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L’INCOGNITA DI VIA MARCONI

Conoscere le domande, condividere le risposte

Pescara, 20 febbraio 2024. Uno dei punti deboli di certi piani della mobilità urbana è la scarsa o nulla conoscenza della domanda, informazione utile anche per indagare sulla condivisione dei princìpi da perseguire nel momento della pianificazione, possibilmente da fare prima, ex ante, della realizzazione delle opere e non dopo, ex post, per evitare di costringere gli utenti finali a subire le stesse con sofferenza e malcontento diffusi.

Soprattutto nel caso di quegli interventi sulla mobilità urbana a cui si intende dare la connotazione di sostenibilità, la conoscenza della domanda e la condivisione dei princìpi è ineludibile e propedeutica a tutto il resto. Nel caso di via Marconi, ma ciò vale per tante altre situazioni, crediamo che nessuno abbia mai predisposto la mappa della domanda del servizio “strada” e come quindi questa, passando attraverso una mappa delle risposte, potesse essere al meglio realizzata.

Spesso e volentieri si confonde la fotografia del momento come lo scenario di riferimento, senza ragionare sulle possibili proiezioni funzionali, che non siano quelle banali e insufficienti di fluidificazione del traffico automobilistico.

Su Via Marconi l’Amministrazione comunale ha spesso dichiarato un flusso di 20 mila auto al giorno e per snellirlo ha ritenuto congruente il progetto delle quattro corsie parallele dedicate, una in più del precedente progetto. Fallita l’impresa, ora sembra voler rimediare, non appena sarà aperta Via B. Croce, con la soluzione dei vasi comunicanti, contando quindi sull’entropia delle particelle, ovvero nella dispersione massima delle auto, travasando il traffico da una strada all’altra, fino al livellamento dei flussi. Ma quello urbano non è un sistema naturale, e le cose potrebbero andare diversamente da quanto atteso, se non forzandole (con sensi unici, ad esempio).

Nel frattempo, crediamo che nessuno abbia mai chiesto ai conducenti di quelle auto il motivo del loro spostamento (da dove vengono, dove vanno, quando e perché), e nessuno abbia mai fatto il conteggio di quante persone, non auto, transitino lungo i marciapiedi, o bici lungo le strade, né tantomeno la distribuzione degli esercizi commerciali lì presenti, le loro dinamiche funzionali, legate alla tipologia di prodotti e servizi forniti ai potenziali clienti.

Tutto ciò perché manca ad oggi una politica di Mobility Management, ancorché resa obbligatoria, sicuramente per un Comune come Pescara, dalle normative vigenti in materia, in grado di interpretare e governare la domanda e l’offerta di mobilità in accordo con i principi ispiratori degli scenari di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

In basso una ricognizione dell’esistente rilevato lungo via Marconi durante il COVID

16/10/2021 – Ore 10,30 – 12,30

Lato mare: 131 alberi, 120 parcheggi, 7 fermate bus, 7 stalli bici, 4 bici ai pali, 25 auto in seconda fila

Lato monte: 84 alberi, 120 parcheggi, 7 fermate bus, 13 stalli bici, 4 bici ai pali, 17 auto in seconda fila

L’alberatura è costituita per il 90% da Lecci e da alcuni individui di Ligustro. Al di là delle specie, non si tratta ovviamente di alberata di qualità essendo tutti gli individui posti in una condizione di sofferenza pedologica e microclimatica. In generale lato mare ci sono un po’ più alberi che parcheggi, mentre nel lato monte le auto sono due terzi degli alberi.

Il numero dei parcheggi è indicativo, essendo la segnaletica verticale difficile da individuare. Ce ne sono indicativamente 120 per ogni lato, per un’occupazione lineare di 600 metri per lato, ovvero quasi il 40% di tutta la lunghezza della via.

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