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SCUSI, PER BIKE TO COAST?

DI Giancarlo Odoardi*

Pescara, 13 settembre 2023. Qualche mattina fa ho fatto per l’ennesima volta ingresso sulla pista ciclabile dei trabocchi nel tratto nord di Ortona, venendo dalla vecchia strada per il paese e passando per via Roma (dalle parti del depuratore, per chi conosci il posto). Dopo una ripida discesa, che è salita al ritorno, si finisce su una stradina bianca: superato un sottopasso ferroviario si sbarca sulla pista.

Qualcuno, attento alle esigenze cicloturistiche dei viandanti a due ruote, ha rinnovato la segnaletica di questo percorso, sistemando dei cartelli, con la stessa linea grafica, almeno un paio: il terzo è lì da tanto tempo e quando cade viene rimesso su. La segnaletica di direzione vale solo per chi scende, cioè per chi arriva da nord, mentre per coloro che vengono dalla pista non vi sono indicazioni (supponendo che chi si accinge a percorrerla a salire debba averla già fatta a scendere, e non è detto, e quindi ne conosca l’esistenza).

Comunque, è questa la segnaletica della via Verde della Costa dei Trabocchi? Ovvero di Bike to Coast? Ovviamente no. E allora qual è? Difficile dirlo.

Credo che uno dei problemi della rete ciclo viaria abruzzese sia proprio l’assenza di un Piano di Segnalamento (PdS), ovvero di quella dotazione strumentale di orientamento che consenta all’utente in bici di sapere dove si trova, dove deve andare (way-finder), quanto ci manca per, ecc. ecc. ecc. Questo Piano, che però potrebbe riguardare l’intera regione, dovrebbe stare dentro il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica, documento di pertinenza dela Regionbe Abruzzo ancora da redigere ancorché previsto dala Legge Regionale 8/2013 oltre che dalla Legge Nazionale 2/2018. Come anche nel PRMC dovrebbe esserci un “ABACO”, un manuale con le indicazioni costruttive e di arredo della rete ciclo viaria regionale: ecco perché le piste/corsie sono diversamente ampie come anche cromaticamente variabili. Altro elemento ancora in ritardo, da includere sempre nel PRMC, è un  piano di comunicazione, oggi molto sbilanciato sulla Ciclovia dei Trabocchi (basti pensare ai conflitti sorti nel tentativo di utilizzare l’accoppiata treno+bici).

In conclusione, della presunta rete regionale richiamata si trovano alcuni loghi in giro, che però hanno a che fare più con le indicazioni turistiche che con la segnaletica stradale. Certo è che Bike to Coast come anche la Via Verde della Costa dei Trabocchi (la Rete Ciclabile dei Trabocchi) sono poco o per nulla segnalati. Poi non parliamo del territorio regionale (ci sono diverse eccezioni, tra cui segnalo la Ciclovidia di Sulmona, 20 km tabellati).

Insomma, lavoro da fare ce n’è, e copiare in questi casi farebbe un gran bene. Ma va fatto.

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