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AUTISMO: L’ATTESA ormai insostenibile di azioni concrete

Autismo Abruzzo è un’Associazione che da anni è al fianco delle famiglie nella tutela dei diritti delle persone autistiche ponendosi con un’azione di stimolo nei confronti di Enti e Istituzioni: si segnalano le criticità e, solo se necessario, si completa il percorso attivando le procedure legali. Tanti i pronunciamenti negli ultimi anni, ma timidi i segnali da parte della Regione Abruzzo.

Pescara, 20 giugno 2023. La Delibera di Giunta Regionale n. 807 del dicembre 2022 e la successiva integrazione di fondi con Delibera n. 171 del febbraio 2023 denotano ancora una volta quanta distanza intercorra tra le centinaia di persone in lista di attesa e le risorse programmate fino al dicembre 2024.

Alcuni giorni fa la notizia della Corte dei conti che ha elogiato la Regione Abruzzo per i numeri di gestione ci ha fatto molto riflettere. Negli ultimi cinque anni Autismo Abruzzo ha proposto e conseguito decine di ricorsi che hanno evidenziato forti criticità organizzative e incapacità delle ASL abruzzesi (tutte tranne quella teramana) nell’assicurare le attività riabilitative dovute. Dovute sì, perché l’autismo dal 2017 è nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza.

L’azione di programmazione della Regione, concretizzata con la DGR 807/2022, ha cancellato le speranze di veder pianificate e gestite per il triennio 2022-2024 le effettive necessità del territorio. Una delibera di programmazione di tale portata avrebbe dovuto considerare le centinaia di bambini in lista di attesa e la grave inesistenza di servizi residenziali per ragazzi e adulti. Ad oggi, le risorse stabilite restano congelate alle previsioni di spesa dell’anno 2021, ignorando di fatto le stesse comunicazioni della ASL aquilana, quelle della nostra Associazione e quelle dello stesso dott. Claudio D’Amario che, in qualità di Capo Dipartimento della Salute, ha scritto formalmente alle ASL più volte, sollecitandole alla presa in carico dei piccoli utenti, ma poi, lo stesso dott. D’Amario pianifica i fondi della delibera di programmazione basandosi sulla spesa del 2021!

Negli ultimi giorni si registra un’attenzione importante sui tempi di attesa persino per l’accesso ai percorsi di valutazione nelle aree interne della provincia aquilana. Su quest’ultimo punto, da un lato l’attento approfondito studio del Consigliere regionale Giorgio Fedele che ha evidenziato tempi inaccettabili e dall’altro le specifiche rese dalla Dott.ssa Maria Pia Legge, Direttrice UOC NPI Territoriale presso ASL 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila, che proiettano una situazione in miglioramento, ma solo a partire dai prossimi mesi.

In tutto questo le famiglie con autismo vedono solo tanta confusione.

Come può una Regione che programma la spesa e i servizi basandosi solo sui numeri del 2021 ignorare l’enorme lista di attesa ed escludere quindi scientemente dall’accesso alle cure una larga fetta dei suoi cittadini?

Dimenticando tutti coloro costretti ad azioni formali?

E come può una Regione che vanta un filo diretto con l’attuale Governo dimenticare di considerare le necessità degli adulti disabili?

Ad oggi non esiste una sola struttura residenziale in grado di accogliere un ragazzo … e quelli che sono stati (fortunosamente) inseriti in strutture fuori Regione corrono il rischio di essere dimessi!

La Asl aquilana, al fine di privilegiare i numeri e quindi l’elogio della Corte dei conti ha sospeso il pagamento di servizi di rapporto uno a uno, fondamentali per ragazzi e adulti con autismo severo.

Un servizio ritenuto fondamentale dalle Commissioni di Valutazione ma disatteso dagli uffici della Direzione aziendale.

Piccoli esempi di questo divario sono quindi i tempi inaccettabili per le valutazioni sul territorio, i tempi di valutazione presso il CRRA (Centro Riferimento Regionale per l’Autismo) che arriva a chiedere di passare in intramoenia per le valutazioni urgenti di ragazzi al di sopra dei 14 anni.

Anche la mancata applicazione dell’Ordinanza del Tribunale dell’Aquila dell’8 febbraio 2023 per un bambino di 3 anni in attesa delle terapie ne è un segnale tangibile.

Da una Regione premiata dalla valutazione della Corte dei conti ci si aspetta una pianificazione dei servizi seria, attenta alle indicazioni dei territori e in grado di rispondere alle necessità di bambini, ragazzi e adulti.

Vorremmo un giorno, che ci auguriamo non più lontano, non ricevere più storie dolorose da parte di famiglie disperate. Una oculata e concreta programmazione da parte della Regione dovrebbe poter offrire alle famiglie un futuro a medio e lungo termine in grado di dare risposte adeguate per i propri cari.

Oggi per un disabile la famiglia, finché c’è, è l’unica garanzia e non ci sembra normale in uno Stato di diritto. 

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