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APOLOGIA DI SOCRATE

Al Teatro De Nardis

Orsogna, 3 novembre 2023. Dialogo sulla giustizia, che inaugura la stagione di prosa 2023-2024 del Teatro Camillo De Nardis di Orsogna. Sabato 4 novembre alle ore 21 il sipario del Teatro Camillo De Nardis di Orsogna si apre sulla stagione di prosa 2023/24. Il primo dei nove appuntamenti in abbonamento vedrà in scena Enrico Lo Verso ed altri otto attori con lo spettacolo APOLOGIA DI SOCRATE – dialogo sulla giustizia prodotto da ErgoSum, scritto e diretto da Alessandra Pizzi. Alle 19.30 sarà possibile incontrare il cast al completo, nel foyer del teatro.

APOLOGIA DI SOCRATE (sinossi ufficiale)

Fra tutte, l’opera di Platone, L’Apologia è certamente la più ricca d’informazioni riguardanti il pensiero di Socrate. L’opera appare come un’incondizionata difesa da parte dell’autore, Platone, della figura e dell’insegnamento del suo amato maestro, davanti a quelle gravi accuse che lo avevano portato al processo, la cui causa va certamente rintracciata nell’errata interpretazione del suo pensiero. Sebbene Socrate avesse avuto inizialmente alcune possibilità di scelta per evitare la pena di morte, ammettendo la propria colpevolezza e andando in esilio, egli scelse di non tradire i propri ideali. Nel 399 a. C, dopo aver affrontato il processo, Socrate fu condannato a morte. Durante il processo a suo carico Socrate non mette in discussione le leggi, ma soltanto l’errore giudiziario di cui è vittima. La sua sorte, però, non lo autorizza a tradire i patti con la sua coscienza. Avrebbe potuto scegliere di non continuare a esporre in pubblico le sue dissertazioni o di fuggire, ma se lo avesse fatto in ogni caso non avrebbe onorato la sua parola. Un errore giudiziario, quindi, con un processo finito con la condanna a morte, che ricorda quelli ai cui tanto la storia e la cronaca ci hanno abituati, e che rievoca, anticipandolo, il più grande errore contro un innocente commesso dall’umanità, che trova la sua forma più espressiva nell’icona della crocifissione. La riduzione drammaturgica rispetta l’originalità del testo platonico per raccontare una vicenda umana, che è quella di molti: di chi ogni giorno è soggetto al giudizio e allo scherno della folla, perché “diverso”, e di chi, sotto il peso di un’accusa infamante errata, ha perso la vita. La giuria popolare che condannò a morte Socrate aveva cinquecento cittadini e sappiamo che fu sempre la folla a scegliere di liberare Barabba. Quella stessa che oggi, a distanza di oltre 2000 anni da quegli errori, quando non può capire, preferisce condannare.

Viviana Agretti

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