Pescara, 20 giugno 2022. Guardando google maps ho scoperto che Via Tavo non passa solo sul presunto retro o fronte dell’edificio del Ferro di Cavallo, ma gli gira intorno. Certo è che quello che c’è “dietro” la facciata che dà sulla strada principale, dove tutti transitano, non si vede, se non attraverso le inferriate di qualche cancello di ingresso da cui si intuisce quello che il “ferro del quardrupede” nasconde. E allora, incuriosito da quello che con la coda dell’occhio avevo intravvisto, ho fatto il periplo del palazzo, scoprendo un moderno girone del Sommo Poeta.
Avevo già diversamente fotografato e segnalato, alla società di servizi, un accumulo importante di ingombranti sulla strada, che ricoprivano letteralmente i cassonetti. Ma non pensavo ci fosse una situazione dieci volte peggiore ai lati dell’edificio.
Non credo si tratti di materiale accumulato nel giorno precedente: penso più ad un deposito che si è formato nel tempo, e molto probabilmente alimentato anche dall’esterno della zona. Anche perché come ho già scritto in altre note, questa situazione trova cloni lungo tutta via Tavo, quasi si fosse sparsa la voce in giro che lì … si può!
Il pensiero che a meno di 2 km vi sia la ricicleria di Ambiente spa che, come mission, ha proprio la raccolta di ingombranti, conferibili direttamente o ritirabili a chiamata, disorienta il mio giudizio. Che non può che essere di assoluta condanna per chi conferisce con la formula incivile dell’abbandono, ma che si nutre anche del dubbio del perché la condizione descritta non possa essere con sollecitudine risolta, anzi, non lo sia stata ad oggi!
L’edificio in questione è oggetto di attenzione da lungo tempo da parte di più di un organismo, non ultimo l’Amministrazione comunale che adesso ne prevede l’abbattimento.
Ma io credo che la bonifica di questo luogo, come anche di tutta via Tavo (perché di questo si tratta) non debba stare ai tempi “instabili e incerti” della demolizione, perché se questo fosse l’intendimento, allora tanti altri edifici, lungo la via, dovrebbero subire la stessa attenzione e sorte.
A questo punto, considerato il valore che, nell’accezione comune, i vessilli hanno sempre rappresentato sui fronti sia delle conquiste che dei riconoscimenti, per via Via Tavo si potrebbe pensare ad un bandiera (blu, gialla, verde, arancione che sia), o meglio di bandierine, da mettere al posto della decina di postazioni di cassonetti che ad oggi costellano gli 800 metri di strada, per dire, dopo aver proceduto alla loro rigenerazione, che quei luoghi sono stati riconquistati, resi decorosi e riconsegnati all’accudimento responsabile dei cittadini residenti, che ne sono il primo e più attento presidio.
A partire da qui, va ricostruito il senso di fiducia verso le istituzioni, con un percorso di crescita e di consapevolezza che non può che essere partecipato, come più di uno fino ad oggi sta cercando con fatica di fare, partendo dal basso.
Giancarlo Odoardi – Associazione Rifiuti Zero Abruzzo
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