IL CRISTO DELLE PETIZIONI
Religiosità popolare
[Articolo pubblicato alla pagina n. 111 del Bollettino Trimestrale ASTRA (Pe.) – Tradizioni Popolari Abruzzesi. Anno III Numero 7 (aprile-maggio-giugno) 1975]
di Franco Cercone
Lo stupendo Crocifisso, che si ammira nella navata di destra della Cattedrale di Sulmona, è un esempio tipico di scultura spagnuola della fine del sec. XIII, “di un’arte assai superiore e del tutto fuori da influenze nordiche”.
Il Crocifisso fu donato alla Chiesa dal Papa sulmonese Innocenzo VII. Ma non è di scultura lignea che voglio ovviamente parlare, bensì di una straordinaria usanza legata al bel Crocifisso. Devo l’informazione al canonico Antonio Chiaverini, direttore dell’archivio vescovile e profondo conoscitore di Storia Patria, che in tale sede ringrazio vivamente.
Il Cristo presenta alla sua destra una larga apertura nel costato, simbolo delle sofferenze causategli dagli uomini. Orbene, durante la fase di restauro cui il Cristo fu sottoposto nel 1953, ad opera della Sovrintendenza de L’Aquila, furono rinvenuti dentro la statua numerosi pezzetti di pergamena, contenenti suppliche che i fedeli, dal secolo XIV in poi, avevano rivolto al Cristo, «imbucandole» attraverso la larga apertura del costato.
Misteriosamente questi ritagli di pergamena sparirono e con loro svanì anche, almeno credo, la possibilità di poter studiare un importante episodio di vita religiosa popolare.
[1] V. Mariani, Sculture lignee in Abruzzo, p. 19, Ist. d’Arti Grafiche, Bergamo 1930.
Religiosità popolare
[Articolo pubblicato alla pagina n. 111 del Bollettino Trimestrale ASTRA (Pe.) – Tradizioni Popolari Abruzzesi. Anno III Numero 7 (aprile-maggio-giugno) 1975]
di Franco Cercone
Lo stupendo Crocifisso, che si ammira nella navata di destra della Cattedrale di Sulmona, è un esempio tipico di scultura spagnuola della fine del sec. XIII, “di un’arte assai superiore e del tutto fuori da influenze nordiche”.
Il Crocifisso fu donato alla Chiesa dal Papa sulmonese Innocenzo VII. Ma non è di scultura lignea che voglio ovviamente parlare, bensì di una straordinaria usanza legata al bel Crocifisso. Devo l’informazione al canonico Antonio Chiaverini, direttore dell’archivio vescovile e profondo conoscitore di Storia Patria, che in tale sede ringrazio vivamente.
Il Cristo presenta alla sua destra una larga apertura nel costato, simbolo delle sofferenze causategli dagli uomini. Orbene, durante la fase di restauro cui il Cristo fu sottoposto nel 1953, ad opera della Sovrintendenza de L’Aquila, furono rinvenuti dentro la statua numerosi pezzetti di pergamena, contenenti suppliche che i fedeli, dal secolo XIV in poi, avevano rivolto al Cristo, «imbucandole» attraverso la larga apertura del costato.
Misteriosamente questi ritagli di pergamena sparirono e con loro svanì anche, almeno credo, la possibilità di poter studiare un importante episodio di vita religiosa popolare.
[1] V. Mariani, Sculture lignee in Abruzzo, p. 19, Ist. d’Arti Grafiche, Bergamo 1930.
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