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TRANSIZIONE ECOLOGICA: sfide e opportunità per il sistema delle imprese abruzzesi

Confronto di alto profilo, a Pescara, nel corso della tavola rotonda organizzata da Confartigianato Imprese Abruzzo

Pescara, 21 maggio 2022 – È stato un confronto di alto profilo, ricco di spunti e considerazioni interessanti, quello che si è tenuto ieri pomeriggio a Pescara, nella Sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo, sul tema della transizione ecologica in riferimento al mondo della piccola e media impresa e dell’artigianato. Alla tavola rotonda, organizzata da Confartigianato Imprese Abruzzo, ha preso parte Daniele Gizzi, nel doppio ruolo di responsabile nazionale delle politiche ambientali della Confederazione artigiana e di presidente del Comitato Nazionale dell’Albo Gestori Ambientali presso il Ministero della Transizione Ecologica, insieme ai senatori Luciano D’Alfonso (Pd) e Alberto Bagnai (Lega), presidente e membro della commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama, all’assessore regionale Nicola Campitelli e al docente di Geografia economica Piergiorgio Landini.

Dopo la relazione introduttiva del presidente regionale di Confartigianato, Giancarlo Di Blasio, è stato il senatore Bagnai ad entrare nel vivo del dibattito. “La realtà ci costringe a fare un discorso di verità, perché gli sviluppi sul mercato delle materie prime sono solo un’accelerazione di dinamiche che già in precedenza risultavano chiare – ha osservato il parlamentare leghista – in Europa si è aperto un dibattito perché è evidente che, se i prezzi raddoppiano, con gli stessi soldi possiamo fare la metà delle cose e dunque, per ricalibrare gli obiettivi, avremo bisogno di ascoltare anche le categorie produttive. Mi preoccupa l’estrema brevità dell’intervallo di tempo proposto per arrivare alla transizione: è chiaro che nessun imprenditore e nessun cittadino vuole inquinare il mondo nel quale vive, ma occorre essere pragmatici, darsi obiettivi raggiungibili”. Il senatore leghista ha poi riservato aspre critiche all’impianto del Pnrr. “Entro giugno dobbiamo raggiungere 45 obiettivi del Pnrr, 15 riforme e 30 investimenti – ha detto – mi chiedo allora, in una situazione di crisi economica, quanto il Pnrr sia uno strumento di crescita economica e quanto sia uno strumento di orientamento politico dei nostri governi? Con grandi somme a disposizione è facile pensare subito alla possibilità di realizzare grandi opere e invece, se si apre il Pnrr, si scopre che gli interventi sono stati polverizzati”. Quindi la stoccata finale: “Siamo passati dalla fase in cui ci chiedevamo cosa può fare il Pnrr per noi a cosa possiamo fare noi per il Pnrr, visto che si va da decreto in decreto per cercare di farlo funzionare”.

La replica, a distanza, è arrivata dal senatore D’Alfonso, che ha raggiunto gli altri ospiti poco dopo il congedo anticipato del collega leghista. “Bagnai quando interviene sa sempre essere generoso per il seguito della discussione – ha ironizzato D’Alfonso – in realtà le vere protagoniste di questo cammino verso la transizione ecologica sono proprio le imprese e a mio avviso il Pnrr ha la capienza economica sufficiente, per il tempo dato, a raggiungere gli obiettivi. Tuttavia, occorre organizzare i meccanismi amministrativi, superando l’impianto duale, statuale, tra l’ordinamento e i portatori di interessi, i soggetti portatori di ricchezza. In questo momento siamo nella condizione di superare la dualità e organizzare una grande forma pattizia – ha proseguito il senatore del Pd – la grande sfida di modernizzare le imprese, ovvero renderle funzionanti, deve avere un valore pubblico, collettivo, istituzionale, e nell’ultimo decreto-legge presieduto dalla nostra Commissione sono presenti misure coraggiose”.

Gizzi ha illustrato gli obiettivi green, definiti dall’Unione Europea e recepiti dal MiTE, “che non potranno essere realizzati senza il ruolo attivo delle micro, piccole e medie imprese”. Il responsabile ambiente di Confartigianato ha sottolineato che “l’Unione Europea ha scelto di decarbonizzare entro il 2050 e questo significa promuovere, per i prossimi anni, uno sviluppo sostenibile per i comparti chiave dell’economia italiana. Per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici – ha aggiunto Gizzi – occorre minimizzare il consumo di materie prime naturali promuovendo politiche di economia circolare: trasformando i rifiuti in risorsa, aumentando la vita media dei prodotti, combattendo l’obsolescenza programmata”.

L’assessore regionale con deleghe a Energia e Rifiuti, Nicola Campitelli, ha illustrato le attività di programmazione della Regione che saranno sviluppate su due livelli: operativo e culturale. “L’Abruzzo sarà protagonista della transizione energetica grazie alla costruzione di una filiera dell’idrogeno green, dalla componentistica alla logistica, per arrivare alla produzione del vettore da fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico, e alla successiva distribuzione e utilizzo, come alternativa alle fonti fossili – ha spiegato l’assessore – la transizione energetica però va affiancata da quella burocratica: l’imprenditore non deve trovare ostacoli lungo il suo percorso, ma uffici collaborativi. Stiamo lavorando ad un processo di semplificazione della normativa regionale per velocizzare gli iter autorizzativi. Una volta che l’impianto sarà realizzato, il secondo step sarà quello di facilitare l’emissione della rete”.

Ulteriori spunti al dibattito sono stati forniti dal professor Landini, secondo il quale “la pianificazione regionale dovrebbe costituire la vera intelaiatura su cui calare gli interventi che il Pnrr finanzierà in Abruzzo e che rischiano invece di rimanere scollegati tra loro, se non pensiamo alla transizione ecologica in maniera reale. Per decenni abbiamo commesso l’errore di abbandonare la pianificazione territoriale, per andare verso una pianificazione settoriale”. Gizzi infine ha concluso i lavori: “per favorire la transizione ecologica delle micro, piccole e medie imprese, dobbiamo essere in grado di creare le condizioni fondamentali, facendo leva sul pieno utilizzo delle risorse del PNRR, ma anche stimolando il mondo della finanza allo sviluppo sostenibile”.

Silvia Grandoni

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