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ADRIATICO AL CENTRO DELLO SVILUPPO DELL’EUROPA

Urso all’Abruzzo Economy Summit

Pescara, 23 settembre 2023. Una conseguenza della guerra della Russia all’Ucraina porterà l’Europa a svilupparsi nei prossimi decenni lungo l’asse adriatico e l’Abruzzo è una regione modello per tutta l’area”. È il messaggio del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a conclusione dell’Abruzzo Economy Summit.

Parole di ottimismo, che si sommano a quelle spese sulla Zes unica per il Mezzogiorno, altro argomento trattato nella due giorni all’Aurum di Pescara. “Semplifica le procedure, attraendo così gli investitori stranieri e non soltanto nel Sud Italia”, ha spiegato a una platea ricca di imprenditori, ai quali ha anche ricordato che il suo dicastero, “sin dall’inizio, ha affinato la legislazione per attrarre proprio investimenti esteri in Italia, anche grazie allo sportello unico capace di accelerare le procedure”.  I primi risultati? “Gli investimenti esteri in Italia sono aumentati più di quanto siano aumentati nello stesso periodo in Paesi che prima attraevano i maggiori investimenti come Francia e Germania”.

Non poteva mancare un ampio passaggio su Stellantis e sul tavolo al quale, accanto all’azienda, siederanno anche i sindacati, l’Anfia e i presidenti delle Regioni dove hanno sede gli stabilimenti della multinazionale, tra cui l’Abruzzo con Marco Marsilio, “Per concordare, entro dicembre, quello che abbiamo definito il Piano di sviluppo di Stellantis in Italia”.

Le prime linee di indirizzo sono chiare: “Innanzitutto invertire la tendenza sulla produzione, visto che negli ultimi vent’anni i veicoli prodotti in Italia si sono ridotti progressivamente fino a raggiungere livelli davvero allarmanti, con l’obiettivo di raggiungere nel tempo un milione di auto e veicoli commerciali, garantendo anche i livelli occupazionali”.

Quindi aumentare gli investimenti in ricerca, sviluppo e in modelli innovativi, che “saranno più diffusi nei prossimi anni con la transizione all’elettrico”. Il terzo tema è “come garantire la transizione per tutta la filiera dell’indotto dell’automotive italiano, un gioiello della nostra industria e che serve anche imprese automobilistiche di altri Paesi”.

“Credo che il faro debba essere – ha aggiunto – e per l’Abruzzo lo è senz’altro, rilanciare l’industria automobilistica del nostro Paese su cui è nata, peraltro, tutta l’industria italiana”.

Parlando delle filiere abruzzesi, Urso ha evidenziato anche meccanica, robotica e farmaceutica, per la quale è stato insediato al Ministero, “per la prima volta a livello nazionale e come chiedeva l’industria del settore, un tavolo che sta sviluppando una politica di filiera, nella convinzione che, in questo campo, ci possano essere i migliori e più qualificati investimenti anche stranieri. L’Italia è pienamente competitiva e l’Abruzzo lo è sicuramente con il polo farmaceutico”.

Infine, la ridefinizione dei fondi del PNRR REPowerEu: dei 16 miliardi di euro, che “sono stati ricollocati per indirizzarli al meglio laddove servono e spenderli nei tempi vincolati dal Piano, e quindi entro giugno 2026”, quasi 8 miliardi sono stati destinati al Mimit e si aggiungono agli oltre 19 miliardi, “che stiamo utilizzando nella tempistica prevista” e agli 8 miliardi del Fondo Complementare. Gli 8 miliardi di nuove risorse “sono stati già destinati, in attesa dell’esito del confronto con la Commissione Europea”, che Urso auspica possa dare “il via  libera”: 4 miliardi per incrementare  il Piano di Transizione 5.0, “cioè per crediti fiscali significativi per le imprese che investiranno nell’innovazione green e tecnologica”; 2 miliardi per le imprese che produrranno in Italia batterie elettriche, impianti fotovoltaici e tecnologia green; 1,5 miliardi per le imprese che decideranno di realizzare impianti di energie rinnovabili ai fini dell’autoconsumo; 320 milioni alla Sabatini Green, “per ridurre i tassi di interesse per chi investe nella tecnologia green”.

“Otto miliardi di nuove risorse oltre a quelle che già disponiamo – ha concluso Urso – che se ben indirizzate, nei prossimi mesi possono essere un grande volano per consentire alle imprese italiane di affrontare e vincere la duplice sfida della transizione green e digitale, per la quale l’Italia può essere leader in Europa”.

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