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GEOINGEGNERIA NEI CIELI d’Italia

Cosa c’è nei cieli di strano in questo tempo difficile che segue il corso del tempo pandemico

e guerresco in cui l’Italia è sprofondata?

Verona, 25 luglio 2023. Se osserviamo i cieli non possiamo non rimanere stupiti nel vederli spesso a strisce, incroci o croci e di osservare che da quelle strisce, incroci e croci si sviluppino a ventaglio velature che rendono opaco l’azzurro, lattiginoso e nebbioso il nostro cielo.

Si tratta del problema della geoingegneria, un progetto portato avanti per accordi intercorsi tra i governi Berlusconi-Bush il 19 luglio 2001 a Genova e perfezionati il 22 gennaio 2002 a Roma e che continua non solo in Italia, ma variamente in tutti i cieli d’Europa e nel mondo.

Il progetto, attuato con il presunto scopo di contrastare la deriva climatica, in realtà, attraverso le erogazioni di nanoparticelle di metalli quali alluminio, bario, cadmio e altri componenti è andato, invece, in questi vent’anni, ad alterare la normale formazione delle nuvole e quindi a modificare il ciclo naturale dell’acqua (evaporazione, condensazione, precipitazione, deflusso).

Il risultato è la siccità che funesta le nostre terre. Le precipitazioni violente, le bombe d’acqua, le trombe d’aria, la grandine grossa come mele, sono l’altra faccia della stessa medaglia, che prende il nome di geoingegneria atmosferica.

La narrazione attuale è quella di addebitare tali fenomeni all’eccesso di CO2 nell’aria di cui sarebbero responsabili le produzioni industriali, gli allevamenti intensivi, gli incendi per l’agricoltura di sussistenza dei paesi in via di sviluppo, l’abbattimento di foreste pluviali ed equatoriali, l’uso di motori diesel e, oggi, addirittura l’uso della caldaia a gas metano o del nostro caminetto!

La fisica ci insegna che troppa CO2 inquina, ma i parametri che ci vengono comunicati corrispondono a verità?

Un folto gruppo di 1574 scienziati riunitisi nella fondazione Clintel e provenienti da ogni Paese, sostiene che la narrazione del cambiamento climatico non corrisponde a verità e che, anzi, siamo nella parte finale della piccola glaciazione terrestre cominciata nel 1600.

Una cosa è il cambiamento climatico, altra cosa è l’inquinamento della terra.

Concetti da non confondersi fra loro. Additare gli uomini come gli unici responsabili dei fattori inquinanti omettendo la citazione della massima causa dell’inquinamento, che è la geoingegneria atmosferica, è veramente una stortura della realtà. Oggi, addirittura, la geoingegneria atmosferica compare nei libri di testo delle scuole, descritta come mezzo di contrasto al riscaldamento terrestre di cui, in realtà, è la prima responsabile.

Sono nati in Italia, da più di vent’anni, molti movimenti che hanno preso consapevolezza della gravità di questo fenomeno e lo denunciano a tutti i livelli, pur riscontrando enormi difficoltà anche per il fatto che il presidente Napolitano ha posto il Segreto di Stato su questa attività. L’ultimo nato si chiama “I guardiani del cielo” e conta già più di 30.000 persone fra gruppo nazionale e gruppi regionali.

Inoltre, numerosi convegni si stanno svolgendo su questo tema in tutta Italia.

L’Italia ha una grande occasione per uscire da questa morsa opprimente: gli italiani debbono tornare ad alzare gli occhi al cielo e ad osservarlo con attenzione, oltreché a lottare per renderlo di nuovo limpido come natura vuole, di quel blu cobalto che appartiene ai nostri più cari ricordi e che ci fa stare tanto bene…difendiamo la nostra terra da teorie astruse e provvedimenti dannosi per la popolazione, per la sua incolumità e la sua salute.

Giulia Cortella

Verona

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