INSIEME, i cattolici e oltre

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 6 maggio 2023

Continuità e discontinuità non sono necessariamente momenti antitetici nel decorso di processi culturali, sociali o politici. Talvolta convivono, pur su piani distinti, talaltra sono addirittura reciprocamente funzionali. Questo assunto vale anche in ordine al movimento politico dei cattolici.

Oggi è necessario attuare un coraggioso atto di discontinuità. Non per negare la matrice di ispirazione cristiana che ci accomuna al PPI di Sturzo ed alla DC di De Gasperi e Moro, bensì per riproporla, purché con il linguaggio, l’apparato argomentativo ed il programma nuovo, che la fase storica in cui siamo entrati esige. Discontinuità delle forme come condizione previa per dare continuità alle radici ideali, antropologiche e storiche del cammino che intendiamo intraprendere.

Non ha senso che i cattolici continuino a baloccarsi con vecchie categorie, talvolta intrise di rimpianto, invocando, ad esempio, la ricomposizione della cosiddetta diaspora. PPI e DC, per quanto forze laiche ed aconfessionali, per forza di cose, in quei loro momenti storici, parlavano soprattutto all’elettorato cattolico. Oggi, in un contesto globale e di compiuta secolarizzazione, ispirazione cristiana vuol dire, piuttosto, ricercare le parole adatte, rivendicare le ragioni appropriate, i programmi e l’azione politica pertinente, per dar conto, a chi provenga da altre fedi e da altre culture, di quale sia l’intrinseco valore umano e civile dei principi, dei criteri di giudizio, delle categorie interpretative dell’umano che, da credenti, abbiamo ricevuto in dono, in uno con la fede.

Se non fossimo consapevoli che la cultura della persona è la cifra riassuntiva della nostra visione e, ad un tempo, il fermento necessario, anzi l’arco di volta da cui non si può prescindere per reggere il peso della svolta epocale, del cambio del paradigma storico verso cui siamo incamminati, senza esserne schiacciati, non ci sarebbe ragione di riproporre, nell’attuale quadro politico, una presenza organizzata autonoma, aperta al dialogo con tutti, fermamente attestata su una concezione cristiana dell’uomo, della vita e della storia, tributaria, congiuntamente, della Costituzione e della Dottrina Sociale della Chiesa.

Non un partito, in qualche modo, a sua volta, nostalgico, né, ovviamente, dei cattolici o per i cattolici, ma neppure di (soli) cattolici. Un partito di programma, secondo la lezione di Sturzo; aperto a rapporti ci coalizione che valorizzino le diversità nel quadro di una coerenza condivisa, come ci ha insegnato De Gasperi; attento o cogliere, fin dalle prime increspature del tessuto sociale, quei moti di novità, quelle domande di libertà che via via avanzano, come dovremmo apprendere da Moro; capace di dar conto di una speranza. Riconoscendo che il pluralismo delle scelte politiche dei cattolici non è una iattura da riassorbire, ma il segno di un travaglio e di una libertà di spirito, da considerare una ricchezza.

Questa è, almeno, la ratio attorno a cui INSIEME è nato e che, forse, merita di essere ripuntualizzata, nel momento in cui l’area cattolica, fortunatamente, riflette e, in modo fervido, si interroga sulla responsabilità politica che le compete.

Domenico Galbiati




GIRO-E ENEL X WAY 2023. Tutto pronto per il via

Spettacolare presentazione delle squadre nel Teatro degli Ulivi  di Fossacesia, località da cui domani partirà la prima tappa. Ben 17 i Team Ufficiali, più 16 Special Team: è un record

Fossacesia, 5 maggio 2023. Nella splendida cornice del Teatro degli Ulivi, a Fossacesia, con un concerto per orchestra sinfonica e coro, la Team Presentation ha inaugurato il Giro-E Enel X-Way 2023. La prima tappa di questa quinta edizione scatterà domani mattina proprio dalla cittadina abruzzese. Tra i capitani molti campioni ed ex professionisti, come Damiano Cunego, Igor Astarloa, Andrea Tafi, e poi Sacha Modolo, Giovanni Visconti, Davide Cassani, Moreno Moser, Manuel Belletti, Daniele Colli, Violette Neza Irakoze, Lello Ferrara.

Paolo Bellino, Amministratore Delegato e Direttore Generale di RCS Sport: “Il Giro-E non è una corsa, ma un modo per promuovere il ciclismo e il cicloturismo. E organizzare la Team Presentation del Giro-E in una sede come il Teatro degli Ulivi, per la quale ringrazio veramente tanto Elisa Martinotti ed Emilio Marcucci, che è la rappresentazione più efficace della sostenibilità, lo considero un regalo che l’Abruzzo ci ha fatto. È perfettamente coerente con ciò che è il Giro d’Italia, sempre di più una piattaforma di promozione e racconto delle eccellenze del nostro paese”.

Roberto Salvador, direttore del Giro-E: “Il percorso di quest’anno è bellissimo. Per la prima volta avremo anche una tappa interamente all’estero: la numero 13, da Verbier a Crans Montana, 66 chilometri in territorio svizzero. Abbiamo un lotto di gruppo numeroso e davvero prestigioso, con tanti nomi nuovi e molti personaggi e campioni. Sarà un Giro-E indimenticabile”.

IL PERCORSO

Unico Grande Giro al mondo dedicato alle bici a pedalata assistita, il Giro-E si svolge nei giorni e sulle strade della Corsa Rosa e si disputa con le bici da corsa a pedalata assistita, dotate di motore elettrico e batteria, definite e-road. È grazie al loro ausilio che ciclisti normali possono affrontare percorsi eccezionali, come quelli ricavati dalle tappe del Giro d’Italia e percorsi, appena poche ore dopo il loro passaggio, dai professionisti e dai campioni dell’UCI World Tour.

L’edizione 2023 prevede 20 tappe per 1.150 chilometri in totale. Dall’Abruzzo alle Dolomiti, con traguardo finale a Roma, il 28 maggio.

Sono 16.400 i metri di dislivello positivo 2023, pari a una media di 820 metri a tappa: non è il Giro-E più duro di sempre, ma sarà decisamente probante sia per i quadricipiti dei partecipanti sia per le batterie dei motori delle bici. Ci sono tappe pianeggianti e collinari che possono essere affrontate anche dai neofiti, ma pure frazioni di alta montagna dove occorrono esperienza e gambe per godersi l’esperienza senza patire troppo il dislivello altimetrico. Otto le tappe con un dislivello superiore ai mille metri, una quella che va oltre i 2mila: la tappa numero 7 Pratola Peligna-Campo Imperatore (2.100 metri). Ben tre le tappe di alta montagna a cinque stelle: Verbier-Crans Montana, Levico Terme-Monte Bondone, Cortina d’Ampezzo-Tre Come di Lavaredo. Basteranno i motori? E soprattutto, basteranno le batterie?

I TEAM

Iscritti ben 17 Team Ufficiali e 16 Special Team che prenderanno il via solo in alcune tappe: è un record.

TEAM

Enel X Way

Continental

Italia.it

Toyota

Valsir 1

Valsir 2

Raspini-Crai

Trenitalia

Sara Assicurazioni

CNH Industrial

Free To X

Green Project Agency-Sporters

Yamaha

Carglass

Fly-Citroën

CambioBike

RCS Sport

SPECIAL TEAM

Toyota

Univergomma

Gruppo E

Trenitalia TPer

Valsir

Air Dolomiti

Faema

Open Fiber

Technogym

SN4IFUN

Team Sindaci Monastier

Sara Assicurazioni

Enel X Way

Athletica Vaticana

RCS Sport

Intimissimi Uomo

LE MAGLIE UFFICIALI

MAGLIA BLU Enel X Way

MAGLIA ARANCIO Continental

MAGLIA VERDE-RIDE GREEN Trenitalia

MAGLIA BIANCA Intimissimi Uomo

MAGLIA AZZURRA Italia.it

MAGLIA ROSSA Valsir

MAGLIA SOCIAL Fantacycling

I PARTNER

Enel X Way Title sponsor e Maglia Blu; Continental Maglia Arancio; Trenitalia Maglia Verde-Ride Green; Intimissimi Uomo Maglia Bianca; Ministero Del Turismo e ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo Maglia Azzurra; Valsir Maglia Rossa; Fantacycling Maglia Social; Toyota Official Mobility Partner; Tudor Official Time Keeper; Yamaha Official Scooter Partner; NAMEDSPORT Official Nutrition Sponsor; Lauretana Official Water Partner; Castelli Official Jersey Partner; Shimano Official Technical Partner; Astoria Official Wine Partner; San Gabriel Official Beer; Oakley Official Sunglasses e Official Casco; Nolan Official Partner; OJ Official Partner.

#GiroE




STATE LONTANI DAI TAROCCHI angelici e dall’occultismo, New Age, cabala, occultismo

Derive pericolose, contrarie gli all’insegnamento della Chiesa sugli Angeli

di Don Marcello Stanzione

Il Nuovo Arengario, 4 Maggio 2023. Gli angeli, nei nostri giorni, sono molto di moda; esistono numerosi gruppi interessati a condividere le loro esperienze con gli angeli e a comunicare con loro. Nelle librerie si vendono i tarocchi angelici, per mettersi in contatto con gli angeli, e anche case editrici molto prestigiose hanno pubblicato una decina di libri di Francois Bernard Termes che si firma con il nome di Haziel e che è un cabalista che mescola l’angelologia cristiana con l’astrologia occulta, la magia, la teologia e la mistica ebraica, creando grande confusione anche in molti cattolici praticanti.

Questi libri affermano che secondo la tradizione esoterica vi sono nove cori di angeli, ognuno dei quali è governato da un Arcangelo ed è composto da otto angeli custodi per un totale di 72 nomi di angeli. Ogni angelo custode avrebbe il suo domicilio in uno spazio che comprende 5 gradi (5 giorni) dello zodiaco astrologico, così che le persone nate in quei 5 gradi-giorni hanno quel determinato angelo custode.

A ciascuno di questi 72 angeli vengono rivolte delle particolari preghiere e Haziel promette risultati spettacolari affermando: “Possiamo chiedere al nostro angelo custode i suoi poteri ma anche quelli di altri angeli custodi, poiché egli ha il compito di trasmetterli; noi ci mettiamo in contatto con il nostro angelo custode ogni volta che gli rivolgiamo la sua apposita preghiera. Ma, se di 5 giorni in 5 giorni rivolgeremo le preghiere ai diversi angeli otterremo tutti i poteri, tutti i doni”.

Questa è chiaramente non più una visione cristiana, dove l’angelo ci deve aiutare ad andare in paradiso, ma è una visione magico-occultistica, nella quale l’angelo è strumentalizzato affinché noi riusciamo ad ottenere poteri straordinari e avere successo nella vita.

La grande tentazione della Cabala

Molti, più che rivolgersi agli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele citati nella Bibbia, si rivolgono agli pseudo-angeli della Cabala, che è una complicata dottrina esoterica del misticismo ebraico, che si diffuse nel tredicesimo secolo. In quest’epoca fu composto il Libro dello splendore, nel quale gli angeli esercitano un ruolo importante.

Secondo la Cabala vi sono dieci Sefirot, canali dell’energia di Dio, che raffigurano gli attributi dell’Onnipotente posti al governo del cosmo. I nomi dei dieci Sefirot si riferiscono alle qualità supreme della divinità: Fondamento, Splendore, Eternità, Bellezza, Potere, Grazia, Conoscenza, Saggezza, Comprensione, Corona. Ogni Sefirot è governato da un Arcangelo; il più importante di tutti sarebbe Metatron, principio della presenza, munito di 72 ali e innumerevoli occhi lampeggianti, che è il luogotenente di Dio. Tra i vari Sefirot, ci sono 72 sentieri e conoscere i nomi dei 72 geni planetari o angeli, come pure i momenti dell’anno o del giorno in cui li si può invocare, significa, sempre secondo i cabalisti, realizzare grandi cose.

Contro questo proliferare di angeli gnostici o esoterici, la Santa Chiesa Cattolica ha messo in guardia i suoi fedeli fin dai primi secoli del cristianesimo. Nel 543 il Sinodo di Costantinopoli condanna alcune idee errate sugli angeli, quando si cominciarono a venerare angeli con nomi non provenienti dalla Bibbia, ma dagli scritti apocrifi, come ad esempio l’Arcangelo Uriel, che viene menzionato dal libro apocrifo di Enoch e che ben presto venne venerato in tutto l’Occidente.

No agli pseudo-angeli biblici

Questo culto agli pseudo-angeli biblici stava causando una idolatria superstiziosa, per cui tutti i documenti ecclesiastici, dal settimo secolo in poi, cercano di contenere e illuminare la devozione agli angeli e di condannare gli errori. Verso la fine dell’ottavo secolo l’Arcivescovo Adalberto di Magdeburgo fu accusato di compiere opere di magia evocando i sette spiriti, specialmente quello di Uriel che lo aveva aiutato a produrre grandi fenomeni.

L’intervento ecclesiastico fu causato da una preghiera miracolosa composta da Adalberto che, accanto ai nomi di Michele, Raffaele e Gabriele, includeva anche i nomi equivoci di Uriel, Raguel, Tubuel, Ineas, Dubuos, Suluoc, Siniel. Nel 745 si tenne a Roma un Sinodo, sotto papa Zaccaria, che proibì di invocare i nomi di questi presunti angeli, dichiarando che essi erano in realtà dei demoni. Possono essere legittimamente invocati solo i nomi di origine biblica: Michele, Gabriele e Raffaele.

Nel 789 una norma del Concilio franco, sotto il re Carlo Magno, proibiva di introdurre nel culto liturgico i nomi degli angeli all’infuori dei tre noti; un’altra norma disponeva la scomunica e, addirittura, la pena di morte per coloro che adoravano l’Arcangelo Uriel.

Le insidie della New Age: gli angeli manipolati

Oggi, dopo tanti secoli, ci troviamo di nuovo immersi nella peggiore delle confusioni riguardo gli angeli. Molti Cristiani sono ingannati dal movimento New Age (nuova era) che offre una angelologia completamente diversa dalla dottrina biblica cattolica. La mentalità del New Age è, riguardo agli angeli, quasi politeista. Gli angeli che sono strettamente collegati all’astrologia esoterica, sono associati ai mesi dell’anno: ad esempio Uriel a Settembre; Barchiel a Febbraio; ai giorni della settimana: il mercoledì è sotto la protezione di Michele e il lunedì è governato da Gabriele; ai segni zodiacali: Urie1 alla Bilancia, Amodel al Toro, ecc.

Nella concezione del New Age gli angeli sono fondamentalmente inferiori all’uomo, perché ogni spirito celeste è determinato a un dato compito e non gode della libertà di cui dispone l’essere umano. Per il New Age, gli angeli non sono altro che servitori di coloro che attraverso il Channeling (canalizzazione), un tipo di spiritismo moderno, si mettono in contatto con essi. Mentre secondo la Sacra Scrittura e la visione cristiana, l’Onnipotente Dio si serve dei suoi angeli per fare la sua volontà, il New Age fa credere che gli angeli siano messaggeri al nostro servizio e non servitori liberi dell’Altissimo.

Per comunicare con il proprio angelo guida, il seguace del New Age svuota la propria mente per raggiungere uno stato alterato di coscienza e, a questo scopo, si può ripetere anche la parola angeli come se fosse un mantra (nenia indiana).

Altra tecnica New Age per mettersi in contatto con gli esseri angelici, è la immaginazione guidata o visualizzazione, che è un processo simile allo sciamanesimo, nel quale si comunica con spiriti guida.

Ed ecco un breve saggio di visualizzazione con un angelo proposto da uno dei tanti scrittori esoterici: “Mettete in sottofondo musica di meditazione. Cercate un luogo o angolo dove possiate meditare sempre. Mettetevi ben comodi, scalzi, seduti nella posizione del loto (Buddha). Con le palme delle mani rivolte all’insù, respirate profondamente per tre volte, rilassatevi con ogni respiro, controllate bene che il corpo non sia teso, rifiutate ogni pensiero o problema che si presenti, inviate al cervello l’ordine di rilassarsi… Poi visualizzate un sole grande, dal quale fuoriesce un raggio di luce bianca dorata che vi ricopre completamente.

Respirate quella luce che vi pulisce e purifica ed esalate verso di essa diverse volte. Chiedete poi che si renda presente l’angelo solare dorato che vi appartiene; chiedetegli che vi dica il suo nome e che fonda la sua energia con la vostra. Calmi, insistete, ascoltate e visualizzate. A volte appaiono lettere o il nome completo, o forse lo udirete. Può darsi che all’inizio non percepiate nulla, ma apparirà, può darsi anche che percepiate solo la parte maschile o femminile dell’angelo o ambedue… Una volta stabilita la comunicazione, sarà più facile comunicare con gli angeli o arcangeli zodiacali o con qualunque altro”.

Il New Age propone anche l’uso di cristalli cherubinici per comunicare con gli angeli. Questi cristalli vengono presi con entrambe le mani e si chiede, ad alta voce, che il potere dei Cherubini, passi attraverso la persona e giunga al cristallo perché esso si carichi con le vibrazioni dei Cherubini. Per stabilire un contatto con gli angeli, il New Age sottolinea l’uso dei colori dell’abbigliamento, per cui il rosa attirerebbe gli angeli custodi, il blu forte gli angeli guaritori, mentre all’Arcangelo Michele piacerebbero i colori verde, oro e rosa.

La scrittura automatica

Un altro modo di comunicare con gli angeli è quello della scrittura automatica: si inizia a scrivere salutando un particolare angelo o il proprio angelo custode e poi si lascia che le parole fluiscano da sé. Molte persone utilizzano le carte angeliche (ve ne sono di diversi tipi in commercio), che non sono altro che i tarocchi riverniciati di angelismo che vengono utilizzati per chiedere consiglio al proprio angelo custode. Ad esempio, la scrittrice K. Mc Rooney ha creato un mazzo di 44 carte rappresentanti gli angeli e afferma: “Focalizzatevi sul desiderio e formulate una domanda chiara e precisa. Scrivetela su di un foglio, poi mescolate le carte, concentrandovi su di essa con molta intensità. Partendo dalla sommità del mazzo, disponete le carte coperte, una alla volta, rispettando la sequenza numerica e le posizioni indicate nelle istruzioni su cui avete deciso di basarvi. A mano a mano che le scoprirete, leggete attentamente le sezioni degli angeli ad esse corrispondenti. Riflettete sul modo con cui ciascun angelo si correla con voi, sul significato della sua posizione nell’emanazione e sul modo con cui tutti gli angeli operano congiuntamente”. Assolutamente non bisogna fare ciò!

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IL FUTURO IN FCA avanza straordinariamente!

Sciopero di otto ore su tutto il sito Fca Italy Atessa

Lanciano, 5 maggio 2023. A partire da maggio anche un’azienda della Val di Sangro inizia la sperimentazione della settimana di lavoro corta. Non contempla una riduzione di orario di lavoro ma è un primo passo verso un futuro necessario per l’occupazione e per migliorare la vita dei lavoratori.

A darne notizia è stata la dirigenza dell’azienda, leader mondiali nella progettazione e produzione di teste di estrusione, estrusori e attrezzature per la produzione di fili e cavi elettrici. Ovunque si è introdotta una miglioria delle condizioni lavorative, come accaduto in molti paesi dell’UE e in aziende Italiane, a beneficiarne è stata anche la produttività.                                                                                      

Mentre il mondo del lavoro viaggia verso una direzione ben precisa, dettata da una visione lungimirante, in Fca Italy Atessa si continua in direzione opposta alternando fermi produttivi a giornate di recuperi della produzione persa e con il ritorno ai turni di lavoro straordinario.

La nostra volontà di rivendicare la costruzione di condizioni lavorative dignitose continuerà fin quando riuscirà ad aprire una breccia nella testa di una classe dirigente che non coglie le esigenze imposte dalla storia ed è rivolta ed una logica del profitto obsoleta.

Le responsabilità di tutto ciò sono da ascrivere anche alla politica italiana che guarda al passato invece di incentivare percorsi rivolti al vero progresso. Non è un caso che gli straordinari in Italia sono tassati molto meno che in altri paesi europei.

L’attuale governo, che è contro i lavoratori italiani, ne sta dando ampiamente prova con provvedimenti che aumentano la precarietà del lavoro, che è già dilagante, e sta portando alla rovina la società italiana ed in particolare intere generazioni di giovani.

L’USB, da anni, porta avanti una lotta a tutela delle condizioni di lavoro e per la riduzione dell’orario di lavoro. Contro il ricorso al lavoro straordinario, contro i recuperi produttivi, per la riassunzione dei giovani precari non confermati, per la riduzione dell’orario di lavoro settimanale, per veri aumenti salariali,

USB DICHIARA sciopero di 8 ore su tutto il sito Fca Italy Atessa per sabato 6 Maggio (Straordinario) e domenica 7 maggio (recupero produttivo).

TURNO B SABATO 6 MAGGIO DALLE ORE 05:45 ALLE ORE 13:45

TURNO C DOMENICA 7 MAGGIO DALLE ORE 22:15 ALLE ORE 05:45 (di lunedì 8 maggio)




LA MUSICA INCONTRATA Tappa di Sulmona

Festival itinerante LibrOrchestra Percorsi nella letteratura per l’infanzia e nella musica

Sulmona, 4 maggio 2023 – Torna a Sulmona LibrOrchestra, il Festival itinerante per l’infanzia ideato dall’Atelier Elisabetta Garilli e realizzato insieme all’associazione LaFogliaeilVento, con l’obiettivo di creare una nuova comunità educante in rete con famiglie, docenti, educatori, librai, bibliotecari, artisti, amministratori locali, e soprattutto con ogni singolo territorio incontrato.

Un progetto triennale, cresciuto anno dopo anno, che nella corrente edizione, dal 27 aprile al 9 settembre, raggiunge sette territori, Verona, Fabriano (AN), Sulmona (AQ), Campobasso, Scanzorosciate e Treviglio (BG), Felino (PR), con tavole rotonde, spettacoli interdisciplinari e laboratori per un totale di 40 appuntamenti gratuiti.

L’obiettivo del Festival è quello di andare incontro alle comunità e contrastare l’impoverimento educativo e culturale, attraverso la promozione e la divulgazione della lettura e della musica fin dalla prima infanzia, come potenti mezzi di inclusione sociale.

Il format prevede, per ogni tappa, una tavola rotonda che veicoli i messaggi del Festival con il coinvolgimento di amministratori locali, bibliotecari, insegnanti, artisti di ogni disciplina, almeno uno spettacolo con musica dal vivo, interpretata dall’insieme Garilli Sound Project e con narrazione, danza e illustrazioni prodotte in tempo reale, almeno uno spettacolo interdisciplinare con musica dal vivo a cura di Atelier Elisabetta Garilli con insiemi ridotti o solisti. Al centro sempre le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi dei territori coinvolti, promettenti progettisti di un futuro più sostenibile.

In questo senso, LibrOrchestra diventa un incubatore, uno spazio ideale di progettazione e costruzione di comunità educante. A confermarlo è l’esperienza dei primi due anni.

“Il tamtam intercorso tra i comuni italiani e le biblioteche è stato intenso e contagioso e il riscontro importante. Abbiamo contato circa 1500 presenze l’anno nelle prime due edizioni e oltre 1000 bambini coinvolti. Il 90% delle famiglie ha dichiarato di aver assistito ad eventi di vera innovazione sociale per la prima volta e che il format di LibrOrchestra rappresenta una novità assoluta per la propria città”, commenta la compositrice e direttrice artistica del festival, Elisabetta Garilli (Premio Rodari – Città di Omegna 2018), ideatrice di un originale metodo di divulgazione e fruizione della lettura che, associata a tutte le arti figurative e performative, ne aumenta il potenziale e la validità formativa.

“L’efficacia del format è ormai riconosciuta; i territori aderenti hanno visto un festival che arrivava a casa loro per rendere protagonisti della nuova comunità educante in itinere gli stessi attori della cultura locale, accomunati dal desiderio di lavorare per le giovani generazioni, nuove progettiste di futuro che noi adulti dobbiamo accompagnare, partendo dal rieducarci, per rieducare. Traguardo possibile grazie all’orchestra di parole, di suoni, persone, generazioni, che ogni territorio è vocato a restituire. Ulteriori valutazioni potranno essere fatte al termine dell’edizione 2023 anche grazie al miglioramento della capacità di rendicontazione di impatto con la definizione di nuovi Kpi (Key peformance indicator)”.

Alla realizzazione del Festival LibrOrchestra hanno contribuito numerosi partner, tra i quali BPER Banca, in qualità di main sponsor già dalla prima edizione, e Palazzetto Bru Zane di Venezia, come  partner culturale e, a livello locale,  altri enti pubblici e privati e imprese delle città coinvolte.

«Il sostegno di BPER Banca, che si colloca nel più ampio progetto LaBancaCheSaLeggere, testimonia l’impegno dell’Istituto in termini di Responsabilità sociale e culturale d’impresa e l’attenzione che ormai per tradizione la Banca riserva al mondo della cultura, della lettura e dell’educazione giovanile».

Dopo il successo dello scorso anno, l’amministrazione di Sulmona ha fortemente voluto che anche quest’anno il Festival arrivasse in città coinvolgendo le scuole, le famiglie, gli insegnanti, la biblioteca, la diocesi e il mondo della musica.

La tappa sulmonese, che ha ottenuto il patrocinio del Comune, è stata resa possibile dalla collaborazione con la Biblioteca regionale G. Capograssi e con la Camerata Musicale, sedi di alcune delle iniziative, con la Scuola Popolare di Musica, con la Diocesi di Sulmona-Valva, con Caniglia in Rete e la libreria Pizzi Mondadori, nonché grazie all’importante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia de L’Aquila, della Polyplast srl e dell’Assessorato alla Cultura, al Turismo e all’Istruzione.

Il Festival è inserito nel calendario nazionale de Il Maggio dei libri, progetto di rete promosso dal Centro per il Libro e la Lettura; Sulmona, in qualità di Città che legge, con LibrOrchestra arricchisce la programmazione annuale delle iniziative del Patto per la lettura con una manifestazione dedicata ai piccoli e alle famiglie, che vedrà coinvolti, in due mattine. anche gli studenti di alcune scuole dell’infanzia e delle prime classi della primaria degli istituti comprensivi Lombardo Radice – Ovidio e Mazzini – Capograssi.

“La consideriamo una splendida occasione per i bambini e le loro famiglie per percepire quanto importanti siano state la parola cantata e la musica narrata per lo sviluppo della nostra civiltà e quanto   ancora oggi costituiscano elementi fondanti dello sviluppo delle giovani generazioni” ha dichiarato Rosanna Tuteri, assessora alla Cultura, al Turismo e all’Istruzione del Comune di Sulmona.

Il Festival rimarrà in città per quattro giorni ricchi di appuntamenti, tutti gratuiti. Aprirà la rassegna lo spettacolo musicale Caterina, cammina cammina, tratto dall’omonimo albo illustrato di Carthusia Edizioni, scritto e musicato da Elisabetta Garilli. Lo spettacolo interpretato dall’ensemble Garilli Sound Project, con la voce recitante di Alessia Canducci e le illustrazioni in presa diretta di Emanuela Bussolati, si terrà domenica 7 maggio alle 18.30 presso il Cinema Pacifico. È possibile riservare il proprio posto, prenotando sul sito aterlierelisabettagarilli.it/librorchestra nella sezione Programma Sulmona.

Nei giorni 8 e 9 maggio alle ore 17, si terranno due laboratori con narrazione per bambini presso la biblioteca regionale G. Capograssi. I laboratori, tratti dai libri Il Trenino è arrivato? e Piripù Bibi, con Atelier Elisabetta Garilli e la pluripremiata Emanuela Bussolati, sono a numero chiuso e con prenotazione, che può essere effettuata scrivendo una mail a apcsulmona@regione.abruzzo.it.

Nella mattina del 8 e del 10 maggio si terrà la Lettura Musicata Tinotino Tinotina Tinotintintin presso le scuole già prenotate.

Momento fondamentale per la costruzione della comunità educante sulmonese sarà la tavola rotonda dal titolo “La Musica Incontrata nelle parole, nelle illustrazioni, nella…, nei…, negli…, nelle…”, mercoledì 10 maggio alle 17.00, presso la Sala azzurra della Camerata Musicale Sulmonese, che si tradurrà in una conversazione aperta sul valore della musica e della letteratura per l’infanzia nella formazione umana, tra la celebre illustratrice Emanuela Bussolati  e la stessa musicista e direttrice artistica del Festival Elisabetta Garilli, Rosanna Tuteri, Assessore alla Cultura, al Turismo e all’Istruzione della Città di Sulmona, Italia Gualtieri, esperta di libri per ragazzi, Valter Matticoli, direttore della Scuola Popolare di Musica, Lino Giusti, musicista e consigliere della Camerata Musicale Sulmonese, Roberta Viggiani, operatrice, formatrice e presidente dell’associazione Movimento Zoè, modera Patrizio Iavarone.

Da Sulmona, il Festival Librorchestra proseguirà alla volta di Campobasso.

PROGRAMMA GENERALE SULMONA

DOMENICA 7 MAGGIO

ore 18.30 Cinema Pacifico

Spettacolo “Caterina, cammina cammina”, con il Garilli Sound Project, illustrazioni dal vivo di Emanuela Bussolati e la voce narrante di Alessia Canducci. Per famiglie. Prenotazioni su atelierelisabettagarilli.it/librorchestra sezione Programma di Sulmona.

LUNEDÌ 8 MAGGIO

Ore 10.30 presso la Scuola dell’Infanzia “Di Nello”

Lettura Musicata “Tinotino Tinotina Tinotintintin” con Atelier Elisabetta Garilli, Emanuela Bussolati. Per le scuole

Ore 17.00 Biblioteca “G. Capograssi”

Narrazione con laboratorio attivo “Il Trenino è arrivato?” con Atelier Elisabetta Garilli

Per bambini da 3 a 6 anni con un adulto accompagnatore. Prenotazioni: apcsulmona@regione.abruzzo.it

MARTEDÌ 9 MAGGIO

Ore 17.00 Biblioteca “G. Capograssi”

Laboratorio con narrazione “Piripù Bibi” con Emanuela Bussolati

Per bambini da 4 a 6 anni con un adulto accompagnatore. Prenotazioni: apcsulmona@regione.abruzzo.it

MERCOLEDÌ 10 MAGGIO

Ore 9.30 e 11.30 I.C. 1 Mazzini-Capograssi

Lettura Musicata “Tinotino Tinotina Tinotintintin” con Atelier Elisabetta Garilli ed E. Bussolati. Per le scuole

Ore 17.00 Sala Azzurra della Camerata Musicale Sulmonese

Tavola rotonda “La Musica incontrata, nelle parole, nelle illustrazioni, nella…, nei…, negli…, nelle…” Conversazione aperta sul valore della musica e della letteratura per l’infanzia nella formazione umana con Patrizio Iavarone, Rosanna Tuteri, Italia Gualtieri, Valter Matticoli, Roberta Viggiani, Lino Giusti, Emanuela Bussolati, Elisabetta Garilli

Per adulti, studenti universitari e liceali, educatori, docenti, musicisti, filosofi, ballerini, artisti, autori, illustratori, genitori.

FOCUS SPETTACOLI (per saperne di più)

Spettacolo musicale CATERINA, CAMMINA CAMMINA

Tratto dall’albo illustrato omonimo di E. Garilli, E. Bussolati, Carthusia Edizioni, 2019

Una fiaba musicale che narra le avventure della piccola Caterina alle prese con un mondo in bilico fra la realtà e la fantasia.

Attraverso il consueto intreccio di musiche originali, composte da Elisabetta Garilli appositamente per lo spettacolo e interpretate dal suo energico insieme musicale Garilli Sound Project, si entra in un mondo che sta a metà fra il reale e l’irreale, fra un orto e sette sentieri diversi, fra mille voci che indicano soluzioni. Uno spettacolo in cui le illustrazioni, prodotte dal vivo da Emanuela Bussolati, sono anch’esse una partitura architettonicamente studiata e unendosi alla narrazione di Alessia Canducci, accompagnano i bambini in nuovi spazi sonori fatti di suoni, di colpi di scena e cambi repentini.

Musiche e filastrocche di Elisabetta Garilli

Interpretate da Garilli Sound Project,

Testi e illustrazioni dal vivo di Emanuela Bussolati,

Voce narrante Alessia Canducci.

Per famiglie con bambini dai 3 anni

Lettura Musicata TINOTINO TINOTINA TINO TINTINTIN

Tratta dall’albo illustrato di Elisabetta Garilli, Emanuela Bussolati, edito da Carthusia Edizioni.

Un’orchestra di materiali che narrano e raccontano la bellezza del creare uniti. Un racconto dedicato a chi, come Tinotino, ha un talento da valorizzare e da difendere con coraggio, a chi ama ascoltare e a chi è capace di creare anche partendo da nulla.

Per le Scuole dell’Infanzia e Primaria già prenotate

Narrazione con laboratorio attivo IL TRENINO E’ ARRIVATO?

A cura di Atelier Elisabetta Garilli ispirato all’albo scritto da Elisabetta Garilli, illustrato da Serena Abagnato per Carthusia Edizioni.

“Il Trenino è arrivato?” è una narrazione che si trasforma in azione, un modo per raccontare, incontrare, giocare, creare attraverso le parole e gli infiniti suoni che emergono.

Il ritmo del treno segue i giochi di bambini e bambine, giochi di ritmi e di voci: “Questo è il treno che arriva sbuffando, mille ‘ciuf ciuf’ dice cantando”.

Per bambini da 3 a 6 anni con adulto accompagnatore

Laboratorio con narrazione PIRIPU’ BIBI

A cura di Emanuela Bussolati, autrice di Tararì Tararera per Cathusia Edizioni.

Come se la caverà un piccolo Piripù in mezzo alla foresta? E perché è lì tutto solo? Non ha una mamma e un papà? La sua storia è quella di un piccolino che vuole essere grande… ma è scritta in lingua piripù! Come faranno i bambini a capirla? Guardando le figure. E ci sarà da emozionarsi, da ridere, da riflettere.

Per bambini da 4 a 6 anni con un adulto accompagnatore.




L’AQUILA IN FIORE l’arrivo della primavera

Mostra mercato, laboratori e creatività nel cuore della città

L’Aquila, 4 maggio 2023.  Il 7 maggio 2023, il Parco del Castello Cinquecentesco di L’Aquila si trasformerà in un luogo magico dove i fiori, i colori e la creatività saranno protagonisti assoluti. L’Associazione Bambini di Ieri e di Oggi, con il contributo del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, della Fondazione Carispaq e del Comune dell’Aquila, organizza “L’Aquila in Fiore”, una mostra mercato che vuole celebrare la primavera e la bellezza del territorio aquilano.

Durante l’evento, il parco si animerà di vita con la presenza di piante, fiori, prodotti della terra, prodotti dell’alveare, marmellate, sciroppi, liquori e tanto altro ancora. Ma non solo: il visitatore avrà anche la possibilità di ammirare l’artigianato artistico e handmade, con creazioni riconducibili al fiore e al suo mondo.

“L’Aquila in Fiore” non sarà solo una mostra mercato: l’evento prevede numerose attività collaterali che coinvolgeranno grandi e piccini. Sono previsti laboratori didattici e creativi, esposizioni artistiche e installazioni floreali, per fare vivere ai visitatori un’esperienza completa, un’occasione per socializzare, imparare e divertirsi all’insegna della creatività.

La manifestazione sarà anche un’occasione per far confluire sinergie ed energie. L’obiettivo è far diventare il Parco del Castello Cinquecentesco, per un giorno, un luogo dove le persone si ispirano a vicenda e si scambiano idee e passioni. Un luogo dove la creatività e l’imprenditorialità si fondono per creare nuove opportunità e progetti per il futuro.

L’evento è aperto a tutti e l’ingresso è gratuito. Venite a trascorrere una giornata speciale all’insegna dei colori, dei profumi e della bellezza del mondo floreale, ma anche dell’ispirazione, delle sinergie e dell’energia che solo un evento come “L’Aquila in Fiore” può trasmettere.




LA PIRAMIDE del Potere

o la rete della democrazia?

Politicainsieme.com, 4 maggio 2023

La tentazione di impennare la piramide del potere, così da renderla più scoscesa ed appuntita, restringendone la base ed innalzandone il vertice, è forte non solo in chi ne propugna espressamente l’adozione – ad esempio, ricorrendo a soluzioni presidenzialiste – ma anche in chi per insofferenza nei confronti di una politica ossificata ed esausta, per ignavia o per indifferenza, per ragioni di comodo o di conformismo o di stanchezza si adatta volentieri a delegare a piene mani, una volta per tutte, ad un potere sovraordinato e sovrano, la facoltà di orientare le stesse potenzialità della vita sua e della sua famiglia.

Nei confronti delle istituzioni ci sono sentimenti contrastanti: per un verso, una corale sfiducia, per altro verso, la pretesa che siano capaci e tenute a sfornare soluzioni che automaticamente, quasi d’ incanto, aggiustino le cose, senza che al singolo cittadino, per la sua parte, e così alle aggregazioni cui appartiene, si debba recare disturbo.

Alta, quanto e più dell’ astensionismo, è la percezione dell’ impotenza cui ciascuno è condannato nei confronti dello scorrere degli eventi, nella misura in cui la storia sembra essere mossa da poteri anonimi per un verso, ben individuabili per un altro – siano di ordine economico e finanziario o di carattere tecnico e scientifico oppure legati alla comunicazione, a presunzioni ideologiche o integraliste – i quali subornano e largamente espropriano la politica.

Soffocano, cioè, il discorso pubblico cui dovrebbe concorrere una pluralità di soggetti che si riconoscono e reciprocamente si legittimano, cosicché pretendere di incidervi significa condannarsi ad una immane fatica di Sisifo.

Per restaurare il primato della politica – e con essa il libero concorso di ognuno ad orientare la storia, che dai fermenti dei nostri giorni verrà segnata, con ogni probabilità, per un lungo ed importante decorso del suo domani – non basta studiare un concerto di provvedimenti che offrano almeno lo spazio indispensabile al pieno esercizio di una cittadinanza attiva. Eppure, alcuni primi passi sono necessari: una legge elettorale proporzionale; la riforma dei partiti, in osservanza all’ art. 49 della Costituzione; un regionalismo che nulla abbia a che vedere con l’ossessione separatista della Lega, come viene, di fatto, oggi riproposta; l’ autonomia impositiva dei Comuni.

È necessario pensare ad una larga distribuzione di compiti e ruoli che concorrono ad irrobustire una democrazia che sia vissuta, diventi, cioè, momento di una responsabilità non confinata, di volta in volta, nel limbo dell’opinabile, ma, piuttosto, tale da esprimere una coerenza, che, a sua volta, concorre a definire l’identità personale di ognuno.

In altri termini, invece che ad un potere conformato a piramide, dobbiamo pensare ad un modello a rete.

La rete è una struttura in cui il centro non sta da nessuna parte e sta dappertutto. Ogni nodo è un punto di convergenza e, nel contempo, di irradiazione. I rapporti interni sono biunivoci, recano contenuti che si intrecciano e muovono in uscita ed in entrata da ciascun nodo. La sua forma complessiva è flessibile. Si allenta e si tende, risponde al contesto in cui opera, pur senza smagliarsi. Non conosce, come la piramide, solo processi deduttivi che scendono giù dall’alto inamidati, ma rappresenta un sistema aperto, capace induttivamente di apprendere, fino a mettere in discussione i suoi stessi assiomi, cioè i principi costruttivi secondo cui è concepita. Insomma, è una cosa viva, capace di generare nuovi assunti, nuove conoscenze, come succede, appunto, alle “reti neurali”. C’è, in sostanza, una democrazia formale, che per quanto mantenga tale fisionomia, può ospitare nelle sue maglie un’ intenzione autoritaria e c’è, al contrario, una democrazia sostanziale di matrice popolare, in cui abitano quei valori di libertà personale, di solidarietà e di equità in cui crediamo.

Domenico Galbiati

https://www.politicainsieme.com/la-piramide-del-potere-o-la-rete-della-democrazia-di-domenico-galbiati/




TESTIMONI DEL NOSTRO TEMPO

Molteplici e continui sono gli inviti che giungono dall’Abruzzo; il richiamo di una terra nota e familiare è stato davvero forte per Claudia Koll anche questa volta

Abruzzo, 3 maggio 2023. Tre tappe, tre incontri, tre momenti di profonda spiritualità ed una preziosa, quanto mai misteriosa, comune gratificazione.   

Palombaro, Penne e Chieti sono stati i luoghi dell’accoglienza nei gironi venerdì 28 e sabato 29 aprile scorsi con una sintesi nella domenica mattina del 30 aprile a Santa Lucia di Cepagatti.

Fra eventi mariani, incontri di fratellanza e celebrazioni varie, la testimonianza dirompente e genuina di Claudia riesce a commuovere, ad offrire e a generare nuovi spunti di riflessione e meditazione.

Nel caos di un mondo disorientato e in fibrillazione critica, ecco emergere una potente figura di riferimento; uno dei pochi, unici ed autentici, testimoni del nostro tempo: Claudia Koll.

Ecco, appare al centro dell’aula sacra; lei semplice, minuta e sorridente: una figura confortante. Poche parole per individuare subito un cammino, una direzione, un luogo che richiama, che invita e che rassicura.

Non vi sono più dubbi, solo certezze quando la sintonia è stabilita. Non scegliamo noi di nascere: siamo il frutto di un disegno, di un grande disegno di bellezza che si svela in un continuo e gratificante agire, tanto misterioso quanto sorprendente. Una condizione categorica: cercare l’autentico, tendendo alla verità.

nm




GIORNATA MONDIALE della Libertà di Stampa

3 MAGGIO 2022

Ogni anno il 3 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa per riaffermare questa libertà come diritto fondamentale, per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e per ricordare tutti i giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione.

La Giornata è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993 a seguito della Raccomandazione adottata dalla Conferenza Generale dell’UNESCO nel 1991, che aveva risposto all’appello dei giornalisti africani e alla loro storica Dichiarazione di Windhoek sul pluralismo e l’indipendenza dell’informazione.

L’UNESCO è tuttora fortemente impegnata nella protezione della libertà di espressione e la sicurezza dei giornalisti

Quest’anno la Conferenza Mondiale in occasione della Giornata viene organizzata dall’UNESCO in Uruguay dal 2 al 5 maggio in modalità mista, in presenza e online, ed ha come tema Journalism under Digital Siege, con un focus sull’impatto dell’era digitale sulla libertà di espressione, sulla sicurezza dei giornalisti, sull’accesso all’informazione e sulla privacy.

È possibile registrarsi all’evento.

Nell’ambito della Conferenza Mondiale, il 2 maggio verrà consegnato il premio Guillermo Cano per la libertà di stampa, assegnato all’Associazione Bielorussa dei giornalisti BAJ, che era stata candidata da 46 Paesi, tra cui l’Italia, attraverso una iniziativa europea.

https://www.unesco.it/it/News/Detail/1493




IL VIAGGIO DI UN’ASSOCIAZIONE COESA, fatta di legami, competenze e passioni

AISLA. Due storici traguardi segnano i primi 40 anni di attività

Novara, 3 maggio 2023. Trasformare la speranza in possibilità. È questo il regalo più grande con il quale AISLA ha celebrato i suoi 40 anni di attività, con il raggiungimento di due traguardi di importanza storica per l’Associazione e la comunità tutta delle persone con SLA: l’approvazione delle nuove linee guida INPS e del farmaco Tofersen.

Ed è proprio là dove il viaggio è iniziato, nel 1983, che si è svolta il 28 e il 29 aprile la cerimonia “AISLA40” presso il Centro Congressi del Villaggio Azzurro di Granozzo con Monticello, a pochi chilometri dal capoluogo piemontese.

“Il nostro obiettivo è quello di accorciare la distanza tra il sogno di sconfiggere la malattia e la realtà – dichiara Fulvia Massimelli, presidente nazionale AISLA, che continua – Sono convinta, infatti, solo grazie all’alleanza con la Comunità Scientifica e le Istituzioni che sia possibile affrontare la nostra malattia. E non a caso il simbolo di AISLA è l’Ankh, proprio a testimoniare quel profondo rispetto al valore della Vita”.

Una due giorni ricca di approfondimenti e testimonianze attraverso le idee, le voci e le energie di una comunità che combatte e guarda al futuro senza mai abbassare lo sguardo alla malattia. Ad aprire i lavori i messaggi del Ministro per le disabilità, On. Alessandra Locatelli, del Ministro della Salute, On. Orazio Schillaci e del Viceministro alle Politiche Sociali, On. Maria Teresa Bellucci.  Ai loro si sono uniti quelli delle istituzioni regionali e locali con la presenza dei Prefetti di Novara, Belluno ed Asti, Francesco Garsia, Mariano Savastano e Claudio Ventrice; quello del Vicepresidente di Regione Piemonte, Fabio Carosso; dell’Assessore all’Agricoltura di Regione Piemonte, Marco Protopapa; del Sindaco della città di Novara, Alessandro Canelli e del vicesindaco di Granozzo Monticello, Silvio Rossi. Con loro i già presidenti, Roberto Negri, Carlo Pasetti, Mario Melazzini e Massimo Mauro. Commovente l’omaggio al ricordo di Gianluca Vialli, con il suo instancabile impegno nel finanziare la ricerca scientifica sulla SLA.

“I 40 anni di AISLA rappresentano l’unità di intenti della Comunità Scientifica e dei pazienti per raggiungere obiettivi che oggi rappresentano una svolta per la malattia – dichiara Mario Sabatelli, presidente della Commissione Medico Scientifica di AISLA e direttore clinico dell’area adulti del Centro NeMO presso il Policlinico Gemelli di Roma, che continua – Notizie come quelle di questi giorni sono capaci di creare una prima crepa nel muro della malattia che fino ad ora sembrava insormontabile. È un bel momento, che ci serve per essere forti e andare avanti. L’allegria regna in questa giornata”. 

Due giornate, dunque, che hanno raccontato di un’Associazione coesa, fatta di legami, competenze e passioni. Questo è il metodo di pensiero e di azione di AISLA, che stato ripercorso grazie a contributi che hanno spaziato dalla ricerca alla clinica, ai servizi per la comunità, al valore del dono. Con questo spirito, l’Associazione ha anche raccontato come funzionerà concretamente il nuovo servizio di telemonitoraggio appena annunciato e che sarà offerto gratuitamente alle persone con SLA del territorio novarese.

Non solo, il concetto ed il valore del dono si legano alla gratitudine verso una rete di infrastruttura sociale che permette ad AISLA di essere punto di riferimento nazionale. Ed è con questo spirito che sono state consegnate 45 pubbliche benemerenze. La giornata si è conclusa con una cena sociale, impreziosita da talentuosi artisti che hanno voluto omaggiare la comunità SLA: , la chef stellata Marta Grassi, ha deliziato con il suo famoso Risotto alle muffe di Gorgonzola, con lei si sono uniti Andrea e Michele e Francesco Quarna di Radio Deejay; il quartetto d’archi Euphoria; fino alla coinvolgente esibizione di Ron.

“Da anni sono al fianco delle persone con SLA, consapevole della forza silenziosa che questi amici, che io chiamo guerrieri, sanno dimostrare. Un onore per me festeggiare questo anniversario, un punto di partenza verso una rotta comune. Aisla significa Esserci ed è stupendo vedere questa magia”, ha dichiarato Ron, consigliere nazionale e testimonial dell’Associazione

Il momento istituzionale più solenne si è svolto sabato mattina, quando durante l’Assemblea dei Soci è stato approvato il Bilancio Sociale 2022. In questo momento storico caratterizzato da disorientamento e timore nei confronti del futuro, l’organo sovrano dell’Associazione ha confermato quanto sia essenziale continuare ad investire nella fortificazione, nella tutela e salvaguardia della comunità SLA.  Con rispetto coraggioso e di visione, volto al Bene Comune, AISLA, dunque, continuerà il suo viaggio con fermezza e determinazione.

Elisa Longo




SULL’AEREO. IL PAPA: aiuteremo l’Ucraina per il rientro dei bimbi deportati in Russia

Nella conferenza stampa durante il rientro dall’Ungheria, papa Francesco parla di pace, di migranti, di denatalità, dell’incontro possibile con il patriarca Kirill. Ecco le sue parole

Avvenire.it, Gianni Cardinale, inviato a bordo dell’aereo papale domenica 30 aprile 2023

“Tre giorni densi ma buoni”. Con queste parole papa Francesco ha iniziato la tradizionale conferenza stampa sul volo di ritorno dall’Ungheria. Breve, ma ricca di contenuti. Eccone alcuni estratti.

Sui rapporti con gli ungheresi.

“Negli anni Sessanta quando studiavo in Cile ho conosciuto tanti gesuiti che erano stati cacciati dall’Ungheria. Poi sono rimasto molto amico delle suore ungheresi che avevano una scuola a 20 chilometri da Buenos Aires. Le visitavo due volte al mese e facevo un po’ il cappellano straordinario. Non capivo l’idioma, ma due parole le capivo bene: gulash e tokai. Mi ha colpito tanto il dolore di questi rifugiati, il non poter ritornare in patria. Poi ho saputo delle vicende per convincere il buon cardinale Mindszenty a venire a Roma. E ho conosciuto anche l’entusiasmo breve del 1956, e la delusione successiva. L’Ungheria non è cambiata, è arricchita. Gli ungheresi che avevo conosciuto erano di grande cultura, anche quelli che non erano di una classe sociale alta avevano tutti una buona cultura di base. Di solito gli ungheresi parlano anche tedesco o inglese perché la loro lingua si parla nel loro Paese e in Paradiso perché ci vuole una eternità per impararlo… Questo non è cambiato. Ho visto lo stile che conoscevo.

Sul tema dei migranti e sulla pace in Ucraina, sul colloquio con il premier Viktor Orban e con il metropolita russo ortodosso Hilarion.

“La pace di fa sempre aprendo canali, mai si può fare la pace con la chiusura. Invito tutti ad aprire rapporti, canali di amicizia. Questo non è facile. Con Orban ho fatto lo stesso discorso che faccio in genere con tutti. Le migrazioni: un problema che è l’Europa che deve prendere per mano. Sono cinque i Paesi più coinvolti: Cipro, Grecia, Malta, Italia, Spagna. Perché sono Paesi del Mediterraneo e i migranti sbarcano lì. E se l’Europa non si fa carico di questo con una distribuzione equa dei migranti, il problema sarà di questi Paesi soltanto. Poi c’è un altro problema collegato. La denatalità. Ci sono Paesi come Italia e Spagna dove non si fanno figli. Penso che un programma migratorio ben portato avanti, penso ad esempio alla Svezia, può aiutare questi Paesi che hanno una bassa natalità. Su Hilarion: è una persona che rispetto tanto. E’ una persona intelligente con la quale si può parlare. E questi rapporti è necessario mantenerli. Con il Patriarca Kirill ho parlato una sola volta, dopo che è iniziata la guerra, per 40 minuti. Ora sono il collegamento con lui tramite Antoni, che ha preso il posto di Hilarion; viene a trovarmi, è stato parroco a Roma e conosce bene l’ambiente. Con Kirill c’è in sospeso l’incontro che dovevamo avere a Gerusalemme e che è stato sospeso per la guerra. Quello si dovrà fare. E poi ho un rapporto con l’ambasciatore che adesso lascia dopo sette anni. Un uomo grande, come si deve, una persona seria, colta, molto equilibrata. Il rapporto con i russi passa principalmente con questo ambasciatore. Per la pace sono disposto a fare tutto quello che si deve. Adesso e in corso una missione… ma ancora non è pubblica, quando lo sarà lo dirò”.

Sullo stato di salute e la prospettiva di partecipare alla Gmg di Lisbona.

“Ho avuto un malore forte alla fine dell’udienza del mercoledì. Non mi sono sentito di fare pranzo, mi sono coricato un po’, non ho perso i sensi, ma c’era una febbre alta. Alle tre il medico mi ha portato in ospedale: una polmonite acuta e forte nella parte bassa del polmone. Grazie a Dio lo posso raccontare. Il corpo ha risposto bene al trattamento, grazie a Dio. A Lisbona andrò. Spero di farcela. Voi vedete che non è lo stesso di due anni fa. Col bastone, adesso meglio. Per il momento il viaggio non è cancellato. Poi c’è il viaggio a Marsiglia, poi in Mongolia, e poi l’ultimo che non ricordo”.

Sulla disponibilità, dopo quella manifestata con la Grecia, di restituire agli indigeni canadesi dei loro manufatti conservati in Vaticano.

“La restituzione dei frammenti del Partenone è stato un gesto giusto. Si doveva fare. Qui si deve fare un discernimento in ogni caso. La restituzione agli indigeni canadesi è in corso. Chiederò. Nella misura in cui si può restituire è meglio farlo. Fa bene a tutti. Per non abituarsi a mettere le mani nelle tasche degli altri”.

Sulla disponibilità di mediare per la restituzione dei bimbi ucraini deportati in Russia.

“Penso di sì. La Santa Sede ha fatto da intermediaria in alcuni scambi di prigionieri, tramite l’ambasciata. Questi sono andati bene. Penso che può andare bene anche quest’altro. La Santa Sede è disposta a farlo perché è giusto. E dobbiamo aiutare affinché questo non sia un casus belli, ma un caso umano. Tutti i gesti umani aiutano, invece i gesti di crudeltà no. Penso anche alle donne che vengono nei nostri paesi dalle zone di guerra. In questo momento sono aiutate. Non dobbiamo perdere l’entusiasmo per fare questo. Altrimenti queste donne rimangono senza protezione col pericolo di finire nelle mani degli avvoltoi che girano sempre. Non dobbiamo perdere questa tensione di aiuto per i rifugiati”.

https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-francesco-conferenza-stampa-aereo-ungheria-2023




GRANDI DECISIONI per il 1° maggio

Nessun confronto con la stampa

Politicainsieme.com,  2 maggio 2023. Non si è proprio capito perché Giorgia Meloni si sia sottratta alla conferenza stampa che tutti si sarebbero aspettati dopo il grande annuncio sui provvedimenti adottati dal Governo con la riunione straordinaria dal Consiglio dei ministri del Primo Maggio.

Proprio perché decisione tanta enfatizzata, un incontro libero ed aperto con i giornalisti non sarebbe dovuto mancare. Non è che il rispettare i criteri di completezza d’informazione richiesti a chi si assume l’onere di gestire la cosa pubblica, e soprattutto a quei livelli, sia un optional lasciato alla libera valutazione della Primo ministro.

Un segno di debolezza, comunque, che non era da attendersi dalla tenace e determinata Giorgia Meloni. A maggior ragione se dovesse diventare una pratica costante o applicata quando si ritiene più opportuno non approfondire quello che, invece, dev’essere inevitabilmente approfondito all’interno di un ampio confronto anche con chi ha il dovere di informare la pubblica opinione, com’è costume di ogni paese democraticamente evoluto. E, intanto, un po’ tutti i componenti del Governo sembrano più impegnati a fare propaganda che a fornire il segno evidente di un cambio di passo, dall’opposizione passando a Palazzo Chigi.

https://www.politicainsieme.com/grandi-decisioni-per-il-1-maggio-ma-nessun-confronto-con-la-stampa/




ESSERE FIGLI DI MARIA

Un privilegio e una responsabilità

In Terris, 1° maggio 2023

Anticamente la Madonna veniva rappresentata con un grande manto che abbracciava tutto il popolo di Dio. Siamo figli suoi, anzi siamo “figli nel Figlio”.

Essere figli di Maria è un privilegio ed una grande responsabilità, ma abbiamo una Madre amorevole e compassionevole che non ci farà mancare mai il suo aiuto.

Maria, prima di essere madre del popolo di Dio e stata donna del popolo, così il santo vescovo Don Tonino Bello descrive: “Santa Maria, donna del popolo, grazie, perché hai convissuto con la gente, prima e dopo l’annuncio dell’ angelo, e non hai preteso da Gabriele una scorta permanente di cherubini, che facesse la guardia d’onore sull’uscio di casa tua. Grazie, perché, pur consapevole di essere la madre di Dio, non ti sei ritirata negli appartamenti della tua aristocrazia spirituale, ma hai voluto assaporare fino in fondo le esperienze, povere e struggenti, di tutte le donne di Nazareth… Santa Maria, donna del popolo, insegnaci a condividere con la gente le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce che contrassegnano il cammino della nostra civiltà. Donaci il gusto di stare in mezzo, come te nel cenacolo. Liberaci dall’autosufficienza. E snidaci dalle tane dell’isolamento”.

Maria è la donna dei giorni feriali, semplice e umile, dolce e forte, nascosta e coraggiosa, discreta e fedele alla volontà divina.

Senza il Si di Maria non ci sarebbe stato niente dopo, ma dal Suo Si è nato il Salvatore del mondo, il Redentore delle genti e una nuova umanità rinnovata dalla grazia e dall’amore crocifisso e risorto del Signore. Perché la Madonna è la figura di donna più popolare del mondo?

Perché la Madonna è la donna più famosa sulla terra sia per titoli che per luoghi dedicati a Lei?

Anni fa la National Geographic le ha dedicato la copertina di dicembre intitolandola appunto così: “Come la Vergine Maria è diventata la donna più potente del mondo”.

Nel Corano, che è il libro sacro dell’Islam, la Vergine è descritta come un faro e un modello di fede autentico ed esemplare: “Maria è un modello da seguire per tutti coloro che cercano un esempio perfetto di fede e di verità (Corano 66, 12)”.

La grandezza della Madonna è l’umiltà, la mitezza, la sottomissione a Dio, la piccolezza. Ha scelto di essere l’ultima, per poi essere prima e vincitrice nell’invocazione, nella lotta contro il male e nei luoghi di culto deidcata a Lei e in continuo aumento.

Credo che ogni giorno la Madonna appare dentro si noi se facciamo la volontà di Dio nell’ascolto silenzio della Parola di Dio e nella carità concreta verso gli alti. Concludo con una preghiera del Santo Padre, grande innamorato della Madre di Dio e della Chiesa.

Preghiera di papa Francesco alla Madonna

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova.

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.

Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,

e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

fra Emiliano Antenucci

Foto di radwan skeiky su Unsplash

https://www.interris.it/intervento/essere-figli-maria-privilegio-responsabilita/amp/




 IL 1° MAGGIO

e le politiche di tutela del lavoro

1° maggio 2023

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro: l’articolo 1 della nostra Costituzione si sposa perfettamente con il 1° maggio, una giornata particolare per i lavoratori, nella quale risalta in modo speciale l’importanza del lavoro come strumento di realizzazione personale e di servizio alla collettività. E non è un caso che proprio questo giorno sia legato alla figura di San Giuseppe, esempio emblematico di come l’operosità sia una dimensione essenziale della vita umana. Egli, infatti, fu un uomo umile e laborioso, un carpentiere che non mancò di assicurare il sostentamento della sua famiglia.

Questa premessa sintetizza tutta la bellezza di questa data a noi così cara. Insieme siamo impegnati a promuovere una visione del lavoro che rispetti la dignità umana e la sua libertà intrinseca. La dottrina sociale della Chiesa ci insegna che il lavoro è un diritto fondamentale, ma anche un dovere che ci richiede di impegnarci per il bene comune.

Per ottemperare a tale insegnamento, dovremmo sempre porre la massima attenzione affinché si garantiscano alle persone giuste condizioni lavorative, una retribuzione equa e dignitosa, la tutela della salute e della sicurezza, il diritto alla formazione e alla partecipazione alle decisioni che riguardano il lavoro stesso. Ne consegue che, valorizzando il lavoro come fonte di crescita personale e come contributo al bene della società, siamo anche spinti a sostenere l’imprenditorialità responsabile.

Ecco, quindi, che il lavoro non si può riassumere in un mero concetto astratto, bensì è una benedizione, un’opportunità per realizzare il nostro potenziale umano, per contribuire alla costruzione di una società più giusta e solidale. Per noi il 1° maggio rappresenta dunque l’occasione migliore per riflettere sullo stato del lavoro in Italia e nel mondo. Quelli recenti sono stati anni di profondi cambiamenti, a causa della globalizzazione, dell’innovazione tecnologica, della pandemia da Covid-19, delle guerre che piagano il pianeta.

Si è assistito a una crescita del precariato, alla rinuncia (specie da parte dei più giovani) a ruoli a tempo indeterminato, allo strazio dei salari erosi dall’inflazione. In questo contesto, diventa sempre più urgente promuovere politiche che tutelino i diritti dei lavoratori, che favoriscano la creazione di posti di lavoro dignitosi e che valorizzino la formazione e l’aggiornamento professionale. Inoltre, è fondamentale che le istituzioni pubbliche e private collaborino per costruire una realtà occupazionale più inclusiva, sostenibile e responsabile, capace di garantire la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani e la dignità di ogni persona. Riusciremo a plasmare e costituire una società più giusta, solidale e fraterna? La sfida ci attende… in labore fructus!

Erminio Zanenga




EUROCUP 2 la Coppa va al Fenerbahçe

Amicacci Abruzzo con orgoglio chiude al secondo posto

Giulianova, 1° maggio 2023. La Deco Metalferro Amicacci Abruzzo si piazza al secondo posto nelle Finals di EuroCup 2, battuta nella sfida per il titolo dai turchi del Fenerbahçe, che prevalgono con il punteggio di 48-60 e alzano il prestigioso trofeo europeo. Con la finale continentale di Badajoz cala il sipario sulla stagione della squadra guidata da coach Carlo Di Giusto, ricca di successi come la storica conquista dello Scudetto e il trionfo in Supercoppa Italiana.  

La squadra abruzzese arriva in finale dopo aver superato in semifinale i padroni di casa del Mideba Extremadura mentre il Fenerbahçe ha avuto la meglio sui francesi di Hyeres. Le due compagini si riaffrontano quindi dopo l’esordio di venerdì nel girone, che aveva visto prevalere l’Amicacci. L’inizio della contesa favorisce i giuliesi che trovano in Gabriel Benvenuto e Shay Barbibay i propri terminali offensivi per portarsi avanti, con il contributo di un Amit Vigoda sempre pronto a dispensare assist per i compagni. La squadra turca rimane in scia affidandosi alla presenza nel pitturato di Yamac Yuksel, ma il primo quarto si chiude con l’appoggio di Benvenuto allo scadere (20-17).

Nel secondo quarto l’Amicacci si affida al repertorio offensivo di Galliano Marchionni per conservare il vantaggio, ma il Fenerbahçe alza il livello sui due lati del campo e piazza il parziale del sorpasso trainato da Yuksel e Yavuz. Gli abruzzesi smarriscono la via del canestro nel finale di primo tempo, concluso a -7 con i canestri dell’iraniano Morteza Abedi a far valere il predominio fisico della squadra turca (28-34). La ripresa vede il tentativo di rimonta dell’Amicacci con capitan Marchionni che trova il -4 servito da Vigoda ma l’attacco giuliese continua a faticare e il Fenerbahçe allunga nei minuti finali del terzo quarto ancora grazie ad Abedi (34-46). Si entra nel quarto periodo con poche energie da parte della squadra abruzzese che non riesce mai a impensierire i campioni di Turchia in carica, in agevole controllo del punteggio, che vanno così a conquistare la coppa (48-60).

La Deco Metalferro può dirsi soddisfatta dalla spedizione spagnola di EuroCup 2, in cui si è confrontata alla pari con squadre di alto livello, ottenendo successi importanti. A certificare le ottime prestazioni della squadra di coach Di Giusto la nomina nel miglior quintetto del torneo di Melanie Hawtin e Shay Barbibay, fondamentali negli ingranaggi del gioco dell’Amicacci per tutta la stagione.

A completare il podio della competizione continentale i francesi dello Hyeres Handi Basket, che hanno battuto nella finale di consolazione il Mideba Extremadura. Nel week-end europeo del basket in carrozzina non sono mancate le soddisfazioni per l’Italia. In EuroCup 1 trionfo della Santo Stefano sulla formazione del Bilbao, con la Briantea Cantù squadra ospitante al terzo posto e il Padova Millennium al quarto, mentre la Dinamo Lab Sassari si è piazzata seconda dietro ai tedeschi dell’Hannover.

Tabellino

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Benvenuto 18, Marchionni 9, Blasiotti, Messina, Minella, Cavagnini 2, Vigoda 2, Hawtin, Baho, Greco Brakus, Barbibay 17.

Fenerbahçe: Sayari 6, Bebe, Ar, Yavuz 12, Abedi 14, Yuksel 20, Kiyar, Altunbas, Gümüs 8, Kulbay, Yazici.

EuroCup 2 Finals 2023 – Badajoz (Spagna)

Finali (dom 30/04)

3°/4° Posto: Mideba Extremadura – Hyeres Handi Basket 71-77

1°/2° Posto: Deco Metalferro Amicacci Abruzzo – Fenerbahçe Göksel Çelik 48-60

Stefano D’Andreagiovanni




1° MAGGIO – Festa del Lavoro irregolare nel turismo

… e l’Abruzzo è tra le regioni peggiori

Pescara, 30 aprile 2023. Nelle scorse settimane l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha condotto una operazione di vigilanza straordinaria nei settori del Turismo e dei Pubblici Esercizi, con l’obiettivo di contrastare il lavoro nero ed il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza.

Purtroppo, i dati confermano quanto la FILCAMS CGIL da sempre denuncia: lo sfruttamento, la precarietà e l’illegalità sono il male di questo settore.

Sul territorio nazionale, su 445 aziende controllate il 76% sono risultate irregolari.

Purtroppo, i dati dell’Abruzzo sono decisamente peggiori rispetto al resto del paese: 

Delle 15 imprese oggetto di verifica in Abruzzo, ben 14, sono risultate irregolari. (93%, rispetto ad una media nazionale del 76%)

Delle 51 posizioni lavorative verificate, 20 sono risultate irregolari (40% rispetto al 36% della media nazionale), 16 sono i lavoratori trovati COMPLETAMENTE IN NERO! (31% rispetto al 18% della media nazionale). 

Le denunce di lavoro nero hanno portato a 9 provvedimenti di sospensione, che si aggiungono alle 3 sospensioni comminate per gravi inadempienze in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro.  

Certo, si tratta di numeri ridotti rispetto alle migliaia di imprese che operano nel settore, ma rappresentano in modo plastico               quanto sia la situazione di gravissima irregolarità ad essere il vero male del settore!

I primi dati del 2023 parlano di una stagione di forte crescita per il settore del turismo. 

Da una parte si prevedono presenze decisamente superiori a quelle degli anni pre-covid, dall’altra i datori di lavoro del settore lamentano, ancora una volta, la carenza di personale.

A tutti quegli imprenditori che non riescono a trovare personale la FILCAMS CGIL Abruzzo Molise risponde, ancora una volta, che è in questi dati che va letta la vera motivazione della carenza di personale che sempre più si registra nel Turismo. 

È ora di finirla con le false polemiche, prima sul reddito di cittadinanza e poi sui giovani che non vogliono lavorare nel fine settimana e sulle competenze che scarseggiano. 

Piuttosto che arrampicarsi su scivolosi argomenti autoassolutori, gli imprenditori dovrebbero capire che le lavoratrici e i lavoratori non vogliono lavorare in questo settore perché sono stanchi di anni di sfruttamento, sono stanchi di lavorare in nero, sono stanchi di firmare contratti per 12 ore settimanali per poi lavorarne 60, sono stanchi dei voucher, sono stanchi della precarietà, sono stanchi di lavorare con contratti collettivi di lavoro scaduti da diversi anni. 

Noi crediamo che il rilancio del settore passi per la valorizzazione del lavoro. Soprattutto nel turismo la qualità del servizio, la professionalità, la cortesia e la disponibilità dei lavoratori sono il valore aggiunto che fa fare il salto di qualità alle aziende.

Noi crediamo, e i dati lo dimostrano, questa classe imprenditoriale (o quanto meno la gran parte di essa) sia la rovina del settore.

Buon 1° maggio a tutti i Lavoratori

Soprattutto ai lavoratori sfruttati e malpagati del Turismo e dei Pubblici Esercizi

Lucio Cipollini

FILCAMS CGIL Abruzzo Molise




CARI GIOVANI,

il mese di maggio inizia con la Festa del Lavoro.

Ricordo sempre San Giuseppe: era un artigiano.

Una festa che talvolta facciamo fatica ad accogliere perché ci ricorda che siamo chiamati a prepararci ad essere qualcuno, costruendo la società, valorizzando i nostri talenti.

Talvolta abbiamo paura del futuro e non ci impegniamo a prepararci.

Perché studiare?

Perché fare esperienza lavorativa?

Sono molte le sollecitazioni a scegliere il successo immediato e ciò che mi piace.

Ma la storia è completamente diversa, viaggia su binari che non sempre coincidono con ciò che pensiamo.

Vorrei affidarvi il motto di S. Benedetto, in questo anno in cui festeggiamo san Berardo monaco e vescovo: ora et labora, prega e lavora.              

È stato il motto che ha ispirato la cultura europea.

Oggi, in un mondo che corre, facciamo fatica ad essere protagonisti e rischiamo di essere trascinati dagli eventi.

E poi nasce la delusione!

Ho corso invano! Mi sono illuso!

Ora et labora!

Cari giovani,

San Benedetto aveva ben individuato lo stile di vita per il mondo moderno, per il nostro tempo.

Se tu preghi e cammini con il Signore sarai stabile nella corsa.

Il mondo corre, ma tu sei stabile.

O meglio, corri anche tu, ma senza essere travolto!

È la via per essere sempre presenti a se stessi: sono io, stabile, e non ciò che la società vorrebbe che io fossi.

Cari giovani,

nel tempo moderno abbiamo la grande possibilità di essere costruttori di tante comunità, a cominciare dalla Chiesa. Ma c’è anche il grande pericolo che la società programmi noi!

Ora et labora!

Trova il tempo per stare con il Signore!

Trova il tempo per vivere il tuo cammino di preparazione professionale non per un fine immediato, ma per essere punto di riferimento nel capire e servire la comunità dove sei inserito, a cominciare dalla famiglia.

Per essere costruttori nel mondo moderno bisogna saper correre senza perdere la stabilità!

Ma la stabilità la si acquista imparando a non lasciarsi strumentalizzare da progetti che ci impediscono di vedere lontano.

Tutto passa, ma tu resti.

Ma per restare bisogna stare con il Signore, che cammina con te aiutandoti a saper guardare le situazioni con gli occhi di chi vuole servire e non dominare.

Ora et labora!

Non ti illudere di costruire il mondo da solo!

Preparati a far crescere la comunità nella quale sei inserito aiutandola a progettare il futuro con la certezza che quando si lavora con il Signore si aprono orizzonti sempre nuovi.

Anche Gesù ha lavorato per tanti anni: era il figlio del falegname.

Lavorando ha imparato a dare la vita per gli altri.

Imitalo per costruire la civiltà dell’amore.

Vi aspetto Sabato 13 maggio per vivere la gioia di essere, con Maria, giovani che costruiscono un mondo di pace!

Vostro,

Lorenzo, vescovo




CGIL: ELETTA LA NUOVA SEGRETERIA Abruzzo Molise

Pescara, 29 aprile 2023. Dopo la rielezione del segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, avvenuta lo scorso 3 febbraio in occasione dell’assemblea generale del sindacato, oggi il percorso di costituzione degli organismi dirigenti dell’organizzazione sindacale si conclude con l’elezione della nuova segreteria. Oltre a Ranieri, sono stati eletti Alessandra Tersigni, Federica Benedetti, Franco Rolandi e Franco Spina.

La nuova segreteria è stata votata a larga maggioranza: 86 i favorevoli, cinque i contrari e tre gli astenuti. Se per Spina si tratta di una conferma, per Tersigni, Benedetti e Rolandi è il primo incarico nella segreteria della Cgil Abruzzo Molise.

Tersigni, proveniente dal mondo delle cooperative sociali in qualità di assistente sociale, ha iniziato il percorso sindacale nella segreteria della Funzione pubblica della Cgil Pescara; ha costituito il Nidil Cgil del capoluogo adriatico di cui è stata segretaria generale per otto anni. È stata inoltre nella segreteria provinciale della Camera del Lavoro di Pescara per dodici anni. Nel 2017, poi, è stata eletta segretaria generale della Fiom Cgil Pescara. È da sempre impegnata nella lotta alla precarietà e nell’implementazione delle pari opportunità.

Federica Benedetti è stata componente della segreteria confederale della Camera del Lavoro dell’Aquila per otto anni con delega alle partecipate, alle politiche di genere e alla ricostruzione. Componente di segreteria della Fp Cgil provinciale per quattro anni, è stata impegnata in prima linea sulle vertenze dei precari della ricostruzione, dei Centri per l’impiego, degli uffici giudiziari. È stata nella Rsu della Giunta regionale e componente del coordinamento nazionale Fp Cgil Centri per l’Impiego.

Franco Rolandi, dipendente della Tua Spa, nella sua lunga militanza nella Cgil, sindacato a cui è iscritto dal 1987, ha ricoperto diversi ruoli, da delegato aziendale a segretario della Filt Cgil Pescara, che ha guidato dal 2008 al 2016, prima di essere eletto nella Filt Cgil Abruzzo. Dapprima ne è stato segretario organizzativo e poi segretario generale, ruolo che ha ricoperto per dieci anni, gli ultimi quattro dei quali anche alla guida della categoria molisana. È stato anche componente dell’assemblea nazionale della Filt Cgil, nonché componente degli organismi direttivi confederali della Cgil regionale, della Cgil Pescara e della Cgil del Molise.

Franco Spina ha ricoperto incarichi nel patronato Inca, nella Fillea e nella Filcams Molise. È stato segretario organizzativo della Cgil Molise e nell’ultimo quadriennio segretario di organizzazione della Cgil Abruzzo Molise. Attualmente riveste anche la carica di segretario generale della Camera del Lavoro di Chieti.

Nell’augurare buon lavoro ai componenti della segreteria, il segretario generale del sindacato, Carmine Ranieri, ribadisce che “in un contesto difficile come quello che stiamo vivendo, è più che mai necessario mettere al centro il lavoro, la pace, la giustizia sociale, la solidarietà umana. E’ questo l’impegno ed il programma politico della Cgil Abruzzo Molise per i prossimi quattro anni”, conclude Ranieri, ribadendo quanto già annunciato dopo la rielezione.




CHE FINE FARANNO I PICCOLI COMUNI?

Politicansieme.com, 28 aprile 2023

Per amore o per forza, che fine faranno  i piccoli comuni?

In piena Autonomia?

Qualche decennio fa ho cominciato attivamente a occuparmi, con curiosità e impegno, di Res Publica e ora che sto rivisitando con il necessario distacco i ricordi della mia esperienza di pubblico amministratore sulle montagne lecchesi della Valsassina, terra di minuscole municipalità e di manzoniana memoria, mi è oltremodo fastidioso assistere alle reiterate promesse fatte in tema di riforma della pubblica amministrazione e di semplificazione delle procedure amministrative.

Come si dice in questi casi, nessuno escluso: da destra a sinistra, passando rigorosamente per il centro e altrettanto rigorosamente, per il bene del Paese. Dovrei essermi abituato e invece ancora no.

Il livello decisionale anche nei piccoli comuni è, infatti, diventato ostaggio di pareri e veti incrociati in pletoriche commissioni e sottocommissioni che formano una giungla quasi inestricabile di Garanzie concepite dai diretti interessati sostanzialmente a tutela dei sempre timorosi funzionari dotati di firma.

Soprattutto  dopo le cosiddette Leggi Bassanini, firme, oggi, contrabbandate quali provvidenziali e indispensabili salvaguardie tese a presidiare ogni singolo passaggio procedurale che caratterizza l’iter di ciascuna pratica amministrativa ma anche del percorso parlamentare necessario a partorire qualunque norma, legge o leggina che regola la nostra società, creando alibi e paraventi che rappresentano le ricorrenti e più diffuse giustificazioni professionali ma anche politiche che spesso consentono il blocco dei cantieri con insopportabili dilazioni temporali nella realizzazione delle opere pubbliche.

Il cambiare tutto per non cambiare niente regna sovrano

Dopo la legge 142/1990 Ordinamento delle autonomie locali nel contesto sommariamente descritto, per quanto riguarda le unioni o le fusioni dei comuni di minore dimensione come quelli di montagna, responsabilità e colpe per le persistenti difficoltà gestionali che affliggono questi enti ritengo vadano ascritte a chi negli anni scorsi non li ha poi supportati con la necessaria determinazione nel cammino verso una nuova e definitiva veste istituzionale.

Come nostra consuetudine chi ha voluto portarsi avanti lo ha fatto, in proprio, mentre altri sono stati alla finestra senza rischiare nulla o quasi.

Quando si è però dovuto dimostrare per davvero come si risparmia e anche si può guadagnare con amministrazioni virtuose ma non più supportate dai contributi inizialmente garantiti alle aggregazioni  fra comuni, salvo lodevoli eccezioni, è stato un fuggi fuggi generale con il mesto ritorno al recente passato.

Cioè al proprio accogliente campanile e a quel deleterio frazionamento di sussistenza che caratterizza molte aree geografiche dell’italico stivale. All’epoca mi è sembrato di assistere a quanto era già avvenuto nel periodo e non solo sul territorio della Comunità montana della Valsassina, quando ogni comune doveva obbligatoriamente dotarsi del Piano regolatore generale che allora si chiamava ancora così: la maggior parte delle amministrazioni lo fece nei tempi di legge, altre molto dopo.

I più zelanti amministratori comunali ebbero da subito rigidi vincoli urbanistici calati sui loro territori mentre chi arrivò con le mani libere e con grave ritardo alla meta – mi risulta senza sanzione alcuna – all’italiana, se la cavò con una tiratina d’orecchi e facendo spallucce.

È proprio quello che, analogamente, sta accadendo anche ai giorni nostri con gli impedimenti che gli incolpevoli piccoli borghi, lasciati a se stessi, incontrano e spesso non riescono a superare nell’accedere e gestire i fondi del PNRR che in teoria, con l’irripetibile occasione, dovrebbero risolvere tutti o quasi i loro problemi in termini di infrastrutture e che invece rischiano di farli incamminare verso un scivoloso declivio che, obtorto collo, consiglierà a molte piccole amministrazioni comunali di gettare la spugna.

Ciò, vista la carenza di personale qualificato nelle loro piante organiche che già influenza negativamente lo svolgimento delle quotidiane mansioni di stretta competenza.

Stando così le cose, ho infine maturato la convinzione che lo Stato centrale non avrà mai il coraggio di favorire il superamento della frammentazione dei piccoli comuni assumendo, in piena Autonomia e con autorevolezza, una superiore decisione parlamentare che consenta di bypassare l’evidente  impasse in cui si dibatte la stragrande maggioranza delle piccole e medie municipalità.

Questo per l’irriferibile timore di scontentare più di qualcuno dei propri interlocutori e dunque di incappare nel rischio di quella perdita di consenso che fa rizzare i capelli in testa a ogni politico in carriera, da che mondo è mondo.

Al dunque. In alto loco forse pensano sia meglio che le piccole municipalità affondino nelle loro difficoltà e prendano direttamente coscienza dei propri attuali  invalicabili limiti anche gestionali e si rassegnino alle inevitabili fusioni dei comuni.

Se questo a medio o lungo termine dovesse avvenire, con magra consolazione, non si potrà comunque ascrivere la responsabilità del gesto a chi invece di aiutare concretamente i piccoli comuni, a livello centrale e di fatto, ha stretto lentamente il laccio assistendo da lontano al progressivo e inesorabile sfaldamento di una storia millenaria ma a quel punto la politica-politicante rischia di non salvare neppure la faccia.

Mentre la fiducia dei cittadini è ai minimi storici, il riordino della macchina amministrativa e burocratica dello Stato attende tempi migliori.

Claudio Baruffaldi

https://www.politicainsieme.com/che-fine-faranno-i-piccoli-comuni-di-claudio-baruffaldi/




ANTONIO PARISELLA alla pinacoteca Bindi

A Giulianova il Presidente del Museo Storico della Liberazione di Roma

Giulianova, 28 aprile 2023. Il professor Antonio Parisella, Presidente del Museo Storico della Liberazione di Roma, ha trascorso una giornata a Giulianova. Arrivato dalla capitale, dove dirige le sale che in via Tasso furono il quartier generale delle SS. naziste, ha visitato in serata, guidato dal direttore, Sirio Maria Pomante, la Casa Museo Vincenzo Bindi. Poco dopo, ha avuto modo di ammirare Palazzo Re, accolto dai proprietari Luigi e Rossella Re.

Ieri mattina, al Kursaal, l’incontro con i ragazzi delle Medie. Il suo intervento, introdotto dal giornalista e ricercatore Walter De Berardinis, ha offerto ai ragazzi una lettura limpida e viva dei giorni della Resistenza. Ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale e organizzato l’incontro, il Vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione, Lidia Albani.

Sentito, da parte sua, il ringraziamento, per la straordinaria occasione di riflessione al professor Parisella, per la disponibilità ai docenti e alle dirigenti degli Istituti Comprensivi Giulianova 1 e Giulianova 2, per l’attenzione ai ragazzi intervenuti.




UN NUOVO INVITO a riunirsi e continuare il percorso

Ad un anno dalla prima assemblea pubblica dei giovani nelle aree interne d’Abruzzo

Gagliano Aterno, 27 aprile 2023. A seguito della prima assemblea, diversi incontri hanno già portato molti ragazzi e le ragazze da tutta la regione a incontrarsi successivamente a Collarmele, a Loreto Aprutino e, anche in modo informale, in giro per diversi paesi della regione. Ad oggi l’assemblea aperta si è allargata sempre di più e ha incluso i bisogni, le istanze e le aspirazioni dei giovani d’Abruzzo andando oltre le aree interne, unendo dalla montagna al mare, tra le periferie ed i centri, nel bisogno condiviso di riappropriarsi del protagonismo giovanile. E farlo costruendo reti, nella consapevolezza che in questa regione molti dei bisogni sono comuni.

Così la prima edizione del Festival Libriganzi, che si svolgerà a Gagliano Aterno tra il 29 aprile ed il 1° maggio, sarà anche lo spazio  d’incontro informale e collettivo tra i giovani della regione. Gli obiettivi sono confrontarsi sugli sviluppi delle proprie iniziative locali, ma anche avviare insieme la mappatura delle realtà associative, collettivi e singoli individui attivi e da coinvolgere in Abruzzo e lavorare insieme ai contenuti di un manifesto condiviso come prossimi passi nella progettazione condivisa.

Dunque, un invito aperto a tutti e tutte coloro che vogliono unirsi a questo progetto aperto, collettivo ed in divenire per il futuro dei nostri territori.

Il ritrovo è previsto in Piazza del Popolo a Gagliano Aterno alle ore 11:00. A seguire, i partecipanti e le partecipanti sono invitati\e a restare in paese per il ricco calendario di iniziative proposte nel contesto del festival tra libri, musica, mercatini e dibattiti.

Il festival rappresenta un momento fondamentale per i processi in corso da due anni a questa parte a Gagliano Aterno e, in questo contesto, l’assemblea avrà un forte valore significativo in rappresentanza di tutte le attività portate avanti dai giovani nei paesi d’Abruzzo per continuare a lavorare insieme per un progetto collettivo e condiviso.

Il festival Libriganzi nasce da una collaborazione tra MOMO edizioni, Montagne in Movimento, Radio Antiche Rue ed il comune di Gagliano Aterno. Il dettaglio del programma è disponibile nelle pagine Facebook dedicata all’evento:  https://www.facebook.com/events/240769401690024




IL CAMMINO NATURALE DEI PARCHI, da Livata a Corvaro

Scoprire un cammino partecipativo in stile Forrest Gump dal 7 al 13 maggio

Sul confine tra Lazio e Abruzzo: un’avventura gratuita e aperta a tutti, lanciata da Parchi Lazio in collaborazione con Va’ Sentiero. Ultima settimana per iscriversi!

Un viaggio collettivo e partecipato sul Cammino Naturale dei Parchi (CNP), a piedi e con lentezza, per entrare in contatto con le aree protette, i borghi e le comunità montane dell’entroterra laziale: questo il senso dell’iniziativa lanciata dall’ente Parchi Lazio in collaborazione con i ragazzi di Va’ Sentiero.

Chiunque può unirsi al cammino gratuitamente, in pieno stile Forrest Gump!

Si parte alla volta del CNP domenica 7 maggio da Livata, nel Parco dei Monti Simbruini, per giungere sabato 13 al borgo di Corvaro, nel cuore della Riserva Naturale Montagne della Duchessa.

Oltre al team di Va’ Sentiero, ad accompagnare la carovana di camminanti ci saranno i guardiaparco delle aree protette attraversate, che forniranno supporto e faranno da ciceroni per spiegare i luoghi di interesse naturale e storico-culturale intercettati dal percorso: il Parco dei Monti Simbruini, la Riserva Naturale Montagne della Duchessa, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco dei Monti Lucretili e la Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia, ma anche i borghi di Camerata Nuova, Cineto Romano, Orvinio, Castel di Tora, Marcetelli, Pescorocchiano e Corvaro.

Per iscriversi e partecipare, basta compilare l’apposito form: https://shorturl.at/ahjLP  Al suo interno sono riportati tutti i dettagli delle tappe e sono anche segnalate le strutture convenzionate del Cammino, i relativi contatti e il link al sito ufficiale del CNP, per facilitare le persone a organizzare il proprio cammino.

La partecipazione a queste esperienze è completamente libera e gratuita, e implica un’assunzione di piena responsabilità personale e massima autonomia logistica: ognuno è invitato a organizzarsi per quanto riguarda viaggio, vitto e alloggio per ogni tappa percorsa.




SOTTOCOSTA conto alla rovescia

Dal 29 aprile al 1° maggio 2023 torna al porto turistico il Salone Nautico del Medio Adriatico

Pescara, 26 aprile 2023. Tutto pronto per la nona edizione di Sottocosta, il Salone Nautico del Medio Adriatico, che animerà il porto turistico di Pescara dal 29 aprile al 1° maggio 2023.  La manifestazione fieristica è promossa dalla Camera di Commercio Chieti Pescara e dal Marina di Pescara, con la collaborazione tecnica di Assonautica Pescara Chieti. Un’edizione che si preannuncia ricca di novità e con numeri importanti, come evidenziato questa mattina in conferenza stampa dal vicepresidente della Camera di Commercio Chieti Pescara e presidente del porto turistico Marina di Pescara, Carmine Salce, dal presidente di Assonautica Chieti Pescara e vicepresidente vicario di Assonautica Italiana Francesco Di Filippo, alla presenza del vicepresidente di Confindustria Nautica Piero Formenti.

«In questa edizione di Sottocosta», ha anticipato Salce, «avremo 64 espositori provenienti da 10 regioni italiane e 160 marchi presenti. Rimanendo sui numeri, il 40 per cento degli espositori parteciperanno per la prima volta all’evento e il 31 per cento arriveranno da regioni diverse dall’Abruzzo, tra cui il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, solo per citare i territori più distanti. Sono dati che confermano come il Salone Nautico del Medio Adriatico stia crescendo sempre di più, diventando un evento di richiamo a livello nazionale per l’intero settore della nautica. Un settore sul quale la Camera di Commercio Chieti Pescara vuole continuare a scommettere e a incentivare, soprattutto per le importanti ricadute economiche e occupazionali sulle imprese del territorio e sull’intera filiera, sia diretta che indiretta».

Un risultato possibile anche grazie ai patrocini confermati per il 2023 tra cui, oltre ad Assonautica Italiana e Assonat, anche quello di Confindustria Nautica, che ha permesso a Sottocosta di entrare di diritto a far parte dei 10 eventi territoriali collegati al Salone Nautico di Genova, e quelli dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Adriatico Centrale e del Consiglio regionale d’Abruzzo, due novità per questa edizione.

Ma cosa c’è da aspettarsi in questi tre giorni di manifestazione dedicati ai diportisti, al turismo nautico, agli sport del mare e alla valorizzazione del mondo blu in tutte le sue sfaccettature? Si parte dalla sezione espositiva, al chiuso e all’aperto, che vedrà in vetrina numerose imbarcazioni, gommoni, canoe, kayak, sup, surf, wing foil, motori marini, moto d’acqua e motori elettrici. E ancora spazio a editoria nautica, accessori per la nautica, abbigliamento nautico, charter e vacanze in barca, attrezzature per sub, elettronica e tanto altro.

Come sempre poi la manifestazione sarà arricchita da una lunga serie di appuntamenti, tra eventi, seminari, corsi, laboratori, intrattenimento per grandi e bambini e prove pratiche per avvicinare i neofiti all’appassionante mondo della nautica. Sono, dunque, in programma uscite in barca, dimostrazioni pratiche, momenti di confronto, presentazioni di progetti e novità a cura di associazioni, istituzioni e federazioni, e tante attività promosse anche all’interno degli stand dagli stessi espositori che diventeranno a loro volta protagonisti del tuffo nel blu compiuto dal pubblico.

Un ruolo centrale sarà giocato poi da Assonautica Italiana e dalla sua sezione locale, Pescara Chieti, che nel corso di Sottocosta promuoverà diversi appuntamenti come anticipato dal presidente Di Filippo. «Da sempre, come Assonautica Pescara Chieti», evidenzia, «vogliamo fornire il nostro concreto contributo alla buona riuscita del Salone Nautico del Medio Adriatico che rappresenta un momento importante per la promozione e lo sviluppo dell’economia del mare, della nautica da diporto e del turismo nautico. Anche quest’anno, grazie alla collaborazione del nostro direttivo e di tutti i soci, organizzeremo il “Battesimo del mare” con uscite in barca per chi vorrà avvicinarsi al mondo della nautica, così come cureremo importanti momenti di confronto e informazione dedicati al progetto del Ministero del Turismo “L’Italia vista dal mare – Scopri dove ti porto”, al progetto di sicurezza e soccorso in mare promosso in collaborazione con la Direzione Marittima Pescara e il 3° Nucleo Aereo della Guardia Costiera, all’Advisory Board del sistema nautico o all’evento nazionale Go to Barcolana Adriatico».

Un ricco cartellone di incontri è in programma ogni giorno all’interno del padiglione Becci dove sul palco si alterneranno esperti, professionisti e referenti di progetti e iniziative nazionali e internazionali. Da segnalare, il convegno “Industria nautica e sviluppo turistico in Abruzzo” organizzato in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo con la presenza del giornalista Antonio Vettese, che aprirà il Salone sabato 29 aprile alle 10, e i due appuntamenti con il “Salone delle idee e dell’innovazione della nautica”: il seminario “Il progettista nel settore nautico” rivolto ad architetti e ingegneri, in scena sabato alle 15,15, e la cerimonia di premiazione che domenica alle 18,30 vedrà il conferimento del Premio alla carriera a Luca Bassani Antivari, founder & chief designer Wally Yachts e il Premio donna del mare a Rita Tranquilli Leali, avvocato e professore ordinario di Diritto della Navigazione, come rivelato dall’architetto Claudia Ciccotti Giammaria, ideatrice dei premi, e il Premio nazionale Design nautico, che sarà assegnato al vincitore della sesta edizione dell’omonimo riconoscimento.

Tra le tante attività all’aria aperta, anche l’immancabile appuntamento promosso dal Centro studi cetacei nell’ambito di “Adotta una tartaruga” che consentirà ai bambini di vedere da vicino alcuni esemplari di Caretta Caretta prima del loro rilascio in mare. Così come sarà presente Anassa, un’imbarcazione a vela sequestrata alla malavita a disposizione del pubblico grazie alla Lega Navale Italiana.

Protagoniste saranno anche le forze dell’ordine e di soccorso, con il corso sulla sicurezza in mare a cura del Nucleo Aereo della Guardia Costiera e l’evento “Guarda lontano, scegli la Marina” della Marina Militare Italiana, così come per tutta la durata del Salone è prevista l’esposizione di mezzi, attrezzature e attività per ricerca, soccorso e tutela del mare a cura della Guardia Costiera, della Marina Militare, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri e della Protezione Civile e la presenza dei cani da salvataggio della Società Nazionale di Salvamento.




LA MOSTRA DEL FIORE FLORVIVA chiude con successo

Soddisfatti espositori e visitatori. Grande entusiasmo per le esposizioni di orchidee e piante grasse.  Appuntamento al 2024

Pescara, 26 aprile 2023.  Chiude con un bilancio più che positivo la 45esima edizione della Mostra del Fiore Florviva che si è tenuta al porto turistico Marina di Pescara dal 23 al 25 aprile.

Si dicono soddisfatti gli organizzatori che hanno assistito nei tre giorni al flusso continuo di visitatori entusiasti della ricca esposizione di piante e fiori e degli eventi collaterali che hanno arricchito l’iniziativa.

Guido Caravaggio, presidente Assoflora (Associazione dei produttori florovivaisti abruzzesi): “Questa edizione ha conseguito un risultato eccezionale, gli espositori sono molto soddisfatti sia dell’organizzazione che dell’affluenza. Idem per i visitatori che hanno trovato come sempre una grande offerta. Abbiamo voluto completare l’esposizione di orchidee con quella delle piante grasse che ha generato grande attenzione e interesse. La buona riuscita dell’evento di quest’anno è motivo di entusiasmo per lavorare sin da subito alla prossima edizione”.

Remo Matricardi, presidente Arfa (Associazione regionale del florovivaismo abruzzese): “Un  grande risultato dato dall’affluenza poderosa di visitatori e addetti ai lavori. È un evento che cresce e che si arricchisce di anno in anno.  Ringraziamo la Camera di Commercio Chieti Pescara, il Comune di Pescara, la Regione Abruzzo e tutte le associazioni e le attività che continuano a starci vicino.  Da domani ci metteremo a lavoro con entusiasmo per l’edizione 2024”.

Tante le iniziative che si sono susseguite nei tre giorni dedicati al mondo del florovivaismo, tra laboratori, convegni e reading di poesie a tema. La Regione Abruzzo ha partecipato con uno spazio espositivo del Servizio fitosanitario regionale, organizzazione che si occupa di protezione delle piante, dell’ambiente, del patrimonio forestale e del territorio.

La parte espositiva è stata completata quest’anno da tre esempi di giardini: uno realizzato dalla Vivai Agricola Raulli con elementi naturali, dimostrando che con semplicità si possono fare cose belle e in piena sintonia con la natura, uno allestito dall’architetto Cristiano Del Toro in collaborazione con il Giardino degli Angeli,  con l’intento di sensibilizzare al tema del recupero dell’acqua piovana, e l’altro dell’azienda La Felce che ha presentato il brevetto Viridis, un giardino che si estende su uno spazio verticale, da interno e da esterno.

Il  mondo del florovivaismo è stato rappresentato da oltre 150 espositori che hanno allestito una perfetta vetrina di fiori, piante ornamentali, piantine da orto e da frutta. Alle orchidee è stato riservato, per il secondo anno consecutivo, uno spazio dedicato, con esposizione e convegni su come coltivarle, dalla concimazione ai rinvasi.   Anna Di Medio, sezione abruzzese dell’associazione di orchidofilia Atao : “Siamo felicissimi di essere tornati qui, vedere i visi delle persone che rimangono incantate davanti alle nostre piante ci riempie di gioia. Abbiamo allestito una vetrina con orchidee molto particolari e i visitatori si sono appassionati a questo tipo di pianta, che è bellissima ma anche molto particolare”.

Non solo orchidee ma anche piante grasse alla 45esima edizione della Mostra del Fiore, partecipazione curata dai collezionisti dell’Associazione Italiana Amatori delle Piante Succulente. Domenico Rocchi, segretario Aias Abruzzo Marche e Molise: “L’associazione nasce nel 1979 e si esprime attraverso la pubblicazione di quattro riviste trimestrali e uno speciale, con l’intento di divulgare le peculiarità delle piante succulenti e di sostenere i produttori che in Abruzzo insistono su 18 ettari di terreno, riservato alla coltivazione di piante grasse”.




MATTARELLA: IL 25 APRILE È LA COSTITUZIONE

26 Aprile 2023

Il discorso più chiaro e netto sul significato pieno e sulla forza del 25 aprile, come c’era da attendersi, è giunto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: ” Il frutto del 25 aprile è la Costituzione. Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo”.

Affermazioni che superano tutte le discussioni di questi giorni passati nel corso dei quali sono riemerse addirittura le remore a parlare di “antifascismo” e, a destra, si è persino sembrare tornare indietro a quel prima di Fiuggi quando, con la nascita di Alleanza Nazionale, venne definito il fascismo un male assoluto.

Mattarella, dopo il saluto all’Altare della Patria, ha voluto ricordare l’Anniversario della Liberazione da Cuneo, da lui definita la “terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste”. Da queste essenziali cifre, viene la conferma del sacrificio richiesto dalla lotta per la liberazione, e con essa per la libertà e per la democrazia. Non c’è dunque spazio per chi continua a parlare di divisione e divisività con l’obiettivo di non voler accettare il 25 aprile come il giorno fondante per un intero popolo.

Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, dopo “l’8 settembre il tema fu quello della riconquista della Patria e della conferma dei valori della sua gente, dopo le ingannevoli parole d’ordine del fascismo: il mito del capo; un patriottismo contrapposto al patriottismo degli altri in spregio ai valori universali che animavano, invece, il Risorgimento dei moti europei dell’800; il mito della violenza e della guerra; il mito dell’Italia dominatrice e delle avventure imperiali nel Corno d’Africa e nei Balcani. Combattere non per difendere la propria gente ma per aggredire. Non per la causa della libertà ma per togliere libertà ad altri”. E dunque la “Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per affermare il riscatto nazionale”.

È vero, ha ragione il nostro Presidente: si trattava di “dare vita a una nuova Italia”. Così, il 25 aprile, il suo significato concreto e di prospettiva, costituiscono una cesura nella storia del Paese che costringe, ancora oggi, a fare una scelta senza vie di mezzo. Sulla base dei valori che questa data ci ripropone, ogni giorno, è necessario proseguire su quella strada intrapresa, e mai abbandonata nonostante le tante difficoltà incontrate dalla nostra Repubblica, per dare vita, come ha ricordato Mattarella, a “una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile, che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati prima inimmaginabili”.

Tutto è partito da quel 25 aprile. E gli italiani ben lo sanno! Come hanno dimostrato ieri con una partecipazione imponente per ribadire quel che c’era da ribadire.




OMAGGIO ALLE VITTIME di tutte le guerre e ai 33 Martiri di Capistrello

Corone di alloro al monumento e alla lapide rispettivamente dedicati. La pioggia a tratti battente non ha fermato la sentita celebrazione, a luco dei marsi, del 78° Anniversario della Liberazione.

Luco dei Marsi, 26 aprile 2023.  “La libertà e la democrazia che hanno consentito al nostro Paese di crescere e prosperare affondano le radici nella Liberazione, nella lotta per l’affermazione di quei valori assoluti, poi trasfusi e sostanziati nella nostra Costituzione, difesi col sangue e il sacrificio di migliaia di vite. Sono questi ideali, questa lotta, quel sacrificio che oggi onoriamo, e sentiamo come dovere fondamentale vivificarne la memoria, ancor più nel momento in cui vanno via via a sparire i testimoni diretti degli eventi che hanno contribuito a disegnare il volto della nostra Italia, e con più forza alla luce di oscurantismi e revisionismi rimontanti”, ha rimarcato la sindaca Marivera De Rosa nel corso della cerimonia, accompagnata dal sindaco del Consiglio comunale dei Ragazzi dell’I.C. “I. Silone”, Alessandro Lauri, alla presenza del senatore Michele Fina, del vicesindaco Giorgio Giovannone, degli assessori Silvia Marchi, Claudia Angelucci, Mauro Petricca, con don Giuseppe Ermili, i rappresentanti del Gruppo Alpini di Luco dei Marsi e delle Associazioni locali e alcuni familiari delle vittime luchesi dell’eccidio di Capistrello.

“L’humus della nostra democrazia è stata, ed è, anche la consapevolezza di queste lotte, di questa storia, e dell’eroismo di quanti hanno saputo riconoscere e combattere l’aberrazione di regimi liberticidi e criminali, scegliendo di combattere per l’affermazione di quei valori. Le conquiste di libertà e le garanzie di cui oggi godiamo le hanno pagate per noi, per tutti, i Partigiani che, pur di diversa ispirazione politica, sono stati accomunati nella battaglia contro il nazifascismo. É grazie al loro coraggio, che oggi possiamo essere orgogliosi della nostra storia, del nostro Paese, delle nostre istituzioni democratiche. Celebriamo questo giorno per ricordare che l’Italia riconquistò la libertà, rialzando la testa dalla dittatura, ma anche per aver ben presente che l’inestimabile pace e il benessere che viviamo sono figli di quella lotta, della Resistenza, che ci ha restituiti alla storia, e al futuro che sarebbe venuto, riscattati dal giogo nazifascista e da complicità irrimediabili”, ha concluso la Sindaca, che ha poi ricordato i nomi delle vittime dell’eccidio di Capistrello.

“Le commemorazioni, nel tempo, rischiano di diventare un po’ rituali, di non toccare più la pelle viva delle persone, tanto più si allontana, negli anni, il fatto storico”, ha sottolineato il senatore Michele Fina, “Non sentiamo più il rischio, concreto, che possa accadere quanto è già accaduto. Non percepiamo quanto questo sia un momento che serve al presente, al futuro, perché il rischio di perdere queste conquiste democratiche, pagate col sangue, è reale.

E non serve guardare ai luoghi che, pure a breve distanza da noi, vivono una guerra, ma anche a Paesi, europei, che sono stati democratici e che oggi regrediscono. Come regrediscono?

Con un’erosione inizialmente quasi impercettibile delle libertà, dei diritti, uno ad uno, con le motivazioni più disparate. Magari comincia ad essere incombente il potere politico su quello giudiziario, cominciano ad essere minori la libertà di espressione, di dibattito, magari per motivi legati alla sicurezza nazionale…

C’è sempre una qualche giustificazione, per l’eliminazione dei diritti, è solo che questa erosione diventa un elemento di assuefazione. I più lo percepiscono come un naturale addomesticamento, persino come un modo per risolvere altri problemi. Accade, ed è per questo che occorre essere vigili, perché quello che ieri si chiamava fascismo o nazismo, domani o oggi può chiamarsi in un altro modo, ma l’effetto è comunque lo stesso, si comprimono via via i diritti individuali e si scivola verso la violenza, fino a che anch’essa diventa qualcosa ritenuto normale, possibile. Lo abbiamo visto anche dalle cronache recenti, si tende a giustificare. Per questo, Il dovere di queste giornate è quello di rendere vivido il ricordo, fare presenza viva di questa straordinaria eredità di valori e di conquiste che la Resistenza ci ha consegnato, un’eredità inestimabile e insostituibile, insieme alla memoria di quanti hanno combattuto per l’affermazione di essi. Questa eredità va preservata gelosamente e trasferita”, ha chiosato il senatore Fina, “E fin quando saremo in grado di farlo, non vi sarà il rischio che i loro nomi e il loro esempio siano dimenticati, o che il loro sacrificio sia stato vano”. A siglare la cerimonia, le note di “Bella Ciao”.




25 APRILE: FATTO DI POPOLO

25 aprile 2023

“L’Italia rivive una drammatica ma esaltante esperienza ed approfondisce la sua identità nazionale. Quella identità nazionale che si rivela in momenti di svolta, destinati ad esercitare una decisiva influenza nella storia dei popoli. La Resistenza fu uno di questi momenti. Ad essa dunque, ancora oggi, facciamo riferimento. Ad essa ci rivolgiamo come al luminoso passato, sul quale è fondato il nostro presente ed il nostro avvenire”. Così Aldo Moro intervenne in occasione del trentennale della resistenza, nel 1975

Nella nostra fase storica, in cui i punti di riferimento culturali ed esistenziali appaiono soverchiati da un processo di de storicizzazione, dal tentativo di introdurre modelli che perdono ogni strutturazione ideale, dal restringere l’orizzonte  ad una mera semplificazione di quel complesso sentire, ma unico in grado di dare un senso profondo al significato della nostra vita, dal promuovere una visione meramente consumistica, che appare indifferente rispetto ai processi che hanno determinato il mondo in cui siamo inseriti, il 25 aprile per noi italiani, ma nel ‘45 fu un aprile fondamentale per il processo democratico di gran parte dell’Europa, diventa uno di quegli appuntamenti cruciali con il quale misurarsi.

Questo perché, come già sostenuto più volte in precedenza, il 25 aprile non segna solo la fine del fascismo e della sua alleanza e acquiescenza ai criminali nazisti. È il faticoso e drammatico arrivo sulla scena di una visione alternativa degli uomini e delle cose perché quel giorno, che ne riassume tanti altri, giunse finalmente un’Italia democratica in senso moderno.

Come disse Moro 46 anni orsono ciò che portò al 25 aprile fu “ fatto di popolo, fatto sociale di rilevante importanza” costellato da   “un’infinità di episodi spontanei”. Ed è questo che serve a spiegare il perché fu data simbolica, capace di agire tanto “ in profondità nella vita politica del nostro Paese, dando una nuova dimensione allo Stato, arricchendo la vita democratica e creando una originale mentalità antifascista, la quale superò quella formale e parlamentaristica che aveva in certo modo caratterizzato in precedenza la opposizione al fascismo”.

Fortunatamente, molto è rimasto di quello spirito e di quei contenuti. Eppure, come dimostrano tante manifestazioni pubbliche, ancorché limitate a infimi gruppetti, ma in grado di trovare sui social nuovi terreni di coltura, pulsioni fascisteggianti, razzistiche ed antisemite permangono e non si fa mai abbastanza per contenerle e metterle a tacere definitivamente.

Del resto, anche questo è stato già varie volte sottolineato, gli atteggiamenti propri del fascismo sono frutto di una categoria dello spirito, sempre in agguato in tanti singoli individui e in tanti gruppi. Sicuramente in quelli più pronti a recepire le sirene dalla prepotenza, dell’arroganza e dell’egoismo.

Così, il 25 aprile di quest’anno, ancora nel pieno della pandemia che un anno fa toccò uno dei livelli più alti in termini di contagio e di decessi, alcuni gruppi parafascisti utilizzano le evidenti difficoltà sanitarie ed economiche per creare confusione e distorcere il consenso sulla base di parole d’ordine irrazionali e, alla fine, illiberali.

La conferma che, dunque, è necessario  vivere il 25 aprile come un’occasione per tornare alle fonti dei nostri principi democratici, umanitari e spirituali. Un’ulteriore occasione da non lasciar  cadere nel vuoto sapendo che, in realtà, si tratta di vivere tutti i 365 giorni dell’anno lungo una continua riscoperta degli ideali di libertà, partecipazione ed inclusione che sostanziarono la nostra rinascita democratica.

Giancarlo Infante

https://www.politicainsieme.com/25-aprile-fatto-di-popolo/




NASCE PUNTO KARMA, Studio di Psicologia e Psicoterapia

In collaborazione con Autismo Abruzzo Onlus nell’ambito del Progetto DAVIDE

L’Aquila, 24 aprile 2023. Sabato 22 e domenica 23 aprile sono state due giornate intensissime, ricche di attività all’insegna della crescita personale, del divertimento, della condivisione e del benessere in via Campo di Fossa, 10 – L’Aquila

Nasce Punto Karma, studio di Psicologia e Psicoterapia in collaborazione con Autismo Abruzzo Onlus, dedicato all’ascolto e alla elaborazione di progetti di inclusione e di avvio al lavoro di giovani autistici. Grazie all’accordo stipulato il 2 aprile 2022 con il Comune dell’Aquila al civico 10 di Via Campo di Fossa sarà da oggi possibile fruire delle attività del “Punto Karma” con la disponibilità della dott.ssa Cristina Milani e della dott.ssa Valeria Gaeta. La formazione specifica, conseguita dalle nostre volontarie lo scorso anno con il corso Social Skill training in adolescenza e età adulta organizzato dalla Fondazione Cervelli Ribelli di Roma, è valore aggiunto di questa iniziativa in cui il Pensare in Blu è frutto dell’incontro tra esigenze e competenze al fine di offrire un’ampia gamma di attività che possano portare ad una visione sociale differente nell’ambito delle neurodiversità.

È una sfida questa che interpella ciascuno di noi nell’apertura al cambiamento: tutti hanno un potenziale, tutti sono importanti, l’importante è saper valorizzare, capire e se necessario aiutare.

Punto Karma agirà in quattro ambiti:

incontri di sensibilizzazione e informazione

formazione per addetti ai lavori

sostegno e supporto a progetti di vita individualizzati; consulenza per l’avvio al lavoro; miglioramento della qualità della vita

attività: laboratori; incontri di inclusione (film, cucina, uscite didattiche, gite, cammini … )

Al taglio del nastro erano presenti ragazzi autistici provenienti da Avezzano, Guardiagrele, Teramo e Chieti, giovani sostenitori delle nostre iniziative e famiglie; in rappresentanza della Municipalità è intervenuta l’Assessore alla Cultura, Avv. Ersilia Lancia che si è congratulata con gli ideatori di questa iniziativa unica nel suo genere e ha dichiarato che “l’impegno vero sincero autentico di ciascuno di voi qui, ma anche di noi può fare la differenza. Stiamo facendo qualcosa non soltanto per questi ragazzi, non soltanto per le famiglie, ma anche per la città perché è una città inclusiva con una elevata qualità della vita”.

Il termine Karma infatti indica un’azione fisica, verbale e mentale da cui derivano delle conseguenze nella nostra vita e in quella delle persone che ne fanno parte. Punto Karma nasce dall’idea di agire per giungere ad una società incentrata sui concetti di reciprocità, responsabilità, cambiamento.




25 APRILE 2023

Il Manifesto di Ventotene, l’Unione Europea e la Resistenza

Chieti, 24 aprile 2023. I nazifascisti, dopo avere ridotto l’Europa a un grande campo di concentramento schiavizzando i popoli, alleati col Giappone hanno scatenato la guerra, provocando 55 milioni di morti.

Militari e civili, uomini e donne, vecchi e bambini sono stati brutalmente assassinati, “impiccati, sgozzati, uncinati, squartati, accecati, asfissiati, bruciati vivi, interrati nelle fosse fatte scavare da loro, lasciati morire nudi nei campi di neve” (Piero Calamandrei, editoriale de Il Ponte, settembre 1945).

In tutti i Paesi  europei occupati dai nazifascisti è nata la Resistenza, che, con la partecipazione anche delle donne, ha contribuito a sconfiggere i dittatori e a restituire ai popoli la libertà e la democrazia.

Nel 1941 gli antifascisti italiani Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, mentre stavano scontando, dopo anni di carcere, la condanna al confino nell’isola di Ventotene, riflettendo sui compiti del dopoguerra, scrissero  il “Manifesto di Ventotene“, titolo originale “Per un’Europa libera e unita“. Il Manifesto è il testo fondante dell’Unione Europea, creata col trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992.

Oggi la UE è in crisi. Il progetto di Spinelli e Rossi di creare una Federazione Europea, ispirata ai principi di pace e libertà, superando i confini nazionali, è vanificato dalla rinuncia all’integrazione politica in favore di quella economica e dalle iniziative prese da alcuni Paesi sovranisti.  Il 2 luglio 2021 15 partiti (tra cui la Lega e Fratelli d’Italia) di 14 Paesi  hanno firmato un documento, la “Carta dei Valori”, in cui progettano di riformare l’UE salvando le nazioni.

I valori costitutivi dell’UE progettata nel Manifesto sono contrastati anche dai movimenti neonazisti e neofascisti. Cessata la guerra, i vincitori hanno onorato il sacrificio dei militi caduti in combattimento allestendo cimiteri di guerra e sacrari. Hanno onorato il martirologio dei partigiani celebrando le ricorrenze,  erigendo cippi e monumenti, murando lapidi, pubblicando le ultime lettere dei condannati a morte, apportando modifiche alla toponomastica delle città.

Ma col tempo le iniziative si sono rarefatte; il filo della memoria delle vicende belliche e resistenziali, delle vite tragicamente spezzate, dei drammi familiari, si è assottigliato e spezzato. Nel vuoto lasciato dalla memoria rimossa, in  Europa sono cresciuti gruppi e movimenti neofascisti e, in alcuni Paesi, anche   neonazisti.

L’Italia è uno dei Paesi all’avanguardia del fenomeno neofascista. I social network abbondano di  messaggi razzisti e antisemiti. Alcuni gruppi hanno compiuto anche azioni eversive. Nelle ultime elezioni politiche ha trionfato il partito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lei e altri esponenti di Fratelli d’Italia hanno rifiutato il percorso compiuto da Gianfranco Fini per superare l’eredità del neofascismo. Preferiscono rimanere aggrappati alla memoria di Giorgio Almirante (la Meloni, nel suo libro autobiografico, “si dichiara sua figlia spirituale”) e alle radici del MSI, perché, come ha scritto la sottosegretaria Isabella Rauti in un messaggio, celebrando l’anniversario della fondazione del MSI, “Le radici profonde non gelano mai”.

 Per contrastare il pericolo dei movimenti eversivi presenti in Europa, è necessario che  i partiti, i movimenti, i sindacati, le associazioni, le numerose sezioni Anpi presenti in diversi Paesi europei introducano tutte le iniziative politiche e culturali utili per rafforzare la coscienza collettiva democratica dei cittadini. Così facendo, contribuiranno a realizzare l’Europa libera e democratica ideata dagli autori del “Manifesto di Ventotene”, la quale sarà di sostegno ai popoli impegnati nella Resistenza alle violenze dei governi dittatoriali, numerosi nel mondo, per la conquista o la riconquista delle libertà fondamentali.

Filippo Paziente, Socio Sezione Anpi




DOV’È FINITA LA CO2 DEI PINI della Riserva Dannunziana?

Pescara, 24 aprile 2023. Mi è capitato, poco tempo fa, di fare alcune brevi escursioni nei boschi della collina Bolognese, dalle parti di San Benedetto Val di Sambro. Ho camminato dentro alcune formazioni miste di latifoglie e sempreverdi: castagni, roverelle, ontani, aceri, abeti bianchi, pecci e pini. Formazioni boschive che, a passarci dentro, danno il senso della naturalità della loro presenza ed essenza, con gli odori, i silenzi e il microclima tipici di un bosco, ma che in effetti è governato dall’uomo, e da lungo tempo, nelle modalità più diffuse: ceppaia e, da quello che ho potuto vedere dalle brevi passeggiate, soprattutto fustaia. In più di una occasione mi sono imbattuto nei cantieri di taglio dove, accanto ai tronchi accatastati, soprattutto di conifere, già faceva più che capolino il novellame di sostituzione. Ho contato gli anelli di accrescimento degli individui più grandi, con in bella vista il loro alburno e duramen, e per alcuni sono arrivato anche quasi a 100.

Vedere quelle cataste di legno, ma anche un certo apparente degrado dovuto anche alle varie strade di attraversamento del bosco per lo svolgimento dell’attività selvicolturale, mi ha alquanto incupito. Poi ho riflettuto su una serie di questioni, soprattutto legate alla sorte di questi legnami, e mi sono volutamente convincere di uno scenario positivo di utilizzo, non certamente per fini energetici, ma come materiale da costruzione, arredamento  e utensileria varia. Fusti così pregiati che la natura ha messo insieme in così tanto tempo non possono essere diversamente utilizzati, mi sono detto. E mi ha rincuorato il pensiero che dentro a ogni singolo tronco, ancorché rimosso da quesi luoghi,  sia segregata una massa enorme di CO2 che, rimossa dall’atmosfera, rimarrà ora confinata in chissà quale mobilio o comunque manufatto, per un periodo significativamente lungo, mentre nuove piante già hanno rimesso in moto il ciclo.

Il pensiero mi è automaticamente andato al bosco più vicino alla mia città, che anzi lo include, quello della Riserva Dannunziana, di cui ancora ad oggi continua a sfuggirmi, perché evidentemente poco informato, il modello di governo: danneggiato, come tutti sappiamo, dal fuoco non appena qualche anno fa, oggi mostra ferite gravi che anche l’occhio  poco allenato facilmente riesce a vedere. Come ad un osservatore ancora distratto non sfugge la scomparsa di una certa trama di tronchi, molti, decine e decine, che infittivano questa formazione boschiva, rimossi da alcuni comparti, sicuramente per ragioni di incolumità pubblica (questione tutta da valutare in un’area protetta, da cui invece sembra che bisogna proteggersi!) e che custodivano anche loro massicce dosi di CO2: ad oggi non sappiamo quale ne sia stata la sorte, né dove il carbonio di quella molecola, lì stoccata, sia andata a finire. Non è una questione di poco conto sapere e poter certificare le proprie azioni di sostenibilità

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net

Direttore Editoriale – Web Content Editor