che raccoglie contributi di illustri ricercatori che avevano partecipato al meeting internazionale lo scorso anno a Teramo.
Con il cuore e la mente orientati alla ormai imminente festa di Pentecoste, domenica 5 giugno, desidero condividere con voi il desiderio di essere testimoni della presenza del Risorto nella storia.
Più volte, incontrando vostri amici e colleghi, ho messo in evidenza che non si può comprendere la storia a prescindere dal Risorto. Il Risorto non è un’idea, un a-priori! Certo un a-priori importante, ma lontano dalla vita personale e comunitaria nella quale siamo inseriti.
Pensando a questa diffusa convinzione, o in alcuni casi, pregiudizio, sono molto contento di riaprire con voi la riflessione sul ruolo della scienza per la costruzione della società.
Esiste infatti un legame molto forte tra la crisi della scienza e la crisi del Cristianesimo.
Infatti, quando ci si incammina nell’astrazione, o nell’utopia, la scienza e il Cristianesimo sono in difficoltà.
Ricordo sempre le parole del prof. Claude Cohen-Tannoudji, premio Nobel per la Fisica, al Giubileo dei docenti universitari, dei Centri di Ricerca e di Alta formazione, del 2016: oggi è in crisi il desiderio di conoscere!
Molti confondono l’applicazione tecnologica con la ricerca scientifica. Il primato è della conoscenza senza la quale le applicazioni tecnologiche possono essere strumentalizzate.
Conoscere!
Cari amici,
non abbiate paura di conoscere la realtà. Papa Francesco lo ripete continuamente e affida a voi giovani il compito di aiutare tutti coloro che incontrerete, nelle diverse esperienze ecclesiali e sociali, nel suscitare la curiosità di conoscere.
Cari giovani,
non abituatevi alla monotonia del sentito dire. Cercate di conoscere per esprimere una valutazione motivata.
Saper motivare!
Gesù dona lo Spirito Santo alla Chiesa perché la sua vita non è mai monotona. La Sua presenza è sempre portatrice di novità, perché bisogna essere costruttori.
Ma per costruire bisogna conoscere. Vi invito a leggere il paragrafo 204 dell’Enciclica Fratelli tutti, di papa Francesco.
Ecco perché amare la scienza e il metodo scientifico è importante per essere cristiani.
Ricordo sempre una domanda di un giovane: posso essere credente e scienziato?
Ecco la mia risposta: non si può essere credenti ignorando il metodo scientifico, perché il Risorto è in mezzo a noi, non in astratto, ma nella realtà.
Per questo quando si perde il legame tra scienza e fede c’è il rischio che ambedue, camminando da sole, possano non essere più a servizio di ciascuno di noi, impedendo la crescita della società.
A voi, cari giovani, è affidata una nuova stagione tra fede e scienza per affrontare le sfide che sono davanti a voi.
Dopo tanti incontri con voi, posso dire che sarete all’altezza del compito che vi è stato affidato.
Io vi accompagno con la mia preghiera e la mia profonda stima e amicizia.
Vostro,
+ Lorenzo
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