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CONTRIBUTO AFFITTI

Tra burocrazia e mancanza di risorse

Pescara, 20 ottobre 2023. Mercoledì 13 ottobre il comune di Pescara ha pubblicato il bando per l’assegnazione del contributo statale a sostegno del pagamento del canone di locazione per l’anno 2022 che scade appena domani 23 ottobre, ciò significa che una parte delle circa 300 famiglie che si prevedeva presentasse domanda, avendo avuto a disposizione soltanto 11 giorni quasi certamente non riuscirà a depositarla in tempo insieme con lunga sfilza di documenti richiesti, mentre la parte che vi riuscirà si sarà dovuta scapicollare. Abbiamo chiesto al comune di prorogare il termine fino al 13 novembre, ma ci hanno riferito di doversi necessariamente attenere ai limiti temporali stabiliti dalla regione Abruzzo: limiti incomprensibili che finiscono inesorabilmente per penalizzare le famiglie più vulnerabili residenti a Pescara.

Il contributo affitti in un periodo segnato dall’aumento spropositato dei prezzi di luce e gas, della benzina, dei mutui, del condominio, dei beni alimentari di prima necessità e di tantissimi altri beni e servizi, è di grande importanza per quelle famiglie che, da un lato non riescono a sostenere il peso dell’affitto, dall’altro possiedono redditi troppo alti per accedere alle case popolari, sempre meno numerose poiché vendute per ripianare i deficit delle Ater.

C’è inoltre il timore, se non la certezza, che i soldi destinati alle famiglie non arrivino affatto a causa del mancato finanziamento da parte del governo, una scelta su cui speriamo si possa tornare indietro.

La scelta di non rifinanziare il contributo all’affitto è un atto gravissimo, perché di fatto azzera le politiche della casa in un momento storico, di crescita della povertà, in cui invece andrebbero rafforzate, ampliate, andando a intercettare nuovi bisogni – come quelli dei nuclei sfrattati, degli studenti, delle giovani coppie, dei lavoratori poveri. Parliamo infatti di politiche mirate al soddisfacimento di un bisogno primario, a cui non diamo risposta o la diamo in maniera parziale. Annullare il contributo all’affitto in questo quadro generale, significa di fatto privare il comune di Pescara e i restanti comuni abruzzesi, dell’unico strumento di intervento tempestivo per tamponare l’emergenza abitativa, uno strumento che per le motivazioni storiche e legislative per cui è nato doveva essere invece strutturale.

Il contributo previsto può arrivare fino a 3.100 euro e dipende da due elementi: reddito lordo del nucleo familiare e canone annuo. L’ISTAT calcola in circa 450 euro medi mensili il peso dell’affitto gravante sulle famiglie, che sommati alle spese condominiali lievitate a dismisura, possono finire per assorbire anche il 50% per cento del reddito disponibile dei nuclei famigliari più fragili e provocare un forte aumento della morosità. I pensionati al minimo soli possono impiegare anche il 60-70% della pensione per pagare l’affitto, come pure i lavoratori dipendenti monoreddito con due e più figli: una situazione tragica se associata alla drastica riduzione del potere di acquisto causato dall’elevatissimo tasso di inflazione che ha imperversato nel corso del 2022 e 2023.

Questi dati dicono che le famiglie in affitto residenti nei comuni abruzzesi ad alta tensione abitativa, sono ormai diventate una categoria sociale a se stante: la categoria dei sofferenti. La sofferenza è data dall’affitto che divora buona parte del reddito, costringendo a tirare la cinghia per arrivare a fine mese senza indebitarsi con famigliari, parenti, o peggio. Famiglie che risparmiano su tutto: alimentazione, abbigliamento, riscaldamento, elettricità, telefono, pur di non diventare morose con l’affitto, e che cercano di arrotondare con lavori occasionali in nero.

La regione Abruzzo non può e deve trascurare queste famiglie, ma sollecitare il governo affinché venga rifinanziato il Fondo Sociale Affitti, e impegnarsi a stanziare specifiche risorse nel bilancio regionale.

Alberto Corraro

Segretario interregionale Sicet-Cisl Abruzzo Molise

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