armistizio, entrò nel gruppo capitanato da Sciucchi che, con una radio ricetrasmittente, manteneva i collegamenti con gli anglo-americani. I partigiani aiutavano gli ex prigionieri alleati ad attraversare il fronte, accompagnandoli alle foci dei fiumi  Alento e Foro, ove trovavano  battelli a vela e a remi procurati dai partigiani della banda  di Francavilla.

Una scheda dell’ANFIM (Associazione Nazionale Famiglie Martiri Italiani), firmata da Alessandro Sciucchi, padre di Francesco,  documenta come furono uccisi il figlio, Antonio Aceto e il colonnello Roberto D’Agostino. La mattina dell’8 novembre 1943 Francesco Sciucchi, sospettato di nascondere delle armi e di avere collegamenti con gli inglesi, per la delazione di spie rimaste sempre ignote, fu arrestato alla presenza della madre, delle nuore e di una nipotina di tre anni, piangente, tenute sotto la minaccia dei mitragliatori.

I nazisti comunicarono l’arresto del partigiano sparando colpi con pistola segnalatrice. Sentendo gli spari, il colonnello Roberto D’Agostino tentò di fuggire, “ma fu raggiunto in pieno da una raffica di mitraglia, che lo stese morto”.

Caricato Francesco su un’automobile, i nazisti incontrarono durante il percorso   Antonio Aceto, “che fu parimenti preso”. Giunti  a circa due km di distanza dalla chiesa della Madonna del Buon Consiglio, sotto Bucchianico, i due partigiani furono fucilati senza processo. 

Sull’uccisione di Ruggero Carlone abbiamo  la testimonianza della signora Anna Carlone, sua parente. Ruggero era mezzadro di Francesco Sciucchi. Mentre stavano per sparargli, per proteggerlo, “corse verso i tedeschi. La moglie, che era incinta, gridò:<Fermati! Dove vai!> I tedeschi hanno ucciso pure lui con la mitragliatrice”.

Nel secondo anniversario della barbara uccisione, le famiglie eressero sul posto un cippo con una croce e la seguente drammatica epigrafe: ”La mattina dell’8 novembre 1943/DOTT. FRANCESCO SCIUCCHI ED ANTONIO ACETO/ venduti alla bestiale ferocia germanica/da esecranda progenie di Caino e di Giuda/ebbero violentemente spezzata la vita/nel rigoglio della loro giovinezza/inzuppando del loro purissimo sangue/senza processo e cristiano conforto/queste zolle/sulle quali si compì il loro martirio”.

Il prossimo 10 maggio, alle ore 10, la Lega Spi e la Sezione Anpi di Chieti onoreranno la memoria dell’eroico sacrificio dei partigiani Francesco Sciucchi e Antonio Aceto, deponendo al cippo una corona di fiori. Alla commemorazione parteciperanno gli studenti della Scuola Secondaria di primo grado di Bucchianico (due giorni prima il sottoscritto  dialogherà con loro sulla banda Palombaro), i dirigenti delle due Associazioni e i sindaci di Bucchianico e di Chieti.

Filippo Paziente

storico e socio Anpi




LA NUOVA CANZONE del Gen Verde

Gen Verde – Girl On A Mission (Magnificat). Composta per la Giornata Mondiale della Gioventù 2023 a Lisbona, Portogallo

Il tema della Giornata Mondiale della Gioventù 2023 a Lisbona, Maria si alzò e andò in fretta (Lc 1,39), è l’ispirazione di questa canzone in inglese e portoghese. Seguendo l’esempio di Maria, le chiediamo di portarci con sé nel suo viaggio e di insegnarci come aprire i nostri cuori ai più bisognosi.

Il videoclip è stato realizzato con la partecipazione speciale degli studenti di danza del Laboratorio Accademico Danza (Montecatini, Italia) e di Maria Salvatori, violoncellista.

Disponibile su tutte le piattaforme digitali: https://lnk.to/girlonamission

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LYRICS

Oh… oh…

You’re a girl on a mission

Nothing stands in your way

You arise to meet the morning cold

At the break of day

There’s a fire

In your eyes

Cause you know the one you carry inside

Will be the light of the world

As his love urges you along

In your heart is a joyful song:

Magnificat anima mea

Magnificat anima mea Dominum

And my spirit rejoices

My heart can’t keep from singing

The wonders of the Lord

Magnificat anima mea

Magnificat anima mea Dominum

Magnificat anima mea Dominum

oh…

Nessa viagem, Maria

Leva-nos com você

Oxalá que o nosso coração

Seja como o Seu

Seu ouvir

Seu olhar

Coisas grandes podes nos ensinar

Cuidar, sofrer, transformar

Quem amar como você fez

Cantará com você, assim:

Magnificat anima mea

Magnificat anima mea Dominum

And my spirit rejoices

My heart can’t keep from singing

The wonders of the Lord

Magnificat anima mea

Magnificat anima mea Dominum

Magnificat anima mea Dominum

oh….

E, todos juntos, nos levantemos

E cada muro abateremos

Caminharemos

Nada nos para agora! Hey!

Sem olhar para trás

Por essa estrada vamos

Nas nossas mãos

Temos para sempre a esperança,

a esperança.

We’ll build a world of love

Magnificat anima mea

Magnificat anima mea Dominum

And my spirit rejoices

My heart can’t keep from singing

The wonders of the Lord

Magnificat anima mea

Magnificat anima mea Dominum

Magnificat anima mea Dominum

oh, oh…

Magnificat anima mea

oh, oh…

You’re a girl on a mission.

#GenVerde #girlonamission #Magnificat

Music video by Gen Verde performing Girl On A Mission (Magnificat). © Gen Verde 2023. All Rights Reserved.




SERVONO I CATTOLICI IN POLITICA?

di Giovanni Cominelli

Politicainsieme.com, 7 maggio 2023. Quando don Sturzo nel 1919 fondò il Partito popolare come “partito di cattolici”, quando De Gasperi nel 1943 fondò la DC come “partito cattolico”, i cattolici in Italia erano la maggioranza. Non solo sociologica.

In mezzo a quelle due date sta “Umanesimo integrale” del 1936 di Jacques Maritain, del quale cadeva il 28 aprile scorso il cinquantenario della morte. La sua distinzione tra l’azione en tant que chrétien e l’azione  en chrétien ha guidato per decenni i cattolici in politica.

La prima azione consiste nell’obbedienza ai riti e ai dogmi della Chiesa; la seconda è l’applicazione delle idee cristiane in ambito temporale da parte di individui o di organizzazioni laiche.

Il presupposto materiale di quella distinzione era l’esistenza di una Cristianità. Chi l’avrebbe dovuta rappresentare e dirigere era, tuttavia, oggetto di conflitto, interno alla Chiesa stessa: il Vaticano direttamente o i cattolici laici?  Quel presupposto è venuto meno: i cattolici sono minoranza, “la cristianità” è finita.

Negli ultimi settantacinque anni, passata la sbornia del “Christus vincit” e dell’”Ecclesia triumphans” dell’Anno santo 1950, celebrata e presto tramontata la speranza di rinascita indotta dal Concilio Vaticano II negli anni ’60, il processo di secolarizzazione è proceduto implacabile e diffusivo.

Il tormento dei cattolici nell’Italia di oggi nasce proprio da qui: la fede ha cessato di essere fermento, motore, animazione della società e, dunque, della politica. E se hanno pensato di usare la politica e lo Stato per costruire una società secondo i propri valori, ora sono loro ad essere usati dalla politica.

La costruzione della “città umana” è, più che mai, un cantiere disordinato e conflittuale, le fondamenta etiche sono di risulta, mentre il grande magazzino di materiali finora fornito dalla fede resta inutilizzato. Ai credenti resta la sensazione di essere vestali di ceneri fredde.

All’interno del mondo cattolico, le correnti fondamentaliste, alimentate sempre e in ogni tempo dall’illusione del “ritorno alle origini”, hanno dato la colpa di tale condizione al “tradimento dei chierici” – qui intesi letteralmente come Papi e Vescovi– che per voler andare incontro al mondo, se ne sono lasciati sedurre. Ah, i bei tempi del Sillabo di Pio IX!…

Il fatto è che siamo immersi in una deriva antropologica di lunga durata, almeno qui in Occidente: la deriva dell’onnipotenza tecnologica e dell’autosufficienza metafisica. E perciò si sta affievolendo la domanda religiosa.

Il senso religioso nasce dall’esperienza diretta della corporeità e della terra: donde il senso della finitudine, del limite, del male, della morte. Ma non è più un’esperienza collettivamente elaborata. Viene segregata e privatizzata in un orizzonte individuale.

Se la fede religiosa deve rispondere al bisogno metafisico di senso e al bisogno sociale di legami comunitari, il primo viene cloroformizzato, il secondo è sempre più ridotto in orizzonti individuali e micro-comunitari. Il culto della propria libertà/identità prende il posto di quello religioso.

La fede resta a disposizione come “solacium” individuale, magari nell’illusione di R. Panikkar della creazione di un piacevole salotto interiore “cosmo-teandrico”, ma quando si incomincia a camminare nel mondo è inutilizzabile… E la morte? Secondo una crescente corrente di pensiero transumanista e postumanista è solo “una prestazione organica disfunzionale”. Tra qualche tempo la morte sarà sconfitta.

Basterà operare il download della storia individuale dentro “un agente” bio-meccanico, da gestire in ordinaria manutenzione per i secoli a venire. Liberandoci del corpo mortale, ci libereremo dalla morte.

In questa condizione storico-culturale, i cattolici devono “ritornare a Camaldoli”, in quel luogo dell’incontro storico dell’intellettualità cattolica, svoltosi tra il 17 luglio e il 23 luglio 1943, nel quale si gettarono le basi ideologico-programmatiche della DC? Francesco Occhetta, gesuita e docente alla Gregoriana, lo raccomanda. Ma solo in forma prepolitica e pre-partitica. Come, del resto, accadde anche allora.

Pare l’unica proposta ragionevole. I cattolici sono ormai dispersi su tutto il ventaglio della politica. Meglio che abbandonino l’idea di essere rappresentati unitariamente da qualche singolo colore dell’arcobaleno politico e di poter rendere operative le proprie opzioni etiche con l’aiuto dello Stato. Viva la diaspora, dunque! Liberati dagli schieramenti, potranno liberamente confrontarsi tra di loro e con il mondo sulle sfide del presente.

Serve ancora un cattolico oggi?

Sì, a discernere “i segni dei tempi”. L’invito a farlo era già partito da Gesù Cristo, quando lamentava l’incapacità dei Farisei di leggere i segni dell’ora messianica. Così il Vangelo di Luca.

È stata l’indicazione di metodo fondamentale della “Humanae salutis” di Giovanni XXIII, della Costituzione conciliare “Gaudium et Spes” – “è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo” –  dell’”Ecclesiam suam” di Paolo VI. Per P. Chenu “i segni dei tempi” erano “i fenomeni generalizzati, che abbracciano tutta una sfera di attività e che esprimono i bisogni e le aspirazioni dell’umanità di oggi”.

Ora, in questo Terzo millennio, i tempi e i segni sono cambiati. È tornato, dopo 75 anni, il tempo della guerra. È in fibrillazione l’antropologia reale e quella filosofica di millenni di storia della specie.

Stiamo passando dall’antropologia del corpo a quella, gnostica, della mente. Il pianeta e la specie stanno entrando in un’epoca densa di incognite. Jean Guitton, poco prima di morire, scrisse di ingresso “in un tempo metafisico”. Non servono prediche e nostalgie, ma uno sguardo arrischiato e coraggioso sul tempo che sta arrivando.

Servono delle vele capaci di intercettare “il vento che soffia dal cuore delle cose”. È qui che i credenti devono dimostrare una superiorità epistemica, se ce l’hanno, capace di misurarsi con la storia, con il tempo presente, con il futuro. Senza (ricerca della) verità, non c’è carità, non c’è giustizia, non c’è comunità. Non c’è storia veramente umana.

Giovanni Cominelli

https://www.politicainsieme.com/servono-i-cattolici-in-politica-di-giovanni-cominelli/




 VIVA NAPOLI, ma non solo per il calcio

di Giuseppe Lalli

Della vittoria dello scudetto da parte del Napoli non si può che essere contenti (se ne starà rallegrando, in Cielo, anche Luciano De Crescenzo). Napoli non è una città qualunque. Napoli non lascia indifferenti. Non è solo una realtà urbana: è un destino, è una grande vivente metafora dell’Italia, è la capitale emotiva della nazione, il cuore pulsante del Paese, è una geografia umana che in diversa misura rappresenta tutti gli Italiani. A Napoli – diceva un suo celebre figlio, Totò, – si fa sempre tutto col cuore, il bene e il male. 

Napoli è la città della vita, della luce, della creatività, è la calda corrente del golfo che abbraccia da sempre tutta la penisola. Difficile immaginare un’Italia senza Napoli. Confessiamolo a noi stessi: noi italiani siamo tutti, chi più chi meno, un po’ napoletani, tiriamo tutti a campare, siamo sempre inclini a mettere il cuore davanti alla testa, e quando tutti ci danno per morti, il terzo giorno resuscitiamo.

Noi abruzzesi, poi, abbiamo avuto con la città partenopea un rapporto particolare. Tutto, dalla storia politica alle dinamiche etno-linguistiche, ci ha proiettato verso il Meridione. Napoli è stata la nostra capitale per almeno seicento anni, e L’Aquila, questa nostra bellissima città di fondazione, è stata considerata seconda città del regno continentale già a partire dai primi decenni del XV secolo. Alla fine del Settecento e poi per tutto il primo Ottocento, i figli della piccola e grande borghesia abruzzese e molisana andavano a studiare a Napoli. Benedetto Croce (Pescasseroli, 1866–Napoli, 1952), abruzzese di nascita e figlio di abruzzesi trapiantati a Napoli, ha potuto amare e dedicare a questa capitale della cultura gran parte delle sue fatiche intellettuali senza dover trascurare le sue radici.

Napoli occupa un posto importante anche nella storia di Assergi, paese natale dello scrivente abbarbicato sulle pendici del versante meridionale del massiccio del Gran Sasso. Poteva accadere nei secoli passati che i massari, i responsabili della “cosa pubblica” della comunità, scrivessero direttamente al Re di Napoli per vedere risolti i loro problemi. Nel Settecento, come ci informa Nicola Tomei (Villa S. Angelo, 1718–L’Aquila, 1792), «il Dottor di legge D. Giuseppantonio Cipicchia nato ad Assergi da Franco Cipicchia e Chiara Giusti, esercita i R(egi) Governi nel Regno» . Assergi, paese vestino, porta tracce rilevanti di Napoli nel dialetto (come lo scrivente ha illustrato in altro luogo) e nella stessa chiesa parrocchiale. 

C’è poi un’opera letteraria che lega le nostre contrade all’antica capitale. Si tratta di un poema dal titolo “La bella di Camarda”, di Emidio Cappelli (S. Demetrio ne’ Vestini, 1806 – ivi, 1868), rampollo di un casato che viveva a Napoli e che già ai primi dell’Ottocento era divenuto proprietario di gran parte della nostra montagna. Il racconto, non privo di suggestivi squarci lirici, è ambientato nell’amena valle del Raiale, che l’autore ben conosceva e molto amava. Pubblicato nell’allora capitale del Regno nel 1857 a cura della prestigiosa Accademia Pontaniana, il poemetto, scritto in uno stile di evidente impronta neoclassica, è stato considerato da un celebre intellettuale aquilano da poco scomparso come «il testo più caratteristico e consigliabile dell’Ottocento abruzzese» .

Va bene, dunque, la vittoria dello scudetto, ma essa non può essere salutata come un riscatto, giacché Napoli non è mai stata solo spettacolo o folclore, o arretratezza, ma, semmai, luogo delle occasioni mancate. Ecco, di seguito, cosa scriveva, tra l’altro, sulla grande città mediterranea lo storico Fernand Braudel (Luméville-en-Ornois, 1902–Cluses, 1985), esponente di punta di quella feconda corrente storiografica che va sotto il nome di “École des Annales” e attento studioso della storia della mentalità, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 30 marzo 1983:

Napoli ha continuato a dare molto all’Italia, all’Europa e al mondo: esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti […] mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori”. L’Italia – aggiungeva Braudel – ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, snobbando Firenze, Milano o Roma. […]. Questo capitale è oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell’esaurimento […]. Quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l’Europa, ma anche e soprattutto per l’Italia. Questa fortuna Napoli merita, più che mai che le sia data.

Valga, infine, un piccolo ricordo personale, di me che scrivo queste modeste note. Qualche anno fa stavo in gita a Napoli con alcuni amici e conoscenti aquilani. Si stava pranzando, dopo una breve passeggiata, in un ristorante con vista su via Caracciolo e sul mare. Ad un certo punto, tutti per qualche attimo ci azzittimmo. Io sentii il bisogno di prendere la parola e sussurrai: “Diciamo la verità: in questa città ci sentiamo a casa nostra”. “È vero – rispose più di uno –, stavo proprio pensando la stessa cosa”.

Per il resto, viva Napoli campione d’Italia!




TEMPO DI GRATIFICAZIONI

Il Giro d’Italia per l’Abruzzo in primo piano

Costa dei Trabocchi, 6 maggio 2023. Tutto il mondo del ciclismo concentrato sulla nostra costa: la Costa dei Trabocchi, lo spettacolo di un’Abruzzo misterioso e sorprendete, anche per noi abruzzesi.

Un’evento, una gara, una foto per immortalare la sintonia di due momenti della lotta contro il tempo.

Un Trabocco che resiste al tempo; un Tempo che resiste all’impresa nel Grande nostro Abruzzo.

In attesa della settima nei nostri monti, ci godiamo la prima tappa nella nostra costa; un evento davvero unico per il mondo dello sport, per il ciclismo, per gli abruzzesi tutti.

nm

Foto twitter @giroditalia




ACI: DISEGNA LA TUA STRADA sicura nel rispetto dell’ambiente

Terza edizione della Campagna di sensibilizzazione in collaborazione con le Scuole Primarie e gli Automobile Club provinciali

Chieti, 6 maggio 2023. Oggi, in occasione della Giornata Europea della Sicurezza Stradale, l’Automobile Club Chieti propone “Disegna la tua strada sicura nel rispetto dell’ambiente”, un’importante campagna di sensibilizzazione promossa dall’ACI nazionale con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e del Merito, giunta alla sua terza edizione, che vede protagoniste le Scuole Primarie del territorio.

Quest’anno alle informazioni legate alla strada e alla sua sicurezza si aggiunge il concetto di mobilità sostenibile correlato al tema dell’ambiente, in linea con quanto dichiarato dalla Commissione Europea nel documento “Un futuro ad impatto climatico zero”.

Un’esperienza che permetterà ai bambini di rappresentare la loro idea di “strada sicura e sostenibile” attraverso disegni ed immagini da colorare.

I docenti interessati possono scaricare i materiali didattici direttamente dall’home page del sito www.chieti.aci.it e distribuire i disegni ai bambini, i quali li completeranno e li coloreranno a seguito di una dinamica di classe nella quale l’insegnante suggerirà momenti di riflessione rivolgendo le domande, appositamente predisposte, presenti anch’esse sul sito unitamente ai disegni.

Quindi l’insegnante selezionerà da 1 fino ad un massimo di 3 disegni (anonimi per ragioni di privacy) che trasmetterà per e-mail nella quale specificherà il nome della scuola e della classe. I disegni dovranno essere fotografati in formato Jpg (l’immagine deve essere in alta risoluzione HD) e trasmessi all’Automobile Club Chieti entro venerdì 12 maggio all’indirizzo: r.dantuono@aci.it

A campagna conclusa, l’Aci Chieti esporrà sul proprio sito e sui canali digitali i disegni ricevuti.

Quelli migliori verranno successivamente selezionati da ACI Italia ed il 1° giugno sul sito internet dell’ACI (aci.it) e sul portale ministeriale Edustrada (edustrada.it) sarà pubblicato un video nazionale, unitamente all’elenco delle Scuole Primarie che hanno preso parte alla Campagna.