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UNA MOSTRA dedicata a Rosario Livatino

Da martedì 21 marzo l’esposizione sabato 25 interverrà il cugino del magistrato

Chieti, 21 marzo 2023. L’uomo, il giudice, l’esempio è il significativo sottotitolo dato alla mostra Sub Tutela Dei, dedicata al magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 e beatificato dalla Chiesa il 9 maggio 2021.

Sub Tutela Dei – Rosario Livatino, l’uomo, il giudice, l’esempio è promossa da: Libera associazione forense, Centro studi Rosario Livatino, Centro culturale Il Sentiero e ospitata al Meeting di Rimini la scorsa estate. L’allestimento è in programma in tutta la regione.

Si comincia da Chieti, martedì 21 marzo, nel museo Barbella di via De Lollis, 10. Nel capoluogo teatino l’esposizione resterà fino al 31 marzo, apertura tutti i giorni dalle 9 alle 13, martedì e giovedì anche dalle 15 alle 19.

Sabato 25 importante appuntamento con la cittadinanza e con le scuole teatine per la presenza di Salvatore Insenga, cugino del magistrato ucciso dalla mafia.

All’incontro di sabato 25, previsto con inizio alle 9,30 nel foyer del teatro Marrucino,  parteciperanno anche l’arcivescovo di Chieti – Vasto, Bruno Forte, la presidente dell’associazione Libera contro le mafie, Gilda Pescara, la curatrice della mostra, Roberta Masotto. Per il Csv Abruzzo Ets ci saranno il presidente regionale, Casto Di Bonaventura, il coordinatore della delegazione di Chieti, Ermanno Di Bonaventura, la responsabile regionale dell’area Promozione, Sandra De Thomasis.

L’esposizione si avvale di numerosi patrocini, tra cui Regione Abruzzo, l’Ufficio scolastico regionale, tutte le Province abruzzesi, i Comuni dei quattro capoluoghi e di Avezzano, la Ceam (Conferenza episcopale Abruzzo e Molise), l’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, le diocesi di Teramo-Atri e di Avezzano, le fondazioni Tercas e PescarAbruzzo, l’università di Teramo, i tribunali di Avezzano, Chieti, Pescara, Teramo; il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Teramo, il Forum del Terzo settore.

Media partner: VDossier.

In collaborazione con Caritas, Libera, l’Unione giuristi cattolici di Pescara e Teramo, l’Associazione genitori, Prossimità alle istituzioni, Cosma, premio Borsellino, Arci, Legalità cultura e territorio.

La mostra prevede un percorso diviso in quattro sezioni con testi, immagini, video e un audio che rievoca l’agguato e che introduce al percorso.

Una parte importante è dedicata al testimone Piero Nava, direttore commerciale lombardo, che il 21 settembre 1990 si trovava in Sicilia per un viaggio di lavoro. Assistette, dallo specchietto retrovisore della sua auto,  all’attentato che portò all’esecuzione del magistrato Livatino da parte dei mafiosi. Fu lui ad avvisare le forze dell’ordine e riferì quanto aveva visto. In un periodo in cui non esistevano disposizioni sui collaboratori di giustizia, Nava, cittadino onesto e testimone, non pentito, ha visto la propria esistenza stravolta. Ha perso il lavoro ed è ancora oggi costretto a nascondersi con tutta la sua famiglia, cambiando spesso città e generalità. «Quel giorno», ha detto Nava, «Livatino è morto ma io sono scomparso».

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